Autore: Peretz Green

Traduzione dall'ebraico: Davide Levi

 

Messaggio dell'Arcangelo Gabriele

 

 

Voi non capite il bacio fra Giacobbe ed Esaù

 

In memoria della mia amata madre, Ann Green

30.07.1990 – 8 Menahem Av 5750

Revisione: 23.11. 1994 (Houston)

 

 

Voi non capite il bacio fra Giacobbe ed Esaù. Né sapete che ho appena baciato con un bacio appassionato l'Asino Segreto del Regno dei Cieli. L'ho visto quando è sceso nella mia stanza. Era sfolgorante, aveva una pelle lucida con riflessi i colori del Palazzo Reale.

E' la celebre asina di Bil'am. Anch'io ho sentito le profezie incontrarsi e ci siamo baciati e abbracciati con grande trasporto ed emozione.

Dopo di ciò, mi ha detto: "Sono l'Asino Segreto del Regno dei Cieli. Quando Isacco diede la benedizione a Giacobbe, le braccia e le mani di Giacobbe erano pelose come le mie, per la pelliccia di Esaù che Rebecca gli aveva fatto indossare. Se le mani di Giacobbe non fossero state pelose come quelle del fratello gemello, non avrebbe ricevuto la benedizione. Era una pelliccia dall'odore fragrante dei campi nei quali Esaù praticava la caccia. Pertanto devi gioire perché sono sceso con lo stesso pellame con il quale puoi ricevere la benedizione della Redenzione Finale.

E anche il Signore usò uno stratagemma con il mondo, quando aprì la bocca dell'asina di Bil'am e la fece parlare in libertà. Ciò facendo, insegnò all'umanità che, se lo desidera, anche un asino può profetizzare. Non si monti la testa chi è stato investito dalla profezia, poiché anche l'asina di Bil'am profetizzò sulle tre redenzioni quando eslamò: "Perché hai percosso la tua asina già tre volte?" (Numeri, 22: 32)

La prima volta è scritto (ibid. 22, 22-23): "E un inviato del Signore si pose sulla via per essergli di ostacolo (le-satan-lo); egli (Bil'am) cavalcava sulla sua asina, e due suoi servi erano con lui. E l'asina vide l'inviato del Signore che stava fermo sulla strada, con la spada sguainata in mano; e l'asina deviò dalla via e andò nel campo; e Bil'am percosse l'asina, per farla ritornare sulla strada". 

 "E un inviato del Signore si pose sulla via per essergli di ostacolo" allude alla Prima Redenzione, perché è scritto "per essergli d'ostacolo" (le-satan-lo) – alludendo a Satana che lo fa deviare dalla strada. A causa della grande elevazione e del grande privilegio ottenuto da Israele con la redenzione dall'Egitto e la rivelazione sul Sinai, e con la libera scelta di osservare o meno i comandamenti della Torà, fu anche concesso il "permesso" al potente Satana di mettere alla prova i figli d'Israele.

Ma, potreste obiettare, cosa c'entra questo con Satana, l'asina e Bil'am? Pazientate un po' e il Buon Dio ci aiuterà a spiegarlo per bene.

Riguardo alla seconda parte, è scritto: "E (Bil'am) cavalcava sulla sua asina, e due suoi servi (shnei ne'arav) erano con lui". Ciò ha un'attinenza anche con Abramo, nostro padre, che "sellò l'asino la mattina presto e prese con sé due suoi giovani (shnei ne'arav)" (Genesi, 22: 3). E, in seguito, disse loro: "Voi rimanete qui con l'asino, mentre io e il ragazzo andremo fin là, ci prostreremo e torneremo da voi" (Ibid: 5).

"E l'asina vide l'inviato del Signore che stava fermo sulla strada, con la spada sguainata in mano" ha un'attinenza con Giosuè, figlio di Nun, che vide l'angelo di Dio fermo davanti a lui con la spada sguainata in mano.

"E l'asina deviò dalla via e andò nel campo" ha attinenza con Isacco che deviò dalla via per recarsi nei campi a pregare.

