Autore: Peretz Green

Traduzione dall'ebraico: Davide Levi

 

Messaggio dell'Arcangelo Gabriele

 

Siete benedetti nella santificazione

 

Siete benedetti nella santificazione del re Assa: "Ed Assa fece ciò che è giusto agli occhi del Signore, come suo padre Davide; cacciò via dal paese quelli che si prostituivano, rimosse tutti gli idoli che i suoi padri avevano fabbricato e destituì pure la regina Ma'achà, sua madre, perché aveva eretto un'immagine scandalosa per Astarte (Ashera); ed Assa abbattè l'immagine e la bruciò nei pressi del torrente Kidron" (Re 1, 15: 11-13).

Siete benedetti nelle meravigliose santificazioni del profeta Elia, di benedetta memoria: "Elia il Tishbita, uno di quelli che si erano insediati a Ghil'ad, disse ad Achab: "Com'è vero che vive il Signore, Dio d'Israele, di cui io sono servo, non vi sarà né rugiada né pioggia in questi anni, se non secondo la mia parola". E la parola del Signore gli fu rivolta in questi termini: "Pàrtiti di qua, volgiti verso oriente e nasconditi presso il torrente Kerith, che è dirimpetto al Giordano. Berrai al torrente ed Io ordinerò ai corvi di portarti da mangiare. Ed egli andò e si stabilì vicino al torrente Kerith. Ed i corvi gli portavano del pane e della carne al mattino e alla sera e beveva al torrente. Ma di lì a qualche tempo il torrente si prosciugò perché non pioveva sul paese. Allora la parola del Signore gli fu rivolta in questi termini: "Lèvati, vai a Zarfat, nel territorio dei Sidoniti, e stabilisci lì la tua dimora; ecco, Io ho ordinato colà ad una vedova di darti da mangiare". Egli dunque si levò e si recò a Tzarfat e come giunse alle porte della città ecco vide una vedova che raccoglieva della legna. Elia la chiamò e le disse: "Ti prego, vammi a cercare un po' di acqua in un vaso, perché sono assetato". E le disse anche: "Ti prego, portami anche un tozzo di pane". Ella rispose: "Com'è vero che vive il Signore, tuo Dio, non ho del pane, ma solo una manciata di farina in un vaso e un po' di olio in un orciolo; e, come vedi, sto raccogliendo due stecchi per andare a cuocerla per me e per il mio figliolo; la mangeremo e poi moriremo di fame". Elia le disse: "Non temere; va' e fa' come hai detto: ma fanne prima una pagnottina per me e portamela; poi ne farai per te e per il tuo figliolo. Poiché così dice il Signore Dio di Israele: Il vaso della farina non si esaurirà, né l'orcio di olio verrà a mancare, fino al giorno in cui il Signore farà scendere la pioggia sulla terra". E la donna andò e fece come le aveva detto Elia, e poi lei, la sua famiglia ed Elia ebbero di che mangiare per molti giorni. Il vaso della farina non si esaurì e l'orcio dell'olio non venne a mancare, secondo la parola del Signore, pronunciata per bocca di Elia. E dopo questi eventi, avvenne che il figlio della donna, che era la padrona di casa, si ammalò e la sua malattia si aggravò a tal punto che non potè più respirare. Allora la donna disse ad Elia: "Che cosa ho a che fare con te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rammentare i miei peccati e far morire mio figlio?". E lui le disse: "Portami tuo figlio". E lo prese dal suo grembo, lo portò su nella camera dove dimorava e lo coricò sul suo letto. Poi invocò il Signore e disse: "O Signore, mio Dio, vorresti colpire con la morte di suo figlio questa vedova che mi ospita?".

E si distese tre volte sopra il giovinetto e invocò il Signore: "O Signore mio Dio, Ti prego, fa' tornare in lui l'anima di questo fanciullo". E il Signore esaudì la preghiera di Elia e l'anima del giovane tornò in lui, per cui riprese a respirare. Elia prese il ragazzo, lo riportò giù al piano terra e lo consegnò a sua madre, dicendole: "Vedi, tuo figlio è vivo". E la donna disse ad Elia: "Ora riconosco che tu sei un uomo di Dio e che la parola del Signore che è nella tua bocca è verità" (ibid. 17: 1-24). 

