Autore: Peretz Green

Traduzione dall'ebraico: Davide Levi

 

Il Libro dell'Asino Meshulam

 

Prefazione

 

Gnomen 1: Questo Libro di Meshulam fa parte del Decimo dei 13 Grandi Petali del Sefer Mishnat Haim e, come tutti i nostri testi segue la vera e nuova Kabalà della Gheulà Shlemà sotto la guida del Goel Finale, Haim, ed è stato scritto dal suo Talmid, Peretz, l'Uomo dei Segni. ll Libro del Servo Meshulam tratta in special modo il compimento delle profezie di Isaia su Meshulam, il servo cieco e sordo di Dio, tramite il quale si completa una parte profetica dei Segni Completi della Gheulà Shlemà.

Gnomen 2: Premettiamo subito una grande regola secondo la quale la Gheulà Shlemà non è destinata ad Israele soltanto, e ciò si può evincere dalla profezia di Isaia (49, 6): Ed Egli dice: "E' troppo poco che tu sia Mio servo per risollevare le tribù di Giacobbe e ricondurre gli scampati di Israele. E farò di te una luce fra le nazioni per essere la Mia salvezza fino alle estremità della terra". Con l'avvento del Goel Finale si realizza questa profezia, così come altre profezie e numerosi versi dei Salmi che evidenziano che la Redenzione Finale coinvolge tutti i popoli.

Gnomen 3: Il Goel Finale Haim di San'aa, Yemen, ha ricevuto, dopo la sua morte e la sua resurrezione nel Segno Redenzionale della Resurrezione, il ruolo chiamato "il Giudice Unto nel Regno dei Cieli", che è atteso dai figli d'Israele da duemila anni. Va riferito al Goel Finale, spentosi nella sua ultima sofferenza e risorto nel Segno della Resurrezione a beneficio dell'umanità, il verso profetico di Malachia (3, 1): "E subito arriverà nella sua sede il signore (adon) che voi cercate", dove la sede allude al Regno dei Cieli, come indicatoci dai Segni.

Gnomen 4: Il Goel non si chiama Messia e non è della tribù di Giuda bensì della tribù di Beniamino. Il termine Messia, creato dalla necessità storica profetica, è legato ad un ruolo terreno che sarà a Gerusalemme all'epoca del Terzo Tempio. Gli unti (messia) che proverranno dalla Casa di Davide e opereranno nei loro ruoli durante i periodi della Gheulà Shlemà saranno sotto l'autorità del Giudice Unto nel Regno dei Cieli, Il Goel Finale e il Maestro Prescelto, Haim. Il Messia non è al livello del Goel, perché in rapporto al Goel, il livello del Messia è come quello di un asino rispetto ad un essere umano. Questa è una regola stabilita e sigillata nei Segni Redenzionali.

Gnomen 5: E per amore dei Segni, l'Asino che discende dal Regno dei Cieli è l'Asino del Goel, come è scritto in Zaccaria (9,9): "Povero e cavalca un asino, un asinello figlio di asine" (Zaccaria, 9, 9). Sono questi gli Asini che ricevono in sogno i Segni Redenzionali e li ordinano negli scritti. Nei primi sei anni dei Segni (nel quadro della correzione del Cristianesimo e del ripristino dei Segni messianici iniziali come erano nella lora forma originale nella Scuola degli Esseni), gli Asini operano nel contesto del Segno dell'Asino che mangia il pane di Betlemme, ossia nei Segni dell'Asino, Mashiah ben Yosef, mentre nel secondo periodo di sei anni (nel quadro della riforma dell'Ebraismo) viene l'Asino nella forma dell'Asino nascosto che mangia il pane del rinnovamento della Torà, ossia nei Segni dell'Asino, Mashiah ben David.

Gnomen 6: Il Goel Finale è il Giudice Unto, il cui ministero si svolge dalla Quarta Generazione fino a quando Ha Shem vorrà. Nei primi 12 anni il Goel ha cavalcato e guidato i suoi Asini per far scendere i Segni della Nuova Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà e i segni della Nuova Protezione per il mondo. È vero anche che Meshulam è simile ad un asino, cieco e sordo nel suo servizio al Signore, per cui anche l'opera degli Asini del Goel Haim somiglia a quella di Meshulam.

Gnomen 7: E proprio come il livello del Messia è come quello di un asino in rapporto al livello del Goel, così il livello di Meshulam, il servo cieco e sordo di Ha Shem, in rapporto al Goel è come quello di un asino. Nel linguaggio profetico Meshulam significa che non è perfetto mentre il Goel è uno Tzadik, Capo dei 36 Tzadikim Nascosti nella sua generazione. Mancano gli asini ciechi e sordi, e Ha Shem li rinnova ogni volta dando loro la facoltà di compiere il loro dovere per amore della Gheulà Shlemà, pertanto sono chiamati servi di Dio, pur essendo ciechi e sordi alle cose cose superiori dei perfetti (i veri Tzadikim).

Gnomen 8: Per questo dirò che è arrivato il momento di compensare le deficienze di Meshulam, aprendo gli occhi nonostante la cecità e gli orecchi nonostante la sordità.

 

IL LIBRO DI MESHULAM

Gnomen 9: Il Goel Finale Haim è l'Unto Prescelto dal Signore nostro Dio nel Nuovo Regno dei Cieli che scende nel mondo, ed è chiamato il Giudice Unto per sempre, mentre tutte le altre condizioni che riguardano i Messia nel mondo dipendono dalla generazione, dal tempo e dai meriti.

Gnomen 10: Noi siamo per così dire dei Meshulam, ma in realtà siamo veri asini e somarelli, ed è vero che in tempi brevi il Goel si è insediato nel Regno dei Cieli, dopo la sua finale e terribile sofferenza, ed un nuovo Mazal è sceso su di noi che siamo diventati simili a Meshulam. Non veri e propri Meshulam, ma simili a lui, il servo sordo e cieco di Ha Shem.

Gnomen 11: Non avrò timore nello scrivere questi gnomen, perché il profeta Isaia rivelò dalla bocca di Dio il segreto del servo Meshulam cieco e sordo. Molti che se ne deliziarono furono da lui abbandonati, poiché come parte del loro intendimento pensavano che egli rappresentasse la perfezione, mentre in realtà sbagliarono di grosso nell'interpretare le sue parole. Dopotutto, Meshulam è cieco e sordo ed è perfetto (mushlam) solo per merito degli altri.

Gnomen 12: Una chiave per un'ampia comprensione delle questioni della Stella si trova dall'inizio del capitolo 42 alla fine del capitolo 45 nel Libro di Isaia per ciò che riguarda la Gheulà Shlemà e il Segno dell'Asino e se non li interpreto sarebbe una mancanza di conoscenza per il mondo. Tuttavia, quando scriverò sarò costretto a peccare ritenendomi un Meshulam. E come oserei dire "la sua anima mi desiderava", dato che sono poca cosa, meno di una zanzara che mi precedette nella creazione.

Gnomen 13: E non potrei negare questa profezia, perché ogni volta che mi accingo a dire qualcosa di sbagliato, mi vengono in mente i miei peccati e la profezia si avvera contro di me. Dopotutto, venni rimproverato in sogno dallo stesso Tzadik Haim (20 marzo 1995) quando mi spintonò dicendomi: "Ah, avevi pensato di essere il Messia!", per cui avrei dovuto pregare Dio tutto il sabato chiedendo scusa...

Gnomen 14: Ed era chiaro dal sogno che ero in errore, perché pensavo di essere qualcuno, mentre il mio pensiero non era reale. Quanto grande fu la follia in cui caddi! Qui la sordità e la cecità mi hanno portato a complicarmi le cose. Pertanto, devo stare attento alle mie debolezze ed essere forte nella fede in Ha Shem, che mi ha fatto Suo servo, anche se migliaia di volte non ho ascoltato la Sua voce, ho sbagliato e ho peccato. E Meshulam che devo interpretare come me stesso rimanendo sempre un Asino che non si monta la testa.

Gnomen 15: Mi sono svegliato e mi sono ricordato che sono un asino e un servo Meshulam, sordo e cieco. Subito il mio Creatore ha avuto pietà di me e si è ricordato di me, poiché già mi aveva voluto come suo Talmid il Goel Finale, Haim, che ha trasfuso in me il suo spirito per giudicare le genti.

Gnomen 16: Non griderò alla gente per portarla al pentimento e non parlerò in pubblico di cose redenzionali o delle novità dell'Asino che mangia il pane se non negli scritti del Sefer Mishnat Haim. Il Goel Finale, Haim, da San'a, Yemen, è l'Unto prescelto, unto con l'olio di Dio nel Regno dei Cieli, mentre io ho il compito di essere un Asino che mangia il pane della Gheulà Shlemà.

Gnomen 17: Per un momento mi è sembrato, per le forme dell'Asino che circondavano, di essere simile al profeta Isaia ai suoi tempi e di profetare su Meshulam. Tuttavia, sto solo fantasticando, perché Isaia era un vero profeta e io non sono né un profeta né un figlio di profeta e ho sempre bisogno che Dio mi sostenga e mi ricordi che sono un Suo servitore. E la mia stupidità a volte supera il mio buon senso, perché in fondo sono una nullità piena di difetti. Dopotutto, non raggiungerò mai gli stinchi del cavallo del profeta Isaia, e rimarrò nella mia ignoranza.

Gnomen 18: Non fraintendetemi, perché in effetti io non sono né profeta né figlio di profeta, ma piuttosto un Asino che vi annuncia le profezie redenzionali.

Gnomen 19: E vicino a me ci sono altri asini: Deborah, la mia doppia coda, Paolo, Daniele, Giuseppe e altri ancora sono profeti migliori di me come dimostrato dai loro sogni.

Gnomen 20: Ed io non sono altro che un asino servitore, fatto di una materia che riceve messaggi di redenzione. E le forme di asino che assumo mi attirano le critiche e la derisione della gente. Dopotutto, sono stato creato per essere un somaro che riceve i rimproveri per la sua stupidità e i suoi difetti.

Gnomen 21: Tuttavia la mia materia (homer) di asino (hamor) riceve le profezie della Gheulà Shlemà e della Quarta Generazione, e chi ascolta i miei ragli ne ricaverà beneficio, perché le mie mancanze non influiscono su di voi più di tanto. Dopotutto, i veri annunci sulla venuta del Goel Finale, Haim, le profezie della Quarta Generazione e della Redenzione Completa mi vengono mandati dall'Alto.

Gnomen 22: A Beer Sheva nel 1990, lo tzadik Abuhatzera ci disse dall'altro mondo che io sono l'asino, Messia figlio di Davide (e non il Messia figlio di Davide), per cui in relazione alla missione del Messia figlio di Davide io sono un asino completo. Cosa volete da me, voi bipedi che siete stati creati ad immagine di Dio? Voi che cercate di sapere chi è alla testa della Gheulà Shlemà, rivolgetevi al Goel che vi insegnerà le vie amate del Signore.

Gnomen 23: Del resto, il periodo profetico che apre la Gheulà Shlemà è iniziato subito dopo l'elezione del Goel Finale, dopo la sua salita, per mezzo di un segno molto speciale dato al suo Talmid.

Gnomen 24: Quel segno è speciale per diversi motivi: primo, è chiamato "segno profetico" poiché è venuto nel ruolo e nel nome del profeta Elia, di benedetta memoria.

Gnomen 25: E questo perché l'apertura della Gheulà Shlemà è promessa ad Elia da Dio, come è noto alla fine della profezia di Malachia (3,23) e nella Tradizione di Israele.

Gnomen 26: Gran parte di quel segno è spiegato nel verso: "E fa tornare il cuore dei padri verso quello dei figli e il cuore dei figli verso quello padri" (ibid., 24), per cui quanto profetizzato deve avvenire prima del compimento della missione del Messia figlio di Davide a Gerusalemme, dato che si tratta di un processo che richiede tempo.

Gnomen 27: La Grande Aquila scrisse nel suo stile aureo: "Prima della guerra di Gog e Magog, un profeta si alzerà per Israele per correggere i figli d'Israele e preparare i loro cuori, come è detto: "Ecco, Io vi mando il profeta Elia" (Hilchot Melachim 12, 3).

Gnomen 28: E aggiunge una spiegazione secondo cui lo scopo della venuta del profeta non è quella "di rendere impuro ciò che è puro, né rendere puro ciò che è impuro, né invalidare le persone che sono considerate kasher, né convalidare chi è considerato non kasher, bensì portare la pace nel mondo, secondo quanto è scritto: "fa tornare il cuore dei padri verso quello dei figli".

Gnomen 29: Non è cosa da poco correggere e preparare i cuori dei figli di Israele e portare la pace nel mondo e dare alle nazioni del mondo il riconoscimento della vera fede!

Gnomen 30: Dopotutto, la chiave che abbiamo ricevuto dal sogno di Solly a Beer Sheva sullo tzadik Abuhatzera, alav hashalom, ci ha fatto capire che l'Asino è nel Segno del Messia figlio di Davide. Per cui, chi sono io? Niente, uno zero, un vaso vuoto che il Goel riempie con tutta la bontà dei sapori redenzionali; e per l'abbondanza di bontà, di luce e di novità meravigliose, io ho cominciato a dimenticare, a scalciare e a considerarmi un asino importante. Ecco perché il Goel Haim è venuto a sgridarmi come si conviene ad uno sciocco, che si crede un asino importante.

Gnomen 31: L'asino si investe anche su Peretz che è della tribù di Giuda, e questo è un segno per la Casa di Peretz di Giuda e Tamar che conduce ai Segni della profetata Casa di Davide, con l'aiuto del Santo Benedetto Egli sia. Mi chiamo Peretz, per cui sono stato bene assimilato nel Segno, anche se esistono molti con il nome Peretz che forse sarebbero stati più adatti di me, se fossero stati sotto il mio Mazal.

Gnomen 32: A che segno allude dunque la profezia di Isaia che inizia al capitolo 42? "Ecco il mio servo, Io lo sosterrò, il mio eletto per il quale si compiace l'anima mia; Io ho infuso il mio spirito su di lui ed egli insegnerà la giustizia alle nazioni".

Gnomen 33: Ogni momento che sono nel Segno dell'Asino che mangia il pane, sono anche nel Segno di questo servo o almeno al suo inizio, quale servo di Dio (considerate anche la corrispondenza con il Segno del periodo di 65 anni della Quarta Generazione, allorquando si arriva all'ultimo piano, il 65° piano, Peretz dice: "Baruch Ha Shem, che siamo arrivati ​​all'inizio" - pertanto il Segno di Peretz arriva solo per raggiungere l'inizio, e anche qui è bene ribadire che Peretz non è altro che un mezzo per raggiungere il punto principale seguente). Dopotutto, il Segno di Peretz viene affinché l'umanità riconosca il Goel Finale, per la gioia degli ebrei e la salvezza delle nazioni. E se l'Asino mi investe nel Segno di Meshulam è perché tutti gli allievi asini possano sottostare a questo segno profetico e operare a beneficio della Gheulà per le future generazioni.

Gnomen 34: La profezia di Isaia spiega gli obiettivi principali del servo Meshulam, e come sono adesso nel suo segno, così le sue parole si riferiscono al mio compito. Sono nel Segno dell'Asino che mangia il pane e nel Segno di Meshulam, il servo cieco e sordo di Dio, e guai a me se ho sbagliato e peccato considerandomi qualcuno... Non sono altro che un segno e niente di più! Magari che il Segno abbia un esito favorevole e non debba essere più biasimato! Magari possa io ragliare come un bravo asino e non mi debba più vergognare dei miei peccati! Amen e sia fatta la volontà del mio Creatore.

Gnomen 35: Ecco l'inizio della saggezza che riguarda il servo Meshulam si trova nel significato del suo nome. Ossia, egli non è completo (shalem), bensì incompleto (meshulam). E vedremo nel resto delle profezie su questo servo che egli è mancante: è cieco e sordo, pur essendo il servo di Dio, desiderato da Dio stesso. È mancante e desiderato, ma non per merito suo, ma per merito di chi è completo! Pertanto, non stiamo parlando del servitore del Goel, perché il Goel è uno Tzadik completo e Ha Shem non ha bisogno di sostenerlo per completarlo. È completo al livello della sua Tzadikut nella sua suprema santità e non è mancante da dover essere completato come il servo Meshulam.

Gnomen 36: Il servo Meshulam è collegato allo scopo particolare della "giustizia che insegnerà alle nazioni", sebbene il verso non indichi che sia Meshulam ad insegnare nuove leggi di testa sua, bensì secondo i segni e le direttive ricevute dal Goel, in quanto la sua elezione ed il suo spirito provengono dal Goel per questo scopo speciale, perché il servo Meshulam è amato da Dio a condizione che esegua la volontà del Goel Finale. Tutte queste sono novità redenzionali che i versi in questione non potrebbero rivelare, così come non potrebbero interpretare i tempi della Gheulà Shlemà e le sue questioni se non con allusioni generali su questioni generali.

Gnomen 37: La giustizia che va insegnata alle Nazioni viene menzionata anche in altri profeti e nei Salmi, e si tratta di un punto cardinale nelle questioni della Gheulà Shlemà, perché da essa dipende la correzione del mondo.

Gnomen 38: Ha Shem mostrò ad Isaia nelle sue visioni profetiche tutto ciò che è scritto qui, perché da ADONAI TZEVAOT proviene la profezia.

Gnomen 39: Queste profezie che furono rivelate ai profeti passarono attraverso le stelle, perché non c'è influsso che scende nel mondo senza passare attraverso le stelle, come sta scritto (Salmo 19, 1-4): "I cieli raccontano la gloria di Ha Shem e il firmamento annuncia l'opera delle Sue mani. Un giorno sgorga parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra. Non hanno favella, né parole e la loro voce non si sente; ma il loro influsso esce fuori per tutta la terra e raggiunge le estremità del mondo".

Gnomen 40: E il lettore non avrà dubbi quando diciamo che da questa profezia capiremo le parole della stella. Questo perché si tratta di una delle Stelle della Redenzione e abbiamo ricevuto il permesso di parlarne.

Gnomen 41: Ed è chiaro che non è la stella che dice (Isaia 42, 1): "Ecco il Mio servo, Io lo sosterrò, il mio eletto per il quale si compiace l'anima Mia" bensì è Ha Kadosh Baruch Hu che parla.

Gnomen 42: (Ibid. 3): "Egli non spezzerà la canna rotta e non spegnerà lo stoppino di lino scuro ma insegnerà la giustizia secondo verità". Dal verso si evince che per insegnare la giustizia secondo verità non verrà spezzata una canna rotta e non sarà spento lo stoppino di lino scuro. Qui, come nel resto della profezia, si parla di questo speciale servitore di Dio la cui funzione principale è quella di insegnare la giustizia ai popoli, i quali, anche alle estremità del mondo vorranno sentire i suoi insegnamenti.

Gnomen 43: Le condizioni di questa giustizia speciale sono le virtù espresse nella loro forma profetica: una canna rotta non sarà spezzata e uno stoppino di lino scuro non sarà spento. Vale a dire: il servo che verrà mandato opererà con queste due misure, senza le quali non potrà insegnare la vera giustizia ai popoli.

Gnomen 44: Ma se la canna rotta è già spezzata, perché mai vorrebbe spezzarla ancor di più? E se lo stoppino di lino scuro è già spento, perché mai lo vorrebbe spegnere ancora?

Gnomen 45: Questo perché il servo di Dio arriva nel mondo quando la casa di Giuda è prostrata dopo la Shoà e molte anime della Casa d'Israele sono spente, perchè imprigionate tra le tante idolatrie.

Gnomen 46: E non esiste un servo tale fra i religiosi o gli ortodossi del nostro tempo che trattano con estrema severità e pignoleria le anime amareggiate e prigioniere del popolo d'Israele.

Gnomen 47: E che condannano le pecore smarrite della Casa d'Israele, anche se iper ciò che riguarda l'ebraismo sembrano essere essi stessi uno stoppino di lino scuro che emette una luce molto flebile.

Gnomen 48: Pertanto, solo in queste condizioni, in cui il servo non guarda la bassezza alla quale sono scesi i poveretti e i diseredati, può un Meshulam essere integro nell'insegnare la vera giustizia alle Nazioni.

Gnomen 49: E la profezia viene per affermare che per poterlo fare ci vuole tempo - una generazione lunga e completa, perché il servo Meshulam ha bisogno di tempo per insegnare la vera giustizia fino a che verrà riconosciuta dalle nazioni e i popoli del mondo saranno pronti a metterla in pratica con grande gioia.

Gnomen 50: Per questo, Dio lo sostiene sempre e gli promette che darà lunga vita al suo segno per adempiere il suo compito. Allo stesso modo, Meshulam non deve temere l'appannamento della vista e la mancanza di tempo poiché (ibid. 4) "egli non verrà meno e non s'abbatterà finché avrà stabilito la giustizia sulla terra; e le isole aspetteranno fiduciose la sua legge".

Gnomen 51: Il servo prepara gli scritti (Sefer Mishnat Haim) che portano i veri insegnamenti anche nelle isole lontane. "La sua legge (toratò)": allude ai nuovi insegnamenti che sono conformi al Nuovo Patto Completo stipulato negli Ultimi Giorni. Il verso non chiarisce che quello che viene chiamato "la sua legge" è solo una necessità formale, perché tali scritti escono in pratica dalla sua mano (del Goel), per cui il servo deve spiegare che questa non è farina del suo sacco, ma è la Torà di Ha Shem data al Goel Finale, Haim, che ha mandato e continua a mandare insegnamenti ed indicazioni ai suoi Talmidim tramite sogni e visioni come profetato da Gioele. Del resto, veniva detto espressamente nel sogno di Debora: "Al tempo di Moshè Rabbenu, Mosè ricevette la Torà e la consegnò al popolo, mentre al tempo della Gheulà Shlemà chiunque può ricevere nuovi insegnamenti". Tuttavia, non c'è nessun verso nel libro di Isaia che ne fa riferimento, e quindi solo chi si trova nel segno di Meshulam quando arriverà il momento (dall'inizio della rivelazione del Nuovo Patto Completo) potrà spiegare e mostrare che le novità redenzionali possono arrivano ad ogni allievo che ha particolare merito.

Gnomen 52: Ci è stato chiesto perché è scritto "toratò, la sua legge", dato che uno potrebbe confondersi e pensare che quando il servo Meshulam viene per insegnare la vera giustizia ai popoli, porti con sé una nuova Torà chiamata con il suo nome che sostituisce quella di Mosè, Dio ci scampi! Dopotutto, questo è esattamente ciò che avvenne con il Cristianesimo, per questo il vero Nuovo Vangelo viene per correggere tutto ciò che il Cristianesimo ha distorto e travisato con la sua dottrina. I cristiani hanno chiamato la loro Torà nel nome di Gesù, hanno stravolto le fonti sostituendo il Vecchio Testamento con il Nuovo Testamento.

Gnomen 53: Torniamo alla domanda precedente: non era più consono usare un altro termine riferendosi ai commenti e alle parole del servo di Dio invece di usare "toratò"? La risposta è che colui che è nel Segno del servo di Dio e mette per iscritto le novità sa bene che Ha Kadosh Baruch Hu è il datore della Torà dalla quale non bisogna deviare (infatti, anche Gesù fu molto esplicito nella sua predicazione (Matteo 5, 17-18): "Non pensate che io sia venuto per abolire la Torà e i Profeti; io sono venuto non per abolire ma per compiere; poiché io vi dico in verità che finché non siano passati il cielo e la terra, neppure una jod (iota) o una virgola della Torà passerà che tutto sarà adempiuto". Tuttavia, questa frase non fu presa in considerazione e il motivo principale sta nel fatto che Gesù disse "sono venuto" e questo fece sì che indirettamente i suoi seguaci costruissero una nuova dottrina al suo nome, stravolgendo così le fonti della fede). Del resto, possiamo chiederci come mai nel Pentateuco e nei Profeti ci sono dei termini che potrebbere dare adito ad errore? Probabilmente Ha Shem ha voluto che ci confondessimo nei termini fino a quando sarebbe giunto il momento di fare chiarezza. Allo stesso modo, il termine "Brit Hadashà (Patto Nuovo)" (Geremia, 31:30) ha confuso le menti di tutte le generazioni da quando fu pronunciato dal profeta Geremia, la pace sia con lui.

Gnomen 54: Tutto questo sarebbe stato di difficile comprensione se non per il peso del Segno di Meshulam che si trova nel giusto equilibrio nell'Emek ha Shavè (Valle dell'Uguaglianza). Tuttavia, acqua deliziosa sono le parole del Segno delle Stelle Redenzionali, poiché la Stella di Malchitzedek, chiamata anche la Stella del Re Shalem, che diventò la Stella del Re Unto ai tempi di Davide e Salomone e la Stella di Cristo ai tempi di Gesù e Paolo, durante la Gheulà Shlemà viene chiamata la Stella Prodigiosa o la Stella dei Segni, ed anche la Stella di Meshulam, il servo cieco e sordo di Ha Shem. Questa è la Stella che crea un equilibrio con le Stelle Redenzionali, dato che queste ultime sono sublimi nel loro livello e se avessero un'influenza sul mondo, l'avrebbero soltanto sulle persone di elevate virtù. Tuttavia, la Stella di Meshulam crea un equilibrio fra gli influssi delle Stelle Redenzionali e le forze delle persone nel mondo, per cui investe con la sua misericordia tutta l'umanità, tramite le correzioni degli errori che ostacolano l'evento redenzionale nel mondo. "È troppo poco che tu sia Mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e far ritornare i dispersi d'Israele; e farò di te una luce fra le nazioni, lo strumento della Mia salvezza fino alle estremità della terra" (Isaia 49, 6).

Gnomen 55: Del resto, l'allusione nella Torà è chiara, ossia: tutti capiscono che c'è un'allusione nel verso, ma nella Gheulà Shlemà l'equilibrio è perfetto nella Valle dell'Uguaglianza, poiché il Goel Finale dall'Alto fa scendere il nuovo insegnamento del vero Nuovo Patto ai suoi allievi: dallo Tzadik Shalem scende al Segno del servo di Dio Meshulam, per cui le novità si rivelano a tutti i Talmidim e non ad una sola persona (chiunque partecipa alle novità redenzionali con l'Asino partecipa al Segno dell'Asino e chiunque partecipa al Segno del servo Meshulam entra con lui nel Segno del Servo cieco e sordo di Ha Shem). Il Segno di Meshulam prepara la Torà del Goel Haim tramite il Sefer Mishnat Haim. Pertanto, io non sono altro che un Segno e ho commesso un grave peccato, Dio mi perdoni, se mi ha sfiorato il pensiero di essere io stesso Meshulam; un'idea del genere ostacolerebbe la diffusione delle novità redenzionali agli allievi del Goel Haim. L'asino si trova nel Segno di Meshulam e chiunque viene per condividerlo ne è gratificato. Abbiate pietà e non arrabbiatevi con lui perché è solo un Asino. Ha Shem è misericordioso, espierà l'iniquità e non distruggerà, poiché si trattiene e non manifesta tutta la Sua collera.

