Autore: Peretz Green
Traduzione dall'inglese: Davide Levi
Nuove Tavole – Libro 1 – Rapporti interpersonali
La Tavola del lavoro
Onorare il lavoro
Gnomen 1 - Anche se ogni tipo di lavoro possiede un suo
proprio onore, ogni lavoro è onorato davanti al Signore, nostro Dio,
quando è svolto con onestà e serietà. Persino il Sacerdote
Unto dell'Altare del Sacerdozio Unto non deve interrompere una persona che sta
lavorando:
Gusti della Vita: Ricordo in tutti i 13 anni con lo
Tzadik, ha-Morè Haim, che la lode del lavoro era sempre sulla sua santa
lingua. Parlava spesso anche dei saggi del Talmud che svolgevano un lavoro
fisico parecchie ore al giorno, alcuni come tagliatori di alberi, altri come
trasportatori di carbone ecc. per mantenere se stessi e le loro famiglie. Molti
di loro erano poveri e rifiutavano la carità preferendo fare qualsiasi
tipo di lavoro possibile per guadagnarsi il proprio pane. Nessun lavoro umile
era disonorevole, anzi, era vero il contrario. Anche qui in Italia si dice
"Il lavoro è sacro".
Gnomen 2 - Il Capo dei 36 Tzadikim Nascosti da Sana'a
(Yemen) elogiava la pratica yemenita, derivata dall'antica tradizione, secondo
la quale ogni padre doveva insegnare un mestiere ai propri figli e anche un
saggio nella Torà faceva ogni giorno il suo lavoro. Gli yemeniti
praticavano soprattutto lavori manuali e artigianali ed era comune vedere due o
tre saggi insieme, ognuno affaccendato nel suo mestiere, che discutevano su
controversie del Talmud.
Le Trappole
Gnomen 3 - Sogno 775 - Deborah sognò (22.01.1992 -
Sombrero) di vedere dei commercianti di pietre preziose, alcuni dei quali si
comportavano onestamente e non si sporcavano le mani col sangue. Dal cielo si
diceva che commerciare in pietre preziose non era un crimine, ma lo diventava
facendolo in modo disonesto. -
Questo sogno indica che ogni tipo di lavoro può
essere buono, anche se potenzialmente può far delinquere, purché
sia svolto con onestà e zelo. Chi tratta diamanti o pietre preziose, ad
esempio, è esposto maggiormente ad una serie di azioni illecite che
possono accrescere i guadagni. La legge non dice: "Stai lontano da quel
tipo di lavoro perché potrebbe farti delinquere. No, puoi farlo bene ma
devi stare estremamente attento a non cadere nelle sue trappole. Quanto
più in questa Quarta Generazione in cui il falso dio Mamon regna sovrano
e dove ogni fine sembra giustificare i mezzi".
Attenzione: mangiare carne di maiale (per ebrei e
musulmani) potrà diventare lecito durante la Quarta Generazione a causa
della penuria di cibo, ma la disonestà nei rapporti di lavoro
sarà sempre proibita!
Gnomen 4 - Imbrogliare con il denaro è come
sporcarsi le mani col sangue. Atto da essere preso in seria considerazione. A
livello spirituale le mani disoneste sono veramente lorde di sangue! Per cui
tutto il resto fatto da una persona disonesta, come le preghiere o la lettura
della Torà, non hanno alcun valore davanti a Dio Onnipotente che detesta
la corruzione e la disonestà. Il denaro in ebraico è chiamato
damim (דמים) che significa "sangue"
(al plurale).
La Carità
Gnomen 5 – Dopo aver guadagnato col proprio lavoro,
bisogna essere generosi con i poveri e i bisognosi, oltre a spendere nella
giusta misura per sé e per la propria famiglia. Una persona che ha
guadagnato dei soldi dovrebbe cercare i poveri e i bisognosi per dar loro
secondo la generosità del suo cuore. Infatti, la carità è
amata dal nostro Dio Onnipotente, e i suoi benefici e la sua bontà hanno
valore sia per questo mondo che per il mondo delle anime.
Gnomen 6 – Gusti della Vita: Il Maestro Haim spiegava che
il fare la carità è come ripristinare la pace tra le creature e
il Creatore, dato che i poveri che invocano nell'angoscia, perché
affamati, a volte potrebbero rivolgere al Cielo frasi indegne; tuttavia, non
vengono puniti perché è la loro povertà e non il loro
cuore che li fa sbagliare; e inoltre, il povero, come dice il proverbio,
è considerato come un morto (ha-anì hashuv ka met).
Gnomen 7 - Questo particolare lo sappiamo dalla
tradizione di Giacobbe, nostro padre, che cedette tutti i suoi averi ad Elifaz,
figlio di Esaù, così da rendersi come una persona morta che
esonerava il nipote dall'ingiunzione paterna di ucciderlo. Elifaz, infatti, si
era presentato a Giacobbe con questo dilemma: suo padre Esaù gli aveva
ordinato di inseguire lo zio e ucciderlo. Elifaz era obbligato ad obbedire alla
parola del genitore, che era considerata sacra. Giacobbe, d'altro canto, era
anche il precettore di Elifaz e gli aveva insegnato le leggi e le vie di Dio,
per cui il nipote era ugualmente obbligato nei suoi confronti. E quando Elifaz
raggiunse lo zio e gli chiese quale fosse la legge e come avrebbe dovuto
comportarsi, Giacobbe gli rispose che gli avrebbe consegnato tutti i suoi averi
perché il povero è considerato come un morto e in questo modo
Elifaz, da un lato, avrebbe obbedito all'ordine di Esaù 'uccidendo' lo
zio e, dall'altro, avrebbe onorato il suo maestro risparmiandogli la vita.
Gnomen 8 - La persona povera viene quindi considerata
morta davanti al Tribunale Supremo e le sue parole blasfeme non vengono prese
in considerazione, così come le parole di un pazzo. Quando, tuttavia, un
benefattore riempie le mani del povero con del denaro, almeno per un po' lo
riporta in vita; il povero può mangiare e dire "Grazie al buon Dio
che non mi ha abbandonato". Ecco perché la carità ha il
potere di mettere pace tra il Creatore e le Sue creazioni.
Il denaro non deve essere odiato ma temuto
Gnomen 9 - Non bisogna odiare il denaro, ma odiare
ciò che può rendere avida la gente. Il denaro è uno
strumento potente in mano allo Yetzer ha rà (l'inclinazione al male) che
sostituisce i valori più elevati con quelli mondani e materiali. Il
denaro ha il potere di cancellare la spiritualità dell'umanità.
Gnomen 10 - Nei 13 anni in cui ho avuto il grande
privilegio di studiare con lo Tzadik Haim, più che per qualsiasi altro
argomento ho avuto lezioni sui pericoli connessi al denaro e sulla
necessità di temere di non cadere in errore. Lo Yetzer ha-Ra è
estremamente sottile e non mostra alla persona come i suoi pensieri siano
influenzati negativamente dal denaro e non c'è fine alle strategie del
dio Mamon per attrarre a sé il malcapitato. In una parola, se desideri
ottenere il vero Timore di Dio devi fare attenzione a non cadere nelle tante
trappole che ti circondano.
Gnomen 11 – Lo Tzadik Haim in tutti i suoi anni a Milano
non aveva un lavoro né un modo per guadagnarsi da vivere. Il Maestro che
al Cairo era stato il Capo Shohet (macellatore rituale) e aveva abilitato 70 Shohatim
ed era un vero esperto yemenita in macellazione rituale non potè
professare a Milano, perché la macellazione rituale ebraica era nelle
mani dei Lubavitch che sostenevano che lo Tzadik non poteva essere uno shohet
dato che non aveva una folta barba. Come ho spiegato in altri testi, ogni
giorno era una battaglia per il Morè. Molto spesso lo Tzadik Haim non
sapeva durante il giorno cosa avrebbe mangiato la sera o la mattina successiva.
Questo in una città di ebrei molto ricchi, che però non ebbero il
merito di capire (vedi "Tredici anni con lo Tzadik Haim").
Tavola della Modestia
Gnomen 1 – 1- Quando parliamo di modestia, dobbiamo
dapprima distinguere bene tra i codici sociali della modestia e
2- la modestia richiesta e amata da Dio
3- dobbiamo quindi distinguere tra le differenze di
modestia tra donne e uomini,
4- e dobbiamo discutere della modestia tra marito e
moglie,
5- tra genitori e figli,
6- modestia verso il prossimo
7- e modestia quando si è soli.
8- Inoltre, la modestia nel vestire, anche in preghiera
9- la modestia nel parlare
10- e la modestia nell'agire.
Gnomen 2 - Il primo segno di modestia fu il vestito di
foglie di fico con cui Dio coprì Adamo ed Eva dopo il loro peccato.
All'inizio, dopo la loro creazione, non c'era alcun aspetto contrastante nel
rendere la loro nudità indesiderabile. Al contrario, la perfetta
bellezza delle loro forme era l'opera diretta di Dio.
Gnomen 3 - Dopo aver mangiato il frutto dell'Albero della
Conoscenza del Bene e del Male, la Torà spiega che Adamo ed Eva
scoprirono di essere nudi. E il Signore disse loro Genesi 3, 11): "Chi vi
ha detto che siete nudi? Avete forse mangiato dall'albero che vi avevo
comandato di non mangiare?". Se non avessero mangiato dall'albero, non si
sarebbero vergognati della loro nudità, ma dopo averlo fatto, essi si
vergognarono di essere nudi e si nascosero allo spirito di Dio che procedeva
con loro nel Giardino.
Gnomen 4 - Cerchiamo di capire. Prima erano nudi e la
loro nudità non era indesiderabile. Poi mangiarono il frutto dell'Albero
e la loro nudità fu motivo di vergogna. Perché? Cos'era cambiato?
La risposta è che si vergognarono della bellezza che i loro corpi
avevano perso dopo aver disobbedito al comando divino. E' simile a una donna
bella che improvvisamente ha una parte del suo viso segnata da una brutta
ferita. E' logico che proverà vergogna a mostrarsi in pubblico.
Analogamente, Adamo ed Eva, dopo il peccato, videro scemare la perfezione della
bellezza che avevano conosciuto prima diventando consapevoli della bellezza
"relativa" del corpo umano. Senza il peccato, quella bellezza sarebbe
rimasta nella sua perfezione. Con il peccato, quello stesso corpo, la veste
dell'anima, si era sporcato e, alla gioia benedetta per la sua perfezione, era
subentrato un dolore vergognoso per la bellezza perduta.
Gnomen 5 - Perciò il Signore, amorevole e benigno,
fece loro un indumento per coprirsi. Come a voler dire: "Ora avete
sporcato e macchiato la veste del corpo con cui foste creati, e, a causa del
peccato, ne vedete la limitatezza rispetto alla precedente perfezione. Ora la
nudità sarà un ricordo della vostra vergognosa trasgressione e
della perdita della vostra bellezza. Per aiutarvi a placare il dolore di tale
vergogna, vi copro con un vestito di foglie, poiché Io, il Signore, sono
un Dio misericordioso e non desidero l'angoscia delle Sue creazioni". E da
allora iniziò la modestia nel vestire, per correggere l'umanità e
placare il dolore del peccato di nudità.
Gnomen 6 - Alla luce di ciò possiamo capire che
non è la nudità del corpo ad essere vergognosa, dato che il corpo
è opera del Creatore, Benedetto Egli sia, ma piuttosto che la
nudità dell'umanità fu contaminata dalla caduta di Adamo ed Eva.
E così ci copriamo con modestia per partecipare alla correzione del
peccato che i nostri progenitori commisero quando trasgredirono l'ordine di Dio
e mangiarono dall'Albero della Conoscenza del Bene e del Male.
Gnomen 7 –
Consideriamo quanto siano immodesti, senza pudore e senza correzione quelli che
amano praticare il nudismo nelle apposite colonie. Quando il Signore
coprì con le foglie di fico Adamo ed Eva, essi compresero di aver
peccato e furono costretti ad ammettere la debolezza umana e l'inclinazione al
male. Ma il nudista pensa a se stesso come prima del peccato originale mentre,
in realtà, nutre il veleno del Serpente.
Gnomen 8 - Il fatto è che il Dio di Abramo ama la
modestia e detesta l'immodestia. La modestia è figlia dell'umiltà
e l'umiltà è la virtù più amata da Dio. Abramo,
nostro padre e Sara, nostra madre, furono amati per la loro modestia.
Mosè, il nostro maestro, fu amato per la sua umiltà. Noi dobbiamo
abbeverarci alla fonte della loro modestia e umiltà e procedere davanti
a Dio nei modi da Lui amati.
Per esempio, in preghiera o quando si legge
i testi sacri: la
persona deve essere vestita bene, con modestia; non in pantaloncini corti o in canottiera, ma con abiti puliti e piacevoli alla vista. Questa legge appartiene anche alle donne.
Gnomen 9 - Dalla
storia biblica di Noè apprendiamo la terribile maledizione che
colpì Cam, reo di aver "visto" la nudità di suo padre.
La Tradizione rivela che non solo vide la nudità del genitore ma ebbe
anche un rapporto sessuale con lui quando questi si era ubriacato. Tuttavia, la
maledizione fu decretata a causa della "trasgressione del derech
eretz" che vieta di guardare la nudità del padre. L'importanza di
quell'antico comandamento è chiaramente dimostrata dal comportamento
consono di Shem e Jafet che distolsero gli occhi e camminarono a ritroso per
poi coprire la nudità del padre ebbro.
Gnomen 10 – (sogno 492) - Deborah sognò
(11.02.1989 - Milano) di vedere una bambina di 8 anni, sola a casa (i suoi
genitori erano al lavoro), che tranquillamente girava nuda per casa. Sapeva che
sua cugina, una ragazza di 20 anni, sarebbe arrivata nel pomeriggio; quando
arrivò, lei le aprì la porta, senza indossare vestiti. La cugina,
nel vederla nuda, si arrabbiò e le disse: "Anche ai bambini piccoli
bisogna insegnare la modestia".
Gnomen 11 – (sogno 493) - Deborah sognò
(12.02.1989 - Milano) di vedere una ragazza di 14 anni che stava dormendo
tranquillamente sul divano mentre sua madre andava in giro nuda per la casa.
Quando la figlia si svegliò, si arrabbiò con sua madre,
invitandola ad indossare almeno la biancheria intima. La madre lo fece, ma la
biancheria era al minimo e trasparente che era come se non avesse niente
addosso. La figlia, disapprovando il comportamento della madre, le disse di
andare in bagno a vestirsi, spiegandole che non poteva affatto rimanere in
quello stato, per rispetto verso suo marito e il figlio minore che sarebbero
arrivati a breve.
Gnomen 12 – (sogno
495) - Deborah sognò (13.02.1989 - Milano) che venivano impartite queste
lezioni: non si dovrebbe mai entrare in una camera da letto altrui senza
chiedere il permesso. A volte una persona si sta cambiando o ha abiti intimi o
oggetti personali che non desidera che altri vedano. Non bisognerebbe mostrare
ad altri la propria biancheria intima per motivi di modestia. Anche un uomo non
dovrebbe andare per casa in mutande, specialmente se sono presenti bambini.
Gnomen 13 - I sogni summenzionati indicano propriamente
nuove Mishnaiot (norme) della Nuova Legge. Potrebbero sembrare un po' severe o
antiquate, ma trattano il tema del pudore, criticando il permissivismo
occidentale che abbatte le barriere del rispetto per gli altri con la scusa
della libertà personale. In che modo i bambini potranno imparare la
modestia se la casa in cui crescono è simile ad un gabinetto aperto?!
