Autore: Peretz Green

Traduzione dall'ebraico: Davide Levi

 

Il Commento di Beer Sheva Secondo Il Grande Pesce Leviatan

 

PREFAZIONE A

Pesce 1: E perché lo chiamate "Re Messia"? Nessuno vi ha detto che lo Stato di Israele è una democrazia e non una monarchia, per cui non esiste un re? Gli chiederete dunque di provare con dei segni che è il Messia figlio di Davide? Dopotutto, non conta molto se è nato ebreo e circonciso e appartenga alla tribù di Giuda (se sussistono davvero prove al riguardo), dato che tale è la gran parte degli uomini del popolo d'Israele. O forse verrà e dirà di essere il Messia figlio di Davide e ucciderà i malvagi con il soffio delle sue parole, come sta scritto: "Con il soffio delle sue labbra farà morire il malvagio" (Isaia 11:4)? O forse sarà un eroico combattente che farà la guerra contro i nemici di Israele, come è scritto: "non spezzerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante" (ibid. 42, 3)? E se sì, qual è l'essenza della sua azione e perché Dio lo ha scelto e ha infuso in lui il Suo spirito?

Pesce 2: Ma vediamo di analizzare meglio la profezia di Isaia: il ruolo speciale del Messia sarà: "egli insegnerà la giustizia alle nazioni" (ibid.42, 1) e "insegnerà la giustizia secondo verità" (ibid. 42, 3), e dal momento che per il giudizio sulle Nazioni ci vogliono molti anni, ecco che il Signore promette: "egli non verrà meno e non s'abbatterà finché abbia stabilita la giustizia sulla terra; e le isole aspetteranno fiduciose la sua legge" (ibid. 42, 4). Questo è molto interessante, perché non è tanto una questione di giustizia per Israele, ma di giustizia per le nazioni del mondo! Proprio questo ruolo, che richiede tempo e lavoro, è il desiderato ruolo "messianico" voluto dal Santo Benedetto Egli sia e il ruolo viene menzionato in forma allusiva anche nella Torà nel versetto (Genesi 49, 10) "fino a quando verrà colui che porterà la pace e al quale obbediranno i popoli". Un saggio del Talmud disse che il Messia non verrà ad insegnare la Torà ai figli d'Israele, bensì ad insegnare ai popoli le vere leggi, e non ad insegnare loro Tariag Mitzvot (i 613 Precetti) della Torà bensì solo 30 precetti. Le sue parole mi stupiscono fino ad ora, perché a noi, nei Segni Completi, è stato indicato un ordine di 30 passi sotto la forma della Nuova Legge della Gheulà Shlemà.

Pesce 3: Tuttavia molti interrogativi vanno risolti, dato che permane molta confusione su argomenti assodati e non c'è dubbio che per risolverli e chiarirli sia necessario un nuovo linguaggio chiaro, come preannunciato dal profeta Tzefania/Sofonia (3, 9). Per aiutarci, lo Tzadik Abuhatzera è venuto dal mondo della verità nel sogno di Solly Kamhaji (anno 1990) e ha detto rivolto a Peretz: "Ah, allora sei tu l'asino, Messia figlio di Davide". In questo modo egli fornisce un nuovo termine significativo di questo segno "messianico"( chiamato il Segno dell'Asino che mangia il pane) e dice ai figli d'Israele: "Sappiate che, nonostante la vostra attesa del Messia figlio di Davide, la corretta percezione del Messia o del vero messianesimo non è quella che immaginate, ma si trova nel segno dell'Asino Mashiach ben David". Allo Tzadik Abuhatzera è stato dato il merito di annunciarlo dal mondo della verità ai figli d'Israele.

Pesce 4: Sappiate pertanto che il Messia figlio di Davide che state aspettando è un asino ed è completamente diverso da quello che immaginavate. E' stato un grande Talmid Chaham e un vero Tzadik ad annunciarlo, e, in più, a Beer Sheva, dove il Baba Saly (nome con il quale è noto lo Tzadik Abuhatzera) è amato e onorato. Tuttavia, quando ho raccontato il sogno ai religiosi di Beer Sheva, e in particolare agli ebrei marocchini, tutti mi hanno sorriso dicendo: "Che bello! Hazak ve-ematz! (formula di incoraggiamento e di benedizione)" ma nessuno mi ha chiesto cosa volesse dire. Forse a Beer Sheva non amano molto gli asini, mi sono detto. "Vedete" ho spiegato loro "ho ricevuto in sogno dal Cielo una nuova benedizione che recita: "Benedetto sei tu, Dio nostro, che mi hai fatto suo pane"; al ché uno che si crede "hacham" mi ha detto ridendo :"Allora cosa dobbiamo farti? Buttarti in una fossa?".

Pesce 5: Gli ho risposto: "Ridi quanto vuoi, ma ho già passato sei anni nei segni dell'Asino, Mashiah ben Yosef, e ora sono nei segni dell'Asino, Mashiah ben David. Se adesso mi butti in una fossa mi confonderai tutti i segni!". E ho aggiunto: "Ascoltate, signori miei, io sono veramente l'Asino che mangia il pane e il primo Talmid dello Tzadik prescelto, il Goel Finale, Haim Ben Moshe di Sana, Yemen. Per merito suo, ho ricevuto, insieme ad altri asini, allievi del Morè Haim, i Segni Completi della Redenzione Finale"'. Ho detto altre cose, ma le loro menti non erano aperte ad ascoltare cose nuove. Nessuno mi ha chiesto quali fossero i segni. Ho ragliato loro: "Hi-haw!, Hi-haw!, Hi-haw!"e loro sono scoppiati a ridere. Allora mi sono chiesto come mai i miei correligionari sono così disinteressati, per cui ho continuato a ragliare, Hi-Haw! E sono andato a casa.

Pesce 6: A circa nove anni da quel sogno di Solly Kamhaji, sono ritornato a Beer Sheva (e Paolo, Nodà e i bambini mi hanno raggiunto nel 2000), e qui il rabbino Rafael Peretz mi ha dato il permesso di annunciare le novità redenzionali nella sinagoga Agudat Ahim. Ciò è stato molto importante nel contesto dei Segni, ma non ha avuto ripercussioni su Israele. Se nove anni fa le persone non avevano la capacità di ascoltare cose nuove, ora l'avevano del tutto persa, sebbene gli ebrei di Beer Sheva siano dediti alla preghiera, alla carità e alle mitzvot oltre ad avere fede forte e semplice. Speravo di trovare dei buoni asini tra gli ebrei, e in effetti ne ho trovato soltanto uno, Moshe Bardi, di origine persiana, che ci ha conosciuto tramite Solly Kamhaji.

Pesce 7: A scanso di equivoci: Io non sono il Messia, e se a volte vi sembra che io scherzi sull'argomento del Messia figlio di Davide, lo faccio per contestualizzarlo nel grande cambiamento di mentalità che dovrà arrivare. Ha Shem ha scelto l'umiltà, la modestia e la virtù della santità dello Tzadik Haim. E' lui che si è addossato tutto il peso del sacrificio per la Redenzione nel mondo; egli è amato dal Santo Benedetto, che lo ha prescelto come Goel per Israele e per l'umanità intera e come Giudice Unto nel Regno dei Cieli; egli è lo Tzadik risorto per rinnovare la luce del mondo nel cuore degli uomini. Il Morè Haim era in vita uno Tzadik Nistar; nato a Sana, Yemen, nel 1914, visse i giorni della sua vita nella santità, nell'umiltà e nella pazienza.

Pesce 8: Pertanto, egli non è "messia" o "il Messia", bensì il Goel e il Giudice Unto nel Regno dei Cieli e appartiene alla tribù di Beniamino. Egli è infatti il ​​"signore" (adon) che cercate e che all'improvviso entra nella sua sede (Malachia, 3, 1), anche se il termine "signore" non deve essere usato nei suoi confronti, perché egli lo ha rigettato dato che non si addice ad un essere umano, così come lo Tzadik detestava il termine "Admor" (nostro signore, nostro maestro). Molto umile era lo Tzadik Nistar Haim, il capo dei 36 Tzadikim Nascosti della sua generazione, e se c'è bisogno nel mondo che una persona porti il ​​titolo di "Asino, Messia figlio di Davide", è solo per la comprensione che nel mondo della Redenzione ci sia il Segno Profetico dell'asino e dell'onagro figlio di asine, su cui cavalca l'umile Tzadik (profezia di Zaccaria 9, 9).

Pesce 9: Ed ecco "le cose di prima sono avvenute, e io ve ne annuncio delle nuove; prima che germoglino, ve le rendo note" (Isaia 42, 9). Le "novità" sono quelle che annunciano l'elezione del Goel Haim e la rivelazione di tutti i Segni Redenzionali, e sebbene queste novità siano state precedute dalle "prime" già avvenute, esse sono gli eventi che costituiscono il compimento delle profezie come il ritorno a Sion e il raduno degli esiliati, e sono avvenute prima dell'elezione del Goel, poiché la Redenzione Completa non può avvenire senza la creazione dello Stato di Israele, che durerà per sempre. "Le cose di prima" che sono avvenute, grazie a Dio, non si riferiscono al passato lontano, come l'Esodo dall'Egitto o la redenzione di Purim, ma alle novità che precedono la Redenzione Finale.

Pesce 10: L'istituzione dello Stato di Israele nel 1948 è l'inizio di un periodo chiamato i "Giorni Messianici" (Yemot ha Mashiach), e secondo i segni è un periodo di 100 anni (fino al 1948-2047). Il nome del "Messia" che fu creato prima della creazione del mondo secondo il Talmud è infatti il ​​nome dell'Unto Eletto, il Giudice Unto nel Regno dei Cieli, e non il "Messia figlio di David" della Tradizione. La differenza tra i termini è grande quanto la distanza tra cielo e terra, poiché nei confronti del Goel il Messia terreno è un Asino, destinato a portare nel mondo i pesi dei Segni e il Pane Redenzionale.

Pesce 11: Se è così, a quale messianesimo allude il termine i Giorni Messianici? E' ovvio che non si tratta del Goel, il Giudice Unto nel Regno dei Cieli, poiché il periodo dei Giorni Messianici è un periodo determinato della storia e la mansione del Giudice Unto nel Regno dei Cieli non è limitato ad un dato periodo soltanto. I Giorni Messianici rappresentano quindi un periodo caotico, al termine del quale verranno chiarite in modo manifesto le questioni riguardanti il messianesimo davidico, questioni che nemmeno i Profeti e i Saggi d'Israele nel corso delle generazioni poterono chiarire, dato che le "novità che io annuncio" (Isaia, 42, 9) erano da loro ignorate.

Pesce 12: I nostri Saggi, di benedetta memoria, ciascuno secondo la propria visione, discussero la durata di tale periodo, consapevoli che si trattasse di un periodo speciale, confuso e complicato, che avrebbe preceduto la Gheulà Shlemà. Ciò viene indicato nel Quinto Segno Redenzionale che Davide Levi ricevette in sogno in Israele e che è chiamato il Segno della Quarta Generazione e della Nuova Costruzione. Nella visione, la Terra d'Israele era in uno stato tremendo, caratterizzato da sparatorie, conflitti armati, caos generale, spargimento di sangue e sofferenze; tuttavia, in uno scenario successivo, tutto cambiava completamente e si vedeva spuntare da terra un enorme e magnifico edificio, circondato da campi lussureggianti, da cui emanava un'atmosfera di pace e armonia su tutto il paese. Osserviamo che solo questo, tra i Sei Segni Redenzionali, tratta la situazione della Terra d'Israele.

Pesce 13: C'è in questo segno un riferimento al periodo dei Giorni Messianici, quando l'edificio della pace, che è la Casa di Preghiera della Redenzione Finale, traccia la fine di un periodo passato che non tornerà più nella storia d'Israele. Il segno, però, si chiama della Quarta Generazione e della Nuova Costruzione ​​e non dei Giorni Messianici, poiché intende indicare i terribili eventi della Quarta Generazione di 65 anni e non del secolo messianico in cui è il caos che fa da padrone.

Pesce 14: Sebbene nel sogno di Davide non si faccia affatto menzione ai Giorni Messianici, tuttavia nella Tradizione troviamo il termine "Yemot ha Mashiach", quindi vorrei qui sottolineare che il termine "Giorni Messianici" genera della confusione sul Mashiach ben David, dato che non possiamo attraversare i Giorni Messianici senza passare attraverso la confusione ad essi associata. In altre parole: i problemi e le complicazioni riguardanti il messianesimo della Casa di Davide e del Messia discendente da Davide devono manifestarsi prima di essere spiegati e chiariti, perché l'argomento del Mashiach ben David della Tradizione è molto confuso e viene espresso con allusioni nella Torà e nei Profeti con un linguaggio enigmatico. Infatti non è possibile comprendere correttamente il concetto fino a quando le cose non si manifesteranno al loro tempo, come spiegò il Maimonide nel Mishnè Torà, Halachot Melachim.

Pesce 15: I nostri Saggi sapevano che i figli d'Israele aspettavano con piena fede la venuta del Messia figlio di Davide e sapevano anche che l'avvento sarebbe stato accompagnato da numerose complicazioni, per cui predissero che ci sarebbe stato un tempo dopo il quale si sarebbe potuto capire questo argomento e lo chiamarono "Yemot ha Mashiach".

Pesce 16: I nostri Saggi non potevano conoscere la durata di tale periodo, per cui tirarono un po' ad indovinare, per cui non è dato sapere il termine esatto. Il nostro calcolo, con tutta umiltà, si basa sui Segni Redenzionali che abbiamo ricevuto, che parlano di un primo periodo di 35 anni, dalla fondazione dello Stato d'Israele (1948) all'elezione del Goel Haim (1983); segue quindi il periodo della Quarta Generazione che dura 65 anni. Dalla fondazione dello Stato d'Israele alla fine della Quarta Generazione ci sono 100 anni, i cosiddetti "Giorni Messianici" (1948 – 2047). E perché i nostri Saggi, z''l, avevano dei dubbi? Poiché il termine stesso "Giorni del Messia", come detto, più che chiarire, confonde. Essi previdero soltanto che tale periodo sarebbe stato caotico e confusionario per ciò che riguarda l'evento messianico.

Pesce 17: Molte cose che si dicono sul Messia figlio di Davide non si riferiscono ad una persona specifica, ma alludono ad eventi che accadono nel periodo dei Giorni Messianici. Dopotutto, nessun Messia figlio di Davide ha fondato lo Stato d'Israele, mentre il periodo di Yemot ha Mashiach ha avuto inizio con la nascita dello stato ebraico e molte profezie sul ritorno a Zion si sono avverate.

Pesce 18: C'i sono anche quelli che, in campo ebraico religioso, negano che, con la fondazione di Israele, sia cominciato un nuovo periodo storico, dal momento che nessun Messia figlio di Davide ha dato vita allo Stato e ha radunato le tribù di Giacobbe e gli esuli di Israele. Costoro negano le profezie sul ritorno a Zion e confondono le carte in tavola. E perché tutto ciò? Per la confusione intorno al Messia figlio di Davide! Ma noi adesso ci troviamo già nei Giorni Messianici! Questo è anche ciò che lo Tzadik Abuhatzera ha inteso dire nel sogno di Solly: "Ah, sei tu l'Asino, Mashiach ben David!". In altre parole: "Ah, dato che siamo già nei giorni del Messia figlio di Davide, sei tu l'Asino del Goel preposto a spiegare, chiarire e risolvere le confusioni e le complicazioni riguardanti il Messia figlio di Davide!".

Pesce 19: Hi-haw, hi-haw! Non pensate che non abbia problemi "messianici" sulla mia groppa! Lo Tzadik Abuhatzera ha detto la frase non solo per allietare il mio cuore, ma anche per dire: "Ah, tu sei l'Asino che porta il peso delle complicazioni del Messia ben David". Si tratta comunque di una buona notizia redenzionale. Nello stesso sogno, lo Tzadik Baba Sali voleva alzare la voce e annunciare questa novità, ma, vedendo la sua intenzione, Peretz gli ha fatto capire che non era ancora il momento di rendere pubblica la cosa e bisognava mantenere il silenzio. Baba Sali capì e disse con amarezza: "Ah, sì, rabbanim reshaim (rabbini malvagi)". E quindi fece entrare Peretz in una stanza speciale e chiuse la porta, una volta entrati.

Pesce 20: In fondo, dalla gioia scaturisce il desiderio di informare il pubblico, ma per necessità è meglio tacere e agire in segreto. L'intenzione principale della frase "rabbini malvagi" è probabilmente quella di indicare che se i rabbini (ben conosciuti dallo Tzadik Abuhatzera) venissero a conoscenza delle novità redenzionali le userebbero per fini impropri, ba-avonot. Ecco perché li chiama "reshaim", poiché non agiscono le-shem shamaim, bensì per denaro o per onori (e lo sa bene Baba Sali stesso, che è oggetto in Israele di uno squallido commercio intorno alla sua figura, con tanto di vendita di fotografie, di benedizioni, di amuleti e via di seguito). E' anche comprensibile che lo Tzadik (di cui all'inizio di quel sogno veniva detto che possiede i segreti di Kabalà Ma'assit) non sia sceso dal mondo della verità per riferire le cose che conosce, dato che il sogno origina dai Segni Completi della Gheulà Shlemà.

Pesce 21: Egli non avrebbe potuto dire una frase del genere senza il consenso del Cielo, ossia del Tribunale Supremo, per cui ha avuto il privilegio di portare al mondo un tale sogno. Si può anche concludere che lo Tzadik Abuhatzera sapeva già tutto prima, perché se conosce l'Asino del Goel, allora conosce lo stesso Goel Haim (il Morè Haim, in vita, amava e lodava lo Tzadik Abuhatzera e ci spiegava che egli possedeva i poteri della Kabalà Ma'assit).

Miei cari lettori, avete iniziato a conoscermi. Il re Saul entrò per caso nel cerchio dei profeti e iniziò a profetare, mentre nel mio destino c'erano diverse profezie e allusioni nella Torà e nei profeti, che parlano di un asino profetico. Eppure io non sono né un profeta né un figlio di profeta, ma piuttosto il primo asino a mangiare il pane della Redenzione Finale e grava su di me la responsabilità di portare nel mondo le novità di questa Quarta Generazione.

Pesce 22: Con la fondazione dello Stato d'Israele, ha avuto inizio il periodo dei Giorni Messianici, e nel 35esimo compleanno dello Stato, il Santo Benedetto Egli sia ha scelto il terzo e ultimo Goel, il Giudice Unto nel Regno dei Cieli che sarà riconosciuto più avanti come "consigliere prodigioso, uomo potente, padre perenne, principe della pace" (Isaia 9, 5). Perciò cercate di capire anche la mia storia, che certamente è profetica, e io sono un asino che ha il compito di distribuire alla gente il pane redenzionale che mangio.

Pesce 23: Non sono quindi colpevole se mi vedo come la corda di un asino messianico che legò i legami messianici ad Israele già nel Gan Eden, dove leccai la corteccia dell'Albero della Vita e ne annusai i meravigliosi profumi. Allora attesi che venisse creato Adamo per poi portarlo in groppa in giro per l'Eden. E anch'io, Peretz, non ho colpa, poiché l'asino scende su di me dal Regno dei Cieli e me lo mostra. Io temo il Signore, e credo in Ha Shem Elohenu e nel Goel Haim e come non potrei credere nelle parole dell'Asino del Goel? Egli ha fatto di me una corda di nuovo materiale, che cambia spesso e assume qualsiasi forma. "Vedi", mi dice, "e Abramo sellò il suo asino; quando lo Tzadik Haim ha fatto il segno dalla quarta stella spostata alla prima stella (la stella di Abramo), ha confermato che la Stella di Abramo sella l'Asino della Gheulà Shlemà".

Pesce 24: "Ed egli sellò il suo asino" (Genesi 22, 3): Abramo preparò l'asino affinché fosse pronto quando la Stella di Abramo avrebbe completato il suo ciclo di 4000 anni, al momento della Gheulà Shlemà. "E Abramo si levò presto al mattino" (ibid.): il santo e nascosto Tzadik Haim si è levato per preparare la Redenzione Completa e mi ha datoin vita le lezioni e consegnato i segni di cui avrei avuto bisogno in seguito. "E prese con sé i suoi due giovani" (ibid.): lo Tzadik Haim mi ha preparato a capire le cose necessarie per diventare un asino con tre occhi; un occhio per i figli d'Israele, uno per i popoli cristiani ed uno per i popoli islamici. Il Morè Haim mi ha spiegato le basi della Scuola degli Esseni e il significato della predicazione di Yeshua e mi ha anche insegnato i fondamenti dell'Islam e della cultura araba orientale. Senza questi studi non sarei potuto entrare nella vera universalità della Gheulà Shlemà.

Pesce 25: "E prese con sé i suoi due giovani e Isacco suo figlio" (ibid.): Se Isacco era il soggetto principale ed il figlio di Abramo, perché la Torà menziona prima i due giovani che accompagnarono il nostro Patriarca? C'è qui un'allusione alla Gheulà Shlemà, poiché il primo giovane è simbolo profetico del Cristianesimo e il secondo dell'Islam. L'Asino ha tre occhi, dato che il principale legame redenzionale dopo la riconciliazione dei cuori avviene tra i figli di Israele, i figli di Malchitzedek (ex cristiani) e i popoli dell'Islam. Da questo legame la Gheulà Shlemà potrà estendersi fino alle isole lontane, ecc., per cui, anche se i due giovani non presenziarono al sacrificio, ebbero tuttavia altri meriti, come il servire Abramo ed Isacco. Per derech eretz, la Torà ha quindi menzionato prima i due giovani, perché se avesse nominato prima Isacco, i due giovani sarebbero stati sminuiti d'importanza.

Pesce 26: Il testo parla dei "suoi due giovani" e non di due giovani qualsiasi, per cui si allude qui ai discendenti di Ismaele figlio di Abramo e ai discendenti di Esaù figlio di Isacco, nipote di Abramo. E ci sono anche allusioni ai grandi eventi redenzionali, connessi alle correzioni storiche necessarie per il Cristianesimo, per l'Islam e per l'ebraismo che dipendono dal sacrificio di Isacco. I due giovani rimasero a distanza e non furono presenti al sacrificio, segno che l'Islam sbaglia quando sostiene che fu Ismaele ad essere portato sull'altare per essere immolato, così come sbagliano i cristiani quando interpretano in chiave idolatrica la missione di Gesù. In futuro, i musulmani e i cristiani capiranno i loro errori, tramite la Correzione del Cristianesimo, per ciò che riguarda il sacrificio di Gesù, nel Segno dell'Ariete immolato al posto di Isacco. Anche la grande riforma che investirà l'ebraismo (nota 1) farà riconoscere agli ebrei la missione di Yeshua, l'Ariete di Isacco.

nota 1: Si tratta della Riforma della Gheulà Shlemà che non ha niente a che vedere con la Riforma dell'Ebraismo Riformato.