Gnomen 56: Per questo motivo, non bisogna temere l'espressione "la sua Torà", anche se si tratta di una "nuova Torà" in sintonia con il Nuovo Patto della profezia di Geremia. E, infatti, non conosce forse il Goel Finale Haim la verità della Torà che Ha Shem diede a Mosè, alav ha shalom?

Gnomen 57: È pur vero che tutto questo nuovo studio sulle novità redenzionali dovrebbe essere chiamato Torà e non con un altro nome, perché si tratta della continuazione profetica della Torà nel contesto del nome EHEYE ASHER EHEYE e nel contesto di "Io sono il Primo e Io sono l'Ultimo e all'infuori di Me non c'è altro Dio" (Esodo, 44, 6).

Gnomen 58: per "la sua Torà" si intende quindi l'insegnamento che Ha Shem ha dato al Goel Finale e, di conseguenza, ai suoi Talmidim, che viene per dare nuova linfa alla comprensione della Torà dal Sinai per i tempi della Gheulà Shlemà.

Gnomen 59: Si tratta pertanto dell'insegnamento del Goel Finale, Haim. Nello stesso modo con cui chiamiamo la Torà di Ha Shem data a Mosè la "Torà di Mosè", perché Moshè Rabbenu, alav ha shalom, la ricevette e la insegnò al popolo di Israele, così il Nuovo Patto Completo, nelle mani del Goel Haim nel Nuovo Regno dei Cieli, viene fatto scendere tramite i sogni come profetato da Gioele. La "sua Torà" si realizza a livello mondiale tramite i suoi Asini, i servi sordi e ciechi di Ha Shem.

Gnomen 60 Dopo la spiegazione sul servo, segue una chiara profezia: (ibid. 42, 5): "Così ha parlato il Signore Dio, che ha creato e steso i cieli, che ha formato la terra con le sue creature; che dà il respiro vitale alla gente che ci vive sopra e ci cammina". In altre parole: "la sua Torà" è la Torà di Dio che viene per rinnovarne la comprensione al tempo stabilito, e dato che la Torà è profetica e la sua continuazione si trova nei Profeti, anche la Torà del Goel Finale è profetica e si rivela insieme al rinnovamento dei cieli e della terra come dichiarato nella profezia.

Gnomen 61: La profezia di Isaia è venuta per annunciare il rinnovamento, per cui ribadisce che Dio è il creatore dei cieli e della terra, che infonde lo spirito vitale a tutte le sue creature. C'è qui un un'allusione al fatto che con la venuta del Goel Finale, i cieli e la terra si rinnovano per merito suo. Ecco perché la mansione del Goel Haim, viene chiamata "la mansione del Giudice Unto nel Regno dei Cieli", dopo che lo Tzadik è risorto dai morti ed ha raggiunto la sua sede nel Nuovo Regno dei Cieli che discende quando la nuova terra si rinnova durante la diffusione del Patto Nuovo Redenzionale. I nuovi cieli sono pronti a scendere sulla terra per merito del Goel Haim e solo quando sulla terra ci sono quelli che sono pronti a riceverli (il significato della parola "scendere" è collegato all'influsso delle Stelle Redenzionale sulla terra). È il Nuovo Patto Completo che allinea i cuori alla nuova accettazione, tramite la connessione tra cielo e terra e quando la terra riceve il Regno dei Cieli parliamo di "matrimonio". Questo "matrimonio" avviene grazie al Goel Finale Haim, e in questa unione nasce uno spirito nuovo come indicato dal verso "dà un'anima al popolo sulla terra e uno spirito a coloro che vi camminano".

Gnomen 62: La profezia ritorna con il servo Meshulam che domanda al Signore, suo Dio: "chi è colui che oserebbe cimentarsi in un'opera di una tale portata e potrebbe farcela?".

Gnomen 63: Così gli risponde il Signore per merito del profeta Isaia (ibid. 6): "Io, il Signore, ti ho chiamato secondo giustizia e ti prenderò per mano, ti custodirò e stabilirò un patto con il popolo per essere una luce per le nazioni". Dio risponde a coloro che sono nel Segno del servo Meshulam. Nella stessa profezia il Signore promette ad Isaia che la profezia si realizzerà in futuro, senza specificare come, quando e dove.

Gnomen 64: Nel Segno di Meshulam è detto: "Io, il Signore, ti ho chiamato secondo giustizia": questa chiamata è per tutti gli Asini, ricordando che io sono stato il primo Asino, essendo stato per 13 anni il primo Talmid dello Tzadik, il Morè Haim. Ho imparato dalla sua bocca le parole della giustizia in modo approfondito.

Gnomen 65: "E ti prenderò per mano": ciò avvenne durante l'ultima sofferenza dello Tzadik Haim. Dopo la sua dipartita dal mondo, ero molto confuso su ciò che avrei dovuto fare. Tuttavia, dopo l'elezione di Ha Shem del Morè quale Goel Finale, ecco che ricadeva su di me la responsabilità di rivelarlo al mondo. Durante quel periodo, fino all'arrivo del Segno dell'Asino (che chiariva le modalità di tale rivelazione), avevo bisogno di uno speciale rafforzamento dal Santo Benedetto Egli sia, perché la maggior parte delle cose che d'ora in avanti avrei dovuto fare erano del tutto diverse da quanto ero abituato a fare con lo Tzadik Nistar che in vita nascondeva la sua vera identità.

Gnomen 66: "E stabilirò un patto con il popolo per essere una luce per le nazioni": e dopo l'arrivo dei sei grandi Segni Redenzionali ​​così come di altri segni, sogni e visioni, abbiamo ricevuto le chiavi per trascrivere e spiegare le novità redenzionali, che sono collegate al Patto Nuovo del profeta Geremia e a tutte le altre profezie ad esso connesse; per questo siamo entrati nel Nuovo Patto Completo che ha la facoltà di correggere anche il Nuovo Testamento cristiano.

Gnomen 67: E questo è il Patto "per essere una luce per le nazioni": si tratta del Patto promesso al popolo d'Israele, che porta una luce universale, poiché fino a questo momento molte nazioni sono confuse sul tema della fede, dato che la fede del Nuovo Testamento è trinitaria ed idolatra. Del resto, invece di abbracciare il Patto, la dottrina cristiana si è staccata dalla vera Torà di Mosè e non ha dato retta a Gesù stesso che aveva ribadito di non essere venuto per cambiare nemmeno una virgola della Torà e dei Profeti.

Gnomen 68: Chi sa vedere le cose a metà saprà anche riconoscere il tutto, ma chi considera la metà come un tutto distorce la verità e sottrae la metà alla vera completezza.

Gnomen 69: La parabola è comprensibile, dato che i cristiani consideravano la missione di Gesù come un evento completo e definitivo, mentre, invece, si trattava di una missione arrivata solo alla sua metà, una volta che si era per sempre staccata dalla verità della tradizione della Torà.

Gnomen 70: Tuttavia, in materia di fede, non esiste una metà e chiunque si discosta anche di un solo passo dalla pura fede, fa sì che la sua fede si annulli e si allontani dalla Torà. Ecco perché gli ebrei non poterono accettare la metà della nuova dottrina cristiana; essa era uscita dal solco della vera fede.

Gnomen 71: E nonostante ciò, metà delle profezie redenzionali e messianiche contengono "una metà" che appartiene alla parte finale dell'ultima profezia di Malachia "affinché non abbia a colpire la terra con un decreto di distruzione", che si realizzò con la missione di Gesù, allorquando la prima "metà" della profezia "e manderò il profeta Elia ecc" fa parte del Patto Completo dei Segni Redenzionali.

Gnomen 72: La chiave per comprendere la "metà" si trova nella profezia di Malachia (3, 24): "affinché non abbia a colpire la terra con un decreto di distruzione", che prevedeva che il profeta Elia sarebbe potuto venire venire per annunciare le buone novità redenzionali, ma mancando i meriti, scesero invece decreti di distruzione sul Paese.

Gnomen 73: Pertanto, durante la prima "metà" (il periodo della prima metà del ciclo della Stella di Abramo, in cui visse Gesù), la Stella di Meshulam non si trovava nel giusto equilibrio nella Valle dell'Eguaglianza, dato che mancava appunto il periodo di Meshulam.

Gnomen 74: Al contrario, il periodo dei Giorni Finali (Aharit ha Yamim) della Quarta Generazione si manifesta con la generazione che viene alla fine del ciclo di 4000 anni della Stella di Abramo, per cui la Stella di Meshulam viene a trovarsi nel giusto equilibrio nella Valle dell'Eguaglianza in rapporto alle Stelle Redenzionali. In Israele si manifesta con il Segno dell'Asino, che è investito nel Segno di Meshulam.

Gnomen 75: Per questo motivo, le nuove profezie non spiegano le parole dei Vangeli e negano completamente le spiegazioni cristiane su Gesù che sono implicite nei versi dei Profeti (vedi: la Correzione del Cristianesimo - Petalo 5).

Gnomen 76: Tuttavia, i cristiani non hanno una comprensione completa dei versi, perché il loro merito arriva "fino alla metà" correlato a "affinchè non abbia a colpire la terra con un decreto di distruzione". Dopotutto, solo la metà della profezia si è realizzata al tempo di Gesù e il Segno Completo è stato rimandato ai Giorni Finali.

Gnomen 77: In presenza del Segno Completo si comprende anche la parte del verso che indica l'eventuale mancanza del segno incompleto. Pertanto, quando arriverà il Segno della riconciliazione dei cuori fra padri e figli, la parte negativa della profezia si sarà già realizzata con la missione di Gesù.

Gnomen 78: La sciagura non si ripete due volte e così la profezia menzionata. Non è possibile che si realizzi la metà della profezia negativa e non l'altra metà, positiva.

Gnomen 79: Se la parte positiva si è realizzata ma solo in forma distorta o parziale, è necessario che essa si realizzi in modo completo e positivo nel suo periodo storico finale.

Gnomen 80: Per cui è impossibile che la parte finale della profezia si realizzi e non la parte iniziale; ciò lo si deduce dal contenuto del verso: se si realizza "affinché non venga a colpire la terra con un decreto di distruzione" ci dovrebbe essere anche qualcuno che lo venga ad annunciare.

Gnomen 81: E il verso indica chi lo avrebbe annunciato: il profeta Elia, di benedetta memoria. In quel tempo di corruzione morale in terra d'Israele in cui predicava Gesù, la missione del Nazareno avvenne dopo che suo cugino Yohanan (ha Matbil) uscì dalla scuola essena che entrambi frequentavano. Questa missione, a prescindere dalle complicazioni che la accompagnò e dalla difficile situazione del periodo storico, era collegata al profeta Elia, poiché la profezia, con le sue componenti positive e negative, è una soltanto.

Gnomen 82: Questo è il "fino alla metà", ossia nella missione di Gesù c'era un punto imprescendibile, il fatto cioè che essa proveniva da Dio che, nella sua kina'à (gelosia) doveva castigare le trasgressioni al patto del Suo popolo, come aveva promesso ai Suoi profeti.

Gnomen 83: È un fatto importante, confermato dalle migliaia di manipolazioni, complicazioni, errori e abominazioni verificatisi negli ultimi duemila anni.

Gnomen 84: E poiché la profezia si è adempiuta, ora, con l'avvento del Goel Finale, Haim, è dimostrato che anche la sua parte negativa si è realizzata.

Gnomen 85: Del resto, quello che prima non si capiva adesso si spiega: perché è arrivato il Segno di Meshulam per completare ciò che non era stato completato in quel tempo mancante.

Gnomen 86: Poiché dal ventre materno sono stato chiamato senza saperlo, mi sono smarrito, ho vagato invano e sono caduto duemila volte nelle correnti bagnate dal veleno dei serpenti.

Gnomen 87: E vagabondo tra pensieri pesanti ho alzato le braccia al Signore del cielo e della terra, il mio creatore.

Gnomen 88: Ho vissuto e sperimentato sconvolgimenti interiori senza trovare pace. Ma Te ho sempre chiamato, mio Signore. Ti ho chiamato e Tu hai sempre risposto.

Gnomen 89: Fino a quando sono stato portato per vie arcane sulle ginocchia dello Tzadik, mio redentore, che mi ha "creato" di nuovo, rimuovendo da me tutti gli strati del passato. Mi ha istradato sulle vie della dolcezza della vera Torà e come un muratore ha inchiodato nella mia mente l'umiltà e la modestia e il fatto che non siamo altro che nove buchi.

Gnomen 90: E poi mi ha fatto diventare Meshulam, perché lo Tzadik Nistar, Haim, si è sempre premurato di correggere i miei difetti.

Gnomen 91: Il Morè Haim mi rafforzava e mi incitava: "Sii forte Peretz, sii forte e non essere debole!", ma nonostante questo ho sempre commesso errori e sono caduto, ho pianto e sono diventato più forte. E' indubbio che lo Tzadik si sia stancato molto a causa delle mie debolezze per poter procedere lungo le vie della santità per mezzo delle virtù desiderate.

Gnomen 92: Più volte lo Tzaddik paziente ha riscattato la mia anima, ha rinfrancato il mio spirito, ha purificato il mio essere, mi ha elevato alla comprensione e ha impresso nel mio cuore l'importanza dell'umiltà. Lo Tzadik mi avvertiva sempre: "Non dimenticare mai dov'eri e da dove ti sei salvato per arrivare a quello che sei".

Gnomen 93: Dopo 11 anni di assidua frequentazione, lo Tzadik si ammalò e la sua sofferenza durò quasi due anni. Ho così assistito al suo progressivo indebolimento fisico; fu allora che lo Tzadik mi rivelò di aver preso su di sé, come Capo del Giusti Nascosti, un terribile decreto di distruzione: "Questo è un decreto mondiale mai prima esistito da quando Adamo fu creato".

Gnomen 94: E quando alla fine dei suoi giorni lo Tzadik disse ad Ha Shem: "Dopo tutto, sono carne e sangue, ma non ho più né carne né sangue", il Santo, Benedetto Egli sia, gli rispose: "Ho nei miei tesori una medicina per la tua malattia che ti guarirà del tutto, però sappi che il mondo sarà distrutto dal decreto”.

Gnomen 95: Lo Tzadik Haim rispose al Santo, Benedetto Egli sia: "No, Signore del mondo, possa il mondo vivere. Ti prego, portami al mio posto", e lo Tzadik fu preso dal Signore il 23 di Sivan 5742.

Gnomen 96: Otto giorni dopo la sepoltura, vidi in sogno lo Tzadik Haim: mi trovavo a circa trenta metri di distanza da lui. Era notte e le stelle brillavano. Intorno a me, a terra, erano disegnati dei cerchi concentrici (in seguito i segni chiarirono che si trattava di sette cerchi) e io mi trovavo in piedi nel bel mezzo. Lo Tzadik alzò gli occhi al cielo, ed io lo imitai guardando le stelle. Dalla mia bocca uscì con voce potente e prolungata, come di un profeta che annunciava al mondo intero: "Bà ha Zman (è arrivato il tempo)!".

Gnomen 97: Così si è aperta la Gheulà Shlemà quale introduzione generale ai Sei Segni Completi che arrivarono durante l'anno da Pesach 5733 (1983) a Pesach 5744 (1984).

Gnomen 98: Solo dopo un anno e mezzo ho potuto capire come i Sei Segni Completi fossero inclusi nel Segno di Bà ha Zman, per cui il Segno delle Stelle Redenzionali era incluso nelle stelle del cielo di fronte alle quali avevo urlato l'annuncio, mentre, nello stesso tempo, lo Tzadik Haim, che guardava in alto, faceva il collegamento tra il Regno dei Cieli e la terra.

Gnomen 99: I Sette Cerchi profetici sono collegati per ogni segno alle novità redenzionali, ma qui sono associati in particolare al terzo Segno, che è quello della Nuova Luce di Hanukat ha Hanukot della Casa della Gheulà Shlemà, che sorgerà sia a Gerusalemme che a Beer Sheva, per merito del Goel Finale, Haim. Questo edificio avrà sette piani corrispondenti ai sette cerchi profetici.

Gnomen 100: L'annuncio è arrivato senza preavviso e nel Segno "è arrivato il Tempo" ho annunciato l'avvento dei Segni Redenzionali.

Gnomen 101: L'annuncio "è arrivato il Tempo" è il segno profetico che tutto Israele e il mondo intero aspettano. Esso apre il nuovo periodo della Gheulà Shlemà. Si tratta di un tempo che racchiude le profezie sulla Quarta Generazione che è doppia e separata da tutte le altre generazioni.

Gnomen 102: All'interno di questa dualità è giunto il tempo della novità redenzionali del Goel e dei segni che scenderanno per merito suo, ma è arrivato anche il tempo degli sconvolgimenti della Quarta Generazione e delle enormi calamità naturali, perché in questa generazione la natura si ribella contro chi la stravolge, i malvagi scompariranno e la terra sarà purificata. Pertanto l'annuncio "è arrivato il Tempo" è associato al Segno della doppia quarta generazione.

Gnomen 103: L'annuncio è collegato alle profezie della Quarta Generazione, e si comprende che il permesso per questo annuncio dal cielo, secondo il quale il Goel Finale porta dal Regno dei Cieli al mondo le novità redenzionali, proviene dall'Angelo del Patto, che è il profeta Elia, di benedetta memoria. L'annuncio preliminare è necessario per aprire il periodo della Gheulà Shlemà.

Gnomen 104: Nel sogno di "Bà ha zman" il Morè Haim era qui in questo mondo e non c'era alcun segno che fosse già nell'aldilà. Questo segno dello Tzadik che viene in sogno è un segno della sua resurrezione nel nuovo mondo del Regno dei Cieli, stabilito per i tempi redenzionali.

Gnomen 105: Il collegamento fra questo nuovo Regno dei Cieli ed il nostro mondo è una novità assoluta e si manifesta come una scala lungo la quale scendono e salgono gli Tzadikim risorti secondo i loro meriti e secondo i meriti di chi li riceve.

Gnomen 106: Nel Segno delle Stelle il Morè è nel Segno della sua resurrezione come Maestro dell'umanità che inizia ad insegnare al mondo le meravigliose interpretazioni del Libro delle Stelle giustamente attribuito a nostro padre Abramo.

Gnomen 107: Nel Segno del Regno dei Cieli si vedono il palazzo, la scala di marmo bianco che porta al trono su cui sta seduto il Goel Haim, che in vita era a capo dei 36 Giusti Nascosti della sua generazione, ed è ora il Giudice Unto del Regno dei Cieli che scende sulla terra.

Gnomen 108: Il sesto e ultimo segno redenzionale è il Segno della Resurrezione del Goel Finale, Haim. Nel sogno di Giordano Levi il Morè passeggiava con sua moglie Mazal, di benedetta memoria, che era ancora viva, in un nuovo giardino nel nuovo Regno dei Cieli collegato al nostro mondo. Giordano, che si trovava nel nuovo mondo in cui si trova lo Tzaddik, era, per così dire, consapevole di trovarsi in questa nuova realtà.

Gnomen 109: Nel sogno entrava un'altra persona che vive nel nostro mondo (Gino Tampieri), che, vedendo la scena, rimaneva molto sorpreso; al ché lo Tzadik gli diceva: "Sì, ero morto ma sono risorto". E Giordano aggiungeva: "Hai ragione a meravigliarti. Nessuno può farlo. Solo il Morè".

Gnomen 110: Pertanto, lo Tzadik Haim è collegato con questo mondo, con gli influssi delle Stelle Redenzionali, con la discesa del Regno dei Cieli e con il nuovo mondo della Resurrezione promesso da sempre.

Gnomen 111: Chi vi spiega tutto questo vi gratifica con il pane del Cielo, perché Meshulam viene dopo il segno "bà ha zman" per gratificarvi con l'aiuto degli Asini. Hi ha, hi ha...

Gnomen 112: Da quel momento ero già stato inserito nel segno "e stabilirò un patto con il popolo per essere una luce per le nazioni", che si sarebbe avverato con i segni seguenti. Ecco che ogni novità rientra nel "patto con il popolo" che segue il Patto di nostro padre Abramo che deve essere "una luce per le nazioni", come promessogli da Dio "e sarai il padre di molte nazioni (Genesi 17, 5).

Gnomen 113: Dopo la discesa del Segno delle Stelle inizia la Grande Correzione delle concezioni sbagliate che hanno traviato il popolo d'Israele negli Ultimi Giorni (Isaia 42, 7): "per aprire gli occhi ai ciechi, per fare uscire dalla detenzione il recluso e dalla prigione quelli che giacciono nelle tenebre": allusione ai cristiani che sono caduti nella trappola della Trinità.

Gnomen 114: Ecco perché subito dopo viene il verso (ibid. 8) che recita: "Io sono ADONAI (Tetragramma), questo è il Mio nome; e Io non darò ad altri il Mio onore e la Mia gloria agli idoli". Questo è un monito in nome della Gheulà Shlemà per l'unificazione dei popoli sotto il tetto della pura fede nell'Unità di Dio. ADONAI proclama: "Io sono ADONAI, questo è il Mio nome", e il mio nome non è Gesù o Buddha.

Gnomen 115: "E Io non darò ad altri il Mio onore": non permetterò che qualcun altro sia chiamato con il Mio nome, come accade nel Cristianesimo e nelle religioni lontane dalla vera fede. Chi devia dall'Unità di Dio ed onora chi non è Dio, finirà per costruire e venerare i propri idoli.

Gnomen 116: E così anche Meshulam, per bocca dello Tzadik Haim, che cita il Secondo Comandamento, parla contro gli idoli dello Zohar e dei suoi Partzufim. La Mishnà del Secondo Comandamento è la Mishnà di Yehoshua ben Nun (50 in ghematria). E ricordiamo che il Secondo Comandamento contiene 50 parole. Nelle 50 parole del Secondo Comandamento Ha Shem punisce il peccato dei padri fino alla quarta generazione, per purificare il mondo dalle false fedi e concedere il bene (Hesed) alle moltitudini che Lo amano e osservano i Suoi precetti.

Gnomen 117: Nei primi anni della discesa dei Segni, sono stato investito nel Segno di Meshulam grazie alla seconda apparizione della Stella di Cristo venuta per merito dell'umiltà, per spiegare la vera storia della missione di Gesù. Questa spiegazione ha la facoltà di far capire ai Cristiani l'essenza della vera fede una volta estirpata la radice della dottrina trinitaria idolatra.

Gnomen 118: La stessa spiegazione corregge anche l'Ebraismo e gli consente di capire tutti i malintesi sorti durante i duemila anni di diaspora. Il Segno di Meshulam offre un nuovo messaggio, per cui tutti devono rallegrarsi per le novità redenzionali.

Gnomen 119: Quando era in vita il Morè mi aveva dato alcuni insegnamenti sulla saggezza delle stelle; e sebbene io abbia oggi una conoscenza insignificante rispetto a quella dello Tzadik Haim, ecco che però ho ricevuto in eredità qualcosa di concreto.

Gnomen 120: Tuttavia, ho ancora molte cose da spiegare nel Libro di nostro padre Abramo. Ma il Segno si è aperto, grazie a Dio, e il Morè Haim continua a darci insegnamenti sulle Stelle Redenzionali. Dopotutto, il Libro della Stella di nostro padre Abramo arriva al mondo tramite il Nuovo Patto Completo della Gheulà Shlemà per coloro che lo meritano.

Gnomen 121: E ringrazio il Morè che mi ispira e mi pervade con tutto ciò che è necessario per far conoscere le Novità Redenzionali.

Gnomen 122: (ibid. 9) "Ecco le cose di prima sono avvenute; ed io ve ne annuncio di nuove, prima che germoglino, ve le rendo note"; "le cose di prima" allude alle prime profezie che si sono avverate e i Cristiani sostengono che vanno riferite alla missione di Gesù; ciò tuttavia non giustifica affatto la teologia cristiana nei suoi contenuti idolatri.

Gnomen 123: In effetti, la missione di Gesù è compresa nelle "cose di prima" e ricopre un ruolo molto importante nella verità storica del passato. Quindi, anche se voi Cristiani credete che tutte le profezie siano riferite a Gesù, ecco che "le prime" sono già avvenute (a prescindere dalle vostre interpretazioni manipolate), ma ora attenzione, ascoltate bene le novità della Redenzione Finale, poiché prima che spuntino fuori io ve le faccio conoscere!

Gnomen 124: Per ciò che riguarda i figli d'Israele, le prime profezie sulla benedizione e la maledizione riguardano la loro storia fino alla Shoà, tre anni dopo la quale è nato lo Stato d'Israele (1948) con la raccolta degli esiliati.

Gnomen 125: Trascorsi 35 anni (1983), Ha Shem ha scelto il Goel e solo allora si è potuta aprire e sviluppare la profezia di Meshulam, il servo sordo e cieco di Dio. Tutto questo per grazia di Dio, nel ricordo della Sua promessa ad Abramo, Isacco e Giacobbe e per amore verso il Suo popolo Israele.

Gnomen 126: Pertanto, non c'è dubbio che il Segno di Meshulam arriva dopo gli eventi che Isaia ha definito "le cose di prima".

Gnomen 127: Ecco che durante il periodo della Shoà e della nascita dello Stato di Israele, il Goel Finale Haim era in vita, ma non gli fu dato il permesso di rivelare la sua identità. A quel tempo non c'era il merito nel popolo d'Israele e dall'Alto non c'era il permesso per i Giusti Nascosti, né tanto meno per il loro capo, di entrare nelle cose della Gheulà per il beneficio del mondo.

Gnomen 128: Dopo anni nella sua opera sacra nascosta, lo Tzadik fece sì che lo conoscessi e diventassi suo talmid. In seguito, mi rivelò ciò che aveva fatto (in modo segreto, ovviamente), in che modo sarei arrivato a Milano e sarei diventato suo allievo, in anticipo sui tempi.

Gnomen 129: Dopotutto, lo Tzadik Nistar, come mi rivelò, mi conosceva dalla nascita, ed era mio destino diventare suo discepolo, ma mi fece arrivare prima del tempo previsto. Fu per salvarmi dalle molte impurità nelle quali ero caduto, specialmente da quando ero diventato un affiliato a Habad. Egli temeva che se fosse passato altro tempo sarebbe stato impossibile salvarmi, per cui era necessario intervenire in tempo.