Gnomen 14 - Una
moglie non deve chiedere in modo esplicito al marito di giacere con lei. Questo
va contro le leggi della modestia amata da Dio Onnipotente. La donna che lo fa
è considerata dal Cielo una donna immodesta, la cui fronte si
irrigidisce con discorsi peccaminosi e il cui volto si fa arrogante per la voluttà
sessuale. E se una donna obbliga il marito al rapporto e lui si rifiuta e lei
si arrabbia, ecco che la sua collera e le parole che dice sono come tributi a
Satana, per cui è destinata a diventare brutta e miserabile e ci saranno
terribili segni nascosti su di lei che indicano le punizioni che la sua anima
dovrà sopportare dopo la morte, a meno che non si ravveda e si corregga.
Gnomen 15 - Una moglie può, tuttavia, dimostrare
al marito di desiderarlo, indossando vestiti consoni, rendendosi attraente o
cucinandogli qualcosa di speciale che a lui piace. Tutto questo, però,
deve essere fatto con tatto e modestia. Non dovrebbe spogliarsi prima di lui
per stimolarlo a meno che non sia lui a chiederglielo espressamente.
Gnomen 16 – Il segreto della bellezza duratura in una
donna non consiste nel "vendere" la sua bellezza agli occhi altrui.
La vera bellezza rimane coperta sotto i vestiti. La donna che espone le sue
grazie per attirare l'attenzione degli uomini "vende" anche la sua
bellezza interiore. La donna non sposata che lo fa perderà la sua
bellezza molto prima del suo tempo. La donna sposata che lo fa è
falsamente sposata a casa sua ed è come una prostituta fuori.
Gnomen 17 - Non
è che in questa materia la Nuova Legge sia diventata più rigida
della Halachà. Ma la Quarta Generazione porta con sé il segno del
Purim-Kippurim delle Donne. In positivo, questo Segno offre una nuova grande
possibilità alle donne di adottare la Nuova Legge; pentirsi e diventare
modeste come la regina Ester la cui bellezza derivava dal fatto che era stata
coperta e nascosta alla vista altrui per tutti gli anni che aveva vissuto nella
casa dello zio, Mordechai ha-Tzadik; e anche per purificarsi nella Nuova
Santità del Kippur, il Nuovo Yom Ha-Tikkunim.
Gnomen 18 - La ragione, tuttavia, per ricevere questa
meravigliosa nuova opportunità è perché durante la Quarta
Generazione c'è UN GIUDIZIO SEVERO CONTRO LE DONNE mai prima esistito
nella storia. La Quarta Generazione è spesso caratterizzata dal fatto
che la donna ama stare sopra all'uomo, è ciò va contro la natura,
è un segno di fine dei tempi, di ribellione esplicita alle leggi di
natura. Solo attraverso il Giudizio e la Distruzione il mondo torna alla natura
dopo la Quarta Generazione.
Gnomen 19 – E' quindi necessario in questa epoca storica
aiutare le donne a capire che tutte le forme di immodestia e i tanti modi
disgustosi di comportamento lascivo del mondo moderno (specialmente
occidentale) sono odiati dal Signore, nostro Dio, come è sempre stato e
come sempre sarà. Ma la Quarta Generazione e il Giudizio Finale
avvengono ora. Sta per arrivare il giudizio contro le donne immodeste,
immorali, arroganti e innaturali nei loro comportamenti sessuali. Non andate
dalle femministe per capire cosa ci sarà in questa Quarta Generazione!
Gnomen 20 – Rivolgetevi invece alla Torà o alla
Halachà, se volete, o alla Nuova Legge o all'Islam, se preferite, o
anche alla vera legge cristiana che insegna la moralità e la modestia,
ma evitate di consultare le femministe per capire come comportarsi. Esse
potranno avere ragione su molte questioni che riguardano i diritti femminili,
ma ignorano le differenze tra uomini e donne nella visione della Creazione e
non comprendono e credono più nella Legge di Dio su tali argomenti. In
Israele, mia zia Fay (Becker), morta alcune settimane fa, mi è venuta in
sogno e mi ha chiesto di dire alcune preghiere per lei. I suoi due figli
avevano "cuori freddi", proseguì, ma lei stessa era da
incolpare perché aveva inculcato loro il femminismo. – E ciò che
mi ha riferito dal mondo in cui solo la verità può essere
pronunciata.
Gnomen 21 - Alcuni di questi Gnomen possono sembrare
severi ma sono in realtà un'espressione semplice e naturale di come le
cose saranno nelle generazioni che verranno dopo la Quarta Generazione.
L'immoralità e l'arroganza spariranno e il cuore dell'umanità
diventerà umile e seguirà le vie della modestia e del pudore
davanti a Dio e davanti al prossimo. L'abbigliamento e il linguaggio saranno
improntati alla modestia e praticamente scompariranno le colonie di nudisti, i
night-club con gli spogliarelli, gli scambi di coppie, le orge e i siti
pornografici. Arriverà il momento in cui le donne capiranno che la loro
vera essenza e il vero benessere interno ed esterno derivano dalla modestia,
dalla dolcezza, dalla timidezza e dalla femminilità.
Gnomen 22 - Un marito e una moglie devono essere sempre
modesti anche quando sono appartati nell'intimità. Dovrebbero essere
sotto una coperta o distesi sul letto al momento dell'atto. Un uomo deve sempre
stare al di sopra della donna. Non è proibito per una donna leccare o
baciare qualsiasi parte del corpo del marito, ma all'uomo è vietato
leccare o baciare il sesso della moglie, poiché ciò provoca danni
al cervello e abbassa il suo spirito a pensieri infimi.
Gnomen 23 – La proibizione biblica per un uomo di
indossare abiti femminili, soprattutto per stimolare i suoi desideri sessuali,
rimane invariata. Al contrario, in questa Quarta Generazione contorta e malata
dove abbondano gli spiriti femminili negli uomini, è estremamente valida
ed è anche d'aiuto per chi ha bisogno di questo divieto per evitare
perversioni.
Gnomen 24 - Se si chiede perché l'Asino abbia
così spesso trascurato questo divieto e usato la sua licenza di asino
per indossare ogni sorta di indumento, la risposta è che il Vero Asino a
volte è maschile, a volte femminile, a volte animale e a volte neutro. I
travestimenti fanno parte dei Segni e quindi fattibili solo nel tempo dato dal
Segno. L'Asino attraversa tutta la gamma dei Segni e ciò fa parte dei Segni
della Correzione della Quarta Generazione.
Gnomen 25 - Riguardo alle nuove e multiformi domande sul
concepimento e la nascita attraverso la manipolazione genetica, ci atteniamo
per ora alle decisioni halachiche del Rabbinato di Israele, a meno che non
vengano ricevuti segni che danno nuove indicazioni. La questione è molto
delicata e complessa ma i rabbini l'hanno studiata e trattata sin dall'inizio,
per cui le loro decisioni seguono la Halachà.
La Tavola del derech eretz nel proprio paese
Gnomen 1 – sogno 721 - Daniele sognò (13.11.1990 -
Milano) di essere con Peretz; stavano pedalando in bicicletta su una strada di
Milano. Peretz chiese a Daniele se aveva la patente; Daniele controllò e
rispose di non averla. Così smontarono dalle bici e andarono a piedi.
L'asfalto della strada era rovente sotto i piedi di Peretz che camminava
scalzo. Daniele invitò Peretz a bagnare i piedi con acqua fresca per
alleviare il dolore, ma Peretz si rifiutò. Allora Peretz disse a
Daniele: "Non sai che i miei passi sono guidati da Mosè, il nostro
maestro"? Daniele non lo dubitava, ma insistette affinché Peretz
bagnasse i suoi piedi surriscaldati. Peretz alla fine si convinse; c'era una
fontanella e Daniele lavò i piedi a Peretz. Quando cominciò a
farlo, tuttavia, c'era un uomo che li osservava; Daniele smise di farlo per
evitare di essere guardato da quel signore. -
Gnomen 2 - Questo sogno viene per ristabilire la legge
della Tradizione Orale di "dina d'malchuta dina", ossia bisogna
rispettare la legge del paese in cui si vive (a meno che non contrasti la vera
fede). Questo sogno stabilisce anche che la legge di "dina d'malchuta
dina" è da considerarsi Halachà le-Moshe mi-Sinai, una legge
ricevuta da Mosè sul Sinai. Le parole di Peretz secondo cui "i miei
passi sono guidati da Mosè, il nostro maestro" ratifica la
fedeltà di Peretz nella formulazione della Nuova Legge della
Gheulà Shlemà, col permesso del Goel Haim. Abbiamo anche fatto il
segno di scrivere (simbolicamente) i Dieci Comandamenti sulle dita dei piedi,
per indicare che camminiamo seguendo la Legge della Torà.
Gnomen 3 – E perché Peretz è scalzo? Dato
che il sogno menziona Mosè e il "Dina d'Malchuta Dina", che
è Halachà le-Moshe mi-Sinai, potrebbe esserci un'allusione al
Roveto Ardente dove un angelo di Dio disse a Mosè (Esodo 3, 5):
"Togli i calzari dai tuoi piedi, perché il suolo su cui ti trovi
è sacro". Ciò avvenne all'inizio della Missione di
Mosè e della sua ricezione delle Leggi per Israele. L'allusione qui
è che la responsabilità di formulare la Nuova Legge del Nuovo
Patto è estremamente seria di fronte a Dio Onnipotente. Peretz è
consapevole della 'scottante' responsabilità ed è irremovibile
nel volerla accettare. Daniele, allievo di Peretz, gli ricorda che la
responsabilità e la posizione di Mosè erano diverse e non
è il caso di lasciarsi ustionare i piedi.
Gnomen 4 – In effetti, c'è il sogno di Carmine
Saul che indicava che la prima Santità fosse di 220 Volt rispetto a
quella Nuova, ridotta a 20 Volt. Oltre poi al sogno di Nodà: "Nella
prima redenzione, Mosè ricevette le leggi per Israele; nella
Gheulà Shlemà tutti sono in grado di ricevere nuove leggi per la
Nuova Legge del Patto Finale. Questo, credo, sia il senso di Daniele che lava i
piedi a Peretz per evitare che si ustionino. La Halachà le-Moshe
mi-Sinai è vera e la responsabilità di rimanere entro i confini
della Legge della Torà è altrettanto vera. Le condizioni,
tuttavia, della Nuova Santità della Nuova Legge vengono attenuate per il
Nuovo Patto Finale.
Gnomen 5 – sogno 746 - Deborah sognò (19.09.1991 -
Sombrero) di vedere dei pazienti in ospedale. Osservando i modi con i quali i
medici trattavano i malati, Deborah si lamentava, soprattutto per i modi
riservati agli anziani. Molti dottori erano arroganti, pieni di sé;
anche il personale che li circondava era irrispettoso e dimenticava che i
pazienti sono persone, non numeri, di cui bisogna rispettare la dignità.
Derech eretz con gli insegnanti
Gnomen 1 - Se nello stesso tempo tuo padre e il tuo insegnante
ti chiedono un bicchiere d'acqua, a chi devi portarlo prima, dato che incombe
su entrambi il precetto di onorarli?
A questa generazione è particolarmente difficile
impartire lezioni sul derech eretz da tributare a genitori e insegnanti, in
particolare nel mondo occidentale. Nella Quarta Generazione, la natura del
mondo è talmente uscita dai suoi limiti che ciò che è
veramente naturale è considerato innaturale e ciò che è
innaturale è diventato normale.
Gnomen 2 - Purtroppo, al tempo della Quarta Generazione,
la natura del mondo stesso è stata distorta, Dio ci salvi, dalle
depravazioni di troppe persone. Questo a sua volta ha creato stati mentali
innaturali. Il modo di pensare delle persone e l'intero processo mentale sono
ormai compromessi, fuori dal contesto naturale. Così anche nel mondo del
matrimonio e nei rapporti tra coniugi. Così anche nel mondo della
scienza. Così anche nel mondo del denaro, dove ciò che conta
è l'avere e non l'essere. Come può allora il derech eretz farsi
strada e imporsi? E' diventato quasi impossibile parlare di verità
semplici.
Gnomen 3 - Lo dico perché in tutte le questioni
del derech eretz, non si può più fare affidamento su ciò
che vediamo attorno a noi per avere un'idea di come dovrebbero andare le cose.
Il derech eretz deve essere ripristinato, specialmente nell'emisfero
occidentale, dato che le sue modalità sono amate dal Creatore e volute
nella vera natura del mondo.
Gnomen 4 - Lo Tzadik Haim mi ha insegnato un proverbio
degli ebrei yemeniti che recita "se hai studiato una cosa da qualcuno,
renditi il suo servo". Così grande era il loro rispetto per
chiunque, non solo un insegnante, che aveva impartito la conoscenza di un vero
insegnamento a lui sconosciuto in precedenza. Ho avuto l'enorme privilegio di
seguire i passi dello Tzadik Haim con il capo abbassato e con la mente e il
cuore concentrati nel ricevere qualcosa dal suo spirito di santità. Nei
13 anni con lo Tzadik Haim, egli mi ha insegnato cosa significhi e come debba
essere il vero derech eretz per un vero Maestro. Non avrebbe assolutamente
permesso a nessun altro di farlo perché non accettava l'onore (kavod) su
se stesso, tranne il normale rispetto che si deve avere per il prossimo. Come
suo allievo, comunque, mi ha concesso tale privilegio.
Gnomen 5 - Dopo l'ultimo sacrificio, la morte e la
Resurrezione del nascosto Tzadik Haim [1] le mie esperienze sono diventate storicamente uniche.
Ringrazio il Signore, mio Dio, perché mi ha fatto un testimone per il
mondo a nome del Goel Finale, Haim. Sono stato e sono tuttora l'allievo dello
Tzadik Haim, per cui la mia testimonianza sarà, a Dio piacendo, di vivo
e costante interesse per le generazioni future. Cerco sempre, in Sefer Mishnat
Haim, di sottolineare le preferenze, le buone maniere e le vie
dell'umiltà del Maestro Haim.
Gnomen 6 - Sapevo dietro chi camminavo, un vero Tzadik di
Dio Onnipotente, la cui parola crea fuochi di santità nei cieli sopra e
purifica la terra [2]. Camminavo dietro il Capo dei 36 Tzadikim Nascosti della
passata generazione e ne ero consapevole. Anche le persone della
comunità ebraica di Milano e la gente per strada o al bar dove ci
sedevamo erano meravigliati dalla mia condotta con il "Professore",
come molti di loro lo chiamavano. Per esempio, vedevano che non avrei osato
sedermi se il Maestro fosse rimasto in piedi. Se ero seduto e lo Tzadik
entrava, sia in sinagoga che al bar, mi alzavo immediatamente. Anche d'estate,
seduto in un caffè all'esterno, in attesa di ha-Morè, se mi
capitava di vederlo arrivare da un isolato di distanza, scattavo in piedi e lo
attendevo con trepidazione. Non potevo restare seduto.
Gnomen 7 - Spesso le persone mi fissavano ed erano in
qualche modo meravigliate. Il fatto era che nessuno sapeva chi fosse il Maestro
Haim, ma io lo sapevo. Nella comunità ebraica milanese tutti sapevano
che ero l'allievo del Morè e molti sapevano che era uno 'studioso
yemenita' di Torà o che era stato Capo Shohet al Cairo e alcuni
fortunati sapevano che se erano alla ricerca di una qualche
"segulà" (virtù naturale che risolve un problema
fisico), la persona indicata a cui rivolgersi era Ha-Morè Haim. Ma
nessuno, lo ripeto, aveva la pur minima idea di chi fosse realmente lo Tzadik.