Pesce 27: "Prese poi la legna per l'olocausto" (ibid. 22, 3): I due giovani videro che Abramo raccoglieva della legna e la caricava addosso a suo figlio Isacco, ma non sapevano del sacrificio che, del resto, non videro. Solo dopo aver spaccato la legna per l'olocausto, Abramo "partì per recarsi al luogo che Dio gli aveva detto" (ibid.); si deduce dal versettola la santa separazione del popolo d'Israele nella vera santità che proviene da Dio, poiche Isra-el è un popolo che è retto (yashar) con Dio (El) e procede sempre secondo le vie rette del suo Dio.

Pesce 28: "Al terzo giorno, (Abramo) alzò gli occhi e vide da lontano quel luogo" (ibid. 22, 4). Perché la Torà indica il numero dei giorni? Cambiava forse la realtà l'essere arrivati dopo uno, due o tre giorni? Il motivo è che l'intero versetto contiene delle allusioni profetiche. E perché "e Abramo alzò gli occhi"? Forse che, in precedenza, aveva guardato verso il basso? C'è qui una chiara allusione al terzo giorno storico, come sta scritto in Osea (6, 2): "In due giorni ci ridarà la vita; il terzo giorno ci farà risorgere e vivremo alla Sua presenza". Abramo andò per compiere il sacrificio di Isacco, la maggior parte del quale è nascosto, ossia i risultati profetici storici del sacrificio verranno rivelati solo nel terzo giorno, al tempo della Gheulà Shlemà. Perciò egli "alzò gli occhi" – verso le Stelle Redenzionali - per cercare di capire meglio gli esiti di quel sacrificio comandato direttamente da Dio. Tuttavia, l'atto in sé era molto difficile da capire e anche molto lontano dai tempi della Redenzione Finale.

Pesce 29: Giuseppe ha detto che sarebbe bene dare dei nomi alle novità di Beer Sheva. Ho guardato e visto che aveva ragione, perché l'acqua dei Sette Pozzi dovrebbe collegarsi con l'acqua delle Nuove Mazalot del Leviathan e quindi i pozzi saranno associati alle Sette Mazalot in cui non viene menzionato animale alcuno, tranne il Rifugio dell'Armadillo (perché il settimo segno è doppio – in parte animale e in parte rifugio e nel racconto dei pozzi il Mazal principale è il rifugio e l'armadillo è secondario e complementare). Osservate che dopo aver completato i nomi dei Pozzi, riporto qui i Sette Pozzi del grande pilastro del cuore del Leviathan:

Il primo pozzo è il Pozzo del Programma (Tochnit). Il secondo pozzo è il Pozzo del Rifugio. Il terzo pozzo è il Pozzo del Lago Salato. Il quarto pozzo è il Pozzo della Valle di Mercurio. Il quinto pozzo è il Pozzo della Fine del Minuto. Il sesto pozzo è il Pozzo del Profumo Celeste. Il settimo pozzo è il Pozzo della Bellezza del Gan Eden.

Pesce 30: 18 Menachem Av 5768: Ho detto a Solly i nomi dei pozzi, e lui li darà a Gilat Haim che è a Beer Sheva in questi giorni. Lei deve fare un segno: deve andare in sette luoghi diversi, gettare della sabbia che le ho dato (della sabbia portata da Abramo e Hadassa dalla Sardegna) recitando: "Stabilirò un patto con l'Acqua di Shoshan sull'Altare della Leviathanit. Sarò Shoshan Yitzhak Shoshan sull'Altare della Leviathanit. Due strisce di Techelet Mordechai sull'Altare della Leviatanit. Sarò Shoshan Yitzhak Shoshan sull'Altare della Leviathanit. Nel segno del Commento di Beer Sheva secondo il Grande Pesce Leviathan". Reciterà poi i nomi dei Segni e dei Pozzi.

PREFAZIONE B

Pesce 31: Venerdì, 23 agosto 2008: Gilat Haim, Solly e Netanel Haim hanno eseguito il Quinto Segno del Pozzo a Beer Sheva. Mi ero già segnato nel 2001 che quando avremmo raggiunto il quinto pozzo, ci avrebbe aiutato Kamel Kamhaji e ora, dopo 7 anni, è arrivato il segno. Chiedo ad EL SHADDAI di darmi la forza per scrivere il Libro del Commento di Beer Sheva (Perush Beer Sheva) secondo il Grande Pesce Leviatano. Adesso, dopo aver ricevuto i nomi dei pozzi secondo il loro ordine, il Quinto Pozzo è chiamato la Fine del Minuto che equivale al decimo Mazal. Il popolo d'Israele ha bisogno di una grande salvezza, le cose sono arrivate alla fine del minuto e alla fine del minuto arriva il Segno della Salvezza. Benedetto EL MISTATER che ordina u tempi ed i momenti del Piano Redenzionale e noi attingeremo acqua viva dalle Sorgenti della Salvezza, dai sette pozzi di Beer Sheba, città dei Patriarchi e città dei Sacerdoti.

Pesce 32: Sono stato con Giuseppe, Sharon ed Ester a Fermo per circa due settimane. Solly mi ha chiamato e mi ha raccontato un suo sogno: era con me in Abruzzo e dovevamo recarci al Monte Cristiano. In effetti, tre anni fa eravamo in Abruzzo sul Gran Sasso per fare un segno di salvataggio del Gregge Smarrito della Casa d'Israele. Ora mi sembra che manchi ancora la correzione della Trasfigurazione, quando Gesù salì sul monte con due suoi discepoli e lì incontrò Mosè e il profeta Elia. Abbiamo deciso di visitare il Monte Vettore, dove verranno molte anime del Gregge Smarrito della Casa d'Israele. Con l'aiuto di Ha Shem faremo un segno per elevarli al livello dell'Altare di Malchitzedek.

Pesce 33: Prima del segno sul Monte Vettore vorrei collegare le sette stelle del Grande Carro con le sette stelle del Tribunale di Mordechai ha Tzadik. La Stella di Abramo si collega con la Stella della Pietra dell'Equilibrio che mostra la Tradizione di Mosè, dato che Abramo nostro padre aveva una mente pura e sapeva considerare ogni questione con perfetto equilibrio, arrivando alla giusta comprensione dell'opera di Ha Shem. Pertanto, egli possedeva il perfetto equilibrio mentale e i Saggi dissero che Abramo apprese la Torà dai suoi due reni, che erano fatti come due brocche d'acqua che sprigionavano dalla Torà (Bereshit Rabbà, 95, 3).

Pesce 34: Fu Abraham Avinu che ricevette il Libro delle Stelle; egli è anche il padre di molti popoli, e ciò allude all'equilibrio universale che arriverà nel mondo grazie alla sua fede ed alla sua tradizione. Moshe Rabbenu è la pietra dell'equilibrio in tutte le leggi e le norme della Sacra Torà. Mosè visse 120 anni in piena salute, "non perse il vigore né il suo occhio si oscurò" perché il suo organismo era in perfetto equilibrio. Pertanto, l'equilibrio originario della Stella di Abramo si collega alla Stella della Bilancia della tradizione di Mosè, e insieme c'è la perfezione, perché Abramo è il padre di molte nazioni, e attraverso la sua stella la vera fede si diffonderà a tutte le nazioni durante la Gheulà Shlemà.

Pesce 35: La Stella di Isacco è chiamata la Stella della Costruzione che dura nel tempo e comunica con la Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio che indica la tradizione nascosta del profeta Elia di benedetta memoria. La Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio è una pietra straordinaria e nascosta. L'equilibrio delle leggi e dei giudizi è un equilibrio terreno e naturale che appartiene all'esistenza reale e alle azioni nel mondo, ma il mondo è pieno di cose occulte e la Sacra Torà è piena di segreti nascosti che solo i veri Tzadikim Nascosti conoscono. Infatti, la realtà dell'universo è un segreto di Ha Shem. La Stella di Isacco indica la Costruzione che dura nel tempo e include anche il progetto di costruire la Casa di Preghiera per tutti i popoli, ossia il Terzo Tempio che dura nel tempo e non sarà mai più distrutto; ecco perché tutti i Segni Redenzionali sono collegati in modo speciale con Isacco.

Pesce 36: La Stella di Isacco comunica così con la Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio e l'erede dei Segni Completi della Redenzione Finale è il profeta Elia, di benedetta memoria. Entrambe erigono insieme la Costruzione che dura nel Tempo e ciò perché la salvezza e la liberazione devono estendersi anche ai meritevoli dei figli di Esaù e Yafet sull'altare di Malchitzedek, come sta scritto (isaia 56, 7): "Poiché la Mia casa sarà chiamata Casa di Preghiera per tutti i popoli". Anche la realtà dei segni del Regno dei Cieli è nata con il sacrificio di Isacco. Sebbene la tradizione nascosta, nota ai veri Tzadikim Nistarim, rimanga occultata, i segreti del Regno dei Cieli saranno rivelati al momento della Gheulà Shelemà. Questa è la totalità dell'equilibrio dell'intera Torah, secondo la quale tramite i Segni Redenzionali le intenzioni della Torà trovano compimento nel mondo. E infatti solo dalla Stella di Abramo e dalla Stella di Isacco l'equilibrio non avrebbe potuto raggiungere un livello terreno di Redenzione Completa se non in virtù della Stella di Giacobbe e ciò a motivo della sacra integrità del popolo d'Israele, poiché il nostro antenato Giacobbe era chiamato il Santo dei Padri (Kadosh ha Avot).

Pesce 37: La Stella di Giacobbe (Kochav Yaakov) è la Stella della Redenzione che è diventata la Stella della Gloria di Israele (Kochav Tiferet Israel) che comunica con la Stella della Lode (Kochav Tehilà), che rappresenta la sacra tradizione di Aharon, il Sommo Sacerdote. I sacerdoti e in particolare il Sommo Sacerdote erano comandati ad indossare le Vesti della Gloria (Bigdei Tiferet). La Quarta Stella Spostata comunica con la Stella della Vittoria (Kochav ha Nitzahon) che rappresenta la tradizione di Yoshua Bin-Nun, poiché la Quarta Generazione è anche la generazione della vittoria di Ha Shem Baruch Hu sul male, sull'idolatria e sui detrattori. La Stella della Regina Ester (la quinta nel computo del Grande Carro - nota 1) comunica con la Stella di Avimelech. La Stella di Mordechai del Grande Carro comunica con la Stella di Mordechai ha Tzadik del Tribunale e la Stella del Goel Haim comunica con la Stella di Pichol.

(nota 1: Correzione importante: ho sbagliato a contare la Stella di Mordechai come la quinta stella del Grande Carro, perché la quinta stella è quella di Ester mentre quella di Mordechai è la sesta stella. Nodà aveva visto in sogno che l'Altare della Leviatanit veniva diviso a pezzi e bisognava farlo ritornare alla sua forma unitaria. Solo oggi, 10 di Elul, Nodà si è ricordata del sogno fatto dieci giorni prima e me lo ha raccontato. Ma di questo parlerò più avanti).

Pesce 38: Apprendo dall'importante sogno dato a Daniele Manigrasso, che ha visto il Goel Haim dire: "Io sono il Goel Haim e voi siete la Stella del Goel", che il Goel Haim non ha bisogno della Stella del Goel Haim, dal momento che è la Gheulà Shlemà che ha bisogno di questa Stella e tutto ciò che facciamo per la Redenzione Completa rafforza la Stella del Goel Haim. Essa appartiene di più al nostro lavoro di annuncio redenzionale, per cui noi, come Pi-chol (la bocca che annuncia il tutto), annunciamo con la nostra bocca tutte le novità redenzionali. Per questo, la Stella del Goel Haim comunica con la Stella di Pichol.

Pesce 39: (DIARIO): Martedì ci siamo recati sul MONTE GALLO, da cui si può osservare il MONTE VETTORE (da leggere la Vetta del Re) e qui abbiamo fatto il segno della Correzione della Trasfigurazione, davanti ad EL SHADDAI e con l'autorità del Goel Haim abbiamo chiamato Moshe Rabbenu ed il profeta Elia, di benedetta memoria. Giuseppe aveva il bastone del Drago di Fuoco col quale ha fatto il segno di rompere l'incantesimo, la magia profetica (INCANTESIMO dei SIBILLINI). Alla fine del segno, una nuvola è scesa sulla sommità del MONTE VETTORE. Un buon segno simile a quello fatto due anni fa per salvare il Gregge Smarrito sul MONTE GRAN SASSO. Al ritorno Giuseppe ha sbagliato strada, per cui siamo passati per un'altra strada, chiamata CONTRADA DEL DRAGONE che porta a DRAGONE DI MONTE DI NOVE.

Pesce 40: Questa mattina Giuseppe ha sognato che il Morè Haim consegnava delle cose a Peretz. Giuseppe e Daniele stavano a distanza e non potevano ascoltare le parole del Morè, perché c'era un gatto che disturbava. Era necessario un trucco, per cui i due hanno portato un altro gatto e i due animali se ne sono andati via insieme. Era un segno per gli allievi che adesso avrebbero potuto ricevere la tradizione tramandata a Peretz dal Goel Haim. Un segno importante è che l'incantesimo che copriva gli occhi del Gregge Smarrito della Casa d'Israele e di altre brave persone è stato rotto. Il segno è riuscito, grazie a Dio.

Pesce 41: Si tratta di una correzione nascosta a beneficio delle anime smarrite del Gregge ed ha restituito al presente il segno della trasfigurazione di Gesù salito sulla montagna per incontrare Mosè ed il profeta Elia a beneficio della Redenzione Completa. Il gatto che disturbava se ne è andato via, per cui non può più interferire sulla tradizione delle lezioni a Peretz impartite dallo Tzadik Haim a beneficio dei talmidim. Ti prego, o mio Signore, accetta la preghiera che ho fatto sul monte Gallo e sul monte Vettore, Ti prego, salva il Gregge Smarrito dalla Casa d'Israele; poiché la nuvola ha coperto Mosè, il profeta Elia e lo Tzadik Haim e Gesù col bastone d'oro ha toccato quante più anime possibile del grande Gregge che stazionava sul monte.

Pesce 42: Così il segno della grande montagna di roccia e il segno della vetta del re si sono incontrati (vedi diario). La grande roccia simboleggia Mosè e la sommità del re simboleggia il profeta Elia. Oppure: la grande roccia simboleggia la Stella di Abramo e la sommità di quella del re simboleggia la Stella della Pietra dell'Equilibrio della tradizione di Mosè. La nuvola che discende sulla sommità della vetta del re sotto forma di Bilancia simboleggia la Stella sulla Pietra dell'Equilibrio, perché si tratta di un equilibrio occultato dai Segreti di Ha Shem. Ecco che nella mia visione mi vedo in piedi sul Monte Gallo e osservo la nuvola a forma di bilancia che scende sulla sommità del Monte Vettore e prego davanti ad EL SHADDAI per la salvezza delle anime del Gregge Smarrito.

Pesce 43: Le anime desiderano pregare davanti a Te, o Signore, in modo diretto (poiché Isra-El è retto davanti a Dio), per cui abbi pietà di loro. Avvicinati, O Signore, al tuo prediletto figlio Efraim per elevare le loro anime al buon senso e farle uscire dagli errori del Cristianesimo, che obnubilano la loro mente. Ricorda, o Signore, il tuo amore per le anime del Gregge Smarrito della Casa d'Israele e infondi nei loro cuori lo spirito che era presente sul monte Sinai. Abbi pietà, EHEYE ASHER EHEYE, delle anime che hai creato, amato e salvato nel corso delle generazioni. Deh, abbi misericordia, nostro Dio e dimostraci che "Efraim è un figlio a Me caro".

Pesce 44 (DIARIO): VETTORE è il nome della montagna. Gli opuscoli spiegano che è la VETTA del RE e quando Anna Gasparotti mi ha telefonato per dirmi che aveva finito il testo "MATTEO BAMBINO" e io le ho parlato del segno di Vettore, lei mi ha detto che anche lei aveva usato quel termine per spiegare che la lunghezza della prima parte dell'introduzione era simile al VETTORE di un veicolo spaziale.

Pesce 45 (DIARIO): Martedì Giuseppe ed siamo andati ancora sul MONTE VETTORE per fare il Segno della Ricezione del Nuovo Cervello della Gheulà Shlemà, come dichiarato nel sogno di Giuseppe "per ricevere il Patto Nuovo della Redenzione Completa ci vuole un Nuovo Cervello". Abbiamo pregato e fatto il Segno. Lo scopo è che la mente deve sempre risvegliarsi e rinnovarsi da una nuova consapevolezza. Giuseppe, Sharon ed io ci siamo riuniti nel Tribunale di Mordechai per chiedere giustizia e misericordia per Anna Gasparotti e la sua famiglia.

Pesce 46 (DIARIO): Nel sogno molto importante di Giuseppe gli fu detto per tutta la notte che fino all'86 (peh-vav) tutto andava bene (nel conteggio delle stelle), ma dopo c'erano due nuovi sistemi, ciascuno di 6 stelle, raddoppiati a 120; vide anche che alla fine del conteggio di 120 Stelle c'era la NUN o la Stella di NUN. Innanzi tutto, ho capito dal sogno che non bisogna contare il nuovo sistema di 7 stelle (moltiplicato fa 14), dato che il sistema è correlato ai 7 Cerchi Profetici e ai 7 Nomi di Dio e quindi è separato dagli altri sistemi e la sua essenza è la Nuova Santità della Redenzione Completa. Tuttavia, ci sono altri due nuovi sistemi, collegati ai 6 Segni Redenzionali e nel cui contesto si contano 5 volte 6, ossia 30 (completano così 116 Stelle), dopo di ché si conta un'altra volta (la Stella 117) il Segno delle Stelle nel Segno della Lingua e il Segno del Regno dei Cieli nel Segno delle Labbra (la Stella 118). Nel contesto della perfezione della Stella NUN, la Stella 119 è la Stella di Haman ha rashà che si trasforma nella Stella della NUN FINALE di Shushan e la Stella 120 è la Stella della Nuca (Oref) che si trasforma nella Stella della NUN FINALE del Grande Pesce Leviathan. Si conclude così il conteggio delle stelle e la completezza della Tripla Meditazione. Benedetto Egli sia e Benedetto il Suo Nome in eterno (a questo punto il numero 127 si completa con le 7 Stelle delle Madri, i 127 stati dominati da Ahashverosh e i 127 anni di vita di nostra madre Sara).

Pesce 47 (DIARIO): Va corretto l'errore che ho fatto in questo capitolo e cioè contare la Stella di Ester come la sesta nel Grande Carro e non come la quinta; infatti, la Stella di Ester è la quinta, mentre la Stella di Mordechai è la sesta e la stella del Goel Haim è la settima. Nodà aveva visto in sogno che l'Altare della Leviatanit veniva fatto a pezzi, mai sia!, e bisognava aggiustarlo per farlo tornare alla sua integrità ed ecco che c'è qui un parallelismo con la Stella di Ester nel sistema di Ahashverosh che è la quinta stella : la Stella di Abramo con la Stella di Ah, la Stella di Isacco con la Stella di Hash, la Stella di Giacobbe con la Stella di Rosh, la Quarta Stella con la Stella di Rosh e la Stella di Ester (la quinta) con la Stella di Ester nel Regno di Ahashverosh. Pertanto, se si conta la Stella di Ester come la sesta, essa si stacca dal calcolo delle 5 Stelle del Grande Carro parallelamente alle 5 Stelle del Sistema di Ester.

Pesce 48: Ecco l'ordine del Sefer Perush Beer Sheva secondo il Grande Pesce Leviatan: Dopo aver sognato il numero 127 e anche il numero 21 su tre colonne, ho disposto le tre colonne della Tripla Meditazione, con 6 capitoli per ogni colonna e in aggiunta un settimo capitolo, per un totale di 21. Al settimo capitolo viene dato un nome per distinguerlo dal resto dei capitoli. Tutti i capitoli da ALEF (1) a VAV (6) hanno 21 pesci e ogni capitolo (dei 7) completa il numero 127. Sebbene anche nel settimo capitolo ci siano 21 pesci grandi, esso è chiamato il Mare del Grande Pesce ed è considerato singolarmente; pertanto, in ogni pagina ci sono 6 volte tanto 21, cioè 126 pesci, e il settimo Pozzo è considerato un pesce grande, e quindi sono 127. Insieme sono 378 pesci, ad eccezione del Grande Pesce di ogni settimo Pozzo che insieme sono 63, per un totale di 441 (in ghematria EMET, Verità). 378 allude al Sacrificio di Isacco (37) nel Segno del Patto Completo (8), mentre 441 allude alle verità complete di ADAM (ALEF-DALET-MEM) nel piccolo numero 9, perché la ALEF è 1, la DALET completa il 40, e la MEM si completa col 400 e insieme fanno 441.

Pesce 49: L'ordine dei capitoli del Sefer Perush Beer Sheva secondo il Grande Pesce Leviatan:

La Colonna del Cuore del Profeta:

Capitolo 1 - Primo Pozzo - Il Pozzo della Resurrezione dell'Uccello

Capitolo 2 – Secondo Pozzo – Il Pozzo della Battaglia del Pesce

Capitolo 3 - Terzo Pozzo – Il Pozzo dei Pesi dell'Asino

Capitolo 4 - Quarto Pozzo - Il Pozzo della Tartaruga Illuminata

Capitolo 5 - Quinto Pozzo - Il Pozzo del Regno della Giraffa

Capitolo 6 - Sesto Pozzo – Il Pozzo del Rifugio dell'Armadillo

Capitolo 7 – La Colonna del Cuore del Profeta – Settimo Pozzo – Il Pozzo della Tana del Leone

La Colonna del Cuore della Rosa (Shoshanà)

Capitolo 1 - Primo Pozzo – Il Pozzo della Fratellanza

Capitolo 2 - Secondo pozzo - Il Pozzo della Compassione

Capitolo 3 - Terzo Pozzo - Il Pozzo del Carattere

Capitolo 4 - Quarto Pozzo - Il Pozzo del Contrasto

Capitolo 5 - Quinto Pozzo – Il Pozzo di Ester

Capitolo 6 – Sesto Pozzo - Il Pozzo della Modestia

Capitolo 7 – La Colonna del Cuore della Rosa - Settimo Pozzo - Il Pozzo della Modestia Interiore

La Colonna del Cuore del Grande Pesce

Capitolo 1 - Primo Pozzo - Il Pozzo del Programma

Capitolo 2 - Secondo Pozzo – Il Pozzo del Rifugio dell'Armadillo

Capitolo 3 - Terzo Pozzo – Il Pozzo del Lago di Sale

Capitolo 4 - Quarto Pozzo – Il Pozzo della Valle di Mercurio

Capitolo 5 - Quinto Pozzo –Il Pozzo della Fine del Minuto

Capitolo 6 - Sesto Pozzo - Il Pozzo del Profumo Celeste

Capitolo 7 – La Colonna del Grande Pesce - Settimo Pozzo - Il Pozzo della Bellezza del Gan Eden.

