Autore: Peretz Green

Traduzione dall'ebraico: Davide Levi

 

Herem Mi-Deoraita: Lo Zohar è il frutto malefico dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male

 

Testo scritto il 10 di Teveth 5749 e revisionato il 22 gennaio 1994

 

Purtroppo in questo scritto siamo costretti ad entrare nel mondo di Atzilut, un mondo molto complesso e vasto che non fu creato dal Signore e non c'è mai stato e non è mai esistito, poiché in realtà non c'è e non esiste.

Si tratta di un mondo che, per chi ci crede, sembra del tutto buono e di una perfezione assoluta, ma, in effetti, è totalmente malefico poiché seduce la mente e la convince a credere nella sua esistenza.

 

Esiste un mondo emanato prima della creazione del mondo.

Esiste l'essenza di un Dio che si è contratto fino alla polvere di una terra sconosciuta.

Come sei bello Dio Contratto nella tua Atzilut!

I tuoi occhi mi fanno intravedere dèi contratti.

Tu ti rifletti in me nello Zeir Anpin

e per questo io non ti posso vedere.

 

Esultino i cuori, perché Dio mai si contrasse,

sono gli uomini soltanto che si contrassero nelle loro menti.

Dio non si abbassa per vedere la loro costruzione

ma solo alla fine della loro opera

Egli scenderà per giudicare le loro costruzioni emanate

e i loro costruttori indegni

poiché ci sarà una fine ad ogni Atzilut...

 

Manoscritto in inglese: "L'Albero della Conoscenza del Bene e del Male" 5745:

 

Già da qualche secolo i misticisti ebrei della tradizione dello Zohar hanno cercato di trasformare il mondo con i loro sistemi delle dieci Emanazioni (Sefirot). Ora, con l'aiuto del Signore Santo, ci sforzeremo di rimettere il mondo nel suo stato dritto e verticale di modo che i nomi associati alle dieci Sefirot ritornino al loro posto e le migliaia di costruzioni false vengano distrutte per sempre. Al loro posto ci saranno dieci categorie sostitutive che fanno parte della vera Kabalà per merito del Goel Haim. Eccole, in breve:

Quando si erge la ALEF, la fede degli sciocchi sarà frantumata in migliaia di cocci.

Quando entra la BET, benedice i figli benedetti.

Quando la GHIMEL cavalca in Alto, distrugge ogni forma di superbia.

Quando la DALET è chiusa, protegge gli umili.

Quando queste Quattro si fondono, la HEI è felice nel cuore umano.

Quando arriva la VAV, corregge ogni distorsione.

Quando arriva la ZAYN, crolla la casa del nemico.

La HET stabilisce un Patto con gli amici fedeli.

La TET triplica la protezione.

La YOD insegna al saggio a tacere.

 

E' arrivato il tempo che il cabalista capisca in che trappola è caduto. La ALEF frantuma in mille cocci la fede delle dieci Sefirot emanate dall'Ein Sof (Infinito), così come Moshe Rabbenu frantumò le Tavole per negare e invalidare ogni parvenza di immagine di altri dèi. Quando la persona immagina un dio emanato, un uomo superiore cosmico, si tratta di profanazione dell'Impronta di Dio tramite la quale fu creato Adamo.

La benedizione non è esterna nella sua essenza, ma entra nell'intimo della persona e solo allora è una casa protettiva. La benedizione non arriva attraverso dieci Sefirot, ma tramite EL ELYON che la dona a coloro i cui cuori sono da Lui amati. La persona non si preoccuperà del modo con il quale Dio lo benedice, ma si preoccuperà di fare ciò che è amato da Dio per meritarla.

Dio sa come e chi benedire nel modo che ritiene opportuno.

A colui che ha ricevuto saggezza non è dato speculare sulle dieci Sefirot, a meno che non voglia capire il motivo per il quale Mosè, alav ha shalom, ruppe le Tavole sulle quali erano scritti i Dieci Comandamenti. Mosè voleva dimostrare per sempre ai figli d'Israele che le Tavole non dovevano essere considerate un' Emanazione (Atzilut) di Dio diventando così oggetto di culto. Mosè dimostrò con la sua azione che se le Tavole, sacre perché scritte da Dio, potevano essere rotte, significava che non esiste alcuna emanazione simile a Dio. Considerare divinità quelle Tavole avrebbe significato considerare divino anche il vitello d’oro. L'idea di emanazione divina è proibita come lo è l'adorazione del vitello d'oro. Questa è la vera Torà e Mosè la mise in pratica. A questo proposito, i nostri Saggi dissero che Dio disse a Mosè: "Bene facesti a rompere le Tavole!" (Talmud babilonese, Shabat, 87, 1; Bavà Batra 15, 2).