Tuttavia, nessuno poteva aprire bocca sul mio comportarmento col Maestro dato
che il derech eretz verso gli insegnanti è un precetto esplicito della
Torà.
Gnomen 8 - Nei bar, dove ci incontravamo e ci sedevamo
insieme almeno una volta al giorno (tranne lo Shabbat), i più, come
detto, chiamavano 'Professore' lo Tzadik ed erano molto rispettosi nei suoi
confronti. I frequentatori del caffè erano per lo più anziani che
si comportavano con il rispetto e il derech eretz del passato. Essi, pur se
sorpresi dalla mia serietà, precisione e concentrazione con il
Professore, ammiravano tale ostentazione di rispetto. Alcuni, tra quelli che mi
vedevano spesso con il Maestro Haim, mi dicevano che li riempiva di gioia
vedere che esistevano ancora nel mondo rispetto e buone maniere per i maestri e
gli anziani, contrariamente ai giovani di oggi così poco rispettosi per
tutto e per tutti.
Gnomen 9 – Al bar, preparavo la sedia dove lo Tzadik si
sarebbe seduto, passandovi sopra un fazzoletto. Poi attendevo in piedi che
ha-Morè si sedesse e si accomodasse per bene, per poi chiedergli cosa
avrei dovuto ordinare da bere. Sarebbe stato contro il derech eretz
chiederglielo prima [3]. Il più delle volte era un caffè. Dopo
essemi seduto, aspettavo che lo Tzadik iniziasse la conversazione, tenendo
sempre gli occhi e la testa leggermente abbassati ma guardandolo direttamente
senza distogliere lo sguardo (ciò avveniva in tutti i luoghi in cui
eravamo insieme).
Gnomen 10 – Di solito, lo Tzadik mi chiedeva all'inizio
come stavo, che cosa avevo fatto in precedenza e che cosa avevo mangiato [4]. Dovevo stare attento quando parlavo a non alzare troppo
il tono della mia voce, ma anche a non parlare a bassa voce, per evitare che lo
Tzadik mi chiedesse di ripetere e in questo modo "affaticare il Maestro
inutilmente", cosa proibita dal vero derech eretz verso gli insegnanti.
Dopo di ciò, lo Tzadik Haim cominciava a parlare e il mio compito era di
ascoltarlo bene e capire. Di solito, prima di iniziare, il Maestro aspettava
che portassero il caffè; recitava allora l'apposita benedizione e io rispondevo
"amen"; poi ero io a dire la benedizione sul mio caffè.
Gnomen 11 – E' parte integrante dell'ebraismo
tradizionale insegnare il rispetto per i Hachamim, i Saggi della Tradizione.
Questo rispetto ha maggior valore se un ebreo che studia la Torà con un
vero Hacham ha anche il merito di rendergli servizio. Se il Hacham, ad esempio,
chiede all'allievo di portargli un bicchiere d'acqua o di aiutarlo a legare i
lacci delle scarpe, ciò viene considerato un 'servizio'. Certamente se
il Hacham ha bisogno di un aiuto economico per far fronte alle sue spese di
mantenimento e l'allievo si industria ad aiutarlo, ciò viene considerato
come una grande mitzvà.
Gnomen 12 - Questo è un concetto molto importante
che ci aiuterà a capire il derech eretz per i maestri. Perché lo
studio della Torà che l'allievo pratica con un Hacham non è
sufficiente se non è accompagnato anche dal 'servizio' che l'allievo
stesso deve rendere al proprio maestro di Torà?
Gnomen 13 - Il derech eretz che bisogna manifestare ai
maestri della Torà è superiore a quello per i genitori. Il
bicchiere d'acqua va prima portato al maestro e poi al genitore. Perché?
I genitori ci hanno portato al mondo e ci hanno insegnato i fondamenti di vita,
ma un vero maestro ci assicura la conoscenza e i meriti in questo mondo e per
il mondo futuro [5].
Gnomen 14 – Stiamo parlando, ovviamente, di un vero
maestro che ha "ricevuto" da un altrettanto vero maestro. Oltre ad
essere conoscitore della Torà, un vero maestro deve eccellere in derech
eretz con modi garbati e amorevoli. Se, invece, non è un esempio di
derech eretz perché non è umile o è arrogante o
irascibile, allora non si è tenuti a mostrargli alcun rispetto dato che
"il manto di preghiera che lui indossa è simile a sella di
asino". Questa è la vera legge.
Gnomen 15 - Ai nostri tempi, è difficile parlare
di derech eretz, che non significa mostrare grande rispetto alla persona per
poi sparlargli alle spalle. Il vero derech eretz è comportarsi
onestamente e sinceramente col prossimo, sia in sua presenza che in sua
assenza. Quando vivevamo a Beer Sheva, Deborah ricevette in sogno la visione
del Terzo e Finale Tempio. Sottolineava la grande importanza data al fatto che
nella nuova Scuola dei Sacerdoti nel Tempio, il primo e più importante
studio e requisito era il derech eretz:
Gnomen 16 – sogno 698 - Deborah sognò
(Shavuot 5750 - 1990 – Beer Sheva) di essere con Peretz e Paolo e di camminare
insieme a molte persone venute da tutte le parti del mondo per vedere il Terzo
Tempio. Era sera; il Terzo Tempio era una costruzione moderna a forma
circolare; aveva pareti alte e spesse di color sabbia; il grande tetto
possedeva sette cerchi, che erano illuminati e proiettavano luci verso l'alto.
Peretz, Paolo e Deborah incontrarono un allievo della scuola rabbinica annessa
al Tempio. Costui parlò dei rabbini che insegnavano nella scuola.
Spiegò che erano tutti vestiti normalmente e senza barba.
Sottolineò il fatto che agli allievi era stato insegnato in primo luogo
ad avere rispetto per il prossimo. Uno dei rabbini, molto giovane e con
impeccabile derech eretz
venne a parlare con loro.
Gnomen 17 - Non si può apprendere correttamente il
derech eretz da un libro. Uno ha bisogno di un vero maestro di derech eretz che
glielo insegni. Il Maestro Haim è stato scelto da Dio Onnipotente anche
per questo scopo fondamentale. Gran parte dell'umanità non lo pratica
più, ma per merito del Maestro Haim, si può ora ricominciare. Ho
avuto talvolta il grande privilegio di mangiare con lo Tzadik alla stessa
tavola. Ho appreso così i modi di conversare con le persone, di guardarle,
di salutarle.
Gnomen 18 – E' ora nostro compito studiare e seguire i
nuovi insegnamenti rivelati. Alcuni sogni riguardano direttamente il derech
eretz. C'è una lezione straordinaria nel sogno di Giuseppe. Va notata la
straordinaria flessibilità delle azioni del Maestro che insegna il
derech eretz e, in questo caso, mette alla prova Giuseppe per vedere se ha
imparato bene la lezione sul rispetto.
Gnomen 19 - sogno 701 - Giuseppe sognò
(27.06.1990) di essere in compagnia del Maestro Haim che, però, era
diverso dal solito. Il suo comportamento era quello di una persona anziana che
non ragionava bene. Giuseppe aveva molto rispetto nei suoi confronti e si
occupava di ogni cosa in modo che non gli mancasse nulla. Il Maestro, che non
parlava bene per una malformazione alla lingua, gli disse di passargli davanti:
“No” dichiarò Giuseppe: “Io non passo davanti al Maestro, perché
gli porto rispetto”. Il Moré si mise a ridere. Egli camminava a fatica e
pronunciò anche una parola negativa. Giuseppe gliene chiese ragione, ma
continuò col suo atteggiamento rispettoso camminando insieme a lui. Poi
vide la signora Mazal che si aggregò a loro ed il Moré e sua
moglie erano molto felici. Il Maestro gli disse: “Ti avevo messo alla prova!”.
Ora il sogno cambiò scenario. Giuseppe si trovava ai piedi di una
montagna con alcune persone. Sopra la montagna c’era un uomo, ma non si
riusciva a vedere chi fosse. Le persone vicino a Giuseppe, che erano otto ed
indossavano lunghe tuniche, si misero a parlare fra loro; ad un tratto, tutti
vennero avvolti da una luce color arancione che li sollevò in cima alla
montagna. Dal Cielo si udì una voce che disse: “Il segreto del Sinai”.
Giuseppe intuì, per un attimo, che sul Sinai c’era un segreto che
consentì a Mosé di rimanere per quaranta giorni e quaranta notti
senza mangiare e senza dormire. Poi vide lo stesso Mosé, magister
noster, che aveva i capelli lunghi e la barba molto folta. Giuseppe non
riusciva a credere ai suoi occhi. Poi la visione si spostò sul fiume
Giordano dove erano passati gli israeliti. Giuseppe vide Mosè con il suo
bastone che si prostrò davanti a Dio. Una voce disse: "Ora guarda
Mosè e vedrai il corso del popolo ebraico nel corso della storia".
Prima di Mosè e gli 8 uomini apparve una visione in cui in un attimo fu
vista l'intera storia di Israele.
Gnomen 20 - Questa è una nuova Mishnà della
Redenzione Finale inviata dal Maestro Haim che continuerà certamente ad
essere studiata dalle generazioni future. Questa straordinaria visione mostrata
a Giuseppe è legata, come noto nella Tradizione, al segreto profetico
dato a Mosè, magister noster, sul monte Nebo, dove gli venne mostrata
l'intera storia di Israele nei tempi. Questo potente insegnamento collega
l'importanza del derech eretz ai più alti livelli di profezia, come
la profezia di Moshè Rabbenu, Capo di tutti i Profeti. E' scritto
nella Sacra Torà (Levitico, 19, 32): "Alzati davanti alla canizie
ed onora il vecchio". Bisogna essere estremamente cauti a non dileggiare
in alcun modo una persona anziana, tanto più se ha disabilità
fisiche o mentali, che vanno ignorate e bisogna onorare il vecchio come se
fosse nelle sue piene facoltà mentali e fisiche.
Gnomen 21 - Bisogna assimilare queste lezioni con la
massima serietà. Il Santo Benedetto detesta vedere gli anziani trattati
irrispettosamente, allorquando le loro menti sono compromesse e dicono cose
insensate o quando il loro fisico li ha traditi. In ogni caso, si deve parlare
loro normalmente, come Giuseppe nel sogno che chiede al Maestro il
perché di una sua inaspettata frase negativa. Il Maestro
intenzionalmente si trasforma in un vecchio affetto da una sorta di demenza
senile per vedere se Giuseppe lo tratta con lo stesso rispetto dovuto ad una
persona normale; Giuseppe capisce che non stà a lui giudicare e rimane
nel suo atteggiamento timoroso, evitando comportamenti irrispettosi.
L'attitudine di Giuseppe e il suo derech eretz sono in sintonia con la
Torà dal Sinai. Egli rimane umile, tiene la testa bassa e merita di
camminare dietro al Goel Finale, Haim.
Gnomen 22 – E' una grave mancanza ridere degli anziani o
prenderli in giro, persino a loro insaputa. Bisogna considerare la loro
età avanzata. EL SHADDAI li ama e ha dato loro la vita. Nel sogno,
Giuseppe merita anche di essere con il Maestro e sua moglie Mazal. Anche la
consorte dello Tzadik Haim era nata e cresciuta nella tradizione yemenita ed
era una grande maestra di derech eretz, che la pace sia su di lei nel Gan Eden.
Come abbiamo ricevuto in altri sogni redenzionali, la presenza del Goel Haim
con la moglie Mazal rappresenta il perfetto connubio tra la Vera Vita e la
Buona Fortuna [6]. Qui viene esplicitamente a insegnare che la chiave
della Vera Vita e della Buona Fortuna è il derech eretz.
Gnomen 23 - Il sogno di Giuseppe esemplifica il fatto che
il "lavoro" e lo studio di un allievo sono totalmente incompleti e
privi di merito se non si accompagnano ai "servizi" rivolti al
maestro. Questa è una legge del Talmud che viene rinnovata qui per il
bene della Nuova Legge della Terza Redenzione Finale. 'Giuseppe aveva molto
rispetto nei suoi confronti e si occupava di ogni cosa in modo che non gli
mancasse nulla'. Il pensiero di Giuseppe è rivolto al Maestro, non a se
stesso, ed è pronto ad aiutarlo in ogni modo possibile. La grande e
incommensurabile "ricompensa" in questo sogno non ci sarebbe se
Giuseppe avesse altri pensieri. Questo indica il "servire"
(le-sharet, in ebraico) il proprio vero maestro.
Gnomen 24 - Lo Tzadik Haim mi spiegò che a
Yehoshua bin Nun non venne dato l'immenso merito di ereditare da Mosè il
comando del popolo perché la sua intelligenza e la sua conoscenza erano
superiori a quelle altrui. Il vero motivo per cui Yehoshua fu benedetto da Dio
e da Mosè, era il suo essere "mesharet" (servitore,
assistente) di Mosè. Il compito di Yehoshua consisteva nel rimanere
vicino al suo Maestro in ogni momento per servirlo se necessario. Yehoshua
rimaneva e dormiva nella tenda di Mosè e quando Mosè la
abbandonò, Yehoshua lo accompagnò ovunque, per poter servire il
prescelto Goel d'Israele.
Gnomen 25 - DIARIO dell'Asino vestito da Leone:
(16.06.1998 – 22 Sivan 5758) : Ho
sognato di essere in una specie di grande aula con della gente tutta intorno.
Nel mezzo della sala era seduto Ha Morè Haim. Vicino alla sua sedia
c'era una ragazza dodicenne. Io avevo il compito di controllare il suo stato
fisico. La giovane, scalza, si è distesa sul pavimento e io le ho
controllato le mani e le braccia evitando di guardarle le gambe e i piedi,
consapevole di stare davanti allo Tzadik Haim. All'inizio, le ho sollevato il braccio
destro e poi il sinistro, notando della debolezza al polso sinistro. Ho
domandato alla giovane se sentiva debolezza in quel punto e lei mi ha risposto
di sì. Le ho quindi sollevato la mano sinistra, riponendola nella mano
dello Tzadik, il quale, dopo averle toccato il polso sinistro, ha detto:
"E' andato via". Il Maestro Haim ha spiegato poi ai presenti che
Peretz aveva fatto il lavoro preliminare ma che per la guarigione era
necessario mettere il polso nella sua mano.
Gnomen 26 - Sicuramente questo sogno è pervenuto
per sottolineare l'importanza del derech eretz e del rispetto per il Maestro
Haim ed è un sogno per chi desidera diventare suo allievo e realizzare
"segni miracolosi" come le guarigioni o la cacciata di spiriti maligni.
Parliamo degli allievi che vorranno votarsi alla Scuola dell'Asino e dovranno
essere nello spirito di vero rispetto per il Goel Finale, Haim, onde ricevere
lo spirito del Maestro e operare correttamente. Anche chi alla fine avrà
il permesso di guarire dovrà stare molto attento evitando di agire senza
il permesso del Goel Haim.