Siete benedetti nella grande santificazione sul monte Carmelo: "E dopo molto tempo, nel terzo anno, la parola del Signore si rivolse ad Elia in questi termini: "Va', presentati ad Achav ed Io farò scendere la pioggia sul paese" (ibid. 18: 1). "Allora Elia rispose (ad Ovadià): "Come è vivo Adonai Tzevaot, di cui sono servitore, sicuramente oggi mi farò vedere da lui (Achav)". Così Ovadià andò incontro ad Achav e gli riferì le parole di Elia; e Achav andò incontro ad Elia. E quando Achav vide Elia gli disse: "Ah, sei dunque tu quello che perturba Israele!" E lui rispose: "Non io perturbo Israele, ma tu e la casa di tuo padre, dato che avete abbandonato i precetti del Signore e servite i Be'alim. Ed ora raduna intorno a me tutto Israele sul Monte Carmelo, con i 450 profeti del Ba'al e i 400 profeti di Astarte, che mangiano alla tavola di Izèvel". Achav mandò corrieri a tutti i figli d'Israele e radunò i profeti sul Monte Carmelo. Ed Elia si presentò al popolo intero e disse: "Fino a quando voi salterete su due rami (ossia, farete il doppio gioco di servire allo stesso tempo Dio e i Be'alim)? Se il Signore è Dio, allora seguiteLo; e se invece lo è il Ba'al, allora seguite lui". Ma il popolo non gli rispose parola. Ed Elia continuò: "Io sono rimasto solo, unico profeta del Signore, mentre i profeti del Ba'al sono 450. Ebbene, ci vengano portati due giovenchi; essi ne scelgano uno, lo taglino a pezzi e lo collochino sulla legna senza appiccarvi il fuoco; io preparerò l'altro giovenco, lo metterò sulla legna, senza appiccarvi il fuoco. Voi invocherete il nome del vostro dio mentre io invocherò il nome del Signore; la divinità che risponderà col fuoco è il vero Dio". E i presenti dissero: "Sta bene". Ed Elia disse ai profeti del Ba'al: "Sceglietevi voi il giovenco e fate per primi, poiché voi siete più numerosi; invocate il nome del vostro dio e non appiccate il fuoco". Ed essi presero il giovenco che Elia consegnò loro e lo prepararono; poi invocarono il nome del Ba'al dalla mattina fino a mezzogiorno, dicendo: "O Ba'al, rispondici!". Ma non si udì voce e nessuno rispondeva. Poi presero a dimenarsi sull'altare che avevano allestito. A mezzogiorno, Elia cominciò a schernirli, dicendo loro: "Urlate più forte al vero dio; ma forse ora starà conversando oppure si è assentato oppure è in viaggio o forse starà dormendo e poi si sveglierà". Essi urlarono a squarciagola e si produssero delle ferite con le spade e le lance, secondo la loro usanza, e il sangue colava su di loro. Passato mezzogiorno, si diedero ad atti da invasati fino all'ora in cui si offre il sacrificio pomeridiano, ma non si udì voce, nessuno rispondeva, né vi era segno che qualcuno ascoltasse.