Per questo motivo, la correzione (tikun) delle dieci emanazioni di Atzilut si realizza tramite la loro rottura. Al contrario, nei Dieci Comandamenti la benedizione di Dio viene data a coloro che Lo amano e osservano i Suoi precetti.

Se credete nella natura divina delle dieci Sefirot trasgredite il Secondo Comandamento, per cui non meritate la benedizione! La presunta luce che ricevete origina da un nume idolatra che vi ha sedotto. Pertanto, sappiate che una tale luce è provvisoria, impura e impedisce al cuore di provare i veri sentimenti verso il prossimo e di comportarsi secondo le virtù amate da Dio. Si tratta di una falsa luce che seduce e inganna con la sua luminosità, e, in realtà, consuma il cervello e spreca le energie.

Alla fine, combatterete contro il vostro Tzelem tutti i giorni della vostra vita, ingannati dalla falsa idea che il frutto dell'albero proibito vi sia stato concesso da Dio. Il male radicato esige il suo prezzo. L'emanazione di Zeir Anpin fa sì che l'onore dovuto al Creatore venga trasferito alla Sua immagine riflessa nell'Uomo Supremo nel mondo di Atzilut, il mondo in cui il Dio Uno diventa una decade di emanazioni divine.

La contemplazione delle dieci Sefirot di Atzilut determina la divinizzazione di Zeir Anpin, che riflette in sostanza un parto immaginario della mente umana. L'errore di Atzilut viene compreso da chi non ha mai associato Dio a sue presunte Emanazioni, come insegna la kabalà dello Zohar.

Questa era l'intenzione dello Tzadik Shalem, il Morè Haim, quando riferendosi all'Albero della Conoscenza del Bene e del Male, spiegava che esiste una conoscenza buona e una malefica. Allo stesso modo, esistono tipi veri di conoscenza (sia di azione che di pensiero) che possono diventare malefici.

Lo Tzadik Nistar diceva, ad esempio, che la conoscenza riguardante l'azione degli sheddim (demoni) rientra nella conoscenza malefica, perché per ottenere qualcosa dai demoni, il mago deve evocare lo shed (questo è un campo di studio complesso ed iniziatico), attraverso un rituale demoniaco e sottoporsi alla sua volontà, in quanto lo shed chiederà sempre una ricompensa al suo servizio. Si tratta pertanto di una conoscenza vera e reale (anche i Saggi del Talmud sapevano evocare gli sheddim, ma sapevano anche dominarli con la loro kedushà, per cui non dovevano soddisfare le loro richieste), che rientra nel campo della conoscenza malefica, odiata dal Santo Benedetto Egli sia.

Un altro esempio che ci dava lo Tzadik Haim riguardava la conoscenza degli astri mirato ad ottenere i loro influssi (si tratta di una conoscenza molto vasta, gran parte della quale è andata perduta nel corso delle generazioni). Questa conoscenza è reale, eredità degli adoratori delle stelle, ma poiché richiede un culto idolatrico della stella rientra nel campo della conoscenza malefica, quantunque la conoscenza di quest'arte antica, senza l'impiego di rituali per praticarla, non è malefica in sé. Questa conoscenza, quando si trova nelle mani degli Tzadikim Nistarim, diventa buona, perché può, se necessario, invalidare gli incantesimi dei maghi. Possiamo qui rivelare che dai tempi del Rambam, la pace sia su di lui, non c'è stata persona più esperta in questi segreti dello Tzadik di Sana, il Goel Finale, Haim.

Esistono anche altri campi di conoscenza, vasti e ramificati, i cui fondamenti non hanno una consistenza reale, per cui la loro conoscenza è malefica. Ne è un esempio lampante la credenza della Trinità. Tutta la dottrina cristiana tradizionale, che si basa sull'idea del Logos, indica il potere di una conoscenza che può dare vita ad infinite e approfondite concezioni. Quando però viene rivelata la sua origine errata, che non è fondata sulla verità dell’unicità del Creatore, ecco che tutti gli edifici, costruiti su tale falso fondamento, crollano come un castello di carte e vengono smascherate tutte le menzogne ​​contrarie all'esistenza di un Unico Dio.

Dopo la conoscenza degli sheddim e degli influssi astrali e la dottrina del Logos arriva una quarta conoscenza malefica, senz'altro la peggiore e la più pericolosa, la cui base è inventata di sana pianta, ossia l'essenza malvagia radicata nell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male. Questa è la conoscenza della "Saggezza" di Atzilut, che tratta con le sue strampalate ipotesi gli eventi che precedettero la creazione dell'universo.