Pesce 50: "E il terzo giorno" (Genesi 22, 4) - Il cammino di Abramo avvenne nella contemplazione delle vie di Ha Shem e dei Suoi prodigi e il Ruach Hakodesh scese su di lui e gli mostrò visioni della Redenzione Finale. "Abramo alzò gli occhi" (ibid.) – in tale visione vide cose sublimi riguardanti il Regno dei Cieli, che è il luogo speciale riservato agli Tzadikim. "E vide in lontananza quel luogo" (ibid.) - sarebbero passati 4000 anni fino ai giorni della Gheulà Shlemà. Nella sua visione, egli vide l'opera del Goel Finale e la sua ascesa nel Regno dei Cieli e anche che il Segno sulla terra sarebbe ricaduto su un Asino, per cui disse ai suoi due giovani servitori: "Voi rimanete seduti qui con l'asino" (ibid. 5). Abramo vide anche che i due servitori (nella storia i rappresentanti dell'Islam e del Cristianesimo) si sarebbero seduti con l'Asino del Goel per conoscere e comprendere le tematiche della Gheulà Shlemà.

Pesce 51: Per amore del popolo eletto, Abramo disse: "Mentre io ed il ragazzo (Isacco) andremo fino a là (ad kò), ci prostreremo e torneremo da voi" (ibid.). Vale a dire: io, nella mia tradizione speciale per il popolo d'Israele, andrò fino a "kò", perché "kò" è il nome della fonte della profezia e implica l'accettazione della Torà sul Sinai. "Ci prostreremo e torneremo da voi" - ci prostreremo nel Tempio, il Primo e il Secondo, e stazioneremo in un lungo esilio, fino a quando, al tempo della Gheulà Shlemà, torneremo da voi. In altri termini: dopo la venuta del Goel Finale e dei Segni dell'Asino che mangia il pane (che è anche l'Asino con tre occhi: uno per gli ebrei, uno per i cristiani e uno per i musulmani), anche il popolo d'Israele, nel suo livello speciale ricevuto dal sacrificio di Isacco, potrà ritornare da cristiani e musulmani, in fraternità, reciproca comprensione e tolleranza. Allora Isacco tornerà con me e cavalcherà l'Asino (con la A maiuscola), "poichè la tua discendenza prenderà nome da Isacco" (Genesi 21, 12).

Pesce 52: E così dopo l'ultimo terribile sacrificio dello Tzadik Nistar Haim, capo dei 36 Tzadikim Nascosti della sua generazione, dopo la sua morte terrena e la sua resurrezione nel Regno dei Cieli, diciamo nella nostra preghiera: "Il lungo sacrificio di nostro padre Isacco è finito e la Gloria d'Israele è stata ripristinata. E poco prima recitiamo: "O Signore, ADONAI TZEVAOT, Tu ci hai dato il Giudice Unto e la risata di nostro padre Isacco". La risata è la gioia storica della riconciliazione dei cuori dei discendenti di Israele, Ismaele e Malchitzedek per mezzo del Goel Haim, poiché quando Isacco ritorna e cavalca l'asino completo della Gheulà Shlemà, vengono apportate le correzioni necessarie che consentono ai musulmani e ai cristiani di riconoscere la verità e l'elezione di Israele e in questo modo si realizza la Gloria di'Israele.

Pesce 53: (DIARIO) Sono nel Segno della Correzione delle cellule cerebrali, perché una nuova bilancia è scesa sulla sommità del Monte Vettore. Ero sul Monte Gallo tra i Monti Sibillini e Giuseppe mi ha chiamato per due volte dal Monte Vettore. Giuseppe col suo bastone del drago di fuoco ha rotto l'incantesimo dei Sibillini, poiché prima le anime del Gregge Smarrito della casa d'Israele non potevano distinguere tra la vera e pura fede e la comune fede cristiana. L'incantesimo è stato spezzato e si è spianata la strada per ricevere la tradizione e le lezioni del Goel Haim impartite tramite Peretz. Sono rimasto sul Monte Gallo, sull'Altare della Leviatanit, per guardare la sommità del Monte Vettore, dove è avvenuto il Segno della Trasfigurazione con la presenza di Mosè, del profeta Elia e del Goel Haim, ricoperti da una nube. Gesù era su un'altra montagna pronto a toccare con il suo bastone la testa di migliaia di anime.

Pesce 54: (DIARIO) In questi giorni Moshe Bardi di Beer Sheva ha visto in sogno il monte Pisgat Hamelech (la Vetta del Re) dove gli è stato detto che doveva salire sulla sua sommità. Pertanto è proprio lui che completa il Segno della Vetta del Re per gli ebrei della Terra d'Israele e completa il segno di Purim della Redenzione Finale (dato che è originario della Persia), per cui i Segni Completi solitamente causano il "na'afoch hu" (la situazione che si ribalta del tutto) tramite la salvezza e la gioia. La forma della nube che discendeva sul Monte Vettore era simile ad una Bilancia. La cima della montagna toccava una linea laterale nel mezzo, e tra le due estremità della linea si vedevano i due piatti a forma di grandi coppe. Dietro la bilancia si formavano altre nuvole nere. Il punto di incontro della vetta con la linea della bilancia è nel centro e la Bilancia ha la forma delle quattro stelle del sistema del Tribunale di Mordechai.

Pesce 55: Il completamento dell'ordine dei capitoli con i versi che danno vita ad ogni capitolo:

La Colonna del Cuore del Profeta

Capitolo 1 - Il Primo Pozzo è il Beer Lachai Roi, il Pozzo della Resurrezione dell'Uccello (Genesi 16,14): "Perciò chiamò il pozzo del Vivente che vede che si trova fra Kadesh e Bèred.

Capitolo 2: Il Secondo Pozzo è Beer Maim (Pozzo di Acqua) – Il Pozzo della Battaglia del Pesce. (Genesi, 21, 19): "Dio le (ad Agar) aprì gli occhi sì che vide un pozzo d'acqua, andò a riempire l'otre e diede da bere al fanciullo". (Genesi 24, 62): "Isacco, che abitava nel paese del mezzogiorno, tornava da Beer Lachai Roi". Questo pozzo è centrale nella vita di Isacco. (Genesi 25, 11): "Dopo la morte di Abramo, Dio benedisse suo figlio Isacco. E Isacco abitò presso il pozzo".

Capitolo 3: Il Terzo Pozzo è il Pozzo dell'Acqua di Avimelech - Il Pozzo dei Pesi dell'Asino. (Genesi 21, 25): "E Abramo espose le sue lamentele ad Avimelech per un pozzo d'acqua che i servi di Avimelech avevano usurpato".

Capitolo 4: Il Quarto Pozzo è il Pozzo della Tartaruga Illuminata. (Genesi 21, 30): "Rispose Abramo: Accetta da me queste sette pecore affinché ciò mi valga come testimonianza che ho scavato io questo pozzo".

Capitolo 5: Il Quinto Pozzo è quello che avevano ricoperto di terra i Filistei – Il Pozzo del Regno della Giraffa. (Genesi 26, 15): "Essi chiusero, riempiendoli di terra, tutti i pozzi che al tempo di suo padre Abramo i suoi servi avevano scavato".

Capitolo 6: Il Sesto Pozzo, ricoperto di terra, è il Pozzo del Rifugio dell'Armadillo. (Genesi 26, 15): "Essi chiusero, riempiendoli di terra, tutti i pozzi che al tempo di suo padre Abramo i suoi servi avevano scavato".

Capitolo 7: Il Settimo Pozzo è il Pozzo di Isacco – Il Pozzo della Tana del Leone. (Genesi 26, 18): "E Isacco si stabilì nella piana di Gherar. E qui scavò di nuovo i pozzi che avevano scavato al tempo di suo padre Abramo e che dopo la sua morte, i Filistei avevano ricoperto di terra ed assegnò ad essi i nomi che aveva dato loro suo padre".

La Colonna del Cuore della Rosa

Capitolo 1 - Il Primo Pozzo è il Beer ba-sadè (il pozzo nella campagna), il Pozzo della Fratellanza. (Genesi 29, 2): "E Giacobbe vide nella campagna un pozzo presso il quale stavano coricati tre greggi di pecore, poiché da quel pozzo abbeveravano i greggi e la pietra sulla bocca del pozzo era grande".

Capitolo 2: Il Secondo Pozzo è Min ha Beer ha-hu (da quel pozzo), il Pozzo della Compassione. (idem): "E Giacobbe vide nella campagna un pozzo presso il quale stavano coricati tre greggi di pecore, poiché da quel pozzo abbeveravano i greggi e la pietra sulla bocca del pozzo era grande".

Capitolo 3: Il Terzo Pozzo è la Pietra Grande sulla bocca del Pozzo – Il Pozzo del Carattere. (idem) "E Giacobbe vide nella campagna un pozzo presso il quale stavano coricati tre greggi di pecore, poiché da quel pozzo abbeveravano i greggi e la pietra sulla bocca del pozzo era grande".

Capitolo 4: Il Quarto Pozzo è la Pietra sulla bocca del Pozzo, il Pozzo del Contrasto. (Genesi 29, 3): "Quando tutti i greggi si erano radunati in quel posto, i pastori rotolavano la pietra di sulla bocca del pozzo, abbeveravano il gregge e rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca del pozzo".

Capitolo 5: Il Quinto Pozzo è la Pietra sulla bocca del secondo Pozzo - il Pozzo di Ester. (Genesi 29, 3): "Quando tutti i greggi si erano radunati in quel posto, i pastori rotolavano la pietra di sulla bocca del pozzo, abbeveravano il gregge e rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca del pozzo".

Capitolo 6: Il Sesto Pozzo, è il secondo pozzo della Pietra sulla bocca del pozzo - il Pozzo della Modestia. (Genesi 29, 8): "Ed essi (i pastori) dissero: Non possiamo (andare via) finché non si siano radunati tutti i greggi e i pastori abbiano rotolato la pietra di sulla bocca del pozzo e abbiano abbeverato il gregge".

Capitolo 7: Il Settimo Pozzo è il terzo Pozzo della Pietra sulla bocca del pozzo – Il Pozzo della Modestia Interiore. (Genesi 29 10): "E quando Giacobbe vide Rachele, figlia di Labano, fratello di sua madre, ed il gregge di Labano, fece rotolare la pietra di sulla bocca del pozzo e abbeverò il bestiame di Labano, fratello di sua madre".

La Colonna del Grande Pesce

Capitolo 1: Il Primo Pozzo è il pozzo con gli stessi nomi, il Pozzo del Programma. (Genesi 26, 18): "E Isacco si stabilì nella piana di Gherar. E qui scavò di nuovo i pozzi che avevano scavato al tempo di suo padre Abramo e che dopo la sua morte, i Filistei avevano ricoperto di terra ed assegnò ad essi i nomi che aveva dato loro suo padre".

Capitolo 2 – Il Secondo Pozzo è il Pozzo di acqua viva (Beer maim haim) - il Pozzo del Rifugio dell'Armadillo. (Genesi 26, 19): "I servitori di Isacco scavarono nella valle e vi trovarono un pozzo di acqua viva".

Capitolo 3 – Il Terzo Pozzo è il pozzo della rissa (esek) - il Pozzo del Lago di Sale. (Genesi 26, 20): "E i pastori di Gherar litigarono con quelli di Isacco perché dicevano: "L'acqua è nostra" ed egli diede al pozzo il nome di Esek poiché qui litigarono".

Capitolo 4 - Il Quarto Pozzo è il pozzo della disputa (sitnà), il Pozzo della Valle di Mercurio. (Genesi 26, 21): "E scavarono poi un altro pozzo e litigarono anche su questo, per cui lo chiamarono Sitnà".

Capitolo 5 – Il Quinto Pozzo è il pozzo di Rehovot (luoghi spaziosi) – il Pozzo della Fine del Minuto. (Genesi 26, 22): "Di là si trasferì e scavò un altro pozzo per il quale non ci furono contestazioni e lo chiamò Rehovot poiché disse: "Ora il Signore ci ha fatto largo e potremo prosperare nel paese".

Capitolo 6 - Il Sesto Pozzo è il Pozzo dell'Altare, il Pozzo del Profumo Celeste. (Genesi 26, 25): "E vi costruì un altare, e invocò il nome del Signore e si attendò e i suoi servitori scavarono un pozzo".

Capitolo 7 – La Colonna del Grande Pesce - il Settimo Pozzo è il pozzo dove abbiamo trovato acqua - il Pozzo della Bellezza del Gan Eden. (Genesi 26, 32": "In quel giorno i servitori di Isacco gli si presentarono e gli riferirono del pozzo che avevano scavato e gli dissero: "Abbiamo trovato dell'acqua".

Pesce 56: (Genesi 14, 10): "Nella valle di Siddim c'erano pozzi e pozzi di asfalto; i re di Sodoma e di Gomorra fuggirono e vi caddero dentro e i superstiti ripararono sul monte". Anche se è asfalto (hemar), si fa allusione all'asino (hamor) che deve chiarire la materia e non si parla di un pozzo soltanto, bensì di pozzi e pozzi. E il re di Sodoma ed il re di Gomorra vi cadranno a causa delle spiegazioni dei Segni Completi e dei testi e il male sarà bruciato dalla terra. E coloro che non sono malvagi e seguono la morale e cambiano le loro strade sbagliate, troveranno la fede in Ha Shem e ripareranno sulla montagna e torneranno a studiare la Torà data sul Sinai. E cos'è la Valle di Siddim (עמק השדים)? Forse Sid è la calce (alle volte la SAMECH si scrive come la SHIN) anche se la forma Sheddim qui risulta strana. Allusione ai demoni, poiché la valle stessa è piena di demoni.

Pesce 57: E che rapporto c'è qui con le spiegazioni dell'Asino? Ebbene, l'Asino dovrebbe chiarire chi sono i demoni, dove vivono o che lavoro fanno? E in generale, cosa c'entrano gli sheddim col nostro Perush di Beer Sheva? Non approfondirò l'argomento, così da non disturbarli, e loro non verranno a disturbarci, ma lo tratterò solo brevemente. Le sezioni dei demoni si trovano nelle sette terre sotterranee, in ognuna delle quali sono presenti vari tipi di sheddim. Tuttavia, solo quelli della prima sezione (che è la più alta rispetto alle altre) possono uscire, solitamente di notte, e vagare in luoghi oscuri, dato che la luce li disturba. Probabilmente, la valle di Siddim era il loro posto preferito che frequentavano ogni notte.

Pesce 58: I demoni sono attivi e ognuno ha un suo lavoro. Che tipo di lavoro? Non lo so, perché io sono un Asino e che affari ho io con i demoni? che sono anch'essi creature del Santo Benedetto Egli sia, angeli che vivono sotto terra nelle loro più svariate forme. Non fate come me, che in tutti i miei anni di studio con lo Tzadik Haim, gli facevo spesse domande su tale appassionante argomento. In risposta alla mia curiosità, il Morè, che intendeva placare la mia sete di conoscenza, mi mandò tre sheddim (uno alto, uno di media statura e uno basso) nel giardinetto di casa alle 2.00 di notte, cosicché dal mio piccolo balcone in Corso Plebisciti 1 (a Milano) potei assistere ad uno "spettacolo" da alloro allestito in mio onore.

Pesce 59: I genietti cambiarono i vestiti tre volte, mentre salivano e scendevano le scale che erano nel giardinetto in modo che io non potessi vedere come facevano. Gli abiti erano di diverse forme e colori e andavano a cambiarli a volte insieme e a volte separatamente. Poi fecero finta di attaccarmi saltando verso il mio balcone ed io sentii il cuore battermi forte, ma alla fine scomparvero dietro un angolo del giardinetto. Questo fu il modo con il quale lo Tzadik Haim mi impartì in forma tangibile un insegnamento di prim'ordine. Ma perché ho raccontato questa mia esperienza di vita? Non lo so. Se la Valle dei Demoni riguarda il Commento di Beer Sheba e "i pozzi e i pozzi di asfalto" alludono alle spiegazioni dell'Asino, allora forse anche i demoni si trovano nelle profondità della città di Beer Sheva.

Pesce 60: Nelle notti successive al sogno di Solly in cui apparve lo Tzaddik Abuhatzera, sentii in me il suo spirito che mi spiegò che il nome "Beer Sheva" è segreto, perché i sette cieli e le sette terre dei demoni si incontrano proprio a Beer Sheva, per cui anche la Valle di Siddim ha bisogno di pozzi e pozzi di spiegazioni da parte dell'Asino. Con gioia e con l'aiuto di Ha Shem su di me, spiegherò tutto ciò che mi verrà rivelato, ma per ora non so quasi nulla dei Sette Cieli e delle Sette Terre, per cui dovrò scendere negli abissi dei pozzi e attingere cognizioni grazie all'aiuto del santo Benedetto, altrimenti non so proprio cosa scrivere in questo libro.

Novembre 2008

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PRIMO CAPITOLO

Colonna del Cuore del Profeta

Il Primo Pozzo chiamato Beer Lachai Roi

è collegato al Primo Mazal del Leviatan, la Resurrezione dell'Uccello

(Genesi 16,14): "Perciò chiamò il Pozzo del Vivente che vede che si trova fra Kadesh e Bèred.

Pesce 1 : Leviatan: "Oh, Asino "Getta il tuo pane sulla superficie dell'acqua: perché dopo molto tempo lo ritroverai" (Ecclesiaste 11, 1)". Asino: "Ah, grande pesce Leviatan, hai ragione, perché se sono io l'Asino che mangia il pane, ecco che finalmente sono arrivato ai pozzi di Beer Sheva e qui devo gettare il pane nelle acque dei pozzi. E poi ho recitato anche la preghiera "Asher assani lachmò" (che mi hai fatto Suo pane); sono forse io il pane da gettare sulle acque dei pozzi?" Leviatan: "Certo, Asino, e ancor di più, sarai gettato nelle profondità dei pozzi e per sopravvivere nell'acqua dovrai nuotare con me e io ti farò respirare come un pesce!".

Pesce 2: C'è qui la Resurrezione dell'Uccello nella sua prima forma, perché agli occhi del nostro padre Abramo, l'egiziana Agar, che aveva lasciato la reggia paterna per diventare ancella di nostra madre Sara, era simile ad un uccello amabile e variopinto. Abraham Avinu amò molto Agar, perché era piena di meriti davanti a Dio, dal momento che aveva abbandonato le falsità e le impurità del suo paese per seguire fedelmente il Dio di Abramo, Creatore del cielo e della terra.

Pesce 3: Non che Abramo amasse Agar più di Sara, ma certo l'amava, soprattutto quando gli fu data in moglie e rimase incinta. Agar non era solo amata da nostro padre Abramo, ma anche da ADONAI TZEVAOT che amava la sua persona e la sua fede. Agar non era una donna qualunque, dato che era cresciuta alla corte del Faraone ed aveva imparato molte cose dai maghi, riguardanti le divinità dell'Egitto, i culti ed i riti religiosi e le questioni di stregoneria. Era nobile di nascita ed era molto razionale e curiosa di natura. Lasciare il palazzo reale per seguire Abramo dimostra un'evoluzione mentale ed emotiva interiore straordinaria e non per niente fu scelta da Dio per diventare la progenitrice dei Musulmani.

Pesce 4: Dopo la morte di nostra madre Sara, la Sacra Torà la chiamò Keturah (profumo d'incenso), dopo che Abramo la riprese come sua moglie. Incenso perché le sue azioni erano amate da Ha Shem. Questa non è una cosa da poco, e va osservata con occhi nuovi, dopo che abbiamo le spesse cortine storiche e rimosso gli strati di odio millenario. Tornando all'episodio raccontato in Genesi (21, 17) e alla preghiera di Agar, ecco che l'Eterno benedisse Ismaele assicurandole "Non temere, Agar, Dio ha ascoltato la voce del fanciullo là dove si trova" e "lo farò diventare una grande nazione e da lui usciranno dodici capi di nazioni (Genesi 25, 16). Ovviamente, tutto ciò avvenne per merito di nostro padre Abramo, ma anche dell'egizia Agar che aveva aderito con tutto il cuore alla fede di Abramo in un Unico Dio".

Pesce 5: Perché è arrivato il tempo di rimuovere le cortine della storia che hanno avuto effetti così deleteri per tante generazioni? La risposta è perché devono avverarsi le profezie della Torà e gli scopi redenzionali. Sono, come detto, un Asino con tre occhi e il Tappeto dell'Islam si trova al primo piano della Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà. Non dimentichiamo poi che Ismaele è figlio primogenito di Abramo ed è stato benedetto con le parole dell'Angelo ad Agar e i 12 capi delle nazioni provenienti dal suo seme fanno parte della profezia della Torà che si è avverata: (Genesi 16, 10) "E farò la tua discendenza tanto numerosa che non si potrà contare".

Pesce 6: Grande è il merito di Agar, madre di tutti gli Ismaeliti, e nessuno può negarlo. Abramo disse a Dio (Genesi 17, 18): "Possa Ismaele vivere davanti a Te" e l'Eterno disse (ibid. 20): "Quanto ad Ismaele, ti esaudisco, lo benedirò, lo farò prolificare e diventare molto numeroso, darà origine a dodici principi e farò di lui una grande nazione". E da ebreo ora dico: "Grande è Colui che mantiene le Sue promesse, e se è così per Ismaele, a maggior ragione lo è per nostro padre Isacco e per tutto il popolo d'Israele. Parlo come un Asino con tre occhi: i figli dell'Islam sono una grande parte della Redenzione Finale Universale e ho anche il merito di parlare a loro favore, perché Abramo nostro padre disse a Ismaele e all'altro servitore: "Voi rimanete qui con l'asino" (Genesi 22, 5).

Pesce 7: Un qualsiasi padre non direbbe ad una persona importante: "Rimani qui con mio figlio finchè ritorno" bensI: "Le dispiace se mio figlio rimane con Lei fino al mio ritorno?". E, infatti, Abramo diede più importanza all'asino di Isacco che ai suoi figli, poiché non disse loro: "Ecco, l'asino rimane con voi, prendetevene cura fino al nostro ritorno" bensì: "Voi siete quelli che dovrebbero rimanere con l'asino! L'asino è qui importante e voi avete la ricompensa della mitzvà di prendervene cura". Commentavano i Saggi: "Il verso va così letto: rimanete qui non "im ha hamor" (con l'asino) bensì "am ha hamor" (il popolo dell'asino) ossia il popolo di Ismaele che viene paragonato ad un asino (Talmud babilonese, Yevamot, 62, 1) e noi qui nel deserto di Beer Sheba vorremmo sapere: ma perché il popolo di Ismaele viene paragonato ad un asino? Forse che è simile a me? E infatti essi ignoravano che sarebbe venuto l'Asino che dice la verità e sul quale cavalca lo Tzadik Haim per annunciare la Redenzione Completa.