"E Bil'am percosse l'asina, per farla ritornare sulla strada". Qui Bil'am allude al Signore e l'asina allude a Giacobbe che soffrì molto in vita prima di poter completare il suo voto a Beth El.

 Ma qui potreste obiettare giustamente: ma come è possibile associare Bil'am all'Onnipotente? In termini allegorici, come Bil'am era l'unico profeta tra le nazioni, così il Signore è l'unica fonte di profezie, per ebrei e non.

Perché i figli di Israele si lamentarono con il Signore dopo l'uscita dall'Egitto e la rivelazione sul Sinai? Perché il Signore aveva permesso a Satana di confonderli facendoli peccare con il vitello d'oro. Furono percossi dal Signore, perché Satana fu autorizzato a tentarli portandoli al peccato e alla successiva punizione; Israele sarebbe stato fedele al suo Padrone, se il Grande Angelo non fosse apparso con la spada sguainata facendolo "deviare dalla via".

Questo ci insegna qualcosa sulla "missione" di Israele. Israele viene eletto come popolo ma devia dal suo cammino se un angelo gli sbarra la strada e lo fa allontanare dai comandi del suo Padrone; per questo viene percosso e punito. Ma Dio non vede forse che l'angelo fa deviare intenzionalmente il suo popolo messianico? Lo vede, ma lascia che Satana, l'angelo tentatore, svolga il suo compito. E Israele se ne lamenta. I figli di Israele avrebbero preferito ricevere minore responsabilità e non avere a che fare con il Nahash (serpente) dell'Eden.

Ma Dio si fa cieco e sordo ai reclami di Israele. Si rifiuta di concedergli la ricompensa che gli spetterebbe se solo sapesse superare gli ostacoli e le prove a cui lo sottopone Satana.

La prima percossa di Bil'am rappresenta pertanto la prima redenzione; allude anche alle terribili e difficili prove alle quali furono sottoposti in vita i nostri Patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe. La parola chiave è 'le-satan-lo'; cioè, nella prima redenzione, le lamentele di Israele erano dirette alla strategia di Dio che lo voleva mettere alla prova. Per questo non voleva esser parte del principio di "norà alilà al bnei adam" (Salmi, 66: 5) - "terribili sono le prove imposte agli uomini". Nel corso della sua storia Israele ha potuto mangiare il frutto dell'Albero della Conoscenza, del bene e del male. Ad Israele è stato comandato di non peccare, ma la trasgressione è una sua costante e il male si manifesta in ogni forma. Israele è così un asino profetico, destinato ad essere percosso dal suo Padrone. Israele è però anche l'asina di Bil'am che cerca di essergli fedele. E se l'Arcangelo Gabriele gli blocca la strada e lo fa deviare dal sentiero, ecco che il suo padrone si adira e lo colpisce finché non ritorna sulla via. Similmente a Giuseppe che si perse per strada mentre cercava i suoi fratelli, fino a che l'Arcangelo Gabriele gli apparve sotto forma umana e gli indicò la strada giusta. "Terribili" sono le strategie del Cielo per far eseguire la Volontà dell'Alto.

Continua così il racconto profetico (Numeri 22, 24-25): "E l'angelo del Signore andò nel sentiero delle vigne, dove c'era un un muro di qua e un muro di là. E quando l'asina vide l'angelo del Signore, si strinse al muro e schiacciò il piede di Bil'am contro il muro ed egli riprese a bastonarla".

Questo allude alla seconda redenzione e alla missione messianica di Yeshua. L'espressione chiave è "nel sentiero delle vigne, dove c'era un muro di qua e un muro di là". Ha attinenza con l'asino messianico che procedeva tra due vigne delimitate e protette da muri difensivi. L'asino messianico era sul sentiero che li unisce, anche se i due campi rimanevano separati fra di loro.