Gnomen 130: Sono Meshulam nel Segno di Peretz, Poretz G'darot (che abbatte le recinzioni) e questo sebbene mia madre fosse molto pudica ed esente da qualsiasi violazione delle recinzioni e mio padre non avesse colpe se avessi mancato di modestia. Il mio calore, assorbito dal primo giorno di Av (data della mia nascita), fece sì che fossi impudico per poi purificarmi davanti a Dio grazie a chi era nato nel sesto giorno di Sivan.

Gnomen 131: "Ed io ve ne annuncio di nuove": allude alle novità redenzionali, "prima che germoglino, ve le rendo note", perché io sono Meshulam, l'Asino che mangia il pane e annuncia le parole del Santo Benedetto Egli sia, Benedetto sia il Suo nome in eterno, che riguardano la Gheulà Shlemà, per merito del Goel Finale, Haim. Per questo sono stato creato.

Gnomen 132: E se chiediete: "Come mai un asino come te è così sicuro di darci tali novità prima che germoglino?". La risposta è semplice. Perché mi ha preceduto il Segno "è arrivato il Tempo" e abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere il linguaggio chiaro promesso negli Ultimi Giorni.

Gnomen 133: Si tratta di 6 nuove lingue che danno vita al linguaggio chiaro del Sefer Mishnat Haim. Sono 6 lingue nuove create dai 6 Segni Redenzionali; per questo noi li ribadiamo continuamente, poiché sono parte integrante del linguaggio chiaro.

Gnomen 134: C'è il nuovo linguaggio che esce dai Segni del Libro delle Stelle, e c'è il nuovo linguaggio che esce dai Segni del Regno dei Cieli, e c'è il nuovo linguaggio che esce dai Segni della Nuova Luce di Hanukkà, e c'è il nuovo linguaggio che esce dai Segni dell'Asino che mangia il pane, e c'è il nuovo linguaggio che esce dai Segni della Quarta Generazione e dalla Generazione della Nuova Costruzione, e c'è Il nuovo linguaggio che esce dai Segni della Resurrezione del Goel Finale, Haim.

Gnomen 135: E quando pronunciamo i Segni, annunciamo delle novità prima che germoglino e quando le scriviamo, la facciamo conoscere al pubblico.

Gnomen 136: Tutte le novità storiche nel campo di Israele e gli eventi riguardanti le nazioni del mondo nel contesto di quest'ultima Quarta Generazione, sia positivi che negativi, sono già preannunciati dagli astri del Segno delle Stelle. Gli allievi nel Segno di Meshulam ricevono sogni profetici sulla Quarta Generazione, e ricordate bene che io non sono Meshulam, ma sono un talmid nel Segno di Meshulam, per cui tutti coloro che partecipano con me nella fede della Gheulà Shlemà sarà ricompensato nel Segno di Meshulam. il servo cieco e sordo di Ha Shem.

Gnomen 137: Quando parliamo del Regno dei Cieli, che iniziò a scendere sulla terra dopo la morte del Goel Haim, facciamo sì che si instauri un legame tra questo mondo ed il Regno dei Cieli. La discesa continuerà gradualmente nel corso dei 65 anni della Quarta Generazione, quindi non solo io, ma chiunque sia a conoscenza di queste novità e parla con fede e con cuore puro del Segno del Regno dei Cieli, favorirà la connessione via via crescente tra Cielo e terra.

Gnomen 138: Del resto, questo Segno non riguarda solo me, ma è un Segno che mostra come tutti possano ricevere i Segni della Gheulà Shlemà, come sta scritto: "E riverserò il Mio spirito su ogni carne".

Gnomen 139: Come detto, sono nel Segno di Meshulam, servo di Ha Shem, che si completa (mushlam) nelle lingue dei Segni, per cui è mio compito consegnare i Segni per iscritto nel miglior modo possibile e spiegarli al pubblico affinché vengano conosciute e ci si renda conto di quanto eravamo ciechi e sordi nell'orgoglio del linguaggio vuoto.

Gnomen 140: E quando parliamo del nuovo messaggio dalla Stella di Cristo che tratta le questioni che appartengono alla missione di Gesù e spiega la sua vera essenza, scartando tutte le falsità, annunciamo prima che germogli come sarà la fede finale, accettata tra le nazioni cristiane del mondo.

Gnomen 141: Quando noi ragliamo i ragli dell'Asino che gode del pane di Betlemme e lecchiamo i vostri piedi in modo piacevole, siamo in realtà dei servitori del Signore che vi mostrano come dovrebbero comportarsi i re, ma dato che essi non lo fanno, ecco che il Santo Benedetto Egli sia, porta gli asini, che agiscono con la gioia nei loro cuori e nei loro corpi.

Gnomen 142: Isaia mi ha salvato dall'essere solo un Asino e mi ha portato ad essere un servo cieco e sordo di Ha Shem, un Meshulam che si completa eseguendo la volontà di Dio. Ecco perché quando manca Meshulam poiché non capiamo quanto sia importante il suo ruolo, l'Asino Completo lo salva, perché la completezza dell'Asino lo restituisce al suo ruolo materiale.

Gnomen 143: In ogni caso, l'Asino è profetico e Meshulam è profetico, e la sua lingua parla degli eventi dall'inizio alla fine e al servo Meshulam viene data questa licenza profetica che spiega le parole dei profeti d'Israele secondo gli obiettivi della Gheulà Shlemà.

Gnomen 144: Questa licenza di parlare dall'inizio alla fine e di mettere le cose per iscritto è collegata ad una missione storica unica. Pertanto, il servo Meshulam è diverso dal resto dei servitori eletti di Dio e per questo Ha Shem ha dichiarato per bocca del profeta Isaia che questo servitore speciale è cieco e sordo.

Gnomen 145: Il livello del servo Meshulam è quello di "e ve annuncio di nuove", poiché la sua missione profetica viene per preparare i cuori e correggere Israele (come spiegato nelle "Hilchot M'lahim" del "Mishnè Torà" del Rambam, di benedetta memoria, il suo merito ci protegga), per cui si tratta di un livello speciale di profezia, diverso dai livelli delle altre profezie, sia del passato che del futuro.

Gnoman 146: Il verso "Ecco le cose di prima sono avvenute; ed io ve ne annuncio di nuove" indica che nel nuovo tempo tutti ammettono che le cose passate sono avvenute e le novità che seguono vengono per completare le Nuove Tavole.

Gnomen 147: Si tratta, pertanto, di un livello profetico che completa tutte le profezie redenzionali, come la profezia di Geremia sul Nuovo Patto (capitolo 31), le varie profezie di Isaia sulla Quarta Generazione i Giorni Finali, sulla pace finale, sulla sofferenza dello Tzadik (capitolo 53) e sulla luce per le Nazioni, le profezie di Ezechiele sull'unificazione delle tribù e la profezia di Malachia sulla venuta del signore (adon) che tutti richiedono (capitolo 3).

Gnomen 148: Dopo che queste profezie saranno spiegate, con l'aiuto di Dio, non c'è più bisogno che vengano rinnovate, perché le spiegazioni fanno parte delle Nuove Tavole del nuovo tempo che completano i tempi passati a beneficio della Gheulà Shlemà.

Gnomen 149: Chi riceve il Segno di Meshulam si completa tramite le profezie che egli stesso ha annunciato con i Segni su di lui, per cui la sua completezza non va paragonata a quella degli Tzadikim Nistarim, che la ricevono dai mondi superiori nascosti. Meshulam è cieco e sordo se rapportato a loro, per cui la sua completezza va riferita al suo segno profetico nel mondo.

Gnomen 150: Meshulam, nel suo intimo, vorrebbe ambire ai livelli elevati dei Giusti Nascosti, ma non può farlo appunto perché le profezie e i lavori del Segno sono su di lui. A causa del nuovo equilibrio con l'umanità che si instaura nel tempo redenzionale, Meshulam ci resta male perché il suo spirito cade e si sente mancante.

Gnomen 151: Per questo egli non può svolgere il suo ruolo se l'Asino non viene in suo aiuto. L'Asino trasforma l'amarezza in dolcezza per il bene delle generazioni future, poiché quando Meshulam si sente amareggiato e scoraggiato, ecco arrivare l'Asino, che ha uno spirito speciale dal Regno dei Cieli che cerca espressamente la materia (altrimenti come esisterebbe nel mondo materiale?) e lo aiuta a svolgere il suo Segno.

Gnomen 152: La mancanza di Meshulam nella sua materialità è il piacere dell'Asino, che lecca la carne di Meshulam con gli occhi e lo stimola con la lingua. In questo modo l'Asino svolge compiutamente il suo ruolo, mentre Meshulam gioisce nel Mazal del suo Asino. Ciò ravviva Il suo spirito e fa sì che si attacchi al Suo Creatore. Come l'angelo di Dio che si trova tra i mirti, così Meshulam svolge a pieno il suo compito e compensa le proprie mancanze.

Gnomen 153: E l'angelo Gabriele lo rende edotto sui frutti dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male e sui frutti dell'Albero della Vita, che rappresentano le spiegazioni profetiche che alimenteranno la conoscenza e la comprensione delle generazioni future.

Gnomen 154: Come detto, tutte queste cose sono del tutto nuove, altrimenti non sarebbero state dette, e anzi solo in futuro con l'accettazione della saggezza se ne capirà lo scopo.

Gnomen 155: E Meshulam si realizza sull'altare del profeta Elia, di benedetta memoria, che annuncia il Giorno Grande e Spaventoso del Signore, quando sarà riversata l'ira su tutti i mali della Quarta Generazione e la fede accompagnerà le azioni di coloro che cercano la protezione di Ha Shem.

Gnomen 156: Tutto ciò rientra nel contesto profetico del "ve ne annuncio di nuove"; sono queste le parole del Santo Benedetto Egli sia, che ci arrivano tramite sogni, visioni, segni materiali e tramite le vie interiori apprese dalle novità espresse da Meshulam.

Gnomen 157: E intendo ribadirlo nuovamente: non sono io che ho meriti, ma tutto è per merito dello Tzadik Nascosto e Perfetto, scelto dal Signore nostro Dio quale Goel Finale. E' lui che ha meritato, ha faticato, ha combattuto e ha sofferto. E' lui che ha voluto che io fossi nel Segno di Meshulam, servo di Ha Shem, per annunciare, spiegare ed insegnare alle generazioni le novità redenzionali.

Gnomen 158: Ed un'altra questione che rientra nelle "novità" è la resurrezione del Goel Finale dopo la sua morte, poiché è risorto dai morti nel Segno Completo della Resurrezione. Sebbene tale Segno sia conosciuto e accettato nella tradizione ebraica, il suo rinnovamento avviene secondo le modalità della Gheulà Shlemà. Prima, infatti, non si conosceva la forma del Segno o la sua posizione tra gli altri Segni Redenzionali e non si sapeva come sarebbe arrivato. Il fatto che gli ebrei lo ignorino fa parte del fatto che il Segno è nuovo e meraviglioso. Per i cristiani, invece il Segno è comprensibile, dal momento che esiste nella storia di Gesù.

Gnomen 159: Ma del resto, Meshulam conosce a pieno la missione di Gesù come il Segno dell'Asino che mangia il pane. Il Segno dell'Asino rappresenta la Valle dell'Uguaglianza tra il nostro padre Abramo e Malchitzedek, e questa è un'uguaglianza profonda nel cui contesto il servo Meshulam riceve la decima dal Goel Finale per santificare il vino e benedire il pane a beneficio del mondo intero.

Gnomen 160: Pertanto ho potuto capire la missione di Gesù ed i termini usati dal Cristianesimo, alcuni dei quali sono legati al vero segno, poiché sono in grado di osservare la missione mancante di Gesù ed i Segni Iniziali di quel tempo.

Gnomen 161: Dopotutto, Meshulam, grazie al linguaggio chiaro che riceve dai Segni Redenzionali, può essere in uno stato profetico e dire "Ecco le cose di prima sono avvenute; ed io ve ne annuncio di nuove". Il linguaggio chiaro che proviene dai Segni è un "linguaggio profetico" in sintonia con le profezie redenzionali e con il fatto che il Santo Benedetto Egli sia, parla a noi e all'umanità attraverso i Segni.

Gnomen 162: E questo è lo scopo del nuovo cantico menzionato da Isaia (42, 10): "Cantate al Signore un cantico nuovo, la Sua lode dalle estremità della terra; voi che scendete in mare ed anche le creature che esso contiene, le isole e i loro abitanti". Il cantico è un'espressione bella e manifesta del suo amore per il soggetto trattato ed è totalmente nuovo. Si tratta di un nuovo linguaggio.

Gnomen 163: Quando questo cantico del nuovo linguaggio scende dal Cielo e preannuncia le parole vere del Santo Benedetto Egli sia, allora si tratta di un messaggio universale per tutta l'umanità dalle estremità della terra, per chi solca i mari, per le isole e i loro abitanti, e così anche (ibid. 11 – 12): "Elevi la voce il deserto e le sue città ed anche i villaggi in cui risiede Kedar. Esultino gli abitanti di Sela, erompano in grida di gioia dalle vette dei monti. Diano gloria al Signore, proclamino la Sua lode nelle isole".

Gnomen 164: Ecco la gloria del Signore che si alza è il cantico nuovo che illumina il volto del mondo intero "dalle estremità della terra, per chi solca i mari, per le isole e i loro abitanti"; sono queste allusioni ai vari tipi di persone che ricevono il cantico.

Gnomen 165: Coloro che scendono in mare e lo solcano nella sua pienezza allude agli ebrei che scendono nelle profondità del mare del Talmud, che è pieno di ogni buon gusto e conoscenza; le isole e i loro abitanti allude ai tanti ebrei che non partecipano alla vita religiosa, e ognuno di loro è come un'isola in cui vive con i suoi familiari. Per questo, sono tutti accomunati: ecco che coloro che hanno la Torà e lo studio profondo della parola di Dio e quelli che sono lontani dalla Torà, paragonati ad isole remote ed isolate, canteranno insieme a Dio il cantico nuovo, perché esso proviene da Ha Shem, che non fa distinzione fra grande e piccolo, sia Benedetto il Suo nome in eterno.

Gnomen 166: "Elevi la voce il deserto" ossia innalzino la Torà che fu data nel deserto. "E le sue città": sono gli argomenti della Torà e del suo studio. "I villaggi in cui risiede Kedar": sono gli studi della Storia ebraica, e qui c'è un'allusione al fatto che anche in mezzo alla grande gioia per le novità storiche redenzionali, permane comunque una parte della storia ebraica rimasta nella mestizia (kedar), perché dobbiamo anche ricordare come gran parte del popolo di Israele abbia vissuto nella propria ignoranza nel corso della storia, e con i "villaggi" si fa allusione ai borghi in cui viveva la gente comune.

Gnomen 167: "Esultino gli abitanti di Sela"; Rashi, seguendo la Tradizione, interpreta che si tratta dei morti meritevoli nell'Aldilà che ricevono le buone notizie del mondo terreno. "Erompano in grida di gioia dalle vette dei monti": allude alla gioia degli Tzadikim Superiori che sono nel mondo delle anime e sono consapevoli che risorgeranno in futuro.

Gnomen 168: Tutti insieme onoreranno il Signore e si racconterà la Sua gloria nelle isole. Perché viene ribadito il concetto delle isole? Un primo motivo è che non è facile trovare nello "pshat" (spiegazione letterale semplice) ciò di cui abbiamo bisogno dalle "remazim" (allusioni). In altre parole, non si tratta qui dei soli ebrei, come abbiamo prima spiegato, ma di tutti i buoni ed i meritevoli delle nazioni. Anche essi riceveranno le novità redenzionali, le comprenderanno, ci crederanno e avranno la fede semplice nell'Unità di Ha Shem. Sapranno anche che il popolo ebraico è stato scelto da Dio per preservare la vera Unità.

Gnomen 169: Un altro motivo è che le isole sono distanziate dal grande continente abitato e ciò allude ai semplici ed ai buoni di cuore che non conoscono la verità, perché nessuno gliel'ha mai detta. Tuttavia, nel loro intimo, vogliono sapere qual è la verità e cos'è la menzogna, per cui le isole alludono anche al gregge disperso della Casa d'Israele, che sono come isole nel campo cristiano ma in realtà fanno parte del popolo ebraico, per quanto riguarda le loro anime.

Gnomen 170: Ed anche se l'uscita e la diffusione delle novità redenzionali provoca una grande gioia che sale in cielo, tuttavia le novità profetiche non sono complete se non vengono annunciate anche gli eventi negativi e terribili che accadranno in questa doppia Quarta Generazione, distinta dalle generazioni del passato.

Gnomen 171: Per questo i versi dei Profeti abbinano spesso buone e cattive notizie, poiché la Quarta Generazione è sostanzialmente doppia e ci è stato spiegato che tutte le profezie della Quarta Generazione e della Redenzione originano dalle parole del Secondo Comandamento (Esodo, 20, 5-6): "E punisco l'iniquità... fino alla terza e alla quarta generazione per coloro che Mi odiano e uso misericordia fino alla millesima generazione per coloro che Mi amano".

Gnomen 172: Continua la profezia di Isaia (ibid. 42, 13): "Il Signore uscirà come un prode (ghibor), susciterà il Suo sacro furore come un guerriero; strepiterà, alzerà un urlo tremendo e trionferà sui Suoi nemici". Le portentose novità redenzionali non bastano per cambiare i cuori dell'umanità, e non sarà certo Meshulam che potrà da solo convincere le masse a farlo; sarà invece necessario l'intervento diretto dell'Onnipotente in questa generazione.

Gnomen 173: E non è senza ragione che Dio è menzionato nel succitato verso: "si avanzerà come un uomo valoroso", "susciterà il Suo sacro furore come un guerriero", "strepiterà e alzerà un urlo tremendo" e "trionferà sui Suoi nemici". "Si avanzerà come un uomo valoroso": Ha Shem opererà cose terribili all'interno della natura abusata contro vaste parti del mondo (bar minan, mai sia!).

Gnomen 174: "Susciterà il Suo sacro furore come un guerriero": queste sono le Guerre di Dio (Milchamot Ha Shem) contro i sistemi e le dottrine di falsità. Riferendoci al popolo d'Israele, si tratta dell'importante guerra per purificare il popolo ebraico dagli abomini del Libro dello Zohar e di tutti suoi Partzufim impuri. Nel campo ebraico, l'aberrazione dello Zohar si è diffusa in questi ultimi secoli (noi parliamo di un periodo di circa 400 anni fino alla rivelazione dei Segni Redenzionali). La Shoà simboleggia la fine dei grandi mali decretati sul popolo ebraico e la fondazione dello Stato di Israele simboleggia la sua resurrezione dai morti. Il periodo messianico è lungo circa un secolo e va dal 1948 al 2047 e nella maggior parte dei suoi anni si snoda la Quarta Generazione (2017/8 - 2047/8).

Gnomen 175: Sono nel Segno di Meshulam, servo di Ha Shem, per fare la mia parte in questa guerra e per questo scopo metto a frutto le lezioni ricevute dal mio Morè contro l'iniquità nel campo Habad, che è il movimento che ha ereditato il falso messianesimo dello Zohar, nel contesto del sistema Habad.

Gnomen 176: Sebbene solo una minoranza del popolo ebraico sia caduta nella trappola dello Zohar, tuttavia, in essa ci sono molti rabbini e studiosi della Torà, con tanto di Gheonim e menti acute. Costoro hanno mangiato con il frutto anche la sua parte marcia e non se ne sono accorti poiché il Serpente li ha baciati a loro insaputa.

Gnomen 177: E come detto, sono nel Segno di Meshulam e partecipo a questa guerra con gli insegnamenti del mio Morè; e per questo sono stato creato, perché sono nato per immergermi all'inizio nel misticismo e librarmi fra le nuvole delle mie ambizioni che mi esortavano ad uscire dal mio corpo e volare con gli uccelli nel cielo aperto.

Gnomen 178: E in quel tempo adolescenziale non sapevo a chi rivolgermi e ancora non conoscevo la Torà, e dopo essermi placato per un po' nella yeshiva dell'università "Yitzhak Elchanan" di New York, ho cominciato a conoscere un po' di più le vie della Torà, cercando la profondità dell'ebraismo. Per questo fui facile preda dell'esca di Habad e per cinque anni mi ritrovai loro prigioniero, loro ignaro seguace.

Gnomen 179: Allora indossavo un vestito nero e una speciale fascia chassidica (gartel), mi ero fatto crescere la barba lunga e avevo il tipico cappello Habad nero. Ero immerso nella loro impurità e filosofeggiavo sul loro chassidismo giorno e notte alla ricerca delle scale che mi avrebbero portato sempre più in alto con il lavoro costante della mia mente e del mio cuore e con le azioni che dovevano seguire alla lettera i canoni Habad. Sì, ero caduto come un pazzo che cerca la sua salute mentale.

Gnomen 180: In questa condizione mi trovò lo Tzadik Nistar, il Morè Haim, quando mi incontrò per la prima volta nella sinagoga di via Cellini a Milano dopo che avevo frequentato yeshivot Habad a Brooklyn (per due anni) e a Brunoi, in Francia (per tre anni). Lo Tzadik mi prese in segreto come suo allievo e cominciò a guidarmi lungo le vie della verità. Solo in questo modo potei cominciare a riconoscere tutta la menzogna in cui mi trovavo.

Gnomen 181: Meditavo giorno e notte le parole dello Tzadik per distinguere tra il vero e il falso, tra il cuore puro nella fede di Ha Shem e il cuore privo delle vere virtù. A poco a poco, lo Tzadik Haim, Capo dei 36 Giusti Nascosti nella sua generazione, mi insegnava cose nuove che mettevano in rilievo l'importanza del Derech Eretz e l'amore per le creature, non già per il raggiungimento di un interesse personale ma per rendere onore a Dio che ama indistintamente tutte le sue creature; apprendevo inoltre l'importanza del comportamento umile attraverso il suo esempio con la gente comune. Tutto ciò era il contrario di Habad.

Gnomen 182: Il Morè Haim mi chiariva l'errore idolatra del Libro dello Zohar, che aveva fatto cadere grandi Rabbini che non avevano capito che la sua dottrina trasgredisce il Secondo Comandamento. Lo Tzadik mi aprì gli occhi facendomi vedere la menzogna delle false luci del misticismo che abbagliano la mente per un momento ma in realtà non hanno alcuna consistenza reale - né verso l'alto né verso il basso.

Gnomen 183: Lo Tzadik Completo mi liberò dalla prigione di Habad, mi purificò dal peccato dello Zohar e mi preparò per le Guerre di Dio contro la falsa Kabalà, contro l'idolatria presente nel campo Habad e contro il loro falso messianesimo, che contamina così tante anime ingenue. Lo Tzadik mi ha fornito le basi per capire in che modo escono i decreti dal Tribunale Supremo di Ha Shem contro quei rabbini e studiosi di Torà che hanno contaminato le vie della Sacra Torà con le loro farneticazioni.

Gnomen 184: Il Morè mi dava lezioni anche in materia di denaro, mettendomi in guardia a non farmi influenzare dai soldi. Appresi così che il denaro non va concupito e se viene mandato dall'Alto, come una forma di benedizione, deve essere usato con criterio per beneficiare i poveri e i bisognosi.

Gnomen 185: Ecco che io sono un servo di Ha Shem e dal ventre materno fui generato per questo. Fin dall'infanzia sentivo che il mio servizio era dedicato esclusivamente ad Ha Shem, anche se non sapevo in che modo farlo. Quando ero giovane, fui gettato tra i gusci impuri di Habad. Fu allora che la mia anima pianse per la mia condizione e la mia supplica fu acoltata dal Santo Benedetto Egli sia che mi fece uscire dal baratro per mano del Suo amato servitore, il santo Tzadik yemenita, Haim.

Gnomen 186: Fu lui a tirarmi fuori da Habad, protendendo in segreto la sua mano forte e il suo potere supremo e invisibile; fu lui a guidarmi lungo i sentieri dell'onestà, con il derech eretz che precede la Torà, lungo i sentieri della verità del cuore e le virtù della natura che aiutano l'uomo ad elevarsi e a realizzare i suoi scopi nel mondo.

Gnomen 187: Per quanto riguarda "ha nistarot – le cose occulte" (e false di Habad), lo Tzadik frenò la mia bocca e non mi fece entrare in quel campo fino a quando non fossi stato purificato del tutto dalle mie precedenti cognizioni. Perché "le cose occulte appartengono al Signore nostro Dio e quelle rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre". Lo zelante Tzadik cominciò a spiegarmi la purezza della fede e a dirmi che il libro dello Zohar e tutti gli scritti di Rabbi Haim Vital a nome di Rabbi Yitzchak Luria e tutta l'imponente letteratura chassidica si basano sulla kabalà dello Zohar, che è una trappola sottile che ha fatto cadere nel peccato della Fine dei Giorni (avon ketz) grandi rabbini che hanno speculato sul Borè ha Olam, possa il Suo nome essere lodato per sempre, e tutte le loro speculazioni non hanno alcun fondamento né in cielo né in terra.

Gnomen 188: Il Morè Haim cominciò a guidarmi e a prepararmi alle "nistarot", attraverso l'osservazione del suo derech eretz, che potevo assimilare stando seduto, passeggiando e conversando con lui e tramite il suo modo di comportarsi e rapportarsi con la gente comune.

Gnomen 189: E il Morè Haim, santo tra i Nascosti, mi insegnò in che modo sorridere e osservare con attenzione e concentrazione, in che modo umiliare il cuore ed elevare l'anima. E mi insegnò il valore del procedere lentamente: sia nel camminare, che nel pensare e nel parlare, poiché la santità si trova laddove regna la calma, la riflessione, la gioia e la serietà.

Gnomen 190: Gli Tzadikim rispettano tutti i loro organi vitali per ricevere dall'Alto l'Onore di Dio (K'vod Ha Shem). Il rispetto fa sì che i movimenti del corpo siano soppesati e il procedere sia sempre pronto ad immergersi nelle acque piacevoli di Shiloah che scorrono lente e calme.

Gnomen 191: "Non correre, Peretz, non correre ed eviterai di cadere, perché se correrai, cadrai, perché non saprai distinguere tra un posto stabile e uno instabile. Il piede deve sapere sempre dove appoggiarsi, per essere sicuro quando cammina".