Gnomen 27 - Questo sogno indica anche che non bisogna
pensare, Dio non voglia, che il Goel Finale, Haim, desideri onori o rispetto
per se stesso, hass ve-halilah ve-shalom. Non è assolutamente
così. Spetta al Maestro Haim insegnare a tutti il corretto derech eretz
e il rispetto richiesto ai maestri e al particolare derech eretz che deve
essere mostrato, in ogni momento e in ogni luogo, al Giudice Unto Scelto del
Regno dei Cieli. Il nostro lavoro è sotto il Nuovo Spirito e il Nuovo
Spirito non scenderà senza il giusto derech eretz per le persone e per
lo scelto Tzadik Haim. Tutti gli allievi devono ricordare che il Maestro Haim
è vivo nel Segno della Risurrezione. A volontà, è presente
nel mondo e certamente, come attestato nei segni del sogno, quando facciamo
qualche segno della Redenzione Finale, viene ed è presente, anche se non
lo vediamo.
Gnomen 28 – Gusti della Vita: Lo Tzadik Haim avvertiva spesso a diffidare dei 'maestri'
che desiderano rispetto e onori per se stessi o che si comportano in un modo
tale da richiederli. "Questo è falso" diceva lo Tzadik
"poiché l'onore è l'indumento del Santo, Benedetto Egli
sia, e guai alla persona che ruba l'Indumento del Santo, Benedetto Egli
sia". Un allievo del Maestro Haim deve ricordar sempre tale
avvertimento. E quando parliamo di mostrare rispetto per lo Tzadik, questo
è il nostro obbligo desiderato dal Signore, nostro Dio, ma il Goel
Finale, Haim, come quando era in vita, non desidera nulla per sé e tutto
ciò che ci insegna è adempiere la volontà di Dio per il
nostro bene.
Gnomen 29 – sogno 565 - Deborah sognò (19.06.1989
– Milano) di essere con Peretz ed alcuni allievi nel cimitero ebraico, davanti
alla tomba del Maestro Haim. Il Moré risorse materialmente in modo che
tutti potessero vederlo. Peretz ebbe subito un atteggiamento di rispetto e lo
seguì. Il Maestro era venuto per parlare con i giornalisti, poi
tornò al suo posto, Deborah capì che era risentito nei confronti
degli allievi che non avevano l’adeguato derech eretz, il giusto comportamento.
In seguito, si trovò in casa ed entrò in una stanza dove Peretz
stava parlando con Paolo ed una ragazza. Peretz le disse che stavano parlando
di cose private ed ella uscì, ma si sentì a disagio ed una voce
dal cielo disse che quello non era il giusto comportamento: se qualcuno
desidera parlare privatamente con Peretz, non doveva creare disagio in altre
persone.
Gnomen 30 - sogno 255 - Deborah sognò (4.10.1987 -
Milano) di vedere Peretz seduto e dietro a lui c'era il Maestro Haim. Una voce
disse: " Devi avere più rispetto se vuoi vedere il Maestro".
Gnomen 31 - sogno 518 - Paolo sognò (12.03.1989 –
Milano) di sentire una voce che diceva: "Guai a chiunque pronunci il nome
del Maestro". Paolo quindi riferì il fatto a Peretz che, sentendo
questa affermazione, disse: "Questo è importante".
Gnomen 32 – I sogni redenzionali dicono la verità.
'Questo è importante' ha un suo significato. Nei nostri discorsi, nelle
nostre preghiere e nei nostri studi in Sefer Mishnat Haim, citiamo il nome del
Goel Finale, Haim. L'espressione qui "Guai a chiunque pronunci il nome del
Maestro" deve essere compresa perché non abbiamo alcun dubbio di
poter usare il nome del Goel Finale come lo stiamo facendo da anni, altrimenti saremmo
stati avvisati ad evitarlo. C'è anche l'intonazione di questo nuovo
insegnamento che sembra collocarlo in una categoria simile al Terzo
Comandamento e questo non è casuale; dato che esso è estremamente
severo, e il "guai" lo conferma.
Gnomen 33 - Bisogna essere consapevoli del nome chi si
pronuncia quando citiamo uno dei titoli autorizzati del Goel Finale, Haim.
Bisogna farlo quando si è vestiti in modo appropriato e puliti,
facendolo sempre e solo in un posto pulito. Una persona non deve pronunciare il
nome del Maestro come se stesse parlando di un suo amico. Si deve ricordare il
principio di "e credettero in Dio e in Mosè, il Suo servo' (Esodo
14: 13), dato che nella Redenzione Finale è la stessa cosa; le persone
devono credere in Dio e nel Suo prescelto servitore della Redenzione Finale,
Haim. Così è desiderato dal Signore, nostro Dio.
Gnomen 34 - Allo stesso tempo, questa nuova Mishnà
viene per avvisare chi osa usare invano il nome del Goel Finale, Haim.
Perché ci sono quelli che cadono nella trappola di Satana nel credere
che ora che hanno conosciuto il nome del Goel Finale, possono usare il suo nome
per effettuare guarigioni o creare un'aura di falso-onore intorno a sé,
come lo scismatico plagiatore di Zanzara, insieme ai suoi seguaci che
menzionano il nome di Dio e il nome del Goel Finale, Haim, ogni giorno e ogni
ora (vedi: Esther 4). Guai a loro e guai alla collera che esigerà la sua
parte a tempo dovuto. Allo stesso modo, guai a chi desidera farsi un nome per
il proprio potere menzionando il nome del Goel Finale, Haim.
La Tavola del Linguaggio Appropriato e del Vestire
Appropriato
Gnomen 1 – La persona deve essere appropriata nel proprio
linguaggio e il linguaggio deve essere appropriato alla persona.
Sogno 735 - David Banin sognò (09.06.1991 -
Milano) di vedere un gruppo di arabi europei che commentavano certi passaggi
del Corano. Poi entrò un numeroso gruppo di ebrei; la scena
cambiò improvvisamente ed era Hoshannà Rabbà. Poi il
signor Banin vide un rabbino che aveva una barba molto folta, lunga e incolta ed
era vestito di nero. Un altro rabbino gli disse che questo era inaccettabile.
Così se ne andò e tornò in seguito con la barba tagliata
corta e ben tenuta e con un abbigliamento normale.
Gnomen 2 – sogno 622 - Giuseppe sognò (29.12.1989
- Milano) di trovarsi nella Casa di Preghiera. C'era una persona al telefono
che parlava in modo giusto e ripeteva spesso "Grazie a Dio". Giuseppe
capì che chiunque si avvicina alla Scuola della Shoshana impara a
parlare un 'linguaggio appropriato'.
Gnomen 3 - sogno 520 - Giuseppe sognò (15.03.1989
- Milano) di essere col suo collega di lavoro Giovanni, di circa 50 anni, e con
un suo giovane allievo. Giovanni parlava col ragazzo in modo sboccato. Giuseppe
gli spiegò in modo garbato che non va bene parlare in questo modo. Poi
fu il giovane allievo a rivolgersi a Giovanni in modo volgare. Giuseppe
sgridò il ragazzo dicendogli: "Rispetta le persone più
grandi di te perché c'è un giudizio e una punizione su questo.
Bisogna stare molto attenti". Giuseppe sorrise e disse a Giovanni:
"Hai notato l'equilibrio?".
Gnomen 4 - sogno 540 - Deborah sognò (23.04.1989 -
Milano) di essere a casa di Peretz e di parlare al telefono con una signora.
Durante la loro conversazione, la donna usava un linguaggio volgare e
offensivo. A telefonata conclusa, fu detto a Deborah: "La casa deve essere
purificata da due maiali. I due maiali sono le persone che usano un linguaggio
volgare e la volgarità stessa, che contamina il luogo e la persona che
la pronuncia, per cui è necessaria una purificazione".
Gnomen 5 - Ascolta l'Asino
vestito da Leone, con l'Albero della Giustizia su di lui e con la Nuova Luce di
Hanukat Ha-Hanukot che fa da Corona sulla sua testa. Il torpiloquio è
odiato dal Fattore dei cieli e della terra. Ogni parolaccia separa l'anima dal Dio
Vivente che ama la lingua separata dal pattume delle volgarità.
Gnomen 6 - Sciacquati la bocca
con aceto e whisky e di' alla tua lingua che la sua prigionia è la sua
liberazione. Dille che se è saggia nella sua prigione, sarà
libera di parlare nel linguaggio elevato del genere umano.
Gnomen 7 - Il turpiloquio
è il cibo dei demoni dei regni inferiori e l'orgasmo degli spiriti
maligni che vagano nel caos e godono quando sentono parole e frasi sconce.
Ruggisco ai venti della verità e rompo un piatto contro il muro,
perché i ruggiti di un leone si alzeranno a Dio, mentre le preghiere di
chi usa il linguaggio volgare scenderanno nei porcili dove i maiali si
crogiolano nelle impurità.
Gnomen 8 - Abbi timore della
lingua che parla in modo incontrollato. Ci sono milioni di persone le cui
lingue parlano senza che i cervelli le dominino. Esse sparlano e tutti sentono
ciò che ne esce fuori. Così il turpiloquio si ripete come un
cliché da rotativa, perché i movimenti della lingua vanno in
automatico. Chiedi a costoro: "Perché usi espressioni così
volgari?". Ti risponderanno "Ah, sì?" oppure "Non me
ne ero accorto" o "E' solo un'abitudine" o "Beh, è
vero, non dovrei farlo, però ogni volta le parolacce hanno il
sopravvento" .
Gnomen 9 – Il turpiloquio
proviene da pensieri sporchi. Spesso chi usa un linguaggio sboccato crede di
rendersi simpatico o virile, mentre, in effetti, è brutto dentro e
fuori, perché la volgarità lo avvolge da capo a piedi. Chi vive
in una latrina alla fine si abitua al fetore, mentre chi respira l'aria pulita
evita i cattivi odori. E chi pronuncia parole sconce con tanto di riferimenti e
allusioni sessuali, crea ed espelle del materiale fetido, senza rendersene
conto.
Gnomen 10 - sogno 481 - Anna
Gasparotti sognò (02.02.1989 - Milano) di sentire un terribile
messaggio: "Il periodo degli Ultimi Giorni inizierà dopo una
sospensione dei sogni da parte degli allievi della Casa di Preghiera e la
successiva ripresa". Preoccupati, gli allievi si resero conto che
l'annuncio stava effettivamente per avverarsi e iniziarono a mettere in guardia
la gente, che, tuttavia, era indifferente o addirittura si prendeva gioco di
loro perché erano passati già otto giorni da quando i sogni
avevano smesso di scendere e non era successo niente. In quello stesso periodo
un ragazzo aveva fatto del male a Marco Federico (suo figlio). Anna, tuttavia,
non volle rimproverarlo, consapevole del fatto che ogni sua parola, come quella
di ogni allievo del Nuovo Patto della Redenzione Finale, nel bene o nel male,
sarebbe stata una parola di giudizio su quell'anima. Perciò, capendo la
pesantezza di quella responsabilità, Anna tacque, benché sapesse
bene che il ragazzo andava redarguito.
La Tavola del Giusto Comportamento a tavola
Gnomen 1 – Il desco dell'uomo è il giardino del suo paradiso, a meno che non lo
inquini con la sua volgarità. I primi 35 anni di questa Quarta
Generazione arrivano nel Nuovo Equilibrio della Legge Orale [7].
Nella Tradizione è detto che, dopo la distruzione
del Secondo Tempio, l'altare dell'uomo è la sua tavola.
Gnomen 2 – sogno 791 - Deborah sognò (10.05.1992 -
Sombrero) di vedere Peretz che toccava la testa di ciascun allievo porgendogli
un pezzo di pane accompagnato da una benedizione. Chi riceveva il pane doveva
dire il nome di una persona a lui cara, come la madre o di una persona defunta,
in modo da aumentarne il merito. Deborah vide poi il Maestro Haim vestito da
contadino; era in compagnia di suo nonno, che si chiamava Santo. Il Maestro
sorrise con un'espressione di gioia manifesta.
Gnomen 3 - Questo sogno mostra il
legame fra la santificazione e la partecipazione al Pane. Forse la
santificazione del Pane nel Tempio potrebbe essere trasferita nel Nuovo Patto
Finale e nella Nuova Casa di Preghiera nel suo nuovo contesto. Lo fa presumere
l'eventuale estensione della benedizione del pane agli altri. Che il Goel Haim
fosse vestito da contadino potrebbe indicare che la santificazione nella
Redenzione Finale non sia limitata ai Sacerdoti, per cui lo Tzadik era in
compagnia di Santo che non era ebreo ma era onesto, sincero, modesto, uomo di
fede e rispettoso dei suoi genitori.
Gnomen 4 - Quando esisteva il
Tempio, l'Altare era il punto centrale della vita spirituale di un ebreo. Esso
rappresentava il momento della sua personale santificazione. Anche se egli
veniva a Gerusalemme solo tre volte all'anno (per le tre Festività
menzionate dalla Torà), i suoi pensieri (e i precetti relativi) erano
collegati all'adempimento dei suoi obblighi sugli altari del Tempio, sia che
fosse per la santificazione delle Festività o per la sua espiazione
tramite offerte e sacrifici. In ogni modo, l'Altare era il punto di riferimento
della nazione ebraica che viveva in terra d'Israele fino a quando
funzionò il Tempio.
Gnomen 5 - La rivelazione della
Nuova Casa di Preghiera di 7 Piani, 13 Altari e Tappeto dell'Islam rappresenta
un Nuovo Equilibrio che deriva direttamente dai primi due Comandamenti. E' la
Nuova Mishnà che spiega il servizio al Signore, nostro Dio, al tempo della
Redenzione Finale. Nella Nuova Rivelazione, il Primo Comandamento è
legato alla Nuova, Vera Kabalà del Grande Pesce Leviathan, mentre il
Secondo Comandamento, contenente le basi della Mishnà orale di Yehoshua
bin Nun, è vincolato alla Nuova Legge che, in effetti, rappresenta la
Nuova Mishnà della Redenzione Finale come si può vedere dal nome
Sefer Mishnat Haim. In effetti, la Nuova Casa di Preghiera a Gerusalemme
tornerà ad essere il punto di riferimento centrale per la Nuova
Rivelazione e il Nuovo Spirito della Redenzione Finale.
Gnomen 6 – La lentezza è d'oro: La lentezza
della Nuova Rivelazione della Redenzione Finale è per il bene
dell'Universalità del Nuovo Equilibrio. Questa non è una lentezza
ai tempi della Nuova Rivelazione, poiché il mondo alla fine sarà in
grado di prendere atto dell'immensa quantità di sogni e messaggi che
sono arrivati in questi primi anni del Nuovo Segno a un numero minimo di
allievi. La lentezza si riferisce alla rivelazione dei livelli della Nuova
Santità che deve essere raggiunta, nel tempo, per una moltitudine di
nazioni. La Rivelazione del Decalogo sul Sinai fu l'opposto, essendo la
santità più alta mai rivelata nel mondo, il tutto in un dato e
scelto momento della storia, per l'intera nazione.
Gnomen 7 - In
una visione globale della storia, tuttavia, non si può non constatare la
'rapidità' della discesa a livello di quella santità originale.
Vedere il livello delle persone ai tempi dei Giudici, ad esempio, rispetto al
livello della rivelazione sul Sinai. Anche dopo la rivelazione stessa, ci
vollero soltanto 40 giorni per cadere nell'errore del vitello d'oro. E, in
generale, la storia del popolo ebraico è stata una delle grandi
battaglie per mantenere 'qualcosa' di quella santità originale, una
grande battaglia spesso persa. D'altro canto, una volta che arriva un
determinato momento storico in cui la più alta santificazione del Santo
Dio di Israele si accentra in una Rivelazione per tutti i tempi, non è
strano che la nazione nel suo insieme non sia in grado di mantenerlo.