Le due vigne rappresentano le due tradizioni profeticamente annunciate dell'unione di Giuda e Tamar, necessaria per realizzare la speranza messianica proclamata con impeto da Peretz ed estesa ai confini della terra dal suo gemello Zerah (che splende-zarah come il sole su tutto il mondo). Le due tradizioni di Giuda e Tamar rappresentano: 1) la tradizione messianica che Giacobbe diede a Giuda; 2) la tradizione del sacerdote messianico universale Malchitzedek di cui Tamar era erede. Peretz è stato il primo Asino, nato dalle due tradizioni. Così l'Asino messianico si trova sulla strada delimitata dai due vigneti.

Al tempo di Yeshua, la tradizione di Giuda era nelle mani ebraiche dei Dottori della Legge, dei Cohanim (Sacerdoti) e dei Leviti. Ma, come spiegato a lungo in Sefer ha-Maflì, i Segni Messianici della tradizione universale di Malchitzedek, così come la tradizione segreta del profeta Elia, si trovavano esclusivamente nella Scuola degli Esseni dove Yeshua mangiò il suo Pane.

 E quando il Nazareno lasciò la Scuola e la Comunità e si istradò sulla via messianica che unificava le due tradizioni, gli apparve un angelo del Signore che cercò di dissuaderlo dal seguire quel sentiero che aveva intrapreso. "La strada che il tuo maestro ti sta indicando è piena di rischi e pericoli; e la punizione che colpirà il tuo popolo ricadrà anche su di te, sebbene tu non abbia fatto niente di male".

Così anche il primo messia ebreo temeva le conseguenze del rifiuto di Israele. Si fermò e meditò. Pensò di tornare nella Scuola degli Esseni o di insegnare la Torà ad altri ebrei. Tuttavia, dopo una ponderata riflessione, vide che ormai era troppo tardi. Era già stato escluso da entrambi i campi.

Per questo, la prima volta, l'asina si spinse contro il muro per vedere se era ancora possibile rientrare in uno dei vigneti. E quando vide che era impossibile e che il suo padrone continuava a pungolarla, provò una certa rabbia. Era come intrappolata in un insidioso paradosso, in balìa del suo padrone che aspirava a farsi un grande nome. Perciò gli schiacciò il piede contro il muro, affinché provasse un po' del dolore in cui essa si era venuta a trovare. Anche l'angelo del Signore aveva tentato di ostacolarle la strada, ma il suo padrone lo ignorava perché non lo vedeva.

Lo schiacciamento doloroso del piede di Bil'am contro il muro è un simbolo profetico del dolore di Dio, per così dire, quando si manifesta nella sua Nascosta Volontà, che opera in segreto senza mostrare il suo vero scopo. È nascosto in natura e spesso in situazioni dolorose che richiedono grande sopportazione. Anche l'Onnipotente Dio d'Israele soffre, per così dire, insieme alla Sua nazione messianica, se non può manifestargli la Sua misericordia quando non si può rivelare lo scopo della Redenzione nascosta.

Allo stesso modo, Yeshua si trovò tra l'avvertimento dell'angelo del Signore e l'insistenza del nostro Padre nei Cieli. Il piede schiacciato contro il muro potrebbe alludere, ad esempio, alle parole di Gesù sulla croce "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato"? (Matteo, 27: 46). E il dolore al piede di Bil'am potrebbe alludere, per così dire, al dispiacere di Dio nel vedere la tragica condizione degli ebrei e dell'ebraismo in quel tempo e il necessario sacrificio messianico del primo Agnus Dei messianico.

(Numeri, 22, 26-27) "L'angelo del Signore continuò a passare e si mise in un luogo stretto, dove non c'era possibilità di voltare né a destra né a sinistra. L'asina vide l'angelo del Signore e si accovacciò sotto Bil'am. Allora s'accese l'ira di Bil'am ed egli percosse l'asina con il bastone".

Possiamo anche noi sentire quel bastone sul groppone della povera asinella. Ma, a questo punto, avviene una cosa straordinaria.