Gnomen 192: Lo Tzadik Haim mi ha insegnato ad essere solerte nel lavoro sacro e attento mentalmente al rispetto e alla riverenza del prossimo, pronto ad accogliere chiunque con amabile sollecitudine.

Gnomen 193: Poiché se la pesantezza delle membra santificate al servizio di Ha Shem interferisse e impedisse il rispetto del prossimo, verrebbe a mancare l'umiltà, e in questo modo le virtù non andrebbero di pari passo con il desiderio di elevazione.

Gnomen 194: Lo Tzadik Nistar mi spiegava come il mondo intero, lusingato dal denaro, corrompe i propri valori e si allontana dalla retta via. Il denaro parla, ba-avonot ha rabim, per cui la saggezza dei poveri viene disprezzata e la stoltezza dei ricchi viene tenuta in considerazione. Purtroppo ci sono anche tanti rabbini che cadono in questa trappola e subiscono l'influenza del denaro, amano gli onori, si tengono ben stretta la loro sedia, adulati in sommo grado dai loro seguaci.

Gnomen 195: Stravolgendo le giuste misure della Sacra Torà, non meritano alcuna santità, dato che la santità non è prerogativa di chi si rende servo del dio Denaro e cambia il suo comportamento a seconda del conto in banca del suo interlocutore. Stravolgere le misure di Moshè Rabbenu è un abominio davanti a Dio.

Gnomen 196: Chi ama l'onore per sé non ha la santità addosso ed è chiamato ladro, perché ruba l'onore che non gli appartiene, appropriandosi della veste del Santo, Benedetto Egli sia, sia lodato il Suo nome in eterno. Attraverso la Sua gloria, Dio si rivela a tutte le Sue creature, quindi guai all'uomo che ama indossare le vesti del Santo Benedetto e fà scendere la gloria del Cielo su di sé, creatura con nove pertugi.

Gnomen 197: Non c'è santità nemmeno per chi è superbo e si considera più degno ed importante degli altri. Anche se la superbia è solo interiore, avrà tuttavia in sé un virus che infetterà il resto delle sue virtù e lo esonererà dal servizio sacro.

Gnomen 198: La santità consiste infatti nella pulizia del corpo, del cuore e delle mani. Ogni irritazione o tristezza la allontana, mentre la gioia del cuore la risveglia e il canto la esalta. I giusti che procedono con essa sono elevati alle fonti della sua verità.

Gnomen 199: La santità non ha niente a che fare con i Partzufim (facce) emanati da un mondo inesistente, né con le Sefirot immaginarie, partorite da un intelletto idolatra che consente al pensiero di dare vita allo Zeir Anpin, supportato da migliaia di interpretazioni e commenti fasulli, basati sulle combinazioni dei nomi del Santo Benedetto, Dio ci perdoni.

Gnomen 200: Ecco perché il Signore uscirà come un prode (ghibor), susciterà il Suo sacro furore (kina'à) come un guerriero. Il sacro furore proviene da EL KANA' del Secondo Comandamento e viene per purificare nuovamente il popolo di Israele, e questa volta per l'ultima volta, dall'erev rav ribelle ed idolatra all'interno del popolo, a causa delle false dottrine kabalistiche, con l'intento di farlo tornare al timore ed alla parola di Ha Shem, alla fede di nostro padre Adamo, alla sacra Torà.

Gnomen 201: "E strepiterà, alzerà un urlo tremendo e trionferà sui Suoi nemici", poiché chi insegna al popolo cose di Torà è responsabile, e se queste cose sono contrarie alla fede di Israele ed al retaggio dei nostri santi antenati, poiché egli stesso non sa di trovarsi nel peccato di idolatria, anche perché nessuno intorno a lui glielo fa presente, ecco che allora diventa automaticamente un nemico del Signore, poiché reca un grave danno al popolo. E lo stesso responsabile spirituale che interpreta la fede della Torà non secondo la volontà di Ha Shem favorisce la discesa di decreti pesanti sul popolo. Dio abbia misericordia del Suo popolo Israele.

Gnomen 202: Ecco il mio Morè Haim mi ha redento facendomi passare per tutti gli angoli oscuri che soffocano lo spirito di Israele dal respirare la sua redenzione spirituale.

Gnomen 203: Per sette anni consecutivi, lo Tzadik Haim mi ha fatto vedere chi erano in realtà i nemici di Ha Shem (anche se la cosa non era visibile) e mi ha fatto capire che Dio ama e presceglie i poveri che il mondo non considera ed emargina.

Gnomen 204: Dopodiché, lo Tzadik mi introdusse nella stanza consacrata, sotto la sua responsabilità, prima del tempo stabilito, avvertendomi in quegli anni sulle condizioni necessarie per accedervi (mi riferisco all'umiltà, alla pulizia interiore ed esteriore, all'odio per il denaro). Continuai questo percorso per quattro anni secondo il suo ammaestramento, fino a quando si ammalò con la sua indicibile sofferenza. Per due anni servii lo Tzadik per quanto possibile e per quanto egli mi permise di meritare quella grande mitzvah.

Gnomen 205: Lo Tzadik mi comandò allora di essere pronto a svolgere il mio ruolo di combattente valoroso secondo il mio livello.

Gnomen 206: Dopo otto giorni dalla sepoltura dello Tzadik Nistar, Haim, ricevetti il sogno del Segno introduttivo "è arrivato il tempo". In un primo momento, pensavo che fosse giunto il momento di entrare nel novero degli Tzadikim Nistarim, i figli dell'Ascesa.

Gnomen 207: Tuttavia, il mio pensiero era sbagliato, perché da quando ero entrato nella stanza consacrata non avevo visto alcun angelo faccia a faccia, non potevo salire oltre il mio livello e non avevo conosciuto altri Tzadikim il cui numero è limitato. Consideravo tuttavia il fatto che avevo avuto il grande privilegio di essere talmid del Capo degli Tzadikim, e sentivo in me il desiderio di infrangere l'obbligo del silenzio. Mi trovavo tra il mondo del segreto e il mondo della Gheulà, perché lo zechut dello Tzadik aumentava con la sua sofferenza, e un nuovo desiderio era stato creato da Dio per fare conoscere al mondo i suoi meriti.

Gnomen 208: Quando entrai nella stanza consacrata, non mi fu dato il permesso di ascendere ai Segreti Superiori, e ciò nonostante lo zechut dello Tzadik avesse già cominciato ad operare nel mondo, e io sentissi la voce della Kedushà che mi diceva: "Peretz, Peretz, ecco una nuova anima nascerà in te" per cui ero come un feto nel grembo di sua madre.

Gnomen 209: E all'interno di questo grembo, con il Signore che aveva pietà di me, mi sono visto piccolo come un neonato che strillava per esigere il latte materno, e nella mia stanza consacrata ho visto scendere il Morè Haim che, guardandomi meravigliato, mi ha domandato: "Cosa c'è, Peretz? Perché mi hai chiamato?".

Gnomen 210: Dal fondo del grembo materno, ho cercato di onorare lo Tzadik Haim, che stava davanti a me e aspettava di capire il significato della mia chiamata. La mia bocca si aprì a fatica e dissi: "Il Morè mi perdoni, perché ho alzato al Cielo la mia invocazione, perché sono un bimbo appena nato e già sono su di me le profezie in virtù delle sofferenze che lo Tzadik ha dovuto sopportare per la salvezza dell'umanità. Il Morè mi perdoni, perché non era da me, ma per merito del Morè Haim, che è uscito il grido "è arrivato il tempo" che annuncia l'apertura del periodo dei profeti".

Gnomen 211: Lo Tzadik, guardandomi sorpreso dalle mie parole, mi ha domandato con fare serio: "Sei sicuro? Come lo sai?". Ho risposto: "Cosa potrei rispondere allo Tzadik Nistar, gloria della mia testa e anima della mia vita? So soltanto che questo annuncio è destinato alla gente della terra, perché nel sogno eravamo all'aperto, sotto il cielo stellato e la mia voce era molto forte e arrivava alle estremità del mondo. Ed è per merito del Morè Haim che è arrivato il tempo e da adesso il mondo entra nel periodo dei profeti, in cui tutte le profezie sulla Fine dei Giorni e sulla Redenzione Finale si realizzeranno".

Gnomen 212: Dopo le mie parole si udì in alto un'immensa esultanza e balenò una luce abbagliante e lo Tzadik scomparve. Non ho mai scritto nulla su questa visione che ho tenuta nascosta per non pronunciare una parola su cose segrete, poiché così avevo appreso dai miei studi con lo Tzadik.

Gnomen 213: Ricorderò qui al lettore che i Segni Redenzionali non erano ancora stati ricevuti, a parte il Segno preliminare "è arrivato il Tempo". I Segni iniziarono a scendere dal Pesach 1983-5733. Il Segno delle Stelle scese circa nove mesi e mezzo dopo la dipartita dello Tzadik, per cui non potevo ancora parlare in termini di Segno delle Stelle, Regno del Cielo, Hanukat Ha Hanukot, Asino che mangia il pane, Quarta Generazione e Nuovo Edificio e Resurrezione del Goel Finale, perché il permesso di parlarne in questi termini mi arrivò dopo la loro discesa ​​e dopo che mi fu data la capacità di capirli e di spiegarli per iscritto e non già prima, ignorandone io l'esistenza.

Gnomen 214: Allora, sapevo soltanto che era arrivato il tempo dei Profeti, per merito del Morè Haim e che era iniziato il periodo delle Guerre di Dio contro la falsa kabalà dello Zohar e contro il falso messianesimo di Habad, contro la loro idolatria e la loro distorta propaganda.

Gnomen 215: Per anni il Morè Haim mi diceva che bisognava trovare il libro "Milchamot Ha Shem" del Maestro (Mori) yemenita Yehie Ibn Shlomò El Kapah, da San'a, un "martello" (Patish) nel suo sacro zelo a favore della purezza della fede contro l'intero sistema kabalistico dello Zohar. Fu solo circa un anno prima della morte dello Tzadik, che il talmid Davide Levi riuscì a trovare ed ottenere miracolosamente il libro presso una famiglia yemenita 'dardaita' di Gerusalemme.

Gnomen 216: Davide portò il libro da Israele e lo consegnò al Morè Haim, che giaceva nel suo letto d'ospedale dopo la prima difficile operazione.

Gnomen 217: Ma torniamo ora ai versi della profezia di Meshulam (Isaia, 42, 14 - 16): "14. Per lungo tempo sono stato zitto e tranquillo, mi sono trattenuto; ma ora griderò come donna che partorisce, ansimerò con affanno e sbufferò forte; 15. Devasterò montagne e colline, ne farò seccare tutte le erbe; ridurrò i fiumi in isole e prosciugherò i laghi. 16. Farò camminare i ciechi lungo una via che ignoravano, li guiderò per sentieri che non conoscevano; davanti a loro muterò le tenebre in luce e livellerò i terreni accidentati. Queste sono le cose che io farò e non li abbandonerò". "Per lungo tempo sono stato zitto e tranquillo, mi sono trattenuto; ma ora griderò come donna che partorisce, ansimerò con affanno e sbufferò forte" è un'allusione agli eventi della Quarta Generazione (soprattutto la sua seconda parte: dall'anno 2017/8 all'anno 2047/8) dato che l'ira divina si sprigiona proprio in tale periodo. Il verso ci fa intendere che Ha Shem, per così dire, per lungo tempo ha taciuto e si è trattenuto dal castigare i peccatori, ma con l'avvento della Quarta Generazione, è arrivato il tempo durante il quale scendono i decreti con una veemenza simile alle grida di una partoriente nel pieno del suo travaglio.

Gnomen 218: "Farò camminare i ciechi lungo una via che ignoravano, li guiderò per sentieri che non conoscevano". Resta inteso che ogni verso può essere interpretato in più modi, ma noi lo commentiamo secondo il Segno di Meshulam, per cui è in questo contesto che il Nuovo Patto Completo si realizza nel mondo durante la Quarta Generazione come una guida per i non vedenti lungo vie e sentieri che prima ignoravano, dato che noi siamo i primi fruitori di questo Patto e nessuno prima di noi conosceva queste novità. Stiamo parlando dei Segni meravigliosi collegati alle Stelle Redenzionali dai quali scaturiscono novità stupefacenti.

Gnomen 219: "Davanti a loro muterò le tenebre in luce e livellerò le strade accidentate". Ogni questione riguardante la missione di Gesù è rimasta avvolta nelle tenebre più fitte: un ebreo non può vedervi alcuna luce, mentre il Cristianesimo nelle mani dei cristiani non è altro che una strada accidentata dall'idolatria. Tuttavia, tramite i chiarimenti del Sefer ha Maflì (il Libro che stupisce) le tenebre diventeranno luce per gli ebrei e strade pianeggianti per i cristiani.

Gnomen 220: "Queste sono le cose che farò e non li abbandonerò". È estremamente difficile descrivere l'unione di ebrei e cristiani in materia di fede, per cui è qui necessario il rafforzamento delle parole e della speciale promessa del Santo Benedetto. I due verbi del verso "asitìm ve-lò asavtìm" sono profetici e vengono scritti al passato con riferimento al futuro. Tuttavia, c'è qui un'allusione poiché il significato dei verbi è doppio e va riferito sia al passato che al futuro. Nel Cristianesimo, ad esempio, la verità dei fondamenti nella scuola degli Esseni era proiettata fin dagli inizi al futuro, poiché i Segni Iniziali saranno compresi alla luce dei Segni Redenzionali Completi, mentre il fondamento dei Segni era già stato stabilito a quel tempo per sempre. Chi legge con attenzione il Sefer ha Maflì potrà ampliare la sua comprensione su questa materia.

Gnomen 221: (Ibid. verso 17) "Indietreggeranno, ricoperti di vergogna, quelli che confidano negli idoli scolpiti e dicono alle immagini fuse: 'Voi siete i nostri dèi'". Un ebreo potrebbe dire: "Che c'entriamo noi con le statue? Dopo la distruzione del Primo Tempio, abbiamo rigettato l'idolatria e bruciato le statue!". Non è così! Sappiate, o figli d'Israele. che fino all'Aharit ha Yamim permangono nel vostro campo immagini (mentali) e idolatria, ba avonot!

Gnomen 222: Abbiamo trattato questo argomento negli scritti "Le Cinque Tavole del Patto" e "Herem mi Deoraita" contro l'idolatria e l'eresia presenti nel libro dello Zohar e la falsa Kabalà derivatane. Abbiamo spiegato a più riprese anche l'idolatria nel campo Habad ed il loro falso messianesimo: purtroppo tutto questo esiste in campo ebraico!

Gnomen 223: Certo, il mondo è pieno di culti idolatrici, per cui potremmo chiederci: in che modo ci si libererà dall'idolatria se sono quasi tutti, come le loro statue, ciechi e sordi? Cosa potrà fare Meshulam per guarire i loro occhi ciechi e far sentire la verità alle loro orecchie sorde? Come potrà essere salvato il mondo?

Gnomen 224: Per questo è scritto (ibid. verso 18): "Ascoltate o sordi; e voi, ciechi, guardate e vedrete!", poiché similmente a Meshulam, lo speciale servo di Dio, che era cieco e sordo ma al quale furono rivelate le novità e la nuova luce nonostante la sua infermità, così avverrà per il resto delle persone meritevoli del mondo, che alla fine avranno accesso alle novità redenzionali.

Gnomen 225: Il Santo Benedetto Egli sia è come pieno di misericordia per il Suo servo e si ricorda di lui per sempre e, per così dire, lo ringrazia, dicendo (ibid. versi 19 – 21): "19. Chi è cieco se non il Mio servo e sordo come il Mio angelo che mando? Chi è cieco come Meshulam e cieco come il servitore del Signore?. 20. Tu hai visto molte cose, ma non vi hai posto mente; gli orecchi erano aperti, ma non hai udito nulla. 21. Il Signore desidera che sia fatta la Sua giustizia; Egli renderà la Sua Torà grande e magnifica".

Gnomen 226: Per questo mi metto a scalciare come un asino testardo e non voglio sentire il verso "tu hai visto molte cose, ma non vi hai posto mente; gli orecchi erano aperti, ma non hai udito nulla". Non vi arrabbiereste anche voi se ascoltaste una frase simile ?

Gnomen 227: Ma anche se avessi ragione, come potrei vedere se sono cieco e sentire se sono sordo? E se fossi stato un asino qualunque, cosa avrei voluto essere e cosa mi sarebbe piaciuto sentire? Tuttavia, non sono un asino qualunque, dato che sono un servo del Signore, come un angelo mandato per svolgere questo ruolo storico, per cui il mio vero desiderio è di essere nelle vesti di Meshulam.

Gnomen 228: Ma forse vi è difficile capire il mio problema. Come potrei essere un Meshulam se voi non ci credete? E, d'altra parte, se dovessi aspettare voi, come potrei svolgere il mio compito? Perciò, per il vostro bene, mi è stato richiesto di essere un Asino Meshulam, un servo cieco e sordo del Signore.

Gnomen 229: E se non avete capito è perché non avete approfondito la questione. "Chi è cieco se non il Mio servo e sordo come il Mio angelo che mando?": Già si sa chi è l'angelo del Patto (ossia, il profeta Elia), per cui non è scritto "l'angelo" ma "come l'angelo". Dopotutto, sono io che sono stato destinato al Segno di Meshulam, quando arriva il momento di annunciare le novità della missione del profeta Elia, di benedetta memoria. Il profeta Elia è il responsabile del Libro delle Novità Redenzionali e delle Chiavi della Gheulà Shlemà, mentre io mi limito ad annunciare a suo nome che "è arrivato il tempo".

Gnomen 230: E chi sono io, asino selvatico, se paragonato al livello ed alla santità dell'Angelo del Patto, il profeta Elia, di benedetta memoria? Sono come un verme. Cieco per poter vedere il suo volto e sordo per poter ascoltare la sua voce.

Gnomen 231: Come servo di Dio, i miei reni sono stati purificati (i reni sono una fonte di pensieri sublimi) e a mezzanotte ho suonato la chitarra e ho ballato con David e sono salito sull'Altare del Profeta, e il profeta Elia mi ha confortato dicendo: "Non temere, tu purificherai l'Asino affinché diventi bianco e risplenda come il sole, perché non è per te che ADONAI TZEVAOT fa tutto questo. Il Signore desidera che sia fatta la Sua giustizia; Egli renderà la Sua Torà grande e magnifica".

Gnomen 232: E Meshulam è venuto nel mondo dopo la Shoà come allude il verso 22 della profezia: "Ed egli è un popolo depredato e spogliato; i loro giovani sono tutti prigionieri, nascosti in rifugi; sono depredati e non c'è chi li salvi; sono spogliati e non c'è chi dica loro 'ritorna'". Meshulam è venuto per risvegliare le menti alle verità delle profezie avvenute, per cui si comprenderà che è l'Eterno che ha fatto tutto ciò e ha dato vita allo Stato di Israele, tre anni dopo la Shoà.

Gnomen 233: Poiché con la Shoà Israele è morto ma è risorto nel 1948. Il popolo ebraico ha fatto un brutto sogno, che più brutto non poteva esserci, ma non era un sogno; e dopo ha fatto un bel sogno, che più bello non poteva esserci, ma non era un sogno. Tuttavia, la gente non ha capito e non capisce la portata dell'evento storico. O se la capisce, si mette poi a filosofeggiare e si confonde e non si rende conto di quanto è avvenuto: (Ibid. verso 23) "Chi di voi presterà orecchio a questo? Chi starà attento e ascolterà ciò che è avvenuto"?

Gnomen 234: Dopo tutto, le profezie di Dio erano già iniziate e si vedevano i preamboli della Redenzione! C'è però chi preferisce rimanere indifferente, c'è chi insorge all'idea dello Stato e convince i propri hassidim a vivere a New York, e c'è chi fa rumore in Israele per il suo fanatismo messianico e appende le foto del falso messia Lubavitch su ogni muro...

Gnomen 235: E si ribellò Korah con tutta la sua congregazione e sprofondarono nello Sheol. E così come ciechi e sordi sparsi ovunque, sebbene fossero al corrente del compimento delle profezie di Dio tramite i Suoi portenti, continuavano a non destarsi dal loro stato soporoso.

Gnomen 236: Essi hanno visto le innumerevoli salvezze di Dio negli ultimi anni, ma le hanno ignorate quasi completamente. Quando si è all'ombra non ci si accorge del sole se non quando fa capolino o come si guardasse per un breve istante un oggetto che sfreccia nel cielo, così è la maggior parte delle persone: torna pur sempre al proprio tran tran. Sono sordi e ciechi, come Meshulam servo di Dio.

Gnomen 237: E Meshulam, come un angelo che si risveglia, viene ad esortare: "Alzatevi, figli del popolo! Rimuovete la cecità dai vostri cuori e apprendete la lezione (ibid. 24): "Chi ha abbandonato Giacobbe al saccheggio e Israele in balìa dei predoni? Non è stato forse il Signore? Colui contro il quale abbiamo peccato e lungo le cui vie non si è voluto camminare e alla cui Torà non si è obbedito".

Gnomen 238: E se ancora non capite, domandatevi: "Perché ci succede tutto questo, per quale motivo? Noi e i sopravvissuti alla Shoà, perché continuiamo a ricevere 'makot' invece di tornare a Dio? Non siamo forse la stirpe di Abramo? E dov'è la pace?

Gnomen 239: Il motivo è che davanti a Dio un fratello fa torto al fratello e un amico all'amico e il povero vive col minimo necessario e chi ha il potere lo disprezza. I leader religiosi non mettono in pratica la virtù dell'amore e rubano l'onore dovuto alla Torà attribuendolo a sé. L'artigiano è invidioso del suo vicino. Il popolo d'Israele è sparso sulla sua terra ma non si è ancora unificato.

Gnomen 240: Poiché si sono moltiplicati i falsi Hassidim e Haredim che servono il dio Mamon. Non c'è altro pensiero che il denaro, e lo speculatore in borsa si mette nel portafoglio la foto del falso messia Lubavitch, convinto che gli porti nuovi guadagni. La Torà che viene insegnata è distorta, e la vera umiltà non trova posto. Coloro che insegnano Torà allontanano e non avvicinano, perché le loro azioni esprimono l'odio per chi è diverso da loro. Sappiate dunque che la colpa non ricade sui laici che rifiutano il rito religioso e talvolta anche la fede, ma su coloro che detengono la Torà; essi sono più colpevoli perché sono vicini alla Torà ma non ne applicano i principi.

Gnomen 241: "Colui contro il quale abbiamo peccato e lungo le cui vie non si è voluto camminare e alla cui Torà non si è obbedito". Ed i leader della Torà che hanno peccato e hanno fatto sì che parecchi ebrei non volessero camminare lungo le sue vie e ascoltare la sua Torà, poiché viste le azioni dei capi religiosi, hanno deciso di prendere le distanze dall'Halachà e non osservare più ciò che è scritto nella Torà. Non è stato il laicismo a causare danni all'ebraismo, ma i modi sbagliati e i comportamenti inappropriati dei capi religiosi che hanno indotto le persone ad allontanarsi dalla religione e dalla fede.

Gnomen 242: La mancanza di derech eretz di molte persone religiose e ultraortodosse ha impedito l'unità e l'amore all'interno della nazione.

Gnomen 243: I sionisti hanno combattuto per il bene del popolo e non per odio verso gli arabi, ma sono sorte nel frattempo all'interno dell'ebraismo delle correnti religiose radicali che hanno dichiarato: "Caccia via questa concubina" e hanno dimenticato che fummo ospiti in Egitto e hanno dimenticato che siamo morti nella Shoà ma siamo risorti nello Stato d'Israele e ignorano che le profezie redenzionali hanno cominciato a realizzarsi storicamente e ora si comportano non con amore ma con arroganza e, così facendo, allontanano l'umanità intera da loro e dalla Torà.

Gnomen 244: (ibid. 25) "Perciò (Dio) ha riversato su Israele l'ardore della sua ira e la violenza della guerra; ed il conflitto lo ha avvolto nelle sue fiamme ma lui non ha capito; il fuoco divampava ma lui non se ne curava". La maggior parte della colpa non è da attribuire ai laici, come detto, ma ai detentori della Torà che non procedono lungo le vie amate. Per questo scende la collera su tutta la nazione. Del resto, il religioso crede e può capire di avere una responsabilità maggiore, ma è cieco e sordo e non vede e non comprende il suo errore, mentre la gran parte del popolo non vede e non sente, perché priva di conoscenza.

Gnomen 245: Chi dunque schiarirà nella nebbia e dirà al cieco: Apri gli occhi perché è sorto il sole? Chi ascolterà gli angeli dell'udito? Chi resusciterà e informerà che è vivo? E chi brancolerà nel buio e tirerà fuori i diamanti? Di certo il Signore contro il quale abbiamo peccato e ci ha resuscitati nel suo amore nonostante le trasgressioni dei Suoi sabati.

Gnomen 246: Del resto, eravamo sprofondati nell'odio di noi stessi ed eravamo scesi al fondo della nostra vergogna. Ci eravamo ribellati e avevamo tramato con le nostre menzogne. Abbiamo permesso che i serpenti mordessero i nostri cuori. E cosa era rimasto della nostra saggezza? Nulla! Una penosa onta ci ha ricoperti e non abbiamo capito la nostra disgrazia perché avevamo tradito il nostro Padre per ben due volte.

Gnomen 247: Privo di soldi, sofferente allo stato puro, il piede dello Tzadik camminava nel dolore e il suo nome era Giacobbe. E soffrì oltre misura e fu preso dal mondo dei vivi e il mondo fu purificato per merito suo. E subito si insediò nella sua sede lo Tzadik completo da sempre richiesto e Israele si era completato perché Giacobbe era stato scelto.

Gnomen 248: Padrone del Mondo, abbi pietà di questo servo, perché Tu hai scelto il Goel Finale, Haim, e sono rimasto Meshulam nelle mie aspirazioni. Eppure sono così piccolo, oh Padrone del Mondo e come potrei far fronte da solo a tutti i miei bisogni? È arrivato il Giacobbe della Storia, l'Ultimo Redentore, e anch'io sono stato scelto per servirTi per merito suo. Oh Morè, Maestro mio, non mi abbandonare, anche se sono pieno di vergogna per la mia nullità. E cosa sono mai? Il tallone di Giacobbe nel mondo e ho paura. Il mondo è grande ed il popolo di Israele è immenso e io sono piccolo come un neonato e temo il mio Dio.

