Autore: Peretz
Green
Traduzione
dall'ebraico: Davide Levi
Il
Libro dell'Asino Meshulam
Prefazione
Gnomen
1: Questo Libro di Meshulam fa parte
del Decimo dei 13 Grandi Petali del Sefer Mishnat Haim e, come tutti i nostri
testi segue la vera e nuova Kabalà della Gheulà Shlemà sotto
la guida del Goel Finale, Haim, ed è stato scritto dal suo Talmid,
Peretz, l'Uomo dei Segni. ll Libro del Servo Meshulam tratta in special modo il
compimento delle profezie di Isaia su Meshulam, il servo cieco e sordo di Dio,
tramite il quale si completa una parte profetica dei Segni Completi della Gheulà
Shlemà.
Gnomen
2: Premettiamo subito una grande
regola secondo la quale la Gheulà Shlemà non è destinata
ad Israele soltanto, e ciò si può evincere dalla profezia di
Isaia (49, 6): Ed Egli dice: "E' troppo poco che tu sia Mio servo per
risollevare le tribù di Giacobbe e ricondurre gli scampati di Israele. E
farò di te una luce fra le nazioni per essere la Mia salvezza fino alle
estremità della terra". Con l'avvento del Goel Finale si realizza
questa profezia, così come altre profezie e numerosi versi dei Salmi che
evidenziano che la Redenzione Finale coinvolge tutti i popoli.
Gnomen
3: Il Goel Finale Haim di San'aa,
Yemen, ha ricevuto, dopo la sua morte e la sua resurrezione nel Segno
Redenzionale della Resurrezione, il ruolo chiamato "il Giudice Unto nel
Regno dei Cieli", che è atteso dai figli d'Israele da duemila anni.
Va riferito al Goel Finale, spentosi nella sua ultima sofferenza e risorto nel Segno
della Resurrezione a beneficio dell'umanità, il verso profetico di
Malachia (3, 1): "E subito arriverà nella sua sede il signore
(adon) che voi cercate", dove la sede allude al Regno dei Cieli, come indicatoci
dai Segni.
Gnomen
4: Il Goel non si chiama Messia e
non è della tribù di Giuda bensì della tribù di
Beniamino. Il termine Messia, creato dalla necessità storica
profetica, è legato ad un ruolo terreno che sarà a Gerusalemme
all'epoca del Terzo Tempio. Gli unti (messia) che proverranno dalla Casa di
Davide e opereranno nei loro ruoli durante i periodi della Gheulà Shlemà
saranno sotto l'autorità del Giudice Unto nel Regno dei Cieli, Il Goel
Finale e il Maestro Prescelto, Haim. Il Messia non è al livello del
Goel, perché in rapporto al Goel, il livello del Messia è come quello
di un asino rispetto ad un essere umano. Questa è una regola stabilita e
sigillata nei Segni Redenzionali.
Gnomen
5: E per amore dei Segni, l'Asino che
discende dal Regno dei Cieli è l'Asino del Goel, come è scritto
in Zaccaria (9,9): "Povero e cavalca un asino, un asinello figlio di
asine" (Zaccaria, 9, 9). Sono questi gli Asini che ricevono in sogno i
Segni Redenzionali e li ordinano negli scritti. Nei primi sei anni dei Segni
(nel quadro della correzione del Cristianesimo e del ripristino dei Segni
messianici iniziali come erano nella lora forma originale nella Scuola degli
Esseni), gli Asini operano nel contesto del Segno dell'Asino che mangia il pane
di Betlemme, ossia nei Segni dell'Asino, Mashiah ben Yosef, mentre nel secondo
periodo di sei anni (nel quadro della riforma dell'Ebraismo) viene l'Asino
nella forma dell'Asino nascosto che mangia il pane del rinnovamento della Torà,
ossia nei Segni dell'Asino, Mashiah ben David.
Gnomen
6: Il Goel Finale è il Giudice
Unto, il cui ministero si svolge dalla Quarta Generazione fino a quando Ha Shem
vorrà. Nei primi 12 anni il Goel ha cavalcato e guidato i suoi Asini per
far scendere i Segni della Nuova Casa di Preghiera della Gheulà
Shlemà e i segni della Nuova Protezione per il mondo. È vero anche
che Meshulam è simile ad un asino, cieco e sordo nel suo servizio al
Signore, per cui anche l'opera degli Asini del Goel Haim somiglia a quella di Meshulam.
Gnomen
7: E proprio come il livello del
Messia è come quello di un asino in rapporto al livello del Goel,
così il livello di Meshulam, il servo cieco e sordo di Ha Shem, in
rapporto al Goel è come quello di un asino. Nel linguaggio profetico Meshulam
significa che non è perfetto mentre il Goel è uno Tzadik, Capo
dei 36 Tzadikim Nascosti nella sua generazione. Mancano gli asini ciechi e sordi,
e Ha Shem li rinnova ogni volta dando loro la facoltà di compiere il
loro dovere per amore della Gheulà Shlemà, pertanto sono chiamati
servi di Dio, pur essendo ciechi e sordi alle cose cose superiori dei perfetti
(i veri Tzadikim).
Gnomen
8: Per questo dirò che è
arrivato il momento di compensare le deficienze di Meshulam, aprendo gli occhi
nonostante la cecità e gli orecchi nonostante la sordità.
IL
LIBRO DI MESHULAM
Gnomen
9: Il Goel Finale Haim è l'Unto
Prescelto dal Signore nostro Dio nel Nuovo Regno dei Cieli che scende nel
mondo, ed è chiamato il Giudice Unto per sempre, mentre tutte le altre
condizioni che riguardano i Messia nel mondo dipendono dalla generazione, dal
tempo e dai meriti.
Gnomen
10: Noi siamo per così dire dei Meshulam,
ma in realtà siamo veri asini e somarelli, ed è vero che in tempi
brevi il Goel si è insediato nel Regno dei Cieli, dopo la sua finale e
terribile sofferenza, ed un nuovo Mazal è sceso su di noi che siamo
diventati simili a Meshulam. Non veri e propri Meshulam, ma simili a lui, il
servo sordo e cieco di Ha Shem.
Gnomen
11: Non avrò timore nello
scrivere questi gnomen, perché il profeta Isaia rivelò dalla
bocca di Dio il segreto del servo Meshulam cieco e sordo. Molti che se ne
deliziarono furono da lui abbandonati, poiché come parte del loro intendimento
pensavano che egli rappresentasse la perfezione, mentre in realtà sbagliarono
di grosso nell'interpretare le sue parole. Dopotutto, Meshulam è cieco e
sordo ed è perfetto (mushlam) solo per merito degli altri.
Gnomen
12: Una chiave per un'ampia
comprensione delle questioni della Stella si trova dall'inizio del capitolo 42
alla fine del capitolo 45 nel Libro di Isaia per ciò che riguarda la
Gheulà Shlemà e il Segno dell'Asino e se non li interpreto
sarebbe una mancanza di conoscenza per il mondo. Tuttavia, quando
scriverò sarò costretto a peccare ritenendomi un Meshulam. E come
oserei dire "la sua anima mi desiderava", dato che sono poca cosa,
meno di una zanzara che mi precedette nella creazione.
Gnomen
13: E non potrei negare questa
profezia, perché ogni volta che mi accingo a dire qualcosa di sbagliato,
mi vengono in mente i miei peccati e la profezia si avvera contro di me.
Dopotutto, venni rimproverato in sogno dallo stesso Tzadik Haim (20 marzo 1995)
quando mi spintonò dicendomi: "Ah, avevi pensato di essere il
Messia!", per cui avrei dovuto pregare Dio tutto il sabato chiedendo scusa...
Gnomen
14: Ed era chiaro dal sogno che ero in
errore, perché pensavo di essere qualcuno, mentre il mio pensiero non
era reale. Quanto grande fu la follia in cui caddi! Qui la sordità e la
cecità mi hanno portato a complicarmi le cose. Pertanto, devo stare
attento alle mie debolezze ed essere forte nella fede in Ha Shem, che mi ha
fatto Suo servo, anche se migliaia di volte non ho ascoltato la Sua voce, ho
sbagliato e ho peccato. E Meshulam che devo interpretare come me stesso
rimanendo sempre un Asino che non si monta la testa.
Gnomen
15: Mi sono svegliato e mi sono ricordato
che sono un asino e un servo Meshulam, sordo e cieco. Subito il mio Creatore ha
avuto pietà di me e si è ricordato di me, poiché
già mi aveva voluto come suo Talmid il Goel Finale, Haim, che ha
trasfuso in me il suo spirito per giudicare le genti.
Gnomen
16: Non griderò alla gente per portarla
al pentimento e non parlerò in pubblico di cose redenzionali o delle
novità dell'Asino che mangia il pane se non negli scritti del Sefer
Mishnat Haim. Il Goel Finale, Haim, da San'a, Yemen, è l'Unto prescelto,
unto con l'olio di Dio nel Regno dei Cieli, mentre io ho il compito di essere
un Asino che mangia il pane della Gheulà Shlemà.
Gnomen
17: Per un momento mi è
sembrato, per le forme dell'Asino che circondavano, di essere simile al profeta
Isaia ai suoi tempi e di profetare su Meshulam. Tuttavia, sto solo
fantasticando, perché Isaia era un vero profeta e io non sono né
un profeta né un figlio di profeta e ho sempre bisogno che Dio mi
sostenga e mi ricordi che sono un Suo servitore. E la mia stupidità a
volte supera il mio buon senso, perché in fondo sono una nullità piena
di difetti. Dopotutto, non raggiungerò mai gli stinchi del cavallo del
profeta Isaia, e rimarrò nella mia ignoranza.
Gnomen
18: Non fraintendetemi, perché
in effetti io non sono né profeta né figlio di profeta, ma
piuttosto un Asino che vi annuncia le profezie redenzionali.
Gnomen
19: E vicino a me ci sono altri asini:
Deborah, la mia doppia coda, Paolo, Daniele, Giuseppe e altri ancora sono
profeti migliori di me come dimostrato dai loro sogni.
Gnomen
20: Ed io non sono altro che un asino
servitore, fatto di una materia che riceve messaggi di redenzione. E le forme
di asino che assumo mi attirano le critiche e la derisione della gente.
Dopotutto, sono stato creato per essere un somaro che riceve i rimproveri per
la sua stupidità e i suoi difetti.
Gnomen
21: Tuttavia la mia materia (homer) di
asino (hamor) riceve le profezie della Gheulà Shlemà e della
Quarta Generazione, e chi ascolta i miei ragli ne ricaverà beneficio,
perché le mie mancanze non influiscono su di voi più di tanto.
Dopotutto, i veri annunci sulla venuta del Goel Finale, Haim, le profezie della
Quarta Generazione e della Redenzione Completa mi vengono mandati dall'Alto.
Gnomen
22: A Beer Sheva nel 1990, lo tzadik
Abuhatzera ci disse dall'altro mondo che io sono l'asino, Messia figlio di
Davide (e non il Messia figlio di Davide), per cui in relazione alla missione
del Messia figlio di Davide io sono un asino completo. Cosa volete da me, voi
bipedi che siete stati creati ad immagine di Dio? Voi che cercate di sapere chi
è alla testa della Gheulà Shlemà, rivolgetevi al Goel che vi
insegnerà le vie amate del Signore.
Gnomen
23: Del resto, il periodo profetico che
apre la Gheulà Shlemà è iniziato subito dopo l'elezione
del Goel Finale, dopo la sua salita, per mezzo di un segno molto speciale dato
al suo Talmid.
Gnomen
24: Quel segno è speciale per
diversi motivi: primo, è chiamato "segno profetico"
poiché è venuto nel ruolo e nel nome del profeta Elia, di
benedetta memoria.
Gnomen
25: E questo perché l'apertura
della Gheulà Shlemà è promessa ad Elia da Dio, come
è noto alla fine della profezia di Malachia (3,23) e nella Tradizione di
Israele.
Gnomen
26: Gran parte di quel segno è
spiegato nel verso: "E fa tornare il cuore dei padri verso quello dei
figli e il cuore dei figli verso quello padri" (ibid., 24), per cui quanto
profetizzato deve avvenire prima del compimento della missione del Messia
figlio di Davide a Gerusalemme, dato che si tratta di un processo che richiede
tempo.
Gnomen
27: La Grande Aquila scrisse nel suo
stile aureo: "Prima della guerra di Gog e Magog, un profeta si
alzerà per Israele per correggere i figli d'Israele e preparare i loro
cuori, come è detto: "Ecco, Io vi mando il profeta Elia" (Hilchot
Melachim 12, 3).
Gnomen
28: E aggiunge una spiegazione secondo
cui lo scopo della venuta del profeta non è quella "di rendere
impuro ciò che è puro, né rendere puro ciò che
è impuro, né invalidare le persone che sono considerate kasher,
né convalidare chi è considerato non kasher, bensì portare
la pace nel mondo, secondo quanto è scritto: "fa tornare il cuore
dei padri verso quello dei figli".
Gnomen
29: Non è cosa da poco
correggere e preparare i cuori dei figli di Israele e portare la pace nel mondo
e dare alle nazioni del mondo il riconoscimento della vera fede!
Gnomen
30: Dopotutto, la chiave che abbiamo
ricevuto dal sogno di Solly a Beer Sheva sullo tzadik Abuhatzera, alav hashalom,
ci ha fatto capire che l'Asino è nel Segno del Messia figlio di Davide. Per
cui, chi sono io? Niente, uno zero, un vaso vuoto che il Goel riempie con tutta
la bontà dei sapori redenzionali; e per l'abbondanza di bontà, di
luce e di novità meravigliose, io ho cominciato a dimenticare, a scalciare
e a considerarmi un asino importante. Ecco perché il Goel Haim è
venuto a sgridarmi come si conviene ad uno sciocco, che si crede un asino
importante.
Gnomen
31: L'asino si investe anche su Peretz
che è della tribù di Giuda, e questo è un segno per la Casa
di Peretz di Giuda e Tamar che conduce ai Segni della profetata Casa di Davide,
con l'aiuto del Santo Benedetto Egli sia. Mi chiamo Peretz, per cui sono stato
bene assimilato nel Segno, anche se esistono molti con il nome Peretz che forse
sarebbero stati più adatti di me, se fossero stati sotto il mio Mazal.
Gnomen
32: A che segno allude dunque la
profezia di Isaia che inizia al capitolo 42? "Ecco il mio servo, Io lo
sosterrò, il mio eletto per il quale si compiace l'anima mia; Io ho
infuso il mio spirito su di lui ed egli insegnerà la giustizia alle
nazioni".
Gnomen
33: Ogni momento che sono nel Segno dell'Asino
che mangia il pane, sono anche nel Segno di questo servo o almeno al suo inizio,
quale servo di Dio (considerate anche la corrispondenza con il Segno del periodo
di 65 anni della Quarta Generazione, allorquando si arriva all'ultimo piano, il
65° piano, Peretz dice: "Baruch Ha Shem, che siamo arrivati all'inizio" - pertanto il Segno di
Peretz arriva solo per raggiungere l'inizio, e anche qui è bene ribadire
che Peretz non è altro che un mezzo per raggiungere il punto principale seguente).
Dopotutto, il Segno di Peretz viene affinché l'umanità riconosca il
Goel Finale, per la gioia degli ebrei e la salvezza delle nazioni. E se l'Asino
mi investe nel Segno di Meshulam è perché tutti gli allievi asini
possano sottostare a questo segno profetico e operare a beneficio della
Gheulà per le future generazioni.
Gnomen
34: La profezia di Isaia spiega gli
obiettivi principali del servo Meshulam, e come sono adesso nel suo segno,
così le sue parole si riferiscono al mio compito. Sono nel Segno dell'Asino
che mangia il pane e nel Segno di Meshulam, il servo cieco e sordo di Dio, e
guai a me se ho sbagliato e peccato considerandomi qualcuno... Non sono altro
che un segno e niente di più! Magari che il Segno abbia un esito
favorevole e non debba essere più biasimato! Magari possa io ragliare
come un bravo asino e non mi debba più vergognare dei miei peccati! Amen
e sia fatta la volontà del mio Creatore.
Gnomen
35: Ecco l'inizio della saggezza che
riguarda il servo Meshulam si trova nel significato del suo nome. Ossia, egli
non è completo (shalem), bensì incompleto (meshulam). E vedremo
nel resto delle profezie su questo servo che egli è mancante: è
cieco e sordo, pur essendo il servo di Dio, desiderato da Dio stesso. È
mancante e desiderato, ma non per merito suo, ma per merito di chi è
completo! Pertanto, non stiamo parlando del servitore del Goel, perché
il Goel è uno Tzadik completo e Ha Shem non ha bisogno di sostenerlo per
completarlo. È completo al livello della sua Tzadikut nella sua suprema
santità e non è mancante da dover essere completato come il servo
Meshulam.
Gnomen
36: Il servo Meshulam è
collegato allo scopo particolare della "giustizia che insegnerà
alle nazioni", sebbene il verso non indichi che sia Meshulam ad
insegnare nuove leggi di testa sua, bensì secondo i segni e le
direttive ricevute dal Goel, in quanto la sua elezione ed il suo spirito
provengono dal Goel per questo scopo speciale, perché il servo Meshulam
è amato da Dio a condizione che esegua la volontà del Goel Finale.
Tutte queste sono novità redenzionali che i versi in questione non
potrebbero rivelare, così come non potrebbero interpretare i tempi della
Gheulà Shlemà e le sue questioni se non con allusioni generali su
questioni generali.
Gnomen
37: La giustizia che va insegnata alle
Nazioni viene menzionata anche in altri profeti e nei Salmi, e si tratta di un
punto cardinale nelle questioni della Gheulà Shlemà,
perché da essa dipende la correzione del mondo.
Gnomen
38: Ha Shem mostrò ad Isaia
nelle sue visioni profetiche tutto ciò che è scritto qui,
perché da ADONAI TZEVAOT proviene la profezia.
Gnomen
39: Queste profezie che furono rivelate
ai profeti passarono attraverso le stelle, perché non c'è
influsso che scende nel mondo senza passare attraverso le stelle, come sta
scritto (Salmo 19, 1-4): "I cieli raccontano la gloria di Ha Shem e il
firmamento annuncia l'opera delle Sue mani. Un giorno sgorga parole all'altro,
una notte comunica conoscenza all'altra. Non hanno favella, né parole e
la loro voce non si sente; ma il loro influsso esce fuori per tutta la terra e
raggiunge le estremità del mondo".
Gnomen
40: E il lettore non avrà dubbi
quando diciamo che da questa profezia capiremo le parole della stella. Questo
perché si tratta di una delle Stelle della Redenzione e abbiamo ricevuto
il permesso di parlarne.
Gnomen
41: Ed è chiaro che non è
la stella che dice (Isaia 42, 1): "Ecco il Mio servo, Io lo
sosterrò, il mio eletto per il quale si compiace l'anima Mia" bensì
è Ha Kadosh Baruch Hu che parla.
Gnomen
42: (Ibid. 3): "Egli non
spezzerà la canna rotta e non spegnerà lo stoppino di lino scuro
ma insegnerà la giustizia secondo verità". Dal verso si
evince che per insegnare la giustizia secondo verità non verrà
spezzata una canna rotta e non sarà spento lo stoppino di lino scuro.
Qui, come nel resto della profezia, si parla di questo speciale servitore di
Dio la cui funzione principale è quella di insegnare la giustizia ai
popoli, i quali, anche alle estremità del mondo vorranno sentire i suoi
insegnamenti.
Gnomen
43: Le condizioni di questa giustizia
speciale sono le virtù espresse nella loro forma profetica: una canna rotta
non sarà spezzata e uno stoppino di lino scuro non sarà spento.
Vale a dire: il servo che verrà mandato opererà con queste due
misure, senza le quali non potrà insegnare la vera giustizia ai popoli.
Gnomen
44: Ma se la canna rotta è
già spezzata, perché mai vorrebbe spezzarla ancor di più? E
se lo stoppino di lino scuro è già spento, perché mai lo
vorrebbe spegnere ancora?
Gnomen
45: Questo perché il servo di
Dio arriva nel mondo quando la casa di Giuda è prostrata dopo la
Shoà e molte anime della Casa d'Israele sono spente, perchè
imprigionate tra le tante idolatrie.
Gnomen
46: E non esiste un servo tale fra i
religiosi o gli ortodossi del nostro tempo che trattano con estrema
severità e pignoleria le anime amareggiate e prigioniere del popolo
d'Israele.
Gnomen
47: E che condannano le pecore smarrite
della Casa d'Israele, anche se iper ciò che riguarda l'ebraismo sembrano
essere essi stessi uno stoppino di lino scuro che emette una luce molto flebile.
Gnomen
48: Pertanto, solo in queste
condizioni, in cui il servo non guarda la bassezza alla quale sono scesi i
poveretti e i diseredati, può un Meshulam essere integro nell'insegnare
la vera giustizia alle Nazioni.
Gnomen
49: E la profezia viene per affermare
che per poterlo fare ci vuole tempo - una generazione lunga e completa,
perché il servo Meshulam ha bisogno di tempo per insegnare la vera
giustizia fino a che verrà riconosciuta dalle nazioni e i popoli del
mondo saranno pronti a metterla in pratica con grande gioia.
Gnomen
50: Per questo, Dio lo sostiene sempre
e gli promette che darà lunga vita al suo segno per adempiere il suo compito.
Allo stesso modo, Meshulam non deve temere l'appannamento della vista e la
mancanza di tempo poiché (ibid. 4) "egli non verrà meno e
non s'abbatterà finché avrà stabilito la giustizia sulla
terra; e le isole aspetteranno fiduciose la sua legge".
Gnomen
51: Il servo prepara gli scritti (Sefer
Mishnat Haim) che portano i veri insegnamenti anche nelle isole lontane.
"La sua legge (toratò)": allude ai nuovi insegnamenti che sono
conformi al Nuovo Patto Completo stipulato negli Ultimi Giorni. Il verso non
chiarisce che quello che viene chiamato "la sua legge" è solo
una necessità formale, perché tali scritti escono in pratica
dalla sua mano (del Goel), per cui il servo deve spiegare che questa non
è farina del suo sacco, ma è la Torà di Ha Shem data al
Goel Finale, Haim, che ha mandato e continua a mandare insegnamenti ed
indicazioni ai suoi Talmidim tramite sogni e visioni come profetato da Gioele.
Del resto, veniva detto espressamente nel sogno di Debora: "Al tempo di
Moshè Rabbenu, Mosè ricevette la Torà e la consegnò
al popolo, mentre al tempo della Gheulà Shlemà chiunque
può ricevere nuovi insegnamenti". Tuttavia, non c'è nessun
verso nel libro di Isaia che ne fa riferimento, e quindi solo chi si trova nel segno
di Meshulam quando arriverà il momento (dall'inizio della rivelazione
del Nuovo Patto Completo) potrà spiegare e mostrare che le novità
redenzionali possono arrivano ad ogni allievo che ha particolare merito.
Gnomen
52: Ci è stato chiesto
perché è scritto "toratò, la sua legge", dato
che uno potrebbe confondersi e pensare che quando il servo Meshulam viene per
insegnare la vera giustizia ai popoli, porti con sé una nuova
Torà chiamata con il suo nome che sostituisce quella di Mosè, Dio
ci scampi! Dopotutto, questo è esattamente ciò che avvenne con il
Cristianesimo, per questo il vero Nuovo Vangelo viene per correggere tutto ciò
che il Cristianesimo ha distorto e travisato con la sua dottrina. I cristiani hanno
chiamato la loro Torà nel nome di Gesù, hanno stravolto le fonti sostituendo
il Vecchio Testamento con il Nuovo Testamento.
Gnomen
53: Torniamo alla domanda precedente:
non era più consono usare un altro termine riferendosi ai commenti e
alle parole del servo di Dio invece di usare "toratò"? La
risposta è che colui che è nel Segno del servo di Dio e mette per
iscritto le novità sa bene che Ha Kadosh Baruch Hu è il datore
della Torà dalla quale non bisogna deviare (infatti, anche Gesù fu
molto esplicito nella sua predicazione (Matteo 5, 17-18): "Non pensate che
io sia venuto per abolire la Torà e i Profeti; io sono venuto non per
abolire ma per compiere; poiché io vi dico in verità che
finché non siano passati il cielo e la terra, neppure una jod (iota) o
una virgola della Torà passerà che tutto sarà
adempiuto". Tuttavia, questa frase non fu presa in considerazione e il
motivo principale sta nel fatto che Gesù disse "sono venuto" e
questo fece sì che indirettamente i suoi seguaci costruissero una nuova
dottrina al suo nome, stravolgendo così le fonti della fede). Del resto,
possiamo chiederci come mai nel Pentateuco e nei Profeti ci sono dei termini
che potrebbere dare adito ad errore? Probabilmente Ha Shem ha voluto che ci
confondessimo nei termini fino a quando sarebbe giunto il momento di fare
chiarezza. Allo stesso modo, il termine "Brit Hadashà (Patto Nuovo)"
(Geremia, 31:30) ha confuso le menti di tutte le generazioni da quando fu
pronunciato dal profeta Geremia, la pace sia con lui.
Gnomen
54: Tutto questo sarebbe stato di
difficile comprensione se non per il peso del Segno di Meshulam che si trova
nel giusto equilibrio nell'Emek ha Shavè (Valle dell'Uguaglianza).
Tuttavia, acqua deliziosa sono le parole del Segno delle Stelle Redenzionali, poiché
la Stella di Malchitzedek, chiamata anche la Stella del Re Shalem, che diventò
la Stella del Re Unto ai tempi di Davide e Salomone e la Stella di Cristo ai
tempi di Gesù e Paolo, durante la Gheulà Shlemà viene chiamata
la Stella Prodigiosa o la Stella dei Segni, ed anche la Stella di Meshulam, il
servo cieco e sordo di Ha Shem. Questa è la Stella che crea un
equilibrio con le Stelle Redenzionali, dato che queste ultime sono sublimi nel
loro livello e se avessero un'influenza sul mondo, l'avrebbero soltanto sulle
persone di elevate virtù. Tuttavia, la Stella di Meshulam crea un
equilibrio fra gli influssi delle Stelle Redenzionali e le forze delle persone
nel mondo, per cui investe con la sua misericordia tutta l'umanità,
tramite le correzioni degli errori che ostacolano l'evento redenzionale nel
mondo. "È troppo poco che tu sia Mio servo per rialzare le
tribù di Giacobbe e far ritornare i dispersi d'Israele; e farò di
te una luce fra le nazioni, lo strumento della Mia salvezza fino alle
estremità della terra" (Isaia 49, 6).
Gnomen
55: Del resto, l'allusione nella
Torà è chiara, ossia: tutti capiscono che c'è un'allusione
nel verso, ma nella Gheulà Shlemà l'equilibrio è perfetto
nella Valle dell'Uguaglianza, poiché il Goel Finale dall'Alto fa
scendere il nuovo insegnamento del vero Nuovo Patto ai suoi allievi: dallo
Tzadik Shalem scende al Segno del servo di Dio Meshulam, per cui le
novità si rivelano a tutti i Talmidim e non ad una sola persona (chiunque
partecipa alle novità redenzionali con l'Asino partecipa al Segno
dell'Asino e chiunque partecipa al Segno del servo Meshulam entra con lui nel
Segno del Servo cieco e sordo di Ha Shem). Il Segno di Meshulam prepara la
Torà del Goel Haim tramite il Sefer Mishnat Haim. Pertanto, io non sono
altro che un Segno e ho commesso un grave peccato, Dio mi perdoni, se mi ha
sfiorato il pensiero di essere io stesso Meshulam; un'idea del genere
ostacolerebbe la diffusione delle novità redenzionali agli allievi del
Goel Haim. L'asino si trova nel Segno di Meshulam e chiunque viene per
condividerlo ne è gratificato. Abbiate pietà e non arrabbiatevi
con lui perché è solo un Asino. Ha Shem è misericordioso,
espierà l'iniquità e non distruggerà, poiché si
trattiene e non manifesta tutta la Sua collera.