Questa non è saggezza ma dabbenaggine allo stato puro che contraddice se stessa dall'inizio alla fine, perché prima dell'esistenza dell'universo nulla esisteva se non il Signore, Benedetto Egli sia, nella Sua unità assoluta.

La verità non ha niente a che fare con il frutto proibito kabalistico, che apre gli occhi su una falsa luce, che viene interpretata con sottigliezze e approfondimenti filosofici dall'astuto serpente.

In quella luce, si affievolisce il dominio di sé, perché non si può indagare il gusto del frutto proibito, il cui piacere varca i limiti della mente e la cui bellezza attira il cuore dentro ai meandri dell'anima.

Per questo il Serpente capovolge il mondo e dice: "Voi non morirete di morte naturale; perché Dio sa che nel giorno in cui mangerete il frutto i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, conoscitori del bene e del male". (Genesi 3, 4-5).

Chi sono gli dèi che conoscono il bene e il male? Sono forse i demoni in tutte le loro popolazioni, nei sette mondi sotterranei, che sanno distinguere tra il loro bene e il loro male? O sono forse le stelle che influiscono sulle persone e le guidano nel bene e nel male? O sono gli angeli con i loro poteri che appaiono in svariate forme, in ogni momento, nelle loro missioni di bene o di male? O sono le forze profetiche create al di sopra degli angeli seduti nel Tribunale Celeste in cui vengono decretate le sentenze che scendono nel mondo, sia nel bene che nel male? Oppure sono le dieci emanazioni dall'Ein Sof, i dieci dèi associati all'unità della corona suprema del Dio che si è contratto? Chi meglio di Zeir Anpin conosce la natura delle dieci Sefirot emanate da Arich Anpin, che sanno distinguere tra la verità del bene e la menzogna del male?

I demoni esistono. Le stelle esistono. Gli angeli esistono. Gli enti supremi del Tribunale Celeste esistono. E di cosa può parlare allora il Satan? D'altro canto, le dieci Sefirot di Atzilut non esistono, per cui questo è il pane di Satan, la conoscenza completamente nociva dell'Albero della Conoscenza del bene e del male.

Satan disse alla donna: "Tutti gli alberi del giardino sono solo creature bellissime, ma nell'Albero della Conoscenza del bene e del male è racchiusa la conoscenza dell'Emanazione divina ed il segreto delle dieci Sefirot emanatesi in forma umana. Pertanto, Dio non vuole che voi mangiate da questo albero, perché se lo farete diventerete forti e riceverete la saggezza delle Dieci Sefirot e sarete come Elohim Uniti che conoscono i segreti delle dieci Sefirot del bene e delle dieci Sefirot di Adamo Belial, la radice di ogni male".

(Genesi 3, 6-7): " La donna vide che l'albero era buono da mangiare, era piacevole a vedersi e desiderabile per acquisire intelligenza, e ne prese del frutto e lo mangiò. e ne diede anche al suo uomo che era con lei, che lo mangiò. Gli occhi di entrambi si aprirono ed essi vennero a conoscenza che erano nudi; si cucirono una foglia di fico e se ne fecero cinture".

Pertanto, all'inizio i loro occhi si aprirono e videro concetti piacevoli che non avevano mai sentito prima della lettura del libro dello Zohar; per cui apprezzarono le parole gustose di quel libro, che ti fa venir voglia di conoscerlo a fondo. Credevano che quelle belle parole fossero desiderabili per acquisire intelligenza e raggiungere la conoscenza delle cose supreme.

Tuttavia, alla fine i loro occhi si aprirono per vedere la verità e si resero conto che tutto quel gusto meraviglioso, tutta quella acutezza di pensiero e tutta quella conoscenza erano una totale menzogna contraria alla volontà del Creatore, possa il Suo nome essere lodato in eterno, che ci comandò nella sua Torà: «Sii semplice di fede con il Signore tuo Dio» (Deuteronomio, 18, 13). Essi si resero conto di essere nudi perché indossavano abiti odiosi e mangiavano frutti marci e quindi si nascosero per la vergogna per ciò che avevano pensato riguardo al Libro dello Zohar. Tuttavia, nonostante tutto ciò, Dio, nella Sua compassione, ebbe pietà di loro e permise loro di cucirsi delle cinture con delle foglie di fico e diede loro anche del cibo adeguato, affinché tornassero alla vera Torà e alle mitzvot con la giusta semplicità di cuore davanti al Signore.