Pesce 8: Ho un poco di temimut (semplicità mista ad ingenuità) dell'essere giusto di Noè nelle sue generazioni, dato che mi ritengo un asino tamim in questa generazione e giusto che vive nella sua fede. Abbiamo l'Arca dell'Alleanza Completa, associata al patto dell'Arcobaleno al tempo di Noè, e per merito del Goel Haim, sono responsabile delle correzioni dell'Ebraismo, del Cristianesimo e dell'Islam, essendo io un Asino con tre occhi. Pertanto, la domanda sul perché i figli di Ismaele siano simili ad un asino è molto importante per me. Dopotutto, non è detto che i figli d'Israele o il popolo cristiano assomiglino ad un asino, ma piuttosto che è la stirpe di Ismaele ad esserlo.

Pesce 9: Per prima cosa bisogna capire una questione riguardante il Regno dei Cieli. che viene rivelata per la prima volta col profeta Elia, di benedetta memoria, che non morì ma salì in cielo e iniziò l'esistenza del Regno dei Cieli. Viene qui spiegato che con il sacrificio di Isacco originò il Regno dei Cieli, mentre con l'ascensione di Eliahu ha navì esso è entrato in esistenza presieduto dal profeta stesso. Pertanto la tradizione del profeta Elia è collegata alla ALEF del nome ASHER, che è il secondo nome (del nome di Dio, EHEYE ASHER EHEYE, Esodo, 3: 14) associato ai Segni di nostro padre Isacco. Questa è la connessione del Regno dei Cieli, perché nel sacrificio, come detto, esso originò e con il profeta Elia esso iniziò la sua esistenza. In seguito, durante il periodo di Mordechai ha Tzadik e della regina Ester, si rivelarono nuovi collegamenti tra il Regno dei Cieli e la redenzione nascosta tramite le Stelle Redenzionali, dato che il miracolo che avvenne nel palazzo di Assuero è un segreto nel sistema delle stelle di Ester nel regno di Assuero e nel sistema delle stelle nella corte di Mordechai il Giusto. Tutto allude al Palazzo della Verità e della Giustizia del Regno dei Cieli.

Pesce 10: - Dopo la ALEF della tradizione del profeta Elia, di benedetta memoria, segue la SHIN del nome ASHER associata a Shushan Purim, e dopo lo storico Purim, molti ebrei tornarono a Gerusalemme e ricostruirono il Tempio. La luce del tempio era nella lettera RESH del nome ASHER, allorquando doveva diventare OR LA-GOIM, una luce per le Nazioni del mondo. Invece, il popolo d'Israele suscitò lo sdegno del Cielo con il suo comportamento iniquo, per cui scescero decreti pesanti, incluso quello di sterminio totale, bar minan. Iniziarono così i tempi che precedettero la distruzione e vennero i tempi in cui la profezia di Malachi potè avverarsi (3, 24 "ond'Io venendo non abbia a colpire il paese di sterminio". In ogni modo, sarebbe sorta una missione che avrebbe realizzato quella profezia, per cui il messianesimo di Gesù è collegato alla RESH del nome ASHER e alla menzione del Regno dei Cieli.

Pesce 11: La missione messianica di Gesù fu anche sotto i segni di nostro padre Isacco e non dimentichiamo che stiamo parlando dell'Asino, che è l'asino di nostro padre Isacco. Io sono l'asino che fa ridere l'umanità con le novità della Redenzione Finale, ma non agisco da solo, ma insieme ad altri asini e cavalli, ed il nostro contrassegno è il Segno dell'Asino con la A maiuscola. Ma in che modo l'Asino è l'asino di Isacco, mentre noi siamo nella Gheulà Shlemà sotto i segni del nostro padre Giacobbe? L'inizio dell'esistenza del Regno dei Cieli avvenne, come detto, con il profeta Elia e poi continuò nel mondo con il Purim occultato. Gesù rappresentò il montone sacrificato al posto di Isacco e di conseguenza ascese al pre-Regno dei Cieli. Il Regno Completo dei Cieli della Gheulà Shlemà non sarebbe potuto esistere senza tutta la storia precedente relativa al Regno dei Cieli, iniziata sotto il nome di ASHER nell'ambito dei Segni di Isacco.

Pesce 12: L'Asino dei Segni di Isacco doveva essere perfetto e rivelato nella Redenzione Finale, per cui nel sogno di Giuseppe si dice che l'Asino appartiene ai segni di Giacobbe, quando in precedenza era solo un mezzo asino, che si sarebbe completato con la Gheulà Shlemà. Tuttavia, la parte principale dell'inizio della sua esistenza fu sotto i segni di Isacco, e le sue radici sono sotto i segni di Abramo nell'ambito dei segni del primo nome EHEYE, quando Abramo fu colui che sellò il suo asino per il resto della storia. Ed ora cerchiamo di rispondere alla nostra precedente domanda: perché i figli di Ismaele sono paragonati ad un asino? Ebbene, considerate che i musulmani sono molto 'temimim' nella loro fede, ripetono più volte al giorno il nome di Allah, credono nella Sua provvidenza e Lo esaltano con semplicità e gioia. Essi, come popolo, sono simili ad un asino! E se obiettate dicendo che anche tra le masse di cristiani ci sono dei buoni asini, rispondiamo che è vero, però la loro fede non è pura come quella islamica, per cui quei cristiani non sono considerati asini.

Pesce 13: L'Asino viene per salvare i cristiani, portarli sull'altare di Malchitzedek e farli diventare degli asini, così come l'Asino si presenta al popolo islamico per ricordare loro che chiunque odia Israele non è un Asino ma un nemico del Cielo e, così come detesta Israele e gli ebrei, in pari misura è detestato dal Cielo e sarà punito. E se obiettate: ma anche gli ebrei che sono 'temimim' nella loro fede possono essere buoni asini, allora, vi risponderò: Magari! ed è una grande mitzvà parlare bene degli ebrei, a maggior ragione dopo il sacrificio di nostro padre Isacco, quandò ritornò con suo padre in groppa all'asino e un ariete fu immolato al posto suo. Il racconto biblico ci indica che l'Asino di Isacco sarà completato solo dopo che l'umanità avrà compreso la questione del sacrificio di Isacco e dell'Ariete immolato al posto suo.

Pesce 14: L'atto del sacrificio non fu visto dai due giovani che accompagnarono Abramo ed Isacco, ossia i rappresentanti dell'Islam e del mondo cristiano, e poiché Ismaele non vide il sacrificio, il popolo dell'Islam pensò erroneamente che fosse lui ad essere stato sacrificato da suo padre Abramo. Questo stravolge completamente la storia e nega la vera tradizione. I musulmani non vogliono riconoscere quanto scritto dopo la promessa dei "dodici capi a Ismaele". "E stabilirò il Mio patto con Isacco che Sara ti partorirà l'anno venturo in questo tempo" (Genesi 17, 21)' Pertanto bisogna spiegare loro che tre sono i Padre: Abramo, Isacco e Giacobbe e che la benedizione di Dio ad Ismaele, figlio di Abramo, è per la sua discendenza, mentre la benedizione di Dio ad Isacco, figlio di Abramo, e dopo di lui a Giacobbe suo figlio è per i figli d'Israele.

Pesce 15: Poiché la benedizione per i figli di Ismaele è molto grande, mentre quella ad Isacco riguarda i soli figli d'Israele, nella Sua preveggenza il Santo Benedetto vide che il paese non avrebbe potuto contenerli insieme, poiché benedetti dalla tradizione di Abramo. Pertanto, la separazione delle due tradizioni fu una necessità storica, nell'ambito della quale i discendenti di Ismaele avrebbero ricevuto dopo 2600 anni la tradizione con il Corano, mentre ai figli d'Israele rimaneva la tradizione diretta dai Patriarchi, dal Sinai, dai Profeti e dai Saggi di Israele. Il perchè i figli di Ismaele vengano paragonati ad un asino è, come detto, per la loro fede di Abramo e per le loro leggi raccolte nella Sha'ariya. Tuttavia, essendo venuti dopo l'ebraismo e dopo il cristianesimo, i musulmani credevano di essere il "terzo" popolo destinato a completare la storia con il loro profeta Muhammad, dopo che gli ebrei avevano avuto il loro profeta, Mussa, ed i cristiani il loro profeta, Issa. In altre parole, essi pensano di essere l'Asino Completo che può spiegare al mondo le questioni della fede.

Pesce 16: Questa è la radice dell'errore storico islamico, e quindi va spiegato ai musulmani che lo stesso asino è incompleto, fino a quando Isacco ritorna dal sacrificio con suo padre Abramo. Nella Storia, tale ritorno non avviene se non dopo il sacrificio finale dello Tzadik Haim, il capo dei trentasei Giusti Nascosti della sua generazione e dopo la sua resurrezione dai morti nel Regno dei Cieli nel Segno Completo della Resurrezione dei morti. Solo allora viene rivelato dal Regno dei Cieli che l'esistenza del suo Segno è iniziata nell'ambito del nome ASHER e che i Segni di Isacco sono perfezionati dai Segni Redenzionali nell'ambito del secondo EHEYE e dai Segni di nostro padre Giacobbe. Se poi ci riferiamo ai figli del Cristianesimo, ecco che essi hanno cavalcato sull'asino di Gesù fino a Gerusalemme; quell'asino però non poteva aprire bocca e i cristiani non hanno capito che Gesù stesso era il segno profetico (presente nella Torà) dell'Ariete, che rimase impigliato con le sue corna nel cespuglio della Storia. Né gli ebrei né gli ismaeliti lo sanno, perché il "segreto" si rivela solo con l'avvento del Goel Haim e con la sua dichiarazione: "Questa è la stella di Cristo, che viene per merito dell'umiltà".

Pesce 17: Siamo qui nel deserto di Beer Sheva e il primo pozzo si chiama Pozzo di Lachai Roì, il Pozzo di El Hai che mi vede sempre. Questo è un principio fondamentale della fede di nostro padre Abramo, che fu tramandato ai figli d'Israele e ai figli di Ismaele. Ed esso recita: Dovunque io mi trovi, Benedetto sia il Signore che mi vede e non mi abbandona. Agar lo gridò al Signore quando era sola e disperata con suo figlio nel deserto di Beer Sheva, cacciata da Sara; e Ha Shem ascoltò la sua preghiera, mandò un suo angelo che la salvò, benedisse Ismaele e le comandò di fare ritorno a casa di Abramo dalla sua padrona Sara.

Pesce 18: Così Ismaele ricevette la benedizione già nel suo nome Ishmà – El, ossia Dio ascolterà "dovunque si troverà" (ibid. 21, 17), poiché tutto ciò avveniva nel deserto fuori dalla casa di Abramo, e questa era la prima volta che Agar dovette implorare Dio in una tale situazione, essendo sola. Grazie al merito di Agar, la discendenza futura di suo figlio Ismaele avrebbe vissuto nella fede dell'Unità di Dio Creatore e della Sua provvidenza, nonostante la separazione dalla tradizione di Israele, figlio di Isacco e nipote di Abramo, una separazione che rimarrà anche ai tempi della Gheulà Shlemà, dal momento che i discendenti di Ismaele appartengono per sempre alla tradizione di Al-Kuran Al-Karim. Tuttavia, la separazione futura sarà contraddistinta dall'amore fraterno e non dall'odio reciproco.

Pesce 19: Il Pozzo di Lachai Roì è associato in modo particolare al nome EL HAI, che mostra soprattutto la reale presenza divina che avviene tramite l'invocazione di chi si rivolge a Dio nella sua preghiera o nel suo dolore. Le radici di questo nome sono nella preghiera di Elia, di benedetta memoria, quando dice: "Com'è vero che vive Dio, di cui io sono servitore (1 Re 17, 1). Nei Segni Redenzionali EL HAI è associato al Quarto Cerchio Profetico, che è anche il cerchio dei lavori messianici. Ciò è correlato al fatto che il messianesimo comporta la riconciliazione dei cuori dei padri verso i figli e viceversa, e dal momento che il ruolo messianico dovrebbe operare per tale scopo, ecco che è il profeta Elia che ha ricevuto da Dio questo ruolo. Anche i musulmani credono nel profeta Elia, nominato nel Corano, ma non lo correlano al Messia, perché Maometto non era ebreo e non era connesso al concetto di Messia.

Pesce 20: Cari lettori, ascoltate le parole dell'Asino che scende nelle acque del Pozzo di Lachai Roì, dato che la più grande salvezza "messianica" della storia è sgorgata dalla religione monoteista dell'Islam che ha assoggettato molti popoli che praticavano l'idolatria. Grazie alla conquista islamica, oggi milioni di persone credono nella fede di Abramo in un solo Dio. La salvezza "messianica" ha fatto sì che gran parte dell'umanità sia uscita dalle tenebre politeistiche alla luce della vera fede nell'unità del Santo e Benedetto Creatore. E' stata una salvezza collegata direttamente al Pozzo di Lachai Roì, ben più efficace della salvezza del Cristianesimo, associata al dogma della Trinità e alla figura divina del Cristo, diametralmente opposta alla fede di nostro padre Abramo. Infatti, nel contesto della missione messianica di Gesù, dal Cristianesimo è uscita solo una salvezza parziale che ha avvicinato molti popoli alla Tradizione di Israele e alla conoscenza della Torà.

Pesce 21: In conclusione, comprendiamo meglio perché i Saggi profetizzarono nella loro tradizione che il popolo di Ismaele è un "popolo simile ad un asino": i figli di Ismaele hanno fatto nella storia un grande lavoro da asini per avvicinare le masse alla vera fede, e in questo sono più simili a me che a tutti voi! Hi ha, hi-ha!. Non dimentichiamo però che bisogna spiegare ai musulmani che fino alla Gheulà Shlemà l'asino era solo un "mezzo asino", mentre soltanto con la Redenzione Completa si completa l'Asino che mangia il pane della Redenzione Universale e tramite i suoi tre occhi spiega agli ebrei, ai cristiani, ai musulmani e al mondo intero che l'Uccello d'Israele è risorto dai morti e l'eletto Tzadik è risorto per essere il Goel ed il Giudice Unto nel Regno dei Cieli che discende sulla terra.

 

SECONDO CAPITOLO

Secondo pozzo di Beer Lachai Roì (Beer Main - Pozzo di Acqua)

Esso è associato al Secondo Mazal del Leviatan, La Battaglia del Pesce

(Genesi 24, 62) : "E Dio le (ad Agar) aprì gli occhi sì che vide un pozzo d'acqua; ed ella andò a riempire l'otre e diede da bere al fanciullo".

Pesce 1: E sta scritto: "Tra Kadesh e Bared". I nomi dei luoghi nella Torà hanno sempre delle allusioni. Per arrivare al Pozzo di Lachai Roì bisogna posizionarsi fra Kadesh e Bared. Kadesh è la santificazione del cuore mentre Bared (la radice b-r-d indica il freddo, come nel vocabolo barad, grandine) è la freddezza della mente tesa a comprendere la realtà delle cose, per cui la santificazione del cuore è connessa al calore, mentre la contemplazione avviene "a mente fredda". Di cosa si tratta? Il Pozzo di Lachai Roì rappresenta l'incontro dell'uomo con la Presenza del Santo Benedetto durante la sua preghiera o la sua invocazione nella sofferenza. Se volete trovare il Pozzo di Lachai Roì, santificate il vostro cuore nel timore di Dio e agite con mente fredda per assorbire ogni cosa, perché la freddezza e il calore in sé sono opposti tra di loro, a meno che non si trovi il giusto equilibrio tra di loro.

Pesce 2: Se il freddo della mente è troppo forte non ci sarà spazio per il calore del cuore anche per le cose sacre, mentre se il calore del cuore è troppo forte, non ci sarà spazio per l'azione della mente e la lentezza di pensiero. E infatti il Pozzo di Lachai Roì si trova a mezza strada fra Kadesh e Bared, per cui chi è a Lachai Roì sente che la Provvidenza del Santo Benedetto è vicina a lui e dentro di lui. L'uomo non può raggiungere tale equilibrio senza l'aiuto di Ha Shem che dà da bere all'uomo dalle acque di questo pozzo. Kadesh allude alla preghiera e Bared allo studio della Torà. Pertanto bisogna santificare il proprio cuore al Signore, mantenendo, allo stesso tempo, la mente nella freschezza della piena fede, pregando EL HAI che ci vede sempre. Beer Lachai Roì è la fonte della preghiera che sgorga dalla profondità del cuore, così come dal cuore quando è infranto e oppresso; questa è l'eredità della fede di nostro padre Abramo.

Pesce 3: - Il Pozzo di Lachai Roì è la fonte della fede di Abramo, e soprattutto è la preghiera voluta e accettata dopo la santificazione del cuore e la comprensione a mente fredda delle parole della Tradizione. È vero che nostro padre Abramo ha insegnato l'Unità di Dio che creò i cieli e la terra, ma la conoscenza dell'Unità di Dio sarebbe lacunosa se il Santo Benedetto mancasse, per così dire, della vicinanza personale con ognuno di noi, così come avvenne agli uomini della generazione di Enosh o ai filosofi aristotelici che ritenevano che il Creatore dei cieli e della terra fosse trascendente e non fosse coinvolto nelle cose da lui create, per cui era inutile destinargli le nostre preghiere. Perciò nostro padre Abramo, dopo aver insegnato la fede nella creazione dei cieli e della terra da parte di un Unico Dio, ribadiva anche questo concetto: "Ringraziate Dio e invocateLo nella preghiera, poiché Egli vi risponderà secondo la Sua volontà. Rivolgetevi a Lui e sarete esauditi, cercate e troverete l'acqua da bere".

Pesce 4: Ciò è analogo al fatto che nel Primo Comandamento non viene detto: Io sono il Signore che ha creato i cieli e la terra, bensì Io sono il Tuo Dio che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto. Ossia, io sono il Signore che ti parla in forma personale e ho già agito in passato per la tua salvezza e redenzione; pertanto, è bene che voi vi rivolgiate soltanto a Me, poiché Io solo posso salvare ogni individuo e redimerlo. Ecco, il Pozzo di Lachai Roì è l'incontro con Dio tramite la preghiera.

Pesce 5: La convinzione di "In principio Dio creò i cieli e la terra" (Genesi 1, 1) fa parte della nostra fede nelle parole della Torà ed è fondamentale, anche se, in essa, non c'è un comandamento personale diretto. Questo perché, in principio, l'uomo non era ancora stato creato e la creazione stessa non ha alcuna relazione con i dettati divini all'uomo, dal momento che la creazione dei cieli e della terra è al di sopra dell'intelletto umano e Dio non scende, per così dire, per mostrare agli esseri umani che ha creato i cieli e la terra. Nel Primo Comandamento, invece, Ha Shem ha parlato ai figli d'Israele, dopo aver già mostrato loro, con segni e prodigi, che Egli è il vero Dio e in suo potere compiere miracoli nei cieli e in terra. Perciò il comandamento appartiene a questa fede ed esiste una grande testimonianza che riguarda l'operato del Santo Benedetto, laddove è scritto: "Io sono il Signore tuo Dio" (Esodo 20, 2) – ossia sono il Signore tuo Dio anche in forma diretta e personale. Nelle azioni dei Patriarchi e del nostro massimo profeta Mosè, la Torà ci insegna l'immensa importanza e il grande potere della preghiera. Ce lo dimostra anche Agar, che fu testimone diretta della vicinanza di Dio con Abramo e dei miracoli e dei prodigi che il Creatore del mondo compì con lui; Agar era anche abituata a vedere gli angeli di Dio nella sua casa, per cui meritò di essere esaudita e benedetta dal Dio di Abramo.

Pesce 6: Anche il secondo pozzo è Beer Lechai Roì ed è chiamato il Pozzo di Acqua, e non ha importanza se si tratta di un altro pozzo nella stessa zona oppure sia lo stesso pozzo in cui avvenne il miracolo con Agar che fu esaudita nella sua preghiera a Dio, che le fece trovare un Pozzo di Acqua. Il Pozzo di Lachai Roì viene menzionato due volte in Genesi. La prima (24, 62): "Ed Isacco, che abitava nel paese del mezzogiorno, tornava da Beer Lachai Roì". La seconda (25, 11): "E dopo la morte di Abramo, Dio benedisse suo figlio Isacco che abitò presso Beer Lachai Roì". In ogni caso, chiameremo il secondo pozzo Beer Maim, che si trovava tra Kadesh e Bared.

Pesce 7: E sta scritto: "E Dio aprì i suoi occhi" (ibid. 21,19). Perché Dio dovette aprire gli occhi di Agar? Non era sufficiente dire "e vide un pozzo di acqua"? Il motivo è che Agar era disperata e non si aspettava più salvezza alcuna, né per il fanciullo, né per se stessa. La disperazione assoluta è simile alla morte, per cui Agar era come priva di vita. L'intervento di Dio fu allora simile ad una resurrezione dalla morte e abbiamo detto prima che il Pozzo di Lachai Roì è associato al Mazal della Resurrezione dell'Uccello. Oltre a questo, qual è il collegamento tra il Mazal della Battaglia del Pesce e il Pozzo di Acqua? Agar si trovava in "battaglia" con la sua padrona Sara, e il Santo Benedetto, per così dire, "combatteva" per stabilire la sua fede e mantenere la promessa che le aveva fatto quando era scappata. E sebbene nostra madre Sara avesse ragione nelle sue parole e nel suo comportamento, tuttavia, Agar aveva anche grandi meriti, per cui ebbe il privilegio di portare al mondo Ismaele, figlio del nostro antenato Abramo.

Pesce 8: La Torà viene qui per insegnare che "la salvezza di Dio è come un battere di ciglio" e così anche "persino se una spada affilata è posata sul collo di una persona, non deve disperare della misericordia" (Talmud babilonese, Benedizioni, 10, 1). Tale è la virtù della fede di nostro padre Abramo che venne salvato dalla fornace ardente. Beer Lachai Roì è pertanto la fonte della presenza di Dio nella preghiera, mentre Beer Maim è il miracolo e la salvezza che avvengono all'ultimo istante come un batter di ciglio. Perciò berremo dal pozzo di Lachai Roì le acque della salvezza e della vittoria, perché il Santo Benedetto ci vede sempre, non ci abbandona e non ci abbandonerà mai, se siamo radicati nella fede di nostro padre Abramo. Questa fede è uguale nei figli d'Israele e nei figli di Ismaele e voglia il Cielo che ci sia la pace fra di noi, dal momento che questa pace è gradita a Dio e nostro padre Abramo sarà molto felice quando vedrà i suoi figli vivere in pace, armonia e amore fraterno. E non disperiamo di quella pace, perché nel tempo a venire tutti gli odiatori andranno in perdizione ed una nuova e aperta mentalità sorgerà tra le nazioni.