Gnomen 8 – La rivelazione sul Sinai si basò sul
Fondamento delle Tavole "Io sono il Giusto e Santo Dio di Israele"[8]. La Rivelazione Finale si basa sul Fondamento delle
Nuove Tavole del "Giusto che vive nella propria fede". Queste sono le
Nuove Tavole che completano tutti i cicli redenzionali della storia passata. Se
l'altare della Tavola di Israele fu la sua santificazione e espiazione per gli
ultimi 2000 anni, così la Tavola della Redenzione Finale diventa il
Giardino del Piacere su cui la risata di Isacco si diffonderà per tutti
coloro che la meriteranno in virtù della fede del Giusto che vive nella
propria fede.
Gnomen 9 – Bisogna di stabilire la Nuova Santità
per Israele sull'Altare di Giuda mentre, allo stesso tempo, istituisce la Nuova
Santità per le Nazioni sull'altare di Malchitzedek. La differenza
principale è che gli ebrei che seguiranno la Nuova Legge del Nuovo Patto
Finale saranno obbligati nella Nuova Santità mentre quelli delle Nazioni
sull'altare di Malchitzedek impareranno la Nuova Santità. Entrambi, tuttavia,
sono nel Giardino del Piacere dei frutti purificati (e corretti dove
necessario) della storia passata insieme ai nuovi deliziosi cibi della
Rivelazione Finale.
Gnomen 10 - Il Piacere della Tradizione di Israele
è una miniera d'oro per le nazioni quando la saggezza è spiegata
in un modo comprensibile per tutti. La benedizione di Isacco si concretizza
nella Torà rivelata a Israele e la corona della Torà è
innalzata quando la sua verità viene estesa alle nazioni. Perché
l'umanità non deve vivere solo di pane, ma di ogni parola pronunciata
dal Signore, nostro Dio. La Tavola dell'umanità deve essere santificata
alla luce di Israele e purificata attraverso la Nuova Legge e il Nuovo Rito del
Nuovo Patto Finale della Redenzione Finale. Un decimo della Santità
dell'Altare del Sacerdote Unto è la luce di Israele che santifica la
Tavola di Malchitzedek sull'Altare di Malchitzedek per tutte le nazioni.
Perciò il pane è benedetto e il vino è santificato
sull'Altare di Malchitzedek affinché tutti possano partecipare alla
benedizione di Abramo, padre di una moltitudine di nazioni.
Gnomen 11 - La verità profetica della fede della
tavola di Malchitzedek è testimoniata di pane e di vino alla luce della
benedizione di Abramo. Ma la risata di Isacco è un dono di Dio che
illumina la mente e rende gioioso il cuore. Benedetto è Dio in Alto che
benedice il pane sull'Altare di Malchitzedek. Benedetto è Dio in Alto
che santifica il vino sull'Altare di Malchitzedek. Grande è Dio
Vivente che converte il Sacrificio di Isacco con l'Ariete offerto da Abramo per
la Risata Universale.
Gnomen 12 - Apri il tuo pasto benedicendo EL SHADDAI e mangia alla
Presenza di EL SHADDAI e finisci il tuo pasto benedicendo EL SHADDAI (Abbiamo
ricevuto in sogno che prima di un pasto con pane anche noi benediciamo con la
Lavanda delle Mani e recitiamo: "Benedetto è il Signore nostro Dio
che comandò ai figli d'Israele la lavanda delle mani". Allora la
tavola davanti ad EL SHADDAI scenderà sulla tua tavola e tutti saranno
benedetti nel cibo della tua tavola .Sii
vestito con abiti puliti e modesti quando ti metti a tavola. Lavati bene le
mani e asciugale con una salvietta pulita prima di fare la tua benedizione sul
pane; prendi il pane, spezzalo e versa del sale sulla parte che intendi
mangiare recitando la benedizione; "Benedetto è il Signore, nostro
Dio che benedice il pane che cresce dalla terra". Questa benedizione
dovrebbe essere detta lentamente e con molta intenzione per mettere al centro
del tuo desco la Tavola Superiore.
Gnomen 13 - Bisogna imparare e abituarsi a dire la
benedizione prima e dopo i pasti. Questa parte della santificazione diventa
così routine, facendo della tua mensa un luogo di servizio a Dio
Onnipotente. Ci vuole, tuttavia, un ulteriore sforzo per mangiare alla presenza
di EL SHADDAI. E' essenziale che ogni parola pronunciata a tavola sia in
sintonia con ciò che essa rappresenta, ossia la santificazione dello
spirito e la benedizione dello stato fisico. Non permettere alle parole vane e
insulse di abbassare la tua tavola. Non permettere alle parole volgari di
insozzarla. La lentezza nel mangiare e nel masticare rende giustizia ai propri
pensieri. Lodando il gusto del cibo mangiato aumenta il piacere del proprio
cuore.
Gnomen 14 – E' bello parlare a tavola di argomenti
elevati. E' bene parlare dei Segni della Redenzione Finale o di qualsiasi
questione relativa alla Torà o al Sefer Mishnat Haim. Si può
immaginare che ogni parola pronunciata a tavola entri nel cibo mangiato.
Riporto qui le benedizioni del Nuovo Rito recitate a tavola alla fine del
pasto. Bisogna lavare le mani prima di recitare queste benedizioni:
Benedizione dopo il pasto:
Benediciamo Dio Altissimo. Si risponde:
Benedetto è Dio Altissimo "she ha-kol ochlim
miscelò’"
Benedetto è Dio Altissimo che ci dà il
nostro pane ed il nostro sostentamento.
Benedetto è Dio Altissimo che dà ad ogni
creatura il cibo della sua natura.
Benedetti sono gli uomini, le donne ed i bambini che
mangiano alla presenza di EL SHADDAI. Essi dicono: she ha-kol ochlim
miscelò, tutti mangiano il cibo dalla mano di Dio.
Benedetto è EL SHADDAI, Creatore dei cieli e della
terra, che prepara il pane della terra per l'uomo, che alimenta ogni vivente
con il suo cibo, che APRE il mare per fare uscire i pesci, che rompe le
montagne far crescere gli alberi e inonda le valli per far crescere i frutti e
riempie le nuvole e bagna gli animali della foresta e crea vegetazioni e
soddisfa ogni vivente di volontà.
EL SHADDAI, ricorda i bambini che non hanno da mangiare e
manda loro il cibo evitando loro la sofferenza.
Benedetto è Dio Altissimo che alimenta e sostiene
il mondo che ha creato.
Benedetta è la mensa di EL ELYON, qui risiede la
Protezione di EL SHADDAI.
Che vengano i bisognosi per condividere con noi la
benedizione dell'ospitalità di Abramo, nostro padre. La decima della
santità della Mensa di Abramo è la Benedizione della Mensa di
Malchitzedek.
Questa è la Mensa sulla quale il pane è
benedetto.
Questa è la Mensa sulla quale il vino è
santificato.
Questa è la Mensa della Terra del Latte e di
Miele.
……………………………………………………………
(Quando non meno di 6 persone hanno mangiato insieme si
aggiunge:)
Che vengano tre Angeli della Redenzione per benedire il
pane.
Che vengano tre Angeli della Redenzione per santificare
il vino.
Che vengano tre Angeli della Redenzione per rendere il
nostro cuore bianco come il latte ed innocente come quello dei poppanti che
bevono il latte purificato delle loro madri.
Che vengano tre Angeli della Redenzione per addolcire la
nostra vita come l'addolcisce il miele.
……………………………………………………………
Questa è la Mensa dei Patriarchi, Abramo, Isacco e
Giacobbe.
Questa è la Mensa della Sacra Torà, data da
Dio a Mosè ed a tutto Israele.
……………………………………………………………
(Di Shabbath si
aggiunge:)
Benedetto è il Signore, nostro Dio, Creatore dei
cieli e della terra, che riposò il settimo giorno della creazione quando
"furono terminati i cieli e la terra". E Tu hai benedetto il settimo
giorno e l'hai santificato e hai comandato al popolo di Israele "Ricordati
e custodisci il giorno del Sabato per santificarlo; sei giorni lavorerai e
farai ogni tua opera ma il settimo giorno è il Sabato per il Signore,
tuo Dio; non lavorerai, né tu, né tuo figlio, né tua
figlia, né il tuo servitore, né la tua servitrice, né il
tuo bue, né il tuo asino, né la tua bestia, né il
forestiero che si trova entro le tue porte, affinché il tuo servitore e
la tua serva riposino come te; ricorda che fosti servo in terra d'Egitto e il
Signore tuo Dio ti ci fece uscire con mano forte e braccio disteso; perciò
il Signore tuo Dio ti ha comandato di osservare il giorno del Sabato;
poiché in sei giorni Dio creò i cieli e la terra, il mare e tutto
quanto essi contengono, e riposò il settimo giorno, perciò Dio
benedisse il giorno del Sabato e lo santificò. Benedetto è il Dio
di Israele che santifica il Sabato.
Benedici questa congregazione di Giacobbe, o Dio
Altissimo, in questo giorno di Sabato, questo giorno di riposo e di vera pace.
Rallegraci nei grandi piaceri dello Shabbath, nel cibo e
nell'amore della vita familiare, nello spirito e nello studio delle Tue parole,
nella preghiera e nelle delizie dell'anima.
Fa' scendere su di noi la Tua Presenza, o Signore, Dio
nostro, e rallegra il nostro cuore nella comprensione della Tua luce.
Santifica tutte le nostre opere per amor Tuo e benedici
noi nella misericordia del Tuo grande Nome, in questo giorno di pace e di amore
eterno, questo giorno da Te amato.
Benedetto Sei Tu, Dio Altissimo, che ami il giorno della
pace.
Questa è la Mensa del Profeta Elia che annuncia il
Nuovo Tempo della Terza Redenzione Finale.
Questa è la Mensa delle Stelle della Redenzione.
Questa è la Mensa del Regno dei Cieli.
Questa è la Mensa della Nuova Luce della Casa di
Preghiera della Redenzione Finale.
Questa è la Mensa del Pane di Betlemme.
Questa è la Mensa della Quarta Generazione
Illuminata e della Grande Costruzione.
Questa è la Mensa del Giusto Risorto, lo scelto
Giudice Unto del Regno dei Cieli, il Goel Finale, Haim.
……………………………………………………………
(A capo mese si
dice) O Signore, Dio Nostro, benedici noi in questo capo mese di ... e fa' che
si rinnovi per noi nel bene; rafforzaci nella salute in questo mese e in ogni
mese a suo tempo; colmaci della Tua bontà nel Nuovo Firmamento dei Nuovi
Cieli e sulla nuova terra: Benedetto è il Signore degli Eserciti che
rinnova per noi questo mese di ... Amen.
(Durante le Feste, anche a Hol ha-mo'ed, si dice):
Che il Signore, Dio nostro, ci benedica in questa Festa
di Pesah (di Shavuot, di Rosh ha Shanà, di Succot, di Shemini Atzeret) e
ci illumini nella luce della SUA Redenzione Finale, per merito del Goel Haim;
Rinnova per noi, o SIGNORE, la gioia delle nostre
festività per tutto l'anno a venire, a nostro beneficio in questa vita,
nella pace e nella buona salute, nel sostentamento dignitooso, nelle azioni
meritevoli, nel timore del Tuo nome e nell'amore per tutte le Tue creature.
Amen e così sia.
(A Purim si dice:)
EL MISTATER, facci stupire coi Tuoi miracoli e le Tue
meraviglie, nella felicità di questa Festa di Purim, come ai tempi di
Mordechai il Giusto e della Regina Ester; rinnova per noi, alla luce della
Redenzione Finale, le Tredici Nuove Mazalot del Grande Pesce Leviathan,
nell'abbondanza, nella benedizione, nella gioia, nel buon senso e con un cuore
virtuoso di amore per la fede da Te amata. Benedetto è Dio Altissimo che
Si nasconde nello spirito degli umili.
(A Hanuccà
si dice):
Dio Altissimo, illumina i nostri occhi nella Tua luce di
Hanuccat ha-Hanuccot e stabilisci il Tuo Tempio Finale di Sette Piani e Tredici
Altari di preghiera, per illuminare il mondo. Avvicinaci alla Tua luce eterna,
o Dio Eterno, per mezzo della preghiera, della gioia e della pace nel mondo.
Facci meritare la vera luce, per merito del Giudice Unto del Regno dei Cieli,
lo Tzadik Haim, e rallegra il nostro cuore nella completezza della Tua
Redenzione, presto in questi giorni. Amen e così sia. Benedetto è
EHEYE ASHER EHEYE, che mantiene le Sue promesse.
---------
Chiediamo ad EL
SHADDAI che ci sia benedizione su questo cibo che abbiamo mangiato e che non vi
sia in esso alcunché che possa danneggiarci. Ed anche se ci fosse
qualcosa di non naturale, chiediamo a Te, ADONAI ELOHENU, di eliminarlo nella
Tua benedizione affinché il cibo sia del tutto naturale.
Chiediamo ad EL SHADDAI che ciò che abbiamo
mangiato sia benedetto per la salute del nostro corpo e per il servizio
costante ad EL SHADDAI.
Serviamo solo Te, Dio Altissimo, e solo Tu puoi separare
questo cibo per la nostra salute, in ogni senso.
O Dio Altissimo, Tu Sei il Creatore di tutto il mondo e
di tutti i mondi.
Benedici la Tua creazione che è dentro ognuno di
noi e rinnova i cieli e la terra nel pane quotidiano che mandi alla nostra
tavola.
Fa' che il cibo che abbiamo consumato sia digerito dentro
di noi nel modo migliore, ci rinnovi il sangue e ci rafforzi il cuore, la
nostra salute e la salute dei nostri figli. Amen.
Tavola riguardante l'Umiltà
Gnomen 1 – Non esiste virtù più amata dal
Cielo dell'umiltà e non esiste difetto più odiato dal Cielo della
presunzione e dell'arroganza.
Gnomen 2 - Il Signore, nostro Dio, testimoniò che
Mosè, magister noster, era la persona più umile di tutte sulla
faccia della terra. Come ogni parola della Santa Torà, questa
testimonianza ha conseguenze di vasta portata. Non ci fu uomo nella storia,
né ci sarà qualcun altro a cui l'amorevole vicinanza di Dio venne
dimostrata così apertamente come a Moshè Rabbenu. Il Santo
Benedetto volle rivelare ad Israele che, in virtù di quel pregio,
Mosè venne prescelto.
Gnomen 3 – Non
è da poco sapere perché Mosè, il grande legislatore con
cui Dio parlava direttamente giorno dopo giorno e persino ora dopo ora, venne
prescelto. Poiché se conosciamo la virtù così amata e
voluta da Dio, possiamo capire che cosa il motivo della storia straordinaria
dei 120 anni di Mosè, magister noster. Chi era Mosè? Era un uomo
tutto umiltà. Non si considerava niente o nessuno. E più
aumentava il suo livello di vicinanza con il Santo, Benedetto Egli sia,
più si faceva umile.
Gnomen 4 - Lo Tzadik Haim ci raccontava un episodio
significativo della vita da pastore di Mosè: una volta, mentre pasturava
le pecore di Itrò, suo suocero, avvenne che una pecorella si
separò dal gregge e prese a scappare. Mosè le corse dietro e
l'animale continuò la sua corsa. Così l'inseguimento di
Mosè durò a lungo. Alla fine, la pecora si fermò per bere
ad una fonte e fu qui che Mosè la agguantò. A questo punto le
disse: "Povera pecorella, devi essere terribilmente assetata e stremata
dopo tanto correre". E così Mosè, dopo averla lasciata bere,
se la mise sulle spalle, per riportarla al gregge. Vedendo questo, il Santo
Benedetto disse: "Che amore ha mostrato costui per una singola pecora!