"E il Signore aprì la bocca dell'asina" (Ibid, 28) – Ah, bene, sembra dire l'asina, se devo raccontare cosa provai, devo anche capire il mio padrone Bil'am e il suo comportamento. Tuttavia, se lo coinvolgo, non dovrei criticarlo, altrimenti non sarei degna di essere l'asina del Goel e non completerei il mio segno. Sono certamente in un sentiero stretto e non posso voltare né a destra né a sinistra. Vedo l'angelo Gabriele in piedi davanti a me e sento il mio Maestro che mi cavalca. Il dilemma è grande.

"la quale disse a Bil'am: che cosa ti ho fatto che mi hai percosso già tre volte? (Ibid, 28)

E il Morè mi hai risposto: "Non hai meritato, se fossi stato contento di te, ti avrei fatto entrare. Mi dispiace, Peretz, ma ora è troppo tardi. Anche se piangi tre volte, non ti servirà". Ma cosa ti ho fatto, mio Morè, che mi hai colpito già tre volte?

"E Bil'am disse all'asina: 'Perché ti sei presa gioco di me. Se avessi una spada in mano, ora ti avrei uccisa' (Ibid, 29).

O Dio Onnipotente, no! O mio Morè Haim, potrei forse essere accusato di essermi preso gioco di te, mai sia! mille volte! Sono il tuo allievo fedele. Sei la luce della mia anima. Ho mai deriso il mio santo Morè in tutti i giorni che mi ha fatto da guida? Tu mi hai conosciuto fin da giovane. Avrei mai osato fare una cosa simile? Tu che mi conosci meglio di tutti, dimmi, oserei mai fare una cosa del genere?

"E l'asina rispose a Bil'am: 'Non sono io la tua asina sulla quale hai cavalcato da quando vivi fino ad oggi? Ho io mai usato di farti così?' Egli disse: 'No' (Ibid, 30).

No, Peretz, è vero, non oseresti mai fare una cosa del genere. Grande è il tuo merito. Ti ho dato tanto. E tu sei un soldato forte nella tua missione. Ma ad un tratto ho visto che eri cambiato e ho pensato che non fossi più fedele e mi è sembrato che tu non mi capissi. In quel momento avrei desiderato ucciderti, temendo per quello che sarebbe potuto succedere dopo la mia morte se ti fossi allontanato dal sentiero che ti avevo mostrato. Questo è quello che ho visto, avevo paura e volevo salvare il mondo dal potere che ti avevo dato. Ma poi ho visto un angelo del Signore in piedi sulla strada, con la spada sguainata in mano. Ho abbassato la testa e l'angelo del Signore mi ha detto: "Perché hai percosso già tre volte il tuo fedele allievo? Se è cambiato è perché ha visto che le promesse redenzionali si sono realizzate in te, che sei il suo Maestro. E se ha schiacciato il tuo piede contro il muro, sostenendo che sei il Goel promesso delle profezie, non è colpa sua ma dell'angelo del Signore che lo ha spinto ad annunciare la verità mentre tu raggiungevi la tua Sede in Alto. E se è caduto, facendoti cadere giù, dipende dall'angelo del Signore che lo ha fatto per il bene della Redenzione Finale, poiché lui era intrappolato nel suo segno e non poteva voltare né a destra né a sinistra, e il nome del Goel Finale doveva scendere nel mondo. Allora ho detto all'angelo di Dio: "No, mi sono sbagliato di fronte a te e davanti a Dio, e ora, se si vuole che io mi penta per questa missione profetizzata, lascia che sia così". E l'angelo del Signore mi ha risposto: "No, lascia questo pensiero, poiché tu sei il Goel che guida la Redenzione Finale dal Regno dei Cieli e Peretz è il tuo fedele asino sulla terra che mangia il Nuovo Pane del Regno e lo distribuisce al mondo. Ora tutto si è messo a posto, e solo la parola di Dio che riguarda la Gheulà Shlemà rivelerai al mondo".