Gnomen 249: Ho aperto a caso il Libro dei Profeti e sono usciti dei versi che hanno un riferimento con ciò che sto qui scrivendo (Isaia 43, 1-7): "1. Ma ora così parla il Signore, il tuo Creatore, o Giacobbe, Colui che ti ha formato, o Israele. Non temere, perché Io ti ho redento, ti ho chiamato per nome e Tu mi appartieni. 2. Quando passerai per le acque Io sarò con te; quando attraverserai i fiumi le acque non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco, non ne sarai arso e la fiamma non ti consumerà. 3. Poiché Io sono il Signore, il tuo Dio, il Santo d'Israele, il Tuo salvatore; Io ho dato l'Egitto come tuo riscatto, l'Etiopia e Seva in vece tua. 4. Poiché tu sei prezioso ai Miei occhi, poiché sei pregiato ed Io ti voglio bene; Io do degli uomini in vece tua e dei popoli in cambio della tua vita. 5. Non temere, poiché Io sono con te; Io riporterò la tua gente da levante e ti raccoglierò da ponente. 6. Dirò al settentrione: "Rilascia" e al mezzogiorno: "Non trattenere; fa' venire i Miei figli da lontano e le Mie figlie dalle estremità della terra, 7. chiunque è chiamato nel Mio nome, che ho creato per la Mia gloria, che ho formato e ho generato".

Gnomen 250: Tutto Israele è Giacobbe, e nel sogno di Solly Kamhaji lo Tzadik Abuhatzera mi ha indicato come l'Asino, Messia figlio di Davide. Ecco perché tutti questi versi mi spaventano molto. Dopotutto, sono anche il servitore speciale di Dio per la cecità e la sordità, portatore di ogni difetto fisico o spirituale. Ma chi è cieco come il servo di Dio e sordo come lui? E, da asino, raglio leggendo questi versetti. Di chi si parla quando viene menzionato Giacobbe e a chi va riferito il verso: "Poiché tu sei prezioso ai Miei occhi, poiché sei pregiato ed Io ti voglio bene; Io do degli uomini in vece tua e dei popoli in cambio della tua vita"?

Gnomen 251: Allude forse all'Asino? E come potrebbe una persona essere data al posto di una bestia e le nazioni al posto di un animale da soma? In effetti, pur se sono Meshulam nella mia materia asinina, sono proprio un asino se rapportato alle persone reali!

Gnomen 252: Signore del Mondo, Ti prego, aiutami, perché cosa dirò nell'aldilà a mia discolpa per essermi attribuito qualcosa di così rispettabile? Dopotutto, sono come una goccia nell'oceano se rapportato all'uomo e come potrò giustificarmi? Come potrò discolparmi davanti al mio Morè e giustificarmi nel Tribunale del mio Creatore? E in effetti non ho scelta, perché se non sono stato onorato in questo mondo come potrei allora essere il servo Meshulam?

Gnomen 253: Pertanto, vi ripago (meshalem) con la comprensione, perché in qualità di Meshulam devo fornirvi alcuni dei tesori che si trovano già dentro al popolo eletto. Dopotutto, voi siete i figli d'Israele, e il Signore vi ha chiamati per nome e ad Ha Shem appartenete. Come me, pure voi avete visto tanti portenti, anche se non ne siete rimasti stupiti fino al completo entusiasmo, tuttavia Dio ha misericordia di noi nonostante tutte le nostre mancanze. "Non temere": poiché è già stato scelto il Goel Finale che è completo e non ha bisogno di completamento.

Gnomen 254: Infatti, lo Tzadik è il terzo Goel che verrà riconosciuto come il "Giacobbe" della storia tramite l'adempimento delle profezie della Sacra Torà sulla Fine dei Giorni, sulla Quarta Generazione e la Gheulà Shlemà. Anche il popolo d'Israele nel suo insieme è il "Giacobbe" della storia, per cui voi siete la YOD di Giacobbe e io sono l'AKEV (il calcagno), perché la mia carne d'asino è così dura che non sento il calore nemmeno nel mese di Tammuz (luglio-agosto).

Gnomen 255: Ed essendo AKEV, stringo più forte di voi il calcagno di Esaù e grazie a lui ho una veste pelosa per la quale sono benedetto, dal momento che ho ascoltato la voce del mio Morè e non mi sono montato la testa, non mi sono creduto qualcuno e non mi sono insuperbito o gonfiato e mi sono considerato un Asino che deve interpretare i versi sul servo Meshulam e questa è la ricompensa per il mio lavoro.

Gnomen 256: Pertanto, c'è un'allusione nei versi che io sono Meshulam, il quarto tipo di servitore di Dio, che ha il compito di completare i quattro tipi (lo spiegherò nei prossimi gnomen). D'altronde, da solo non sarei potuto entrare nei versi, ma a causa delle interpretazioni dei versi che mi hanno preceduto, non potrò astenermi dal dare il mio contributo, completando ciò che è incompleto.

Gnomen 257: Il popolo d'Israele nel suo insieme è giusto: "Ed il Tuo popolo sono tutti giusti" (ibid. 60, 21) e Giacobbe è il servo di Dio ed è scritto: "Non temere, perché Io sono con te" (ibid. 41, 10), per cui è impossibile non riferire le profezie anche al popolo in generale, anzi, Dio lo esorta ad essere forte e a non temere, perché il popolo ha paura di come si evolverà la Redenzione. Dio non ha bisogno di avvertire i veri Tzadikim, perché sono di per sé al di sopra del bisogno di redenzione e procedono nella loro luce santa che è superiore a questo mondo, per cui la Gheulà è per il popolo di Israele e per il mondo intero.

Gnomen 258: La comunità intera d'Israele è il servitore di Dio, mentre i santi Tzadikim sono servitori di Dio nel vero senso della parola. Il capo degli Tzadikim Nistarim in ogni generazione è anche servo di Dio; egli è lo Tzadik della generazione, che si distingue dagli altri e tanto più quando viene scelto per essere il Goel Finale. Quindi ci sono tre tipi di servitori di Dio: gli ebrei in generale, gli Tzadikim Superiori Nascosti ed il loro capo. Il quarto tipo è il quadrato Meshulam, che viene per svolgere il suo ruolo speciale.

Gnomen 259: Questo è anche il motivo per cui cammino a quattro zampe, raglio, mi vanto del pane che distribuisco alle tribù di Giuseppe e mangio il pane di Beth Lehem Yehuda. E infatti poiché Giacobbe è il popolo comune che ha anche un lato mancante, ecco che allora io devo essere cieco e sordo, storpio e zoppo. Tuttavia, Dio mi guarisce ogni volta affinché possa svolgere in pieno il mio ruolo.

Gnomen 260: Sono quadrato perché il segno speciale su di me è il segno della Quarta Generazione e non della terza o quinta generazione. La terza generazione non è ancora matura per ricevere segni e se vi entrano persone che proclamano di avere una missione messianica, allora sono falsi messia che si illudono di poter anticipare la fine ma cadono invece nelle trappole degli spiriti di falsità.

Gnomen 261: La quinta generazione, pertanto, seguirà la quarta generazione; a quell'epoca il Segno dell'Asino che mangia il pane sarà trasformato nel Segno dell'Asino, Messia figlio di Davide, nel contesto della sua mansione nella Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà sull'Altare del Grande Israele, collocato al quarto piano, sia a Gerusalemme che a Beer Sheva (stiamo qui parlando della Casa di Preghiera per tutte le nazioni, ossia il Terzo Bet Ha Mikdash), con l'aiuto del Signore sia Benedetto il Suo nome in eterno.

Gnomen 262: Rimane il Segno dell'Asino, Messia figlio di Davide, perché nessuno si monti la testa e dimentichi chi è e che cosa è.

Gnomen 263: Il segno dell'Asino, Messia figlio di Giuseppe, sarà trasformato nel Segno del sacerdote Malchitzedek sul suo Altare nella Casa di Preghiera della Redenzione Completa. E nel segno ricevuto in sogno, secondo il quale l'Altare di Malchitzedek farà cinque passi indietro, di modo che anche il sacerdote che vi officia, che rappresenta le Nazioni del mondo, non si monti la testa, e riconosca di essere sotto gli Altari del Sacerdote Unto, del Sacerdote dell'Altare di Giuda, del Sacerdote dell'Altare di Efraim e dell'Altare dell'Asino che mangia il pane che è l'Altare del Grande Israele.

Gnomen 264: Il segno della Torà di Peretz e Zerach allude probabilmente alla diffusione della Gheulà Shlemà in Terra d'Israele (nel Segno di Peretz) e negli Stati Uniti (nel Segno di Zerach, dal quale il Nuovo Messaggio brillerà come il sole e crescerà come il frutto dell'Albero della Vita). In futuro, molte delle pecore smarrite usciranno dagli ovili del Protestantesimo ed "i figli torneranno entro i loro confini".

Gnomen 265: Io sono attualmente nel segno dell'Asino Meshulam, il servo cieco e sordo del Signore e sto cercando di portare a termine i miei doveri per ordinare e stabilire tutti questi segni, ih-ha, ih-ha, ih-ha.

Gnomen 266: Ma non fui ritenuto degno di salire con i santi, perché dopo l'elezione del Goel, preso da Ha Shem prima del tempo, io ero ancora immaturo e mancante, per cui non mi fu dato tale permesso. Del resto, Dio "è tremendo (norà) nelle sue opere verso i figli degli uomini" (Salmi 66, 5) e così sono risultato del tutto mancante per compiere il Segno di Meshulam.

Gnomen 267: E se mi domandate: "Come potresti essere un servitore di Dio se sei così carente?" vi risponderò che l'intera profezia viene per dire: "Tu hai visto molte cose, ma non vi hai posto mente; gli orecchi erano aperti, ma non hai udito nulla. Il Signore desidera che sia fatta la Sua giustizia; Egli renderà la Sua Torà grande e magnifica". Quando la nazione è divisa in migliaia di fazioni, ecco che il Segno di Meshulam arriva per collegare tra loro le parti sane con la forza dei legami dei Segni Redenzionali.

Gnomen 268: Il potere di Mosè era nella sua bocca. Il potere del profeta Elia era nella sua "kanaut" per l'unità di Ha Shem. Il potere di Mordechai ha Tzadik era nel suo Tribunale. Il potere della regina Ester era nel Palazzo del re. Il potere dell'Ariete immolato era nel suo aver mitigato i decreti sul popolo di Israele in quel periodo storico. Il potere del Goel Haim è nella sua resurrezione, mentre il potere del servo Meshulam è nella forza dei legami dei Segni Redenzionali.

Gnomen 269: Il potere di Yehoshua bin Nun derivava dalla benedizione ricevuta dal suo Maestro Mosè. Il potere del profeta Eliseo proveniva dall'aver ricevuto lo spirito del suo Maestro Elia. Il potere di Davide nei suoi canti e salmi derivava dallo Spirito Santo che si posava su di lui dalla mezzanotte sulle musiche della sua cetra. Il potere della regina Ester proveniva dalla Kabalà pratica che le aveva trasmesso suo zio Mordechai. Il potere di Yeshua proveniva dalla Kabalà pratica che aveva ricevuto nella scuola degli Esseni. Il potere di Meshulam proviene dalla vera nuova Kabalà della Gheulà Shlemà, in virtù del Goel Finale Haim.

Gnomen 270: Preferisco gli asini per la loro fede semplice e l'ingenuità dei loro cuori, perché l'asino capisce che solo grazie a quell'innocenza gli asini si elevano.

Gnomen 271: Tutto questo è per mia fortuna, perché sono l'Asino del Goel. E chi in rapporto al suo rango non sarebbe considerato un asino? E ciò è per il mio legame con i Segni, per merito del Goel Haim. Tuttavia, è importante sottolineare che solo Dio crea e ordina la Storia, solo il Santo Benedetto Egli sia e nessun altro.

Gnomen 272: E chi se non il Signore disse: "Dirò al settentrione: "Rilascia" e al mezzogiorno: "Non trattenere. Fa' venire i Miei figli da lontano e le Mie figlie dalle estremità della terra; chiunque è chiamato nel Mio nome, che ho creato per la Mia gloria, che ho formato e ho generato". Quando le ondate migratorie ebraiche si insediarono in Terra d'Israele, soprattutto dopo la fondazione nel 1948, lo Tzadik Nistar era nel mondo. In precedenza, aveva sofferto in segreto durante gli anni della Shoà, perché nessun permesso era stato dato agli Tzadikim Nascosti di intervenire per revocare quel terribile decreto.

Gnomen 273: Lo Tzadik mi aveva rivelato che anche prima dell'inizio della seconda guerra mondiale sapeva della pericolosità di quel rashà (Hitler, sia cancellato il suo nome!) e aveva chiesto di ucciderlo (è risaputo che un vero Tzadik Nistar può uccidere con la sua parola, anche se si trova a distanza dal luogo in cui vive il rashà). In quel periodo il Morè viveva al Cairo e chiese il permesso al Tribunale dell'Alto di eliminare quell'essere malefico, ma il permesso non fu concesso perché il decreto era già stato sigillato e nessuno poteva intervenire per revocarlo.

Gnomen 274: Lo Tzadik Nistar, che vide così la tragedia del suo popolo in Europa, dovette rimanere in silenzio e possiamo soltanto immaginare la pesantezza della sua sofferenza interiore in quegli anni. Dopotutto, egli era lo Tzadik della sua generazione e sentiva nel suo santo cuore l'immensa pena della sua gente.

Gnomen 275: Ciò era per lui più difficile che caricarsi addosso l'espiazione per i peccati del popolo, dato che, in quel frangente storico, non c'era, come detto, il permesso di intervenire.

Gnomen 276: Circa tre anni dopo la fine della guerra, anche lo Tzadik vide la resurrezione di Israele, raccolto dalle estremità della terra, e gioì con il popolo di una vera gioia suprema. L'intera nazione vide allora che la profezia summenzionata (gnomen 272) si avverava.

Gnomen 277: Ed è scritto nel verso: "chiunque è chiamato nel Mio nome" e non già "chiunque chiama nel Mio nome". Purtroppo per noi, ci sono molti che chiamano il Suo nome ma non sono chiamati con il Suo nome, come molti religiosi che studiano la Torà ma non lo fanno per onorare Ha Shem ma per onorare se stessi, per cui non sono chiamati nel Suo nome. Al contrario, ci sono altri ebrei, religiosi e non, che hanno il cuore buono e fanno buone azioni e senza saperlo sono amati da Ha Shem, per cui sono chiamati nel Suo nome e le loro azioni onorano e santificano Ha Shem.

Gnomen 278: Dalla fondazione dello Stato di Israele, quasi tutti i religiosi si sbagliano di grosso su questo tema, anche perché non lo capiscono. Sono convinti che solo loro sono chiamati nel Suo nome e non capiscono nulla del periodo storico in cui viviamo. Se elogiamo una persona di cuore buono che non osserva i precetti della Halachà, nella loro strettezza mentale, ci diranno che stiamo parlando come un cristiano. Rav Kook, alav ha shalom, dovrebbe essere lodato in questo contesto, in quanto parlava dell'unificazione del popolo e dell'importanza dell'equilibrio tra le sue parti, religiose e non.

Gnomen 279: A coloro che sono chiamati nel Suo nome, siano essi religiosi o laici, Dio dice: "che ho creato per la Mia gloria, che ho formato e ho generato". Vale a dire: Ho creato la sua mente, il suo cuore, la sua anima e il suo corpo. E non vi ho chiesto di giudicare se è religioso o meno, perché tutto il popolo è nell'errore.

Gnomen 280: Le persone "che chiamano per nome ma non sono chiamate per nome" non sanno quanto sbagliano a non rispettare come dovuto i non religiosi, quando mancano loro di rispetto e pretendono poi di essere rispettati. E poiché il Segno di Meshulam completa anche quei giorni di grande mancanza verso le parole di Yeshua, non dobbiamo stupirci se anche ai nostri giorni ci sono così tanti religiosi simili ai Dottori di quell'epoca.

Gnomen 281: Questo tema è complesso, perché il popolo non va giudicato solo secondo l'opinione dei religiosi, dato che la Torà non è loro prerogativa, come essi sostengono, per il solo fatto di studiarla. Nel momento che essi si dichiarano superiori agli altri, non fanno altro che profanare il Nome, poichè allontanano la gente da ogni pensiero religioso e via elevata. In effetti, molti laici si perdono nelle vanità di questo mondo e si allontanano dalla religione e dalla vera fede fino a perdere la salvezza. Invece dell'amore, trovano l'odio gratuito, per cui reagiscono anch'essi con l'odio verso i loro detrattori e non c'è vergogna più grande per la Torà di questa situazione di reciproco odio. E aggiungo, per esperienza vissuta, che a volte l'odio non è rivolto solo verso i laici, ma anche all'interno del mondo religioso stesso.

Gnomen 282: Pertanto, nel tempo di Meshulam bisogna comprendere l'errore dei sedicenti hassidim che sono crudeli nei loro cuori verso il prossimo e a loro si fa allusione nella denuncia del profeta.

Gnomen 283: E il Signore dice a Meshulam (ibid. 43, 8): "Fa' uscire il popolo cieco che ha occhi e i sordi che hanno orecchi". Costoro sono i religiosi, studiosi della Torà, che credono di vedere e sentire con le loro interpretazioni, ma in realtà non comprendono l'amore del nostro Dio per tutti i Suoi figli e le Sue creature in generale. Essi sono ottusi di mente ed è quasi impossibile dialogare con loro, perché non vedono e non sentono, e, quindi, come potrà Meshulam parlare con loro?

Gnomen 284: Sembra impossibile, perché in questo periodo storico non hanno orecchi per ascoltare, né li raggiungerà direttamente il nuovo messaggio della Gheulà Shlemà, se non in forma indiretta dalla Scuola di Ester in Terra d'Israele. Quando le novità arriveranno e saranno rivelate e pubblicate avranno l'effetto di una "bomba atomica". Credo che i non religiosi saranno i primi a capire la portata delle novità redenzionali.

Gnomen 285: Ignoro quando ciò avverrà ed è possibile che la diffusione uscirà dagli ebrei non religiosi e coinvolgerà anche le nazioni del mondo e solo in un secondo tempo i religiosi d'Israele e del mondo. Ci sono più ipotesi, ma solo il Santo Benedetto sa cosa ci riserva il futuro.

Gnomen 286: Tuttavia, potrebbe esserci un'allusione sul procedere degli eventi redenzionali nel verso (ibid. 43, 9): "Si adunino tutte assieme le nazioni, si riuniscano i popoli! Chi fra loro può annunciare queste cose e farci udire delle prime cose? Producano i loro testimoni e stabiliscano il loro diritto, affinché dopo averli uditi, si dica 'è vero!'". Verso pieno di spirito "meshulamico"!

Gnomen 287: Secondo il versetto, è possibile che, una volta diffuse le novità redenzionali nel mondo, le nazioni si riuniscano in un grande simposio internazionale e traccino importanti linee d'azione. È possibile che in tale raduno, che ha lo scopo di promuovere armonia e unità d'intenti, ci si rivolgerà anche al cuore degli ebrei esperti di Torà.

Gnomen 288: I rappresentanti delle nazioni si diranno che solo le parole di questo Nuovo Patto Completo permettono di comprendere chiaramente gli eventi del passato, e dopo aver letto e capito le spiegazioni del Sefer Mishnat Haim, diranno con sicurezza che sono pronti ad ascoltare le nuove testimonianze. E perché con sicurezza? Perché chiunque ascolta e considera le testimonianze scritte nel Libro di Mishnat Haim, sarà portato a raccontare la verità della propria testimonianza.

Gnomen 289: In molti passi dei Profeti che parlano o alludono alla Gheulà Shlemà, ci sono più fasi di comprensione: una che riguarda il popolo di Israele e l'altra le nazioni del mondo, e quindi ci sono fasi che dimostrano in modo definitivo l'unità del Santo Benedetto Egli sia, perché è provato dai Profeti che fino agli Ultimi Giorni persisterà il peccato di idolatria non solo tra le nazioni del mondo ma anche in seno al popolo ebraico.

Gnomen 290: E ci saranno tra gli ebrei coloro che rimarranno sorpresi perché convinti che già da 2500 anni gli ebrei nel loro insieme si erano allontanati dai culti idolatrici che li avevano macchiati durante il periodo del Primo Tempio. Tuttavia, le cose non stanno così (ba-avonot ha rabim), perché tuttora c'è idolatria nel popolo d'Israele, dato che molti ingenuamente credono nella santità dello Zohar, dei "mekubalim" di Tzfat e dei rabbini dei movimenti chassidici, il peggiore dei quali è il movimento Chabad. Costoro si occupano di cose che sono proibite dalla Torà, parlano di emanazioni e associazioni divine, di "altri dèi al Mio cospetto" e ignorano la gravità del peccato in cui sono caduti, alla stessa stregua dei Cristiani che professano una dottrina idolatra, senza rendersene conto.

Gnomen 291: Dato che la profezia riguarda sia il popolo di Israele che le nazioni del mondo, sorge la domanda: chi testimonierà l'Unità del Creatore? A questo proposito, non dimentichiamo che il popolo d'Israele, che nel suo insieme crede in un Unico Dio fin dall'antichità, solo in parte è caduto nell'errore degli Ultimi Giorni, a causa dell'influenza del Libro dello Zohar, mentre tutto il resto merita di essere testimone dell'Unità dell'Eterno.

Gnomen 292: Ecco perché è stato detto in generale del popolo d'Israele (ibid. 43, 10): "I Miei testimoni siete voi, dice il Signore, voi ed il Mio servo che ho scelto: cosicché voi lo saprete, Mi crederete e riconoscerete chi sono Io. Prima di Me, nessun Dio fu formato e dopo di Me non ne esisterà alcun altro". In generale, il popolo d'Israele è il servo che Dio ha scelto e che merita di essere testimone fedele della Sua unità. Qui il popolo ebraico viene paragonato a Meshulam che testimonia fedelmente l'unità del nostro Benedetto Creatore.

Gnomen 293: L'avvertimento è arrivato nel campo ebraico contro il sistema di Zeir Anpin dello Zohar e nel campo cristiano contro la Trinità. E perché ciò ha a che fare con il servizio di Meshulam? Perché come detto prima: "Fa' uscire il popolo cieco che ha occhi e i sordi che hanno orecchi". Non è nascosto agli occhi degli studiosi della Torà che il "profeta" (che secondo loro è il Messia) che verrà dovrà portare la vera fede nel mondo.

Gnomen 294: Ed è chiaro che perfino i Saggi della Torà non sanno come ciò avverrà e cosa egli porterà loro, dato che l'ebraismo è una religione di verità. Pertanto, la cosa principale è che egli mostrerà alla gente la via della verità e correggerà le distorsioni riguardanti l'Unità del Creatore.

Gnomen 295: Ma supponendo che il popolo d'Israele possa apportare le correzioni al suo interno e quindi influenzare le nazioni del mondo per ciò che riguarda la fede nell'Unità del Creatore, perché ci vuole Meshulam per fare questo lavoro? Il motivo è che ci sono grandi ostacoli davanti al popolo ebraico, che richiedono l'intervento di Meshulam. Dopotutto, nel campo ebraico deve arrivare un Meshulam (almeno con la sua opera scritta) per spiegare e rivelare il terribile errore del Libro dello Zohar (le basi del peccato sono state spiegate nel libro "Milchamot Ha Shem" del rabbino yemenita Yehie ben Shlomo El Kapah (Gerusalemme, 1931).

Gnomen 296: Tornando al verso 9 ci domandiamo: quali saranno le prime cose che ci faranno udire i testimoni? Presumibilmente, si tratterà di fatti redenzionali, rivelazioni e altri eventi della storia di Israele.

Gnomen 297: Ma molti dei Gentili hanno già ascoltato la testimonianza del popolo di Israele e non hanno cambiato la loro fede, per cui a cosa vanno riferite le prime cose? Le testimonianze sono quindi nuove cose ed il verso si riferisce al periodo in cui è all'opera il servo speciale di Dio, Meshulam, dopo l'elezione del Goel Finale.

Gnomen 298: L'innovazione delle testimonianze si apprende anche dalla frase: "cosicché voi lo saprete, Mi crederete e riconoscerete chi sono Io" al futuro e non al passato. Vale a dire: c'è una nuova testimonianza anche qui che riguarda i figli d'Israele.

Gnomen 299: Questa nuova testimonianza spiega tutti gli errori riguardanti l'Unità del Creatore, che il Suo nome sia lodato per sempre, per cui dalle nuove spiegazioni il popolo di Israele capirà i propri errori e più avanti anche le nazioni del mondo capiranno gli errori nella loro fede, poiché senza la nuova testimonianza non c'è unità nel popolo di Israele, premessa questa per poi parlare al cuore dei popoli. (Facciamo presente che il raggiungimento dell'unione non contraddice l'ipotesi che nel processo in atto nel popolo ebraico, che è luce per le nazioni nel diffondere le parole della Gheulà Shlemà, ci possa essere anche un'influenza esterna sul popolo di Israele nella fase iniziale del processo).

Gnomen 300: Pertanto, in questo passo c'è un'allusione alle nuove testimonianze redenzionali che porta Meshulam, che spiega alle nazioni del mondo i loro errori teologici nel contesto del Nuovo Patto Completo, che contiene le corrette e vere spiegazioni sulle prime profezie, come quella della missione dell'Ariete sacrificato al posto di Isacco. Con ciò le nazioni capiranno, si confesseranno e diranno la verità, perché conosceranno e comprenderanno per la prima volta gli eventi del passato tramite il Nuovo Patto.

Gnomen 301: Anche gli ebrei devono comprendere la missione dell'Ariete sacrificato in modo miracoloso, che divenne oggetto di fede per molte genti che caddero nell'idolatria. Una volta appresa la verità, i figli d'Israele rimarranno sbalorditi, ma non mi lapideranno se non mi capiranno, perché io completo la comprensione tramite i Segni dell'Asino. E non mi uccideranno; anzi, gioiranno dopo aver capito come Dio ha operato nella Storia; le parole di Meshulam libereranno i suoi ascoltatori dalla meschinità, dalla stupidità, dalla chiusura e strettezza mentale favorendo l'ampliamento degli orizzonti, l'istruzione, l'apertura mentale e la tolleranza.

Gnomen 302: Ed il Signore, Benedetto Egli sia, proclama per bocca del profeta (ibid. 11): "Io sono, Io sono il Signore e tranne Me non c'è altro Salvatore". Simile al verso (ibid. 44, 6): "Io sono il Primo e Io sono l'Ultimo e tranne Me non c'è altro Dio"; i due versi si collegano al Nome EHEYE ASHER EHEYE (Sarò Quel che Sarò); diciamo allora che il primo ANOCHI' (Io sono) corrisponde al primo EHEYE (Io sarò) nella Prima Redenzione, mentre il secondo ANOCHI' corrisponde al secondo EHEYE della Gheulà Shlemà; ma non facciamo confusione con la Redenzione di Purim, che è associata al nome ASHER in cui non appare un nome, così come Ha Shem non viene menzionato in tutto il Libro di Ester.