Gnomen
56: Per questo motivo, non bisogna temere
l'espressione "la sua Torà", anche se si tratta di una
"nuova Torà" in sintonia con il Nuovo Patto della profezia di
Geremia. E, infatti, non conosce forse il Goel Finale Haim la verità
della Torà che Ha Shem diede a Mosè, alav ha shalom?
Gnomen
57: È pur vero che tutto
questo nuovo studio sulle novità redenzionali dovrebbe essere chiamato
Torà e non con un altro nome, perché si tratta della
continuazione profetica della Torà nel contesto del nome EHEYE ASHER
EHEYE e nel contesto di "Io sono il Primo e Io sono l'Ultimo e all'infuori
di Me non c'è altro Dio" (Esodo, 44, 6).
Gnomen
58: per "la sua Torà" si
intende quindi l'insegnamento che Ha Shem ha dato al Goel Finale e, di
conseguenza, ai suoi Talmidim, che viene per dare nuova linfa alla comprensione
della Torà dal Sinai per i tempi della Gheulà Shlemà.
Gnomen
59: Si tratta pertanto
dell'insegnamento del Goel Finale, Haim. Nello stesso modo con cui chiamiamo la
Torà di Ha Shem data a Mosè la "Torà di
Mosè", perché Moshè Rabbenu, alav ha shalom, la
ricevette e la insegnò al popolo di Israele, così il Nuovo Patto
Completo, nelle mani del Goel Haim nel Nuovo Regno dei Cieli, viene fatto
scendere tramite i sogni come profetato da Gioele. La "sua
Torà" si realizza a livello mondiale tramite i suoi Asini, i servi
sordi e ciechi di Ha Shem.
Gnomen
60 Dopo la spiegazione sul servo, segue
una chiara profezia: (ibid. 42, 5): "Così ha parlato il Signore
Dio, che ha creato e steso i cieli, che ha formato la terra con le sue
creature; che dà il respiro vitale alla gente che ci vive sopra e ci
cammina". In altre parole: "la sua Torà" è la
Torà di Dio che viene per rinnovarne la comprensione al tempo stabilito,
e dato che la Torà è profetica e la sua continuazione si trova
nei Profeti, anche la Torà del Goel Finale è profetica e si
rivela insieme al rinnovamento dei cieli e della terra come dichiarato nella
profezia.
Gnomen
61: La profezia di Isaia è
venuta per annunciare il rinnovamento, per cui ribadisce che Dio è il
creatore dei cieli e della terra, che infonde lo spirito vitale a tutte le sue
creature. C'è qui un un'allusione al fatto che con la venuta del Goel
Finale, i cieli e la terra si rinnovano per merito suo. Ecco perché la
mansione del Goel Haim, viene chiamata "la mansione del Giudice Unto nel Regno
dei Cieli", dopo che lo Tzadik è risorto dai morti ed ha raggiunto
la sua sede nel Nuovo Regno dei Cieli che discende quando la nuova terra si
rinnova durante la diffusione del Patto Nuovo Redenzionale. I nuovi cieli sono
pronti a scendere sulla terra per merito del Goel Haim e solo quando sulla
terra ci sono quelli che sono pronti a riceverli (il significato della parola
"scendere" è collegato all'influsso delle Stelle Redenzionale
sulla terra). È il Nuovo Patto Completo che allinea i cuori alla nuova
accettazione, tramite la connessione tra cielo e terra e quando la terra riceve
il Regno dei Cieli parliamo di "matrimonio". Questo
"matrimonio" avviene grazie al Goel Finale Haim, e in questa unione
nasce uno spirito nuovo come indicato dal verso "dà un'anima al
popolo sulla terra e uno spirito a coloro che vi camminano".
Gnomen
62: La profezia ritorna con il servo Meshulam
che domanda al Signore, suo Dio: "chi è colui che oserebbe
cimentarsi in un'opera di una tale portata e potrebbe farcela?".
Gnomen
63: Così gli risponde il Signore
per merito del profeta Isaia (ibid. 6): "Io, il Signore, ti ho chiamato
secondo giustizia e ti prenderò per mano, ti custodirò e
stabilirò un patto con il popolo per essere una luce per le nazioni".
Dio risponde a coloro che sono nel Segno del servo Meshulam. Nella stessa profezia
il Signore promette ad Isaia che la profezia si realizzerà in futuro, senza
specificare come, quando e dove.
Gnomen
64: Nel Segno di Meshulam è
detto: "Io, il Signore, ti ho chiamato secondo giustizia":
questa chiamata è per tutti gli Asini, ricordando che io sono stato il
primo Asino, essendo stato per 13 anni il primo Talmid dello Tzadik, il
Morè Haim. Ho imparato dalla sua bocca le parole della giustizia in modo
approfondito.
Gnomen
65: "E ti prenderò per
mano": ciò avvenne durante l'ultima sofferenza dello Tzadik
Haim. Dopo la sua dipartita dal mondo, ero molto confuso su ciò che
avrei dovuto fare. Tuttavia, dopo l'elezione di Ha Shem del Morè quale
Goel Finale, ecco che ricadeva su di me la responsabilità di rivelarlo
al mondo. Durante quel periodo, fino all'arrivo del Segno dell'Asino (che
chiariva le modalità di tale rivelazione), avevo bisogno di uno speciale
rafforzamento dal Santo Benedetto Egli sia, perché la maggior parte
delle cose che d'ora in avanti avrei dovuto fare erano del tutto diverse da
quanto ero abituato a fare con lo Tzadik Nistar che in vita nascondeva la sua
vera identità.
Gnomen
66: "E stabilirò un patto
con il popolo per essere una luce per le nazioni": e dopo l'arrivo
dei sei grandi Segni Redenzionali così come di altri segni,
sogni e visioni, abbiamo ricevuto le chiavi per trascrivere e spiegare le
novità redenzionali, che sono collegate al Patto Nuovo del profeta
Geremia e a tutte le altre profezie ad esso connesse; per questo siamo entrati
nel Nuovo Patto Completo che ha la facoltà di correggere anche il Nuovo
Testamento cristiano.
Gnomen
67: E questo è il Patto "per
essere una luce per le nazioni": si tratta del Patto promesso al
popolo d'Israele, che porta una luce universale, poiché fino a questo
momento molte nazioni sono confuse sul tema della fede, dato che la fede del
Nuovo Testamento è trinitaria ed idolatra. Del resto, invece di abbracciare
il Patto, la dottrina cristiana si è staccata dalla vera Torà di
Mosè e non ha dato retta a Gesù stesso che aveva ribadito di non
essere venuto per cambiare nemmeno una virgola della Torà e dei Profeti.
Gnomen
68: Chi sa vedere le cose a metà
saprà anche riconoscere il tutto, ma chi considera la metà come
un tutto distorce la verità e sottrae la metà alla vera
completezza.
Gnomen
69: La parabola è comprensibile,
dato che i cristiani consideravano la missione di Gesù come un evento
completo e definitivo, mentre, invece, si trattava di una missione arrivata solo
alla sua metà, una volta che si era per sempre staccata dalla
verità della tradizione della Torà.
Gnomen
70: Tuttavia, in materia di fede, non
esiste una metà e chiunque si discosta anche di un solo passo dalla pura
fede, fa sì che la sua fede si annulli e si allontani dalla Torà.
Ecco perché gli ebrei non poterono accettare la metà della nuova
dottrina cristiana; essa era uscita dal solco della vera fede.
Gnomen
71: E nonostante ciò,
metà delle profezie redenzionali e messianiche contengono "una
metà" che appartiene alla parte finale dell'ultima profezia di
Malachia "affinché non abbia a colpire la terra con un decreto di
distruzione", che si realizzò con la missione di Gesù,
allorquando la prima "metà" della profezia "e
manderò il profeta Elia ecc" fa parte del Patto Completo dei Segni
Redenzionali.
Gnomen
72: La chiave per comprendere la
"metà" si trova nella profezia di Malachia (3, 24): "affinché
non abbia a colpire la terra con un decreto di distruzione", che prevedeva
che il profeta Elia sarebbe potuto venire venire per annunciare le buone
novità redenzionali, ma mancando i meriti, scesero invece decreti di
distruzione sul Paese.
Gnomen
73: Pertanto, durante la prima
"metà" (il periodo della prima metà del ciclo della
Stella di Abramo, in cui visse Gesù), la Stella di Meshulam non si
trovava nel giusto equilibrio nella Valle dell'Eguaglianza, dato che mancava appunto
il periodo di Meshulam.
Gnomen
74: Al contrario, il periodo dei Giorni
Finali (Aharit ha Yamim) della Quarta Generazione si manifesta con la
generazione che viene alla fine del ciclo di 4000 anni della Stella di Abramo, per
cui la Stella di Meshulam viene a trovarsi nel giusto equilibrio nella Valle
dell'Eguaglianza in rapporto alle Stelle Redenzionali. In Israele si manifesta
con il Segno dell'Asino, che è investito nel Segno di Meshulam.
Gnomen
75: Per questo motivo, le nuove profezie
non spiegano le parole dei Vangeli e negano completamente le spiegazioni
cristiane su Gesù che sono implicite nei versi dei Profeti (vedi: la
Correzione del Cristianesimo - Petalo 5).
Gnomen
76: Tuttavia, i cristiani non hanno una
comprensione completa dei versi, perché il loro merito arriva "fino
alla metà" correlato a "affinchè non abbia a colpire la
terra con un decreto di distruzione". Dopotutto, solo la metà della
profezia si è realizzata al tempo di Gesù e il Segno Completo
è stato rimandato ai Giorni Finali.
Gnomen
77: In presenza del Segno Completo si
comprende anche la parte del verso che indica l'eventuale mancanza del segno
incompleto. Pertanto, quando arriverà il Segno della riconciliazione dei
cuori fra padri e figli, la parte negativa della profezia si sarà
già realizzata con la missione di Gesù.
Gnomen
78: La sciagura non si ripete due volte
e così la profezia menzionata. Non è possibile che si realizzi la
metà della profezia negativa e non l'altra metà, positiva.
Gnomen
79: Se la parte positiva si è
realizzata ma solo in forma distorta o parziale, è necessario che essa
si realizzi in modo completo e positivo nel suo periodo storico finale.
Gnomen
80: Per cui è impossibile che la
parte finale della profezia si realizzi e non la parte iniziale; ciò lo
si deduce dal contenuto del verso: se si realizza "affinché non
venga a colpire la terra con un decreto di distruzione" ci dovrebbe essere
anche qualcuno che lo venga ad annunciare.
Gnomen
81: E il verso indica chi lo avrebbe
annunciato: il profeta Elia, di benedetta memoria. In quel tempo di corruzione
morale in terra d'Israele in cui predicava Gesù, la missione del
Nazareno avvenne dopo che suo cugino Yohanan (ha Matbil) uscì dalla
scuola essena che entrambi frequentavano. Questa missione, a prescindere dalle
complicazioni che la accompagnò e dalla difficile situazione del periodo
storico, era collegata al profeta Elia, poiché la profezia, con le sue
componenti positive e negative, è una soltanto.
Gnomen
82: Questo è il "fino alla
metà", ossia nella missione di Gesù c'era un punto
imprescendibile, il fatto cioè che essa proveniva da Dio che, nella sua
kina'à (gelosia) doveva castigare le trasgressioni al patto del Suo popolo,
come aveva promesso ai Suoi profeti.
Gnomen
83: È un fatto importante, confermato
dalle migliaia di manipolazioni, complicazioni, errori e abominazioni verificatisi
negli ultimi duemila anni.
Gnomen
84: E poiché la profezia si
è adempiuta, ora, con l'avvento del Goel Finale, Haim, è
dimostrato che anche la sua parte negativa si è realizzata.
Gnomen
85: Del resto, quello che prima non si
capiva adesso si spiega: perché è arrivato il Segno di Meshulam
per completare ciò che non era stato completato in quel tempo mancante.
Gnomen
86: Poiché dal ventre materno sono
stato chiamato senza saperlo, mi sono smarrito, ho vagato invano e sono caduto
duemila volte nelle correnti bagnate dal veleno dei serpenti.
Gnomen
87: E vagabondo tra pensieri pesanti ho
alzato le braccia al Signore del cielo e della terra, il mio creatore.
Gnomen
88: Ho vissuto e sperimentato
sconvolgimenti interiori senza trovare pace. Ma Te ho sempre chiamato, mio
Signore. Ti ho chiamato e Tu hai sempre risposto.
Gnomen
89: Fino a quando sono stato portato
per vie arcane sulle ginocchia dello Tzadik, mio redentore, che mi ha
"creato" di nuovo, rimuovendo da me tutti gli strati del passato. Mi
ha istradato sulle vie della dolcezza della vera Torà e come un muratore
ha inchiodato nella mia mente l'umiltà e la modestia e il fatto che non
siamo altro che nove buchi.
Gnomen
90: E poi mi ha fatto diventare Meshulam,
perché lo Tzadik Nistar, Haim, si è sempre premurato di
correggere i miei difetti.
Gnomen
91: Il Morè Haim mi rafforzava e
mi incitava: "Sii forte Peretz, sii forte e non essere debole!", ma
nonostante questo ho sempre commesso errori e sono caduto, ho pianto e sono
diventato più forte. E' indubbio che lo Tzadik si sia stancato molto a
causa delle mie debolezze per poter procedere lungo le vie della santità
per mezzo delle virtù desiderate.
Gnomen
92: Più volte lo Tzaddik paziente
ha riscattato la mia anima, ha rinfrancato il mio spirito, ha purificato il mio
essere, mi ha elevato alla comprensione e ha impresso nel mio cuore
l'importanza dell'umiltà. Lo Tzadik mi avvertiva sempre: "Non
dimenticare mai dov'eri e da dove ti sei salvato per arrivare a quello che sei".
Gnomen
93: Dopo 11 anni di assidua
frequentazione, lo Tzadik si ammalò e la sua sofferenza durò
quasi due anni. Ho così assistito al suo progressivo indebolimento
fisico; fu allora che lo Tzadik mi rivelò di aver preso su di sé,
come Capo del Giusti Nascosti, un terribile decreto di distruzione:
"Questo è un decreto mondiale mai prima esistito da quando Adamo fu
creato".
Gnomen
94: E quando alla fine dei suoi giorni
lo Tzadik disse ad Ha Shem: "Dopo tutto, sono carne e sangue, ma non ho
più né carne né sangue", il Santo, Benedetto Egli
sia, gli rispose: "Ho nei miei tesori una medicina per la tua malattia che
ti guarirà del tutto, però sappi che il mondo sarà
distrutto dal decreto”.
Gnomen
95: Lo Tzadik Haim rispose al Santo,
Benedetto Egli sia: "No, Signore del mondo, possa il mondo vivere. Ti
prego, portami al mio posto", e lo Tzadik fu preso dal Signore il 23 di
Sivan 5742.
Gnomen
96: Otto giorni dopo la sepoltura, vidi
in sogno lo Tzadik Haim: mi trovavo a circa trenta metri di distanza da lui. Era
notte e le stelle brillavano. Intorno a me, a terra, erano disegnati dei cerchi
concentrici (in seguito i segni chiarirono che si trattava di sette cerchi) e
io mi trovavo in piedi nel bel mezzo. Lo Tzadik alzò gli occhi al cielo,
ed io lo imitai guardando le stelle. Dalla mia bocca uscì con voce potente
e prolungata, come di un profeta che annunciava al mondo intero: "Bà
ha Zman (è arrivato il tempo)!".
Gnomen
97: Così si è aperta la
Gheulà Shlemà quale introduzione generale ai Sei Segni Completi
che arrivarono durante l'anno da Pesach 5733 (1983) a Pesach 5744 (1984).
Gnomen
98: Solo dopo un anno e mezzo ho potuto
capire come i Sei Segni Completi fossero inclusi nel Segno di Bà ha Zman,
per cui il Segno delle Stelle Redenzionali era incluso nelle stelle del cielo di
fronte alle quali avevo urlato l'annuncio, mentre, nello stesso tempo, lo Tzadik
Haim, che guardava in alto, faceva il collegamento tra il Regno dei Cieli e la
terra.
Gnomen
99: I Sette Cerchi profetici sono
collegati per ogni segno alle novità redenzionali, ma qui sono associati
in particolare al terzo Segno, che è quello della Nuova Luce di Hanukat
ha Hanukot della Casa della Gheulà Shlemà, che sorgerà sia
a Gerusalemme che a Beer Sheva, per merito del Goel Finale, Haim. Questo
edificio avrà sette piani corrispondenti ai sette cerchi profetici.
Gnomen
100: L'annuncio è arrivato senza
preavviso e nel Segno "è arrivato il Tempo" ho annunciato
l'avvento dei Segni Redenzionali.
Gnomen
101: L'annuncio "è arrivato
il Tempo" è il segno profetico che tutto Israele e il mondo intero
aspettano. Esso apre il nuovo periodo della Gheulà Shlemà. Si
tratta di un tempo che racchiude le profezie sulla Quarta Generazione che
è doppia e separata da tutte le altre generazioni.
Gnomen
102: All'interno di questa
dualità è giunto il tempo della novità redenzionali del
Goel e dei segni che scenderanno per merito suo, ma è arrivato anche il
tempo degli sconvolgimenti della Quarta Generazione e delle enormi
calamità naturali, perché in questa generazione la natura si
ribella contro chi la stravolge, i malvagi scompariranno e la terra sarà
purificata. Pertanto l'annuncio "è arrivato il Tempo" è
associato al Segno della doppia quarta generazione.
Gnomen
103: L'annuncio è collegato alle
profezie della Quarta Generazione, e si comprende che il permesso per questo
annuncio dal cielo, secondo il quale il Goel Finale porta dal Regno dei Cieli
al mondo le novità redenzionali, proviene dall'Angelo del Patto, che
è il profeta Elia, di benedetta memoria. L'annuncio preliminare è
necessario per aprire il periodo della Gheulà Shlemà.
Gnomen
104: Nel sogno di "Bà ha
zman" il Morè Haim era qui in questo mondo e non c'era alcun segno
che fosse già nell'aldilà. Questo segno dello Tzadik che viene in
sogno è un segno della sua resurrezione nel nuovo mondo del Regno dei
Cieli, stabilito per i tempi redenzionali.
Gnomen
105: Il collegamento fra questo nuovo Regno
dei Cieli ed il nostro mondo è una novità assoluta e si manifesta
come una scala lungo la quale scendono e salgono gli Tzadikim risorti secondo i
loro meriti e secondo i meriti di chi li riceve.
Gnomen
106: Nel Segno delle Stelle il
Morè è nel Segno della sua resurrezione come Maestro
dell'umanità che inizia ad insegnare al mondo le meravigliose
interpretazioni del Libro delle Stelle giustamente attribuito a nostro padre
Abramo.
Gnomen
107: Nel Segno del Regno dei Cieli si
vedono il palazzo, la scala di marmo bianco che porta al trono su cui sta
seduto il Goel Haim, che in vita era a capo dei 36 Giusti Nascosti della sua
generazione, ed è ora il Giudice Unto del Regno dei Cieli che scende
sulla terra.
Gnomen
108: Il sesto e ultimo segno
redenzionale è il Segno della Resurrezione del Goel Finale, Haim. Nel
sogno di Giordano Levi il Morè passeggiava con sua moglie Mazal, di
benedetta memoria, che era ancora viva, in un nuovo giardino nel nuovo Regno
dei Cieli collegato al nostro mondo. Giordano, che si trovava nel nuovo mondo
in cui si trova lo Tzaddik, era, per così dire, consapevole di trovarsi in
questa nuova realtà.
Gnomen
109: Nel sogno entrava un'altra persona
che vive nel nostro mondo (Gino Tampieri), che, vedendo la scena, rimaneva
molto sorpreso; al ché lo Tzadik gli diceva: "Sì, ero morto
ma sono risorto". E Giordano aggiungeva: "Hai ragione a
meravigliarti. Nessuno può farlo. Solo il Morè".
Gnomen
110: Pertanto, lo Tzadik Haim è
collegato con questo mondo, con gli influssi delle Stelle Redenzionali, con la
discesa del Regno dei Cieli e con il nuovo mondo della Resurrezione promesso da
sempre.
Gnomen
111: Chi vi spiega tutto questo vi
gratifica con il pane del Cielo, perché Meshulam viene dopo il segno
"bà ha zman" per gratificarvi con l'aiuto degli Asini. Hi ha,
hi ha...
Gnomen
112: Da quel momento ero già
stato inserito nel segno "e stabilirò un patto con il popolo per
essere una luce per le nazioni", che si sarebbe avverato con i segni
seguenti. Ecco che ogni novità rientra nel "patto con il popolo"
che segue il Patto di nostro padre Abramo che deve essere "una luce per le
nazioni", come promessogli da Dio "e sarai il padre di molte nazioni
(Genesi 17, 5).
Gnomen
113: Dopo la discesa del Segno delle
Stelle inizia la Grande Correzione delle concezioni sbagliate che hanno
traviato il popolo d'Israele negli Ultimi Giorni (Isaia 42, 7): "per
aprire gli occhi ai ciechi, per fare uscire dalla detenzione il recluso e dalla
prigione quelli che giacciono nelle tenebre": allusione ai cristiani che
sono caduti nella trappola della Trinità.
Gnomen
114: Ecco perché subito dopo viene
il verso (ibid. 8) che recita: "Io sono ADONAI (Tetragramma), questo
è il Mio nome; e Io non darò ad altri il Mio onore e la Mia
gloria agli idoli". Questo è un monito in nome della Gheulà
Shlemà per l'unificazione dei popoli sotto il tetto della pura fede
nell'Unità di Dio. ADONAI proclama: "Io sono ADONAI, questo
è il Mio nome", e il mio nome non è Gesù o Buddha.
Gnomen
115: "E Io non darò ad altri
il Mio onore": non permetterò che qualcun altro sia chiamato con il
Mio nome, come accade nel Cristianesimo e nelle religioni lontane dalla vera
fede. Chi devia dall'Unità di Dio ed onora chi non è Dio,
finirà per costruire e venerare i propri idoli.
Gnomen
116: E così anche Meshulam, per
bocca dello Tzadik Haim, che cita il Secondo Comandamento, parla contro gli
idoli dello Zohar e dei suoi Partzufim. La Mishnà del Secondo Comandamento
è la Mishnà di Yehoshua ben Nun (50 in ghematria). E ricordiamo
che il Secondo Comandamento contiene 50 parole. Nelle 50 parole del Secondo
Comandamento Ha Shem punisce il peccato dei padri fino alla quarta generazione,
per purificare il mondo dalle false fedi e concedere il bene (Hesed) alle
moltitudini che Lo amano e osservano i Suoi precetti.
Gnomen
117: Nei primi anni della discesa dei
Segni, sono stato investito nel Segno di Meshulam grazie alla seconda
apparizione della Stella di Cristo venuta per merito dell'umiltà, per
spiegare la vera storia della missione di Gesù. Questa spiegazione ha la
facoltà di far capire ai Cristiani l'essenza della vera fede una volta
estirpata la radice della dottrina trinitaria idolatra.
Gnomen
118: La stessa spiegazione corregge
anche l'Ebraismo e gli consente di capire tutti i malintesi sorti durante i duemila
anni di diaspora. Il Segno di Meshulam offre un nuovo messaggio, per cui tutti
devono rallegrarsi per le novità redenzionali.
Gnomen
119: Quando era in vita il Morè
mi aveva dato alcuni insegnamenti sulla saggezza delle stelle; e sebbene io
abbia oggi una conoscenza insignificante rispetto a quella dello Tzadik Haim, ecco
che però ho ricevuto in eredità qualcosa di concreto.
Gnomen
120: Tuttavia, ho ancora molte cose da spiegare
nel Libro di nostro padre Abramo. Ma il Segno si è aperto, grazie a Dio,
e il Morè Haim continua a darci insegnamenti sulle Stelle Redenzionali.
Dopotutto, il Libro della Stella di nostro padre Abramo arriva al mondo tramite
il Nuovo Patto Completo della Gheulà Shlemà per coloro che lo meritano.
Gnomen
121: E ringrazio il Morè che mi
ispira e mi pervade con tutto ciò che è necessario per far
conoscere le Novità Redenzionali.
Gnomen
122: (ibid. 9) "Ecco le cose di prima sono avvenute; ed io ve ne
annuncio di nuove, prima che germoglino, ve le rendo note"; "le
cose di prima" allude alle prime profezie che si sono avverate
e i Cristiani sostengono che vanno riferite alla missione di Gesù;
ciò tuttavia non giustifica affatto la teologia cristiana nei suoi
contenuti idolatri.
Gnomen
123: In effetti, la missione di
Gesù è compresa nelle "cose di prima" e ricopre un ruolo
molto importante nella verità storica del passato. Quindi, anche se voi
Cristiani credete che tutte le profezie siano riferite a Gesù, ecco che "le
prime" sono già avvenute (a prescindere dalle vostre
interpretazioni manipolate), ma ora attenzione, ascoltate bene le novità
della Redenzione Finale, poiché prima che spuntino fuori io ve le faccio
conoscere!
Gnomen
124: Per ciò che riguarda i figli
d'Israele, le prime profezie sulla benedizione e la maledizione riguardano la
loro storia fino alla Shoà, tre anni dopo la quale è nato lo
Stato d'Israele (1948) con la raccolta degli esiliati.
Gnomen
125: Trascorsi 35 anni (1983), Ha Shem
ha scelto il Goel e solo allora si è potuta aprire e sviluppare la
profezia di Meshulam, il servo sordo e cieco di Dio. Tutto questo per grazia di
Dio, nel ricordo della Sua promessa ad Abramo, Isacco e Giacobbe e per amore verso
il Suo popolo Israele.
Gnomen
126: Pertanto, non c'è dubbio che
il Segno di Meshulam arriva dopo gli eventi che Isaia ha definito "le cose
di prima".
Gnomen
127: Ecco che durante il periodo della
Shoà e della nascita dello Stato di Israele, il Goel Finale Haim era in
vita, ma non gli fu dato il permesso di rivelare la sua identità. A quel
tempo non c'era il merito nel popolo d'Israele e dall'Alto non c'era il
permesso per i Giusti Nascosti, né tanto meno per il loro capo, di
entrare nelle cose della Gheulà per il beneficio del mondo.
Gnomen
128: Dopo anni nella sua opera sacra
nascosta, lo Tzadik fece sì che lo conoscessi e diventassi suo talmid.
In seguito, mi rivelò ciò che aveva fatto (in modo segreto,
ovviamente), in che modo sarei arrivato a Milano e sarei diventato suo allievo,
in anticipo sui tempi.