Ecco, scelgo lui per fare da pastore al mio gregge per sempre".
Gnomen 5 - Fu l'umiltà di Mosè che venne
apprezzata da Dio, spiegava lo Tzadik Haim. Anche se le pecora era fuggita dal
gregge e aveva affaticato Mosè nel suo prolungato inseguimento, egli,
tuttavia, non pensò a se stesso, ma si preoccupò solo che
l'animale non si stancasse ancora di più ritornando al gregge.
Gnomen 6 – Nel Segno delle Stelle, riguardante la
missione messianica di Gesù, il Goel Haim annuncia "Questa è
la stella di Cristo che viene in virtù dell'umiltà".
L'umiltà dello stesso Tzadik Haim diventerà nota in futuro, dalle
fonti della Redenzione Finale e dalla realizzazione delle profezie
redenzionali. Così si verrà a sapere che il Goel Haim è il
Consigliere meraviglioso, il potente di Dio, un padre per tutti i tempi e il
Principe della pace, e la sua umiltà sarà conosciuta e compresa.
Gnomen 7 – Ciò avverrà e non c'è
dubbio perché la storia si sta compiendo e quella del Goel Haim, Giudice
Unto del Regno dei Cieli, procederà d'ora in poi. Ciò che doveva
essere rivelato all'umanità era la storia messianica di Gesù con
l'importante conferma che Yeshua era amato da Ha-Kadosh Baruch Hu per la sua
umiltà. Questo chiude un ciclo, per così dire. I tre uomini della
Redenzione, Mosè, Gesù e Haim furono amati da Dio Onnipotente per
la loro immensa umiltà, ognuno nel contesto storico del loro tempo.
Tavola riguardante l'invidia, l'odio e la vendetta
Gnomen 1 - Esistono tanti tipi di gelosia o di invidia
(in ebraico, il termine kin'à li comprende entrambi) che si possono
provare nei confronti del prossimo; questi sentimenti vanno eliminati e i modi
per farlo richiedono spesso un intenso lavoro di introspezione. La Torà
avverte (Levitico, 19: 18): "lo tikòm ve-lo titòr" (non
essere vendicativo o rancoroso). Questi due attributi negativi si riassumono
anche nel binomio 'sinà ve-nekamà' - 'odio e vendetta'.
Gnomen 2 – Il grande esegeta Rashi spiega con un esempio
la differenza fra l'essere vendicativo e l'essere rancoroso: se chiedi ad un
vicino di prestarti un'ascia e lui si rifiuta di dartela, ecco, che un domani,
qualora lo stesso vicino venisse da te e ti chiedesse di prestargli un'ascia,
tu gliela rifiuteresti, dicendo: "Come tu non mi hai prestato quello che
ti avevo chiesto così anch'io adesso non ti presto niente". Questo,
dice Rashi, è 'essere vendicativo'. Invece, se il vicino che ti aveva
rifiutato l'ascia, venisse a chiedertela e tu gliela presti, dicendo:
"Eccola, io non sono come te che me la rifiutasti quando te la
chiesi"; questo atteggiamento, pur disponibile, mette in evidenza il
rancore.
Gnomen 3 – Per contrastare l'odio, Gesù era
estremamente acuto e anche le sue conclusioni appaiono radicali. "Se
qualcuno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, porgigli anche la
sinistra" (Matteo 5: 39). "E' stato detto, 'odia i tuoi nemici' ma io
invero vi dico 'Ama il tuo nemico e prega per lui; se ami solo quelli che sono
i tuoi amici, non hai fatto più degli esattori delle tasse, ma se ami
anche i tuoi nemici sarai amto dal tuo Padre che è nei Cieli "(ibid
.: 43-45). Gesù non stava insegnando una nuova Halachà ma stava
parlando al cuore corrotto di quella generazione in cui l'odio regnava
incontrastato. E per farlo doveva andare all'altro estremo.
Gnomen 4 – Bisogna ricordare che le critiche di
Gesù agli ebrei religiosi del suo tempo erano giustificate. I Saggi
spiegano che la distruzione del Tempio, ba-avonot ha-rabim, fu causata dal
'sinat hinam', ossia l'odio gratuito. L'iniquità di quel tempo aveva
raggiunto il colmo. Ha-Shem Baruch Hu non distrusse la Casa a Lui dedicata per
dei peccati di minima entità. I Saggi non entrarono nei dettagli ma
usarono il termine onnicomprensivo di 'sinat hinam'.
Gnomen 5 – Gesù sottolineò il fatto che
parlare contro il prossimo è estremamente pericoloso davanti al
Tribunale Supremo. Se uno condanna un altro con le sue parole, le sue parole
vengono vagliate e giudicate dal Tribunale Supremo. Questo ci insegnò lo
Tzadik Haim che conosceva i decreti del Tribunale Supremo come tutti i 36
Tzadikim Nascosti. Pertanto, bisogna fare molta attenzione a giudicare e
condannare il prossimo. Chi lo farà verrà giudicato per primo.
Gnomen 6 – L'attitudine negativa gioca un ruolo
importante e favorisce lo Yetzer ha-Rà a far cadere nell'errore. La
gente, invece di vedere i propri difetti, è pronta a criticare il
prossimo e pensa, che così facendo, si ponga al di sopra dei difetti
altrui. Chi lo fa, coscientemente o meno, cerca di coprire le proprie mancanze,
i suoi peccati, i suoi difetti.
Gnomen 7 – E' estremamente difficile per le persone
giudicarsi obbiettivamente. I propri difetti sono muri spessi da abbattere e la
persona, il più delle volte, non vuole vederli. E' avvilente vedere se
stessi in uno stato di mancanza o di peccato. Ci vuole coraggio per riconoscere
i propri torti e le proprie omissioni. Ed è un bene se la persona
mancante o difettosa ha un vero maestro o un vero amico che gli fanno vedere
gli aspetti negativi del suo carattere.
Gnomen 8 - Reprimere i pensieri negativi verso gli altri
è dannoso per la propria salute e la questione è tutt'altro che
semplice. Le persone sono circondate da gente che è piena di difetti, a
volte è crudele, spesso stupida, rozza e volgare, pronta anche a vendere
i propri cari per denaro. Si tratta di un dilemma interiore di non facile
soluzione. Cosa bisogna fare? Chiudere entrambi gli occhi e disinteressarsi a
ciò che ci circonda? No, non credo. Non penso che funzioni del tutto;
certo, può evitare di trinciare giudizi affrettati e negativi.
Gnomen 9 – Forse le parole di Gesù possono venirci
in aiuto. Egli non disse: "Considera i tuoi nemici come fossero degli
amici". No, egli parla di nemici. Tuttavia, anche se sono nemici, prova ad
amarli invece di odiarli; non che tu debba ignorare o non vedere i loro
difetti. Essi sono, comunque, come tutti gli altri, persone fallibili che
cadono nell'errore. Tuttavia, dice Gesù, prega per loro affinché
possano correggersi. Come detto, Gesù non stava parlando di
Halachà. In realtà, stava insegnando una strategia saggia e
potente per eliminare da sé i pensieri e i sentimenti negativi
perché sono loro che offuscano la mente e oscurano il cuore e non
consentono l'armonia interiore necessaria per servire Ha-Shem, con cuore buono
e mente lucida.
Gnomen 10 – Così
l'abbiamo ricevuta come la decima virtù di Ester "la pazienza
interiore per studiare le strategie dell'armonia interna e desiderare l'armonia
per tutte le persone". La questione è complicata, considerando
ciò che è odioso e mantenendo il cuore pulito senza sentimenti di
odio o di vendetta. Gesù insegnò una strategia per obbedire al
comandamento "non mantenere atteggiamenti negativi e vendicativi".
Gnomen 11 – L'invidia è un pessimo consigliere,
peggiore ancora dell'odio e della vendetta, tanto più perché non
mostra mai il suo volto. Una persona sa di avere dei sentimenti negativi o
vendicativi verso qualcun altro, ma accade spesso che dietro al suo odio cova
l'invidia per il denaro o la casa o la moglie o la macchina, o la posizione o
la forza fisica altrui. Il fatto è che, in generale, una persona non
ammette di essere invidiosa perché tutti sanno che si tratta di un
sentimento degradante e difettoso di debolezza personale.
Gnomen 12 – Perciò se qualcuno ha sentimenti di
odio, di ostilità e di rancore, è bene che faccia un esame di
coscienza per vedere se provengano dall'invidia, che, in ogni caso, è un
catalizzatore di ogni tipo di pensiero negativo verso le persone e le cose altrui.
Tavola dello Studio
Gnomen 1 – sogno 514 - Rosa Ferri ha sognato (08.03.1989
- Milano) che prima di leggere qualsiasi testo sacro è necessario
lavarsi le mani.
Questa è una nuova regola che riguarda i testi
della Torah e Tanach e del Sefer Mishnat Haim.
Prima di leggere un testo del Tanach laviamo le mani e
recitiamo: Benedetto è il Signore, nostro Dio, che ha comandato ai figli
d'Israele di leggere e studiare la Santa Torà.
Prima di leggere un testo del Sefer Mishnat Haim laviamo
le mani e recitiamo: Benedetto
è ADONAI ELOHENU che ci ha santificati nella Nuova Santità della
Redenzione Finale nella lettura e nello studio degli scritti di Sefer Mishnat
Haim.
Gnomen 2 – sogno 626 - Daniele sognò (02.01.1990 -
Milano) di essere seduto ad un tavolo con una signora. Entrambi leggevano un
testo che poi confrontavano fra di loro. Daniele spiegava qualcosa dal suo
testo e lo stesso faceva la signora. Poi apparve Peretz che parlò
attraverso Daniele, dicendo: "Per finire un dibattito o una lezione o uno
studio con una conclusione finale, bisogna annullare se stesso e ripartire
dall'inizio e studiare insieme, eliminando ogni forma di pre-conoscenza.
Così facendo si arriva ad una conclusione precisa per comprendere gli errori
del passato". Poi Peretz di nuovo attraverso Daniele fece notare alla
signora che sopra ad un ramo c'era qualcosa di piccolo che a prima vista
sembrava insignificante. Daniele spiegò alla donna che per capire
l'importanza di quella "cosa" era necessario che ci si mettesse a un
livello inferiore sotto di essa. Solo in questo modo si sarebbe potuta capire
meglio la grandezza del Creatore perché per ogni cosa creata c'è
uno scopo preciso. Allo stesso modo, anche le persone che si annullano e si
posizionano sotto l'altro sono in grado di giungere a una conclusione su
qualsiasi argomento [9].
Gnomen 3 - Questa è una
nuova Mishnà che va assimilata dato che tratta una modalità di
studio e contiene l'idea dell'annullamento delle pregiudiziali necessario per
arrivare alla vera comprensione di un argomento. In altre parole, se uno studia
mentre è attaccato ai suoi preconcetti non sarà in grado di
capire a fondo il tema trattato. Bisogna studiare con un'attitudine del
tutto acritica, come quella di un vero giudice, che affronta ogni causa
come se fosse la prima volta. Il concetto si trova anche nella Tradizione dei
Saggi per cui bisogna studiare ogni questione della Torà o della
Tradizione come se la si affrontasse per la prima volta, anche dopo averla già
trattata centinaia di volte.
Gnomen 4 – sogno 376. Paolo sognò (13.10.1988 -
Milano) di vedere Peretz che interrogava degli allievi sul Nuovo Messaggio.
Costoro lo ascoltavano ma non erano concentrati. Peretz disse loro:
"Dovete prestare più attenzione perché il Maestro è
qui e sta ascoltando. Vuole sapere quello che avete imparato fino ad ora del
Nuovo Messaggio".
Gnomen 5 - Questo sogno è importante e
tratta l'attitudine di studio verso i Testi della Gheulà Shlemà.
E' un Nuovo Messaggio in cui il Goel Haim è personalmente interessato a
vedere ciò che viene studiato e assimilato dai suoi allievi. Questa
è una grande novità della Redenzione Finale. Lo Tzadik Haim,
scelto come Goel nel Regno dei Cieli, ha il potere di conoscere le questioni
della Gheulà Shlemà e la conoscenza del Nuovo Messaggio è
una questione molto importante, specialmente in questi primi tempi in cui il
mondo la ignora del tutto. Questo sogno viene a sottolineare il fatto che il
Goel Haim non solo sa cosa viene studiato e cosa viene compreso, ma è anche
presente. Bisogna dunque fare attenzione al modo con cui si studia, avendo la
giusta concentrazione, l'abbigliamento adeguato e il giusto linguaggio.
Gnomen 6 – sogno
470 - Paolo sognò (24.01.1989 - Milano) di aver visto una
"illuminazione sacra" scendere nella stanza. Ciò destava una
grande gioia negli allievi del Maestro Haim perché rappresentava
un'elevazione del loro livello.
Gnomen 7 – sogno 722 - Giuseppe sognò (24.11.1990
- Milano) che Peretz diceva: “Il Maestro Haim mi insegnava le sue lezioni con
semplicità”. Peretz poi consegnò un ramoscello a Giuseppe.
Gnomen 8 – Il modo con cui insegnava lo Tzadik Haim era
'semplice'. Il suo linguaggio e il suo modo di esprimersi non erano quelli di
un docente universitario o di uno studioso talmudico (sebbene conoscesse a
memoria l'intera tradizione della Torà e del Talmud). Ogni concetto che
insegnava era espresso con parole semplici e chiare, senza manierismi
sofisticati o frasi complicate. Solo a volte aggiungeva: "L'argomento
è profondo".
Gnomen 9 – Il lavoro dello Tzadik Haim non era quello di
un semplice insegnante di Torà. Egli era un Uomo Nascosto dell'Ascesa,
diverso da ciò che è considerato un grande Talmid Hacham, come il
Gaon di Vilna, o il Malbim o altri grandi Talmudisti e Rabbini di Halachà.
Il lavoro dello Tzadik Haim era un altro, ignorato dalla comunità in cui
viveva. La sua attività era inconoscibile e riguardava i mondi superiori
e il lavoro segreto per il Santo Benedetto. Egli era costantemente coinvolto
nel suo lavoro nascosto, giorno e notte, e non dormiva più di due ore al
giorno. Possedeva anche il segreto (come gli altri Tzadikim Nistarim) del
'kfitzat ha-derech', da un momento all'altro poteva andare da Milano a Roma o
in qualsiasi altra parte del mondo in base a ciò che era necessario per
il lavoro da fare. Viveva in mondi superiori e nessuno poteva capire il suo
livello in questo mondo. Non è dato avvicinarsi a tale conoscenza di
vita nascosta e segreta del vero Tzadik Nascosto e Sofferente, quanto di
più Capo dei 36 Tzadikim Nistarim, e a maggior ragione Tzadik destinato
ad essere scelto come Terzo Goel della Storia della Gheulà Shlemà
per Israele e per le nazioni.