(Ibid, 31-35) Il Signore aprì gli occhi di Bil'am, ed egli vide l'angelo del Signore che stava sulla via con la spada sguainata in mano; egli si inchinò e si prostrò sulla faccia. L'angelo del Signore gli disse: "Perché hai percosso la tua asina già tre volte? Ecco io ero uscito per esserti di ostacolo, perché la tua via è contraria a me. L'asina mi ha visto e si è scansata già tre volte; se non l'avesse fatto avrei ucciso te e lasciato in vita lei". E Bil'am disse all'angelo del Signore: "Ho peccato, perché non sapevo che tu stessi sulla via dirimpetto a me; ora, se non ti dispiace, me ne ritorno via". E l'angelo del Signore disse a Bil'am: "Va' pure con questi uomini, però dovrai dire solo quello che io ti dirò".

Forse la mia interpretazione non vi ha convinto, ma almeno non penserete che la storia di Bil'am e della sua asina sia così semplice. Perché in essa ci sono allusioni sulle tre redenzioni, nonché sull'Asino messianico.

La prima redenzione mise il popolo ebraico direttamente sotto il regno di Dio; ma nel momento che si discostò dalla giusta via, si ritrovò direttamente sotto il regno di Satana. E così come la Meghilà racconta la storia della seconda redenzione di Purim, altrettanto la storia di Bil'am fu un evento profetico, che ci fornisce le chiavi di comprensione per le tre redenzioni e per il segno messianico dell'Asino che mangia il Pane. Perciò anche il Signore può nascondersi, per così dire, nelle sembianze di Bil'am o di Ahashverosh.

Yeshua portò la missione messianica dell'asino che si trovava tra i due vigneti che lo chiudevano da entrambi i lati.

E il mio è il segno dell'Asino del Goel Finale, Haim. Non posso voltare né a destra né a sinistra. Il Goel Haim, per così dire, mi cavalca e guida tutti i miei sforzi per la riuscita del Segno. Anche l'Arcangelo Gabriele mi costringe a messaggi profetici che altrimenti io stesso preferirei evitare. Ma a volte il Signore apre la mia bocca e io mi lamento profeticamente delle incredibili contraddizioni della mia condizione asinina.

Ma leggiamo la profezia di Bil'am (Ibid, 23, 8-10):

Come potrei maledire chi il Signore non ha maledetto?

E come potrei provocare lo sdegno verso chi il Signore non sdegna?

Sì, dalla cima delle rupi lo vedo,

e dalle colline lo osservo.

Ecco un popolo che dimorerà solitario

e fra i popoli non verrà annoverato.

Chi potrà contare la polvere di Giacobbe

e calcolare anche la quarta parte di Israele?

Possa io morire la morte dei giusti

e la mia fine essere uguale alla sua.

                          

Alquanto contraddittorio per chi intendeva maledire Israele. Questa profezia coincide con la prima redenzione, quando a Israele, per mantenere la sua santità, fu comandato di rimanere separato da tutte le nazioni. Fu, tuttavia, a causa di quella separazione che a Satana fu permesso di esercitare pienamente i suoi poteri. Perciò tramite Israele manifestò il suo potere, poiché anche Satana è separato da tutti gli altri angeli, in virtù della libera scelta che gli è stata data per far peccare Israele. Come dicono i Saggi di benedetta memoria: "l'inclinazione al male – lo yetzer ha rà (l'allusione è a Satana) conosce l'intera Torà". Israele non è quindi in grado di opporsi o resistere a tutte le tentazioni dell'astuto Nahash e cade nel peccato. E quando pecca, le nazioni esultano e vogliono maledire Israele il cosiddetto "popolo eletto".

Perciò il Signore segretamente mandò un profeta delle nazioni, affinché le sue parole venissero ricordate da tutti. Ecco, le nazioni avranno paura di maledire i figli d'Israele, perché Dio non li ha maledetti, ma, anzi, li ha benedetti. Allora le Settanta Nazioni comprenderanno che (Ibid, 19-24):

                        

Non è un uomo Iddio, perché mentisca,

né un figlio d'uomo, perché si penta.