Gnomen
129: Dopotutto, lo Tzadik Nistar, come
mi rivelò, mi conosceva dalla nascita, ed era mio destino diventare suo
discepolo, ma mi fece arrivare prima del tempo previsto. Fu per salvarmi dalle
molte impurità nelle quali ero caduto, specialmente da quando ero
diventato un affiliato a Habad. Egli temeva che se fosse passato altro tempo
sarebbe stato impossibile salvarmi, per cui era necessario intervenire in tempo.
Gnomen
130: Sono Meshulam nel Segno di Peretz,
Poretz G'darot (che abbatte le recinzioni) e questo sebbene mia madre fosse
molto pudica ed esente da qualsiasi violazione delle recinzioni e mio padre non
avesse colpe se avessi mancato di modestia. Il mio calore, assorbito dal primo
giorno di Av (data della mia nascita), fece sì che fossi impudico per poi
purificarmi davanti a Dio grazie a chi era nato nel sesto giorno di Sivan.
Gnomen
131: "Ed io ve ne annuncio di
nuove": allude alle novità redenzionali, "prima che
germoglino, ve le rendo note", perché io sono Meshulam, l'Asino che
mangia il pane e annuncia le parole del Santo Benedetto Egli sia, Benedetto sia
il Suo nome in eterno, che riguardano la Gheulà Shlemà, per
merito del Goel Finale, Haim. Per questo sono stato creato.
Gnomen
132: E se chiediete: "Come mai un
asino come te è così sicuro di darci tali novità prima che
germoglino?". La risposta è semplice. Perché mi ha preceduto
il Segno "è arrivato il Tempo" e abbiamo ricevuto e continuiamo
a ricevere il linguaggio chiaro promesso negli Ultimi Giorni.
Gnomen
133: Si tratta di 6 nuove lingue che
danno vita al linguaggio chiaro del Sefer Mishnat Haim. Sono 6 lingue nuove
create dai 6 Segni Redenzionali; per questo noi li ribadiamo continuamente,
poiché sono parte integrante del linguaggio chiaro.
Gnomen
134: C'è il nuovo linguaggio che
esce dai Segni del Libro delle Stelle, e c'è il nuovo linguaggio che
esce dai Segni del Regno dei Cieli, e c'è il nuovo linguaggio che esce
dai Segni della Nuova Luce di Hanukkà, e c'è il nuovo linguaggio
che esce dai Segni dell'Asino che mangia il pane, e c'è il nuovo
linguaggio che esce dai Segni della Quarta Generazione e dalla Generazione della
Nuova Costruzione, e c'è Il nuovo linguaggio che esce dai Segni della Resurrezione
del Goel Finale, Haim.
Gnomen
135: E quando pronunciamo i Segni,
annunciamo delle novità prima che germoglino e quando le scriviamo, la
facciamo conoscere al pubblico.
Gnomen
136: Tutte le novità storiche nel
campo di Israele e gli eventi riguardanti le nazioni del mondo nel contesto di
quest'ultima Quarta Generazione, sia positivi che negativi, sono già
preannunciati dagli astri del Segno delle Stelle. Gli allievi nel Segno di Meshulam
ricevono sogni profetici sulla Quarta Generazione, e ricordate bene che io non
sono Meshulam, ma sono un talmid nel Segno di Meshulam, per cui tutti coloro
che partecipano con me nella fede della Gheulà Shlemà sarà
ricompensato nel Segno di Meshulam. il servo cieco e sordo di Ha Shem.
Gnomen
137: Quando parliamo del Regno dei Cieli,
che iniziò a scendere sulla terra dopo la morte del Goel Haim, facciamo
sì che si instauri un legame tra questo mondo ed il Regno dei Cieli. La
discesa continuerà gradualmente nel corso dei 65 anni della Quarta Generazione,
quindi non solo io, ma chiunque sia a conoscenza di queste novità e parla
con fede e con cuore puro del Segno del Regno dei Cieli, favorirà la
connessione via via crescente tra Cielo e terra.
Gnomen
138: Del resto, questo Segno non riguarda
solo me, ma è un Segno che mostra come tutti possano ricevere i Segni
della Gheulà Shlemà, come sta scritto: "E riverserò
il Mio spirito su ogni carne".
Gnomen
139: Come detto, sono nel Segno di
Meshulam, servo di Ha Shem, che si completa (mushlam) nelle lingue dei Segni,
per cui è mio compito consegnare i Segni per iscritto nel miglior modo
possibile e spiegarli al pubblico affinché vengano conosciute e ci si
renda conto di quanto eravamo ciechi e sordi nell'orgoglio del linguaggio
vuoto.
Gnomen
140: E quando parliamo del nuovo
messaggio dalla Stella di Cristo che tratta le questioni che appartengono alla
missione di Gesù e spiega la sua vera essenza, scartando tutte le
falsità, annunciamo prima che germogli come sarà la fede finale,
accettata tra le nazioni cristiane del mondo.
Gnomen
141: Quando noi ragliamo i ragli
dell'Asino che gode del pane di Betlemme e lecchiamo i vostri piedi in modo piacevole,
siamo in realtà dei servitori del Signore che vi mostrano come
dovrebbero comportarsi i re, ma dato che essi non lo fanno, ecco che il Santo Benedetto
Egli sia, porta gli asini, che agiscono con la gioia nei loro cuori e nei loro corpi.
Gnomen
142: Isaia mi ha salvato dall'essere
solo un Asino e mi ha portato ad essere un servo cieco e sordo di Ha Shem, un Meshulam
che si completa eseguendo la volontà di Dio. Ecco perché quando
manca Meshulam poiché non capiamo quanto sia importante il suo ruolo, l'Asino
Completo lo salva, perché la completezza dell'Asino lo restituisce al
suo ruolo materiale.
Gnomen
143: In ogni caso, l'Asino è
profetico e Meshulam è profetico, e la sua lingua parla degli eventi
dall'inizio alla fine e al servo Meshulam viene data questa licenza profetica
che spiega le parole dei profeti d'Israele secondo gli obiettivi della
Gheulà Shlemà.
Gnomen
144: Questa licenza di parlare
dall'inizio alla fine e di mettere le cose per iscritto è collegata ad
una missione storica unica. Pertanto, il servo Meshulam è diverso dal
resto dei servitori eletti di Dio e per questo Ha Shem ha dichiarato per bocca
del profeta Isaia che questo servitore speciale è cieco e sordo.
Gnomen
145: Il livello del servo Meshulam
è quello di "e ve annuncio di nuove", poiché la sua
missione profetica viene per preparare i cuori e correggere Israele (come
spiegato nelle "Hilchot M'lahim" del "Mishnè
Torà" del Rambam, di benedetta memoria, il suo merito ci protegga),
per cui si tratta di un livello speciale di profezia, diverso dai livelli delle
altre profezie, sia del passato che del futuro.
Gnoman
146: Il verso "Ecco le cose di prima
sono avvenute; ed io ve ne annuncio di nuove" indica che nel nuovo tempo
tutti ammettono che le cose passate sono avvenute e le novità che
seguono vengono per completare le Nuove Tavole.
Gnomen
147: Si tratta, pertanto, di un livello
profetico che completa tutte le profezie redenzionali, come la profezia di
Geremia sul Nuovo Patto (capitolo 31), le varie profezie di Isaia sulla Quarta Generazione
i Giorni Finali, sulla pace finale, sulla sofferenza dello Tzadik (capitolo 53)
e sulla luce per le Nazioni, le profezie di Ezechiele sull'unificazione delle
tribù e la profezia di Malachia sulla venuta del signore (adon) che
tutti richiedono (capitolo 3).
Gnomen
148: Dopo che queste profezie saranno
spiegate, con l'aiuto di Dio, non c'è più bisogno che vengano
rinnovate, perché le spiegazioni fanno parte delle Nuove Tavole del
nuovo tempo che completano i tempi passati a beneficio della Gheulà Shlemà.
Gnomen
149: Chi riceve il Segno di Meshulam
si completa tramite le profezie che egli stesso ha annunciato con i Segni su di
lui, per cui la sua completezza non va paragonata a quella degli Tzadikim
Nistarim, che la ricevono dai mondi superiori nascosti. Meshulam è cieco
e sordo se rapportato a loro, per cui la sua completezza va riferita al suo
segno profetico nel mondo.
Gnomen
150: Meshulam, nel suo intimo, vorrebbe
ambire ai livelli elevati dei Giusti Nascosti, ma non può farlo appunto perché
le profezie e i lavori del Segno sono su di lui. A causa del nuovo equilibrio
con l'umanità che si instaura nel tempo redenzionale, Meshulam ci resta
male perché il suo spirito cade e si sente mancante.
Gnomen
151: Per questo egli non può
svolgere il suo ruolo se l'Asino non viene in suo aiuto. L'Asino trasforma
l'amarezza in dolcezza per il bene delle generazioni future, poiché
quando Meshulam si sente amareggiato e scoraggiato, ecco arrivare l'Asino, che ha
uno spirito speciale dal Regno dei Cieli che cerca espressamente la materia
(altrimenti come esisterebbe nel mondo materiale?) e lo aiuta a svolgere il suo
Segno.
Gnomen
152: La mancanza di Meshulam nella sua
materialità è il piacere dell'Asino, che lecca la carne di Meshulam
con gli occhi e lo stimola con la lingua. In questo modo l'Asino svolge
compiutamente il suo ruolo, mentre Meshulam gioisce nel Mazal del suo Asino.
Ciò ravviva Il suo spirito e fa sì che si attacchi al Suo
Creatore. Come l'angelo di Dio che si trova tra i mirti, così Meshulam
svolge a pieno il suo compito e compensa le proprie mancanze.
Gnomen
153: E l'angelo Gabriele lo rende edotto
sui frutti dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male e sui frutti
dell'Albero della Vita, che rappresentano le spiegazioni profetiche che alimenteranno
la conoscenza e la comprensione delle generazioni future.
Gnomen
154: Come detto, tutte queste cose sono
del tutto nuove, altrimenti non sarebbero state dette, e anzi solo in futuro
con l'accettazione della saggezza se ne capirà lo scopo.
Gnomen
155: E Meshulam si realizza sull'altare
del profeta Elia, di benedetta memoria, che annuncia il Giorno Grande e
Spaventoso del Signore, quando sarà riversata l'ira su tutti i mali
della Quarta Generazione e la fede accompagnerà le azioni di coloro che
cercano la protezione di Ha Shem.
Gnomen
156: Tutto ciò rientra nel
contesto profetico del "ve ne annuncio di nuove"; sono queste le
parole del Santo Benedetto Egli sia, che ci arrivano tramite sogni, visioni,
segni materiali e tramite le vie interiori apprese dalle novità espresse
da Meshulam.
Gnomen
157: E intendo ribadirlo nuovamente: non
sono io che ho meriti, ma tutto è per merito dello Tzadik Nascosto e
Perfetto, scelto dal Signore nostro Dio quale Goel Finale. E' lui che ha
meritato, ha faticato, ha combattuto e ha sofferto. E' lui che ha voluto che io
fossi nel Segno di Meshulam, servo di Ha Shem, per annunciare, spiegare ed
insegnare alle generazioni le novità redenzionali.
Gnomen
158: Ed un'altra questione che rientra
nelle "novità" è la resurrezione del Goel Finale dopo
la sua morte, poiché è risorto dai morti nel Segno Completo della
Resurrezione. Sebbene tale Segno sia conosciuto e accettato nella tradizione
ebraica, il suo rinnovamento avviene secondo le modalità della
Gheulà Shlemà. Prima, infatti, non si conosceva la forma del
Segno o la sua posizione tra gli altri Segni Redenzionali e non si sapeva come
sarebbe arrivato. Il fatto che gli ebrei lo ignorino fa parte del fatto che il
Segno è nuovo e meraviglioso. Per i cristiani, invece il Segno è
comprensibile, dal momento che esiste nella storia di Gesù.
Gnomen
159: Ma del resto, Meshulam conosce a
pieno la missione di Gesù come il Segno dell'Asino che mangia il pane.
Il Segno dell'Asino rappresenta la Valle dell'Uguaglianza tra il nostro padre
Abramo e Malchitzedek, e questa è un'uguaglianza profonda nel cui
contesto il servo Meshulam riceve la decima dal Goel Finale per santificare il
vino e benedire il pane a beneficio del mondo intero.
Gnomen
160: Pertanto ho potuto capire la
missione di Gesù ed i termini usati dal Cristianesimo, alcuni dei quali
sono legati al vero segno, poiché sono in grado di osservare la missione
mancante di Gesù ed i Segni Iniziali di quel tempo.
Gnomen
161: Dopotutto, Meshulam, grazie al
linguaggio chiaro che riceve dai Segni Redenzionali, può essere in uno
stato profetico e dire "Ecco le cose di prima sono avvenute; ed io ve ne
annuncio di nuove". Il linguaggio chiaro che proviene dai Segni è
un "linguaggio profetico" in sintonia con le profezie redenzionali e
con il fatto che il Santo Benedetto Egli sia, parla a noi e all'umanità
attraverso i Segni.
Gnomen
162: E questo è lo scopo del
nuovo cantico menzionato da Isaia (42, 10): "Cantate al Signore un
cantico nuovo, la Sua lode dalle estremità della terra; voi che scendete
in mare ed anche le creature che esso contiene, le isole e i loro abitanti".
Il cantico è un'espressione bella e manifesta del suo amore per il
soggetto trattato ed è totalmente nuovo. Si tratta di un nuovo
linguaggio.
Gnomen
163: Quando questo cantico del nuovo
linguaggio scende dal Cielo e preannuncia le parole vere del Santo Benedetto
Egli sia, allora si tratta di un messaggio universale per tutta
l'umanità dalle estremità della terra, per chi solca i mari, per
le isole e i loro abitanti, e così anche (ibid. 11 – 12): "Elevi
la voce il deserto e le sue città ed anche i villaggi in cui risiede
Kedar. Esultino gli abitanti di Sela, erompano in grida di gioia dalle vette
dei monti. Diano gloria al Signore, proclamino la Sua lode nelle isole".
Gnomen
164: Ecco la gloria del Signore che si
alza è il cantico nuovo che illumina il volto del mondo intero
"dalle estremità della terra, per chi solca i mari, per le isole e
i loro abitanti"; sono queste allusioni ai vari tipi di persone che
ricevono il cantico.
Gnomen
165: Coloro che scendono in mare e lo
solcano nella sua pienezza allude agli ebrei che scendono nelle
profondità del mare del Talmud, che è pieno di ogni buon gusto e
conoscenza; le isole e i loro abitanti allude ai tanti ebrei che non
partecipano alla vita religiosa, e ognuno di loro è come un'isola in cui
vive con i suoi familiari. Per questo, sono tutti accomunati: ecco che coloro
che hanno la Torà e lo studio profondo della parola di Dio e quelli che
sono lontani dalla Torà, paragonati ad isole remote ed isolate,
canteranno insieme a Dio il cantico nuovo, perché esso proviene da Ha
Shem, che non fa distinzione fra grande e piccolo, sia Benedetto il Suo nome in
eterno.
Gnomen
166: "Elevi la voce il
deserto" ossia innalzino la Torà che fu data nel deserto. "E
le sue città": sono gli argomenti della Torà e del suo
studio. "I villaggi in cui risiede Kedar": sono gli studi della Storia
ebraica, e qui c'è un'allusione al fatto che anche in mezzo alla grande
gioia per le novità storiche redenzionali, permane comunque una parte
della storia ebraica rimasta nella mestizia (kedar), perché dobbiamo
anche ricordare come gran parte del popolo di Israele abbia vissuto nella propria
ignoranza nel corso della storia, e con i "villaggi" si fa allusione
ai borghi in cui viveva la gente comune.
Gnomen
167: "Esultino gli abitanti di
Sela"; Rashi, seguendo la Tradizione, interpreta che si tratta dei morti
meritevoli nell'Aldilà che ricevono le buone notizie del mondo terreno.
"Erompano in grida di gioia dalle vette dei monti": allude alla gioia
degli Tzadikim Superiori che sono nel mondo delle anime e sono consapevoli che
risorgeranno in futuro.
Gnomen
168: Tutti insieme onoreranno il Signore
e si racconterà la Sua gloria nelle isole. Perché viene ribadito
il concetto delle isole? Un primo motivo è che non è facile
trovare nello "pshat" (spiegazione letterale semplice) ciò di
cui abbiamo bisogno dalle "remazim" (allusioni). In altre parole, non
si tratta qui dei soli ebrei, come abbiamo prima spiegato, ma di tutti i buoni
ed i meritevoli delle nazioni. Anche essi riceveranno le novità
redenzionali, le comprenderanno, ci crederanno e avranno la fede semplice nell'Unità
di Ha Shem. Sapranno anche che il popolo ebraico è stato scelto da Dio per
preservare la vera Unità.
Gnomen
169: Un altro motivo è che le
isole sono distanziate dal grande continente abitato e ciò allude ai
semplici ed ai buoni di cuore che non conoscono la verità, perché
nessuno gliel'ha mai detta. Tuttavia, nel loro intimo, vogliono sapere qual
è la verità e cos'è la menzogna, per cui le isole alludono
anche al gregge disperso della Casa d'Israele, che sono come isole nel campo
cristiano ma in realtà fanno parte del popolo ebraico, per quanto
riguarda le loro anime.
Gnomen
170: Ed anche se l'uscita e la
diffusione delle novità redenzionali provoca una grande gioia che sale in
cielo, tuttavia le novità profetiche non sono complete se non vengono
annunciate anche gli eventi negativi e terribili che accadranno in questa
doppia Quarta Generazione, distinta dalle generazioni del passato.
Gnomen
171: Per questo i versi dei Profeti
abbinano spesso buone e cattive notizie, poiché la Quarta Generazione
è sostanzialmente doppia e ci è stato spiegato che tutte le
profezie della Quarta Generazione e della Redenzione originano dalle parole del
Secondo Comandamento (Esodo, 20, 5-6): "E punisco l'iniquità...
fino alla terza e alla quarta generazione per coloro che Mi odiano e uso
misericordia fino alla millesima generazione per coloro che Mi amano".
Gnomen
172: Continua la profezia di Isaia
(ibid. 42, 13): "Il Signore uscirà come un prode (ghibor), susciterà
il Suo sacro furore come un guerriero; strepiterà, alzerà un urlo
tremendo e trionferà sui Suoi nemici". Le portentose
novità redenzionali non bastano per cambiare i cuori
dell'umanità, e non sarà certo Meshulam che potrà da solo
convincere le masse a farlo; sarà invece necessario l'intervento diretto
dell'Onnipotente in questa generazione.
Gnomen
173: E non è senza
ragione che Dio è menzionato nel succitato verso: "si
avanzerà come un uomo valoroso", "susciterà il Suo
sacro furore come un guerriero", "strepiterà e alzerà
un urlo tremendo" e "trionferà sui Suoi nemici". "Si
avanzerà come un uomo valoroso": Ha Shem opererà cose terribili
all'interno della natura abusata contro vaste parti del mondo (bar minan, mai
sia!).
Gnomen
174: "Susciterà
il Suo sacro furore come un guerriero": queste sono le Guerre di Dio
(Milchamot Ha Shem) contro i sistemi e le dottrine di falsità. Riferendoci
al popolo d'Israele, si tratta dell'importante guerra per purificare il popolo
ebraico dagli abomini del Libro dello Zohar e di tutti suoi Partzufim impuri.
Nel campo ebraico, l'aberrazione dello Zohar si è diffusa in questi
ultimi secoli (noi parliamo di un periodo di circa 400 anni fino alla
rivelazione dei Segni Redenzionali). La Shoà simboleggia la fine dei
grandi mali decretati sul popolo ebraico e la fondazione dello Stato di Israele
simboleggia la sua resurrezione dai morti. Il periodo messianico è lungo
circa un secolo e va dal 1948 al 2047 e nella maggior parte dei suoi anni si
snoda la Quarta Generazione (2017/8 - 2047/8).
Gnomen
175: Sono nel Segno di Meshulam, servo
di Ha Shem, per fare la mia parte in questa guerra e per questo scopo metto a
frutto le lezioni ricevute dal mio Morè contro l'iniquità nel
campo Habad, che è il movimento che ha ereditato il falso messianesimo
dello Zohar, nel contesto del sistema Habad.
Gnomen
176: Sebbene solo una minoranza del
popolo ebraico sia caduta nella trappola dello Zohar, tuttavia, in essa ci sono
molti rabbini e studiosi della Torà, con tanto di Gheonim e menti acute.
Costoro hanno mangiato con il frutto anche la sua parte marcia e non se ne sono
accorti poiché il Serpente li ha baciati a loro insaputa.
Gnomen
177: E come detto, sono nel Segno di Meshulam
e partecipo a questa guerra con gli insegnamenti del mio Morè; e per
questo sono stato creato, perché sono nato per immergermi all'inizio nel
misticismo e librarmi fra le nuvole delle mie ambizioni che mi esortavano ad
uscire dal mio corpo e volare con gli uccelli nel cielo aperto.
Gnomen
178: E in quel tempo adolescenziale non
sapevo a chi rivolgermi e ancora non conoscevo la Torà, e dopo essermi placato
per un po' nella yeshiva dell'università "Yitzhak Elchanan" di
New York, ho cominciato a conoscere un po' di più le vie della Torà,
cercando la profondità dell'ebraismo. Per questo fui facile preda dell'esca
di Habad e per cinque anni mi ritrovai loro prigioniero, loro ignaro seguace.
Gnomen
179: Allora indossavo un vestito nero e
una speciale fascia chassidica (gartel), mi ero fatto crescere la barba lunga e
avevo il tipico cappello Habad nero. Ero immerso nella loro impurità e
filosofeggiavo sul loro chassidismo giorno e notte alla ricerca delle scale che
mi avrebbero portato sempre più in alto con il lavoro costante della mia
mente e del mio cuore e con le azioni che dovevano seguire alla lettera i
canoni Habad. Sì, ero caduto come un pazzo che cerca la sua salute
mentale.
Gnomen
180: In questa condizione mi
trovò lo Tzadik Nistar, il Morè Haim, quando mi incontrò
per la prima volta nella sinagoga di via Cellini a Milano dopo che avevo
frequentato yeshivot Habad a Brooklyn (per due anni) e a Brunoi, in Francia
(per tre anni). Lo Tzadik mi prese in segreto come suo allievo e cominciò
a guidarmi lungo le vie della verità. Solo in questo modo potei cominciare
a riconoscere tutta la menzogna in cui mi trovavo.
Gnomen
181: Meditavo giorno e notte le parole
dello Tzadik per distinguere tra il vero e il falso, tra il cuore puro nella
fede di Ha Shem e il cuore privo delle vere virtù. A poco a poco, lo
Tzadik Haim, Capo dei 36 Giusti Nascosti nella sua generazione, mi insegnava
cose nuove che mettevano in rilievo l'importanza del Derech Eretz e l'amore per
le creature, non già per il raggiungimento di un interesse personale ma
per rendere onore a Dio che ama indistintamente tutte le sue creature;
apprendevo inoltre l'importanza del comportamento umile attraverso il suo esempio
con la gente comune. Tutto ciò era il contrario di Habad.
Gnomen
182: Il Morè Haim mi chiariva
l'errore idolatra del Libro dello Zohar, che aveva fatto cadere grandi Rabbini
che non avevano capito che la sua dottrina trasgredisce il Secondo Comandamento.
Lo Tzadik mi aprì gli occhi facendomi vedere la menzogna delle false
luci del misticismo che abbagliano la mente per un momento ma in realtà
non hanno alcuna consistenza reale - né verso l'alto né verso il
basso.
Gnomen
183: Lo Tzadik Completo mi liberò
dalla prigione di Habad, mi purificò dal peccato dello Zohar e mi
preparò per le Guerre di Dio contro la falsa Kabalà, contro l'idolatria
presente nel campo Habad e contro il loro falso messianesimo, che contamina
così tante anime ingenue. Lo Tzadik mi ha fornito le basi per capire in
che modo escono i decreti dal Tribunale Supremo di Ha Shem contro quei rabbini
e studiosi di Torà che hanno contaminato le vie della Sacra Torà
con le loro farneticazioni.
Gnomen
184: Il Morè mi dava lezioni
anche in materia di denaro, mettendomi in guardia a non farmi influenzare dai
soldi. Appresi così che il denaro non va concupito e se viene mandato
dall'Alto, come una forma di benedizione, deve essere usato con criterio per
beneficiare i poveri e i bisognosi.
Gnomen
185: Ecco che io sono un servo di Ha
Shem e dal ventre materno fui generato per questo. Fin dall'infanzia sentivo
che il mio servizio era dedicato esclusivamente ad Ha Shem, anche se non sapevo
in che modo farlo. Quando ero giovane, fui gettato tra i gusci impuri di Habad.
Fu allora che la mia anima pianse per la mia condizione e la mia supplica fu
acoltata dal Santo Benedetto Egli sia che mi fece uscire dal baratro per mano
del Suo amato servitore, il santo Tzadik yemenita, Haim.
Gnomen
186: Fu lui a tirarmi fuori da Habad,
protendendo in segreto la sua mano forte e il suo potere supremo e invisibile;
fu lui a guidarmi lungo i sentieri dell'onestà, con il derech eretz che
precede la Torà, lungo i sentieri della verità del cuore e le virtù
della natura che aiutano l'uomo ad elevarsi e a realizzare i suoi scopi nel
mondo.
Gnomen
187: Per quanto riguarda "ha nistarot
– le cose occulte" (e false di Habad), lo Tzadik frenò la mia bocca
e non mi fece entrare in quel campo fino a quando non fossi stato purificato del
tutto dalle mie precedenti cognizioni. Perché "le cose occulte
appartengono al Signore nostro Dio e quelle rivelate sono per noi e per i
nostri figli per sempre". Lo zelante Tzadik cominciò a spiegarmi la
purezza della fede e a dirmi che il libro dello Zohar e tutti gli scritti di
Rabbi Haim Vital a nome di Rabbi Yitzchak Luria e tutta l'imponente letteratura
chassidica si basano sulla kabalà dello Zohar, che è una trappola
sottile che ha fatto cadere nel peccato della Fine dei Giorni (avon ketz)
grandi rabbini che hanno speculato sul Borè ha Olam, possa il Suo nome
essere lodato per sempre, e tutte le loro speculazioni non hanno alcun fondamento
né in cielo né in terra.
Gnomen
188: Il Morè Haim cominciò
a guidarmi e a prepararmi alle "nistarot", attraverso l'osservazione
del suo derech eretz, che potevo assimilare stando seduto, passeggiando e
conversando con lui e tramite il suo modo di comportarsi e rapportarsi con la
gente comune.
Gnomen
189: E il Morè Haim, santo tra i
Nascosti, mi insegnò in che modo sorridere e osservare con attenzione e
concentrazione, in che modo umiliare il cuore ed elevare l'anima. E mi
insegnò il valore del procedere lentamente: sia nel camminare, che nel
pensare e nel parlare, poiché la santità si trova laddove regna
la calma, la riflessione, la gioia e la serietà.
Gnomen
190: Gli Tzadikim rispettano tutti i
loro organi vitali per ricevere dall'Alto l'Onore di Dio (K'vod Ha Shem). Il
rispetto fa sì che i movimenti del corpo siano soppesati e il procedere
sia sempre pronto ad immergersi nelle acque piacevoli di Shiloah che scorrono
lente e calme.
Gnomen
191: "Non correre, Peretz, non
correre ed eviterai di cadere, perché se correrai, cadrai, perché
non saprai distinguere tra un posto stabile e uno instabile. Il piede deve
sapere sempre dove appoggiarsi, per essere sicuro quando cammina".