Tavola dell'alimentazione. I
cibi da mangiare
Gnomen 1 – "Siamo
tutti della stessa carne "
E' importante che le nazioni
comprendano la santificazione della tavola di Israele. E' vero, le nazioni non
sono comandate ad osservare le norme alimentari della Torà date ad
Israele, ma chi abbraccerà la Nuova Legge della Redenzione Finale
cercherà di purificare ogni aspetto della sua vita. La tavola è
l'Altare su cui il proprio sangue è purificato e santificato mentre la
Nuova Legge si basa sul grande principio del Maestro Haim "Siamo tutti
della stessa carne". La buona salute riguarda tutti e la santificazione
della tavola di Israele vale anche per le nazioni.
Gnomen 2 - Lavare le
verdure a foglia
Pertanto molte leggi
alimentari comandate agli ebrei (sia dalla Torà o dalla successiva
Halachà rabbinica), possono fare da guida a tutti. Prendiamo ad esempio
la semplice norma che impone di lavare ogni singola foglia di verdura prima di
mangiarla. Non facendolo, vermi o insetti poco visibili potrebbero essere
ingeriti causando danni alla flora intestinale; questa pratica igienica,
stabilita dai rabbini, viene per salvaguardare la salute. Eppure secoli di
cattive abitudini alimentari hanno ignorato una precauzione così
fondamentale. Gli ebrei sono fortunati, perché hanno un corpus di leggi
alimentari da osservare; e chi fra le nazioni del mondo apre gli occhi può
beneficiare di tali consigli razionali e salutari.
Gnomen 3 - Vegetarianismo
La Torà non è
fautrice di diete vegetariane o vegane che la maggior parte degli ebrei non
pratica perché il Signore, nostro Dio, ha permesso di cibarsi di carne,
per la salute, per la forza fisica e anche per il piacere della tavola[10]. Tuttavia la Mishnà
avverte[11] che un eccesso di carne
aumenta il rischio di malattie dell'apparato digestivo. Il Maestro Haim diceva
che con l'andare del tempo un'alimentazione priva di carni mette in pericolo la
salute del cuore che ne risulta indebolito. Anche in questo caso, bisogna
adottare l'aurea via del mezzo.
Gnomen 4 – Animali puri e
impuri
Anche se la carne è
consentita, gli animali puri e impuri furono già distinti da Noè
quando li raccolse all'interno dell'Arca, prendendo sette coppie di quelli puri
e un paio di quelli impuri. Alcune distinzioni erano conosciute nella
tradizione orale pre-noachide ed erano certamente note ad Abramo e ai suoi
discendenti. Più tardi sul Sinai la Torà rivelò il
principio riguardante i due contrassegni, lo zoccolo fesso e il rumine, che
sono richiesti per definire se un animale può essere mangiato o meno.
Ovviamente i tipi di animali commestibili, come bovini, ovini, caprini,
cervidi, sono di gran lunga inferiori a quelli proibiti, come cammelli,
conigli, suini, equini, felini e primati.
I gusti della Vita: Lo Tzadik Haim spiegava
che gli animali impuri trasmettono a chi li mangia le loro impurità.
Ciò riguarda un'impurità che è inerente alla natura
dell'animale. Ad esempio, il coniglio è un animale estremamente impuro
perché il maschio si accoppia e coabita con la femmina specialmente nel
suo periodo mestruale. Ciò spiega anche il motivo della loro
prolificità. Il Maestro spiegava che chi mangia carne di coniglio con
frequenza emana un cattivo odore corporeo, che non si dissolve con i deodoranti
o con medicinali. La persona che ha tale problema soffre molto e il fetore
persiste perché proviene dall'impurità del sangue e non dalla
sudorazione. La cosa peggiore è chi ne è affetto vive isolato
perché viene respinto dalla comunità in cui vive.
Parimenti l'impurità
di alcuni animali trasmette pensieri e sentimenti impuri. Il consumo frequente
di carne equina, ad esempio, causa un persistente desiderio sessuale. I cavalli
maschi, infatti, non possono dormire senza copulazione se sentono vicina la
presenza di una femmina e sono estremamente "caldi" e nervosi
finché non hanno copulato. Il sangue di una persona che mangia
regolarmente carne di cavallo assorbirà tale attributo della natura equina.
La carne di cavallo è però indicata per chi è anemico o
manca di appetito sessuale.
La carne suina è
impura per gli ebrei, e così anche per l'Islam che proibisce persino di
toccare un maiale vivo, mentre è un piatto principe e di grande consumo
fra le nazioni cristiane. La principale impurità del maiale risiede
nella sua natura onnivora, che predilige cibi sozzi e impuri, persino il sangue
mestruale. Non come i bovini o gli ovini che si cibano di sola erba! La carne
suina trasmette a chi la mangia una natura che non sa distinguere fra puro e
impuro. E' indubbio che le abitudini alimentari degli animali si riflettono
anche sulle abitudini comportamentali delle persone che si cibano delle loro
carni.
Un piatto di carne di Asino
"KOSHER": Alcuni dei Saggi, di benedetta memoria, hanno detto che la carne di
maiale in futuro tornerà ad essere ritualmente casher. Non a caso, il
maiale in ebraico si chiama HAZIR che ha la stessa radice HZR del verbo
"tornare". Secondo le indicazioni da noi ricevute nei sogni, durante
questa terribile Quarta Generazione ci sarà purtroppo carestia e
scarsità di cibo, Dio ci salvi, e il mangiare carne di maiale
potrà diventare una necessità per sopravvivere. Il sogno avuto
viene ad insegnare senza mezzi termini che ebrei o musulmani che potrebbero
trovarsi in una situazione di inedia non dovrebbero avere scrupoli a commettere
il peccato di mangiare carne suina. Al contrario, è saggio farlo per
poter sopravvivere, soprattutto nella Quarta Generazione che non è
simile a nessun altra generazione.
Gnomen 5 – Proibizione
del sangue
La Torà proibisce di
alimentarsi di sangue animale ma il divieto esisteva già nei Sette
Comandamenti dei figli di Noè, come lo abbiamo ricevuto per il Nuovo
Patto. Il Quarto Comandamento recita, infatti: Non uccidere e non bere il
sangue di ogni essere vivente e abbi pietà di tuo fratello e del tuo
animale.
I Gusti della Vita: Il Maestro Haim insegnava
che la ragione principale di tale divieto va ricercata nel NEFESH,
l'entità vitale presente nel sangue, che caratterizza la natura
dell'animale e il Santo Benedetto Egli sia ha severamente proibito il sangue
per evitare di ereditarla. La Halachà ebraica ha stabilito chiare e
dettagliate norme per lavare e salare la carne degli animali macellati. Anche
le severe regole della macellazione hanno lo scopo di travasare all'istante il
sangue dell'animale macellato prima che abbia il tempo di coagulare. Se
l'animale venisse macellato e il sangue rimanesse al suo interno (per esempio,
per 30 secondi), bisognerebbe fare un'ulteriore recisione, dato che il sangue
si coagulerebbe. Per evitare che ciò avvenga, è essenziale fare
uscire tutto il sangue immediatamente. A tale scopo la legge ebraica tratta in
dettaglio le modalità della macellazione, come il luogo adatto,
l'affilatura della lama del coltello e l'operazione precisa della recisione
della carotide dell'animale.
sogno 426 - Deborah
sognò (10.10.1988 - Milano) di spiegare a suo padre l'unione di anima e
corpo. Gli diceva: "Questa è un'indicazione che Dio ha dato
all'uomo. Quando Dio disse ad Adamo che lo aveva creato con sangue e corpo, gli
spiegò anche che il sangue conteneva l'anima della creatura.
Perciò nel sangue risiede la vita della persona mentre il corpo è
il contenitore dell'anima". Suo padre non sembrava capire. Dopo Deborah
spiegò delle cose sulla creazione e il fatto che Dio è Uno. Nella
sua visione vide poi un luogo mai visto prima; il sole aveva una luce
estremamente calda e intensa e illuminava e riscaldava le montagne e il suolo
in un modo molto particolare. All'improvviso, dal cielo, Dio parlò ad
Adamo e disse che la vita di una persona era nel suo sangue, perché
l'uomo è l'unione di anima e corpo e nel sangue l'anima è
contenuta. La voce che parlava riecheggiava in tutta la valle con forti
esplosioni.
Gnomen 6 - Nelle Tavole di
Noè, come le abbiamo ricevute, troviamo quattro comandamenti: il divieto
di omicidio colposo, il divieto di cibarsi di sangue animale, il comandamento
di avere pietà delle persone e il comandamento di avere pietà
degli animali domestici. Ciò che li accomuna è la misericordia.
Questo è ovvio per il primo, il terzo e il quarto, ma quale rapporto
c'è fra la pietà e il non cibarsi di sangue? In realtà,
tale divieto include il permesso di mangiare la carne degli animali.
Perciò il comandamento insegna: sebbene l'omicidio colposo sia proibito
e anche se ci viene comandato di avere pietà di persone e animali, non
pensare che uccidere un animale commestibile sia proibito per motivi di misericordia.
Ma se l'uccisione dell'animale non è un atto privo di pietà,
perché è incluso qui? Ciò per insegnare che l'uccisione
dell'animale deve essere eseguita in modo pietoso, in un modo così
perfetto da evitare all'animale inutile dolore. Anche il coltello usato per la
macellazione non deve essere mostrato all'animale che, essendo sensibile,
capisce che cosa lo aspetta.
I Gusti della Vita: Il Goel finale, Haim era
uno Shohet estremamente esperto, come ho riferito altrove. Egli, nei suoi 27
anni al Cairo, fu a capo dei macellatori rituali (shohatim) della
comunità ebraica e insegnò e abilitò circa una settantina
di loro. Ho avuto il grande privilegio di assistere alla macellazione eseguita
dallo Tzadik molte volte, e sono stato abilitato dal Maestro a macellare polli
e ovini. Il Maestro Haim faceva molta attenzione a nascondere il coltello alla
vista dell'animale. La notte prima della macellazione, il Maestro spesso
passava diverse ore ad affilare la lama del suo coltello (sakkin). Lo Tzadik
spiegava a più riprese quanto fosse importante evitare ogni forma di
crudeltà verso l'animale. In generale, il Goel amava gli animali ed era
molto sensibile alla loro natura. Va ricordato che lo Tzadik fin
dall'età di 7 anni pasturava nello Yemen le greggi del padre Moshe, che
allevava e vendeva anche cavalli. Cammelli, galline, cani, anatre, piccioni e
altri animali facevano parte dell'ambiente rurale in cui crebbe.
Gnomen 7 - La macellazione
nel Nuovo Patto della Redenzione Finale si rinnova con una Scuola di
Macellazione da stabilire per la Casa della Redenzione Finale dove vengono
applicate le leggi per la macellazione, la precisa affilatura del coltello, le
norme igieniche prima e dopo la macellazione. La maggior parte di queste leggi
si basa sull'Halachà.
La Macellazione
può essere fatta da ebrei dagli Altari di Giuda e di Efraim, una volta
ricevuto il permesso scritto dalla Scuola della Macellazione. Le regole per la
shechita sono le stesse; perciò non c'è differenza fra gli Altari
di Giuda e di Efraim in questo.
I Musulmani hanno
la loro macellazione come sempre e possono mangiare la carne macelata da ebrei
di Giuda o Efraim.
Gnomen 8 - Chi desidera
seguire la vera tradizione yemenita di non considerare la carne di pollo come
carne da tenere separata dai latticini può farlo in virtù della
tradizione del Goel Finale. La macellazione del pollo, tuttavia, segue le
stesse leggi della carne dei bovini o degli ovini; va bene ricordare che la
carne di manzo va separata dai latticini secondo il comandamento della
Torà (mi-deoraita) mentre quella di pollame è stata associata
alla proibizione dai rabbini (mi-derabbanan).
Gusti di Vita: Lo Tzadik Haim spiegava
che la tradizione yemenita riguardante la carne di pollame è più
precisa di quella rabbinica perché in realtà il pollo non appartiene
alla stessa categoria dei bovini o degli ovini, che vennerop generati durante
la Creazione. I saggi yemeniti, spiegava il Maestro, conoscevano il segreto
dell'origine del pollo e cioè che era stato generato nei bacini di acqua
poco profonda, per cui la sua carne è di un'altra categoria.
Gnomen 9 – Pesci proibiti
e permessi
Il principio della legge
riguardante i pesci commestibili rispetto alle miriadi di specie marine
proibite, come nel caso degli animali, è indicato dalla Torà
mediante due contrassegni che devono essere presenti e cioè le pinne e
le squame. I crostacei e i frutti di mare, che hanno la funzione di pulire il
mare, sono estremamente pericolosi per la salute umana.
Lo sterco dell'Asino: Sicuramente non vorresti
mangiare il letame dell'asino o di qualcun altro animale, né ti
diletteresti a cenare fra le mosche che vi hanno sguazzato allegramente.
Ricorda poi che il pesce non può seppellire i suoi escrementi sotto il
fondo del mare. Se non grazie all'attività fagocitaria di molti spazzini
del mare, i pesci sarebbero morti già da tempo nelle acque da loro
stessi inquinate. Per cui, abbi l'avvertenza di distinguere fra pesce pulito o
pulitore.
Gusti di Vita: Il Maestro Haim spiegava
spesso che, in generale, i pesci e i frutti di mare vietati dalla Torà
hanno un denominatore comune riguardo agli effetti della loro impurità e
cioè la crudeltà. O sono manifestamente crudeli come il pesce
spada oppure la loro natura adotta strategie crudeli. In ogni caso, l'effetto
sulle persone che sono abituate a mangiarli è l'assorbimento di una
natura violenta e crudele. Lo Tzadik Haim così si esprimeva: "Chi
è abituato a mangiare questi tipi di pesce diventa crudele dentro. Per
fare un esempio, invece di provare pietà per una persona ferita o
malata, costui prova piacere nel vederla soffrire. Questo è ovviamente
solo un esempio tra le tante manifestazioni di crudeltà".
Gnomen 10 – L'Asino ben
Yosef: I Cristiani che vorrebbero sapere perché la loro religione
abolì tutti i divieti alimentari della Torà dovrebbero prima
leggere gli Atti degli Apostoli, capitolo 10. Allora si chiederanno: "Ma
è vero?" La risposta è: "Sì, quello che è
successo è vero". Nel 1984, mi recai con Davide Levi a Giaffa e
salimmo sul tetto della casa dove Pietro ebbe la famosa visione e anch'io ebbi delle visioni da
Asino. Poi ci lavammo i piedi in una sorgente naturale, che dicono abbia
virtù terapeutiche. La risposta all'interrogativo di prima è che in
quel momento storico, se i Segni Cristiani non avessero abolito i divieti
alimentari della Torà, la nuova fede non avrebbe fatto presa sulle
nazioni; sarebbe stato troppo chiedere loro di rinunciare alle proprie
abitudini alimentari. Era quindi una strategia necessaria per la diffusione del
Cristianesimo. L'aspetto negativo di quella presa di posizione estrema fu che
il Cristianesimo dovette fare a meno delle salutari norme igieniche della sacra
Torà.
Gnomen 11 - GID HA-NASHE
– (il nervo ischiatico)
La biblica proibizione di
cibarsi del GID HA-NASHE si rinnova ovviamente per gli Altari di Giuda e di
Efraim. Questo divieto è menzionato nella Torà e ricorda la lotta
di Giacobbe con l'angelo ministro di Esaù. Giacobbe, nostro padre, ne
uscì vittorioso, ma rimase zoppicante per un po' di tempo perché
l'angelo lo aveva colpito all'anca, facendogli infiammare il nervo sciatico. La
Torà spiega: "perciò i figli di Israele non mangiano il
nervo ischiatico fino ad oggi" (ibid. 32, 33).