Gnomen 303: E non facciamo confusione anche su quella missione messianica mancante dell'Ariete sacrificato e sul grande errore che ne derivò, che tale missione fosse collegata al nome ASHER. L'allusione presente nei due versi succitati completa la comprensione sia per i cristiani che per gli ebrei, perché ai cristiani viene detto: "Tranne Me non c'è altro Dio", mentre agli ebrei viene detto: "Tranne Me non c'è altro Salvatore". Infatti il pensare e credere diversamente da "tranne Me non c'è altro Dio" porta all'idolatria. E "tranne Me non c'è altro Salvatore": e anche se una salvezza parziale e incompleta uscì dalla missione di Gesù per le nazioni del mondo, alla fine, la comprensione di quella missione porterà ad una salvezza generale sia per il gregge disperso delle dieci tribù che per le nazioni del mondo, e "sappiate che non c'è Salvatore all'infuori di Me e io stesso nella Mia gelosia ho agito in questo modo".

Gnomen 304: (Ibid. 43, 12) "Io ho annunciato, ho salvato, ho predetto e non è stato un dio straniero che fosse tra di voi; e voi me ne siete testimoni, dice l'Eterno, Io sono il Signore". Io dissi ad Abramo che avrei redento i suoi figli da una terra che non era loro, e sull'Esodo dall'Egitto dissi: "E lo racconterai a tuo figlio in quel giorno dicendo...". E vi ho salvato nella redenzione di Purim, poiché salvezza e redenzione sono per tutti gli ebrei, e vi annuncerò nella Redenzione Finale i Segni che completano le Mie promesse. E non c'è alcun dio straniero tra di voi, poiché voi siete i testimoni nelle tre redenzioni, e Io sono l'unico e solo Dio in tutte e tre.

Gnomen 305: Ed anche in quella tragica missione di Gesù vi ho salvato, e nella mia redenzione non c'è un altro dio, e voi siete testimoni che Io sono l'unico Dio e non ce ne sono altri tranne Me, così come è scritto (ibid. 13): "Io sono Dio da che fu il giorno, e nessuno può liberare dalla Mia mano ed Io opererò e chi potrà impedire l'opera Mia?". E se vi domandate quali sono le Mie vie e dubitate con il dire che siete stati salvati (come dicono i cristiani) dall'opera salvifica di un dio incarnatosi in un uomo, ecco che qui vi risponderò e così capirete.

Gnomen 306: (Ibid. 14): "Così parla il Signore, il vostro Redentore, il Dio Santo d'Israele: Per amore vostro vi ho mandati a Babilonia, e vi ho fatti scendere incatenati e i Caldei nella gioia hanno fatto commercio di voi con le loro navi". Io sono il Signore, il vostro Redentore, il Dio Santo d'Israele. Cercate di capire come ho agito e come ho portato la mia Shechinà dal Tempio di Gerusalemme a Babilonia per essere con voi nell'esilio (in modo nascosto), per stare con voi anche nelle vostre trasgressioni e per salvarvi dall'ignominia delle catene babilonesi e dai commerci illeciti dei Caldei.

Gnomen 307: Questa è la Mia risposta alla vostra domanda, perché a Babilonia eravate in esilio a causa delle vostre trasgressioni e, per mantenere le Mie promesse, la Mia Shechinà dovette accompagnarvi nella vostra situazione che peggiorò sempre più. E ciò si ripetè anche con la distruzione del Secondo Tempio, quando, a causa dei peccati di quella generazione, dovetti adattare la Mia Shechinà alla situazione del tempo per potervi redimere alla fine.

Gnomen 308: Quindi se voi dite che ho agito in modo disonesto, allora vi rispondo che a causa della vostra disonestà ho agito per salvarvi da essa e redimervi nell'onestà e nel cuore retto. Perché (Deut. 14, 1) "voi siete i figli del Signore vostro Dio" ed (Isaia 43, 15) "Io sono Il Signore, il vostro Santo; il Creatore d'Israele, il vostro Re". Io sono Colui che viene chiamato il Dio d'Israele, sono Io il vostro Re e sono Colui che crea l'Israele che desidero.

Gnomen 309: Per creare di nuovo Israele (ibid. 16) "Così ha parlato l'Eterno, che aprì una strada nel mare e un sentiero fra le acque potenti". Ecco, il popolo di Israele naviga su più acque, il mare del Talmud e dell'Halachà. Nel mio ruolo di servo Meshulam porto al mondo la Nuova Legge e il Nuovo Rito di cui hanno bisogno.

Gnomen 310: Ecco che il tempo di Meshulam, l'epoca messianica, corrisponde alla Quarta Generazione, per cui dopo aver accennato alla Nuova Legge e al Nuovo Minhag, la profezia dà dei segni sulla Quarta Generazione (ibid. 17): "che fa uscire carri e cavalli, un esercito di prodi guerrieri; e tutti quanti saranno atterrati e mai più si rialzeranno; saranno estinti e spenti come un lucignolo": allusione al Giorno grande e terribile del Signore. Il carro, il cavallo, l'esercito e il guerriero prode alludono agli armamenti di distruzione della Quarta Generazione. Il carro (rechev) sono gli aeroplani; il cavallo sono i carri armati; l'esercito sono i soldati; il guerriero prode (azuz) sono le armi sofisticate. Nel Giorno grande e terribile del Signore, si manifesteranno.

Gnomen 311: "Tutti quanti saranno atterrati e mai più si rialzeranno; saranno estinti e spenti come un lucignolo" allude a ciò che accadrà, che contrasta con l'intenzione del servo Meshulam, di cui era stato detto (ibid. 42, 3): "non spezzerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante, insegnerà la giustizia secondo verità". Il verso 3 del capitolo 42 fa riferimento alla Nuova Legge e alla sua misericordia verso i poveri, gli ammalati, i deboli e gli oppressi. Si tratta della Nuova Legge e del Giudizio che conduce alla sua "Torà" (ibid. 4), che rappresentano le istruzioni che provengono dall'autorità del Goel Finale, Haim, che raggiungeranno "le isole che aspettano fiduciose".

Gnomen 312: Tuttavia, nei giorni del giudizio della Quarta Generazione, scenderanno dal cielo decreti impietosi contro il male ed i malfattori: "saranno atterrati e mai più si rialzeranno; saranno estinti e spenti come un lucignolo". In altre parole, le novità redenzionali ed i segni completi del Nuovo Patto, che sono nel contesto della Gheulà Shlemà non potranno cambiare il popolo di Israele e il mondo intero se non in seguito ai Giorni del Giudizio nel grande e terribile Giorno del Signore.

Gnomen 313: I terribili eventi ed i grandi ed inaspettati cambiamenti nella Quarta Generazione avranno l'effetto di modificare il modo di pensare ed agire dell'umanità, sia nel bene che nel male, sia per la vita che per la morte. Questa duplicità caratterizzerà i 65 anni della Quarta Generazione. Durante questo periodo avverranno eventi gravi e terribili che coinvolgeranno il mondo intero.

Gnomen 314: E molti moriranno, e il volto dei paesi cambierà, e i governi si avvicenderanno, e molti protesteranno perché saranno sottomessi a regimi dittatoriali, e regneranno la confusione ed il caos a livello internazionale e la natura si ribellerà contro coloro che l'hanno stravolta. E l'uomo non saprà dove sono le sue mani ed i suoi piedi, dove va e da dove viene. Anche chi crede ed è integro nelle proprie azioni e intenzioni sperimenterà di persona le difficoltà della Quarta Generazione, e le incognite del futuro spaventeranno tutti.

Gnomen 315: Ed il popolo d'Israele capirà allora il verso (ibid. 42, 18): "Non ricordate più le cose passate e non considerate più le cose antiche". Per prima cosa, domandiamoci come mai viene detta questa frase al popolo di Israele. Non è infatti scritto (Deut. 32, 7): "Ricordati dei giorni antichi, considera gli anni delle passate generazioni"? Il motivo è che durante il periodo della Quarta Generazione il tempo sarà diverso a causa degli eventi che lo caratterizzeranno, soprattutto a causa del caos e della distruzione che investiranno molte parti del mondo.

Gnomen 316: La situazione sarà così difficile che allora si dirà con una sola voce: che senso hanno le cose passate e le cose antiche? a che serve considerarle adesso? Perché siamo ora di fronte ad un mondo del tutto nuovo, una sorta di nuova creazione che ignoravamo. La risposta è nella profezia (ibid. 43, 19): "Ecco, Io sto per fare una cosa nuova; essa sta per germogliare, non la riconoscerete voi? Ecco, Io sto per aprire una strada nel deserto e farò scorrere dei fiumi in terre aride". Come saprete che si tratta di un cosa nuova? E come la riconoscerete? Io vi darò dei segni che saranno compresi a loro tempo, dopo di ché (ibid. 20): "Le bestie dei campi, gli sciacalli e gli struzzi mi glorificheranno perché avrò dato dell'acqua al deserto, dei fiumi in terre aride per abbeverare il Mio popolo, il Mio eletto".

Gnomen 317: Il punto sollevato in questo verso va riferito all'arca di Noè e ai giorni del diluvio, ossia: che di tutto il mondo di allora, solo Noè e quelli con lui nell'arca furono salvati, e lo stesso è vero qui. Farò notare che all'inizio dei giorni dei Segni (fine anno 5742-1982 e inizio 5743-1983) vidi in una terribile visione che un diluvio scendeva sul mondo, e solo chi era nell'arca con il Goel Finale Haim veniva salvato. Questa visione non va presa alla lettera perché le Novità Redenzionali saranno recepite nel mondo se non dopo la fine della Quarta Generazione e parte dell'umanità sarà salvata. Pertanto, a me sembra che soltanto i meritevoli saranno salvati.

Gnomen 318: Noi siamo qui, e l'erba del campo deve ancora germogliare, anche se da 12 anni le radici sono state piantate ma noi non facciamo sentire la nostra voce fuori se non attraverso i nostri scritti e la nostra scuola nascosta. E anche se non conosciamo i comandamenti che verranno in futuro e in che modo le Novità Redenzionali saranno rivelate, siamo fiduciosi che a suo tempo l'erba crescerà. Quando verrà il momento si realizzerà la profezia e il Signore aprirà la strada nel deserto e farà scorrere fiumi in terre aride.

Gnomen 319: Ci sono midrashim che parlano di visioni della Fine dei Giorni e del tempo in cui verrà il figlio di Davide, o dei giorni messianici prima della sua venuta, e alcuni credono che il volto della generazione sarà simile al muso di un cane sfrontato, privo di morale e di Torà, e che durante i giorni messianici saranno in molti a non osservare la Torà perché sfiduciati e quelli che la osserveranno non lo faranno "le shem Shamaim", per cui la gran parte del popolo sarà nell'errore.

Gnomen 320: Quindi è come se tutte le porte fossero chiuse e sola una, rimasta aperta, dicesse: "solo tramite me chi vorrà, potrà entrare". E non si farà allora differenza tra Giacobbe ed Esaù, poiché il livello esteriore di Giacobbe sarà pari a quello di Esaù e Giacobbe sarà vestito con gli abiti di Esaù allorché ricevette la benedizione di Isacco. E chi sarà, allora, il Mio popolo eletto, che abbevererò e a cui darò l'acqua nel deserto?

Gnomen 321: Ed è scritto nel libro di Geremia (31, 33): "Ma questo è il patto che stabilirò con loro, dopo quei giorni, dice il Signore, Io metterò la Mia legge nel loro intimo, la scriverò sul loro cuore, ed Io sarò loro Dio ed essi saranno il Mio popolo". Pertanto, in quei giorni, ci sarà un Nuovo Patto per la Casa d'Israele, e coloro che accetteranno quel patto saranno chiamati "il Mio popolo". Ma non è forse già la Casa d'Israele il Suo popolo e Dio il suo Dio? Tuttavia, prima dell'accettazione del Patto Nuovo, la situazione è come se Israele non riconoscesse il suo Dio e le sue azioni non fossero meritevoli come Ha Shem vorrebbe.

Gnomen 322: Questi sono i giorni in cui il Segno di Meshulam, il servo cieco e sordo di Ha Shem, è simile al popolo di Israele. I segni che scendono su di lui non gli vengono mandati per i suoi meriti, ma per sua fortuna, per i meriti del Goel Finale, Haim. Anche il potere di Meshulam non è suo, ma dei Segni Completi della Gheulà Shlemà, per merito del Goel Haim. E non dimentichiamo che tutti gli inizi sono difficili, e nei primi anni del Segno pochissimi sanno dell'esistenza del Patto Nuovo e della scelta del Goel Haim.

Gnomen 323: Tuttavia, quando arriverà il momento, tutti sapranno, riconosceranno, comprenderanno e saranno testimoni della verità di tali novità e per questo motivo è necessario che Meshulam sia come la gente. Perciò, fin dall'inizio della ricezione dei nuovi Segni e delle novità nel contesto del Patto Nuovo, i pochi fanno parte di una nuova famiglia amata, per merito del Goel, per cui Ha Shem è vicino a loro.

Gnomen 324: E questo è "Questo popolo che ho creato per me, racconterà le mie lodi" (Isaia, 43, 21). È chiaro che qui l'intenzione è di includere l'intera nazione di Israele, ma inizialmente si tratta di pochi che sono a conoscenza delle grandi novità che sono venute grazie al Goel Finale Haim e le raccontano anche alle nazioni del mondo.

Gnomen 325: E poiché stiamo parlando di un'intera generazione, ecco che tra il servo Meshulam e la nazione di Giacobbe nel suo insieme, e in particolare la componente religiosa ed ortodossa, esistono delle grandi differenze di opinione fino a quando i figli di Giacobbe non avranno riconosciuto le verità delle novità redenzionali. Essi non capiscono ancora che gli eventi della Storia li costringeranno a prendere in considerazione tali novità. Molte ragioni storiche, sia positive che negative, sono legate al loro timore di un qualsiasi cambiamento in fatto di Halachà, e in effetti si rifiuteranno di accettare ciò che non faccia parte delle acque del Talmud o non segua il sentiero lastricato dell'Halachà, perché, altrimenti, si confonderebbero.

Gnomen 326: Ma alla fine capiranno che "non ricordate più le cose passate e non considerate più le cose antiche". E solo allora si realizzerà la profezia: "Ecco, Io sto per fare una cosa nuova; essa sta per germogliare". (E l'allusione è alla missione di Tzemach e pensiamo che ciò si riferisca alla missione di Zerach nei segni fatti negli Stati Uniti, luogo di fondazione della Scuola di Yellow Rose). A Dio piacendo, ci sarà un grande clamore sulle novità redenzionali, sia in campo ebraico che cristiano, ma fino ad allora passeranno diversi anni fino a quando le persone, specialmente gli ebrei religiosi, potranno accettare le novità. Chi ha familiarità con la Tradizione non capisce il valore del lavoro di Meshulam.

Gnomen 327: E questo non solo perché non abbiamo un "muktze" durante lo Shabat o Yom Tov, ma a causa dei cambiamenti radicali nella Tradizione, come ad esempio l'esenzione dai tefillin nel Beit Ha Gheulà.

Gnomen 328: E sarà anche difficile per l'ebraismo tradizionale accettare il fatto che il Terzo Tempio non sarà costruito secondo i canoni biblici e che in esso non saranno offerti sacrifici esattamente come avvenne nel Primo e nel Secondo Tempio (nota: Nei segni-sogni ricevuti in seguito, ci è stato indicato che nel Terzo Tempio esisterà un luogo separato, destinato ai sacrifici. Ci sarà anche un comitato di esperti che deciderà chi potrà offrire un sacrificio, e in un sogno c'erano i saggi di quel comitato che cacciavano gli "ellenisti", poiché la loro intenzione di sacrificare non era pura e "le shem Shamaim").

Gnomen 329: In realtà, tutte le chiavi che abbiamo ricevuto riguardano la Casa della Gheulà Shlemà, che è la Casa di Ha Shem, che sarà amata da tutti i popoli e sarà chiamata Casa di Preghiera; sarà questa il Terzo Tempio che non sarà più distrutto e avrà Sette Piani, 13 Altari di Preghiera e il Tappeto dell'Islam. La preghiera sarà officiata secondo il Nuovo Rito.

Gnomen 330: Poiché la morale (mussar) di Ha Shem viene per il beneficio del nuovo tempo, nel cui contesto tutto è conosciuto e previsto dal Santo Benedetto Egli sia. Come è noto, le profezie dei profeti non vennero per negare i sacrifici, ma per fornire una morale contro i comandamenti delle persone dotte e contro coloro che fanno del marginale l'essenziale e dell'essenziale il marginale. E ricordiamo che le profezie del Primo Tempio criticavano le mancanze del popolo d'Israele nel suo atteggiamento verso il servizio dei sacrifici; ma nulla sostanzialmente cambiò anche col Secondo Bet Ha Mikdash dove si continuò a sacrificare per altri cinquecento anni.

Gnomen 331: Tuttavia, alla fine, i sacrifici dei figli d'Israele, a causa dei loro peccati, non furono più graditi con la distruzione del Secondo Tempio. L'atteggiamento e il modo di pensare erano sbagliati: non è sufficiente sacrificare un animale per espiare le proprie colpe se poi si persiste nel peccato.

Gnomen 332: L'intento espiatorio nei due periodi storici in cui esisteva il Bet ha Mikdash, non fu più gradito dall'Alto, ma non già per i sacrifici in sé, che hanno una loro intrinseca santità, quanto per le azioni inique delle persone che col persistere nel peccato venivano a perdere i loro meriti.

Gnomen 333: Invece di fare cosa gradita a Dio con la mitzvà del rito espiatorio, i figli d'Israele fecero arrabbiare il Cielo con le loro azioni inique, non "le shem Shamaim", non con il pentimento, non con le correzioni, per cui i sacrifici erano diventati un culto fine a se stesso, privo di valore.

Gnomen 334: (Ibid 43, 22-24): "E tu non Mi hai invocato, o Giacobbe; anzi, ti sei stancato di Me, o Israele! Tu non Mi hai portato l'agnello dei tuoi olocausti e non Mi hai onorato con i tuoi sacrifici; Io non ti ho tormentato per chiederti offerte, né ti ho stancato con il chiederti incenso. Tu non Mi hai comprato con denaro della canna odorosa né Mi hai saziato con il grasso dei tuoi sacrifici; ma Mi hai infastidito con i tuoi peccati e Mi hai stancato con le tue iniquità". E nonostante i peccati del popolo il verso successivo indica il perdono di Ha Shem (verso 25): "Io sono Colui che per amore di Me stesso cancello le tue trasgressioni e non ricorderò più i tuoi peccati".

Gnomen 335: In altre parole: Sono Io, Ha Shem, che cancella e perdona e non il servizio dei sacrifici in sé. E il verso seguente recita (26): "Ricordati di Me, discutiamo insieme; parla tu stesso per giustificarti". Questo verso mostra la purezza dell'intenzione, che avrebbe dovuto sussistere nel servizio sacrificale, che invece mancò. Ossia: il servizio di Dio doveva essere compiuto attraverso l'intenzione semplice e pura degli offerenti.

Gnomen 336: Io soltanto sono il Signore, dice Ha Shem. Rivolgetevi a Me direttamente nella preghiera e aprite i vostri cuori. Rivolgetevi a Me solo secondo i pensieri e le parole che capite, secondo le vostre intenzioni e i motivi delle vostre giustificazioni, e fatelo con un cuore semplice e vero. Solo così vi ascolterò, vi giustificherò, purificherò i vostri cuori e accetterò i vostri pensieri.

Gnomen 337: Non solo nel servizio dei sacrifici i figli d'Israele fallirono nel corso delle generazioni, ma anche nel comprendere l'intento della Torà in generale. Questo perché erano eccessivamente meticolosi negli studi, come se lo studio stesso bastasse a coprire il resto, per cui non capivano che lo studio fine a se stesso senza le giuste intenzioni di amare il prossimo con il cuore, senza il derech eretz, la misericordia, la tolleranza, ecc. diventa privo di valore. Del resto, che valore ha "le-shem Shamaim" o "le-shem Torà" se lo studio non comporta anche la correzione delle proprie azioni e la purezza delle intenzioni del cuore? Sono scrupolosi nella lettura del Libro di Eichà e sottovalutano la lettura dello Shemà...

Gnomen 338: Fu questa attitudine deficitaria a causare la distruzione del Tempio e l'esilio. Mancanza di empatia, odio gratuito, indifferenza verso l'orfano, la vedova, il bisognoso. Se i leader del popolo e le guide spirituali avessero pensato più al bene del popolo e meno alla precisione dei riti sacrificali, le cose sarebbero andate meglio. Così era in Israele, purtroppo per tutti noi. Una frase semplice come: "Ricordati di Me, discutiamo insieme" non fu capita, mentre i dettagli spesso complicati del rito venivano capiti con sorprendente pignoleria. I figli d'Israele non capirono la semplice intenzione: "Dio creò l'uomo rettamente, ma essi fecero tante elucubrazioni" (Ecclesiaste 7, 29).

Gnomen 339: Il Santo Benedetto Egli sia conosce a fondo le intenzioni e le motivazioni dell'uomo e sa che la sua inclinazione al male fa sì che egli non prenda in considerazione la Sua volontà. Tuttavia, nella Storia, "Norà alilà al bnei adam" (Dio tesse trame incredibili per gli esseri umani), poiché il Santo Benedetto conosce già quale sarà il risultato finale e tutto ciò che si svolge è destinato a portare a compimento un disegno futuro. Per questo, il Profeta riassume gli eventi che sfociarono nell'esilio (ibid. 27-28): "Il tuo primo padre peccò e i tuoi ministri si ribellarono a Me; per questo ho trattato come empi i capi del Santuario, ho votato Giacobbe all'anatema e ho abbandonato Israele agli insulti".

Gnomen 340: Il capitolo 43 si chiude con l'esilio e il capitolo 44 si apre con la speranza e il ritorno alla profezia del servo Meshulam, che è un segno generale per Israele e Giacobbe, essendo egli il servo cieco e sordo di Dio fino a quando raggiunge il suo fine. (Isaia 44, 1-5): "Ed ora ascolta, o Giacobbe, Mio servo, o Israele, che Io ho scelto. Così parla il Signore che ti ha fatto, che ti ha formato fin dal seno materno, Colui che ti soccorre. Non temere, o Giacobbe, Mio servo, o Yeshurun, che Io ho scelto. Poiché Io spanderò delle acque sul suolo assetato e dei ruscelli sulla terra arida; diffonderò il Mio spirito sulla tua stirpe e la Mia benedezione sui tuoi discendenti; ed essi germoglieranno come in mezzo all'erba, come salici in riva a corsi d'acqua; l'uno dirà: "Io appartengo al Signore" e l'altro si chiamerà nel nome di Giacobbe e un altro scriverà sulla sua mano che appartiene al Signore e si onorerà di portare il nome di Israele".

Gnomen 341: Mi sono sempre domandato quale fosse il significato di quest'ultimo verso. Forse allude al fatto che ci sono tre categorie di persone; ma quali? La terza categoria si riferisce probabilmente ai non ebrei, ma allora perché la seconda dovrebbe essere chiamata nel nome di Giacobbe? Almeno avrebbe potuto dire nel nome del Dio di Giacobbe. Eppoi, perché la terza categoria dovrebbe scrivere sulla sua mano che appartiene al Signore mentre la prima dice di appartenere al Signore soltanto?

Gnomen 342: Secondo la mia opinione "meshulamita", si fa qui riferimento agli altari della Casa di Preghiera della Redenzione Finale. C'è qui la bellezza del compimento delle profezie riguardanti la Quarta Generazione. Tramite i Segni Redenzionali, arriviamo a comprendere gli scopi finali, che riguardano, per così dire, le intenzioni recondite di Dio.

Gnomen 343: Le tre categorie corrispondono ai tre altari della Casa della Redenzione: l'Altare di Giuda, l'Altare di Efraim e l'Altare di Malchitzedek. L'Altare di Giuda è destinato a coloro che sono nati ebrei (o si sono convertiti all'ebraismo) e quindi sono già di Dio. Tuttavia, con l'avvento del Nuovo Patto Finale e le Novità Redenzionali, anche l'ebreo deve dire di credere che queste sono le novità della Gheulà Shlemà e provengono da Dio, per cui anch'io appartengo ad Ha Shem.

Gnomen 344: E l'Altare di Efraim è destinato al gregge disperso della Casa d'Israele, ossia le Dieci Tribù che ritornano nell'ovile dell'ebraismo. Si tratta della anime dei figli d'Israele disperse tra le nazioni del mondo che sono state raccolte tramite la benedetta Provvidenza, per cui con l'avvento della Gheulà Shelemà e la spiegazione della missione dell'Ariete sacrificato, tornano alle radici della loro fede dal Sinai.

Gnomen 345: Questi sono i nuovi ebrei, e la gioia principale per il loro ritorno tramite l'Altare di Efraim è proprio il fatto che sono figli e figlie di Giacobbe nostro padre ed hanno le loro radici nella fede ebraica. Perciò è detto: "e l'altro si chiamerà nel nome di Giacobbe", poiché quelle pecore disperse testimonieranno di avere le radici nelle dieci Tribù dei figli di Giacobbe e di ciò saranno onorati. Vale anche la pena notare che le dieci Tribù prendono il nome da Giacobbe, ossia il popolo di Giuda (e Beniamino) prende il nome da Yehuda ben Ya'acov, mentre le dieci Tribù prendono il nome da Israele, che è Giacobbe.

Gnomen 346: L'Altare di Malchitzedek è l'altare delle Nazioni, e nel suo contesto ha luogo anche il Patto Universale nella sua vera forma, per cui accoglie le nazioni del mondo e i figli di Esaù che abbandoneranno la falsa fede idolatra e accetteranno l'Unità di Dio con chiarezza mentale e fede assoluta. A loro, però, non basta dire "io appartengo a Dio", perché manca loro la radice nella purezza della fede. Perciò devono aderire al Nuovo Patto sull'altare di Malchitzedek.

Gnomen 347: Essi sono pertanto costretti a firmare sulla loro mano che appartengono a Dio con un giuramento sul Nuovo Patto della Gheulà Shlemà, perché così testimoniano la loro fede in un solo Dio, ovvero il Dio di Giacobbe, e di conseguenza il merito di essere chiamati con il nome di Israele deriva dalla loro fede nel solo El Shaddai. In questo modo, per merito del Goel Finale Haim, Meshulam completa l'interpretazione di questo passo a beneficio della Gheulà Shlemà.