Gnomen
192: Lo Tzadik Haim mi ha insegnato ad
essere solerte nel lavoro sacro e attento mentalmente al rispetto e alla
riverenza del prossimo, pronto ad accogliere chiunque con amabile sollecitudine.
Gnomen
193: Poiché se la pesantezza
delle membra santificate al servizio di Ha Shem interferisse e impedisse il
rispetto del prossimo, verrebbe a mancare l'umiltà, e in questo modo le
virtù non andrebbero di pari passo con il desiderio di elevazione.
Gnomen
194: Lo Tzadik Nistar mi spiegava come
il mondo intero, lusingato dal denaro, corrompe i propri valori e si allontana
dalla retta via. Il denaro parla, ba-avonot ha rabim, per cui la saggezza dei
poveri viene disprezzata e la stoltezza dei ricchi viene tenuta in
considerazione. Purtroppo ci sono anche tanti rabbini che cadono in questa
trappola e subiscono l'influenza del denaro, amano gli onori, si tengono ben
stretta la loro sedia, adulati in sommo grado dai loro seguaci.
Gnomen
195: Stravolgendo le giuste misure della
Sacra Torà, non meritano alcuna santità, dato che la
santità non è prerogativa di chi si rende servo del dio Denaro e
cambia il suo comportamento a seconda del conto in banca del suo interlocutore.
Stravolgere le misure di Moshè Rabbenu è un abominio davanti a
Dio.
Gnomen
196: Chi ama l'onore per sé non
ha la santità addosso ed è chiamato ladro, perché ruba
l'onore che non gli appartiene, appropriandosi della veste del Santo, Benedetto
Egli sia, sia lodato il Suo nome in eterno. Attraverso la Sua gloria, Dio si
rivela a tutte le Sue creature, quindi guai all'uomo che ama indossare le vesti
del Santo Benedetto e fà scendere la gloria del Cielo su di sé,
creatura con nove pertugi.
Gnomen
197: Non c'è santità
nemmeno per chi è superbo e si considera più degno ed importante
degli altri. Anche se la superbia è solo interiore, avrà tuttavia
in sé un virus che infetterà il resto delle sue virtù e lo
esonererà dal servizio sacro.
Gnomen
198: La santità consiste infatti nella
pulizia del corpo, del cuore e delle mani. Ogni irritazione o tristezza la
allontana, mentre la gioia del cuore la risveglia e il canto la esalta. I
giusti che procedono con essa sono elevati alle fonti della sua verità.
Gnomen
199: La santità non ha niente a
che fare con i Partzufim (facce) emanati da un mondo inesistente, né con
le Sefirot immaginarie, partorite da un intelletto idolatra che consente al
pensiero di dare vita allo Zeir Anpin, supportato da migliaia di
interpretazioni e commenti fasulli, basati sulle combinazioni dei nomi del
Santo Benedetto, Dio ci perdoni.
Gnomen
200: Ecco perché il Signore uscirà
come un prode (ghibor), susciterà il Suo sacro furore
(kina'à) come un guerriero. Il sacro furore proviene da EL KANA' del
Secondo Comandamento e viene per purificare nuovamente il popolo di Israele, e
questa volta per l'ultima volta, dall'erev rav ribelle ed idolatra all'interno
del popolo, a causa delle false dottrine kabalistiche, con l'intento di farlo
tornare al timore ed alla parola di Ha Shem, alla fede di nostro padre Adamo,
alla sacra Torà.
Gnomen
201: "E strepiterà,
alzerà un urlo tremendo e trionferà sui Suoi nemici", poiché
chi insegna al popolo cose di Torà è responsabile, e se queste cose
sono contrarie alla fede di Israele ed al retaggio dei nostri santi antenati, poiché
egli stesso non sa di trovarsi nel peccato di idolatria, anche perché
nessuno intorno a lui glielo fa presente, ecco che allora diventa
automaticamente un nemico del Signore, poiché reca un grave danno al
popolo. E lo stesso responsabile spirituale che interpreta la fede della Torà
non secondo la volontà di Ha Shem favorisce la discesa di decreti pesanti
sul popolo. Dio abbia misericordia del Suo popolo Israele.
Gnomen
202: Ecco il mio Morè Haim mi ha
redento facendomi passare per tutti gli angoli oscuri che soffocano lo spirito
di Israele dal respirare la sua redenzione spirituale.
Gnomen
203: Per sette anni consecutivi, lo
Tzadik Haim mi ha fatto vedere chi erano in realtà i nemici di Ha Shem (anche
se la cosa non era visibile) e mi ha fatto capire che Dio ama e presceglie i
poveri che il mondo non considera ed emargina.
Gnomen
204: Dopodiché, lo
Tzadik mi introdusse nella stanza consacrata, sotto la sua
responsabilità, prima del tempo stabilito, avvertendomi in quegli anni
sulle condizioni necessarie per accedervi (mi riferisco all'umiltà, alla
pulizia interiore ed esteriore, all'odio per il denaro). Continuai questo
percorso per quattro anni secondo il suo ammaestramento, fino a quando si ammalò
con la sua indicibile sofferenza. Per due anni servii lo Tzadik per quanto
possibile e per quanto egli mi permise di meritare quella grande mitzvah.
Gnomen
205: Lo Tzadik mi comandò allora
di essere pronto a svolgere il mio ruolo di combattente valoroso secondo il mio
livello.
Gnomen
206: Dopo otto giorni dalla sepoltura
dello Tzadik Nistar, Haim, ricevetti il sogno del Segno introduttivo
"è arrivato il tempo". In un primo momento, pensavo che fosse
giunto il momento di entrare nel novero degli Tzadikim Nistarim, i figli
dell'Ascesa.
Gnomen
207: Tuttavia, il mio pensiero era
sbagliato, perché da quando ero entrato nella stanza consacrata non
avevo visto alcun angelo faccia a faccia, non potevo salire oltre il mio
livello e non avevo conosciuto altri Tzadikim il cui numero è limitato. Consideravo
tuttavia il fatto che avevo avuto il grande privilegio di essere talmid del Capo
degli Tzadikim, e sentivo in me il desiderio di infrangere l'obbligo del
silenzio. Mi trovavo tra il mondo del segreto e il mondo della Gheulà,
perché lo zechut dello Tzadik aumentava con la sua sofferenza, e un
nuovo desiderio era stato creato da Dio per fare conoscere al mondo i suoi
meriti.
Gnomen
208: Quando entrai nella stanza
consacrata, non mi fu dato il permesso di ascendere ai Segreti Superiori, e
ciò nonostante lo zechut dello Tzadik avesse già cominciato ad
operare nel mondo, e io sentissi la voce della Kedushà che mi diceva:
"Peretz, Peretz, ecco una nuova anima nascerà in te" per cui
ero come un feto nel grembo di sua madre.
Gnomen
209: E all'interno di questo grembo, con
il Signore che aveva pietà di me, mi sono visto piccolo come un neonato
che strillava per esigere il latte materno, e nella mia stanza consacrata ho
visto scendere il Morè Haim che, guardandomi meravigliato, mi ha
domandato: "Cosa c'è, Peretz? Perché mi hai chiamato?".
Gnomen
210: Dal fondo del grembo materno, ho
cercato di onorare lo Tzadik Haim, che stava davanti a me e aspettava di capire
il significato della mia chiamata. La mia bocca si aprì a fatica e
dissi: "Il Morè mi perdoni, perché ho alzato al Cielo la mia
invocazione, perché sono un bimbo appena nato e già sono su di me
le profezie in virtù delle sofferenze che lo Tzadik ha dovuto sopportare
per la salvezza dell'umanità. Il Morè mi perdoni, perché
non era da me, ma per merito del Morè Haim, che è uscito il grido
"è arrivato il tempo" che annuncia l'apertura del periodo dei
profeti".
Gnomen
211: Lo Tzadik, guardandomi sorpreso
dalle mie parole, mi ha domandato con fare serio: "Sei sicuro? Come lo
sai?". Ho risposto: "Cosa potrei rispondere allo Tzadik Nistar,
gloria della mia testa e anima della mia vita? So soltanto che questo annuncio è
destinato alla gente della terra, perché nel sogno eravamo all'aperto,
sotto il cielo stellato e la mia voce era molto forte e arrivava alle
estremità del mondo. Ed è per merito del Morè Haim che
è arrivato il tempo e da adesso il mondo entra nel periodo dei profeti,
in cui tutte le profezie sulla Fine dei Giorni e sulla Redenzione Finale si realizzeranno".
Gnomen
212: Dopo le mie parole si udì in
alto un'immensa esultanza e balenò una luce abbagliante e lo Tzadik
scomparve. Non ho mai scritto nulla su questa visione che ho tenuta nascosta
per non pronunciare una parola su cose segrete, poiché così avevo
appreso dai miei studi con lo Tzadik.
Gnomen
213: Ricorderò qui al lettore che
i Segni Redenzionali non erano ancora stati ricevuti, a parte il Segno
preliminare "è arrivato il Tempo". I Segni iniziarono a
scendere dal Pesach 1983-5733. Il Segno delle Stelle scese circa nove mesi e
mezzo dopo la dipartita dello Tzadik, per cui non potevo ancora parlare in
termini di Segno delle Stelle, Regno del Cielo, Hanukat Ha Hanukot, Asino che
mangia il pane, Quarta Generazione e Nuovo Edificio e Resurrezione del Goel
Finale, perché il permesso di parlarne in questi termini mi
arrivò dopo la loro discesa e dopo che mi fu data la
capacità di capirli e di spiegarli per iscritto e non già prima, ignorandone
io l'esistenza.
Gnomen
214: Allora, sapevo soltanto che era
arrivato il tempo dei Profeti, per merito del Morè Haim e che era iniziato
il periodo delle Guerre di Dio contro la falsa kabalà dello Zohar e
contro il falso messianesimo di Habad, contro la loro idolatria e la loro distorta
propaganda.
Gnomen
215: Per anni il Morè Haim mi
diceva che bisognava trovare il libro "Milchamot Ha Shem" del Maestro
(Mori) yemenita Yehie Ibn Shlomò El Kapah, da San'a, un
"martello" (Patish) nel suo sacro zelo a favore della purezza della
fede contro l'intero sistema kabalistico dello Zohar. Fu solo circa un anno
prima della morte dello Tzadik, che il talmid Davide Levi riuscì a
trovare ed ottenere miracolosamente il libro presso una famiglia yemenita 'dardaita'
di Gerusalemme.
Gnomen
216: Davide portò il libro da
Israele e lo consegnò al Morè Haim, che giaceva nel suo letto
d'ospedale dopo la prima difficile operazione.
Gnomen
217: Ma torniamo ora ai versi della
profezia di Meshulam (Isaia, 42, 14 - 16): "14. Per lungo tempo sono
stato zitto e tranquillo, mi sono trattenuto; ma ora griderò come donna
che partorisce, ansimerò con affanno e sbufferò forte; 15.
Devasterò montagne e colline, ne farò seccare tutte le erbe;
ridurrò i fiumi in isole e prosciugherò i laghi. 16. Farò
camminare i ciechi lungo una via che ignoravano, li guiderò per sentieri
che non conoscevano; davanti a loro muterò le tenebre in luce e livellerò
i terreni accidentati. Queste sono le cose che io farò e non li
abbandonerò". "Per lungo tempo sono stato zitto e
tranquillo, mi sono trattenuto; ma ora griderò come donna che
partorisce, ansimerò con affanno e sbufferò forte" è
un'allusione agli eventi della Quarta Generazione (soprattutto la sua seconda
parte: dall'anno 2017/8 all'anno 2047/8) dato che l'ira divina si sprigiona
proprio in tale periodo. Il verso ci fa intendere che Ha Shem, per così
dire, per lungo tempo ha taciuto e si è trattenuto dal castigare i
peccatori, ma con l'avvento della Quarta Generazione, è arrivato il
tempo durante il quale scendono i decreti con una veemenza simile alle grida di
una partoriente nel pieno del suo travaglio.
Gnomen
218: "Farò camminare i
ciechi lungo una via che ignoravano, li guiderò per sentieri che non
conoscevano". Resta inteso che ogni verso può essere
interpretato in più modi, ma noi lo commentiamo secondo il Segno di Meshulam,
per cui è in questo contesto che il Nuovo Patto Completo si realizza nel
mondo durante la Quarta Generazione come una guida per i non vedenti lungo vie
e sentieri che prima ignoravano, dato che noi siamo i primi fruitori di questo
Patto e nessuno prima di noi conosceva queste novità. Stiamo parlando
dei Segni meravigliosi collegati alle Stelle Redenzionali dai quali
scaturiscono novità stupefacenti.
Gnomen
219: "Davanti a
loro muterò le tenebre in luce e livellerò le strade
accidentate". Ogni questione riguardante la missione di Gesù
è rimasta avvolta nelle tenebre più fitte: un ebreo non
può vedervi alcuna luce, mentre il Cristianesimo nelle mani dei
cristiani non è altro che una strada accidentata dall'idolatria.
Tuttavia, tramite i chiarimenti del Sefer ha Maflì (il Libro che
stupisce) le tenebre diventeranno luce per gli ebrei e strade pianeggianti per
i cristiani.
Gnomen
220: "Queste sono le cose che
farò e non li abbandonerò". È estremamente
difficile descrivere l'unione di ebrei e cristiani in materia di fede, per cui
è qui necessario il rafforzamento delle parole e della speciale promessa
del Santo Benedetto. I due verbi del verso "asitìm ve-lò
asavtìm" sono profetici e vengono scritti al passato con
riferimento al futuro. Tuttavia, c'è qui un'allusione poiché il
significato dei verbi è doppio e va riferito sia al passato che al
futuro. Nel Cristianesimo, ad esempio, la verità dei fondamenti nella
scuola degli Esseni era proiettata fin dagli inizi al futuro, poiché i
Segni Iniziali saranno compresi alla luce dei Segni Redenzionali Completi,
mentre il fondamento dei Segni era già stato stabilito a quel tempo per
sempre. Chi legge con attenzione il Sefer ha Maflì potrà ampliare
la sua comprensione su questa materia.
Gnomen
221: (Ibid. verso 17) "Indietreggeranno,
ricoperti di vergogna, quelli che confidano negli idoli scolpiti e dicono alle
immagini fuse: 'Voi siete i nostri dèi'". Un ebreo potrebbe
dire: "Che c'entriamo noi con le statue? Dopo la distruzione del Primo
Tempio, abbiamo rigettato l'idolatria e bruciato le statue!". Non è
così! Sappiate, o figli d'Israele. che fino all'Aharit ha Yamim
permangono nel vostro campo immagini (mentali) e idolatria, ba avonot!
Gnomen
222: Abbiamo trattato questo argomento
negli scritti "Le Cinque Tavole del Patto" e "Herem mi
Deoraita" contro l'idolatria e l'eresia presenti nel libro dello Zohar e
la falsa Kabalà derivatane. Abbiamo spiegato a più riprese anche
l'idolatria nel campo Habad ed il loro falso messianesimo: purtroppo tutto
questo esiste in campo ebraico!
Gnomen
223: Certo, il mondo è pieno di
culti idolatrici, per cui potremmo chiederci: in che modo ci si libererà
dall'idolatria se sono quasi tutti, come le loro statue, ciechi e sordi? Cosa potrà
fare Meshulam per guarire i loro occhi ciechi e far sentire la verità
alle loro orecchie sorde? Come potrà essere salvato il mondo?
Gnomen
224: Per questo è scritto (ibid.
verso 18): "Ascoltate o sordi; e voi, ciechi, guardate e vedrete!",
poiché similmente a Meshulam, lo speciale servo di Dio, che era cieco e
sordo ma al quale furono rivelate le novità e la nuova luce nonostante la
sua infermità, così avverrà per il resto delle persone meritevoli
del mondo, che alla fine avranno accesso alle novità redenzionali.
Gnomen
225: Il Santo Benedetto Egli sia
è come pieno di misericordia per il Suo servo e si ricorda di lui per
sempre e, per così dire, lo ringrazia, dicendo (ibid. versi 19 – 21):
"19. Chi è cieco se non il Mio servo e sordo come il Mio angelo
che mando? Chi è cieco come Meshulam e cieco come il servitore del
Signore?. 20. Tu hai visto molte cose, ma non vi hai posto mente; gli orecchi
erano aperti, ma non hai udito nulla. 21. Il Signore desidera che sia fatta la
Sua giustizia; Egli renderà la Sua Torà grande e magnifica".
Gnomen
226: Per questo mi metto a
scalciare come un asino testardo e non voglio sentire il verso "tu hai
visto molte cose, ma non vi hai posto mente; gli orecchi erano aperti, ma non
hai udito nulla". Non vi arrabbiereste anche voi se ascoltaste una frase
simile ?
Gnomen
227: Ma anche se avessi ragione, come
potrei vedere se sono cieco e sentire se sono sordo? E se fossi stato un asino
qualunque, cosa avrei voluto essere e cosa mi sarebbe piaciuto sentire?
Tuttavia, non sono un asino qualunque, dato che sono un servo del Signore, come
un angelo mandato per svolgere questo ruolo storico, per cui il mio vero
desiderio è di essere nelle vesti di Meshulam.
Gnomen
228: Ma forse vi è difficile
capire il mio problema. Come potrei essere un Meshulam se voi non ci credete? E,
d'altra parte, se dovessi aspettare voi, come potrei svolgere il mio compito?
Perciò, per il vostro bene, mi è stato richiesto di essere un Asino
Meshulam, un servo cieco e sordo del Signore.
Gnomen
229: E se non avete capito è
perché non avete approfondito la questione. "Chi è cieco
se non il Mio servo e sordo come il Mio angelo che mando?": Già
si sa chi è l'angelo del Patto (ossia, il profeta Elia), per cui non
è scritto "l'angelo" ma "come l'angelo". Dopotutto,
sono io che sono stato destinato al Segno di Meshulam, quando arriva il momento
di annunciare le novità della missione del profeta Elia, di benedetta
memoria. Il profeta Elia è il responsabile del Libro delle Novità
Redenzionali e delle Chiavi della Gheulà Shlemà, mentre io mi
limito ad annunciare a suo nome che "è arrivato il tempo".
Gnomen
230: E chi sono io, asino selvatico, se
paragonato al livello ed alla santità dell'Angelo del Patto, il profeta
Elia, di benedetta memoria? Sono come un verme. Cieco per poter vedere il suo
volto e sordo per poter ascoltare la sua voce.
Gnomen
231: Come servo di Dio, i miei reni sono
stati purificati (i reni sono una fonte di pensieri sublimi) e a mezzanotte ho
suonato la chitarra e ho ballato con David e sono salito sull'Altare del
Profeta, e il profeta Elia mi ha confortato dicendo: "Non temere, tu
purificherai l'Asino affinché diventi bianco e risplenda come il sole,
perché non è per te che ADONAI TZEVAOT fa tutto questo. Il
Signore desidera che sia fatta la Sua giustizia; Egli renderà la Sua
Torà grande e magnifica".
Gnomen
232: E Meshulam è venuto nel
mondo dopo la Shoà come allude il verso 22 della profezia: "Ed
egli è un popolo depredato e spogliato; i loro giovani sono tutti prigionieri,
nascosti in rifugi; sono depredati e non c'è chi li salvi; sono
spogliati e non c'è chi dica loro 'ritorna'". Meshulam
è venuto per risvegliare le menti alle verità delle profezie avvenute,
per cui si comprenderà che è l'Eterno che ha fatto tutto ciò
e ha dato vita allo Stato di Israele, tre anni dopo la Shoà.
Gnomen
233: Poiché con la Shoà
Israele è morto ma è risorto nel 1948. Il popolo ebraico ha fatto
un brutto sogno, che più brutto non poteva esserci, ma non era un sogno;
e dopo ha fatto un bel sogno, che più bello non poteva esserci, ma non
era un sogno. Tuttavia, la gente non ha capito e non capisce la portata
dell'evento storico. O se la capisce, si mette poi a filosofeggiare e si
confonde e non si rende conto di quanto è avvenuto: (Ibid. verso 23) "Chi
di voi presterà orecchio a questo? Chi starà attento e
ascolterà ciò che è avvenuto"?
Gnomen
234: Dopo tutto, le
profezie di Dio erano già iniziate e si vedevano i preamboli della Redenzione!
C'è però chi preferisce rimanere indifferente, c'è chi
insorge all'idea dello Stato e convince i propri hassidim a vivere a New York,
e c'è chi fa rumore in Israele per il suo fanatismo messianico e appende
le foto del falso messia Lubavitch su ogni muro...
Gnomen
235: E si ribellò Korah con tutta
la sua congregazione e sprofondarono nello Sheol. E così come ciechi e
sordi sparsi ovunque, sebbene fossero al corrente del compimento delle profezie
di Dio tramite i Suoi portenti, continuavano a non destarsi dal loro stato
soporoso.
Gnomen
236: Essi hanno visto le innumerevoli
salvezze di Dio negli ultimi anni, ma le hanno ignorate quasi completamente.
Quando si è all'ombra non ci si accorge del sole se non quando fa
capolino o come si guardasse per un breve istante un oggetto che sfreccia nel
cielo, così è la maggior parte delle persone: torna pur sempre al
proprio tran tran. Sono sordi e ciechi, come Meshulam servo di Dio.
Gnomen
237: E Meshulam, come un angelo che si
risveglia, viene ad esortare: "Alzatevi, figli del popolo! Rimuovete la
cecità dai vostri cuori e apprendete la lezione (ibid. 24): "Chi
ha abbandonato Giacobbe al saccheggio e Israele in balìa dei predoni?
Non è stato forse il Signore? Colui contro il quale abbiamo peccato e
lungo le cui vie non si è voluto camminare e alla cui Torà non si
è obbedito".
Gnomen
238: E se ancora non capite,
domandatevi: "Perché ci succede tutto questo, per quale motivo? Noi
e i sopravvissuti alla Shoà, perché continuiamo a ricevere
'makot' invece di tornare a Dio? Non siamo forse la stirpe di Abramo? E
dov'è la pace?
Gnomen
239: Il motivo è che davanti a
Dio un fratello fa torto al fratello e un amico all'amico e il povero vive col
minimo necessario e chi ha il potere lo disprezza. I leader religiosi non mettono
in pratica la virtù dell'amore e rubano l'onore dovuto alla Torà
attribuendolo a sé. L'artigiano è invidioso del suo vicino. Il
popolo d'Israele è sparso sulla sua terra ma non si è ancora unificato.
Gnomen
240: Poiché si sono moltiplicati
i falsi Hassidim e Haredim che servono il dio Mamon. Non c'è altro
pensiero che il denaro, e lo speculatore in borsa si mette nel portafoglio la
foto del falso messia Lubavitch, convinto che gli porti nuovi guadagni. La
Torà che viene insegnata è distorta, e la vera umiltà non
trova posto. Coloro che insegnano Torà allontanano e non avvicinano,
perché le loro azioni esprimono l'odio per chi è diverso da loro.
Sappiate dunque che la colpa non ricade sui laici che rifiutano il rito
religioso e talvolta anche la fede, ma su coloro che detengono la Torà;
essi sono più colpevoli perché sono vicini alla Torà ma
non ne applicano i principi.
Gnomen
241: "Colui contro il quale abbiamo
peccato e lungo le cui vie non si è voluto camminare e alla cui Torà
non si è obbedito". Ed i leader della Torà che hanno
peccato e hanno fatto sì che parecchi ebrei non volessero camminare
lungo le sue vie e ascoltare la sua Torà, poiché viste le azioni
dei capi religiosi, hanno deciso di prendere le distanze dall'Halachà e
non osservare più ciò che è scritto nella Torà. Non
è stato il laicismo a causare danni all'ebraismo, ma i modi sbagliati e
i comportamenti inappropriati dei capi religiosi che hanno indotto le persone
ad allontanarsi dalla religione e dalla fede.
Gnomen
242: La mancanza di derech eretz di
molte persone religiose e ultraortodosse ha impedito l'unità e l'amore
all'interno della nazione.
Gnomen
243: I sionisti hanno combattuto per il
bene del popolo e non per odio verso gli arabi, ma sono sorte nel frattempo
all'interno dell'ebraismo delle correnti religiose radicali che hanno
dichiarato: "Caccia via questa concubina" e hanno dimenticato che fummo
ospiti in Egitto e hanno dimenticato che siamo morti nella Shoà ma siamo
risorti nello Stato d'Israele e ignorano che le profezie redenzionali hanno
cominciato a realizzarsi storicamente e ora si comportano non con amore ma con arroganza
e, così facendo, allontanano l'umanità intera da loro e dalla
Torà.
Gnomen
244: (ibid. 25) "Perciò (Dio) ha riversato su Israele l'ardore
della sua ira e la violenza della guerra; ed il conflitto lo ha avvolto nelle
sue fiamme ma lui non ha capito; il fuoco divampava ma lui non se ne curava". La maggior parte della colpa
non è da attribuire ai laici, come detto, ma ai detentori della Torà
che non procedono lungo le vie amate. Per questo scende la collera su tutta la
nazione. Del resto, il religioso crede e può capire di avere una
responsabilità maggiore, ma è cieco e sordo e non vede e non
comprende il suo errore, mentre la gran parte del popolo non vede e non sente,
perché priva di conoscenza.
Gnomen
245: Chi dunque schiarirà nella
nebbia e dirà al cieco: Apri gli occhi perché è sorto il
sole? Chi ascolterà gli angeli dell'udito? Chi resusciterà e
informerà che è vivo? E chi brancolerà nel buio e
tirerà fuori i diamanti? Di certo il Signore contro il quale abbiamo
peccato e ci ha resuscitati nel suo amore nonostante le trasgressioni dei Suoi
sabati.
Gnomen
246: Del resto, eravamo sprofondati
nell'odio di noi stessi ed eravamo scesi al fondo della nostra vergogna. Ci
eravamo ribellati e avevamo tramato con le nostre menzogne. Abbiamo permesso
che i serpenti mordessero i nostri cuori. E cosa era rimasto della nostra
saggezza? Nulla! Una penosa onta ci ha ricoperti e non abbiamo capito la nostra
disgrazia perché avevamo tradito il nostro Padre per ben due volte.
Gnomen
247: Privo di soldi, sofferente allo
stato puro, il piede dello Tzadik camminava nel dolore e il suo nome era
Giacobbe. E soffrì oltre misura e fu preso dal mondo dei vivi e il mondo
fu purificato per merito suo. E subito si insediò nella sua sede lo
Tzadik completo da sempre richiesto e Israele si era completato perché
Giacobbe era stato scelto.
Gnomen
248: Padrone del Mondo, abbi
pietà di questo servo, perché Tu hai scelto il Goel Finale, Haim,
e sono rimasto Meshulam nelle mie aspirazioni. Eppure sono così piccolo,
oh Padrone del Mondo e come potrei far fronte da solo a tutti i miei bisogni?
È arrivato il Giacobbe della Storia, l'Ultimo Redentore, e anch'io sono
stato scelto per servirTi per merito suo. Oh Morè, Maestro mio, non mi
abbandonare, anche se sono pieno di vergogna per la mia nullità. E cosa
sono mai? Il tallone di Giacobbe nel mondo e ho paura. Il mondo è grande
ed il popolo di Israele è immenso e io sono piccolo come un neonato e
temo il mio Dio.