Pesce 9: Noi diciamo Abraham Avinu e i musulmani dicono Ibrahim Abuna. Questo mi ripeteva spesso lo Tzadik Haim, che era nato a Sana, nello Yemen e qui vi aveva trascorso i suoi primi 16 anni; poi si era trasferito ad Aden per 4 anni e 27 anni al Cairo d'Egitto, per cui conosceva bene la cultura araba e il Corano. Il Morè Haim elogiava molte virtù degli arabi, soprattutto il loro derech eretz. Ho spiegato in altra sede che la benedizione che Dio impartì ad Abramo "E sarai di benedizione" (ibid. 12, 2) è la benedizione trasmessa allo Tzadik Haim quando fu prescelto per essere il Goel Finale, dopo aver completato il suo sacrificio nel mondo, essere risorto e salito al Regno dei Cieli come Giudice Unto. Questo segreto viene rivelato con il permesso dello stesso Tzadik e si collega all'allusione presente nel verso della Torà: "E avvenne dopo la morte di Abramo che Dio benedisse suo figlio Isacco e Isacco si stabilì presso il pozzo di Lachai Roì" (ibid. 25, 11).

Pesce 10: Ho ricevuto che il sacrificio dello Tzadik Haim è stato chiamato "la fine del sacrificio di Isacco" ed il verso qui sopra menzionato allude anche alla fine del tempo della sofferenza degli Tzadikim Nistarim, sebbene l'ultima sofferenza dello Tzadik Haim sia stata un evento unico. Lo Tzadik Haim mi rivelò in vita che quando gli altri 35 Tzadikim Nascosti videro la portata del terribile decreto sul mondo ebbero paura, rimasero zitti e non osarono assumersene il peso per rimuoverlo. Soltanto lo Tzadik haim, Capo dei 36 Giusti Nascosti della sua generazione accettò su di sé il decreto. Dopo la sua sofferenza finale durata quasi due anni e la sua morte, lo Tzadik Haim fu benedetto e scelto da Dio per essere il terzo Goel e si può constatare che la benedizione impartita ad Abramo ("E sarai di benedizione") si è completata con quella impartita allo Tzadik Haim.

Pesce 11: Il sacrificio dello Tzadik Haim che coincide con la fine della sofferenza dei Giusti Nascosti nelle generazioni, viene chiamato il Sacrificio di Isacco. Per quanto riguarda Yitzchak Avinu, abbiamo visto che il Santo Benedetto lo benedisse dopo la morte di suo padre, e questo è stupefacente perché fu Abramo a ricevere una benedizione speciale ("E sarai di benedizione"). Rashi, di benedetta memoria, il nostro più grande esegeta, spiega che Abramo vide nella sua visione profetica che gli odiatori di Israele sarebbero discesi da Esaù per cui ebbe paura, perché sapeva che Isacco intendeva benedire Esaù. Per questo restituì la benedizione a colui che aveva la benedizione, e chiese ad Ha Shem di benedire chi ne era meritevole. Pertanto, quando Abramo nostro padre morì la benedizione di "E sarai di benedizione " fu presso il Santo Benedetto che preferì benedire Isacco.

Pesce 12: In seguito, Isacco benedisse Giacobbe nostro padre, che, a sua volta, benedisse i suoi figli. Dopo "la restituzione" della benedizione di Abramo ad Ha Shem, che benedisse Isacco, avvenne un "rinnovamento" di tale benedizione. Lo si intuisce dall'allusione presente nel verso dello speciale affetto di Ha Shem verso Isacco: "E Dio benedisse Isacco suo figlio". Ma Isacco non era figlio di Abramo? Un motivo per menzionare il termine "figlio" è che egli "benedisse Isacco al posto di Abramo, ed Ha Shem in quel frangente, per così dire, fece da padre di Isacco, e lo amò con grande affetto come un padre con suo figlio.

Pesce 13: Allo stesso modo, dopo la fine della sofferenza dello Tzadik Haim, il Santo Benedetto gli ha rinnovato la benedizione "E sarai di benedizione" del retaggio di nostro padre Abramo. Da quel momento lo Tzadik ha con sé la benedizione, con la quale benedice chi ha meriti. Questa benedizione completa non era nelle mani dei capi degli Tzadikim Nascosti, tuttavia si è completata con la scelta dello Tzadik Haim quale Goel Finale. A causa della sofferenza che annullò un terribile decreto di devastazione mondiale, lo Tzadik Haim fu separato dal resto dei Giusti Nascosti della sua generazione, e in segreto mi rivelò: "Chi si è avvicinato, ha meritato, e chi non si è avvicinato, non ha meritato". Dicendo questa frase, il Morè Haim non intendeva lodarsi (cosa a lui estranea); egli me ne spiegò il significato, perché era importante per il futuro. Era chiaro che non c'era nessuno al mondo, anche tra i Giusti Nascosti della sua generazione, che avrebbe potuto lasciare in eredità allo Tzadik Haim quella benedizione di cui ne avrebbe avuto bisogno come Goel, se non il Santo Benedetto, lodato sia in eterno il Suo nome.

Pesce 14: Dal momento che gli Tzadikim Nistarim non erano ad un tale livello, ecco che fu il Santo Benedetto a benedire lo Tzadik Haim, per cui il Goel Haim ha ricevuto "E sarai di benedizione" per il periodo della Gheulà Shlemà. Si fa allusione a ciò nel Segno delle Stelle, in cui il Morè Haim, che eredita il Libro delle Stelle di nostro padre Abramo, fa un segno dalla quarta stella spostata alla Stella di Abramo, unendo in questo modo 4000 anni di storia. Tramite il Goel Haim, la fede di Abramo ritorna al mondo intero, fino a quando "tutti invocheranno il nome del Signore e Lo serviranno congiuntamente. E così è stato: "E avvenne dopo la morte di Abramo che Dio benedisse Isacco suo figlio» (ibid. 25, 11).

Pesce 15: Ma cosa c'entra questo, con il fatto che Isacco si stanziò al Pozzo di Lachai Roì? C'entra, dato che la benedizione di Ha Shem "E sarai di benedizione" a nostro padre Isacco è collegata al Pozzo di Lachai Roì. Profondo è questo pozzo, e quando sono sceso nelle sue acque fonde, ho nuotato con il respiro del Grande Pesce Leviathan, poiché profondi sono i Segni di nostro padre Isacco, compresi i Segni del Regno dei Cieli con il profeta Elia, i Segni del Regno dei Cieli che scende sulla Redenzione tramite le Stelle Redenzionali a cui si fa allusione nel Libro di Ester e nella missione di Gesù, che era l'Ariete sacrificato al posto di Isacco, e il cui scopo era quello di raggiungere il livello di "Tzadik che vive nella propria fede". Tutti questi segni, per lo più occultati e racchiusi nel nome ASHER, hanno una "sorgente" nelle acque del Pozzo di Lachai Roì e chi vi nuota dentro sarà protetto dalla pelle dell'Asino e dal respiro del Leviathan!

Pesce 16: Affinate la mente, le parole sono brevi e limitate, mentre il contenuto è lungo, esteso e profondo, allorquando 4000 anni di storia "si incontrano" nel segno che collega la Quarta Stella alla Stella di Abramo. Noi diciamo allora che il "primo angolo" della Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà si chiama "la Fede Semplice" e c'è da stupirsi per questo livello di fede semplice, perché esso accomuna la fede dei veri Tzadikim Nistarim con quella delle persone semplici. Ciò significa che gli Tzadikim di livello superiore, proprio come gli esseri umani comuni, possono chiamare il Signore, nostro Dio, con cuore vero e sapere e sentire, che EL HAI li vede sempre, così come sta scritto: " Il Signore è vicino a tutti coloro che Lo invocano, a tutti coloro che Lo chiameranno veramente" (Salmo 145, 18).

Pesce 17: Il Pozzo di Lachai Roì era associato anche all'egizia Agar, la cui fede era radicata nei discendenti di Cam (Ham), secondo figlio di Noè; tale fede era distante da quella di Abramo e Sara, radicati nella fede dei figli di Sem (Shem), primogenito di Noè. Tuttavia, grazie ad Abramo, tutti i figli di Ismaele sono chiamati Semiti e discendono da Sem. In questo modo, sono molti i popoli che si dissetano nel Pozzo di Lachai Roì, tramite l'Islam, con milioni di persone semplici nella loro fede in Allah, che non sono magari molto istruiti ma sono molto amati da Dio. E sebbene il Pozzo di Lachai Roì sia collegato alla fede di Abramo, la Torà ci mostra che fu Isacco che proveniva da Be'er Lachai Roì a stabilirsi vicino al pozzo, dal momento che Be'er Lachai Roì dovrebbe essere santificato nella storia sotto il nome ASHER con i livelli e le virtù degli Tzadikim Nistarim nelle generazioni.

Pesce 18: Il sacrificio finale dello Tzadik Haim conclude tutti i segni storici di nostro padre Isacco, poiché completa i tempi delle Stelle Redenzionali di 4000 anni da nostro padre Abramo; completa tutti i Segni del Regno dei Cieli e del Giudice Unto da Dio; completa i Segni della Casa di Preghiera Redenzionale con i suoi sette piani e tredici altari di preghiera e Tappeto dell'Islam, ossia il Terzo Tempio sia a Gerusalemme, la Città Santa, che a Beer Sheva, la Città dei Sacerdoti; completa i Segni dell'Asino Unto nel mondo che porta il pane redenzionale ad Israele e al mondo; completa i Segni della Tradizione profetica del profeta Elia, di benedetta memoria, che manda ai suoi allievi le profezie di questa Quarta Generazione e della generazione della Nuova Costruzione; completa i Segni della Resurrezione nel Regno dei Cieli; e completa le correzioni dell'ebraismo, della missione di Gesù e della religione islamica.

Pesce 19: Pertanto il Goel Haim ripristina la fede di nostro padre Abramo e le virtù del Pozzo di Lachai Roì per tutte le nazioni nel corso della Gheulà Shlemà, poiché dopo il suo sacrificio e il completamento dei Segni di nostro padre Isacco, il mondo intero entra senza rendersene conto sotto il secondo nome EHEYE, nei Segni di Giacobbe nostro Padre e nei Segni dello Splendore d'Israele. E sebbene l'Asino (con la A maiuscola) sia l'Asino di Isacco, esso non è completo nella storia fino al tempo della Redenzione con l'avvento del Goel Haim, una volta completati i Segni di Isacco sotto il nome ASHER, che rappresenta la fine del lungo sacrificio di Isacco. Il Morè Haim dal Regno dei Cieli guida i Segni dell'Asino che mangia il pane, che è l'Asino con tre occhi, fino a quando gli ebrei, i musulmani, i discendenti di Malchitzedek e molti altri popoli bevono insieme dalle acque del Pozzo di Lachai Roì, con un cuore nuovo, in pace, in armonia e con amore fraterno. Tutti insieme si recheranno nella Casa di Preghiera per tutti i popoli e invocheranno il nome del Signore per servirLo congiuntamente.

Pesce 20: L'acqua profonda rappresenta tutti i Segni del nome ASHER SOTTO i Segni di nostro padre Isacco, mentre io sono solo un Asino che collega i Segni Redenzionali, per merito del Goel Haim, alle fonti della nostra Sacra Torà. Il Goel Haim è l'uomo scelto da Ha Shem Elohenu per completare le intenzioni del Santo Benedetto nella creazione del mondo, nel dono della Torà e nel ritorno a Dio per portare il Nuovo Gan Eden del Regno dei Cieli e infine il Gan Eden in questo mondo. Egli dispone la legge per i tempi della Gheulà Shlemà (il libero arbitrio degli esseri umani rimane, e saranno le loro azioni a determinare il diritto al Gan Eden o la punizione nel Ghe'enam). Ed egli manda gli ordini del Terzo Tempio che non sarà più distrutto, la Casa di preghiera per tutti i popoli, e quando tutti veramente invocheranno il nome di Ha Shem congiuntamente, si attuerà il completamento del Trono d'Onore del Signore per i fedeli nel mondo.

Pesce 21: Secondo il Talmud babilonese (Pesahim 54) sette cose furono poerate in esistenza prima della creazione del mondo: la Torà, la Teshuvà, il Gan Eden, il Ghe'enam, il Bet Hamikdash, il Trono della Gloria e il nome del Messia. Tutti questi concetti sono inclusi nella vera fede di nostro padre Abramo che saranno diffusi tra molti popoli, perché il Santo Benedetto Egli sia e Benedetto sia il Suo nome, EL HAI Creatore dei cieli e della terra, osserva sempre le azioni dell'uomo e desidera il loro bene, ascolta la preghiera di ogni bocca e compie miracoli e prodigi innumerevoli, perché è un Dio Pietoso e Misericordioso, che prova compassione per ogni cuore spezzato e afflitto. Perciò l'uomo non si dovrà disperare nel suo dolore e berrà l'acqua dl Pozzo di Lachai Roì e così vivrà con uno spirito nuovo, per merito della resurrezione dello Tzadik Haim e sarà pervaso dal timore di Dio e nella sua salvezza riempirà d'acqua il suo otre e darà da bere ai giovani l'acqua buona e pura del pozzo.

 

TERZO CAPITOLO

Colonna del Cuore del Profeta

Il terzo pozzo è chiamato il Pozzo d'Acqua di Avimelech

Esso è associato al Terzo Mazal del Leviatan, i Pesi dell'Asino

"E Abramo espose le sue lamentele ad Avimelech per un pozzo d'acqua che i servi di Avimelech avevano usurpato" (Genesi 21, 25)

Pesce 1: L'abbiamo chiamato il Pozzo di Avimelech ma il suo nome completo è "Pozzo di Avimelech e Pichol capo del suo esercito". I due sono come fossero un'unica entità, come si può vedere dal verbo usato al singolare (Genesi 21, 22): "E in quel tempo Avimelech e Pichol disse ad Abramo: "Dio è con te in tutto quel che fai". Questo poiché Pichol non ha nulla di sé, essendo egli la bocca di tutto ciò che Avimelech dice o decreta, e anche se è a capo del suo esercito, non fa altro che sottostare agli ordini del suo re. Quindi il commento al pozzo di Avimelech è accomunato a quello del pozzo di Pichol, e puntualizziamo che si tratta del pozzo che fu restituito ad Abramo ed è associato al terzo Mazal dei Pesi dell'Asino. L'Asino è simile a Pichol capo dell'esercito di Avimelech, dal momento che l'Asino è "Pi – chol" "la bocca di tutte" le novità redenzionali del Goel Haim, per cui gli Asini sono simili ai soldati del suo esercito che eseguono le mansioni della Gheulà Shlemà.

Pesce 2: Nel sistema del Tribunale di Mordechai ha Tzadik ci sono sette stelle così ordinate: la Stella della Pietra dell'Equilibrio, la Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio, la Stella della Gloria, la Stella della Vittoria, la Stella di Avimelech, la Stella di Mordechai il Giusto e la Stella di Pichol. Il Tribunale, chiamato il Grande Tribunale, è universale. Se non si contano la Stella di Avimelech e la Stella di Pichol, le cinque stelle sono chiamate "il Tribunale Supremo" (che opera per i figli d'Israele, dato che la stella di Avimelech e la stella di Pichol rappresentano il giudizio sulle nazioni del mondo). La Stella di Avimelech è quindi associata al numero 70, che come è noto è il numero convenzionale per racchiudere le 70 nazioni del mondo. Ed è anche bene che il Pozzo di Avimelech sia il terzo pozzo di Beer Sheva che, come detto, è collegato al terzo Mazal dei Pesi dell'Asino, ossia alla lettera GHIMEL e alla lettera AYIN, dal momento che l'Asino ha anche tre occhi (ayin) per tutti i popoli.

Pesce 3: C'è qui una questione interessante: perché la Torà ci racconta del pozzo d'acqua che i servi di Abimelech avevano usurpato? Naturalmente c'è qualcosa di più di quanto ci rivela la Scrittura. La chiave è che Abramo è il padre di una moltitudine di nazioni e Avimelech rappresenta le nazioni del mondo, per cui è molto importante determinare a chi appartiene questo pozzo d'acqua, o ad Avimelech o ad Avraham Avinu. Possiamo dire che Abramo conosceva questo pozzo secondo il Libro delle Stelle, perché lo osservava sempre e sapeva che era associato a lui e al suo destino di essere il padre di molti popoli. Lo si può dedurre dal fatto che la Torà non usa mai parole superflue. Sta scritto, infatti (Genesi 21, 27-30): "Abramo prese pecore e buoi, li diede ad Avimelech ed entrambi stabilirono un patto. Abramo mise da parte sette agnelle ed Avimelech gli chiese: "Che cosa vogliono indicare queste sette agnelle che hai messo da parte?". E Abramo rispose: "Accetta da me queste sette agnelleaffinché ciO mi valga come testimonianza che ho scavato io questo pozzo".

Pesce 4: E la Torà continua (Ibid. 31-34): Perciò, poiché là giurarono ambedue, quel luogo fu chiamato Beer Sheva. Così stabilirono il patto a Beer Sheva; dopo di che Avimelech e Pichol, capo del suo esercito, si levò (al singolare) e tornarono al paese dei Filistei. Abramo piantò un tamarisco (eshel) a Beer Sheva e qui invocò il nome del Signore EL OLAM (Dio Eterno).Per molto tempo Abramo dimorò nel paese dei Filistei. Pertanto, la città di Beer Sheva prende il nome dal giuramento che Abramo e Avimelech fecero presso questo pozzo.

Faccio fatica a nuotare in questo pozzo, vieni, Pesce mio, e fammi respirare. Tocca (in ebraico gà, ghimel ayin), Asino, questo terzo pozzo perché il tocco è collegato ai Pesi dell'Asino. Questo pozzo d'acqua è il pozzo con la P maiuscola di Beer Sheva, e dalle sue acque bisogna attingere sette benedizioni. Questo è pertanto il Pozzo di nostro padre Abramo, sul quale vige la prima benedizione di Avimelech: "Dio è con te in tutto quel che fai", ed è una benedizione di ringraziamento da parte dei popoli nel Grande Tribunale, secondo la quale Dio asseconda e benedice Abramo in tutto ciò che fa.

Pesce 5: Avimelech non dice HA-ELOHIM, termine che indicherebbe l'azione diretta con Abramo, ma ELOHIM che indica anche gli angeli di Dio o l'azione degli astri o la Giustizia divina. Nella Gheulà Shlemà, questa benedizione ritorna con riferimento al Goel Haim e alla sua mansione di Giudice Unto nel Regno dei Cieli, allorquando, per merito del Goel Haim, essa viene associata al Segno dell'Asino che mangia il pane e così recita: "Benedetto è il Signore nostro Dio, che mi ha fatto Suo pane". Grande è la benedizione di Avimelech rispetto a quella di Malchitzedek, poiché Malchitzedek benedisse Abramo con la protezione verso tutti i suoi nemici, mentre Avimelech benedisse Abramo con il consenso e la vicinanza di EL ELYON in ogni sua azione.

Pesce 6: Nella Redenzione Completa, le nazioni del mondo ringrazieranno per la vicinanza di Dio alla discendenza di Abramo, e chiederanno al popolo d'Israele di giurare che non farà loro del male. Questa è la benedizione della fede in Dio e in Abramo, dopo che avranno riconosciuto nel Segno della Resurrezione dell'Uccello la rinascita dello Stato di Israele, la resurrezione del Goel Haim e la Redenzione Universale (e a questi due eventi allude la parola Nini: (Genesi 21, 23): "Giurami che non mi mentirai verso di me, verso mio figlio (nini) e verso mio nipote". La NUN è il Segno della Resurrezione dell'Uccello la YOD è Il Segno della Fine del Minuto, ripetuto due volte: ossia, al termine del minuto storico della Gheulà Shlemà (dall'inizio della Quinta Generazione), le nazioni meritevoli del mondo riconosceranno lo Stato di Israele e la resurrezione del Goel Haim. La seconda benedizione è la fedeltà nel giuramento e nel patto ("e verso mio nipote": sono le generazioni della Gheulà Shlemà dopo la quinta generazione). Interessante è l'espressione "che non mi mentirai": ossia, quando verranno le novità della Redenzione Completa, non accada mai che non ci sia venga la verità, per il nostro essere nazioni del mondo, in quanto il popolo d'Israele, per il suo essere santificato, non condividerà con altri dette novità redenzionali.

Pesce 7: Le nazioni del mondo hanno avuto il merito di custodire i figli sparsi d'Israele dando loro un posto in cui vivere e Abramo ringrazia per questo, anche se il favore non è stato completo. In questo contesto, è scritto nella Torà (Deut, 10, 19): "E amerete lo straniero perché anche voi foste stranieri in terra d'Egitto"; si trattò infatti di un vero e proprio favore, a prescindere da ciò che il faraone fece in seguito ai figli di Israele. Dobbiamo comunque ricordare con gratitudine il periodo della permanenza di Israele in Egitto, quando Yosef ha Tzadik era in vita ed i figli di Giacobbe dimoravano nella fertile terra di Goshen in pace e tranquillità. Quindi l'assicurazione di Abramo rappresenta la terza benedizione, che è quella della gratitudine. La quarta benedizione è la benedizione del rimprovero, secondo la quale viene benedetto colui che, ispirato da giustizia e verità, ammonisce il suo compagno, dato che la sua intenzione è "leshem Shamaim". La quinta benedizione è la benedizione della vera autogiustificazione. Guardate quante espressioni usa Avimelech: "Non lo sapevo", "Non me lo avevi detto" e "Non ne avevo sentito parlare fino ad ora". La sesta benedizione è la benedizione sulla proprietà quando si dona qualcosa (ovini e bovini) associata al giuramento.

Pesce 8: La settima benedizione è un proseguimento della sesta ed è collegata alla proprietà del pozzo stesso, tramite una speciale testimonianza, stipulata con un'alleanza. Abramo scelse 7 pecore del suo gregge. Il Gaon Malbim fece presente che il numero 7 era sacro anche tra le nazioni del mondo che veneravano i 7 pianeti celesti, anche se Abramo scelse il 7 a motivo delle 7 fonti superiori di santità che scendevano su di lui. Inoltre, Abramo percepiva anche l'influenza dei 12 segni dello Zodiaco e delle 13 Mazalot del Leviatan, come la Resurrezione dell'Uccello associata alla Fede, i Pesi dell'Asino associati alle nazioni del mondo, la Tartaruga Illuminata associata alla comprensione chiara, la Stella del Progetto associata alla Gheulà Shlemà, il Rifugio dell'Armadillo associato alla Protezione, il Lago di Sale associato al Patto e la Fossa del Leone associata allo studio.

Pesce 9: Abbiamo ricevuto dal Goel Haim che esiste una nuova costellazione di 7 stelle, associata alla Grande Aquila Stellare, la quale, grazie a Dio, abbiamo avuto il previlegio (Nodà ed io) di vedere a Beer Sheva nel 1999. Le 7 stelle sono associate alla Nuova Santità, ma non rientrano nel conteggio delle 120 Stelle della Redenzione. Le ho collegate con le sette lettere di "Nesher Gadol" (Aquila Grande), che sono associate alle 7 Mazalot del Leviathan. Esse sono, secondo l'ordine: (1) Resurrezione dell'Uccello (2) Lago di Sale (3) Rifugio dell'Armadillo (4) Pesi dell'Asino (5) Tartaruga Illuminata (6) Stella del Progetto (7) Tana del Leone. Tutte le 7 benedizioni e le 7 sorgenti di santità sono collegate al terzo pozzo d'acqua, per il quale la città viene chiamata Beer Sheva, come scritto (Genesi 21, 31): "Perciò chiamò quel posto Beer Sheva, poiché là giurarono entrambi".

