Autore: Peretz Green

Traduzione: Davide Levi

 

I Cinque Libri del Patto

 

Quinta Tavola – Il Nuovo Patto Finale

 

Passo 1 - Il Giusto che vive nella fede del Primo Comandamento vive una vita vera. Così gli Hachamim, di benedetta memoria, (Bavli, Nezikim Trattato Macot 24, 1) nella loro Kabalà dai Profeti associarono il verso di Abacuc (2, 4) "Il Giusto vive nella propria fede" al Primo Comandamento. In questo modo comprendiamo che è possibile stabilire tutti i 613 precetti conformemente al verso (Esodo, 20, 2) "Io Sono il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla casa di schiavitù".

Passo 2 – Il Primo Comandamento racchiude tutti i comandamenti. Così lo Tzadik che vive nella propria fede crede con la vera fede nel Santo di Israele, nel Signore delle Schiere, nei Suoi miracoli, portenti e prodigi. E' risaputo che il Primo Comandamento include ciò che viene dopo, come i 10 Comandamenti e le 613 mitzvot. Che cosa viene ad aggiungere allora il Giusto che vive nella propria fede?

Passo 3 – Diciamo innanzitutto che potrebbe non essere così logico che tutti i precetti siano inclusi nel Primo Comandamento. Più logico sarebbe dire che i 248 precetti positivi sono racchiusi nel Primo Comandamento, mentre i 365 precetti negativi sono racchiusi nel Secondo Comandamento. Entrambi sono necessari ed è per questo motivo che i figli di Israele ascoltarono i primi due Comandamenti direttamente dall'Onnipotente. Chiediamoci, allora, perché il Giusto che vive nella propria fede è collegato specificamente al Primo Comandamento?

Passo 4 – Perché se tutto Israele si comportasse secondo gli insegnamenti del nostro Maestro, Mosè, sarebbe sufficiente solo il Secondo Comandamento, ma poiché non è così, entrambi sono necessari per stabilire il giusto equilibrio.

Il Cuore della Shoshana: La storica dissonanza fra Chiesa e Sinagoga ha ribadito la necessità di avvertire i fedeli ad attenersi al Secondo Comandamento e a tutto ciò che è ad esso collegato al fine di evitare concetti e dottrine idolatre. Il Cristianesimo si aggrappò al concetto del Giusto che vive nella propria fede seguendo l'insegnamento di Gesù, ma alla fine si staccò dai precetti della Torà fino ad annullarli vanificando in questo modo l'essenza stessa del Secondo Comandamento.

Passo 5 – Il corretto equilibrio arriva tramite i Segni Completi, ricevuti per merito del Goel Haim, che ci fanno capire in che cosa consiste il Nuovo Equilibrio del Giusto che vive nella propria fede. Essi rappresentano la Quinta Tavola e sono una Nuova Ricezione che segue i Dieci Comandamenti della Torà. Eccoli elencati:

1) Il giusto vive nella propria fede

2) Il giusto che vive nella propria fede serve Dio soltanto.

3) Il giusto che vive nella propria fede trema quando menziona il nome di Dio.

4) Il giusto che vive nella propria fede osserva il suo Sabato.

5) Il giusto che vive nella propria fede non siede al posto di suo padre e lava i piedi di sua madre.

6) Il giusto che vive nella propria fede si corregge costantemente.

7) Il giusto che vive nella propria fede si comporta modestamente con la propria moglie, tanto di più con il suo prossimo.

8) Il giusto che vive nella propria fede non ruba persino un minuto del tempo del suo prossimo.

9) Il giusto che vive nella propria fede non presta giuramento, ma se è costretto a farlo, giura soltanto nel nome di Dio.

10) Il giusto che vive nella propria fede sa quando parlare e quando tacere.

Passo 6 – Perché il fondamento di "Tzadik be-emunatò yihyè" è collegato alla Quinta Tavola della Nuova Vera Kabalà e non alla Kabalà di Moshe Rabbenu o alla Kabalà del Profeta Elia? Perché credere nel Primo Comandamento in tutta la sua verità coinvolge anche le altre fedi idolatre che saranno dissolte e annullate ?