Gnomen
249: Ho aperto a caso il Libro dei
Profeti e sono usciti dei versi che hanno un riferimento con ciò che sto
qui scrivendo (Isaia 43, 1-7): "1. Ma ora così parla il Signore,
il tuo Creatore, o Giacobbe, Colui che ti ha formato, o Israele. Non temere,
perché Io ti ho redento, ti ho chiamato per nome e Tu mi appartieni. 2. Quando
passerai per le acque Io sarò con te; quando attraverserai i fiumi le
acque non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco, non ne sarai arso e la
fiamma non ti consumerà. 3. Poiché Io sono il Signore, il tuo
Dio, il Santo d'Israele, il Tuo salvatore; Io ho dato l'Egitto come tuo
riscatto, l'Etiopia e Seva in vece tua. 4. Poiché tu sei prezioso ai
Miei occhi, poiché sei pregiato ed Io ti voglio bene; Io do degli uomini
in vece tua e dei popoli in cambio della tua vita. 5. Non temere, poiché
Io sono con te; Io riporterò la tua gente da levante e ti
raccoglierò da ponente. 6. Dirò al settentrione: "Rilascia"
e al mezzogiorno: "Non trattenere; fa' venire i Miei figli da lontano e le
Mie figlie dalle estremità della terra, 7. chiunque è chiamato
nel Mio nome, che ho creato per la Mia gloria, che ho formato e ho generato".
Gnomen
250: Tutto Israele è Giacobbe, e
nel sogno di Solly Kamhaji lo Tzadik Abuhatzera mi ha indicato come l'Asino,
Messia figlio di Davide. Ecco perché tutti questi versi mi spaventano
molto. Dopotutto, sono anche il servitore speciale di Dio per la cecità
e la sordità, portatore di ogni difetto fisico o spirituale. Ma chi
è cieco come il servo di Dio e sordo come lui? E, da asino, raglio leggendo
questi versetti. Di chi si parla quando viene menzionato Giacobbe e a chi va
riferito il verso: "Poiché tu sei prezioso ai Miei occhi,
poiché sei pregiato ed Io ti voglio bene; Io do degli uomini in vece tua
e dei popoli in cambio della tua vita"?
Gnomen
251: Allude forse all'Asino? E come
potrebbe una persona essere data al posto di una bestia e le nazioni al posto
di un animale da soma? In effetti, pur se sono Meshulam nella mia materia
asinina, sono proprio un asino se rapportato alle persone reali!
Gnomen
252: Signore del Mondo, Ti prego,
aiutami, perché cosa dirò nell'aldilà a mia discolpa per essermi
attribuito qualcosa di così rispettabile? Dopotutto, sono come una
goccia nell'oceano se rapportato all'uomo e come potrò giustificarmi? Come
potrò discolparmi davanti al mio Morè e giustificarmi nel
Tribunale del mio Creatore? E in effetti non ho scelta, perché se non
sono stato onorato in questo mondo come potrei allora essere il servo Meshulam?
Gnomen
253: Pertanto, vi ripago (meshalem) con
la comprensione, perché in qualità di Meshulam devo fornirvi
alcuni dei tesori che si trovano già dentro al popolo eletto. Dopotutto,
voi siete i figli d'Israele, e il Signore vi ha chiamati per nome e ad Ha Shem
appartenete. Come me, pure voi avete visto tanti portenti, anche se non ne siete
rimasti stupiti fino al completo entusiasmo, tuttavia Dio ha misericordia di
noi nonostante tutte le nostre mancanze. "Non temere": poiché
è già stato scelto il Goel Finale che è completo e non ha
bisogno di completamento.
Gnomen
254: Infatti, lo Tzadik è il
terzo Goel che verrà riconosciuto come il "Giacobbe" della
storia tramite l'adempimento delle profezie della Sacra Torà sulla Fine
dei Giorni, sulla Quarta Generazione e la Gheulà Shlemà. Anche il
popolo d'Israele nel suo insieme è il "Giacobbe" della storia,
per cui voi siete la YOD di Giacobbe e io sono l'AKEV (il calcagno),
perché la mia carne d'asino è così dura che non sento il
calore nemmeno nel mese di Tammuz (luglio-agosto).
Gnomen
255: Ed essendo AKEV, stringo più
forte di voi il calcagno di Esaù e grazie a lui ho una veste pelosa per
la quale sono benedetto, dal momento che ho ascoltato la voce del mio
Morè e non mi sono montato la testa, non mi sono creduto qualcuno e non
mi sono insuperbito o gonfiato e mi sono considerato un Asino che deve
interpretare i versi sul servo Meshulam e questa è la ricompensa per il
mio lavoro.
Gnomen
256: Pertanto, c'è un'allusione
nei versi che io sono Meshulam, il quarto tipo di servitore di Dio, che ha il
compito di completare i quattro tipi (lo spiegherò nei prossimi gnomen).
D'altronde, da solo non sarei potuto entrare nei versi, ma a causa delle
interpretazioni dei versi che mi hanno preceduto, non potrò astenermi
dal dare il mio contributo, completando ciò che è incompleto.
Gnomen
257: Il popolo d'Israele nel suo insieme
è giusto: "Ed il Tuo popolo sono tutti giusti" (ibid. 60, 21)
e Giacobbe è il servo di Dio ed è scritto: "Non temere,
perché Io sono con te" (ibid. 41, 10), per cui è impossibile
non riferire le profezie anche al popolo in generale, anzi, Dio lo esorta ad
essere forte e a non temere, perché il popolo ha paura di come si evolverà
la Redenzione. Dio non ha bisogno di avvertire i veri Tzadikim, perché
sono di per sé al di sopra del bisogno di redenzione e procedono nella
loro luce santa che è superiore a questo mondo, per cui la Gheulà
è per il popolo di Israele e per il mondo intero.
Gnomen
258: La comunità intera d'Israele
è il servitore di Dio, mentre i santi Tzadikim sono servitori di Dio nel
vero senso della parola. Il capo degli Tzadikim Nistarim in ogni generazione
è anche servo di Dio; egli è lo Tzadik della generazione, che si
distingue dagli altri e tanto più quando viene scelto per essere il Goel
Finale. Quindi ci sono tre tipi di servitori di Dio: gli ebrei in generale,
gli Tzadikim Superiori Nascosti ed il loro capo. Il quarto tipo è il
quadrato Meshulam, che viene per svolgere il suo ruolo speciale.
Gnomen
259: Questo è anche il motivo per
cui cammino a quattro zampe, raglio, mi vanto del pane che distribuisco alle
tribù di Giuseppe e mangio il pane di Beth Lehem Yehuda. E infatti poiché
Giacobbe è il popolo comune che ha anche un lato mancante, ecco che
allora io devo essere cieco e sordo, storpio e zoppo. Tuttavia, Dio mi guarisce
ogni volta affinché possa svolgere in pieno il mio ruolo.
Gnomen
260: Sono quadrato
perché il segno speciale su di me è il segno della Quarta Generazione
e non della terza o quinta generazione. La terza generazione non è
ancora matura per ricevere segni e se vi entrano persone che proclamano di
avere una missione messianica, allora sono falsi messia che si illudono di
poter anticipare la fine ma cadono invece nelle trappole degli spiriti di falsità.
Gnomen
261: La quinta generazione, pertanto,
seguirà la quarta generazione; a quell'epoca il Segno dell'Asino che
mangia il pane sarà trasformato nel Segno dell'Asino, Messia figlio di
Davide, nel contesto della sua mansione nella Casa di Preghiera della
Gheulà Shlemà sull'Altare del Grande Israele, collocato al quarto
piano, sia a Gerusalemme che a Beer Sheva (stiamo qui parlando della Casa di
Preghiera per tutte le nazioni, ossia il Terzo Bet Ha Mikdash), con l'aiuto del
Signore sia Benedetto il Suo nome in eterno.
Gnomen
262: Rimane il Segno dell'Asino, Messia
figlio di Davide, perché nessuno si monti la testa e dimentichi chi
è e che cosa è.
Gnomen
263: Il segno dell'Asino, Messia figlio
di Giuseppe, sarà trasformato nel Segno del sacerdote Malchitzedek sul
suo Altare nella Casa di Preghiera della Redenzione Completa. E nel segno
ricevuto in sogno, secondo il quale l'Altare di Malchitzedek farà cinque
passi indietro, di modo che anche il sacerdote che vi officia, che rappresenta
le Nazioni del mondo, non si monti la testa, e riconosca di essere sotto gli
Altari del Sacerdote Unto, del Sacerdote dell'Altare di Giuda, del Sacerdote
dell'Altare di Efraim e dell'Altare dell'Asino che mangia il pane che è
l'Altare del Grande Israele.
Gnomen
264: Il segno della Torà di
Peretz e Zerach allude probabilmente alla diffusione della Gheulà
Shlemà in Terra d'Israele (nel Segno di Peretz) e negli Stati Uniti (nel
Segno di Zerach, dal quale il Nuovo Messaggio brillerà come il sole e
crescerà come il frutto dell'Albero della Vita). In futuro, molte delle
pecore smarrite usciranno dagli ovili del Protestantesimo ed "i figli
torneranno entro i loro confini".
Gnomen
265: Io sono attualmente nel segno
dell'Asino Meshulam, il servo cieco e sordo del Signore e sto cercando di portare
a termine i miei doveri per ordinare e stabilire tutti questi segni, ih-ha,
ih-ha, ih-ha.
Gnomen
266: Ma non fui ritenuto degno di salire
con i santi, perché dopo l'elezione del Goel, preso da Ha Shem prima del
tempo, io ero ancora immaturo e mancante, per cui non mi fu dato tale permesso.
Del resto, Dio "è tremendo (norà) nelle sue opere verso i
figli degli uomini" (Salmi 66, 5) e così sono risultato del tutto
mancante per compiere il Segno di Meshulam.
Gnomen
267: E se mi domandate:
"Come potresti essere un servitore di Dio se sei così
carente?" vi risponderò che l'intera profezia viene per dire:
"Tu hai visto molte cose, ma non vi hai posto mente; gli orecchi erano
aperti, ma non hai udito nulla. Il Signore desidera che sia fatta la Sua
giustizia; Egli renderà la Sua Torà grande e magnifica". Quando
la nazione è divisa in migliaia di fazioni, ecco che il Segno di Meshulam
arriva per collegare tra loro le parti sane con la forza dei legami dei Segni Redenzionali.
Gnomen
268: Il potere di Mosè era nella
sua bocca. Il potere del profeta Elia era nella sua "kanaut" per
l'unità di Ha Shem. Il potere di Mordechai ha Tzadik era nel suo
Tribunale. Il potere della regina Ester era nel Palazzo del re. Il potere
dell'Ariete immolato era nel suo aver mitigato i decreti sul popolo di Israele
in quel periodo storico. Il potere del Goel Haim è nella sua resurrezione,
mentre il potere del servo Meshulam è nella forza dei legami dei Segni
Redenzionali.
Gnomen
269: Il potere di Yehoshua bin Nun
derivava dalla benedizione ricevuta dal suo Maestro Mosè. Il potere del
profeta Eliseo proveniva dall'aver ricevuto lo spirito del suo Maestro Elia. Il
potere di Davide nei suoi canti e salmi derivava dallo Spirito Santo che si
posava su di lui dalla mezzanotte sulle musiche della sua cetra. Il potere
della regina Ester proveniva dalla Kabalà pratica che le aveva trasmesso
suo zio Mordechai. Il potere di Yeshua proveniva dalla Kabalà pratica
che aveva ricevuto nella scuola degli Esseni. Il potere di Meshulam proviene
dalla vera nuova Kabalà della Gheulà Shlemà, in
virtù del Goel Finale Haim.
Gnomen
270: Preferisco gli asini per la loro
fede semplice e l'ingenuità dei loro cuori, perché l'asino
capisce che solo grazie a quell'innocenza gli asini si elevano.
Gnomen
271: Tutto questo è per mia
fortuna, perché sono l'Asino del Goel. E chi in rapporto al suo rango
non sarebbe considerato un asino? E ciò è per il mio legame con i
Segni, per merito del Goel Haim. Tuttavia, è importante sottolineare che
solo Dio crea e ordina la Storia, solo il Santo Benedetto Egli sia e nessun
altro.
Gnomen
272: E chi se non il Signore disse:
"Dirò al settentrione: "Rilascia" e al mezzogiorno:
"Non trattenere. Fa' venire i Miei figli da lontano e le Mie figlie dalle
estremità della terra; chiunque è chiamato nel Mio nome, che ho
creato per la Mia gloria, che ho formato e ho generato". Quando le
ondate migratorie ebraiche si insediarono in Terra d'Israele, soprattutto dopo
la fondazione nel 1948, lo Tzadik Nistar era nel mondo. In precedenza, aveva sofferto
in segreto durante gli anni della Shoà, perché nessun permesso era
stato dato agli Tzadikim Nascosti di intervenire per revocare quel terribile
decreto.
Gnomen
273: Lo Tzadik mi aveva rivelato che
anche prima dell'inizio della seconda guerra mondiale sapeva della
pericolosità di quel rashà (Hitler, sia cancellato il suo nome!)
e aveva chiesto di ucciderlo (è risaputo che un vero Tzadik Nistar
può uccidere con la sua parola, anche se si trova a distanza dal luogo
in cui vive il rashà). In quel periodo il Morè viveva al Cairo e
chiese il permesso al Tribunale dell'Alto di eliminare quell'essere malefico,
ma il permesso non fu concesso perché il decreto era già stato
sigillato e nessuno poteva intervenire per revocarlo.
Gnomen
274: Lo Tzadik Nistar, che vide
così la tragedia del suo popolo in Europa, dovette rimanere in silenzio
e possiamo soltanto immaginare la pesantezza della sua sofferenza interiore in
quegli anni. Dopotutto, egli era lo Tzadik della sua generazione e sentiva nel
suo santo cuore l'immensa pena della sua gente.
Gnomen
275: Ciò era per lui più difficile
che caricarsi addosso l'espiazione per i peccati del popolo, dato che, in quel
frangente storico, non c'era, come detto, il permesso di intervenire.
Gnomen
276: Circa tre anni dopo la fine della
guerra, anche lo Tzadik vide la resurrezione di Israele, raccolto dalle
estremità della terra, e gioì con il popolo di una vera gioia suprema.
L'intera nazione vide allora che la profezia summenzionata (gnomen 272) si avverava.
Gnomen
277: Ed è scritto nel verso:
"chiunque è chiamato nel Mio nome" e non già
"chiunque chiama nel Mio nome". Purtroppo per noi, ci sono molti che
chiamano il Suo nome ma non sono chiamati con il Suo nome, come molti religiosi
che studiano la Torà ma non lo fanno per onorare Ha Shem ma per onorare
se stessi, per cui non sono chiamati nel Suo nome. Al contrario, ci sono altri
ebrei, religiosi e non, che hanno il cuore buono e fanno buone azioni e senza
saperlo sono amati da Ha Shem, per cui sono chiamati nel Suo nome e le loro
azioni onorano e santificano Ha Shem.
Gnomen
278: Dalla fondazione
dello Stato di Israele, quasi tutti i religiosi si sbagliano di grosso su
questo tema, anche perché non lo capiscono. Sono convinti che solo loro
sono chiamati nel Suo nome e non capiscono nulla del periodo storico in cui
viviamo. Se elogiamo una persona di cuore buono che non osserva i precetti
della Halachà, nella loro strettezza mentale, ci diranno che stiamo
parlando come un cristiano. Rav Kook, alav ha shalom, dovrebbe essere lodato in
questo contesto, in quanto parlava dell'unificazione del popolo e
dell'importanza dell'equilibrio tra le sue parti, religiose e non.
Gnomen
279: A coloro che sono chiamati nel Suo
nome, siano essi religiosi o laici, Dio dice: "che ho creato per la Mia
gloria, che ho formato e ho generato". Vale a dire: Ho creato
la sua mente, il suo cuore, la sua anima e il suo corpo. E non vi ho chiesto di
giudicare se è religioso o meno, perché tutto il popolo è
nell'errore.
Gnomen
280: Le persone "che chiamano per
nome ma non sono chiamate per nome" non sanno quanto sbagliano a non
rispettare come dovuto i non religiosi, quando mancano loro di rispetto e
pretendono poi di essere rispettati. E poiché il Segno di Meshulam
completa anche quei giorni di grande mancanza verso le parole di Yeshua, non
dobbiamo stupirci se anche ai nostri giorni ci sono così tanti religiosi
simili ai Dottori di quell'epoca.
Gnomen
281: Questo tema è complesso,
perché il popolo non va giudicato solo secondo l'opinione dei religiosi,
dato che la Torà non è loro prerogativa, come essi sostengono,
per il solo fatto di studiarla. Nel momento che essi si dichiarano superiori
agli altri, non fanno altro che profanare il Nome, poichè allontanano la
gente da ogni pensiero religioso e via elevata. In effetti, molti laici si
perdono nelle vanità di questo mondo e si allontanano dalla religione e
dalla vera fede fino a perdere la salvezza. Invece dell'amore, trovano l'odio
gratuito, per cui reagiscono anch'essi con l'odio verso i loro detrattori e non
c'è vergogna più grande per la Torà di questa situazione
di reciproco odio. E aggiungo, per esperienza vissuta, che a volte l'odio non
è rivolto solo verso i laici, ma anche all'interno del mondo religioso
stesso.
Gnomen
282: Pertanto, nel tempo di Meshulam
bisogna comprendere l'errore dei sedicenti hassidim che sono crudeli nei loro
cuori verso il prossimo e a loro si fa allusione nella denuncia del profeta.
Gnomen
283: E il Signore dice a Meshulam (ibid.
43, 8): "Fa' uscire il popolo cieco che ha occhi e i sordi che hanno
orecchi". Costoro sono i religiosi, studiosi della Torà, che
credono di vedere e sentire con le loro interpretazioni, ma in realtà
non comprendono l'amore del nostro Dio per tutti i Suoi figli e le Sue creature
in generale. Essi sono ottusi di mente ed è quasi impossibile dialogare
con loro, perché non vedono e non sentono, e, quindi, come potrà Meshulam
parlare con loro?
Gnomen
284: Sembra impossibile, perché
in questo periodo storico non hanno orecchi per ascoltare, né li
raggiungerà direttamente il nuovo messaggio della Gheulà
Shlemà, se non in forma indiretta dalla Scuola di Ester in Terra
d'Israele. Quando le novità arriveranno e saranno rivelate e pubblicate
avranno l'effetto di una "bomba atomica". Credo che i non religiosi
saranno i primi a capire la portata delle novità redenzionali.
Gnomen
285: Ignoro quando ciò
avverrà ed è possibile che la diffusione uscirà dagli
ebrei non religiosi e coinvolgerà anche le nazioni del mondo e solo in
un secondo tempo i religiosi d'Israele e del mondo. Ci sono più ipotesi,
ma solo il Santo Benedetto sa cosa ci riserva il futuro.
Gnomen
286: Tuttavia, potrebbe esserci
un'allusione sul procedere degli eventi redenzionali nel verso (ibid. 43, 9):
"Si adunino tutte assieme le nazioni, si riuniscano i popoli! Chi fra
loro può annunciare queste cose e farci udire delle prime cose?
Producano i loro testimoni e stabiliscano il loro diritto, affinché dopo
averli uditi, si dica 'è vero!'". Verso pieno di spirito "meshulamico"!
Gnomen
287: Secondo il versetto, è
possibile che, una volta diffuse le novità redenzionali nel mondo, le
nazioni si riuniscano in un grande simposio internazionale e traccino
importanti linee d'azione. È possibile che in tale raduno, che ha lo
scopo di promuovere armonia e unità d'intenti, ci si rivolgerà
anche al cuore degli ebrei esperti di Torà.
Gnomen
288: I rappresentanti delle nazioni si
diranno che solo le parole di questo Nuovo Patto Completo permettono di
comprendere chiaramente gli eventi del passato, e dopo aver letto e capito le
spiegazioni del Sefer Mishnat Haim, diranno con sicurezza che sono pronti ad
ascoltare le nuove testimonianze. E perché con sicurezza? Perché
chiunque ascolta e considera le testimonianze scritte nel Libro di Mishnat
Haim, sarà portato a raccontare la verità della propria
testimonianza.
Gnomen
289: In molti passi dei Profeti che
parlano o alludono alla Gheulà Shlemà, ci sono più fasi di
comprensione: una che riguarda il popolo di Israele e l'altra le nazioni del
mondo, e quindi ci sono fasi che dimostrano in modo definitivo l'unità
del Santo Benedetto Egli sia, perché è provato dai Profeti che
fino agli Ultimi Giorni persisterà il peccato di idolatria non solo tra
le nazioni del mondo ma anche in seno al popolo ebraico.
Gnomen
290: E ci saranno tra gli ebrei coloro
che rimarranno sorpresi perché convinti che già da 2500 anni gli
ebrei nel loro insieme si erano allontanati dai culti idolatrici che li avevano
macchiati durante il periodo del Primo Tempio. Tuttavia, le cose non stanno
così (ba-avonot ha rabim), perché tuttora c'è idolatria nel
popolo d'Israele, dato che molti ingenuamente credono nella santità
dello Zohar, dei "mekubalim" di Tzfat e dei rabbini dei movimenti
chassidici, il peggiore dei quali è il movimento Chabad. Costoro si
occupano di cose che sono proibite dalla Torà, parlano di emanazioni e
associazioni divine, di "altri dèi al Mio cospetto" e ignorano
la gravità del peccato in cui sono caduti, alla stessa stregua dei Cristiani
che professano una dottrina idolatra, senza rendersene conto.
Gnomen
291: Dato che la profezia riguarda sia
il popolo di Israele che le nazioni del mondo, sorge la domanda: chi
testimonierà l'Unità del Creatore? A questo proposito, non
dimentichiamo che il popolo d'Israele, che nel suo insieme crede in un Unico
Dio fin dall'antichità, solo in parte è caduto nell'errore degli
Ultimi Giorni, a causa dell'influenza del Libro dello Zohar, mentre tutto il
resto merita di essere testimone dell'Unità dell'Eterno.
Gnomen
292: Ecco perché è stato
detto in generale del popolo d'Israele (ibid. 43, 10): "I Miei
testimoni siete voi, dice il Signore, voi ed il Mio servo che ho scelto: cosicché
voi lo saprete, Mi crederete e riconoscerete chi sono Io. Prima di Me, nessun Dio
fu formato e dopo di Me non ne esisterà alcun altro". In
generale, il popolo d'Israele è il servo che Dio ha scelto e che merita
di essere testimone fedele della Sua unità. Qui il popolo ebraico viene
paragonato a Meshulam che testimonia fedelmente l'unità del nostro
Benedetto Creatore.
Gnomen
293: L'avvertimento è arrivato
nel campo ebraico contro il sistema di Zeir Anpin dello Zohar e nel campo
cristiano contro la Trinità. E perché ciò ha a che fare
con il servizio di Meshulam? Perché come detto prima: "Fa'
uscire il popolo cieco che ha occhi e i sordi che hanno orecchi". Non
è nascosto agli occhi degli studiosi della Torà che il
"profeta" (che secondo loro è il Messia) che verrà
dovrà portare la vera fede nel mondo.
Gnomen
294: Ed è chiaro che perfino i
Saggi della Torà non sanno come ciò avverrà e cosa egli
porterà loro, dato che l'ebraismo è una religione di
verità. Pertanto, la cosa principale è che egli mostrerà
alla gente la via della verità e correggerà le distorsioni riguardanti
l'Unità del Creatore.
Gnomen
295: Ma supponendo che il popolo
d'Israele possa apportare le correzioni al suo interno e quindi influenzare le
nazioni del mondo per ciò che riguarda la fede nell'Unità del
Creatore, perché ci vuole Meshulam per fare questo lavoro? Il motivo
è che ci sono grandi ostacoli davanti al popolo ebraico, che richiedono
l'intervento di Meshulam. Dopotutto, nel campo ebraico deve arrivare un Meshulam
(almeno con la sua opera scritta) per spiegare e rivelare il terribile errore
del Libro dello Zohar (le basi del peccato sono state spiegate nel libro
"Milchamot Ha Shem" del rabbino yemenita Yehie ben Shlomo El Kapah
(Gerusalemme, 1931).
Gnomen
296: Tornando al verso 9 ci domandiamo:
quali saranno le prime cose che ci faranno udire i testimoni? Presumibilmente,
si tratterà di fatti redenzionali, rivelazioni e altri eventi della
storia di Israele.
Gnomen
297: Ma molti dei Gentili hanno
già ascoltato la testimonianza del popolo di Israele e non hanno
cambiato la loro fede, per cui a cosa vanno riferite le prime cose? Le
testimonianze sono quindi nuove cose ed il verso si riferisce al periodo in cui
è all'opera il servo speciale di Dio, Meshulam, dopo l'elezione del Goel
Finale.
Gnomen
298: L'innovazione delle testimonianze
si apprende anche dalla frase: "cosicché voi lo saprete, Mi
crederete e riconoscerete chi sono Io" al futuro e non al passato.
Vale a dire: c'è una nuova testimonianza anche qui che riguarda i figli
d'Israele.
Gnomen
299: Questa nuova testimonianza spiega
tutti gli errori riguardanti l'Unità del Creatore, che il Suo nome sia
lodato per sempre, per cui dalle nuove spiegazioni il popolo di Israele
capirà i propri errori e più avanti anche le nazioni del mondo
capiranno gli errori nella loro fede, poiché senza la nuova
testimonianza non c'è unità nel popolo di Israele, premessa
questa per poi parlare al cuore dei popoli. (Facciamo presente che il
raggiungimento dell'unione non contraddice l'ipotesi che nel processo in atto nel
popolo ebraico, che è luce per le nazioni nel diffondere le parole della
Gheulà Shlemà, ci possa essere anche un'influenza esterna sul
popolo di Israele nella fase iniziale del processo).
Gnomen
300: Pertanto, in questo
passo c'è un'allusione alle nuove testimonianze redenzionali che porta Meshulam,
che spiega alle nazioni del mondo i loro errori teologici nel contesto del
Nuovo Patto Completo, che contiene le corrette e vere spiegazioni sulle prime
profezie, come quella della missione dell'Ariete sacrificato al posto di
Isacco. Con ciò le nazioni capiranno, si confesseranno e diranno la
verità, perché conosceranno e comprenderanno per la prima volta
gli eventi del passato tramite il Nuovo Patto.
Gnomen
301: Anche gli ebrei devono comprendere
la missione dell'Ariete sacrificato in modo miracoloso, che divenne oggetto di
fede per molte genti che caddero nell'idolatria. Una volta appresa la
verità, i figli d'Israele rimarranno sbalorditi, ma non mi lapideranno
se non mi capiranno, perché io completo la comprensione tramite i Segni
dell'Asino. E non mi uccideranno; anzi, gioiranno dopo aver capito come Dio ha
operato nella Storia; le parole di Meshulam libereranno i suoi ascoltatori
dalla meschinità, dalla stupidità, dalla chiusura e strettezza
mentale favorendo l'ampliamento degli orizzonti, l'istruzione, l'apertura
mentale e la tolleranza.
Gnomen
302: Ed il Signore, Benedetto Egli sia,
proclama per bocca del profeta (ibid. 11): "Io sono, Io sono il Signore
e tranne Me non c'è altro Salvatore". Simile al verso (ibid.