Pesce 10: Se torniamo per un momento alla Stella di Avimelech, sembra che essa sia un'enorme stella con 70 nomi, associata alle 70 lingue, che erano conosciute dagli uomini del Sinedrio (Talmud babilonese, Menachot, 65, 1; Sanhedrin, 17 , 1). Nella testimonianza cristiana presentata nelle Epistole di Paolo si ricorda che su alcuni credenti era "scesa" in modo miracoloso la capacità di parlare più lingue e ciò era probabilmente dovuto all'influsso della Stella di Avimelech. Si trattava di un evento prodigioso, ma privo di consistenza, dato che non sapevano quello che dicevano, e chi li ascoltava non capiva, per cui nessun messaggio nuovo ne sortiva. E infatti anche Paolo non considerò il loro caso come cosa di rilievo, pur riconoscendo che tra i nuovi adepti cristiani c'era chi poteva ricevere tale influsso. Più importante, però, è quanto si narra nella Tradizione che gli uomini del Sinedrio conoscessero 70 lingue e sapessero ciò che dicevano. Nel loro caso lo spirito non "scendeva" su di loro, ma si trattava di un segreto che avevano ricevuto.

Pesce 11: Considerate quante cose sono collegate a questo terzo pozzo e ricordiamo che il nome della città di Beer Sheva deriva da questo pozzo sia a causa del numero 7 (sheva) che per il giuramento (shevuà) e che le questioni della Stella di Avimelech si trovano nelle acque del pozzo. Abbiamo trovato, come detto, anche 7 benedizioni attinte dalle acque del racconto biblico e in esse si trova anche la questione delle 70 lingue. Le 7 benedizioni menzionate sono anche 7 fonti di saggezza, poiché la Stella di Avimelech si trova nella costellazione del Tribunale di Mordechai il Giusto, il cui intero interesse è nella vera saggezza che include diverse saggezze: la saggezza di credere in Dio a causa dei segni, dei prodigi e dei miracoli, e ciò che indusse Avimelech a credere in Dio e a dichiarare " Dio è con te in tutto ciò che fai "; la saggezza della fedeltà che origina dalla gratitudine; la saggezza del giuramento; la saggezza dello stabilire un patto di fedeltà; la saggezza dello stabilire un'alleanza giurata e la saggezza di Abramo nostro padre che riconobbe la grande importanza di tale Beer ha Maim, contenente acqua saporitissima! Hi haw. Hi haw.

Pesce 12: Le 7 fonti di santità in un sistema di 7 stelle sono associate al Segno della Grande Aquila Stellare e ho chiamato le 7 stelle Nesher Gadol (נשר גדול) che sono 7 lettere, associate alle lettere delle Costellazioni del Leviathan, che fanno parte della Kabalà della Nuova Santità del Patto della Gheulà Shlemà. Il Terzo Pozzo riceve la santità dal Terzo Mazal, il Peso dell'Asino, e ha ragione il Leviathan quando dice che senza questo Mazal non saprei nuotare in quest'acqua. Tuttavia, il Leviathan vi nuota con me e mi mostra come si respira, perché io sono un asino. Del resto, io sono felice di essere qui, perché il Segno dell'Asino è collegato alla Stella che Stupisce, e in quest'acqua io sono collegato a sinistra con la Stella di Malchitzedek (che è la Stella di Cristo, ossia la Stella che Stupisce nella Gheulà Shlemà) e a destra con la Stella di Avimelech, perché il Tribunale si trova alla nostra destra.

Pesce 13: Si tratta di un legame molto forte, perché queste due stelle portano una salvezza stellare alle 70 nazioni del mondo, nella giustizia a Malchitzedek e nel prestigio ad Avimelech. Anche la Stella di Pichol mi accompagna per annunciare le novità redenzionali per merito dello scelto Tzadik, il Goel Haim. In effetti, mi sembra che tutto confluisca in questo pozzo, da cui prende nome la città di Beer Sheva. Direi altresì che tutto il Commento di Beer Sheva si concentra qui, anche se siamo soltanto al terzo di 21 capitoli, grazie a Dio Benedetto. Ma ciò non significa che qui termina il libro, bensì che quando si arriva a questo Pozzo, si aprono le sorgenti per gli altri pozzi e per ulteriori chiarimenti, poiché il terzo pozzo è come se fosse il Giacobbe dei pozzi; arriviamo così alla Terza Redenzione e al secondo EHEYE del Nome EHEYE ASHER EHEYE, in cui si trova l'Asino Completo dei Segni di nostro padre Giacobbe.

Pesce 14: Capisco che ciò che mi ha rivelato lo Tzadik Abuhatzera (nella visione da me ricevuta) che Beer Sheva è il punto d'incontro di 7 cieli e 7 terre, fu anche visto nella sua saggezza da nostro padre Abramo, e appunto per questo il pozzo è chiamato il Pozzo di Beer Sheva. Altrove ho spiegato che il nome Beer Sheva allude, in questo contesto, al "Barà Sheva" (Creò sette). Possiamo dedurre che il luogo dell'incontro avviene in questo Pozzo, per questo Abramo insistette sul suo diritto di ottenerlo per sé, testimoniando: "Poiché io ho scavato questo pozzo". Dopotutto, egli sarà il padre di molti popoli nella Gheulà Shlemà e il mondo dovrà bere l'acqua dalla fede e dalla saggezza della sua stella, che ritorna al suo posto dopo un' orbita di 4000 anni.

Pesce 15: Nostro padre Abramo sapeva nella sua sapienza, nella sua visione profetica e nella sua osservazione astrologica, che proprio in quel punto bisognava scavare, poiché l'acqua che ne sarebbe sgorgata sarebbe stata speciale, collegata con le acque dei cieli, con le stelle e le Mazalot. E mentre io sono un asino ignorante, nostro padre Abramo, re della saggezza stellare, ricevette il Libro delle Stelle, mentre nella Gheulà Shlemà è il Goel Haim che riceve il Libro delle Stelle di Abramo e lo insegna all'umanità. Colui che riceve il Libro delle Stelle è chiamato in Alto "la Corona del Giardino nel Giardino dei Poteri" e il pozzo d'acqua associato ad Avimelech che Abramo scavò per le future generazioni è "il Pozzo della profezia sulle 70 nazioni del mondo nel Giardino della Gioia".

Pesce 16: Poiché Abramo è il padre di molte nazioni e quando le 70 nazioni del mondo saranno rafforzate nella fede di nostro padre Abramo, ameranno il popolo d'Israele e invocheranno Dio per servirLo congiuntamente e solo allora il mondo sarà un Giardino di Gioia. Ed è bene che le nazioni del mondo ricordino che fu Avimelech che fece un patto con Abramo per ringraziarlo del fatto che scavò questo pozzo con pura fede per lasciare in eredità ai suoi figli dopo di lui in tutto il mondo il Libro delle Stelle ricevuto nella città di Beer Sheba. Perciò è molto importante ricordare chi scavò questo pozzo, perché se Abramo fosse stato esautorato dal suo possesso, esso sarebbe rimasto possesso delle nazioni del mondo e la Redenzione non avrebbe potuto raggiungere il popolo d'Israele; in tal caso, le profezie non si sarebbero avverate e il mondo sarebbe stato distrutto, Dio non voglia.

Pesce 17: Pertanto, miei cari lettori, il Libro delle Stelle è stato appena scoperto, dopo quattro millenni dal tempo di Abramo. Il segno che ha fatto il Morè Haim dalla quarta alla prima stella, la stella di Abramo, collega i 4000 anni del Progetto Redenzionale di Ha Shem. Ancora oggi la maggior parte delle nazioni del mondo è idolatra e la promessa ad Abramo di essere "padre di molte nazioni" non si è ancora avverata del tutto. Questa situazione rimarrà tale fino alla fine di questa Quarta Generazione e fino a quando il mondo non riconoscerà la Gheulà Shlemà per mano dello scelto Goel Haim. Allora attraverso il suo ministero il merito della fede di Abramo sarà patrimonio del mondo intero. Lo scopo del Commento di Beer Sheva è attingere l'acqua dai pozzi di Beer Sheva, rimasta coperta nelle profezie della Torà e rivelarla tramite le parole della fede di Abramo nostro padre con la Gheulà Shlemà.

Pesce 18: - Quando parliamo di "padre di molte nazioni" in generale, intendiamo riferirci soprattutto alle nazioni cristiane, poiché sono principalmente esse che dovrebbero "ritornare" alla fede di Abramo in un unico Dio e non i musulmani che hanno ereditato la fede abramatica monoteista, sebbene abbiano poi stravolto l'ordine cronologico della Storia, quando sostengono che Ibrahim Abuna fu il primo musulmano e il popolo d'Israele si rese colpevole per non aver accettato l'Islam da lui insegnato. Anche la loro opinione che il mondo intero dovrebbe convertirsi all'Islam è falsa e sbagliata. Essi sono confusi e credono che il pozzo di Abramo a Beer Sheva appartenga ad Avimelech, per cui asseriscono che è l'Islam la vera fede e non quella degli ebrei. È necessario chiarire loro il fatto che fu Abramo a scavare questo pozzo d'acqua, che diede poi in eredità con la città di Beer Sheva ad Isacco, dato che i figli dell'Islam originano da Ismaele mentre i figli d'Israele originano da Giacobbe. figlio di Isacco e nipote di Abramo, per cui è l'ebraismo la prima e principale religione.

Pesce 19: La missione messianica di Yeshua, figlio di Yosef e Miriam, il secondo uomo della redenzione, fu completamente travisata dal Cristianesimo e non fu compresa né dagli ebrei né dai cristiani, quantunque nel Segno Redenzionale con il Libro delle Stelle, il Morè Haim spieghi: "Questa è la Stella di Cristo che viene in virtù dell'umiltà". Questo perché i cristiani devono ritornare al pozzo di Abramo mediante la pura fede nell'Unità di Dio. Dopotutto, gli uomini di Avimelech, provenienti dalle nazioni del mondo, usurparono il pozzo di Abramo, se ne impossessarono e sconvolsero la fede di Abramo dicendo, nel corso delle generazioni, che erano loro il nuovo Israele. Eppure con la Gheulà Shlemà avvengono dei cambiamenti storici, per cui il Cristianesimo viene corretto e viene rivelata la vera storia di Yeshua. Alla fine, i cristiani dovranno riconoscere che fu Abramo a scavare questo pozzo nella fede dell'Unità di Dio e che Gesù visse all'interno della vera tradizione ebraica di nostro padre Abramo. Con la Redenzione Completa, avverràche la Stella di Malchitzedek e la Stella di Avimelech si apriranno alle nazioni del mondo nella vera fede e tutti ammetteranno che fu Abramo a scavare il pozzo a Beer Sheva.

Pesce 20: (Genesi 21, 33) "E Abramo piantò un tamarisco (eshel) a Beer Sheva e là invocò il Signore EL OLAM". Eshel (alef – shin – lamed) è "l'Albero della Redenzione" che allude alle tre redenzioni, e lo si può interpretare in più modi. La ALEF è la fede fondamentale nel nome del primo EHEYE, la SHIN è la fede fondamentale nascosta nel nome ASHER, e la LAMED è il fondamento dello studio della fede nelle leggi e negli statuti della Torà, dato che non c'è crescita in materia di fede se non nello studio, soprattutto nei nuovi studi della Gheulà Shlemà. Dopotutto, Abramo piantò l'Eshel solo dopo la stipula del patto e il giuramento secondo il quale era stato lui a scavare il pozzo, in modo che tutte le novità redenzionali sarebbero rimaste nel contesto della sua vera fede. Tutto si completa nella Gheulà Shlemà, perché una volta convenuto che fu Abramo a scavare il pozzo, ogni fede, rivelata e nascosta, può diventare patrimonio universale.

Pesce 21: Vedete dunque che nei Cerchi Profetici che abbiamo ricevuto, il terzo Cerchio (dal basso verso l'alto) è nel nome di EL OLAM e questo Cerchio è collegato all'Altare di Malchitzedek, ossia alle nazioni del mondo che provengono (per lo più) dal Cristianesimo e salgono su tale altare nella Casa di Preghiera della Redenzione Completa. Vorrei concludere con una mia testimonianza riguardo al Libro del Commento di Beer Sheva, ed è una testimonianza che riguarda tutti i tredici libri del Sefer Mishnat Haim. Li menziono qui perché io, Peretz ben Moshe Green e Hannah Becker, ho scavato questo pozzo, sotto l'autorità e il permesso del Goel Haim. Vale a dire: tutte le spiegazioni, i chiarimenti e le interpretazioni sono sotto il permesso dello Tzadik Haim Ben Moshe, così come i Segni Completi della Gheulà Shlemà. Inoltre, a parte me, Peretz Green, nessun altro ha scritto i libri di Sefer Mishnat Haim sebbene includano le testimonianze dei Talmidim Asini.

 

QUARTO CAPITOLO

Il Quarto Pozzo è chiamato Ha be'er ha zot (Questo pozzo)

Esso è associato al Quarto Mazal del Leviatan, la Tartaruga Illuminata

"E Abramo disse: "Ecco, le sette pecore prendi dalla mia mano, affinché ciò sia di testimonianza, in quanto sono stato io a scavare questo pozzo" (Genesi 21, 30)

Pesce 1: Ho bisogno di occhiali con lenti molto spesse, occhialini da sub per vedere all'interno del pozzo. La Torà attesta che Avimelech e Abramo giurarono su quel pozzo, che i due testimoniarono che fu il nostro antenato a scavarlo per cui apparteneva a lui e alla sua discendenza. Abbiamo spiegato che questo pozzo allude alla vera tradizione di Abramo, e ad esso è collegato con la Torà intera (nota 1).

Nota 1: DIARIO: Ottavo giorno di Hanukà: Gheula è andata con Solly a Rehovot, dopo aver sognato che qui doveva andare per fare una correzione. Quindi i due ci sono andati per fare un segno. A Rehovot hanno detto i 6 Segni Redenzionali; quindi hanno visto un pozzo, sono entrati nel luogo alla cui entrata c'era un'insegna che recitava: "Rahamei ha Shamaim, la misericordia del cielo". Il segno era associato ai pozzi del Commento di Beer Sheva, e soprattutto al Quinto Pozzo associato alla Colonna del Cuore del Profeta del Leviatan, ossia il Pozzo di Rehovot, come sta scritto (Genesi 26, 22): "Di là si trasferì e scavò un altro pozzo per il quale non ci furono contestazioni e lo chiamò Rehovot poiché disse: "Ora il Signore ci ha fatto largo e potremo prosperare nel paese". Il Pozzo di Rehovot è associato al Mazal della Fine del Minuto

Pesce 2: Cosa sono le sette pecore? Perché la Torà ha detto "levadehen" (ibid. 28) mentre Avimelech ha detto "levadana" (ibid., 29)? Sopra abbiamo spiegato, a nome del Malbim, che Abramo scelse il numero 7 che è associato alle 7 fonti di santità, anche se noi non desideriamo lasciare la santità in Alto e facciamo in modo di farla scendere al livello del mondo, così da poter continuare ad attingere da quelle fonti tramite le interpretazioni dei pozzi di Beer Sheva. Dallo Tzadik Haim abbiamo ricevuto il sistema delle 7 Stelle, che per noi rappresentano, a livello stellare, le fonti della Nuova Santità della Redenzione Completa. Prima della Gheulà Shlemà, il sistema era associato alle 7 fonti della Prima Santità, ma questa materia non viene a mancare per la rivelazione della Nuova Santità, per cui abbiamo 7 stelle doppie, in effetti sono 14.

Pesce 3: Il quarto pozzo, scavato da nostro padre Abramo, racchiude una questione molto profonda, per cui dobbiamo, con l'aiuto del Santo Benedetto, che è la fonte di ogni santità in esistenza, attingere dalle sue acque il rinnovamento dei nuovi 7 livelli di Santità della Gheulà Shlemà. Dal segno ricevuto discende il sistema di 7 stelle chiamato "la Grande Aquila Stellare" che quando scende nel mondo diventa un drago di fuoco che ha il compito di bruciare ogni forma di idolatria. Quindi non c'è dubbio che la Grande Aquila Stellare, che allude a Maimonide, la pace sia su di lui, la "Grande Aquila" tra i Rabbini e i Poskim d'Israele, è correlata alla santità rappresentata, come noto, dal numero 7.

Pesce 4: Un'altra prova che questo sistema a 7 stelle è connesso alla questione della santità è che ci è stato detto in un segno di non includerlo nel conteggio delle 120 Stelle della Redenzione, dato che esso è separato dal resto delle stelle. Il problema in questo momento è sapere con che nomi vanno chiamate queste 7 stelle. Abbiamo collegato i 7 pozzi della Colonna del Cuore del Profeta ai nomi dei 7 Mazalot che hanno nomi di animali, mentre i pozzi della Colonna del Cuore del Leviathan li abbiamo collegati ai nomi dei 7 Mazalot privi di nomi di animali (anche se il Segno del Rifugio dell'Armadillo è raddoppiato perché è il settimo Mazal), e i 7 pozzi della Colonna del Cuore della Shoshana li abbiamo collegati al sistema di Ester nel regno di Ahashverosh (in tre tipi di Stella di Ester, come spiegheremo più avanti). Per quanto riguarda le 7 stelle summenzionate, credo che debbano essere collegate ai 7 Cerchi Profetici associati ai 7 nomi del Santo Benedetto.

Pesce 5: Precisiamo: è vietato interpretare i nomi di Ha Shem con le stelle, mentre è permesso collegarli al sistema del Grande Tribunale di Mordechai lo Tzadik, composto da 7 stelle, di cui 5 appartengono al Tribunale Supremo per i figli d'Israele e 2 a quello delle Nazioni, e cioè la Stella di Avimelech e la Stella di Pichol. C'è anche un modo per collegare le 7 Stelle della Nuova Santità alle 5 Stelle del Tribunale Supremo d'Israele, collegando i 7 Pozzi della Colonna della Shoshanà (Rosa) alle 5 Stelle di Ester nel regno di Ahashverosh, e infatti no si tratta di 21 pozzi, bensì di 21 che parlano dello stesso pozzo. Qui però ci sono 7 stelle da collegare a nomi separati, e inoltre il nostro interesse è nella Nuova Santità che comprende anche Avimelech e Pichol, ministro del suo esercito.

Pesce 6: Per lo stesso motivo non interpretiamo le 7 stelle del Grande Carro, perché non viene indicato alcun segno speciale per le nazioni del mondo, ma possiamo far notare che, in generale, si tratta del carro delle novità redenzionali pronto ad uscire nel mondo, per cui va riferito in questo contesto alla Stella di Cristo, che è universale in quanto Malchitzedek è sacerdote di EL ELYON che appartiene anche alle nazioni del mondo.

Pesce 7: Le 7 Stelle del Grande Carro sono collegate alle 7 Stelle del Grande Tribunale:

La Stella di Abramo alla Stella della Pietra dell'Equilibrio,

La Stella di Isacco alla Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio,

La Stella di Giacobbe alla Stella della Lode (Tehilà),

La Quarta Stella Spostata alla Stella della Vittoria,

La Stella di Ester alla stella di Avimelech

La Stella del Goel Haim alla Stella di Pichol.

Si può anche dire che le 7 Stelle del Grande Carro sono le Stelle delle 7 Benedizioni del vero grande matrimonio tra il Regno dei Cieli e il mondo. Inoltre, il sistema del Tribunale, per sua stessa natura, appartiene alla Santità.

Pesce 8: La santità della Torà si esprime nelle sue leggi di giustizia come viene ribadito nel Libro di Isaia, dal santo Profeta (42, 1): "Ecco il mio servo, Io lo sosterrò; il mio eletto in cui si compiace l'anima mia; Io ho messo il mio spirito su di lui ed egli insegnerà la giustizia alle nazioni"; e così anche (42, 4) "egli non verrà meno e non s'abbatterà finché abbia stabilito la giustizia sulla terra e le isole aspetteranno fiduciose la sua legge", affinché non si dica che le Stelle della Santità non sono collegate con la Stella di Avimelech, poiché il giudizio che scende sulle nazioni in tempo redenzionale è un giudizio vero, santificato al cospetto del nostro Dio Santo e Benedetto in eterno. E così è per tutte le leggi della Nuova Legge della Gheulà Shlemà, che sono sante davanti all'Eterno, e il livello di santità è suddiviso secondo i livelli dell'Altare del Sacerdote Unto, dell'altare di Giuda, dell'altare di Efraim e dell'altare di Malchitzedek. Questi sono i quattro altari che hanno un sacerdozio e tutti e quattro hanno anche un altare per le donne.

Pesce 9: Per completare i 7 Altari secondo il loro grado di santità diremo che ci sono anche l'Altare del Profeta, l'Altare del Grande Israele e l'Altare della Rosa. Esiste poi anche un ottavo altare, l'Altare della Leviatanit, collegato all'ottavo Mazal il Lago di Sale, che completa il Patto Completo (con i 4 altari femminili si arriva a 12 altari, ed il tredicesimo è l'Altare delle Nozze che ha una santità speciale).

Pesce 10: Bisogna pertanto trovare i nomi delle 7 Stelle di Santità secondo le 7 Stelle del Grande Tribunale, tuttavia non bisogna chiamarli con gli stessi nomi, se non con nomi dedotti dalla loro essenza (ciò per non associare il nome del Santo Benedetto ad una qualsiasi stella, se non con un nome nascosto, come nel Libro di Ester in cui non viene mai menzionato Ha Shem). La cosa principale in questo capitolo è il trovare un nome appropriato per ciascuna delle 7 Stelle della Nuova Santità, e per farlo mi trovo all'interno delle acque di questo pozzo, scavato da nostro padre Abramo e testimoniato dal patto con Avimelech. Anche la Tartaruga Illuminata mi viene in aiuto per illuminarmi a dare un nome consono, perché questa questione è importante ed il nome trovato completerà il collegamento tra la stella e questo pozzo di Beer Sheva. Il materiale per farlo c'è già, perché i nomi delle Stelle del Grande Carro sono già collegati alle 7 stelle del Grande Tribunale. Ricordamioci che siamo sulla Colonna del Cuore del Profeta. Collegherò il nome della stella dal Grande Carro alla Stelle del Grande Tribunale, perché il potere di entrambi aiuta a trovare il nome appropriato.