Gnomen 348: (ibid. 6) "Così parla il Signore, re d'Israele e Suo redentore, Adonai Tzevaot: Io sono il Primo e Io sono l'Ultimo, e all'infuori di Me non esiste altro Dio": spieghiamo qui che "all'infuori di Me non esiste altro Dio" allude alla seconda redenzione, quella di Purim, e inoltre, viene per rimuovere l'errore del Cristianesimo. La seconda redenzione avvenne per merito di nostro padre Isacco, perché in Isacco il Santo Benedetto Egli sia si occultò in un modo quasi miracoloso, quando comandò ad Abramo di fare qualcosa che in verità non voleva che facesse, e non ci fu occultamento di Dio più grande di quello. Allo stesso modo, l'esilio di Israele fu un occultamento decretato per far sì che il popolo di Israele si disperdesse tra le nazioni del mondo per una futura santificazione universale.

Gnomen 349: (ibid. 7) "Chi come Me chiamerà e parlerò con questo popolo che Mi fu caro da quando dal Mio cielo lo portai nel mondo? Ed annuncino i segni e ciò che avverrà". Questo verso allude alle tre redenzioni. "Chi come me chiamerà e parlerò": questa è la prima redenzione in cui Dio chiamò Mosè e tutti i figli d'Israele e parlò direttamente con loro sul Sinai e con Mosè nella tenda della radunanza. "Con questo popolo che Mi fu caro da quando dal Mio cielo lo portai nel mondo" allude all'esilio in cui il Santo Benedetto, sia lodato il Suo nome in eterno, si occultò, per così dire, negli astri affinché Israele diventasse una nazione eterna e si diffondesse tra le nazioni del mondo. "Ed annuncino i segni e ciò che avverrà": allude ai Segni Redenzionali della Gheulà Shlemà, in cui tutto avverrà attraverso segni; è questo lo sviluppo dei Segni Redenzionali e di tutti gli eventi dall'inizio della ricezione dei Segni fino alla fondazione della Casa della Redenzione.

Gnomen 350: (ibid. 8) "Non abbiate paura e non temete. Non te l'ho Io annunciato e dichiarato da tempo? Voi Me ne siete testimoni; c'è forse un Dio all'infuori di Me? Non c'è altra Rocca, Io non ne conosco alcuna". Non è del tutto chiaro, apparentemente, il nesso tra il "non abbiate paura" e il "non te l'ho Io annunciato"; anzi, dovrebbe essere il contrario: appunto perché ve l'avevo annunciato e dichiarato da tempo, ora dovreste avere molta paura, perché l'idolatria persiste tuttora tra di voi. Tuttavia, questo sembra un monito per coloro che, poveretti, sono caduti nel peccato dello Zohar, alla stessa stregua dei cristiani che ingenuamente credono nella Trinità; va riferito a coloro che peccano nell'ingenuità del proprio cuore e temono di uscire dalla loro fede.

Gnomen 351: "Non abbiate paura e non temete" e capirete che non sarete puniti quando abbandonerete per sempre una fede o un sistema di pensiero che contrasta la verità dell'Unità del Creatore. Dopotutto, il timore per un'idea falsa è mancante, per cui "temete – tareu" è scritto senza la alef: si tratta di un timore fasullo poiché la ALEF rappresenta la vera fede e il vero timore di Dio.

Gnomen 352: (ibid. 9) "I costruttori di statue sono tutti confusi e i loro idoli non giovano a nulla; i loro testimoni non vedono, non capiscono nulla, per cui saranno ricoperti di vergogna". La parola "loro" (hema) è scritta con quattro puntini in alto, allusione al fatto che quando si arriva alla quarta generazione idolatra, come sta scritto in Esodo (20, 4): "e alla quarta generazione per coloro che Mi odiano", i testimoni dell'idolatria saranno oramai "hema", come le loro statue che non vedono e non capiscono nulla e sono incapaci di ragionare, come sta scritto nei Salmi (115, 8): "Saranno simili agli idoli che hanno costruito".

Gnomen 353: (ibid. 10-11): "Chi è che fabbrica un dio e fonde un idolo perché non gli serva a nulla? Essi e i loro seguaci saranno svergognati e gli artefici stessi non sono che uomini! Che si radunino tutti insieme, che si presentino... saranno spaventati e svergognati tutti insieme". Allusione questa a ciò che hanno fatto e continuano a fare gli idolatri Chabad, che sono sotto lo Herem mi-Deoraita a causa del loro Rebbe, falso Messia; essi lo glorificano come un dio, bar minan. I seguaci Chabad diffondono la sua foto foto in Israele ed in ogni parte del mondo. "Essi ed i loro seguaci saranno svergognati", perché sono diventati un grande movimento nel mondo e i loro "artefici" (harashim, che si può leggere anche hershim, sordi) non sentono i sentimenti delle persone che li circondano. Recentemente, folle di seguaci Chabad si sono radunate in Israele in un'imponente manifestazione di propaganda e hanno proclamato che il loro "Messia", Menachem Mendel Schneerson, ormai paralizzato e prossimo alla morte, si sarebbe rivelato come il Re Messia. A questo raduno erano collegati via radio tutti i centri Chabad sparsi nel mondo, che attendevano con trepidazione che il morituro si sarebbe rivelato quella stessa notte: "che si radunino tutti insieme, che si presentino", avverrà che "saranno spaventati e svergognati tutti insieme".

Gnomen 354: (ibid. 12-13): "Il fabbro lima il ferro, lo mette nel fuoco, dà forma all'idolo a colpi di martello e lo lavora con braccio vigoroso; soffre perfino la fame e la forza gli viene meno; non beve acqua e si stanca. E chi scolpisce il legno stabilisce le linee, disegna l'idolo con lo stilo, lo lavora con lo scalpello, lo misura con il compasso e ne fa una figura umana, una splendida forma d'uomo, da poter onorare in casa". I versi alludono al peccato del Libro dello Zohar.

Gnomen 355: "Il fabbro lima il ferro": i kabalisti hanno trasformato i diamanti dell'intera Torà in ferro, materializzando Ha Shem con tutte le loro interpretazioni. C'è un'allusione in questo nell'opera di Moshe de Leon (sia cancellato il suo nome e la sua memoria!), quando diede vita allo Zohar, estraendo dal carbone un inchiostro speciale, e si stancò molto lavorando con estremo vigore sul suo libro, tanto da soffrire la fame e la sete. E tutto ciò per indurre i fedeli facoltosi a credere che la sua opera fosse stata scritta da Rabbi Shimon bar Yochai (Dio ci perdoni!), per ricavarne così grosse somme di denaro.

Gnomen 356: "Chi scolpisce il legno" cone a dire che il suo libro ha le radici dall'Albero della Vita (Dio non voglia!). "Stabilisce le linee (natà kav)": allude alle dieci Sefirot emanate dalla linea di Yosher (secondo la quale le Sefirot emanate sono disposte lungo una linea interna) tra le dieci Sefirot Desovev (ciò che esiste attorno alle Sefirot, che non è disposto in linea retta). Fu Rav Haim Vital che nel suo libro "Etz Haim" elaborò questo sistema, per cui "lo disegna con lo stilo e lo lavora con lo scalpello" (come fecero i "mekubalim" che spiegarono e descrissero in dettaglio questo sistema) e "lo misura con il compasso" (un'allusione alle descrizioni delle Sefirot secondo Haim Vital nel nome di Rav Yitzchak Luria). "E ne fa una figura umana": poiché spiegarono che le dieci Sefirot emanatesi dal mondo di Atzilut hanno una forma umana (Dio non voglia!) con 248 membra emanate di forma umana.

Gnomen 357: "Una splendida (tiferet) forma d'uomo" infatti dicono che le Sefirot di Tiferet di Atzilut sono il Cuore di tutti i Cuori (Libà d'kol Libin) che è la cosa fondamentale dello Zeir Anpin (Dio ci salvi da tali farneticazioni!), che rappresenta l'emanazione ultima di Dio nella forma di un uomo cosmico, al quale vanno rivolte tutte le nostre preghiere e il nostro servizio (Dio ci salvi!).

Gnomen 358: (ibid. 14): "Ha tagliato dei cedri per lui – ha preso dell'elce e della quercia, e lo ha rafforzato con gli alberi del bosco; ha piantato un pino che la pioggia farà crescere": Il passo è ricco di allusioni all'opera di Haim Vital, perché si parla di cedri (araszim che racchiude la parola rasz, segreto), di elce (anche tirsza ha in sé la parola rasz), e di quercia (alon, che nel sistema kabalistico è l'albero che viene menzionato nel "ma'arechet elohut", sistema della divinità). "E lo ha rafforzato con gli alberi del bosco": allude al fatto che quando Rav Vital lasciò la Calabria, diventando discepolo di Rav Yitzhak Luria, disse che la forza e il coraggio di tutti i suoi libri derivavano da quanto aveva ricevuto dal suo maestro. "Ha piantato un pino": allude allo splendore della luce (ziv or - presente nella parola oren (pino)) termine abusato dai kabalisti. "che la pioggia (gheshem) farà crescere": allude alla materializzazione (hagheshamà) del Creatore nel sistema kabalistico.

Gnomen 359: (ibid. 15) "E la legna serve all'uomo per fare del fuoco, che lo usa per riscaldarsi, e accende il forno per cuocere il pane; e ne fa pure un dio, ne scolpisce l'immagine davanti alla quale si prostra": lo possiamo riferire a Shneur Zalman di Ladi, che era un uomo con uno spirito ardente tra i seguaci del Meghid di Mezerish, che aveva appreso i sistemi di tutti i "mekubalim" prima di lui e aveva fondato un movimento "fervente" in Russia. "E accende il forno" perché dagli insegnamenti del suo maestro aveva dato vita ad un nuovo sistema; "per cuocere il pane": che è il libro che scrisse, il Tanya; "e ne fa pure un dio": allusione al movimento Chabad che fin dagli inizi peccò di idolatria verso il proprio Rebbe; "e ne scolpisce l'immagine davanti alla quale si prostra": questi sono i loro pensieri idolatri che si concretizzano.

Gnomen 360: (ibid. 16): "Ne brucia la metà nel fuoco e con l'altra metà prepara la carne, ne cuoce l'arrosto e si sazia; ed anche si riscalda, dicendo:" Come mi riscalda nel vedere questa luce". Tutto il verso allude al movimento Chabad. "Ne brucia la metà nel fuoco" allude al Mittler Rebbe (il secondo rabbino della dinastia); "e con l'altra metà prepara la carne": allude a Tzemah Tzedek (il terzo rabbino della dinastia). "ne cuoce": è la quarta generazione; "l'arrosto": è la quinta generazione; "e si sazia" è la sesta generazione che si stabilì in America, luogo di abbondanza; "ed anche si riscalda": allude al rinnovamento del movimento nella sua settima generazione, quella che ha creato il vitello. "Dicendo: come mi riscalda (ndt: hamoti, significa anche mia suocera)!": allusione al Lubavitcher Rebbe che ricevette la tradizione Chabad dal suocero, il padre di sua moglie. "Nel vedere questa luce": è lui che ha dato inizio al falso messianesimo Chabad.

Gnomen 361: (ibid. 17): "E con ciò che avanza si fa un dio, il suo idolo, gli si prostra davanti, lo venera, lo prega e gli dice: salvami, poiché tu sei il mio dio". E con ciò che avanza (si spera, finale) che Chabad compie l'idolatria, agitando, come abbiamo visto da testimoni, la fotografia del Rebbe sul prepuzio del neonato prima della circoncisione, compiendo un esecrabile atto di pura idolatria.

Gnomen 362: (ibid. 18): "Non sapranno e non capiranno; hanno impiastrato i loro occhi perché non vedano e il loro cuore perché non apprendano": allude a quelli che sono caduti in quest'ultimo peccato e apparentemente conoscono e comprendono la Torà, ma in realtà non ne sanno e non ne capiscono nulla, perché i loro occhi non vedono dato che sono impiastrati dalle dottrine dei livelli di Atzilut, per cui il loro cuore è impedito dall'essere istruito nelle virtù.

Gnomen 363: (ibid. 19): "Torneranno al loro cuore e senza discernimento e intelletto diranno: "ne ho bruciata la metà nel fuoco e sulle braci ho fatto cuocere il pane e ho arrostito la carne che poi ho mangiato; e con l'altra metà mi farò un idolo e adorerò un ciocco di legno": il verso va riferito alla settima generazione idolatra di Chabad, che è collegata alla sua prima generazione (così essi dicono). "Torneranno al loro cuore": poiché la settima generazione è collegata alla prima, per cui ripete lo stesso linguaggio e dice : "Ne ho bruciata la metà nel fuoco", in altre parole: nel movimento Chabad da generazioni e nel movimento Chabad durante il periodo di Schneerson in particolare, hanno bruciato la metà delle parole dello Zohar e della successiva Kabalà e sulle braci hanno fatto cuocere il pane, ossia gli scritti e i discorsi del loro Rebbe. "Ho arrostito la carne": allusione alla diffusione del movimento e della sua falsa propaganda messianica.

Gnomen 364: "E con l'altra metà mi farò un idolo e adorerò un ciocco di legno" allude alla folle idolatria messianica dei seguaci Chabad, che diffondono in tutto il mondo le fotografie del loro rabbino e fanno una propaganda che oltrepassa i limiti del buon senso e va contro le vie della sacra Torà, fino ad adorare il loro idolo e a concentrare su di lui tutti i loro pensieri pagani.

Gnomen 365: (ibid. 20): "Il pastore di cenere, ha il cuore traviato che fa sbagliare; non salverà la sua anima e dirà: "Non è forse una menzogna ciò che tengo nella mia destra?": Ecco questo pastore (il rabbi di Lubavitch), che diceva ai suoi seguaci che li avrebbe guidati nei meravigliosi campi dei mondi superiori, non è altro che un pastore di cenere che travia e fa sbagliare tutti i suoi hassidim che scendono nel baratro. E il verso dice non c'è speranza che il Rebbe ammetta la verità, perché  "ha il cuore traviato" diventato ormai un ricettacolo di menzogne e di idolatria, per cui non ha più la forza di tornare indietro, essendo diventato oggetto di un culto della personalità idolatra da parte dei suoi seguaci. Non potrà salvare la sua anima e non ammetterà di vivere nella menzogna, e questo è valido anche per il movimento chassidico in generale, che parla di Hesed a destra e di G'vurà a sinistra, ma alla fine stramazzerà a terra e non si rialzerà mai più.

Gnomen 366: (ibid. 21): "Ricòrdati di queste cose, o Giacobbe, e Israele, poiché tu sei il Mio servo; Io ti ho formato per essere tu il Mio servitore, e Israele, non Mi dimenticare": il verso ripete al popolo di Israele che egli è servo di Ha Shem e gli rammenta che fu creato fin dall'inizio per servirLo, e sembra supplicare il Suo popolo, con grande ed infinita misericordia, come fa un innamorato con la sua amata lontana: "Non Mi dimenticare", ossia, non ti scordare di Me. Il fatto è che a causa delle tante menzogne e delle false dottrine kabalistiche adottate negli ultimi secoli, gran parte del popolo si è allontanato dall'ebraismo. Tuttavia, una volta chiarita l'essenza della pura e semplice fede in Ha Shem, l'amore di Dio per il Suo popolo, per così dire, si risveglierà, perché non ha colpa se si è allontanato dalla religione.

Gnomen 367: Perciò (ibid. 22): "Io ho cancellato le tue colpe come densa nube e le tue trasgressioni come nuvola leggera; ritorna a Me, poiché Io ti ho redento": dopo la purificazione del popolo ebraico dal suo terribile peccato, arriverà il tempo del pentimento e del riconoscimento della Redenzione Completa. Scenderanno così i Segni Redenzionali e le Novità della Gheulà Shlemà saranno rivelate, per merito del Goel Finale, Haim.

Gnomen 368: (ibid. 23): "Cantate, o cieli, poiché Ha Shem ha operato! Giubilate, profondità della terra! Esultate, o montagne, e foreste con tutti i vostri alberi! Poiché il Signore ha redento Giacobbe e manifesterà la Sua gloria in Israele". Allusione alle novità redenzionali che porterà il Goel Haim.

Gnomen 368: Diario: Ho copiato il verso (23) alle 3 del mattino, e poi sono andato a riposare un po'. Alle 7 del mattino Paolo mi ha detto di aver visto in sogno che noi allievi facevamo la spesa per Pesach (ora siamo nel mese di Tamuz) con grande gioia. Shaul mi ha raccontato di aver visto in sogno una cosa meravigliosa: una colonna di fuoco circolare che scendeva dal cielo sulla terra, ed era sbalordito da questa incredibile visione. Debora ha sognato che cuoceva del pane nel forno, mentre i bambini erano fuori e giocavano e l'acqua usciva da più punti e bagnava tutto, e lei era felice.

Gnomen 369: Si tratta sicuramente di buoni segni dopo che siamo arrivati al verso: "Cantate o cieli ... poiché il Signore ha redento Giacobbe, e manifesterà la Sua gloria in Israele". E sono arrivati ​​i Segni della Gheulà Shlemà, che è anche il Nuovo Pesach, poiché nella Quarta Generazione arrivano miracoli e segni ancor più stupefacenti della liberazione dall'Egitto. La colonna di fuoco che scende dal cielo è il segno della meravigliosa quarta generazione profetica, e il fuoco ricorda il sacrificio sul monte Carmelo del profeta Elia, di benedetta memoria. Il pane del Nuovo Pesach e l'acqua sono segni di nuove comprensioni future e la grande gioia è simile a quella della Casa di Shoevà.

Gnomen 370: Questi sogni, che arrivano nel loro tempo secondo il loro scopo, sono in sintonia con il nostro lavoro nei libri di Mishnat Haim, e non potrebbero essere sognati da chi non fa parte del Nuovo Patto. Si tratta di sogni che rientrano nel contesto delle Novità Redenzionali, per merito del Goel Finale, Haim, e sono i sogni sui quali profetò Gioele (3,1). E in effetti, ogni persona, ovunque si trovi, può aderire al Nuovo Patto, dal momento che è scritto: "Riverserò il Mio spirito sopra ogni carne" (ibid.).

Gnomen 371: Nello stesso tempo in cui Dio, Benedetto Egli sia, riversa il Suo spirito su ogni carne tramite il Nuovo Patto, redime anche Giacobbe e glorifica Israele. Ora siamo (anno 1995) nel dodicesimo anno dei Segni (i primi 6 anni sono stati nel segno della correzione del Cristianesimo, i successivi 6 anni nel segno della Riforma dell'Ebraismo). Quest'anno è nel Segno della Resurrezione del Goel Finale Haim, e ci vorranno molti altri anni prima che, con l'aiuto del Santo Benedetto Egli sia, siano completati tutti gli scritti del Sefer Mishnat Haim. Solo Dio sa come andranno le cose nel mondo e come arriveranno in Terra d'Israele. Tuttavia, quando saranno note e si diffonderanno, non c'è dubbio che faranno grande rumore.

Gnomen 372: Naturalmente, i gruppi ultraortodossi di ogni tipo inizialmente respingeranno i nostri scritti. Tuttavia, le Guerre di Dio contro la falsa Kabalà del Libro dello Zohar saranno rivelate ai più e ci sarà una spaccatura all'interno del popolo ebraico finché la questione non sarà chiarita anche con l'aiuto del Libro delle Cinque Tavole dell'Alleanza, be ezrat Ha Shem. Poiché le profezie escono dalla radice per rivelarsi nella Quarta Generazione, ma, allo stesso tempo, sono necessarie anche molte fasi prima che l'umanità possa capire ed assimilare le Novità; notate che le profezie abbinano sempre i mòniti con le buone notizie, i rimproveri e le promesse di ricompensa redenzionale.

Gnomen 373: (ibid. 24): "Così parla il Signore, il Tuo Redentore, Colui che ti ha formato fin dal grembo materno: Io sono il Signore che ha operato tutte le cose; Io solo ho spiegato i cieli, ho disteso la terra, senza che ci fosse qualcuno con Me". Qui la profezia di Isaia ritorna sul tema dell'Unità del Creatore, e questo verso deve essere inculcato bene in Terra d'Israele e fuori di essa, soprattutto tra i cristiani. I presunti Hachamim, con la loro saggezza di Atzilut, appresa dal Libro dello Zohar, hanno manipolato questo verso, per cui interpretano il "Colui" con la sefirà di "Binà" o Ema d'Atziluta. Ma se la sefirà di "Hochmà" (o Aba d'Atziluta) era con la "Binà" al momento della creazione del mondo, come si concilia con "Io solo", e "senza che ci fosse qualcuno con Me"?

Gnomen 374: Questo è solo un esempio di capovolgimento di un'interpretazione accettata negativa e inesistente (ossia del "Chi è con me?" sapendo che si tratta di una domanda retorica la cui risposta è negativa) ad una positiva esistente, nel contesto della quale i commentatori dello Zohar la attribuiscono a Dio nel mondo di Atzilut. Non sanno e non capiscono, poiché i loro occhi sono come impiastrati dal vedere. Essi capovolgono la Torà e si vantano di aprire i segreti del mondo di Atzilut valicando i recinti dei settanta aspetti della Torà. Dopotutto, il concetto di Unità di Dio basterebbe per annullare chiunque specula sulle entità "superiori" generando in tal modo "altri dèi al Mio cospetto".

Gnomen 375: I kabalisti sono colpevoli poiché hanno falsato l'interpretazione del verso dando esistenza ad un'immagine idolatrica. In questo modo hanno omesso la negazione retorica dal suo posto per sostituirla con un'idea elevata ed inesistente che esiste solo nelle loro menti. Dalle loro elucubrazioni ne è scaturita una falsa luce che mostra per un attimo volti ridenti e splendenti, che subito svaniscono. Questa falsa luce fa immaginare loro mondi, emanazioni, realtà metafisiche che non hanno alcuna consistenza reale. Eppure il Signore ricorda loro che chi si dedica a tali speculazioni spreca inutilmente il suo tempo.

Gnomen 376: (ibid. 25 – 26): "Io rendo vani i presagi degli impostori e rendo insensati gli indovini; faccio indietreggiare i saggi e svento la loro scienza. Io confermo la parola del suo servo e completo le predizioni dei suoi messaggeri; Io dico di Gerusalemme "essa sarà abitata" e delle città di Giudea "saranno riedificate e ne rialzerò le rovine". "Faccio indietreggiare i saggi e svento la loro scienza" allude al fatto che come servo Meshulam ho il compito di pubblicare nel Libro di Mishnat Haim il peccato dello Zohar e l'iniquità di Chabad. Tuttavia, Meshulam non annuncia queste cose a suo nome ma a nome del suo Maestro Haim, scelto dal Signore nostro Dio per essere il terzo e finale Goel, poiché dal Morè Haim ho ricevuto tutti questi fondamenti. Perciò la loro verità è stabilita in Alto ed io sono soltanto il servitore referente.

Gnomen 377: Dio stabilisce la parola del Suo servo e non il servo, poiché solo l'Onnipotente ha il potere di stabilire la Sua parola (da qui scaturisce l'anatema mi-deoraita contro i sistemi dello Zohar e della falsa kabalà e contro Chabad e il suo falso messia). E il verso 26 aggiunge che Meshulam, servo di Dio, non fa altro che completare le predizioni dei suoi messaggeri, ossia i Segni Completi Redenzionali, ossia ascolta le predizioni dei messaggeri tramite i Segni secondo la forza e la potenza del suo udito e completa secondo la sua capacità le loro predizioni e intenzioni tramite gli scritti.

Gnomen 378: "Io dico di Gerusalemme "essa sarà abitata" e delle città di Giudea "saranno riedificate e ne rialzerò le rovine": allude al tempo del servo Meshulam, durante il quale Gerusalemme torna a ripopolarsi e le città di Giudea sono riedificate. (ibid. 27): "Io dico all'abisso "fatti asciutto" e prosciugherò i tuoi fiumi": anche qui l'allusione è profonda: l'abisso è la profondità immaginaria del sistema dello Zeir Anpin e i fiumi prosciugati sono le dieci Sefirot di Atzilut considerate dai kabalisti come fiumi di saggezza.

Gnomen 379: (ibid. 28): "Io dico di Koresh (Ciro) "egli è il Mio pastore che adempirà tutta la Mia volontà, dicendo a Gerusalemme: "sarai ricostruita" e al Tempio "sarai riedificato". Ho appreso dal Morè Haim che Ciro era veramente il figlio della regina Ester e quindi era ebreo. Facciamo notare che questi versi, così come altre profezie, possono essere associati a periodi più antichi (la fine del periodo del Primo Tempio, il ritorno di Sion dall'esilio in Babilonia, la costruzione del Secondo Tempio, la fine del periodo del Secondo Tempio, la missione dell'Ariete sacrificato, la distruzione del Tempio e la diaspora), ma tuttavia non sono completi, poiché i Segni Redenzionali sono necessari per completare tali profezie. Quindi non sorprendetevi se Ciro viene chiamato "il Mio pastore che adempirà tutta la Mia volontà"; il verso può essere anche associato alle profezie sul servo Meshulam.

Gnomen 380: In questo modo capiremo che proprio come Meshulam non è un vero Tzadik come i santi Tzadikim Nascosti, allo stesso modo Ciro non era uno degli Tzadikim Nistarim, ma la sua fortuna gli diede il merito in quel frangente storico, e poiché era un re e poteva influenzare e agire, era considerato in quel momento uno Tzadik che viveva nella sua fede (ma non uno Tzadik Nascosto!). Egli ebbe merito e operò per il ritorno a Zion e la ricostruzione del Tempio a Gerusalemme. "Koresh" allude anche l'opera del Signore perché "Ko" è l'opera di Dio e "Resh" è la persona semplice, misera (rash) e povera verso le cose superiori e vicina al concetto del Giusto che vivrà nella propria fede.