Passo 7 – Il verso di Abacuc (2, 4) così recita: "e l'anima sua è indegna non è retta in lui ma il giusto vivrà nella sua fede". 'Indegno' (upla) significa sostanzialmente chi brancola nel buio ed è arrogante e superbo nei suoi modi e valuta la realtà in modo contrario, giudicando ingiusto chi è giusto. Al contrario, chi è giusto nella sua fede, agisce conformemente al dettato di Dio.

Passo 8 - Dall'oscurità dei tempi sono uscite alcune profezie generali che hanno facilitato i fedeli ad impararle nella loro formazione spirituale, come quella di comportarsi in un modo amato da Ha-Shem. Il giusto che vive nella propria fede agisce con misericordia e in questo modo la Torà è custodita in lui e la sua anima e il suo spirito hanno presente sempre il loro Padre che è nei Cieli.

Passo 9 – Ho osato rapportare le presenti 5 Tavole ai versetti della profezia di Abacuc (2, 2-3). E l'Eterno mi rispose e disse: "Scrivi la visione, incidila su delle tavole perché si possa leggere speditamente; poiché è una visione per un tempo già fissato che s'affretta verso la fine e non mentirà; e anche se tarda, aspettala; poiché per certo arriverà e non tarderà".

"Scrivi una visione" sono i sogni e le visioni dei Segni Completi. "E incidila su tavole" sono le 13 Tavole di Sefer Mishnat Haim; "perché si possa leggere speditamente": questi sono i Gnomen, i Passi e i Ragli che facilitano la lettura, la comprensione e lo studio da parte del lettore.

Passo 10 – '"Poiché è una visione per un tempo già fissato": dopo aver ricevuto i Segni Completi nei primi 17 anni fino al sigillo finale, inizia un secondo periodo nella visione della Gheulà Shlemà.

Anche il periodo di 30 anni dopo quello di 35 anni può riferirsi alla seconda visione.

In quei giorni tutti si augureranno la fine della terribile Quarta Generazione, che non mancherà di arrivare, e anche in quel periodo tremendo sarà difficile "aspettare" a causa delle catastrofi, del caos, delle epidemie e del panico; tuttavia, la fine arriverà.

"E anche se tarda, aspettala, poiché per certo arriverà" – Dio assicura che verranno i tempi della pace e i periodi della Redenzione Finale per merito del Goel Haim.

Passo 11 – Il giusto vive nella propria fede. Era necessaria una tale generalità per dare speranza non solo agli ebrei ma anche alle nazioni che hanno la fede nel loro cuore ma sono confuse da idee idolatre. Prendiamo ad esempio gli abitanti di Ninive che praticavano l'idolatria e odiavano Israele. Tuttavia, credettero al profeta Giona, ebbero paura della punizione di Dio, si pentirono, digiunarono e il Signore li perdonò. In quel momento erano solo persone che vivevano nella loro fede e Ha-Shem riconobbe la loro buona fede. Non senza ragione il Libro di Giona viene letto soltanto a Minchà di Yom ha-Kippur, poiché non esiste esempio migliore per la correzione umana. Ecco, se il cuore è giusto, si può correggere il resto; per questo tutti i precetti sono racchiusi in esso: il giusto vive nella sua fede e la verità sarà estesa anche alle nazioni che non sono comandate nelle 613 mitzvot.

Passo 12 – Ovviamente chi pratica l'idolatria non può essere definito una persona giusta che vive nella sua fede. Uno deve servire solo Ha-Shem e non altri dèi. Ciò non contraddice il fatto che "Rahmana libei baei" (il Misericordioso desidera il cuore), perché se il cuore è buono e umile e segue la volontà di Dio ed è incline a ricevere buoni insegnamenti e a correggersi può essere considerato una persona giusta che vive nella sua fede servendo Dio.