Gnomen 12 - Dal racconto
della Torà sembra che il divieto sia in diretto rapporto con quella
vittoria estremamente significativa di Israele sulle nazioni di Esaù,
dato che le azioni dei Patriarchi sono segni per i figli di Israele. La
Torà ci rivela il motivo originale del divieto, ma ciò non
esclude alcunché dai proverbiali 70 aspetti di interpretazione della
Torà. Uno di essi, essendo riferito al cibo, ha a che fare con la
salute, poiché tutto ciò che è comandato nella Torah, a
prescindere dall'implicazione dei tanti livelli di santità, è in
sintonia con la natura, per cui la sua osservanza implica anche un beneficio
fisico.
I Gusti della Vita: Il Maestro Haim spiegava:
"Il fatto è che la sciatica, che provoca fitti dolori fino a che
non viene guarita, non esisteva nel mondo prima di colpire Giacobbe, nostro
padre, circa 4000 anni fa. Da allora l'umanità ha subito un certo indebolimento
e il consumo del nervo ischiatico degli animali è all'origine di tale
dolorosa patologia. Per cui, per ragioni di salute, è meglio evitare di
mangiare il nervo sciatico e il grasso che lo circonda. Così è
spiegato nella tradizione yemenita".
Gnomen 13 – La rimozione del
nervo ischiatico deve essere studiata e praticata in accordo con i principi
generali della Halachà adattati alla Nuova Legge della Redenzione
Finale. Gli eventuali macellai delle eventuali macellerie della Casa della
Redenzione Finale dovranno essere abilitati a rimuovere il GID HA-NASHE.
Gnomen 14 – La
separazione fra carne e latticini
Il divieto di mangiare
insieme latticini e carne origina dal precetto biblico che proibisce di cuocere
il capretto nel latte di sua madre, un divieto ripetuto tre volte (Esodo 23,
19) (Esodo 34, 26) (Deut. 14, 21) e quindi esteso dai Saggi, di benedetta
menzione, per includere le norme di separazione fra latticini e carne. La
ragione principale di questa proibizione non sembra riguardare questioni di salute
o di igiene. La Torà ci rivela qui un aspetto superiore della legge,
cioè la compassione che bisogna avere nei confronti degli animali,
dotati di sensibilità per i loro piccoli.
Gnomen 15 – Anche qui il
divieto è stato preso come un cliché per altre categorie di
precauzioni igieniche e di norme dietetiche che sono fondamentalmente salutari
per la purificazione del sangue e di conseguenza per lo stato generale di
salute della persona. Generalmente, nell'Ebraismo halachico tali norme non sono
definite dai Saggi in termini di igiene o salute, ma piuttosto in termini di
ciò che è permesso o proibito. Questa è una prerogativa
della Santa Tradizione che determina le regole in base ai comandamenti.
Tuttavia, come affermato sopra, ci sono 70 aspetti per interpretare la
Torà e una di queste è di associare il precetto al beneficio
fisico che si ottiene osservandolo.
I Gusti della Vita: Lo Tzadik Haim spesso
spiegava che i prodotti a base di latte mescolati con la carne o consumati
insieme nuocciono al fegato. Se, tuttavia, il prodotto caseario viene mangiato
per primo, esso si assimila rapidamente e non causa alcun danno, anche se la
carne viene consumata qualche minuto dopo. Basta bere qualcosa e magari
mangiare un pezzetto di pane per fare la separazione. Per quanto riguarda il
tempo di attesa tra carne e latte, è meglio aspettare circa tre ore, in
modo che la digestione della carne si sia conclusa. Alcuni aspettano sei ore e
altri aspettano un'ora ma la via di mezzo è la migliore.
sogno 835 – Daniele
sognò (Dicembre 1992 - Milano) che un suo figlio gli
chiedeva carne di maiale. Daniele gli rispose che non gli avrebbe dato del
maiale perché i grassi di quella carne rendono il sangue meno
scorrevole, per cui il cuore per far circolare il sangue è costretto ad accelerare
il battito e questo con l'andare del tempo può indebolire il cuore e
causare un infarto.
Gnomen 16 - Le famiglie ebraiche
tradizionali, in generale, tengono due distinti servizi di piatti, posate e
utensili da cucina, uno per i latticini e uno per la carne (oltre a due altre
serie di piatti, bicchieri e posate per Pesah).
Alcune note di "Hilchot
maachalot asurot" (norme sugli alimenti proibiti) del Mishnè
Torà:
Perek 1 - Halachà 1:
è un comandamento positivo conoscere i segni che distinguono il puro e
l'impuro fra gli animali, i pesci e le cavallette, per sapere quale di essi
è commestibile e quale no, secondo il precetto: "E tu separerai tra
l'animale puro e impuro e tra l'uccello puro e impuro" e anche "e
separarei tra l'impuro e il puro per conoscere l'animale che può essere
mangiato e quello che non può essere mangiato".
Halachà 2 - ogni
animale ruminante, privo di dentatura superiore, tranne il cammello, e ogni
animale che ha gli zoccoli fessi e rumina, tranne il maiale.
Halachà 4 e 5 - Il principio
di ciò che nasce dal puro è puro e ciò che nasce
dall'impuro è impuro - quindi un animale dall'aspetto impuro senza
zoccoli fessi nato da un animale puro, se era presente alla nascita, può
essere mangiato ecc. anche un pesce puro trovato nello stomaco di un pesce
impuro può essere mangiato, perché è stato ingoiato intero
–
Halachà 8 - Ci sono
solo dieci tipi di animali che sono puri; questi sono i dieci tipi menzionati
nella Torà: 3 per gli animali domestici e 7 per gli animali selvaggi; 3
sono i bovini, i caprini e gli ovini; 7 sono i montoni, le gazzelle, i
caprioli, le capre selvatiche, le antilopi, le pecore di montagna o le capre
selvatiche (ho preso i nomi dal lessico di Oxford dell'Antico Testamento).
Questi tipi sono tutti ruminanti e hanno gli zoccoli fessi, per cui sono
commestibili.
Halachà 9 - La
differenza: negli animali selvatici il loro helev (la parte grassa) è
permessa mentre il sangue (di macellazione) deve essere coperto, mentre negli
animali domestici il loro helev è proibito e passibile di karet (morte)
e il loro sangue non ha bisogno di copertura -
Halachà 13 - Un tipo
impuro (di animale) non deve accoppiarsi con uno puro.
Halachà 14 - Esistono
24 tipi di uccelli impuri menzionati nella Torah; tutti gli altri volatili sono
puri (queste sono categorie di uccelli che non è dato determinare con
precisione; per lo più si tratta di conoscenze tramandate per via
orale). Tuttavia, ci sono alcune categorie di volatili note che non sono
commestibili: l'aquila, il gipeto, il nibbio, il falco, il falcone, il corvo,
lo struzzo, il gabbiano, il gufo, il cormorano, il pellicano, la cicogna,
l'avvoltoio, l'upupa, il pipistrello, la gallinella d'acqua. –
Perek 2, Halachà 5 –
La Torà proibisce di cibarsi di insetti alati come mosche, api, zanzare,
secondo quanto è scritto "tutti gli insetti che volano sono
abominevoli per te, non devono essere mangiati".
Halachà 6 - Tutte le
creature striscianti della terra come serpenti, scorpioni, millepiedi ecc. sono
proibite dalla Torà, secondo quanto è scritto: "Tutti gli
esseri che strisciano sulla terra sono abominevoli per te, non li dovrai
mangiare".
Halachà 12 - Le
creature del mare che sono proibite dalla Torà, secondo quanto è
scritto: "non renderti abominevole con tutte le creature che strisciano,
non diventare impuro con loro" – questo riguarda tutti gli animali del
mare, sia grandi che piccoli che non hanno la forma del pesce.
Halacha 13 – "Non
renderti impuro con tutto ciò che striscia sulla terra", qui la
parola ROMESS indica le creature che strisciano e sono impure perché
generate da carcasse putrefatte o da rifiuti.
Perek 3 - Halachà 1 –
Per ciò che riguarda gli animali che non sono commestibili per la
Torà, è ugualmente vietato cibarsi di ciò che ne deriva, come
il latte di un animale impuro o le uova di un uccello impuro o di un pesce
impuro, secondo quanto è scritto "la figlia dello struzzo" –
dove per 'figlia' si intende il suo uovo - Da qui si deduce: tutto ciò
che è proibito come uno struzzo e tutto ciò che ne deriva da
esso.
Halachà 2 - Anche se
la carne umana è proibita, il latte di una donna è permesso. E',
tuttavia, considerata cosa riprovevole per un adulto bere il latte direttamente
dal seno di una donna; lo si può, tuttavia, bere dopo averlo spremuto in
un recipiente.
Halachà 9 - Se si
trova del sangue nell'albume di un uovo, il bianco va gettato via mentre il
giallo può essere mangiato; ma se il sangue si trova nel giallo di un
uovo, l'intero uovo non è commestibile.
Perek 4 - Halachà 1 –
E' proibito mangiare gli animali domestici o selvatici mortio i volatilii che
non siano stati macellati ad hoc.
Perek 5 - Halachà 1 –
E' noto nella tradizione orale che ciò che il verso della Torà:
"Non cibarti dell'anima con la carne" intende proibire la carne tagliata
da un animale vivo. E a Noè fu detto: "ma della carne nella sua
anima non mangerete del suo sangue" che è il divieto di mangiare un
membro vivo.
Perek 6 - Halachà 10
– La carne viene pulita dal suo sangue tramite salatura e lavaggio.
sogno 71 - Stella ha sognato
(28.09.1985 - Milano) uno spiedo di solito usato per arrostire i maiali che
aveva infilzato un tacchino macellato grosso come un vitello da cui grondava
molto sangue. Sotto di questo, agganciato a un grosso uncino da macelleria
c'era un cammello sofferente. Giordano impugnava un grosso coltello pronto a
macellarlo. Una persona, mossa da pietà, chiese a Giordano di lasciare
libero l'animale. Giordano rispose che la macellazione era necessaria e che il
Maestro Haim stesso l'aveva ordinato perché era un sacrificio salvifico.
Gnomen 17 - Per la Nuova
Legge della Redenzione Finale la carne va lavata bene e ammollata per mezz'ora.
Poi la si toglie dall'acqua e si aspetta qualche minuto per liberarla
dall'acqua in eccesso, altrimenti annulla l'effetto del sale. La si mette su un
arnese a scolo in modo che il sangue sia libero di gocciolare. Quindi si sala
l'intero pezzo di carne (o, se la carne è stata tagliata a pezzi
più piccoli, ogni singolo pezzo) con sale grosso (il sale fine viene
assorbito nella carne e ha quindi molto meno potere per estrarre il sangue). La
salatura non deve essere in eccesso, è sufficiente un unico strato di
sale. Dopo mezz'ora la carne va lavata molto bene con acqua corrente per almeno
15 minuti.
Consiglio dell'Asino:
è conveniente, se si ha la possibilità, di salare pezzi di grande
e non di piccolo taglio. La salatura di piccoli pezzi non pulisce solo la carne
dal suo sangue, ma ne diminuisce le proteine. Quindi diciamo che è
meglio non lasciare la carne sotto sale per più di mezz'ora. In ogni
caso, che si tratti di pezzi grandi o piccoli, il lavaggio dopo la salatura
è essenziale per la pulizia del sale che si attacca alla carne.
Gnomen 18 - Il fegato ha
bisogno del fuoco per essere pulito dal suo sangue e il processo di lavaggio,
salatura e sciacquaggio non è sufficiente. E' meglio mettere un po' di
sale grosso sul fegato e tenerlo sul fuoco, ruotandolo, fino a quando il sangue
smette di gocciolare. Dopo di ciò può essere cucinato in
qualsiasi modo. La purificazione col fuoco è maggiore di quella col sale
Gnomen 19 - sogno 739 -
Giuseppe sognò (09.08.1991 - Sombrero) di essere seduto a tavola e
mangiare carne. Una donna portava del formaggio a tavola. Vedendo questo,
Giuseppe disse alla donna che non era corretto perché bisognava avere
pietà degli animali[12]. Giuseppe avvolse poi il
formaggio in un foglio di alluminio e lo portò via dalla tavola.
[1]. Scrivo questo il 24 di Sivan 5758 (1998). Oggi ricorre
l'anniversario della sepoltura dello Tzadik Haim,avvenuta nel 5742 (1982) a
Milano.
[2]. Lo Tzadik non mi permetteva di camminare dietro a lui;
il più delle volte mi teneva alla sua destra quando camminavamo insieme,
specialmente fuori, alla presenza di altre persone intorno.
[3] Ciò
si addice ad una norma del derech eretz spiegatami dal Maestro: quando il Rav,
il Maestro di Torà, entra nella casa di studio (dove si è
intrattenuto per rispondere alle domande degli allievi), non è buona
usanza avvicinarsigli subito per domandargli qualcosa. Per prima cosa, bisogna
lasciarlo sedere e aspettare che si sia accomodato per bene. Quindi l'allievo
può avvicinarsi in silenzio e con fare rispettoso attendere davanti a
lui fino a che il Rav lo autorizzi a parlare.
[4] Lo Tzadik Haim mi spiegò a distanza di anni
perché mi chiedeva sempre cosa avessi mangiato. Ogni volta che dicevo il
nome del cibo mangiato, lo Tzadik, nel segreto della santità superiore,
purificava quel cibo in me. E mi spiegò anche che l'importanza
principale di quella purificazione era eliminare ciò che poteva essere
"innaturale", dato il modo con cui il cibo viene trattato ed
elaborato ai nostri tempi; in passato, non sarebbe stato necessario.
[5] Un'altra ragione fondamentale è che il vero Rav
ha la Torà in sé e la Legge di Dio procede con lui; il derech
eretz per la Torà precede quello per i genitori perché se un
genitore dice a suo figlio di trasgredire una legge della Torà, questi
ha l'obbligo di obbedire alla Torà. Per lo stesso motivo, ci sono
quattro comandamenti prima del quinto "onora tuo padre e tua madre",
per insegnare che l'onore a Dio viene prima; se i tuoi genitori ti dicono di
fare qualcosa contro i comandamenti di Dio, non sei tenuto ad obbedire; devi,
tuttavia onorarli in ogni modo.
[6] Vedasi la formula presente nel Nuovo Rito del Nuovo
Matrimonio: la sposa dice "Tu - - sei la mia vita" e lo sposo:
"e tu - - sei la mia buona fortuna" che è basata su un Segno
che si trova dapprima nel Sesto Segno Completo della Resurrezione.
[7] Non che la Tradizione Orale di Israele perda alcuna
consistenza. Per il bene della Terza Redenzione Finale, la Tradizione Orale di
Israele necessita di un Nuovo Equilibrio affinché tutti possano
parteciparvi, tramite la Nuova Casa di Preghiera, il Nuovo Rito e la Nuova
Legge. Questo Nuovo Equilibrio deve essere stabilito e radicarsi nei primi 35
anni, prima del Grande e Terribile Giorno del Signore.
[8] Imita le mie qualità; come Io sono Giusto,
così devi essere giusto, come Io sono Santo, così devi essere una
nazione santa ecc
[9] Le frasi di questo sogno devono essere ulteriormente
interpretate per essere chiarite - il messaggio, tuttavia, riguarda gli
atteggiamenti appropriati dello studio in generale.
[10] Deut. 12: 15.
[11] Pirkei Avot: 2, 7.
[12]. Ciò si basa sul precetto della Torà
"non cuocere l'agnello nel latte di sua madre"-