 Allora Elia disse al popolo: "Accostatevi a me". E quando tutto il popolo si era accostato, Elia riordinò l'altare del Signore che era stato rovinato. E prese poi dodici pietre, come il numero delle tribù dei figli di Giacobbe, al quale il Signore aveva detto: "Israele sarà il tuo nome". E con esse eresse un altare dedicato al Signore; e intorno all'altare scavò un fosso della capacità di due seà (circa 20 litri). E dispose la legna, tagliò a pezzi il giovenco e lo mise sulla legna. Poi disse: "Riempite d'acqua quattro brocche e versate l'acqua sull'olocausto e sulla legna". E ripetè: "Fatelo un'altra volta". Ed essi lo fecero. Poi disse ancora: "Ripetete la cosa per la terza volta". E così fecero. E l'acqua scorreva intorno all'altare e così il fosso si riempì d'acqua. Al momento dell'offerta del sacrificio pomeridiano, il profeta Elia si avanzò e disse: "O Signore, Dio di Abramo, Isacco e Israele, fa' che oggi si sappia che Tu sei Dio in Israele, che io sono Tuo servo e che ho fatto tutte queste cose per ordine Tuo. Rispondimi, o Signore, rispondimi e riconosca questo popolo che Tu, o Signore, sei Dio, e che Tu sei Colui che converte il loro cuore". Allora cadde il fuoco del Signore e consumò l'olocausto, la legna, le pietre, la terra e prosciugò l'acqua che era nel fosso. E tutto il popolo, vedendo ciò, si gettò con la faccia a terra e disse: "Il Signore è Dio, il Signore è Dio". Ed Elia disse loro: "Catturate i profeti del Ba'al e nessuno di loro deve mettersi in salvo. E li catturarono ed Elia li portò al torrente Kishon e qui li sgozzò" (ibid. 15-40).

Siete benedetti nella santificazione di Elia: "Elia, vedendo ciò, si levò e se ne andò per salvarsi la vita; arrivò a Beer Sheva, che appartiene a Giuda, e vi lasciò il suo domestico. Ma egli stesso continuò a camminare nel deserto per un giorno intero e andò a riposarsi sotto una ginestra, e qui espresse il desiderio di morire, dicendo: Basta, o Signore, prendi adesso la mia anima, poiché non valgo i miei padri". Poi si coricò e si addormentò sotto la pianta, quand'ecco che un angelo lo toccò e gli disse: "Alzati e mangia". Egli si guardò intorno e vide presso di sé una focaccia cotta sulla brace ed una brocca di acqua. Egli mangiò e bevve e si coricò di nuovo. E l'angelo del Signore tornò una seconda volta, lo toccò e gli disse: "Alzati e mangia, perché ti aspetta un lungo cammino". Egli si alzò, mangiò e bevve e con l'energia che quel cibo gli aveva dato, camminò quaranta giorni e quaranta notti, fino ad arrivare sul Horeb, il monte di Dio. E qui entrò in una grotta e vi passò la notte. Ed ecco, gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: "Che cosa fai qui, Elia?". Ed egli: "Sono stato molto zelante al Signore, Adonai Tzevaot, poiché i figli d'Israele hanno abbandonato il Tuo patto, hanno demolito i Tuoi altari e hanno ucciso con la spada i Tuoi profeti; sono rimasto io solo e cercano di togliermi la vita". E il Signore gli disse: "Esci fuori e fermati sul monte, davanti al Signore". Ed ecco che il Signore passò. Si levò un vento, forte ed impetuoso, che schiantò le montagne e frantumò le rocce, ma il Signore non era nel vento. E dopo il vento, si scatenò un terremoto; ma il Signore non era nel terremoto. E dopo il terremoto, divampò un incendio; ma il Signore non era nel fuoco. E dopo il fuoco, si udì un suono dolce e sommesso. E come Elia l'ebbe udito, si coprì il volto con il mantello, uscì fuori e si fermò all'ingresso della grotta; ed ecco, che una voce giunse fino a lui e gli disse: "Che cosa fai qui, Elia?" Ed egli: "Sono stato molto zelante al Signore, Adonai Tzevaot, poiché i figli d'Israele hanno abbandonato il Tuo patto, hanno demolito i Tuoi altari e hanno ucciso con la spada i Tuoi profeti: sono rimasto io solo e cercano di togliermi la vita". E il Signore gli disse: "Va', ripercorri la strada del deserto, fino a Damasco; e quando vi sarai arrivato, ungerai Hazael re di Siria" (ibid. 19, 3-15).