Ha mai detto qualche cosa che non mette in pratica?

Ha mai parlato, senza mantenere la parola?

Ecco, ho ricevuto l'ordine di benedire,

Egli ha benedetto e io non posso ritirare la benedizione.

Egli non vide iniquità in Giacobbe

né vide malvagità in Israele.

Il Signore, suo Dio, è con lui

e il favore del Re si manifesta su di lui.

Dio, che lo fece uscire dall'Egitto,

gli dà il vigore del re'em (nota: animale non ben identificato).

Non vi è magia contro Giacobbe

e non vi è divinazione contro Israele.

Da tempo vien detto a Giacobbe

e ad Israele quello che Iddio fa.

Ecco un popolo che si alza come un leoncello

e si rizza come un leone.

Non si corica fino a che non abbia divorato la preda

e bevuto il sangue delle vittime.

 

Questa seconda profezia allude alla redenzione di Purim, poiché dopo che Israele si pentì e digiunò per tre giorni, Dio non vide iniquità in Giacobbe, né malvagità in Israele. E la profezia continua con un chiaro monito alle settanta nazioni di Esaù, le nazioni del Cristianesimo: Dio non è un uomo, né un figlio di uomo. E adempie la sua promessa al popolo eletto, all'Israele benedetto dai Patriarchi per sempre. E ricordino le nazioni che Israele è simile ad un leone che per tornare nella sua terra di Israele divorerà i suoi nemici e ne berrà il sangue.

Nel racconto di Bil'am c'è anche un'allusione alla missione di Yeshua, che dovette essere separata dal popolo ebraio. Tuttavia, le pecore perdute della Casa di Israele sarebbero rimaste nell'ovile cristiano, e l'opera paziente e nascosta di Dio le avrebbe fatte tornare "al momento opportuno".

Al tempo della Redenzione Finale, tuttavia, le nazioni rifleteranno sulla storia del popolo ebraico e capiranno che sono un popolo che sopravvive alle maledizioni e alle persecuzioni perché è amato e benedetto da Dio.

(Ibid, 24, 1) "E Bil'am vide che piaceva al Signore di benedire Israele; non ricorse, come le altre volte, alla magia, ma voltò la faccia verso il deserto". Le nazioni rileggeranno la Bibbia per comprendere la rivelazione sul Sinai.

(Ibid, 24, 2) "E Bil'am vide Israele accampato, tribù per tribù, e fu su di lui lo spirito del Signore". Le nazioni capiranno quindi che la Casa di Efraim era fra di loro e che la riconciliazione di tutto Israele porta nel mondo lo spirito di Dio. E tutte insieme diranno: (Ibid, 24, 5 -9):

"(5) Quanto sono belle le tue tende, o Giacobbe! Le tue dimore, o Israele !

(6) Esse si estendono come valli, come giardini in riva al fiume, come aloè, piantati dal Signore, come cedri vicini alle acque. (8) Iddio, che lo trasse dall'Egitto, gli dà il vigore del re'em; Egli divorerà i popoli suoi oppreesori, stritolerà le loro ossa, e spezzerà le loro frecce. (9) Egli si china, si accovaccia, come un leone, come una leonessa. Chi lo farà rizzare? Chi ti benedice sarà benedetto e chi ti maledice sarà maledetto".

E avverrà che milioni di cristiani, tra le nazioni di Esaù, parteciperanno alla benedizione di Israele, quando comprenderanno la storia profetica di Bil'am e della sua asina profetica.

E questa è la ragione per la quale Giacobbe dovette ricevere la benedizione da Isacco, indossando una veste di Esaù, odorosa di campo. Quello era un segno profetico per i figli del Cristianesimo, odorosi di buone azioni, che saranno benedetti come Giacobbe.

Ora potete capire perché il bacio e l'abbraccio fra Giacobbe ed Esaù è così importante per la Redenzione Finale, con i sei punti stellari sulle loro teste che esultano per la loro grande riconciliazione.