Passo 13 – Il giusto che vive nella propria fede trema quando menziona il nome di Dio. Ai nostri tempi, ci sono ancora uomini e donne che sono analfabeti, tuttavia, sono molto 'temimim' e se parli loro di Dio reagiscono con tutto il loro corpo. Se dici loro di chiamarLo in preghiera, ti ascolteranno, guarderanno in alto e tremeranno nel chiamare il Creatore del mondo. Non possiamo immaginare quanto siano preziosi e amati davanti al Santo Benedetto poiché non abbiamo percezione dell'amore di Dio per le sue creature semplici di cuore, specialmente ai giorni nostri. Sono persone giuste al cospetto di Ha Shem anche se non sanno cosa significhi essere Tzadik.

Passo 14 – Se uno mi dicesse: "Che cosa ne sai tu di queste questioni? E, chi sei tu per spiegarle?", gli risponderei: "Hai ragione, ma non sono io a dirle ma il Capo dei 36 Tzadikim Nascosti della sua generazione, lo Tzadik Haim. Egli le conosce e me ne ha parlato più volte con profondo sentimento e con chiare spiegazioni. A volte, quando eravamo seduti in un bar di Milano e lo Tzadik vedeva degli africani per lo più cristiani e si intratteneva con loro, rimanevo stupito nel vedere il loro entusiasmo quando veniva menzionato il nome di Dio. Era poco dopo che il Morè mi spiegava quanto fosse amata dal Cielo la loro temimut".

Passo 15 – Il giusto che vive nella propria fede osserva il suo Sabato. Come abbiamo spiegato nella Nuova Legge, i Rabbini sono molto severi nelle leggi riguardanti il Sabato. Si dice qui il "suo" Sabato perché chi conosce le leggi dello Shabbat può osservarle secondo la sua fede, anche se nella Nuova Legge della Gheulà Shlemà, si è in qualche modo alleggerito il peso di alcuni divieti rabbinici.

Passo 16 – Il giusto che vive nella propria fede non si siede al posto di suo padre e lava i piedi di sua madre: per rispetto, dovrebbe tenere la testa leggermente abbassata quando parla coi suoi genitori. Il Santo Benedetto ama ogni gesto che dimostra il dovuto rispetto verso i propri genitori. Non si dovrebbe esagerare, tuttavia, poiché le azioni esagerate annullano la loro piacevolezza; però se un figlio inclina leggermente la sua testa davanti ai genitori, riceve la benedizione da Dio Benedetto soprattutto ai nostri tempi, dove il derech eretz è così terribilmente carente.

Passo 17 – Chiunque parla ai propri genitori con maleducazione si rende odioso al cospetto di Dio, senza rendersene conto. Per questo dovrebbe lavare i piedi a sua madre per mostrarle quanto è apprezzata e non dovrebbe sedersi al posto di suo padre. Queste due azioni sembrano fuori luogo, ma sono atti di rispetto che prescindono l'intelletto. Ai nostri giorni, tutti parlano coi loro genitori come se fossero loro pari e, così facendo, diminuiscono il valore di una mitzvà che è al di sopra dell'intelletto; è bene qui ricordare che ogni azione rispettosa è importante in questo mondo e ancor di più nel mondo a venire, perché in questo modo sottoponiamo la nostra volontà a quella dell'Eterno.

Passo 18 – Una persona non deve mai adirarsi coi suoi genitori se ritiene che essi sbaglino o siano in disaccordo con il suo pensiero. Se d'altronde il genitore è disposto ad ascoltare, la persona dovrebbe esprimersi con molto garbo, con un sorriso e con il capo leggermente abbassato. Questa è la misura amata dall'Onnipotente. Se il genitore accetta poi l'idea che ha espresso il figlio, va bene, ma in caso contrario, il figlio non deve mostrare insoddisfazione o malumore, ma accettare l'opinione del genitore con derech eretz. Mi dilungo su questo argomento perché il derech eretz comincia con il rispetto verso il padre e la madre ed ha un immenso valore davanti a Dio e origina dalle radici di una finezza superiore e dalla fonte della misericordia di Dio, come ho appreso direttamente dalle parole del Morè Haim.