44, 6): "Io sono il Primo e Io sono l'Ultimo e tranne Me non c'è
altro Dio"; i due versi si collegano al Nome EHEYE ASHER EHEYE (Sarò
Quel che Sarò); diciamo allora che il primo ANOCHI' (Io sono) corrisponde
al primo EHEYE (Io sarò) nella Prima Redenzione, mentre il secondo ANOCHI'
corrisponde al secondo EHEYE della Gheulà Shlemà; ma non facciamo
confusione con la Redenzione di Purim, che è associata al nome ASHER in
cui non appare un nome, così come Ha Shem non viene menzionato in tutto
il Libro di Ester.
Gnomen
303: E non facciamo confusione anche su
quella missione messianica mancante dell'Ariete sacrificato e sul grande errore
che ne derivò, che tale missione fosse collegata al nome ASHER.
L'allusione presente nei due versi succitati completa la comprensione sia per i
cristiani che per gli ebrei, perché ai cristiani viene detto:
"Tranne Me non c'è altro Dio", mentre agli ebrei viene detto:
"Tranne Me non c'è altro Salvatore". Infatti il pensare e
credere diversamente da "tranne Me non c'è altro Dio" porta
all'idolatria. E "tranne Me non c'è altro Salvatore": e anche
se una salvezza parziale e incompleta uscì dalla missione di Gesù
per le nazioni del mondo, alla fine, la comprensione di quella missione porterà
ad una salvezza generale sia per il gregge disperso delle dieci tribù che
per le nazioni del mondo, e "sappiate che non c'è Salvatore
all'infuori di Me e io stesso nella Mia gelosia ho agito in questo modo".
Gnomen
304: (Ibid. 43, 12) "Io ho
annunciato, ho salvato, ho predetto e non è stato un dio straniero che
fosse tra di voi; e voi me ne siete testimoni, dice l'Eterno, Io sono il
Signore". Io dissi ad Abramo che avrei redento i suoi figli da una
terra che non era loro, e sull'Esodo dall'Egitto dissi: "E lo racconterai
a tuo figlio in quel giorno dicendo...". E vi ho salvato nella redenzione
di Purim, poiché salvezza e redenzione sono per tutti gli ebrei, e vi annuncerò
nella Redenzione Finale i Segni che completano le Mie promesse. E non
c'è alcun dio straniero tra di voi, poiché voi siete i testimoni
nelle tre redenzioni, e Io sono l'unico e solo Dio in tutte e tre.
Gnomen
305: Ed anche in quella tragica missione
di Gesù vi ho salvato, e nella mia redenzione non c'è un altro
dio, e voi siete testimoni che Io sono l'unico Dio e non ce ne sono altri
tranne Me, così come è scritto (ibid. 13): "Io sono Dio
da che fu il giorno, e nessuno può liberare dalla Mia mano ed Io
opererò e chi potrà impedire l'opera Mia?". E se vi
domandate quali sono le Mie vie e dubitate con il dire che siete stati salvati
(come dicono i cristiani) dall'opera salvifica di un dio incarnatosi in un
uomo, ecco che qui vi risponderò e così capirete.
Gnomen
306: (Ibid. 14): "Così
parla il Signore, il vostro Redentore, il Dio Santo d'Israele: Per amore vostro
vi ho mandati a Babilonia, e vi ho fatti scendere incatenati e i Caldei nella
gioia hanno fatto commercio di voi con le loro navi". Io sono il
Signore, il vostro Redentore, il Dio Santo d'Israele. Cercate di capire come ho
agito e come ho portato la mia Shechinà dal Tempio di Gerusalemme a Babilonia
per essere con voi nell'esilio (in modo nascosto), per stare con voi anche
nelle vostre trasgressioni e per salvarvi dall'ignominia delle catene
babilonesi e dai commerci illeciti dei Caldei.
Gnomen
307: Questa è la Mia risposta
alla vostra domanda, perché a Babilonia eravate in esilio a causa delle
vostre trasgressioni e, per mantenere le Mie promesse, la Mia Shechinà dovette
accompagnarvi nella vostra situazione che peggiorò sempre più. E
ciò si ripetè anche con la distruzione del Secondo Tempio, quando,
a causa dei peccati di quella generazione, dovetti adattare la Mia Shechinà
alla situazione del tempo per potervi redimere alla fine.
Gnomen
308: Quindi se voi dite che ho agito in
modo disonesto, allora vi rispondo che a causa della vostra disonestà ho
agito per salvarvi da essa e redimervi nell'onestà e nel cuore retto.
Perché (Deut. 14, 1) "voi siete i figli del Signore
vostro Dio" ed (Isaia 43, 15) "Io sono Il Signore, il vostro
Santo; il Creatore d'Israele, il vostro Re". Io sono Colui che
viene chiamato il Dio d'Israele, sono Io il vostro Re e sono Colui che crea
l'Israele che desidero.
Gnomen
309: Per creare di nuovo
Israele (ibid. 16) "Così ha parlato l'Eterno, che aprì
una strada nel mare e un sentiero fra le acque potenti". Ecco,
il popolo di Israele naviga su più acque, il mare del Talmud e dell'Halachà.
Nel mio ruolo di servo Meshulam porto al mondo la Nuova Legge e il Nuovo Rito di
cui hanno bisogno.
Gnomen
310: Ecco che il tempo di Meshulam,
l'epoca messianica, corrisponde alla Quarta Generazione, per cui dopo aver
accennato alla Nuova Legge e al Nuovo Minhag, la profezia dà dei segni
sulla Quarta Generazione (ibid. 17): "che fa uscire carri e cavalli, un
esercito di prodi guerrieri; e tutti quanti saranno atterrati e mai più
si rialzeranno; saranno estinti e spenti come un lucignolo": allusione
al Giorno grande e terribile del Signore. Il carro, il cavallo, l'esercito e il
guerriero prode alludono agli armamenti di distruzione della Quarta Generazione.
Il carro (rechev) sono gli aeroplani; il cavallo sono i carri armati;
l'esercito sono i soldati; il guerriero prode (azuz) sono le armi sofisticate.
Nel Giorno grande e terribile del Signore, si manifesteranno.
Gnomen
311: "Tutti quanti saranno
atterrati e mai più si rialzeranno; saranno estinti e spenti come un
lucignolo" allude a ciò che accadrà, che contrasta con
l'intenzione del servo Meshulam, di cui era stato detto (ibid. 42, 3): "non
spezzerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante,
insegnerà la giustizia secondo verità". Il verso 3 del
capitolo 42 fa riferimento alla Nuova Legge e alla sua misericordia verso i
poveri, gli ammalati, i deboli e gli oppressi. Si tratta della Nuova Legge e del
Giudizio che conduce alla sua "Torà" (ibid. 4), che
rappresentano le istruzioni che provengono dall'autorità del Goel Finale,
Haim, che raggiungeranno "le isole che aspettano fiduciose".
Gnomen
312: Tuttavia, nei giorni del giudizio
della Quarta Generazione, scenderanno dal cielo decreti impietosi contro il
male ed i malfattori: "saranno atterrati e mai più si
rialzeranno; saranno estinti e spenti come un lucignolo". In altre
parole, le novità redenzionali ed i segni completi del Nuovo Patto, che
sono nel contesto della Gheulà Shlemà non potranno cambiare il
popolo di Israele e il mondo intero se non in seguito ai Giorni del Giudizio
nel grande e terribile Giorno del Signore.
Gnomen
313: I terribili eventi ed i grandi ed
inaspettati cambiamenti nella Quarta Generazione avranno l'effetto di
modificare il modo di pensare ed agire dell'umanità, sia nel bene che
nel male, sia per la vita che per la morte. Questa duplicità
caratterizzerà i 65 anni della Quarta Generazione. Durante questo
periodo avverranno eventi gravi e terribili che coinvolgeranno il mondo intero.
Gnomen
314: E molti moriranno, e il volto dei
paesi cambierà, e i governi si avvicenderanno, e molti protesteranno
perché saranno sottomessi a regimi dittatoriali, e regneranno la
confusione ed il caos a livello internazionale e la natura si ribellerà
contro coloro che l'hanno stravolta. E l'uomo non saprà dove sono le sue
mani ed i suoi piedi, dove va e da dove viene. Anche chi crede ed è
integro nelle proprie azioni e intenzioni sperimenterà di persona le
difficoltà della Quarta Generazione, e le incognite del futuro spaventeranno
tutti.
Gnomen
315: Ed il popolo d'Israele
capirà allora il verso (ibid. 42, 18): "Non ricordate più
le cose passate e non considerate più le cose antiche". Per
prima cosa, domandiamoci come mai viene detta questa frase al popolo di
Israele. Non è infatti scritto (Deut. 32, 7): "Ricordati dei
giorni antichi, considera gli anni delle passate generazioni"? Il
motivo è che durante il periodo della Quarta Generazione il tempo sarà
diverso a causa degli eventi che lo caratterizzeranno, soprattutto a causa del
caos e della distruzione che investiranno molte parti del mondo.
Gnomen
316: La situazione sarà
così difficile che allora si dirà con una sola voce: che senso
hanno le cose passate e le cose antiche? a che serve considerarle adesso?
Perché siamo ora di fronte ad un mondo del tutto nuovo, una sorta di
nuova creazione che ignoravamo. La risposta è nella profezia (ibid. 43,
19): "Ecco, Io sto per fare una cosa nuova; essa sta per germogliare, non
la riconoscerete voi? Ecco, Io sto per aprire una strada nel deserto e
farò scorrere dei fiumi in terre aride". Come saprete che si
tratta di un cosa nuova? E come la riconoscerete? Io vi darò dei segni
che saranno compresi a loro tempo, dopo di ché (ibid. 20): "Le
bestie dei campi, gli sciacalli e gli struzzi mi glorificheranno perché
avrò dato dell'acqua al deserto, dei fiumi in terre aride per abbeverare
il Mio popolo, il Mio eletto".
Gnomen
317: Il punto sollevato in questo verso
va riferito all'arca di Noè e ai giorni del diluvio, ossia: che di tutto
il mondo di allora, solo Noè e quelli con lui nell'arca furono salvati,
e lo stesso è vero qui. Farò notare che all'inizio dei giorni dei
Segni (fine anno 5742-1982 e inizio 5743-1983) vidi in una terribile visione che
un diluvio scendeva sul mondo, e solo chi era nell'arca con il Goel Finale Haim
veniva salvato. Questa visione non va presa alla lettera perché le
Novità Redenzionali saranno recepite nel mondo se non dopo la fine della
Quarta Generazione e parte dell'umanità sarà salvata. Pertanto, a
me sembra che soltanto i meritevoli saranno salvati.
Gnomen
318: Noi siamo qui, e l'erba del campo
deve ancora germogliare, anche se da 12 anni le radici sono state piantate ma
noi non facciamo sentire la nostra voce fuori se non attraverso i nostri
scritti e la nostra scuola nascosta. E anche se non conosciamo i comandamenti
che verranno in futuro e in che modo le Novità Redenzionali saranno
rivelate, siamo fiduciosi che a suo tempo l'erba crescerà. Quando
verrà il momento si realizzerà la profezia e il Signore
aprirà la strada nel deserto e farà scorrere fiumi in terre aride.
Gnomen
319: Ci sono midrashim che
parlano di visioni della Fine dei Giorni e del tempo in cui verrà il
figlio di Davide, o dei giorni messianici prima della sua venuta, e alcuni
credono che il volto della generazione sarà simile al muso di un cane
sfrontato, privo di morale e di Torà, e che durante i giorni messianici saranno
in molti a non osservare la Torà perché sfiduciati e quelli che
la osserveranno non lo faranno "le shem Shamaim", per cui la gran
parte del popolo sarà nell'errore.
Gnomen
320: Quindi è come se tutte le
porte fossero chiuse e sola una, rimasta aperta, dicesse: "solo tramite me
chi vorrà, potrà entrare". E non si farà allora differenza
tra Giacobbe ed Esaù, poiché il livello esteriore di Giacobbe sarà
pari a quello di Esaù e Giacobbe sarà vestito con gli abiti di
Esaù allorché ricevette la benedizione di Isacco. E chi
sarà, allora, il Mio popolo eletto, che abbevererò e a cui darò
l'acqua nel deserto?
Gnomen
321: Ed è scritto nel libro di
Geremia (31, 33): "Ma questo è il patto che stabilirò con
loro, dopo quei giorni, dice il Signore, Io metterò la Mia legge nel
loro intimo, la scriverò sul loro cuore, ed Io sarò loro Dio ed essi
saranno il Mio popolo". Pertanto, in quei giorni, ci sarà un Nuovo
Patto per la Casa d'Israele, e coloro che accetteranno quel patto saranno
chiamati "il Mio popolo". Ma non è forse già la Casa
d'Israele il Suo popolo e Dio il suo Dio? Tuttavia, prima dell'accettazione del
Patto Nuovo, la situazione è come se Israele non riconoscesse il suo Dio
e le sue azioni non fossero meritevoli come Ha Shem vorrebbe.
Gnomen
322: Questi sono i giorni in cui il
Segno di Meshulam, il servo cieco e sordo di Ha Shem, è simile al popolo
di Israele. I segni che scendono su di lui non gli vengono mandati per i suoi
meriti, ma per sua fortuna, per i meriti del Goel Finale, Haim. Anche il potere
di Meshulam non è suo, ma dei Segni Completi della Gheulà
Shlemà, per merito del Goel Haim. E non dimentichiamo che tutti gli
inizi sono difficili, e nei primi anni del Segno pochissimi sanno
dell'esistenza del Patto Nuovo e della scelta del Goel Haim.
Gnomen
323: Tuttavia, quando arriverà il
momento, tutti sapranno, riconosceranno, comprenderanno e saranno testimoni
della verità di tali novità e per questo motivo è
necessario che Meshulam sia come la gente. Perciò, fin dall'inizio della
ricezione dei nuovi Segni e delle novità nel contesto del Patto Nuovo, i
pochi fanno parte di una nuova famiglia amata, per merito del Goel, per cui Ha
Shem è vicino a loro.
Gnomen
324: E questo è "Questo
popolo che ho creato per me, racconterà le mie lodi" (Isaia, 43,
21). È chiaro che qui l'intenzione è di includere l'intera
nazione di Israele, ma inizialmente si tratta di pochi che sono a conoscenza
delle grandi novità che sono venute grazie al Goel Finale Haim e le
raccontano anche alle nazioni del mondo.
Gnomen
325: E poiché stiamo parlando di
un'intera generazione, ecco che tra il servo Meshulam e la nazione di Giacobbe
nel suo insieme, e in particolare la componente religiosa ed ortodossa,
esistono delle grandi differenze di opinione fino a quando i figli di Giacobbe
non avranno riconosciuto le verità delle novità redenzionali.
Essi non capiscono ancora che gli eventi della Storia li costringeranno a prendere
in considerazione tali novità. Molte ragioni storiche, sia positive che
negative, sono legate al loro timore di un qualsiasi cambiamento in fatto di Halachà,
e in effetti si rifiuteranno di accettare ciò che non faccia parte delle
acque del Talmud o non segua il sentiero lastricato dell'Halachà, perché,
altrimenti, si confonderebbero.
Gnomen
326: Ma alla fine capiranno che "non
ricordate più le cose passate e non considerate più le cose
antiche". E solo allora si realizzerà la profezia: "Ecco,
Io sto per fare una cosa nuova; essa sta per germogliare". (E
l'allusione è alla missione di Tzemach e pensiamo che ciò si
riferisca alla missione di Zerach nei segni fatti negli Stati Uniti, luogo di
fondazione della Scuola di Yellow Rose). A Dio piacendo, ci sarà un
grande clamore sulle novità redenzionali, sia in campo ebraico che cristiano,
ma fino ad allora passeranno diversi anni fino a quando le persone,
specialmente gli ebrei religiosi, potranno accettare le novità. Chi ha familiarità
con la Tradizione non capisce il valore del lavoro di Meshulam.
Gnomen
327: E questo non solo perché non
abbiamo un "muktze" durante lo Shabat o Yom Tov, ma a causa dei
cambiamenti radicali nella Tradizione, come ad esempio l'esenzione dai tefillin
nel Beit Ha Gheulà.
Gnomen
328: E sarà anche difficile per
l'ebraismo tradizionale accettare il fatto che il Terzo Tempio non sarà
costruito secondo i canoni biblici e che in esso non saranno offerti sacrifici
esattamente come avvenne nel Primo e nel Secondo Tempio (nota: Nei segni-sogni
ricevuti in seguito, ci è stato indicato che nel Terzo Tempio
esisterà un luogo separato, destinato ai sacrifici. Ci sarà anche
un comitato di esperti che deciderà chi potrà offrire un
sacrificio, e in un sogno c'erano i saggi di quel comitato che cacciavano gli "ellenisti",
poiché la loro intenzione di sacrificare non era pura e "le shem
Shamaim").
Gnomen
329: In realtà, tutte le chiavi
che abbiamo ricevuto riguardano la Casa della Gheulà Shlemà, che
è la Casa di Ha Shem, che sarà amata da tutti i popoli e
sarà chiamata Casa di Preghiera; sarà questa il Terzo Tempio che
non sarà più distrutto e avrà Sette Piani, 13 Altari di Preghiera
e il Tappeto dell'Islam. La preghiera sarà officiata secondo il Nuovo
Rito.
Gnomen
330: Poiché la morale (mussar) di
Ha Shem viene per il beneficio del nuovo tempo, nel cui contesto tutto è
conosciuto e previsto dal Santo Benedetto Egli sia. Come è noto, le
profezie dei profeti non vennero per negare i sacrifici, ma per fornire una
morale contro i comandamenti delle persone dotte e contro coloro che fanno del
marginale l'essenziale e dell'essenziale il marginale. E ricordiamo che le
profezie del Primo Tempio criticavano le mancanze del popolo d'Israele nel suo
atteggiamento verso il servizio dei sacrifici; ma nulla sostanzialmente
cambiò anche col Secondo Bet Ha Mikdash dove si continuò a
sacrificare per altri cinquecento anni.
Gnomen
331: Tuttavia, alla fine, i sacrifici
dei figli d'Israele, a causa dei loro peccati, non furono più graditi
con la distruzione del Secondo Tempio. L'atteggiamento e il modo di pensare
erano sbagliati: non è sufficiente sacrificare un animale per espiare le
proprie colpe se poi si persiste nel peccato.
Gnomen
332: L'intento espiatorio nei due
periodi storici in cui esisteva il Bet ha Mikdash, non fu più gradito
dall'Alto, ma non già per i sacrifici in sé, che hanno una loro
intrinseca santità, quanto per le azioni inique delle persone che col
persistere nel peccato venivano a perdere i loro meriti.
Gnomen
333: Invece di fare cosa gradita a Dio
con la mitzvà del rito espiatorio, i figli d'Israele fecero arrabbiare
il Cielo con le loro azioni inique, non "le shem Shamaim", non con il
pentimento, non con le correzioni, per cui i sacrifici erano diventati un culto
fine a se stesso, privo di valore.
Gnomen
334: (Ibid 43, 22-24): "E tu non
Mi hai invocato, o Giacobbe; anzi, ti sei stancato di Me, o Israele! Tu non Mi
hai portato l'agnello dei tuoi olocausti e non Mi hai onorato con i tuoi
sacrifici; Io non ti ho tormentato per chiederti offerte, né ti ho
stancato con il chiederti incenso. Tu non Mi hai comprato con denaro della
canna odorosa né Mi hai saziato con il grasso dei tuoi sacrifici; ma Mi
hai infastidito con i tuoi peccati e Mi hai stancato con le tue iniquità".
E nonostante i peccati del popolo il verso successivo indica il perdono di
Ha Shem (verso 25): "Io sono Colui che per amore di Me stesso cancello
le tue trasgressioni e non ricorderò più i tuoi peccati".
Gnomen
335: In altre parole: Sono Io, Ha Shem,
che cancella e perdona e non il servizio dei sacrifici in sé. E il verso
seguente recita (26): "Ricordati di Me, discutiamo insieme; parla tu
stesso per giustificarti". Questo verso mostra la purezza
dell'intenzione, che avrebbe dovuto sussistere nel servizio sacrificale, che
invece mancò. Ossia: il servizio di Dio doveva essere compiuto
attraverso l'intenzione semplice e pura degli offerenti.
Gnomen
336: Io soltanto sono il Signore, dice
Ha Shem. Rivolgetevi a Me direttamente nella preghiera e aprite i vostri cuori.
Rivolgetevi a Me solo secondo i pensieri e le parole che capite, secondo le
vostre intenzioni e i motivi delle vostre giustificazioni, e fatelo con un cuore
semplice e vero. Solo così vi ascolterò, vi giustificherò,
purificherò i vostri cuori e accetterò i vostri pensieri.
Gnomen
337: Non solo nel servizio dei sacrifici
i figli d'Israele fallirono nel corso delle generazioni, ma anche nel comprendere
l'intento della Torà in generale. Questo perché erano
eccessivamente meticolosi negli studi, come se lo studio stesso bastasse a
coprire il resto, per cui non capivano che lo studio fine a se stesso senza le
giuste intenzioni di amare il prossimo con il cuore, senza il derech eretz, la
misericordia, la tolleranza, ecc. diventa privo di valore. Del resto, che
valore ha "le-shem Shamaim" o "le-shem Torà" se lo
studio non comporta anche la correzione delle proprie azioni e la purezza delle
intenzioni del cuore? Sono scrupolosi nella lettura del Libro di Eichà e
sottovalutano la lettura dello Shemà...
Gnomen
338: Fu questa attitudine deficitaria a
causare la distruzione del Tempio e l'esilio. Mancanza di empatia, odio
gratuito, indifferenza verso l'orfano, la vedova, il bisognoso. Se i leader del
popolo e le guide spirituali avessero pensato più al bene del popolo e
meno alla precisione dei riti sacrificali, le cose sarebbero andate meglio.
Così era in Israele, purtroppo per tutti noi. Una frase semplice come:
"Ricordati di Me, discutiamo insieme" non fu capita, mentre i
dettagli spesso complicati del rito venivano capiti con sorprendente pignoleria.
I figli d'Israele non capirono la semplice intenzione: "Dio creò
l'uomo rettamente, ma essi fecero tante elucubrazioni" (Ecclesiaste 7, 29).
Gnomen
339: Il Santo Benedetto Egli sia conosce
a fondo le intenzioni e le motivazioni dell'uomo e sa che la sua inclinazione
al male fa sì che egli non prenda in considerazione la Sua
volontà. Tuttavia, nella Storia, "Norà alilà al bnei
adam" (Dio tesse trame incredibili per gli esseri umani), poiché il
Santo Benedetto conosce già quale sarà il risultato finale e
tutto ciò che si svolge è destinato a portare a compimento un
disegno futuro. Per questo, il Profeta riassume gli eventi che sfociarono nell'esilio
(ibid. 27-28): "Il tuo primo padre peccò e i tuoi ministri si
ribellarono a Me; per questo ho trattato come empi i capi del Santuario, ho
votato Giacobbe all'anatema e ho abbandonato Israele agli insulti".
Gnomen
340: Il capitolo 43 si chiude con
l'esilio e il capitolo 44 si apre con la speranza e il ritorno alla profezia
del servo Meshulam, che è un segno generale per Israele e Giacobbe,
essendo egli il servo cieco e sordo di Dio fino a quando raggiunge il suo fine.
(Isaia 44, 1-5): "Ed ora ascolta, o Giacobbe, Mio servo, o Israele, che
Io ho scelto. Così parla il Signore che ti ha fatto, che ti ha formato
fin dal seno materno, Colui che ti soccorre. Non temere, o Giacobbe, Mio servo,
o Yeshurun, che Io ho scelto. Poiché Io spanderò delle acque sul
suolo assetato e dei ruscelli sulla terra arida; diffonderò il Mio
spirito sulla tua stirpe e la Mia benedezione sui tuoi discendenti; ed essi
germoglieranno come in mezzo all'erba, come salici in riva a corsi d'acqua; l'uno
dirà: "Io appartengo al Signore" e l'altro si chiamerà
nel nome di Giacobbe e un altro scriverà sulla sua mano che appartiene
al Signore e si onorerà di portare il nome di Israele".
Gnomen
341: Mi sono sempre
domandato quale fosse il significato di quest'ultimo verso. Forse allude al
fatto che ci sono tre categorie di persone; ma quali? La terza categoria si
riferisce probabilmente ai non ebrei, ma allora perché la seconda
dovrebbe essere chiamata nel nome di Giacobbe? Almeno avrebbe potuto dire nel
nome del Dio di Giacobbe. Eppoi, perché la terza categoria dovrebbe
scrivere sulla sua mano che appartiene al Signore mentre la prima dice di
appartenere al Signore soltanto?
Gnomen
342: Secondo la mia opinione "meshulamita",
si fa qui riferimento agli altari della Casa di Preghiera della Redenzione
Finale. C'è qui la bellezza del compimento delle profezie riguardanti la
Quarta Generazione. Tramite i Segni Redenzionali, arriviamo a comprendere gli
scopi finali, che riguardano, per così dire, le intenzioni recondite di Dio.
Gnomen
343: Le tre categorie corrispondono ai
tre altari della Casa della Redenzione: l'Altare di Giuda, l'Altare di Efraim e
l'Altare di Malchitzedek. L'Altare di Giuda è destinato a coloro che
sono nati ebrei (o si sono convertiti all'ebraismo) e quindi sono già di
Dio. Tuttavia, con l'avvento del Nuovo Patto Finale e le Novità
Redenzionali, anche l'ebreo deve dire di credere che queste sono le
novità della Gheulà Shlemà e provengono da Dio, per cui
anch'io appartengo ad Ha Shem.
Gnomen
344: E l'Altare di Efraim è
destinato al gregge disperso della Casa d'Israele, ossia le Dieci Tribù
che ritornano nell'ovile dell'ebraismo. Si tratta della anime dei figli
d'Israele disperse tra le nazioni del mondo che sono state raccolte tramite la
benedetta Provvidenza, per cui con l'avvento della Gheulà Shelemà
e la spiegazione della missione dell'Ariete sacrificato, tornano alle radici
della loro fede dal Sinai.
Gnomen
345: Questi sono i nuovi ebrei, e la
gioia principale per il loro ritorno tramite l'Altare di Efraim è
proprio il fatto che sono figli e figlie di Giacobbe nostro padre ed hanno le
loro radici nella fede ebraica. Perciò è detto: "e l'altro
si chiamerà nel nome di Giacobbe", poiché quelle pecore
disperse testimonieranno di avere le radici nelle dieci Tribù dei figli
di Giacobbe e di ciò saranno onorati. Vale anche la pena notare che le
dieci Tribù prendono il nome da Giacobbe, ossia il popolo di Giuda (e
Beniamino) prende il nome da Yehuda ben Ya'acov, mentre le dieci Tribù
prendono il nome da Israele, che è Giacobbe.
Gnomen
346: L'Altare di Malchitzedek è
l'altare delle Nazioni, e nel suo contesto ha luogo anche il Patto Universale
nella sua vera forma, per cui accoglie le nazioni del mondo e i figli di
Esaù che abbandoneranno la falsa fede idolatra e accetteranno l'Unità
di Dio con chiarezza mentale e fede assoluta. A loro, però, non basta
dire "io appartengo a Dio", perché manca loro la radice nella
purezza della fede. Perciò devono aderire al Nuovo Patto sull'altare di
Malchitzedek.