Gnomen 381: (ibid. 45, 1): "Così parla il Signore al Suo unto, a Ciro che Io ho preso per la destra per far scendere le nazioni davanti a lui, per sciogliere le cinture ai fianchi del re, per aprire le porte davanti a lui, cosicché nessuna gli restasse chiusa". Anche da questo verso capiremo che il Messia non è simile al Goel, poiché come a Ciro fu comandato di agire allora, così è il segno di Meshulam al nostro tempo: annunciare le novità redenzionali, i messaggi e le spiegazioni tramite il Libro di Mishnat Haim, e quando saranno rivelati, allora "le nazioni scenderanno da lui". "Per sciogliere le cinture ai fianchi del re": allude alla Nuova Legge. "Per aprire le porte davanti a lui": allude al Nuovo Rito della Casa della Redenzione e in particolare ai due altari chiamati Altare di Malchitzedek e Altare del Sacerdote Unto. Ed infatti, questo segno fu ricevuto in un sogno da Solly Kamhaji, in cui veniva detto che le due porte sarebbero state aperte: la porta dell'Altare di Malchitzedek e la porta dell'Altare del Sacerdote Unto, e quel sogno è un completamento di ciò che viene indicato in questa profezia. Non a caso facciamo sempre notare che i Segni Redenzionali completano storicamente le profezie.

Gnomen 382: "Cosicché nessuna gli restasse chiusa": allude alle porte ricevute per il Sefer Mishnat Haim (con l'aiuto di Dio), porte che non si chiudono dopo essere state aperte. Meshulam ha molti lavori e varie incombenze riguardo agli scritti del Sefer Mishnat Haim, ma senza l'aiuto del Santo Benedetto in ogni istante non potrebbe fare nulla. Tuttavia, Ha Shem lo incoraggia sempre e gli infonde nuove energie: (ibid. 2) "Io camminerò davanti a te e appianerò i luoghi impervi; frantumerò le porte di rame e spezzerò le sbarre di ferro". "Io camminerò davanti a te": come con Noè, la cui virtù principale era la sua semplicità di fede (temimut) più che la sua rettitudine (tzadikut), quantunque fosse considerato un uomo giusto nelle sue generazioni, così Meshulam è un uomo giusto che vivrà nella propria fede.

Gnomen 383: "E appianerò i luoghi impervi (hidurim)" allude alle usanze dei 'mekubalim' e dei vari gruppi hassidici che hanno rivestito la Halachà con molti tipi di abiti (talboshot) fino alla vergogna (bosh) chiamandoli poi ornamenti (hidurim) delle mitzvot. Costoro hanno dipinto la maggior parte dell'ebraismo con nuove usanze secondo lo Zohar e con le loro astruse speculazioni hanno fatto sì che i loro cosiddetti ornamenti diventassero delle strade impervie che hanno rovinato le vie pervie dell'ebraismo. "Frantumerò le porte di rame": allude a tutti i nomi e alle combinazioni di nomi che si sono inventati e hanno diffuso nei loro libri. "E spezzerò le sbarre di ferro": sono le loro abitudini nel parlare e nell'agire che sono diventate dure come il ferro che è difficile da spezzare.

Gnomen 384; (ibid. 3): "E ti darò i tesori nascosti nelle tenebre e le ricchezze segrete, affinché tu riconosca che Io sono il Signore che ti chiama per nome, il Dio d'Israele". "I tesori nascosti nelle tenebre": come la missione dell'Ariete sacrificato, la cui intera storia rimase nascosta nelle tenebre. "E le ricchezze segrete": come la conoscenza delle origini del Cristianesimo nella scuola essena, così come abbiamo ricevuto tramite i Segni Completi.

Gnomen 385: (ibid. 4): "Per amore di Giacobbe, Mio servo e di Israele, Mio eletto, io ti ho chiamato per nome, ti ho designato con speciale favore, quando non Mi conoscevi". Allude al fatto che avvennero delle preparazioni storiche lungo il percorso redenzionale.

(ibid. 5) "Io sono il Signore e non esiste alcun altro Dio; tranne Me non c'è altro Dio; Io ti ho cinto quando non Mi conoscevi". Allude alla correzione del Cristianesimo mirata a salvare il gregge disperso della Casa d'Israele e le dieci Tribù, le cui anime il Signore ha preservato entro gli ovili del Cristianesimo fino alla venuta del Goel Finale che le farà uscire per riportarle alla vera fede monoteista di nostro padre Abramo.

Gnomen 386: (ibid. 6): "Affinché si riconosca, da oriente a ponente, che non esiste altro Dio all'infuori di Me; Io sono il Signore e non esiste altro Dio". Tutte le vie nascoste alla fine portano il mondo intero a riconoscere che il Santo Benedetto è Uno, e Colui che porta la Redenzione Finale è lo Stesso che ha portato la Prima Redenzione e la Redenzione di Purim e ha disposto l'ordine della storia per farla arrivare al suo obiettivo finale.

Gnomen 387: (ibid. 7): "Io formo la luce e creo le tenebre, metto la pace e creo il male; Io sono il Signore e opero tutto questo": Dio ha formato la luce della Prima Redenzione e ha creato le tenebre durante le fasi dell'esilio; Egli mette la pace tra la luce e le tenebre nella Gheulà Shelemà e crea il male nella Quarta Generazione. Cosa significa quest'ultima frase? Dato che il male degli uomini si manifesta sempre più nella seconda parte della Quarta Generazione, ecco che se Dio non avesse creato una punizione severa contro il male che ha il sopravvento sul bene e sui buoni, il popolo d'Israele e l'umanità intera non avrebbero potuto avere scampo.

Gnomen 388: (ibid. 8): "Cieli, stillate dall'alto e formate le nuvole affinché piova la giustizia; si apra la terra e sia fertile di salvezza e faccia germogliare la carità al tempo stesso; Io sono il Signore e creo tutto questo". Nella Redenzione Finale, il Santo Benedetto Egl sia, in cielo e in terra, comanda la giustizia e la carità. Egli opera e senza di Lui il popolo non avrebbe merito alcuno. "Si apra la terra e sia fertile di salvezza e faccia germogliare la carità al tempo stesso": la salvezza (yesha) allude alla salvezza messianica e la carità (tzedakà) allude al Sefer Mishnat Haim, poiché in esso si rinnova la comprensione della Torà, chiamata anche Tzedakà.

Gnomen 389: (ibid. 9 - 10): "Guai a chi contende con il suo creatore; egli, rottame fra i rottami di vasi di terra! L'argilla dirà forse a chi le dà la forma 'cosa stai facendo?' o l'oggetto dell'opera metterà in discussione le mani del suo fattore? Guai a colui che dice a suo padre: 'perché generi?' e a sua madre: 'perché partorisci?'''. Ci sono qui allusioni forti riguardanti il peccato della genetica, entro la quale operano molti miscredenti che pensano che il "creatore" abbia commesso un errore nel suo lavoro e non vogliono ammettere che essi stessi sono oggetto di creazione e mettono in discussione l'opera di chi li ha creati. Essi, nella loro odiosa protervia, vogliono dire all'uomo chi generare e alla donna chi partorire.

Gnomen 390: Diario: Dopo aver scritto i versi del Gnomen 389, ho mangiato qualcosa e sono andato a riposare. Ho poi ricevuto un falso sogno dallo Yetzer ha rà (se fossi stato un vero Tzadik non avrei potuto fare un sogno così brutto e falso; e probabilmente sono colpevole di essere entrato stamane nella tenda senza aver fatto la doccia). Nel sogno vedevo Solly che voleva lasciare il Segno, mai sia! Dopodiché, Paolo si arrabbiava con me e diceva di voler lasciare anche lui il Segno e scriveva una lettera spiegandomene il motivo, ma io mi rifiutavo di leggerla. Uno dei motivi era (cosa vera) che non gli avevo insegnato l'ebraico e l'inglese come gli avevo promesso. Nel sogno cercavo di convincerlo con parole dure a desistere dal suo proposito, ma lui non mi ascoltava, per cui ero costretto a tornare negli Stati Uniti.

Gnomen 391: Quando mi sono svegliato, ero scosso e mortificato. Ho raccontato il sogno a Paolo e Debora. Paolo ha detto subito che il sogno era falso e non c'era niente di vero e mi ha rassicurato dicendo che sarebbe sempre rimasto con me nel Segno. Ha anche ammesso che aveva sbagliato a parlare la sera prima. Non riporto le sue parole, ma è vero che ha commesso un grave errore, anche se in buona fede. Ha detto cose dettate dalla collera per la nostra difficile situazione economica, per le tante spese da affrontare e i debiti da pagare.

Gnomen 392: Abbiamo telefonato a Solly, che vive a Beer Sheva, e lui, dopo aver sentito il sogno, ha detto: "Dio non voglia, è un sogno falso, non può accadere una cosa simile!". Solly ha poi detto che è anche colpa sua se ho fatto un sogno simile, perché a volte lui si arrabbia molto e la collera lo fa cadere in errore perché dice cose che non dovrebbe dire. In questo caso, si arrabbia con se stesso e si dice di non meritare di far parte del Segno. Al termine della conversazione, Solly ha richiamato e ha detto che pochi giorni prima era di cattivo umore e aveva pensato di staccarsi del tutto dal Segno, ritenendosene indegno. Ha però ribadito che il mio sogno è menzognero ma viene dallo Yetzer ha rà, poiché mai abbandonerà il Segno.

Gnomen 393: A causa della mia colpa per non essermi lavato (chissà che altro) e per gli errori nel parlare di Paolo e Solly, lo Yetzer ha preso le cose dette per sbaglio o in un attimo di collera e me le ha presentate per rattristarmi con un tale sogno menzognero. (ibid. 11): "Così parla il Signore, il Santo d'Israele, Colui che lo ha formato: voi Mi interrogate sulle lettere e Mi date ordini sui Miei figli e sull'opera delle Mie mani!". Allusione alle lettere (parole) che vengono pronunciate per errore, alle domande inopportune, come se, tramite esse, si volesse dare ordini ed istruzioni a Dio su come agire con i propri figli, i figli d'Israele. Tuttavia, il Signore è esplicito (ibid. 12): "Sono Io che ho fatto la terra e ho creato l'uomo su di essa; sono Io, e le Mie mani hanno steso i cieli e sono Io che comando le schiere celesti".

Gnomen 394: (ibid. 13): "Sono Io che lo risveglierò nella giustizia e raddrizzerò tutte le sue vie; egli edificherà la Mia città e rimanderà liberi i Miei esuli senza prezzo di riscatto e senza doni, dice il Signore delle Schiere". Dal verso si evince che non è Meshulam che risveglia se stesso nella giustizia, ma è il Signore che lo risveglia, perché il servo Meshulam non è in grado di raddrizzare le sue vie, ma solo Dio lo può fare. Lo stesso vale per il Terzo Tempio che sarà riedificato a Gerusalemme e a Beer Sheva: il Tempio non sarà costruito da alcuna forza umana ma solo quando il Santo Benedetto Egli sia, lo permetterà secondo la Sua volontà.

Gnomen 395: (ibid. 14): "Così parla il Signore: il frutto delle fatiche dell'Egitto e del traffico dell'Etiopia e dei giganteschi Sebaim passeranno a te e saranno tuoi; quei popoli cammineranno dietro a te, passeranno incatenati e si prostreranno davanti a te e ti suplicheranno dicendo: "Certo, Iddio è in te e non esiste alcun altro Dio". Alla fine, tutte le nazioni ammetteranno che Dio si trova tra il popolo di Israele più che tra le altre nazioni, considereranno tutte le opere di Dio durante la storia del popolo di Israele e comprenderanno come Dio abbia condotto il suo popolo allo scopo desiderato. E allora diranno (ibid, 15): "In verità, tu sei un Dio che ti nascondi, o Dio di Israele, o Salvatore".

Gnomen 396: E in futuro si pentiranno i popoli del mondo, che prima disprezzavano i figli d'Israele (ibid. 16): "Saranno svergognati, sì, tutti quanti confusi; i fabbricatori d'idoli se ne andranno tutti assieme ricoperti d'onta". E si rivolgeranno al popolo d'Israele che proclama (ibid. 17): "Israele è salvato dall'Eterno d'una salvezza perenne; mai più sarà svergognato né confuso". E testimonieranno che Israele aveva ragione nella sua fede (ibid. 18): "Poiché così parla il Signore che ha creato i cieli, Egli è il Signore che ha formato la terra, l'ha fatta e l'ha stabilita – e non l'ha lasciata nel caos ma l'ha popolata; Io sono l'Eterno e non esiste altro Dio".

Gnomen 397: Quegli stessi popoli proclameranno la verità della Sua Unità, espressa nella Torà e nei Profeti, e ammetteranno il loro errore (ibid. 19): "Io non ho parlato in segreto in qualche luogo tenebroso della terra; Io non ho detto alla discendenza di Giacobbe, "cercateMi invano"; Io sono il Signore che parla con giustizia e dichiara rettitudine". In altre parole: se esaminerete i versi così come sono, noterete solo parole che affermano in modo giusto e diretto l'Unità del Santo Benedetto e vanno contro l'idolatria e i riti agli idoli (ibid. 20): "Radunatevi, venite, accostatevi tutti insieme, voi che siete scampati dalle nazioni; non hanno intelletto coloro che portano i loro idoli di legno e pregano un dio che non li salverà".

Gnomen 398: (ibid. 21): "Proclamatelo, fateli avvicinare, si consultino pure insieme: Chi annunciò queste cose fin dai tempi antichi e le predisse da lungo tempo? Non sono forse Io il Signore? E non esiste altro Dio all'infuori di Me, un Dio che è Giusto e Salvifico". E quando tutti avranno ammesso il loro errore, Dio li incoraggerà e dirà loro (ibid. 22 – 23): "Volgetevi a Me e sarete salvati, o voi tutti abitanti della terra: poiché Io sono Dio e non c'è nessun altro. Per Me stesso Io l'ho giurato: è uscita dalla mia bocca una parola di giustizia e non sarà revocata, perché ogni ginocchio si piegherà davanti a Me e ogni lingua Mi presterà giuramento".

Gnomen 399: "E' uscita dalla Mia bocca una parola di giustizia" Allusione alla teoria del Logos di Giovanni; e qui il Signore stesso proclama qual è la verità che pone fine ad ogni idea falsa e sbagliata. La verità viene formulata nel modo seguente: "poiché ogni ginocchio si piegherà davanti a Me e ogni lingua Mi presterà giuramento" contrariamente ai cristiani che seguono la falsa parola di Giovanni e si inginocchiano alla forma di un uomo e giurano sul suo nome.

Gnomen 400: (ibid. 24): "Solo nel Signore, mi è stato detto, è la giustizia e la forza; a Lui verranno, pieni di confusione, tutti coloro che erano accesi d'ira contro di lui". Questo verso è enigmatico. "Solo nel Signore, mi è stato detto": alcuni interpretano che il cuore lo ha detto, altri che il profeta lo ha detto e altre opinioni ancora. Ed io, modestamente, in questo momento della storia, dopo aver ricevuto le chiavi della Gheulà Shlemà dal Goel Haim e dopo aver ricevuto dall'Alto il permesso di interpretare questo segno, dico: "Solo nel Signore": solo per ciò che riguarda le Novità Redenzionali, "mi è stato detto", a me e ad ognuno degli Asini, che "è la giustizia e la forza", ossia quali sono le meravigliose Novità, la Nuova Legge, il Nuovo Rito e tutti i Segni Redenzionali.

Gnomen 401: E anche le cose che riguardano le Guerre di Dio e lo Herem mi Deoraita, al termine delle quali "a Lui verranno", allude alla comparsa del Sefer Mishnat Haim, che farà conoscere la verità, dopo la quale "saranno pieni di confusione tutti coloro che erano accesi di ira contro di lui". Spero che siate felici per queste interpretazioni di Meshulam sul servo Meshulam, poiché io sono un servo di Dio, un asino della tribù di Giuda, cieco e sordo alle vie degli Tzadikim Superiori. E dal momento che non c'è qualcuno che ne è degno, cerco di essere un Asino che annuncia queste Novità Redenzionali.

Gnomen 402: Tutto ciò che scrivo nel Libro di Mishnat Haim sui tempi e sui segni di questa Quarta Generazione hanno del profetico, sebbene io non sia un profeta ma un servo di Dio. Tuttavia, le novità sono profetiche, poiché preannunciano ciò che accadrà nella Quarta Generazione. Quando noi riceviamo i segni, di solito nei sogni sulla Gheulà Shlemà, li annunciamo per iscritto o oralmente, diciamo che si tratta di novità profetiche, anche se non siamo profeti. Le profezie che riceviamo completano e realizzano le profezie del passato e questo è il lavoro del servo Meshulam.

Gnomen 403: Del resto, il Segno di Meshulam è il Segno dell'Asino che mangia il pane ed il Segno dell'Asino, Messia figlio di Davide, ed è il Segno dei preparativi per i lavori messianici futuri. Ed è il Segno che rompe le barriere della storia, in particolare riguardo alla missione dell'Ariete sacrificato, che sfonda letteralmente i muri del passato per creare delle brecce per il tempo nuovo. Ecco perché questo segno è anche chiamato il Segno di Peretz e, a proposito, anche il mio nome è Peretz, e ciò facilita il mio lavoro.

Gnomen 404: Sono stato chiamato Peretz, sicuramente dalla Hashgahà, perché questo nome mi collega ai segni della Torà, e, infatti, dalla casata di Peretz è discesa la casata di David. Per questo ho ricevuto i Segni di Giuda e i Segni di Tamar. Tuttavia, ci sono altri collegamenti nella Torà che devo "contrassegnare" per trasmettere i segni ai figli. Ad esempio: i Segni di nostro padre Abramo, all'interno dei quali è stato dato il Libro delle Stelle di nostro padre Abramo. Per merito di Abramo, l'intera Torà è "contrassegnata" in lui: ossia, tramite il Libro delle Stelle (che riceviamo attraverso i Segni Completi dal Goel Haim) tutte le parole della Torà sono comprese nei segni adattati alle Stelle Redenzionali. E forse un'allusione la si può trovare nelle parole dei Saggi, di benedetta memoria, che dissero che nostro padre Abramo osservò tutti i comandamenti della Torà (Talmud Bavlì, Yoma, 28, 72; Kedushin, 82, 71; Talmud Yerushalmi, Kedushin, 82, 12).

Gnomen 405: Pertanto, non meravigliatevi se a volte ho su di me i Segni di Abramo e a volte quelli dell'Asino. Tutto dipende dalla questione del segno che devo completare, per cui nei Profeti sono sotto il Segno di Meshulam. Anche l'asina del perverso Bil'am mi ha aspettato fino a quando ho completato il segno dei piedi (regalim-raglaim) piacevoli che annunciano la parola del Signore tramite la bocca dell'Asino.

Gnomen 406: Ho avuto su di me anche i Segni dell'Ariete Sacrificato, per cui sono stato salvato grazie al suo sacrificio, e dalle strade tortuose ho potuto percorrere quelle diritte che mi hanno permesso di spiegare i Segni della Scuola degli Esseni nel contesto dei Segni Redenzionali.

Gnomen 407: Perché ho anche baciato i piedi di nostra madre Sara con l'amore di un figlio, e lei mi ha avvertito che ci sono 127 vie segrete che non ho ancora seguito.

Gnomen 408: Ed ero vicino a nostra madre Rebecca quando ho pianto con lei pregando per i gemelli che portava in grembo. E ho risposto ai sei punti sopra "vayeshakehu" e ho trovato conforto dopo la morte di mia madre tramite il loro (di Giacobbe ed Esaù) abbraccio. Mi sono bagnato con le lacrime di nostra madre Rachele che ha pregato per far tornare i suoi figli entro i loro confini. E sono sceso nella fossa con Giuseppe, finché il mio Morè non mi ha tirato fuori con grande fatica.

Gnomen 409: Diario: Questa sera mi hanno telefonato Anna Gasparotti (la prima sacerdotessa dell'Altare delle Nazioni) e suo marito Giorgio Guido (il primo ambasciatore per le nazioni del mondo) per dirmi una cosa interessante, che mi sembra un segno importante e quindi la riporto in questa sede. Il mondo non sa ancora leggere i Segni, ma il comunismo è già caduto, e il Papa è entrato nella sinagoga di Roma, ed è avvenuto il disastro di Chernobyl, e ci sono già i segni del processo di pace tra Israele e i palestinesi.

Gnomen 410: Anna e Giorgio mi hanno detto che gli scienziati hanno annunciato che c'è una cometa che cadrà su Giove tra il 16 e il 22 luglio (il 16 luglio, tra 10 giorni, sarà la vigilia di Tishà be'Av). La cometa (numero 9) si chiama Schumacher-Levy, dal nome dei due scienziati che l'hanno individuata. Il punto è che stiamo aspettando i Segni di Tzedek (Nota: Giustizia, così è chiamato il pianeta Giove), perché il tempo nuovo rinnova completamente lo stato della giustizia nel mondo, e questi sono Segni della Giustizia che entra nel mondo nella Quarta Generazione. I Segni arrivano sotto forma di notizie importanti che si diffondono ai quattro angoli della Terra così da essere ricordate in seguito. Diciamo che non c'è ancora la giustizia nel mondo nella sua nuova forma; in altre parole, a causa della cattiveria dei malvagi, i buoni hanno meno influenza e la giustizia non ha ancora un suo posto per insediarsi come dovuto nel mondo. I principi del premio e del castigo sono rimasti invariati nel vero giudizio dopo la morte, mentre in futuro la Giustizia si compirà anche in questo mondo, essendo questa una condizione necessaria per la Gheulà Shlemà. A tale proposito, abbiamo ricevuto delle indicazioni secondo le quali il libero arbitrio scemerà in un certo modo nella Quarta Generazione, e ciò per rafforzare i buoni e separarli sempre più dai malvagi che persisteranno nel fare il male. Ciò avverrà nel contesto di una guerra tra le forze del bene e quelle del male al fine di creare separazione e purezza, quando alla fine si potrà vedere la giustizia in tutto il mondo.

Gnomen 411: Mentre sto scrivendo, siamo nel dodicesimo anno dei Segni (1994), che è l'anno del Segno Completo della Resurrezione del Morè Haim, e siccome si tratta di un segno di rinascita generale e di rinnovamento della vita, ecco che è un anno in cui sono attese grandi cambiamenti nel mondo. Quindi è pertinente che la cometa Schumacher-Levy si schianti su Giove proprio in quest'anno, e questo anche per includere i Segni della Giustizia nei primi 12 anni, che rappresentano le radici per tutti i Segni Redenzionali.

Gnomen 412: Il sigillo del 12° anno (il sigillo viene completato e sigillato alla fine del 13° anno, entro il 12 marzo) fa entrare il tempo della Giustizia, però, anche se i Segni per questo vengono dal momento in cui cominciano ad apparire entro la fine del 12° anno, non sono ancora nel loro giusto equilibrio per poter uscire pubblicamente. Ecco che il nostro lavoro procede insieme alle stelle, considerando che il tempo dalla fine del 12° anno alla fine del 13° anno per i Segni è un tempo speciale. Questo è il momento del giudizio per la costruzione dei nuovi edifici desiderabili e la demolizione di quelli inutili del passato. In questa fase, la Giustizia entra nel mondo secondo i nuovi ordini legali che escono dal Tribunale di Sopra.

Gnomen 413: Quando arriva un segno "da fuori" (come quello della suddetta cometa), cerchiamo di capire se esistono connessioni con i nostri segni. I media hanno detto che questa cometa ha la forma di una collana di ventuno perle brillanti che si schianteranno su Giove. 21 è 3 volte 7, nel Segno della santità del numero 7, allusione alle 3 Redenzioni, perché ognuna ha la sua propria santità particolare (il tipo di santità dei miracoli d'Egitto, il tipo di santità dei miracoli di Purim e il tipo di santità dei miracoli della Gheulà Shlemà). Quando questi tre tipi si uniscono, si viene a creare un completamento rafforzato della Gheulà Shlemà, dato che ogni tipo è completo di per sé, per cui tramite la loro unione si forma un quarto tipo completo che rappresenta la perfezione assoluta. Ciò è parallela alla perfezione storica che emerge dal compimento del nome EHEYE ASHER EHEYE.

Gnomen 414: Pertanto, il tempo di questa perfezione è entrato nel periodo della Giustizia per merito dello Tzadik Haim, il Capo dei 36 Giusti Nascosti della sua generazione, che è stato scelto quale Goel Finale, ed è risorto nel Segno della sua resurrezione per il rinnovamento del mondo.

Gnomen 415: Ho adesso aperto il libro di Isaia per vedere qual è l'ultimo verso con cui intendevo concludere il libro di commento su Meshulam, e se esso si adatta alla questione che stiamo trattando. Il verso recita (ibid, 25): "Nel Signore troverà giustizia e si glorierà tutta la discendenza di Israele". "Nel Signore troverà giustizia", poiché tutti gli ebrei riconosceranno la loro fede e vedranno a giusta ragione il loro trionfo grazie alla loro fede in Dio, a differenza dei tempi passati, che pur nella loro fede non videro la loro vittoria; ossia, il mondo non voleva riconoscere la loro fede. Adesso, però, per merito del Goel Finale, Haim, anche le nazioni del mondo troveranno giustizia grazie alla fede in Dio e loderanno il Santo Benedetto. "E si glorierà": anche le nazioni glorificheranno il popolo d'Israele e lo loderanno per la sua fede e fiducia in Dio, che è uno degli scopi principali della Gheulà Shlemà. Con l'aiuto di Dio, avverranno grandi eventi e la nazione di Israele si eleverà.

Gnomen 416: Meshulam deve scrivere queste cose che in futuro saranno note al mondo, ma ciò avviene per merito dello Tzadik vero e povero, il Goel Finale Haim, che dichiarò: "Dite loro che io sono lo Tzadik che è annunciato tre volte". Vale a dire: Moshe Rabbenu fu annunciato come il Goel di Israele, Mordechai lo Tzadik fu annunciato come il secondo Goel del popolo di Israele a suo tempo, mentre Gesù fu annunciato come il Messia universale e come l'Ariete sacrificato al posto di nostro padre Isacco, (per cui è il secondo uomo della redenzione), e lo Tzadik Nistar Haim è annunciato come Goel Finale e Giudice Unto nel Regno dei Cieli. Il Goel Haim è universale, poiché è il Goel di Israele e delle nazioni del mondo ed anche il saggio Mahdi che i figli di Ismaele stanno aspettando. Il Goel è apparso in sogno mentre abbracciava con amore persone di ogni popolo e diceva: "Siamo tutti una sola carne". Il Santo Benedetto Egli sia ci faccia vedere la giustizia nel mondo, e ci riservi il merito di essere Talmidim del Goel Haim per poter leggere e comprendere tutti i Segni Redenzionali, camminando sempre con umiltà e amore per il prossimo. Amen e così sia.

Concluso il giorno 28 Tammuz 5744, 7 luglio 1994, nella Tenda delle Stelle.

La revisione del testo è stata fatta in Israele, nell'anno 2016.