Passo 19 – Il giusto che vive nella propria fede si corregge costantemente; una persona non dovrebbe mai pensare di aver raggiunto la perfezione tramite una temporanea correzione. Molti pensano di aver fatto abbastanza, dopo aver corretto un loro atteggiamento mancante o sbagliato, ma, il più delle volte, non è così. Se, ad esempio, uno afferma di essere generoso e dà anche più della decima, ma considera il denaro come un fine da perseguire, ecco che non si è corretto veramente. Oppure una persona che dice di essere di natura paziente, ma, in alcune situazioni, reagisce con collera, dimostra l'esatto contrario.

Passo 20 - In generale, la lode e il vanto di se stessi proviene da Satana, come dicono gli arabi "istafkar fi nafsi eina ele il-Satan". Bisogna fare molta attenzione perché l'autogiustificazione è molto comune dato che, per natura, la persona vuole sentirsi a posto anche senza bisogno di cambiare.

 Passo 21 – Il giusto che vive nella propria fede si comporta modestamente con la propria moglie, tanto di più con il suo prossimo. Che nesso c'è fra la modestia con la propria moglie e quella verso gli altri? L'intenzione è che un uomo pudico con la propria moglie, soprattutto nell'intimità, dimostra di avere timore di Dio e, in questo modo, di procedere modestamente anche con il proprio prossimo,

Passo 22 – Bisogna imparare ad essere modesti con la propria moglie, sia prima che durante l'intimità, e questo deve essere uno sforzo costante fino a diventare una seconda natura. Ai nostri giorni questo è molto difficile da realizzare e richiede grandi sforzi. Nell'unione coniugale è bene agire con il giusto equilibrio fra concupiscenza e fredda routine, fra ostentazione e indifferenza. Non bisogna certo arrivare agli estremi, come fanno alcuni ebrei ortodossi, che considerano il piacere sessuale una manifestazione da reprimere e per questo fanno un buco nel lenzuolo per evitare il contatto fisico diretto con la propria moglie! Questa è pura follia, indesiderabile e contro natura! Il timore di Dio e la modestia non devono, in alcun modo, compromettere il piacere che provano marito e moglie durante l'intimità.

 Passo 23 – Il giusto che vive nella propria fede non ruba persino un minuto del tempo del suo prossimo. Questo è un precetto di difficile applicazione e anche i Saggi dichiararono che "il Santo Benedetto è estremamente rigoroso con gli Tzadikim " (Bavli, Yebamot, 121, 2).

Passo 24 – Qui, comunque, non si sta parlando degli Tzadikim Nascosti Superiori, bensì dei giusti che vivono nella loro fede. Una persona può raggiungere una lodevole sensibilità nel percepire la vita, lo spirito e il fisico del proprio prossimo. Tale sensibilità dovrebbe riguardare anche il tempo che è estremamente prezioso e ogni minuto in questo mondo ha un grande valore in Alto. Chiunque spreca il proprio tempo, in realtà, detrae alla sua neshamà minuti e ore che avrebbero potuto essere utilizzati in attività significative. Quindi se un ebreo studia la Torà o compie una mitzvà o prega o si occupa di un'attività virtuosa, imparerà a valorizzare il suo tempo e per questo non vorrà rubare nemmeno un minuto del tempo altrui.

 Passo 25 – Il giusto che vive nella propria fede non presta giuramento, ma se è costretto a farlo, giura soltanto nel nome di Dio. Questa questione è chiara e non ha bisogno di spiegazioni poiché un giuramento implica un impegno gravoso; meglio è se uno può evitarlo. Tuttavia, se uno è costretto a giurare, come in un tribunale, deve sapere davanti a chi e nel nome di chi sta giurando e deve farlo col giusto timore di Dio.

Passo 26 – Il giusto che vive nella propria fede sa quando parlare e quando tacere. Su quanto avvenne milioni di anni fa starò zitto, e lo stesso vale per i mondi precedenti. Parlerò, invece, di quelle scimmie in Olanda che si sono arrampicate sugli alberi o della cometa Shoemaker Levi che si è frantumata in 21 parti schiantandosi sul pianeta Giove. Segni validi per chi crede che i gorilla furono creati al tempo della Torre di Babele. [1]

Passo 27 – Non posso parlare dei 12 segni dello Zodiaco, ma posso parlare delle 13 Nuove Mazalot del Grande Pesce Leviathan.