Gnomen
347: Essi sono pertanto costretti a
firmare sulla loro mano che appartengono a Dio con un giuramento sul Nuovo
Patto della Gheulà Shlemà, perché così testimoniano
la loro fede in un solo Dio, ovvero il Dio di Giacobbe, e di conseguenza il
merito di essere chiamati con il nome di Israele deriva dalla loro fede nel
solo El Shaddai. In questo modo, per merito del Goel Finale Haim, Meshulam
completa l'interpretazione di questo passo a beneficio della Gheulà
Shlemà.
Gnomen
348: (ibid. 6) "Così
parla il Signore, re d'Israele e Suo redentore, Adonai Tzevaot: Io sono il
Primo e Io sono l'Ultimo, e all'infuori di Me non esiste altro Dio":
spieghiamo qui che "all'infuori di Me non esiste altro Dio"
allude alla seconda redenzione, quella di Purim, e inoltre, viene per rimuovere
l'errore del Cristianesimo. La seconda redenzione avvenne per merito di nostro
padre Isacco, perché in Isacco il Santo Benedetto Egli sia si occultò
in un modo quasi miracoloso, quando comandò ad Abramo di fare qualcosa
che in verità non voleva che facesse, e non ci fu occultamento di Dio
più grande di quello. Allo stesso modo, l'esilio di Israele fu un
occultamento decretato per far sì che il popolo di Israele si disperdesse
tra le nazioni del mondo per una futura santificazione universale.
Gnomen
349: (ibid. 7) "Chi come Me chiamerà
e parlerò con questo popolo che Mi fu caro da quando dal Mio cielo lo
portai nel mondo? Ed annuncino i segni e ciò che avverrà".
Questo verso allude alle tre redenzioni. "Chi come me chiamerà e
parlerò": questa è la prima redenzione in cui Dio chiamò
Mosè e tutti i figli d'Israele e parlò direttamente con loro sul
Sinai e con Mosè nella tenda della radunanza. "Con questo popolo
che Mi fu caro da quando dal Mio cielo lo portai nel mondo" allude all'esilio
in cui il Santo Benedetto, sia lodato il Suo nome in eterno, si occultò,
per così dire, negli astri affinché Israele diventasse una
nazione eterna e si diffondesse tra le nazioni del mondo. "Ed annuncino
i segni e ciò che avverrà": allude ai Segni Redenzionali
della Gheulà Shlemà, in cui tutto avverrà attraverso segni;
è questo lo sviluppo dei Segni Redenzionali e di tutti gli eventi
dall'inizio della ricezione dei Segni fino alla fondazione della Casa della
Redenzione.
Gnomen
350: (ibid. 8) "Non abbiate
paura e non temete. Non te l'ho Io annunciato e dichiarato da tempo? Voi Me ne
siete testimoni; c'è forse un Dio all'infuori di Me? Non c'è
altra Rocca, Io non ne conosco alcuna". Non è del tutto chiaro,
apparentemente, il nesso tra il "non abbiate paura" e il "non te
l'ho Io annunciato"; anzi, dovrebbe essere il contrario: appunto
perché ve l'avevo annunciato e dichiarato da tempo, ora dovreste avere
molta paura, perché l'idolatria persiste tuttora tra di voi. Tuttavia,
questo sembra un monito per coloro che, poveretti, sono caduti nel peccato
dello Zohar, alla stessa stregua dei cristiani che ingenuamente credono nella
Trinità; va riferito a coloro che peccano nell'ingenuità del
proprio cuore e temono di uscire dalla loro fede.
Gnomen
351: "Non abbiate paura e non
temete" e capirete che non sarete puniti quando abbandonerete
per sempre una fede o un sistema di pensiero che contrasta la verità
dell'Unità del Creatore. Dopotutto, il timore per un'idea falsa
è mancante, per cui "temete – tareu" è scritto senza la
alef: si tratta di un timore fasullo poiché la ALEF rappresenta la vera
fede e il vero timore di Dio.
Gnomen
352: (ibid. 9) "I costruttori di
statue sono tutti confusi e i loro idoli non giovano a nulla; i loro testimoni
non vedono, non capiscono nulla, per cui saranno ricoperti di vergogna".
La parola "loro" (hema) è scritta con quattro puntini in alto,
allusione al fatto che quando si arriva alla quarta generazione idolatra, come sta
scritto in Esodo (20, 4): "e alla quarta generazione per coloro che Mi
odiano", i testimoni dell'idolatria saranno oramai "hema", come
le loro statue che non vedono e non capiscono nulla e sono incapaci di ragionare,
come sta scritto nei Salmi (115, 8): "Saranno simili agli idoli che hanno
costruito".
Gnomen
353: (ibid. 10-11): "Chi
è che fabbrica un dio e fonde un idolo perché non gli serva a
nulla? Essi e i loro seguaci saranno svergognati e gli artefici stessi non sono
che uomini! Che si radunino tutti insieme, che si presentino... saranno
spaventati e svergognati tutti insieme". Allusione questa a ciò
che hanno fatto e continuano a fare gli idolatri Chabad, che sono sotto lo
Herem mi-Deoraita a causa del loro Rebbe, falso Messia; essi lo glorificano
come un dio, bar minan. I seguaci Chabad diffondono la sua foto foto in Israele
ed in ogni parte del mondo. "Essi ed i loro seguaci saranno svergognati",
perché sono diventati un grande movimento nel mondo e i loro
"artefici" (harashim, che si può leggere anche hershim, sordi)
non sentono i sentimenti delle persone che li circondano. Recentemente, folle
di seguaci Chabad si sono radunate in Israele in un'imponente manifestazione di
propaganda e hanno proclamato che il loro "Messia", Menachem Mendel
Schneerson, ormai paralizzato e prossimo alla morte, si sarebbe rivelato come
il Re Messia. A questo raduno erano collegati via radio tutti i centri Chabad
sparsi nel mondo, che attendevano con trepidazione che il morituro si sarebbe
rivelato quella stessa notte: "che si radunino tutti insieme,
che si presentino", avverrà che "saranno spaventati e svergognati
tutti insieme".
Gnomen
354: (ibid. 12-13): "Il fabbro
lima il ferro, lo mette nel fuoco, dà forma all'idolo a colpi di
martello e lo lavora con braccio vigoroso; soffre perfino la fame e la forza
gli viene meno; non beve acqua e si stanca. E chi scolpisce il legno stabilisce
le linee, disegna l'idolo con lo stilo, lo lavora con lo scalpello, lo misura
con il compasso e ne fa una figura umana, una splendida forma d'uomo, da poter
onorare in casa". I versi alludono al peccato del Libro dello Zohar.
Gnomen
355: "Il fabbro lima il ferro":
i kabalisti hanno trasformato i diamanti dell'intera Torà in ferro,
materializzando Ha Shem con tutte le loro interpretazioni. C'è
un'allusione in questo nell'opera di Moshe de Leon (sia cancellato il suo nome
e la sua memoria!), quando diede vita allo Zohar, estraendo dal carbone un
inchiostro speciale, e si stancò molto lavorando con estremo vigore sul
suo libro, tanto da soffrire la fame e la sete. E tutto ciò per indurre
i fedeli facoltosi a credere che la sua opera fosse stata scritta da Rabbi
Shimon bar Yochai (Dio ci perdoni!), per ricavarne così grosse somme di
denaro.
Gnomen
356: "Chi scolpisce il legno"
cone a dire che il suo libro ha le radici dall'Albero della Vita (Dio non
voglia!). "Stabilisce le linee (natà kav)": allude alle
dieci Sefirot emanate dalla linea di Yosher (secondo la quale le Sefirot emanate
sono disposte lungo una linea interna) tra le dieci Sefirot Desovev (ciò
che esiste attorno alle Sefirot, che non è disposto in linea retta). Fu Rav
Haim Vital che nel suo libro "Etz Haim" elaborò questo sistema,
per cui "lo disegna con lo stilo e lo lavora con lo scalpello"
(come fecero i "mekubalim" che spiegarono e descrissero in dettaglio
questo sistema) e "lo misura con il compasso"
(un'allusione alle descrizioni delle Sefirot secondo Haim Vital nel nome di Rav
Yitzchak Luria). "E ne fa una figura umana": poiché spiegarono
che le dieci Sefirot emanatesi dal mondo di Atzilut hanno una forma umana (Dio
non voglia!) con 248 membra emanate di forma umana.
Gnomen
357: "Una splendida (tiferet)
forma d'uomo" infatti dicono che le Sefirot di Tiferet di Atzilut sono
il Cuore di tutti i Cuori (Libà d'kol Libin) che è la cosa
fondamentale dello Zeir Anpin (Dio ci salvi da tali farneticazioni!), che
rappresenta l'emanazione ultima di Dio nella forma di un uomo cosmico, al quale
vanno rivolte tutte le nostre preghiere e il nostro servizio (Dio ci salvi!).
Gnomen
358: (ibid. 14): "Ha tagliato
dei cedri per lui – ha preso dell'elce e della quercia, e lo ha rafforzato con
gli alberi del bosco; ha piantato un pino che la pioggia farà crescere":
Il passo è ricco di allusioni all'opera di Haim Vital, perché si
parla di cedri (araszim che racchiude la parola rasz, segreto), di
elce (anche tirsza ha in sé la parola rasz), e di quercia
(alon, che nel sistema kabalistico è l'albero che viene menzionato nel
"ma'arechet elohut", sistema della divinità). "E lo ha
rafforzato con gli alberi del bosco": allude al fatto che quando Rav
Vital lasciò la Calabria, diventando discepolo di Rav Yitzhak Luria,
disse che la forza e il coraggio di tutti i suoi libri derivavano da quanto
aveva ricevuto dal suo maestro. "Ha piantato un pino": allude
allo splendore della luce (ziv or - presente nella parola oren
(pino)) termine abusato dai kabalisti. "che la pioggia (gheshem) farà
crescere": allude alla materializzazione (hagheshamà)
del Creatore nel sistema kabalistico.
Gnomen
359: (ibid. 15) "E la legna
serve all'uomo per fare del fuoco, che lo usa per riscaldarsi, e accende il
forno per cuocere il pane; e ne fa pure un dio, ne scolpisce l'immagine davanti
alla quale si prostra": lo possiamo riferire a Shneur Zalman di Ladi,
che era un uomo con uno spirito ardente tra i seguaci del Meghid di Mezerish, che
aveva appreso i sistemi di tutti i "mekubalim" prima di lui e aveva
fondato un movimento "fervente" in Russia. "E accende il
forno" perché dagli insegnamenti del suo maestro aveva dato
vita ad un nuovo sistema; "per cuocere il pane": che è
il libro che scrisse, il Tanya; "e ne fa pure un dio": allusione
al movimento Chabad che fin dagli inizi peccò di idolatria verso il
proprio Rebbe; "e ne scolpisce l'immagine davanti alla quale si prostra":
questi sono i loro pensieri idolatri che si concretizzano.
Gnomen
360: (ibid. 16): "Ne brucia la
metà nel fuoco e con l'altra metà prepara la carne, ne cuoce
l'arrosto e si sazia; ed anche si riscalda, dicendo:" Come mi riscalda nel
vedere questa luce". Tutto il verso allude al movimento Chabad. "Ne
brucia la metà nel fuoco" allude al Mittler Rebbe (il secondo
rabbino della dinastia); "e con l'altra metà prepara la
carne": allude a Tzemah Tzedek (il terzo rabbino della dinastia).
"ne cuoce": è la quarta generazione; "l'arrosto":
è la quinta generazione; "e si sazia" è la sesta
generazione che si stabilì in America, luogo di abbondanza; "ed
anche si riscalda": allude al rinnovamento del movimento nella sua
settima generazione, quella che ha creato il vitello. "Dicendo: come mi
riscalda (ndt: hamoti, significa anche mia suocera)!": allusione al
Lubavitcher Rebbe che ricevette la tradizione Chabad dal suocero, il padre di
sua moglie. "Nel vedere questa luce": è lui che ha dato
inizio al falso messianesimo Chabad.
Gnomen
361: (ibid. 17): "E con
ciò che avanza si fa un dio, il suo idolo, gli si prostra davanti, lo
venera, lo prega e gli dice: salvami, poiché tu sei il mio dio".
E con ciò che avanza (si spera, finale) che Chabad compie l'idolatria,
agitando, come abbiamo visto da testimoni, la fotografia del Rebbe sul prepuzio
del neonato prima della circoncisione, compiendo un esecrabile atto di pura
idolatria.
Gnomen
362: (ibid. 18): "Non sapranno e
non capiranno; hanno impiastrato i loro occhi perché non vedano e il
loro cuore perché non apprendano": allude a quelli che sono
caduti in quest'ultimo peccato e apparentemente conoscono e comprendono la
Torà, ma in realtà non ne sanno e non ne capiscono nulla,
perché i loro occhi non vedono dato che sono impiastrati dalle dottrine
dei livelli di Atzilut, per cui il loro cuore è impedito dall'essere
istruito nelle virtù.
Gnomen
363: (ibid. 19): "Torneranno al
loro cuore e senza discernimento e intelletto diranno: "ne ho bruciata la
metà nel fuoco e sulle braci ho fatto cuocere il pane e ho arrostito la
carne che poi ho mangiato; e con l'altra metà mi farò un idolo e
adorerò un ciocco di legno": il verso va riferito alla settima
generazione idolatra di Chabad, che è collegata alla sua prima
generazione (così essi dicono). "Torneranno al loro cuore":
poiché la settima generazione è collegata alla prima, per cui
ripete lo stesso linguaggio e dice : "Ne ho bruciata la metà
nel fuoco", in altre parole: nel movimento Chabad da generazioni e nel
movimento Chabad durante il periodo di Schneerson in particolare, hanno
bruciato la metà delle parole dello Zohar e della successiva
Kabalà e sulle braci hanno fatto cuocere il pane, ossia gli scritti e i
discorsi del loro Rebbe. "Ho arrostito la carne": allusione
alla diffusione del movimento e della sua falsa propaganda messianica.
Gnomen
364: "E con l'altra metà
mi farò un idolo e adorerò un ciocco di legno" allude
alla folle idolatria messianica dei seguaci Chabad, che diffondono in tutto il
mondo le fotografie del loro rabbino e fanno una propaganda che oltrepassa i
limiti del buon senso e va contro le vie della sacra Torà, fino ad
adorare il loro idolo e a concentrare su di lui tutti i loro pensieri pagani.
Gnomen
365: (ibid. 20): "Il pastore di
cenere, ha il cuore traviato che fa sbagliare; non salverà la sua anima
e dirà: "Non è forse una menzogna ciò che tengo nella
mia destra?": Ecco questo pastore (il rabbi di Lubavitch), che diceva
ai suoi seguaci che li avrebbe guidati nei meravigliosi campi dei mondi
superiori, non è altro che un pastore di cenere che travia e fa
sbagliare tutti i suoi hassidim che scendono nel baratro. E il verso dice non
c'è speranza che il Rebbe ammetta la verità, perché "ha il cuore traviato" diventato
ormai un ricettacolo di menzogne e di idolatria, per cui non ha più la
forza di tornare indietro, essendo diventato oggetto di un culto della
personalità idolatra da parte dei suoi seguaci. Non potrà salvare
la sua anima e non ammetterà di vivere nella menzogna, e questo è
valido anche per il movimento chassidico in generale, che parla di Hesed a
destra e di G'vurà a sinistra, ma alla fine stramazzerà a terra e
non si rialzerà mai più.
Gnomen
366: (ibid. 21): "Ricòrdati
di queste cose, o Giacobbe, e Israele, poiché tu sei il Mio servo; Io ti
ho formato per essere tu il Mio servitore, e Israele, non Mi dimenticare":
il verso ripete al popolo di Israele che egli è servo di Ha Shem e gli
rammenta che fu creato fin dall'inizio per servirLo, e sembra supplicare il Suo
popolo, con grande ed infinita misericordia, come fa un innamorato con la sua
amata lontana: "Non Mi dimenticare", ossia, non ti scordare di
Me. Il fatto è che a causa delle tante menzogne e delle false dottrine kabalistiche
adottate negli ultimi secoli, gran parte del popolo si è allontanato
dall'ebraismo. Tuttavia, una volta chiarita l'essenza della pura e semplice
fede in Ha Shem, l'amore di Dio per il Suo popolo, per così dire, si
risveglierà, perché non ha colpa se si è allontanato dalla
religione.
Gnomen
367: Perciò (ibid. 22): "Io
ho cancellato le tue colpe come densa nube e le tue trasgressioni come nuvola
leggera; ritorna a Me, poiché Io ti ho redento": dopo la
purificazione del popolo ebraico dal suo terribile peccato, arriverà il
tempo del pentimento e del riconoscimento della Redenzione Completa. Scenderanno
così i Segni Redenzionali e le Novità della Gheulà
Shlemà saranno rivelate, per merito del Goel Finale, Haim.
Gnomen
368: (ibid. 23): "Cantate, o
cieli, poiché Ha Shem ha operato! Giubilate, profondità della
terra! Esultate, o montagne, e foreste con tutti i vostri alberi! Poiché
il Signore ha redento Giacobbe e manifesterà la Sua gloria in Israele".
Allusione alle novità redenzionali che porterà il Goel Haim.
Gnomen
368: Diario: Ho copiato il verso
(23) alle 3 del mattino, e poi sono andato a riposare un po'. Alle 7 del
mattino Paolo mi ha detto di aver visto in sogno che noi allievi facevamo la
spesa per Pesach (ora siamo nel mese di Tamuz) con grande gioia. Shaul mi ha
raccontato di aver visto in sogno una cosa meravigliosa: una colonna di fuoco
circolare che scendeva dal cielo sulla terra, ed era sbalordito da questa
incredibile visione. Debora ha sognato che cuoceva del pane nel forno, mentre i
bambini erano fuori e giocavano e l'acqua usciva da più punti e bagnava
tutto, e lei era felice.
Gnomen
369: Si tratta sicuramente di buoni
segni dopo che siamo arrivati al verso: "Cantate o cieli ... poiché
il Signore ha redento Giacobbe, e manifesterà la Sua gloria in
Israele". E sono arrivati i Segni della Gheulà
Shlemà, che è anche il Nuovo Pesach, poiché nella Quarta
Generazione arrivano miracoli e segni ancor più stupefacenti della
liberazione dall'Egitto. La colonna di fuoco che scende dal cielo è il
segno della meravigliosa quarta generazione profetica, e il fuoco ricorda il
sacrificio sul monte Carmelo del profeta Elia, di benedetta memoria. Il pane
del Nuovo Pesach e l'acqua sono segni di nuove comprensioni future e la grande
gioia è simile a quella della Casa di Shoevà.
Gnomen
370: Questi sogni, che arrivano nel loro
tempo secondo il loro scopo, sono in sintonia con il nostro lavoro nei libri di
Mishnat Haim, e non potrebbero essere sognati da chi non fa parte del Nuovo
Patto. Si tratta di sogni che rientrano nel contesto delle Novità
Redenzionali, per merito del Goel Finale, Haim, e sono i sogni sui quali
profetò Gioele (3,1). E in effetti, ogni persona, ovunque si trovi,
può aderire al Nuovo Patto, dal momento che è scritto: "Riverserò
il Mio spirito sopra ogni carne" (ibid.).
Gnomen
371: Nello stesso tempo in cui Dio,
Benedetto Egli sia, riversa il Suo spirito su ogni carne tramite il Nuovo
Patto, redime anche Giacobbe e glorifica Israele. Ora siamo (anno 1995) nel
dodicesimo anno dei Segni (i primi 6 anni sono stati nel segno della correzione
del Cristianesimo, i successivi 6 anni nel segno della Riforma dell'Ebraismo).
Quest'anno è nel Segno della Resurrezione del Goel Finale Haim, e ci
vorranno molti altri anni prima che, con l'aiuto del Santo Benedetto Egli sia, siano
completati tutti gli scritti del Sefer Mishnat Haim. Solo Dio sa come andranno le
cose nel mondo e come arriveranno in Terra d'Israele. Tuttavia, quando saranno
note e si diffonderanno, non c'è dubbio che faranno grande rumore.
Gnomen
372: Naturalmente, i gruppi
ultraortodossi di ogni tipo inizialmente respingeranno i nostri scritti. Tuttavia,
le Guerre di Dio contro la falsa Kabalà del Libro dello Zohar saranno
rivelate ai più e ci sarà una spaccatura all'interno del popolo ebraico
finché la questione non sarà chiarita anche con l'aiuto del Libro
delle Cinque Tavole dell'Alleanza, be ezrat Ha Shem. Poiché le profezie escono
dalla radice per rivelarsi nella Quarta Generazione, ma, allo stesso tempo,
sono necessarie anche molte fasi prima che l'umanità possa capire ed
assimilare le Novità; notate che le profezie abbinano sempre i
mòniti con le buone notizie, i rimproveri e le promesse di ricompensa
redenzionale.
Gnomen
373: (ibid. 24): "Così
parla il Signore, il Tuo Redentore, Colui che ti ha formato fin dal grembo
materno: Io sono il Signore che ha operato tutte le cose; Io solo ho spiegato i
cieli, ho disteso la terra, senza che ci fosse qualcuno con Me". Qui
la profezia di Isaia ritorna sul tema dell'Unità del Creatore, e questo
verso deve essere inculcato bene in Terra d'Israele e fuori di essa,
soprattutto tra i cristiani. I presunti Hachamim, con la loro saggezza di
Atzilut, appresa dal Libro dello Zohar, hanno manipolato questo verso, per cui
interpretano il "Colui" con la sefirà di "Binà"
o Ema d'Atziluta. Ma se la sefirà di "Hochmà" (o Aba d'Atziluta)
era con la "Binà" al momento della creazione del mondo, come si
concilia con "Io solo", e "senza che ci fosse qualcuno con
Me"?
Gnomen
374: Questo è solo un esempio di
capovolgimento di un'interpretazione accettata negativa e inesistente (ossia
del "Chi è con me?" sapendo che si tratta di una domanda
retorica la cui risposta è negativa) ad una positiva esistente, nel
contesto della quale i commentatori dello Zohar la attribuiscono a Dio nel
mondo di Atzilut. Non sanno e non capiscono, poiché i loro occhi sono come
impiastrati dal vedere. Essi capovolgono la Torà e si vantano di aprire
i segreti del mondo di Atzilut valicando i recinti dei settanta aspetti della
Torà. Dopotutto, il concetto di Unità di Dio basterebbe per annullare
chiunque specula sulle entità "superiori" generando in tal
modo "altri dèi al Mio cospetto".
Gnomen
375: I kabalisti sono colpevoli poiché
hanno falsato l'interpretazione del verso dando esistenza ad un'immagine
idolatrica. In questo modo hanno omesso la negazione retorica dal suo posto per
sostituirla con un'idea elevata ed inesistente che esiste solo nelle loro menti.
Dalle loro elucubrazioni ne è scaturita una falsa luce che mostra per un
attimo volti ridenti e splendenti, che subito svaniscono. Questa falsa luce fa
immaginare loro mondi, emanazioni, realtà metafisiche che non hanno
alcuna consistenza reale. Eppure il Signore ricorda loro che chi si dedica a
tali speculazioni spreca inutilmente il suo tempo.
Gnomen
376: (ibid. 25 – 26): "Io rendo
vani i presagi degli impostori e rendo insensati gli indovini; faccio
indietreggiare i saggi e svento la loro scienza. Io confermo la parola del suo
servo e completo le predizioni dei suoi messaggeri; Io dico di Gerusalemme "essa
sarà abitata" e delle città di Giudea "saranno riedificate
e ne rialzerò le rovine". "Faccio indietreggiare i
saggi e svento la loro scienza" allude al fatto che come servo Meshulam
ho il compito di pubblicare nel Libro di Mishnat Haim il peccato dello Zohar e l'iniquità
di Chabad. Tuttavia, Meshulam non annuncia queste cose a suo nome ma a nome del
suo Maestro Haim, scelto dal Signore nostro Dio per essere il terzo e finale
Goel, poiché dal Morè Haim ho ricevuto tutti questi fondamenti.
Perciò la loro verità è stabilita in Alto ed io sono soltanto
il servitore referente.
Gnomen
377: Dio stabilisce la parola del Suo
servo e non il servo, poiché solo l'Onnipotente ha il potere di
stabilire la Sua parola (da qui scaturisce l'anatema mi-deoraita contro i
sistemi dello Zohar e della falsa kabalà e contro Chabad e il suo falso
messia). E il verso 26 aggiunge che Meshulam, servo di Dio, non fa altro che
completare le predizioni dei suoi messaggeri, ossia i Segni Completi
Redenzionali, ossia ascolta le predizioni dei messaggeri tramite i Segni
secondo la forza e la potenza del suo udito e completa secondo la sua
capacità le loro predizioni e intenzioni tramite gli scritti.
Gnomen
378: "Io dico di Gerusalemme
"essa sarà abitata" e delle città di Giudea
"saranno riedificate e ne rialzerò le rovine": allude al
tempo del servo Meshulam, durante il quale Gerusalemme torna a ripopolarsi e le
città di Giudea sono riedificate. (ibid. 27): "Io dico
all'abisso "fatti asciutto" e prosciugherò i tuoi fiumi":
anche qui l'allusione è profonda: l'abisso è la profondità
immaginaria del sistema dello Zeir Anpin e i fiumi prosciugati sono le dieci
Sefirot di Atzilut considerate dai kabalisti come fiumi di saggezza.
Gnomen
379: (ibid. 28): "Io dico di
Koresh (Ciro) "egli è il Mio pastore che adempirà tutta la
Mia volontà, dicendo a Gerusalemme: "sarai ricostruita" e al
Tempio "sarai riedificato". Ho appreso dal Morè Haim che
Ciro era veramente il figlio della regina Ester e quindi era ebreo. Facciamo
notare che questi versi, così come altre profezie, possono essere
associati a periodi più antichi (la fine del periodo del Primo Tempio,
il ritorno di Sion dall'esilio in Babilonia, la costruzione del Secondo Tempio,
la fine del periodo del Secondo Tempio, la missione dell'Ariete sacrificato, la
distruzione del Tempio e la diaspora), ma tuttavia non sono completi,
poiché i Segni Redenzionali sono necessari per completare tali profezie.
Quindi non sorprendetevi se Ciro viene chiamato "il Mio pastore che
adempirà tutta la Mia volontà"; il verso può essere
anche associato alle profezie sul servo Meshulam.
Gnomen
380: In questo modo capiremo che proprio
come Meshulam non è un vero Tzadik come i santi Tzadikim Nascosti, allo
stesso modo Ciro non era uno degli Tzadikim Nistarim, ma la sua fortuna gli
diede il merito in quel frangente storico, e poiché era un re e poteva
influenzare e agire, era considerato in quel momento uno Tzadik che viveva
nella sua fede (ma non uno Tzadik Nascosto!). Egli ebbe merito e operò
per il ritorno a Zion e la ricostruzione del Tempio a Gerusalemme.
"Koresh" allude anche l'opera del Signore perché
"Ko" è l'opera di Dio e "Resh" è la persona
semplice, misera (rash) e povera verso le cose superiori e vicina al concetto
del Giusto che vivrà nella propria fede.
Gnomen
381: (ibid. 45, 1): "Così
parla il Signore al Suo unto, a Ciro che Io ho preso per la destra per far
scendere le nazioni davanti a lui, per sciogliere le cinture ai fianchi del re,
per aprire le porte davanti a lui, cosicché nessuna gli restasse chiusa".