Pesce 11: La prima stella è collegata alla Stella dell'Equilibrio, e in rapporto al Grande Carro è collegata alla Stella di Abramo, ed è la Stella del Fondamento della Profezia di Santità, dato che Abramo è il fondamento del mondo, il primo dei patriarchi e il fondamento della santità profetica in Israele, mentre Mosè è il fondamento della santità profetica di tutta la sacra Torà ed è il capo di tutti i profeti. Stiamo qui interpretando secondo l'essenza della Nuova Santità, per cui la chiamerò la Stella del Fondamento della Profezia della Nuova Santità.

La seconda stella è collegata alla Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio, che è associata alla tradizione del profeta Elia, e in rapporto al Grande Carro è collegata alla Stella di Isacco, ed è la Stella dell'Ascesa della Nuova Santità. In questo modo collego la Stella dell'Ascesa della Nuova Santità con il pozzo di acqua che scavò nostro padre Abramo.

La terza stella nel sistema delle 7 Stelle della Nuova Santità è collegata alla Stella della Gloria, e in rapporto al Grande Carro è collegata alla Stella di Giacobbe, ed è la Stella della Santità del Nuovo Sacerdozio, perché Giacobbe nostro padre è chiamato "il Santo tra i Patriarchi" e la tribù di Levi fu consacrata per ricevere la santità del sacerdozio. In questo modo collego la Stella della Santità del Nuovo Sacerdozio con il pozzo d'acqua, che nostro padre Abramo scavò a Beer Sheva.

La quarta stella è collegata alla Stella della Vittoria, e in rapporto al Grande Carro è collegata alla Quarta Stella Spostata, ed è la Stella della Separazione della Nuova Santità dai mali della Quarta Generazione. In questo modo collego la Stella della Separazione della Nuova Santità dai mali della Quarta Generazione con il pozzo di acqua, che nostro padre Abramo scavò e sul quale giurò con 7 pecore.

Pesce 12: La quinta stella è collegata alla Stella di Avimelech, e in rapporto al Grande Carro è collegata alla Stella di Ester, ed è la Stella della Nuova Santità delle Virtù e del Derech Eretz. Se non c'è Derech Eretz non c'è Torà e questa massima è destinata al popolo di Israele che custodisce la Torà, ma è importante sottolineare che anche le nazioni del mondo, che non custodiscono la Torà, tengono in gran conto le virtù ed il derech eretz. Questa materia è fondamentale nella gestione della giustizia tra i popoli, perché anch'essi hanno grandi meriti per le virtù e il derech eretz che mettono in pratica. Perciò nella Redenzione Finale saranno in molti a meritare e, con l'aiuto di Ha Shem, faranno ritorno alla fede di nostro padre Abramo e saranno giudicati secondo i parametri della Nuova Legge. Anche loro potranno ricevere dalla Nuova Santità della Gheulà Shlemà sull'Altare di Malchitzedek. In questo modo collego la Stella della Nuova Santità delle Virtù e del Derech Eretz con il pozzo di acqua, che nostro padre Abramo scavò e presso al quale giurarono Abramo e Avimelech.

Pesce 13: La sesta stella è collegata alla Stella di Mordechai il Giusto, e in rapporto al Grande Carro è collegata con la Stella di Mordechai, ed è la Stella della Nuova Santità della Nuova Legge della Redenzione Completa. In questo modo collego la Stella della Nuova Santità della Nuova Legge della Redenzione Completa con il pozzo di acqua che nostro padre Abramo scavò a Beer Sheva.

La settima stella è collegata alla Stellla di Pichol, e in rapporto al Grande Carro è collegata alla Stella del Goel Haim ed è la Stella della Nuova Santità di tutti gli scritti di Sefer Mishnat Haim.

Pesce 14: In questo modo collego la Stella della Nuova Santità di tutti gli scritti di Sefer Mishnat Haim con il pozzo di acqua che Abramo nostro padre scavò e presso al quale stabilì un patto con Avimelech e Pichol suo ministro di guerra tramite 7 pecore; si tratta dello stesso pozzo di Beer Sheva che appartiene ad Abramo ed alla sua discendenza. Ed io? Io non sono niente, sono soltanto polvere ed asino, ma devo pur sempre testimoniarlo.

Pesce 15: Riassunto:

A) La Stella del Fondamento della Profezia della Nuova Santità è collegata alla Pietra dell'Equilibrio e alla Stella di Abramo.

B) La stella dell'Ascesa della Nuova Santità è collegata alla Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio e alla Stella di Isacco.

C) La Stella della Santità del Nuovo Sacerdozio è collegata alla Stella della Gloria e alla Stella di Giacobbe.

D) La Stella della Separazione della Nuova Santità dai mali della Quarta Generazione è collegata alla Stella della Vittoria e alla Quarta Stella Spostata.

E) La Stella della Nuova Santità delle Virtù e del Derech Eretz è collegata alla Stella di Avimelech e alla Stella di Ester.

F) La Stella della Nuova Santità della Nuova Legge della Redenzione Completa è collegata alla Stella di Mordechai il Giusto e alla stella di Mordechai.

G) La Stella della Nuova Santità della Nuova Legge della Redenzione Completa è collegata alla Stella di Pichol e alla Stella del Goel Haim.

Pesce 16: - Correggo la sesta e la settima (F e G):

F) La Stella della Nuova Santità della Nuova Legge della Redenzione Completa è collegata alla Stella di Mordechai il Giusto e alla Stella di Mordechai.

G) La Stella della Nuova Santità dei Segni dell'Asino che mangia il pane è collegata alla Stella di Pichol e alla Stella del Goel Haim.

E ciò poiché la Nuova Santità della Nuova Legge si estende a tutti i campi della Gheulà Shlemà spiegati nel Sefer Mishnat Haim. Inoltre, non può venire a mancare la nuova santità speciale del Segno dell'Asino che mangia il pane, e lo Tzadik Chaim ha già annunciato in sogno: "Io sono il Goel Haim e voi (Asini) siete la Stella del Goel". Questo perché il Goel Haim non ha bisogno della Stella del Goel Haim, dal momento che egli si trova nel Regno dei Cieli e sono gli Asini ad avere bisogno di lui, dal momento che annunziano al mondo le novità redenzionali del Goel Haim.

Pesce 17: Così abbiamo completato, grazie a Dio, i 7 nomi delle 7 Stelle della Nuova Santità. Abramo nostro padre disse "levadehen" (ibid. 28), poiché le pecore erano, alludendo così a 7 donne: 6 le madri d'Israele (Sara, Rebecca, Lea, Zilpà, Rachele, Bilhà) e la settima è la regina Ester. Le donne sante sono necessarie per completare la santità per il mondo, quindi le 7 Stelle della Nuova Santità possono essere chiamate con i loro nomi (per cui si parla di duplicazione, 14, come accennato in precedenza):

La prima stella è la Stella di Sara, la seconda stella è la Stella di Rebecca, la terza stella è la Stella di Lea, la quarta stella è la Stella di Zilpà, la quinta stella è la Stella di Rachele, la sesta stella è la Stella di Bilhà e la settima stella è la Stella di Ester.

Pesce 18: Pertanto, non c'è completamento della santità se non tramite le donne sante. Nel computo delle 120 stelle non ci sono i nomi delle madri d'Israele, ma quello della Stella di Ester compare due volte: la Stella di Ester del Grande Carro e la Stella di Ester nel regno di Ahashverosh. E qui, nella settima stella del Nuovo Sistema di Santità, Ester viene così menzionata per la terza volta, e la Stella allude alla perfetta triplice santità della Stella di Ester, la fine di tutti i miracoli. La Stella di Ester del Grande Carro completa la Santità delle Benedizioni Redenzionali; la Stella di Ester nel regno di Assuero completa la Santità delle Virtù nel cuore di Ester; la Stella di Ester delle Stelle della Nuova Santità completa l'interiore e modesta ingenuità (temimut) che porta la santità a tutti i livelli sacri precedenti per farla risiedere nel mondo. Le 7 stelle della Santità si aggiungono al cmputo delle 120 stelle completando così il numero di 127.

Pesce 19: Questo è il completamento di Purim, poiché la Stella di Ester nel Regno di Ahashverosh completa 127 paesi mentre Israele farà cose importanti e mostrerà il suo valore al cospetto delle nazioni. La prima stella delle Stelle di Santità è la Stella di nostra madre Sara, che visse 127 anni, e ciò dimostra che la Stella di Ester delle Stelle di Santità completa tutti i precedenti livelli di Santità, da nostra madre Sara alla regina Ester. Non deve sorprendere l'importanza delle donne che completano tutti i livelli di Santità, dato che è noto nella Tradizione che è per merito delle figlie d'Israele che il popolo ebraico fu redento dall'Egitto e grazie a loro Israele ricevette la Torà sul monte Sinai.

Pesce 20: 120 stelle nella Triplice Meditazione vanno riferite agli anni di Moshè Rabbenu, l'uomo completo con la Santità di Dio su di lui, mentre le 7 sante donne summenzionate appartengono alle 7 Stelle di Santità e completano il numero 127. "Esse e non altre, levadehen" (לבדהן) perché non ce ne sono altre in questo conteggio. Avimelech tuttavia disse "levadana-soltanto esse" (לבדנה), alludendo alle femmine di pecora che vanno riferite alle 7 sante donne. Questo secondo le deduzioni della Stella di Avimelech (che giudica e protegge le 70 nazioni del mondo, secondo cui nelle donne la santità si compie soprattutto tramite il cuore); dopotutto, nelle donne il cuore è la cosa principale, perché le donne quasi sempre giudicano con il cuore, per cui nella parola "levadana" compare laה finale, che contraddistingue i nomi femminili. Quando la donna è santa nelle sue opere e nelle sue parole e modesta nella sua condotta, può anche discutere di questioni di santità e spesso in una misura superiore a quella degli uomini.

Pesce 21: Abramo disse "esse e non altre" riferendosi alle sante donne che sarebbero uscite tra le figlie d'Israele, mentre Avimelech disse "soltanto esse" per dare merito alle donne sante tra le settanta nazioni del mondo. C'è anche un'allusione nel "levad-na" laddove il "na" corrisponde al numero 55 che allude alla NUN FINALE di Leviathan. Si fa qui allusione al tempo della Redenzione Completa e alla Nuova Casa di Preghiera, che ha anche gli altari sacri delle donne: l'Altare della Sacerdotessa Unta, l'Altare delle Figlie di Giacobbe, l'Altare delle Figlie d'Israele e l'Altare delle Nazioni. Convenite con me che ora abbiamo raggiunto le acque profonde e pure di questo pozzo a Beer Sheva, scavato da nostro padre Abramo e presso al quale avvenne il patto giurato fra Abramo e Avimelech, per cui non può esserci santità fra le nazioni del mondo se non nel contesto della fede del Patto Finale nel nome di EL SHADDAI e col permesso del Goel Finale Haim nella Fede di nostro padre Abramo.

 

QUINTO CAPITOLO

Il Quinto Pozzo è chiamato Be'er s'tmum Plishtim (Il pozzo che i Filistei ricoprirono)

Esso è associato al Quinto Mazal del Leviatan, il Regno della Giraffa

"Essi chiusero, riempiendoli di terra, tutti i pozzi che al tempo di suo padre Abramo i suoi servi avevano scavato" (Genesi 26, 15)

Pesce 1: Il Ramban (Nachmanide) commenta il verso "e chiamò il pozzo Esek": La Scrittura racconta e si dilunga sulla questione dei pozzi e nel racconto letto in modo semplice non se ne trae alcuna utilità o alcun onore nei confronti di Isacco, ma il racconto racchiude invece cose occulte, poiché viene per predire un evento futuro, in quanto il Pozzo di Acqua Viva allude alla Casa di Dio che edificheranno i figli di Isacco. Per cui viene menzionato il Pozzo di Acqua Viva, come è scritto che Dio è la Sorgente di Acqua Viva. E il primo pozzo fu chiamato Esek (litigio), allusione al Primo Tempio che vide le controversie e i conflitti che furono all'origine della sua distruzione. E il secondo pozzo fu chiamato Sitnà (odio, livore), nome più forte del primo, allusione al Secondo Tempio, e durante l'inizio del regno di Assuero, furono scritte parole di odio contro gli abitanti di Giudea e di Gerusalemme, e per tutto il periodo del suo regno fummo coinvolti in controversie fino a quando fu distrutto il Tempio e fummo mandati in esilio. E il terzo pozzo fu chiamato Rehovot e ciò allude al futuro Tempio che sarà presto costruito ai nostri giorni, e sarà eretto senza controversie e lotte e il Signore allargherà i nostri confini, come è scritto "poiché il Signore tuo Dio allargherà i tuoi confini, come ti aveva detto (Deuteronomio 12, 20) e ciò avverrà in futuro, poiché a riguardo del Terzo Tempio è scritto: "ed è ampio e le camere occupavano maggiore spazio man mano che si saliva, (Ezechiele 41, 7) e prolificheranno nel paese e tutte le nazioni adoreranno il Signore congiuntamente" (commento del Nachmanide) (nota 1).

Nota 1: DIARIO: 9 gennaio 2009, 13 Tevet 5769, 3 Profumo Celeste 3961. Giorno di compleanno della mia cara mamma Hannah Becker. Ho sognato di vedere un grande pilastro che scendeva dal cielo sulla terra, e così anche tre pilastri. Su di essi c'erano scritte molte parole che erano in pratica l'essenza dei pilastri stessi. Non c'era un ordine speciale, e le parole e tutti i tipi segni impressi mi ricordavano un mio sogno, in cui mi era stato assegnato il ruolo di ricevere e diffondere la vera nuova Kabalà dallo Tzadik Haim. Oggi è anche il 14° giorno di guerra tra Israele e Hamas a Gaza.

Pesce 2: Le parole del Ramban ci confermano che i pozzi di nostro padre Isacco alludono a questioni storiche molto profonde. Isacco è collegato al nome ASHER che ha già inizio al tempo del Primo Tempio con l'apparizione del profeta Elia, di benedetta memoria, e abbiamo spiegato che Isacco mantiene il diritto sulla Terra d'Israele per il popolo ebraico anche quando è in esilio. Per questo a Isacco fu comandato di rimanere nel paese e non scendere in Egitto, poiché egli si era immensamente santificato con il suo sacrificio ad un livello di santità radicato nella Terra d'Israele anche per le generazioni future (nota 2).

Nota 2: DIARIO: Dina ha visto davanti a sé una luce forte che ha poi assunto la forma di un uccello. Ha già ricevuto in sogno il segno della Resurrezione dell'Uccello: ciò attesta che i nuovi Mazalot del Leviathan sono scesi ​​in Israele. Dopo 22 giorni Israele ha terminato la sua operazione militare a Gaza. Oggi, 20 gennaio 2009, c'è il discorso di insediamento del nuovo presidente americano Barack Obama.

Pesce 3: Dal profondo dei pozzi di Isacco, nelle acque del Quinto Pozzo, all'interno del Cuore del Profeta, devo convenire che il commento del Ramban sui pozzi di Esek, Sitnà e Rehovot mi ha sollevato lo spirito (nota 3).

Nota 3: Nel frattempo, Israele ha fatto il segno di "maspìk (basta!)" attaccando Hamas a Gaza: si tratta di un cambiamento importante nella politica israeliana, e c'è una salita per Israele, perché ha istituito un processo contro i nemici del cielo e della terra. Ieri il presidente Obama ha prestato giuramento alla Casa Bianca e anche gli Stati Uniti hanno registrato un'ascesa tramite l'intento di consolidare l'unione interna; si tratta di un segno redenzionale perché coinvolge la liberazione dei neri e il rafforzamento dell'ideale democratico. "Israele e America (gli Stati Uniti) sono sempre collegati", soleva dire lo Tzadik Haim. Siamo a un punto importante della Quarta Generazione, anche da parte del Nuovo Edificio, e il cambiamento nel mondo riflette un cambiamento astrale durante il processo di rafforzamento delle Stelle della Redenzione.

Pesce 4: Vieni ad aiutarmi, Regno della Giraffa, e cosa potrò udire dal tuo collo lungo, mentre i miei piedi e tutto il mio corpo sono immersi nelle acque del pozzo? In effetti, il pozzo di Esek allude al Primo Tempio e quello di Sitnà al Secondo Tempio, con lo spostamento successivo, riferito al verso "e Isacco si spostò da quel luogo" che allude al periodo di duemila anni fino al tempo del Terzo Tempio, che avrà un'influenza universale (anche il Ramban, alav ha shalom, ha confermato la profezia secondo la quale nel mondo tutti invocheranno il Signore e Lo serviranno congiuntamente). Ma cosa vogliamo ora dal pozzo di Esek e da quello di Sitnà? E poiché la nuova Casa di Preghiera è collegata ai Segni della Gloria di Israele nel contesto del secondo EHEYE, perché dovrebbe essere associata ai Segni di nostro padre Isacco?

Pesce 5: Abbiamo già spiegato altrove che i Segni Redenzionali sono radicati nei Segni Iniziali tramite i Segni di Isacco nelle lettere del nome di mezzo ASHER. I venti anni durante i quali nostro padre Giacobbe visse nel suo "esilio" presso lo zio Labano alludono ai duemila anni di duro esilio della sua discendenza (solo nella Gheulà Shlemà giungono i Segni della Gloria d'Israele). A differenza di suo figlio, nostro padre Isacco visse tutti gli anni in terra d'Israele. Pertanto, egli ha rappresentato il segno del possesso della Terra d'Israele anche quando il popolo ebraico dovette vivere in esilio. La fondazione dello Stato d'Israele nel 1948 rappresenta la resurrezione del popolo d'Israele dopo la sua morte nella Shoà e l'inizio di una nuova epoca generale che si apre con i Segni di Tiferet Israele (la Gloria di Israele). Questo periodo inizia con la lotta di Giacobbe con l'angelo ministeriale di Esaù, come sta scritto: "E un uomo lottò con lui fino al levar del sole" (Genesi 32, 25 e quindi 29) e gli disse: "Il tuo nome non sarà più Giacobbe, bensì Israele, poiché hai lottato con Dio e con gli uomini avrai la meglio"; e prosegue con l'episodio di Dina e con la rimozione degli idoli dall'accampamento di Giacobbe. Alla fine, quando Giacobbe arriva a Bet El, gli viene detto: "E Dio gli disse: 'Il tuo nome è Giacobbe: non sarai più chiamato Giacobbe, ma sarai chiamato Israele. E gli impose il nome di Israele" (ibid. 35, 10).

Pesce 6: Non so quanti anni passarono dalla lotta di Giacobbe con l'angelo ministeriale di Esaù, fino al suo arrivo a Bet El e alla benedizione di Dio col suo nuovo nome. Nostro padre Isacco morì solo dopo che Giacobbe venne chiamato Israele a Bet El, e in effetti ciò allude al periodo dei "giorni messianici" ossia al periodo che rappresenta il tempo tra la chiamata e la rivelazione del nome d'Israele dopo la lotta con l'angelo ministeriale di Esaù a Bet El. Molto forte è l'allusione nella Torà (ibid. 2): "E Giacobbe disse ai suoi familiari e a tutti quelli che erano con lui: Togliete gli dèi stranieri che sono dentro di voi, purificatevi e cambiatevi gli abiti". Un terribile indizio è che anche dopo la fondazione dello Stato di Israele, che è l'inizio del periodo di Tiferet Israel, permangono, Dio ci perdoni, ancora divinità straniere che devono assolutamente essere rimosse dal campo d'Israele.

Pesce 7: Il più grande errore è la dottrina kabalistica di Emanazione (Atzilut), un fondamento falso e blasfemo che sostiene che l'Ein Sof divino si sia contratto ed emanato in quattro mondi e in dieci emanazioni; quanto viene espresso e studiato da coloro che considerano "santo" il libro dello Zohar (che citano a più riprese nei loro commenti e nelle loro lezioni) non capiscono di essere nel falso, nell'idolatria e di credere in una teoria che è dannosa alla mente e all'anima. Si tratta di un peccato grave perché alberga “dentro di voi”, per cui è necessaria una purificazione assoluta e un cambiamento di abiti, sia materiale che spirituale. L'errore risale a circa otto secoli fa, con la comparsa dello Zohar, libro scritto dal rabbino spagnolo Moshè de Leon e falsamente attribuito a Shimon bar Yochai. Questa opera mistica, scritta in aramaico, negli ultimi quattro secoli è penetrata e si è radicata nell'ebraismo, facendo cadere in errore grandi Hachamim e Rabbanim, fino ai giorni nostri. La divinità straniera, entrata nel campo d'Israele, fu profetizzata nella Torà nella parashà di Ha'azinu" (Deuteronomio 32, 17): "Sacrificarono ai demoni (sheddim) che non sono Dio, a nuovi dèi venuti di recente, che i vostri padri non temettero". Abbiamo spiegato altrove le conseguenze di questo terribile peccato non manifesto, laddove è scritto che Dio manderà "un popolo malvagio" (am naval) per punire Israele, macchiatosi di infedeltà al patto con Ha Shem; allusione questa al popolo tedesco e alla punizione della Shoà.

Pesce 8: Il peccato rimane occultato, come predetto dal nostro profeta massimo Mosè (in Ha'azinu), dato che questa dottrina non era nota ai Saggi d'Israele fino alla comparsa dello Zohar (1250 circa) e infatti sta scritto "nuovi dèi venuti di recente"; la prova è che nel Talmud non si fa cenno alcuno della teoria di Atzilut o di Emanazione. Chi crede nello Zohar sostiene che in esso ci sono "i segreti della Torà", Dio ci perdoni, per cui la punizione per questa concezione arrogante è che il Signore promette (ibid. 20) "nasconderò loro la Mia faccia e vedrò qual è la loro fine". Vale a dire: saranno puniti con un terribile castigo, senza capirne il motivo. "La loro fine" allude al periodo della "fine dei giorni" e ci è stato spiegato dallo Tzadik Haim che la Shoà ha rappresentato il peccato della fine dei giorni per il popolo d'Israele, perché la dottrina di Atzilut ha il potere, Dio ci perdoni, di trasformare la semplice e vera fede in Dio in una falsa credenza in molte divinità, come rappresentato nel pantheon della kabalà zoharistica.

Pesce 9: Perciò "essi sono una generazione perversa, figli senza fede" (ibid. 20). Non si tratta di un semplice peccato, ma di un peccato terribile di idolatria che trasforma la vera e giusta fede in una fede completamente nuova in divinità estranee, analoga, sotto alcuni aspetti, ai livelli emanati della fede buddista, che sostiene che il Dio Supremo è Trascendente e al di sopra dei servizi e delle preghiere umane. Anche i kabalisti affermano che l'Ein Sof trascendente si è emanato in "partzufim" (aspetti, facce). Perciò "essi Mi fecero provare gelosia di chi non è Dio, Mi fecero adirare con le loro vane divinità, perciò Io li farò diventare gelosi di gente indegna di esser popolo; li farò adirare tramite una "nazione malvagia" (ibid. 21), allusione, come detto, alla Germania nazista. Non c'è stata collera del Signore verso Israele pari a quella della Shoà e non c'è stata nazione malvagia nella storia pari a quella nazista. E per quale motivo? Per il terribile peccato di idolatria radicatosi nel popolo, con i Saggi ed i Rabbini incapaci di intendere la gravità dell'errore, incapaci di capire che questi erano "nuovi dèi" sconosciuti alla Tradizione passata, poiché "venuti di recente". E sappiate che queste sono parole di verità, mentre tutta la questione rimane "occultata" agli occhi dei Rabbini e dei Saggi, fino a quando non si manifesteranno nel corso dei "giorni messianici". Considerate bene: prima della Shoà, in Europa, c'erano migliaia di yeshivot e decine di migliaia di credenti figli di credenti; tuttavia, i loro studi ed insegnamenti, le loro preghiere e la loro fede non servirono per invertire il decreto di morte, poiché essi erano una generazione perversa (dor ta'apuchot) e la fede in Dio Uno era diventata una fede in dieci Emanazioni (sefirot).