Passo 28 – Ho qui descritto in questa breve Tavola alcuni aspetti del giusto che vive nella propria fede. Ciò è essenziale per comprendere meglio i tratti desiderati per ricevere il Nuovo Patto finale per merito del Goel Haim, anche se queste virtù erano amate anche in passato. Le Cinque Tavole precedono lo Herem Mi-Deoraita contro la falsa Kabalà dello Zohar e il suo successivo misticismo. Le Cinque Tavole ribadiscono la nostra vera fede nella Tradizione di Israele, necessaria per stabilire lo Herem Mi-Deorata.

Passo 29 – Le Tavole della Nuova Kabalà rientrano nella Nuova Vera Kabalà del Grande Pesce Leviathan e contengono molti argomenti: la Nuova Luce del Rambam, la Nuova Legge, il Nuovo Diritto, i sogni profetici della Redenzione, il Libro che Stupisce con la grande correzione del Cristianesimo e il chiarimento della vera posizione "messianica" che Gesù figlio di Giuseppe e Maria ricevette, la Riforma dell'ebraismo, le Stelle della Redenzione, le 13 Nuove Mazalot del Grande Pesce Leviathan, le questioni del Regno dei Cieli, il Goel Haim, la Casa di Preghiera di 7 Piani, 13 Altari di Preghiera e il Tappeto dell'Islam: tutti questi sono nuovi messaggi di Sefer Mishnat Haim, i segni riguardanti l'Asino che mangia il Pane e segni riguardanti la resurrezione del Goel Haim nel segno finale della Resurrezione dei morti.

Passo 30 - La Redenzione Finale è la rivelazione che completa il nome completo EHEYE ASHER EHEYE. Dopo il terzo nome non c'è più alcun esilio che è abbastanza difficile per noi immaginare ora come sarà il mondo quando (Isaia 11,9) "la conoscenza di Ha-Shem coprirà il mondo mentre l'acqua copre il mare" e (Geremia 31, 33) "tutti conosceranno M dal più piccolo al più grande". Allo stesso modo anche le altre profezie della futura redenzione universale finale in cui non vi sono idolatria o cuori malvagi o egoismo contro la natura creata da Dio Onnipotente.



[1] Racconta la Tradizione che le frecce che venivano scagliate dagli arcieri della Torre per "uccidere Dio" tornavano a loro intrise di sangue, per cui il loro entusiasmo cresceva sempre di più, convinti di aver ferito la divinità. Alla fine, Dio punì gli uomini della Torre, trasformandoli in elefanti e in scimmie. Gli elefanti così adorabili nei Segni Completi sono una reminiscenza di coloro che seguirono passivamente i promotori dell'insurrezione contro Dio, che furono trasformati in scimmie e gorilla. E fino ad oggi i gorilla sono animali odiati perché in quella circostanza vollero affermarsi e governare il mondo. Sono creature poco simpatiche e anche spaventose a causa della loro brutalità. Chi non crede al fatto che gli insorti della Torre furono trasformati in scimmie ed elefanti crede, invece, alla teoria evoluzionistica di Darwin, secondo cui gli esseri umani derivano dalle scimmie, Dio ci salvi. Tale idea è bestiale per l'anima e falsifica i pensieri e i sentimenti. Ma molte persone sono superficiali e, diciamo, anche stupide. La cometa Shoemaker Levi si è infranta su Giove con un segno grandioso che ci indica che nuovi livelli di giudizio stanno per scendere sul mondo, in correlazione con i tempi della Redenzione Finale. Le scimmie in Olanda, poi, hanno fatto qualcosa di completamente anomalo: si sono arrampicate sugli alberi e ci sono rimaste appollaiate a lungo, per la durata della Nuova Giustizia che sta arrivando; sugli alberi che riguardano questioni superiori per tutto il mondo. Il concetto dell'umanità derivante dalla scimmia è tanto estraneo alla verità quanto lo strano "segno" delle scimmie che si arrampicano sugli alberi proprio nel tempo della Nuova Giustizia. Chi crede a Darwin e non all'atto della creazione di Bereshit verrà giudicato dal Creatore dei Cieli e della terra e di tutta l'umanità.