Anche da questo verso capiremo che il Messia non è simile al Goel, poiché
come a Ciro fu comandato di agire allora, così è il segno di Meshulam
al nostro tempo: annunciare le novità redenzionali, i messaggi e le
spiegazioni tramite il Libro di Mishnat Haim, e quando saranno rivelati, allora
"le nazioni scenderanno da lui". "Per sciogliere le
cinture ai fianchi del re": allude alla Nuova Legge. "Per aprire
le porte davanti a lui": allude al Nuovo Rito della Casa della
Redenzione e in particolare ai due altari chiamati Altare di Malchitzedek e
Altare del Sacerdote Unto. Ed infatti, questo segno fu ricevuto in un sogno da
Solly Kamhaji, in cui veniva detto che le due porte sarebbero state aperte: la
porta dell'Altare di Malchitzedek e la porta dell'Altare del Sacerdote Unto, e
quel sogno è un completamento di ciò che viene indicato in questa
profezia. Non a caso facciamo sempre notare che i Segni Redenzionali completano
storicamente le profezie.
Gnomen
382: "Cosicché nessuna
gli restasse chiusa": allude alle porte ricevute per il Sefer Mishnat
Haim (con l'aiuto di Dio), porte che non si chiudono dopo essere state aperte.
Meshulam ha molti lavori e varie incombenze riguardo agli scritti del Sefer
Mishnat Haim, ma senza l'aiuto del Santo Benedetto in ogni istante non potrebbe
fare nulla. Tuttavia, Ha Shem lo incoraggia sempre e gli infonde nuove energie:
(ibid. 2) "Io camminerò davanti a te e appianerò i luoghi
impervi; frantumerò le porte di rame e spezzerò le sbarre
di ferro". "Io camminerò davanti a te": come
con Noè, la cui virtù principale era la sua semplicità di
fede (temimut) più che la sua rettitudine (tzadikut), quantunque fosse
considerato un uomo giusto nelle sue generazioni, così Meshulam è
un uomo giusto che vivrà nella propria fede.
Gnomen
383: "E appianerò i luoghi impervi (hidurim)" allude alle usanze dei 'mekubalim' e
dei vari gruppi hassidici che hanno rivestito la Halachà con molti tipi
di abiti (talboshot) fino alla vergogna (bosh) chiamandoli poi ornamenti
(hidurim) delle mitzvot. Costoro hanno dipinto la maggior parte dell'ebraismo
con nuove usanze secondo lo Zohar e con le loro astruse speculazioni hanno
fatto sì che i loro cosiddetti ornamenti diventassero delle strade
impervie che hanno rovinato le vie pervie dell'ebraismo. "Frantumerò
le porte di rame": allude a tutti i nomi e alle combinazioni di nomi
che si sono inventati e hanno diffuso nei loro libri. "E spezzerò
le sbarre di ferro": sono le loro abitudini nel parlare e nell'agire che
sono diventate dure come il ferro che è difficile da spezzare.
Gnomen
384; (ibid. 3): "E ti
darò i tesori nascosti nelle tenebre e le ricchezze segrete,
affinché tu riconosca che Io sono il Signore che ti chiama per nome, il
Dio d'Israele". "I tesori nascosti nelle tenebre":
come la missione dell'Ariete sacrificato, la cui intera storia rimase nascosta
nelle tenebre. "E le ricchezze segrete": come la conoscenza
delle origini del Cristianesimo nella scuola essena, così come abbiamo
ricevuto tramite i Segni Completi.
Gnomen
385: (ibid. 4): "Per amore di
Giacobbe, Mio servo e di Israele, Mio eletto, io ti ho chiamato per nome, ti ho
designato con speciale favore, quando non Mi conoscevi". Allude al
fatto che avvennero delle preparazioni storiche lungo il percorso redenzionale.
(ibid.
5) "Io sono il Signore e non esiste alcun altro Dio; tranne Me non c'è
altro Dio; Io ti ho cinto quando non Mi conoscevi". Allude alla
correzione del Cristianesimo mirata a salvare il gregge disperso della Casa
d'Israele e le dieci Tribù, le cui anime il Signore ha preservato entro
gli ovili del Cristianesimo fino alla venuta del Goel Finale che le farà
uscire per riportarle alla vera fede monoteista di nostro padre Abramo.
Gnomen
386: (ibid. 6): "Affinché
si riconosca, da oriente a ponente, che non esiste altro Dio all'infuori di Me;
Io sono il Signore e non esiste altro Dio". Tutte le vie nascoste alla
fine portano il mondo intero a riconoscere che il Santo Benedetto è Uno,
e Colui che porta la Redenzione Finale è lo Stesso che ha portato la
Prima Redenzione e la Redenzione di Purim e ha disposto l'ordine della storia
per farla arrivare al suo obiettivo finale.
Gnomen
387: (ibid. 7): "Io formo la
luce e creo le tenebre, metto la pace e creo il male; Io sono il Signore e
opero tutto questo": Dio ha formato la luce della Prima Redenzione e ha
creato le tenebre durante le fasi dell'esilio; Egli mette la pace tra la luce e
le tenebre nella Gheulà Shelemà e crea il male nella Quarta Generazione.
Cosa significa quest'ultima frase? Dato che il male degli uomini si manifesta sempre
più nella seconda parte della Quarta Generazione, ecco che se Dio non
avesse creato una punizione severa contro il male che ha il sopravvento sul
bene e sui buoni, il popolo d'Israele e l'umanità intera non avrebbero
potuto avere scampo.
Gnomen
388: (ibid. 8): "Cieli, stillate
dall'alto e formate le nuvole affinché piova la giustizia; si apra la
terra e sia fertile di salvezza e faccia germogliare la carità al tempo
stesso; Io sono il Signore e creo tutto questo". Nella Redenzione
Finale, il Santo Benedetto Egl sia, in cielo e in terra, comanda la giustizia e
la carità. Egli opera e senza di Lui il popolo non avrebbe merito alcuno.
"Si apra la terra e sia fertile di salvezza e faccia germogliare la
carità al tempo stesso": la salvezza (yesha) allude alla salvezza
messianica e la carità (tzedakà) allude al Sefer Mishnat Haim, poiché
in esso si rinnova la comprensione della Torà, chiamata anche
Tzedakà.
Gnomen
389: (ibid. 9 - 10): "Guai a chi
contende con il suo creatore; egli, rottame fra i rottami di vasi di terra!
L'argilla dirà forse a chi le dà la forma 'cosa stai facendo?' o
l'oggetto dell'opera metterà in discussione le mani del suo fattore?
Guai a colui che dice a suo padre: 'perché generi?' e a sua madre:
'perché partorisci?'''. Ci sono qui allusioni forti riguardanti il
peccato della genetica, entro la quale operano molti miscredenti che pensano
che il "creatore" abbia commesso un errore nel suo lavoro e non
vogliono ammettere che essi stessi sono oggetto di creazione e mettono in
discussione l'opera di chi li ha creati. Essi, nella loro odiosa protervia,
vogliono dire all'uomo chi generare e alla donna chi partorire.
Gnomen
390: Diario: Dopo aver scritto i
versi del Gnomen 389, ho mangiato qualcosa e sono andato a riposare. Ho poi
ricevuto un falso sogno dallo Yetzer ha rà (se fossi stato un vero
Tzadik non avrei potuto fare un sogno così brutto e falso; e
probabilmente sono colpevole di essere entrato stamane nella tenda senza aver
fatto la doccia). Nel sogno vedevo Solly che voleva lasciare il Segno, mai sia!
Dopodiché, Paolo si arrabbiava con me e diceva di voler lasciare anche
lui il Segno e scriveva una lettera spiegandomene il motivo, ma io mi rifiutavo
di leggerla. Uno dei motivi era (cosa vera) che non gli avevo insegnato
l'ebraico e l'inglese come gli avevo promesso. Nel sogno cercavo di convincerlo
con parole dure a desistere dal suo proposito, ma lui non mi ascoltava, per cui
ero costretto a tornare negli Stati Uniti.
Gnomen
391: Quando mi sono svegliato, ero
scosso e mortificato. Ho raccontato il sogno a Paolo e Debora. Paolo ha detto
subito che il sogno era falso e non c'era niente di vero e mi ha rassicurato
dicendo che sarebbe sempre rimasto con me nel Segno. Ha anche ammesso che aveva
sbagliato a parlare la sera prima. Non riporto le sue parole, ma è vero
che ha commesso un grave errore, anche se in buona fede. Ha detto cose dettate
dalla collera per la nostra difficile situazione economica, per le tante spese
da affrontare e i debiti da pagare.
Gnomen
392: Abbiamo telefonato a Solly, che
vive a Beer Sheva, e lui, dopo aver sentito il sogno, ha detto: "Dio non
voglia, è un sogno falso, non può accadere una cosa
simile!". Solly ha poi detto che è anche colpa sua se ho fatto un sogno
simile, perché a volte lui si arrabbia molto e la collera lo fa cadere
in errore perché dice cose che non dovrebbe dire. In questo caso, si
arrabbia con se stesso e si dice di non meritare di far parte del Segno. Al
termine della conversazione, Solly ha richiamato e ha detto che pochi giorni prima
era di cattivo umore e aveva pensato di staccarsi del tutto dal Segno, ritenendosene
indegno. Ha però ribadito che il mio sogno è menzognero ma viene
dallo Yetzer ha rà, poiché mai abbandonerà il Segno.
Gnomen
393: A causa della mia colpa per non
essermi lavato (chissà che altro) e per gli errori nel parlare di Paolo
e Solly, lo Yetzer ha preso le cose dette per sbaglio o in un attimo di collera
e me le ha presentate per rattristarmi con un tale sogno menzognero. (ibid.
11): "Così parla il Signore, il Santo d'Israele, Colui che lo ha
formato: voi Mi interrogate sulle lettere e Mi date ordini sui Miei figli e
sull'opera delle Mie mani!". Allusione alle lettere (parole)
che vengono pronunciate per errore, alle domande inopportune, come se, tramite
esse, si volesse dare ordini ed istruzioni a Dio su come agire con i propri
figli, i figli d'Israele. Tuttavia, il Signore è esplicito (ibid. 12):
"Sono Io che ho fatto la terra e ho creato l'uomo su di essa; sono Io, e
le Mie mani hanno steso i cieli e sono Io che comando le schiere celesti".
Gnomen
394: (ibid. 13): "Sono Io che lo
risveglierò nella giustizia e raddrizzerò tutte le sue vie; egli
edificherà la Mia città e rimanderà liberi i Miei esuli
senza prezzo di riscatto e senza doni, dice il Signore delle Schiere".
Dal verso si evince che non è Meshulam che risveglia se stesso nella
giustizia, ma è il Signore che lo risveglia, perché il servo Meshulam
non è in grado di raddrizzare le sue vie, ma solo Dio lo può fare.
Lo stesso vale per il Terzo Tempio che sarà riedificato a Gerusalemme e a
Beer Sheva: il Tempio non sarà costruito da alcuna forza umana ma solo
quando il Santo Benedetto Egli sia, lo permetterà secondo la Sua
volontà.
Gnomen
395: (ibid. 14): "Così
parla il Signore: il frutto delle fatiche dell'Egitto e del traffico
dell'Etiopia e dei giganteschi Sebaim passeranno a te e saranno tuoi; quei
popoli cammineranno dietro a te, passeranno incatenati e si prostreranno
davanti a te e ti suplicheranno dicendo: "Certo, Iddio è in te e non
esiste alcun altro Dio". Alla fine, tutte le nazioni ammetteranno che
Dio si trova tra il popolo di Israele più che tra le altre nazioni,
considereranno tutte le opere di Dio durante la storia del popolo di Israele e
comprenderanno come Dio abbia condotto il suo popolo allo scopo desiderato. E
allora diranno (ibid, 15): "In verità, tu sei un Dio che ti
nascondi, o Dio di Israele, o Salvatore".
Gnomen
396: E in futuro si pentiranno i popoli
del mondo, che prima disprezzavano i figli d'Israele (ibid. 16): "Saranno
svergognati, sì, tutti quanti confusi; i fabbricatori d'idoli se ne andranno
tutti assieme ricoperti d'onta". E si rivolgeranno al popolo d'Israele
che proclama (ibid. 17): "Israele è salvato dall'Eterno d'una
salvezza perenne; mai più sarà svergognato né confuso".
E testimonieranno che Israele aveva ragione nella sua fede (ibid. 18): "Poiché
così parla il Signore che ha creato i cieli, Egli è il Signore
che ha formato la terra, l'ha fatta e l'ha stabilita – e non l'ha lasciata nel
caos ma l'ha popolata; Io sono l'Eterno e non esiste altro Dio".
Gnomen
397: Quegli stessi popoli proclameranno
la verità della Sua Unità, espressa nella Torà e nei Profeti,
e ammetteranno il loro errore (ibid. 19): "Io non ho parlato in segreto
in qualche luogo tenebroso della terra; Io non ho detto alla discendenza di
Giacobbe, "cercateMi invano"; Io sono il Signore che parla con
giustizia e dichiara rettitudine". In altre parole: se esaminerete i
versi così come sono, noterete solo parole che affermano in modo giusto
e diretto l'Unità del Santo Benedetto e vanno contro l'idolatria e i
riti agli idoli (ibid. 20): "Radunatevi, venite, accostatevi tutti
insieme, voi che siete scampati dalle nazioni; non hanno intelletto coloro che
portano i loro idoli di legno e pregano un dio che non li salverà".
Gnomen
398: (ibid. 21): "Proclamatelo,
fateli avvicinare, si consultino pure insieme: Chi annunciò queste cose
fin dai tempi antichi e le predisse da lungo tempo? Non sono forse Io il
Signore? E non esiste altro Dio all'infuori di Me, un Dio che è Giusto e
Salvifico". E quando tutti avranno ammesso il loro errore, Dio li
incoraggerà e dirà loro (ibid. 22 – 23): "Volgetevi a Me
e sarete salvati, o voi tutti abitanti della terra: poiché Io sono Dio e
non c'è nessun altro. Per Me stesso Io l'ho giurato: è uscita
dalla mia bocca una parola di giustizia e non sarà revocata,
perché ogni ginocchio si piegherà davanti a Me e ogni lingua Mi
presterà giuramento".
Gnomen
399: "E' uscita dalla Mia bocca
una parola di giustizia" Allusione alla teoria del Logos di Giovanni;
e qui il Signore stesso proclama qual è la verità che pone fine
ad ogni idea falsa e sbagliata. La verità viene formulata nel modo
seguente: "poiché ogni ginocchio si piegherà davanti a Me
e ogni lingua Mi presterà giuramento" contrariamente ai
cristiani che seguono la falsa parola di Giovanni e si inginocchiano alla forma
di un uomo e giurano sul suo nome.
Gnomen
400: (ibid. 24): "Solo nel
Signore, mi è stato detto, è la giustizia e la forza; a Lui
verranno, pieni di confusione, tutti coloro che erano accesi d'ira contro di lui".
Questo verso è enigmatico. "Solo nel Signore, mi è
stato detto": alcuni interpretano che il cuore lo ha detto, altri che
il profeta lo ha detto e altre opinioni ancora. Ed io, modestamente, in questo
momento della storia, dopo aver ricevuto le chiavi della Gheulà
Shlemà dal Goel Haim e dopo aver ricevuto dall'Alto il permesso di
interpretare questo segno, dico: "Solo nel Signore": solo per
ciò che riguarda le Novità Redenzionali, "mi è
stato detto", a me e ad ognuno degli Asini, che "è la
giustizia e la forza", ossia quali sono le meravigliose Novità,
la Nuova Legge, il Nuovo Rito e tutti i Segni Redenzionali.
Gnomen
401: E anche le cose che riguardano le
Guerre di Dio e lo Herem mi Deoraita, al termine delle quali "a Lui
verranno", allude alla comparsa del Sefer Mishnat Haim, che
farà conoscere la verità, dopo la quale "saranno pieni di
confusione tutti coloro che erano accesi di ira contro di lui". Spero
che siate felici per queste interpretazioni di Meshulam sul servo Meshulam, poiché
io sono un servo di Dio, un asino della tribù di Giuda, cieco e sordo
alle vie degli Tzadikim Superiori. E dal momento che non c'è qualcuno
che ne è degno, cerco di essere un Asino che annuncia queste
Novità Redenzionali.
Gnomen
402: Tutto ciò che scrivo nel
Libro di Mishnat Haim sui tempi e sui segni di questa Quarta Generazione hanno
del profetico, sebbene io non sia un profeta ma un servo di Dio. Tuttavia, le
novità sono profetiche, poiché preannunciano ciò che
accadrà nella Quarta Generazione. Quando noi riceviamo i segni, di
solito nei sogni sulla Gheulà Shlemà, li annunciamo per iscritto
o oralmente, diciamo che si tratta di novità profetiche, anche se non
siamo profeti. Le profezie che riceviamo completano e realizzano le profezie
del passato e questo è il lavoro del servo Meshulam.
Gnomen
403: Del resto, il Segno di Meshulam
è il Segno dell'Asino che mangia il pane ed il Segno dell'Asino, Messia
figlio di Davide, ed è il Segno dei preparativi per i lavori messianici
futuri. Ed è il Segno che rompe le barriere della storia, in particolare
riguardo alla missione dell'Ariete sacrificato, che sfonda letteralmente i muri
del passato per creare delle brecce per il tempo nuovo. Ecco perché
questo segno è anche chiamato il Segno di Peretz e, a proposito, anche
il mio nome è Peretz, e ciò facilita il mio lavoro.
Gnomen
404: Sono stato chiamato Peretz,
sicuramente dalla Hashgahà, perché questo nome mi collega ai
segni della Torà, e, infatti, dalla casata di Peretz è discesa la
casata di David. Per questo ho ricevuto i Segni di Giuda e i Segni di Tamar.
Tuttavia, ci sono altri collegamenti nella Torà che devo
"contrassegnare" per trasmettere i segni ai figli. Ad esempio: i
Segni di nostro padre Abramo, all'interno dei quali è stato dato il Libro
delle Stelle di nostro padre Abramo. Per merito di Abramo, l'intera Torà
è "contrassegnata" in lui: ossia, tramite il Libro delle Stelle
(che riceviamo attraverso i Segni Completi dal Goel Haim) tutte le parole della
Torà sono comprese nei segni adattati alle Stelle Redenzionali. E forse
un'allusione la si può trovare nelle parole dei Saggi, di benedetta
memoria, che dissero che nostro padre Abramo osservò tutti i
comandamenti della Torà (Talmud Bavlì, Yoma, 28, 72; Kedushin, 82,
71; Talmud Yerushalmi, Kedushin, 82, 12).
Gnomen
405: Pertanto, non meravigliatevi se a
volte ho su di me i Segni di Abramo e a volte quelli dell'Asino. Tutto dipende
dalla questione del segno che devo completare, per cui nei Profeti sono sotto
il Segno di Meshulam. Anche l'asina del perverso Bil'am mi ha aspettato fino a
quando ho completato il segno dei piedi (regalim-raglaim) piacevoli che
annunciano la parola del Signore tramite la bocca dell'Asino.
Gnomen
406: Ho avuto su di me anche i Segni
dell'Ariete Sacrificato, per cui sono stato salvato grazie al suo sacrificio, e
dalle strade tortuose ho potuto percorrere quelle diritte che mi hanno permesso
di spiegare i Segni della Scuola degli Esseni nel contesto dei Segni
Redenzionali.
Gnomen
407: Perché ho anche baciato i
piedi di nostra madre Sara con l'amore di un figlio, e lei mi ha avvertito che
ci sono 127 vie segrete che non ho ancora seguito.
Gnomen
408: Ed ero vicino a nostra madre
Rebecca quando ho pianto con lei pregando per i gemelli che portava in grembo.
E ho risposto ai sei punti sopra "vayeshakehu" e ho trovato conforto
dopo la morte di mia madre tramite il loro (di Giacobbe ed Esaù)
abbraccio. Mi sono bagnato con le lacrime di nostra madre Rachele che ha
pregato per far tornare i suoi figli entro i loro confini. E sono sceso nella
fossa con Giuseppe, finché il mio Morè non mi ha tirato fuori con
grande fatica.
Gnomen
409: Diario: Questa sera mi hanno
telefonato Anna Gasparotti (la prima sacerdotessa dell'Altare delle Nazioni) e
suo marito Giorgio Guido (il primo ambasciatore per le nazioni del mondo) per
dirmi una cosa interessante, che mi sembra un segno importante e quindi la riporto
in questa sede. Il mondo non sa ancora leggere i Segni, ma il comunismo
è già caduto, e il Papa è entrato nella sinagoga di Roma,
ed è avvenuto il disastro di Chernobyl, e ci sono già i segni del
processo di pace tra Israele e i palestinesi.
Gnomen
410: Anna e Giorgio mi hanno detto che
gli scienziati hanno annunciato che c'è una cometa che cadrà su
Giove tra il 16 e il 22 luglio (il 16 luglio, tra 10 giorni, sarà la
vigilia di Tishà be'Av). La cometa (numero 9) si chiama Schumacher-Levy,
dal nome dei due scienziati che l'hanno individuata. Il punto è che
stiamo aspettando i Segni di Tzedek (Nota: Giustizia, così è
chiamato il pianeta Giove), perché il tempo nuovo rinnova completamente
lo stato della giustizia nel mondo, e questi sono Segni della Giustizia che
entra nel mondo nella Quarta Generazione. I Segni arrivano sotto forma di
notizie importanti che si diffondono ai quattro angoli della Terra così
da essere ricordate in seguito. Diciamo che non c'è ancora la giustizia
nel mondo nella sua nuova forma; in altre parole, a causa della cattiveria dei malvagi,
i buoni hanno meno influenza e la giustizia non ha ancora un suo posto per insediarsi
come dovuto nel mondo. I principi del premio e del castigo sono rimasti invariati
nel vero giudizio dopo la morte, mentre in futuro la Giustizia si
compirà anche in questo mondo, essendo questa una condizione necessaria per
la Gheulà Shlemà. A tale proposito, abbiamo ricevuto delle
indicazioni secondo le quali il libero arbitrio scemerà in un certo modo
nella Quarta Generazione, e ciò per rafforzare i buoni e separarli
sempre più dai malvagi che persisteranno nel fare il male. Ciò
avverrà nel contesto di una guerra tra le forze del bene e quelle del
male al fine di creare separazione e purezza, quando alla fine si potrà
vedere la giustizia in tutto il mondo.
Gnomen
411: Mentre sto scrivendo, siamo nel
dodicesimo anno dei Segni (1994), che è l'anno del Segno Completo della Resurrezione
del Morè Haim, e siccome si tratta di un segno di rinascita generale e di
rinnovamento della vita, ecco che è un anno in cui sono attese grandi cambiamenti
nel mondo. Quindi è pertinente che la cometa Schumacher-Levy si schianti
su Giove proprio in quest'anno, e questo anche per includere i Segni della Giustizia
nei primi 12 anni, che rappresentano le radici per tutti i Segni Redenzionali.
Gnomen
412: Il sigillo del 12° anno (il sigillo
viene completato e sigillato alla fine del 13° anno, entro il 12 marzo) fa
entrare il tempo della Giustizia, però, anche se i Segni per questo
vengono dal momento in cui cominciano ad apparire entro la fine del 12° anno, non
sono ancora nel loro giusto equilibrio per poter uscire pubblicamente. Ecco che
il nostro lavoro procede insieme alle stelle, considerando che il tempo dalla
fine del 12° anno alla fine del 13° anno per i Segni è un tempo
speciale. Questo è il momento del giudizio per la costruzione dei nuovi
edifici desiderabili e la demolizione di quelli inutili del passato. In questa
fase, la Giustizia entra nel mondo secondo i nuovi ordini legali che escono dal
Tribunale di Sopra.
Gnomen
413: Quando arriva un segno "da
fuori" (come quello della suddetta cometa), cerchiamo di capire se
esistono connessioni con i nostri segni. I media hanno detto che questa cometa
ha la forma di una collana di ventuno perle brillanti che si schianteranno su
Giove. 21 è 3 volte 7, nel Segno della santità del numero 7,
allusione alle 3 Redenzioni, perché ognuna ha la sua propria
santità particolare (il tipo di santità dei miracoli d'Egitto, il
tipo di santità dei miracoli di Purim e il tipo di santità dei
miracoli della Gheulà Shlemà). Quando questi tre tipi si uniscono,
si viene a creare un completamento rafforzato della Gheulà Shlemà,
dato che ogni tipo è completo di per sé, per cui tramite la loro
unione si forma un quarto tipo completo che rappresenta la perfezione assoluta.
Ciò è parallela alla perfezione storica che emerge dal compimento
del nome EHEYE ASHER EHEYE.
Gnomen
414: Pertanto, il tempo di questa
perfezione è entrato nel periodo della Giustizia per merito dello Tzadik
Haim, il Capo dei 36 Giusti Nascosti della sua generazione, che è stato
scelto quale Goel Finale, ed è risorto nel Segno della sua resurrezione
per il rinnovamento del mondo.
Gnomen
415: Ho adesso aperto il libro di Isaia
per vedere qual è l'ultimo verso con cui intendevo concludere il libro
di commento su Meshulam, e se esso si adatta alla questione che stiamo
trattando. Il verso recita (ibid, 25): "Nel Signore troverà
giustizia e si glorierà tutta la discendenza di Israele".
"Nel Signore troverà giustizia", poiché tutti
gli ebrei riconosceranno la loro fede e vedranno a giusta ragione il loro
trionfo grazie alla loro fede in Dio, a differenza dei tempi passati, che pur
nella loro fede non videro la loro vittoria; ossia, il mondo non voleva
riconoscere la loro fede. Adesso, però, per merito del Goel Finale, Haim,
anche le nazioni del mondo troveranno giustizia grazie alla fede in Dio e
loderanno il Santo Benedetto. "E si glorierà": anche le
nazioni glorificheranno il popolo d'Israele e lo loderanno per la sua fede e
fiducia in Dio, che è uno degli scopi principali della Gheulà
Shlemà. Con l'aiuto di Dio, avverranno grandi eventi e la nazione di
Israele si eleverà.
Gnomen
416: Meshulam deve scrivere queste cose
che in futuro saranno note al mondo, ma ciò avviene per merito dello
Tzadik vero e povero, il Goel Finale Haim, che dichiarò: "Dite loro
che io sono lo Tzadik che è annunciato tre volte". Vale a dire:
Moshe Rabbenu fu annunciato come il Goel di Israele, Mordechai lo Tzadik fu
annunciato come il secondo Goel del popolo di Israele a suo tempo, mentre Gesù
fu annunciato come il Messia universale e come l'Ariete sacrificato al posto di
nostro padre Isacco, (per cui è il secondo uomo della redenzione), e lo
Tzadik Nistar Haim è annunciato come Goel Finale e Giudice Unto nel
Regno dei Cieli. Il Goel Haim è universale, poiché è il Goel
di Israele e delle nazioni del mondo ed anche il saggio Mahdi che i figli di
Ismaele stanno aspettando. Il Goel è apparso in sogno mentre abbracciava
con amore persone di ogni popolo e diceva: "Siamo tutti una sola
carne". Il Santo Benedetto Egli sia ci faccia vedere la giustizia nel
mondo, e ci riservi il merito di essere Talmidim del Goel Haim per poter
leggere e comprendere tutti i Segni Redenzionali, camminando sempre con
umiltà e amore per il prossimo. Amen e così sia.
Concluso
il giorno 28 Tammuz 5744, 7 luglio 1994, nella Tenda delle Stelle.
La
revisione del testo è stata fatta in Israele, nell'anno 2016.