Pesce 10: Possiamo presumere che solo alla fine, nostro padre Giacobbe capì e si rese conto che degli idoli stranieri erano entrati nell'accampamento, altrimenti avrebbe ordinato di rimuoverli molto prima. Questa è un'allusione al fatto che anche dopo la fondazione dello Stato di Israele, ci sono tuttora tra le tende del popolo gli "dèi stranieri" della falsa e maledetta Kabalà. Tutti coloro che credono erroneamente in questa dottrina fasulla vengono battuti dai colpi dei Filistei (Plishtim è l'acronimo di Pe-bocca, Lamed –lashon- lingua, Shin shinaim-denti; Tav-toar ha guf-corpo); ciò allude al fatto che le acque dei pozzi di nostro padre Abramo e di nostro padre Isacco, che rappresentano le spiegazioni della vera fede della Torà, possono essere ricoperti dalle sabbie dei Filistei, dato che le parole della falsa Kabalà di Atzilut inquinano e ricoprono completamente le vere spiegazioni ereditate dai nostri santi padri. I Filistei insabbiano con la diffusione della menzogna kabalistica nel campo religioso e ortodosso le acque della vera fede.

Pesce 11: Fino a quando (Genesi 26, 22) "si trasferì da quel luogo e scavò un altro pozzo per il quale non ci furono contestazioni e lo chiamò Rehovot poiché disse: "Ora il Signore ci ha fatto spazio e potremo prosperare nel paese". "Si trasferì" con una completa separazione dalla via precedente e con il buon senso, che accoglie e comprende le nuove spiegazioni chiare ed estese, si potrà evitare di ripetere lo stesso errore. Allora si saprà e si vedrà che il Signore ha ampliato la nostra comprensione nelle acque pure della fede dei nostri padri e così potremo prosperare nella terra d'Israele, che diventerà il paese della Gheulà Shlemà. La Shoà ha rappresentato, come detto, la fine dei giorni per Israele; e dopo 35 anni dalla fondazione dello Stato di Israele (anno 1948), Ha Shem ha scelto il terzo Goel, Haim. Il suo sacrificio finale è chiamato la fine del lungo sacrificio di Isacco, e la sua resurrezione è nel Segno di Tiferet Israel (la Gloria d'Israele). La Quarta Generazione dura dal 1982 al 2047 e negli ultimi suoi anni verrà edificato il Terzo Tempio, la profetizzata Casa di preghiera per tutti i popoli.

Pesce 12: È garantito che, alla fine, tutti coloro che ignoravano l'essenza del grave peccato idolatra lo capiranno, secondo i termini della nostra spiegazione. Per questo è scritto (Deut. 22, 29): "Se fossero saggi, lo capirebbero; comprenderebbero la fine che li aspetta", perché Mosè profetizza che in futuro sarà necessaria questa comprensione. Solo allora il popolo rinsavirà e comprenderà il peccato che ha causato la punizione degli ultimi giorni, la Shoà. Osserviamo il testo della profezia in Ha'azinu; come mai il popolo d'Israele, in generale, e gli studiosi della Torà, in particolare, vengono descritti con epiteti così duri (verso 28) "poiché è un popolo che ha perso il senno e non vi è in essi alcuna intelligenza (tevunà)"?. Ciò è a causa del Libro dello Zohar e di tutta la falsa e menzognera Kabalà. "Un popolo che ha perso il senno": brancola nel buio e non capisce quello che sta facendo. "Se non fosse per il fatto che il Signore, la loro rocca, li ha venduti e li ha dati in mano dei loro nemici" (verso 30), che vengono descritti come "criminali" (plilim) (verso 31). In altre parole: quei popoli malvagi saranno giudicati davanti al Tribunale di Dio per la loro protervia e saranno distrutti per sempre a causa dei loro crimini. Del resto, il popolo d'Israele non avrebbe subìto la Shoà se Ha Shem non lo avesse dato in mano dei suoi nemici per punire l'odioso peccato di idolatria che aveva scatenato la gelosia e la collera divina verso chi aveva contaminato la pura fede dello Yihud Ha Shem.

Pesce 13: Pertanto "vedete ora che Io soltanto sono Dio" (verso 39) - mentre già sapevate del peccato di Atzilut e del grande potere di Satan che vi ha portati alla conclusione storica del peccato del Vitello, al peccato che non vi permette di vedere la verità di Ha Shem, poiché "non c'è altro Dio accanto a Me, Io faccio morire e faccio vivere, ferisco e risano, e non c'è all'infuori di Me chi possa salvare" (verso 39).

Pesce 14: Considerando l'interpretazione del Ramban si può dedurre che Esek allude a ciò che causò l'esilio babilonese, mentre Sitnà allude all'esilio dopo la distruzione del Secondo Tempio. Esek significa conflitto, soprattutto negli affari internazionali, per cui è collegato a questo tema. All'origine del conflitto c'erano le elevate imposte che il regno di Salomone imponeva alle dieci tribù, e ciò causò la divisione del regno. Esek (che significa anche sopruso, prevaricazione) portò alla fine all'esilio babilonese. Sitnà significa odio e allude al potere che aveva Satana durante il periodo in cui esisteva il Secondo Tempio di far cadere gli Ebrei causandone così la spaccatura in più fazioni in lotta tra loro; non per niente, i nostri Saggi affermarono che il Secondo Tempio fu distrutto a causa dell'odio gratuito (sinat hinam), per cui la punizione per tutta la durata dell'esilio fu l'odio gratuito delle nazioni del mondo nei nostri confronti. Per questo tendo a interpretare "Filistei" come riferito agli ebrei stessi: secondo l'acronimo summenzionato al pesce 10; infatti, i loro discorsi e le loro azioni erano pieni di Esek e Sitnà.

Pesce 15: Sono queste le iniquità che impediscono l'affiorare dei veri chiarimenti della tradizione di Abramo e di Isacco, dato che nostro padre Abramo era un uomo di bontà e di pace che si teneva lontano dai litigi, e nostro padre Isacco era un uomo di spirito forte che dominava ogni sentimento di odio e di livore. In questo contesto, Isacco non mostrò alcun risentimento verso i Filistei che avevano ricopero di sabbia i pozzi, quantunque una simile azione fosse malvagia e mortificante; Isacco preferì abbandonare quel luogo e scavare un nuovo pozzo altrove.

Pesce 16: La questione dei pozzi riguarda soprattutto Isacco, perché fu a suo tempo che i Filistei insabbiarono sia i pozzi di Abramo che quelli che lui stesso aveva scavato. Nei Segni del nome EHEYE ASHER EHEYE, il nome mediano ASHER, associato ai Segni di nostro padre Isacco, mostra principalmente le buone virtù del cuore, e più specificamente le questioni del Regno dei Cieli con le sue amate virtù. Abbiamo altrove spiegato in che modo il sacrificio sia collegato a nostro padre Isacco ed al Regno dei Cieli, così come l'ascesa del profeta Elia, di benedetta memoria, è collegata al Regno dei Cieli (è in realtà la "radice del Regno dei Cieli"). Anche Purim, che deriva dalla SHIN del nome ASHER, è interamente collegato alle questioni del Regno dei Cieli. Dalla RESH deriva la missione di Yeshua, che nei suoi sermoni citava spesso il Regno dei Cieli. Pertanto, possiamo dire che i pozzi rimasero occultati sia durante il Primo che il Secondo Tempio a causa delle iniquità non gradite dall'Alto, per cui la questione del Regno dei Cieli è rimasta 'insabbiata" dalle controversie e dagli odi gratuiti di Esek e Sitnà. Arriveremo tuttavia alla comprensione del Regno dei Cieli quando raggiungeremo Rehovot, per merito del Goel Haim, il Giudice Unto nel Regno dei Cieli.

Pesce 17: Resta inteso che se non fosse avvenuta la separazione tra la Casa di Giuda e le dieci Tribù, il Tempio sarebbe rimasto in tutta la sua gloria e se i figli d'Israele si fossero comportati con le virtù amate da Ha Shem, la rivelazione del Regno dei Cieli sarebbe stata possibile. E anche dopo l'edificazione del Secondo Tempio, se tutti fossero tornati a Dio e avessero agito con misericordia, amore e unità, si sarebbe potuto rivelare il Regno dei Cieli. Ma purtroppo furono Esek e Sitnà ad avere il sopravvento, e così con la loro condotta da Filistei essi ricoprirono i tesori del Regno dei Cieli e riempirono di sabbia le vere spiegazioni riguardanti l'amore per Ha Shem e le buone virtù tramandate dai nostri Patriarchi.

Pesce 18: E infatti c'è da chiedersi: ma che fine hanno fatto quelle vere spiegazioni? Per quanto riguarda il popolo d'Israele, la Torà e la Tradizione che ci è pervenuta, la questione non si ritrova nelle storie, nelle leggi e negli statuti della Torà e nella Tradizione nota, bensì nelle vere spiegazioni, che ci avrebbero potuto rivelare i tesori nascosti del Regno dei Cieli. Dopotutto, è impossibile che esse spariscano e non vengano nuovamente rivelate, perché alcune fasi della storia avvengono in modi a noi ignoti, e se l'Eterno nasconde, per così dire, la luce agli Tzadikim, ecco che la fa loro ricomparire in futuro e così anche se quella luce scompare per un po', è garantito che gli Tzadikim amati da Ha Shem la riceveranno e la godranno; e non si tratta solo del mondo a venire, bensì di questo mondo nelle generazioni della Gheulà Shlemà, quando la pace prevarrà e il Terzo Tempio sarà riedificato. Perciò l'azione dei Filistei verrà annullata, la sabbia verrà rimossa e verranno rivelati i pozzi con le vere spiegazioni.

Pesce 19: E quando avverrà? Quando si arriverà a Rehovot. Allora Isacco riporterà alla luce tutti i pozzi che suo padre Abramo aveva scavato e i Filistei avevano poi ricoperto di sabbia. A parte "ha be'er ha zot" non vengono citati i nomi dei pozzi, mentre la Scrittura si sofferma su quello di Rehovot dicendo: "ora il Signore ci ha fatto spazio e potremo prosperare nel paese" (Genesi 26, 22); in altre parole, il principale beneficio e la benedizione dei pozzi di Beer Sheva si trova nel pozzo di Rehovot, che, come tutti i pozzi in questa vicenda, viene compreso nei pozzi di Beer Sheva. Vale a dire: le spiegazioni e i chiarimenti, occultati nei pozzi di Beer Sheva, riguardano sia quelli associati alle Stelle della Redenzione che quelli associati al Regno dei Cieli. Spieghiamo meglio: nei suoi Segni, nostro padre Abramo è collegato al primo EHEYE, e le spiegazioni occultate nei pozzi di Beer Sheva sono collegate alle Stelle della Redenzione del Libro delle Stelle, che Abramo ricevette in eredità. Lo comprova il fatto che Ha Shem aggiunse la lettera HE al nome di Abram (da Abram ad Abraham) e sostituì la YOD di Sarai con la HE di Sarah. Così facendo, cambiò l'ordine delle stelle, affinché nostra madre Sara potesse dare alla luce, in tarda età, un figlio ad Abramo. Nostro padre Isacco, nei suoi Segni, è collegato al nome mediano ASHER e le spiegazioni occultate nei pozzi di Beer Sheva sono collegate al Regno dei Cieli della Gheulà Shlemà. Questi sono i segni che si rivelano dopo l'elezione da parte dell'Eterno del Goel Haim, che è il Giudice Unto nel Regno dei Cieli della Redenzione Completa e Universale, nel Segno di Rehovot.

Pesce 20: A beneficio del Sefer Perush Beer Sheva, bisogna attingere dalle acque dei pozzi di Beer Sheva mediante le Mazalot del grande pesce Leviatan e portare alla luce del mondo le spiegazioni fino ad ora occultate, a Dio piacendo, perché Giacobbe nostro padre torna dall'esilio di Labano e viene ripristinato il diritto di nostro padre Isacco ad ereditare la Terra d'Israele ed è appunto per questo che è nato lo Stato di Israele, poiché il Signore ci ha fatto spazio e possiamo ora prosperare nel paese.

Pesce 21: È importante sottolineare che le spiegazioni occultate di nostro padre Abramo e di nostro padre Isacco nei pozzi di Beer Sheva furono trasmesse segretamente al profeta Elia, di benedetta memoria. Inoltre, esse ed alcuni segreti delle Stelle Redenzionali erano custoditi dal Capo dei 36 Tzadikim Nascosti di ogni generazione. Tuttavia, lo Tzadik nascosto, santo e umile, il Morè Haim, capo degli Tzadikim Nistarim della sua generazione, fu l'unico a ricevere il Sefer ha Cohavim di Abramo. Lo Tzadik Haim ci insegna ora dal Regno dei Cieli le spiegazioni rimaste nascoste, sia del Libro delle Stelle che delle Virtù amate, tramite le quali si possono salire i gradini di marmo bianco per poter meritare il Regno dei Cieli e i suoi tesori. Con il sacrificio finale dello Tzadik Chaim, si è completato il lungo sacrificio di nostro padre Isacco ed è stata stabilita la Gloria di Israele, per cui la nuova luce che illuminerà la Casa di Preghiera della Redenzione Completa di sette piani, tredici altari di preghiera e tappeto dell'Islam, raggiungerà tutti gli angoli del mondo, nel segno del Pozzo di Rehovot, scavato da nostro padre Isacco.

 

SESTO CAPITOLO

Il Sesto Pozzo è quello che "riempirono di terra"

Esso è associato al Settimo Mazal del Leviatan, il Rifugio dell'Armadillo

"Essi chiusero, riempiendoli di terra, tutti i pozzi che al tempo di suo padre Abramo i suoi servi avevano scavato" (Genesi 26, 15)

Pesce 1: Isacco fu benedetto con cento porte (mea shearim) a Gherar e siccome i Filistei lo invidiavano, ricoprirono di terra tutti i pozzi che Abramo aveva scavato a suo tempo. Avimelech disse ad Isacco di andare via da Gherar perché era troppo ricco, per cui il nostro Patriarca si trasferì col suo accampamento a Nahal Gherar e qui scavò il pozzo di Esek (dove è scritto che vi trovò "acqua viva"), il pozzo di Sitnà e il pozzo di Rehovot, una volta trasferitosi provvisoriamente a Gherar. Isacco scavò i pozzi che suo padre aveva a suo tempo scavati senza cambiarne i nomi. In seguito, Isacco si accampò definitivamente a Beer Sheva, dove il Signore gli apparve di notte e lo benedisse, e qui vi costruì un altare.

Pesce 2: Qui Isacco invocò il nome del Signore, si accampò e i suoi servi scavarono un pozzo. Allora vennero Avimelech con il suo seguito e con Pichol, generale del suo esercito, e stabilirono insieme un patto di pace. Avimelech disse ad Isacco: "Ora tu sei benedetto dal Signore" (ibid. 29) e in quello stesso giorno i servi di Isacco gli si presentarono e lo informarono riguardo al pozzo che avevano scavato dicendo: "Abbiamo trovato acqua"( Ibid. 32). E Isacco chiamò il pozzo Shiv'à e la Torà attesta che questo pozzo prese il nome dal giuramento fatto con Avimelech e "perciò la città si chiama anche oggi Beer Sheva" (ibid. 33). E ricordiamo anche che ai giorni di Abramo alla domanda che gli fece Avimelech: che cosa vogliono indicare queste sette agnelle che hai messo da parte?", Abramo gli rispose: "Accetta da me queste sette agnelle affinché ciò mi valga come testimonianza che ho scavato io questo pozzo". Per questo, poiché là giurarono ambedue, quel luogo fu chiamato Beer Sheva. Abramo piantò un tamarisco in Beer Sheva e là invocò nel nome di Adonai El Olam (Genesi 21, 29 – 32). Tuttavia, il pozzo di Abramo, per cui è chiamata la città di Beer Sheva, non è lo stesso pozzo di Isacco che chiamò Shiv'à, sebbene anch'esso avesse preso il nome dal giuramento (shiv'à) fatto con Avimelech, e per questo fu confermato il nome di Beer Sheva.

Pesce 3: A parte Beer Lachai Roì, i pozzi menzionati dal libro di Genesi sono Esek, Sitnà, Rehovot e Shiv'à. Il pozzo di Lachai Roì non fu scavato da Abramo, ma comparve per miracolo per non far morire di sete Agar ed Ismaele. La Torà, tuttavia, attesta che Abramo scavò e chiamò i pozzi con i loro nomi, noti anche a suo figlio Isacco, che, dopo l'insabbiamento operato dai Filistei, li riscavò mantenenendone i nomi; è però possibile che ci fossero altri pozzi con altri nomi. Anche se, secondo il pshat (l'esegesi più semplice), non sembra che i pozzi di Esek e di Sitnà tornarono a Isacco. Inoltre, viene detto che solo uno era un pozzo di acqua viva. Insomma, la Torà ci ha voluto indicare solo i nomi di Lachai Roì, Esek, Sitnà, Rehovot e Shiv'à, e siccome il pozzo di Esek viene anche chiamato Beer Maim Haim ecco che risulta appropriata la spiegazione del Ramban che sostiene che il pozzo di Esek allude al Primo Tempio, poiché il Bet Hamikdash fu un pozzo di Acqua Viva per la rimanente storia del popolo ebraico.

Pesce 4: Siamo qui nel Segno dell'Armadillo, che è il settimo Mazal del Leviathan, che ha come suoi punti focali l'osservanza e la santità del sabato. Tuttavia, qui è associato al sesto pozzo, perché nell'ordine del Cuore del Profeta della Triplice Meditazione esso è al sesto posto degli animali elencati: uccello, pesce, asino, tartaruga, giraffa e, appunto, armadillo. E noi spieghiamo che il segno è due volte sotto il numero 7, se conteggiato dal Mazal della Risurrezione dell'Uccello all'Armadillo, oppure se conteggiato dal Mazal della Bellezza dell'Eden all'Armadillo. E ciò si trova nell'allusione riportata nel Talmud secondo la quale "l'Onnipotente redimerebbe subito Israele se riuscisse ad osservare come si deve due sabati in modo consecutivo" (Talmud babilonese, Shabbat, 118, 2).

Pesce 5: Abbiamo visto che la città di Beer Sheva fu così chiamata a motivo di due giuramenti: il primo tra Abramo e Avimelech ed il secondo tra Isacco e Avimelech. La prima volta su "questo pozzo" e la seconda sul "pozzo di Shiv'à". E infatti, poiché il numero 7 è compreso nelle allusioni della città di Beer Sheva, anche in questo caso siamo di fronte al due volte 7. Abbiamo anche visto che il numero 7, se moltiplicato dà 14, e nel contesto dei Mazalot del Leviathan, il loro numero è 13, ma quando il settimo Mazal (il Rifugio dell'Armadillo) è raddoppiato, ricaviamo il 14 (ed è un numero generale dopo il tredicesimo e non viene conteggiato, perché ci sono 13 e non 14 Mazalot). Due volte 7 allude anche allo YAD (yod-dalet =14) Hazakà, alla Mano Potente del Signore quando salva i figli d'Israele dalle calamità.

Pesce 6: Nel contesto del raddoppio del numero 7 menzionerò anche il "segreto", datomi dallo Tzadik Abuhatzera in una visione (dopo il sogno del già citato Solly Kamhaji), secondo cui la città di Beer Sheva è il punto d'incontro fra i 7 Cieli di sopra e le 7 terre di sotto (quelle degli sheddim). Il nome della città allude sia al giuramento che al numero 7 e va sempre ricordato in questo libro che nei Segni Redenzionali viene detto che la Casa di Preghiera a 7 Piani, 13 Altari di preghiera e Tappeto dell'Islam verrà edificata sia a Gerusalemme che a Beer Sheva e se Gerusalemme è chiamata la Città Santa, Beer Sheva è chiamata la Città dei Sacerdoti.

Pesce 7: Ma torniamo al nuovo sistema delle 7 stelle, in relazione al quale abbiamo detto che esse sono raddoppiate per diventare 14. Ciò in nome della santità, poiché ci sono due tipi di santità, quando arriva la Redenzione Completa che si struttura e agisce secondo la Nuova Santità. A questo punto si può effettivamente parlare della Prima Santità e della Nuova Santità. La prima Santità è quella che si manifestò sul monte Sinai al momento della rivelazione della Torà così come la santità della Torà Orale trasmessa ai Saggi d'Israele. Ci sono molte questioni e molti livelli in tale santità che si trova in coloro che la meritano in virtù del loro timore di Dio e delle loro azioni e del livello del loro studio.

Pesce 8: E infatti la Gheulà Shlemà necessita di una nuova santità, perché nella Redenzione Completa ci sono una nuova Casa di Preghiera, una Nuova Legge e un Nuovo Rito, dato che tutte le novità redenzionali sono veramente nuove e non sono state santificate nel passato, poiché non esistevano affatto, come è scritto in Isaia (48,7) "create adesso e non in passato". Per molte ragioni non è possibile che la prima santità 'continui' e 'diventi' anche la santità della Redenzione Finale (nota 1). Inoltre, la Nuova Casa di Preghiera non è solo per gli ebrei, ma per tutti i popoli, e la Nuova Santità in essa è divisa secondo i livelli degli altari, come l'Altare del Sacerdote Unto, l'Altare di Giuda, l'Altare di Efraim e l'Altare di Malchitzedek per le nazioni. L'Altare di Efraim, per esempio, non riceve tutto il peso della santità dell'Altare di Giuda, e a maggior ragione l'Altare di Malchitzedek, dato che le nazioni non sono affatto comandate nei precetti di santità come lo sono i figli d'Israele.

(nota 1): Si fa allusione alla Nuova Santità tramite il nome EHEYE ASHER EHEYE, perché la forma delle lettere del nome EHEYE non cambia, dato che il Santo Benedetto è Uno - EHEYE ha portato la Prima Redenzione ed EHEYE porta la Redenzione Finale, mentre la santità del nome EHEYE si rinnova nelle novità della Gheulà Shlemà. Così tutti gli elementi restano al loro posto nelle lettere precedenti EHEYE ASHER, mentre il secondo EHEYE si rinnova secondo le nuove forme della Redenzione Completa.

Pesce 9: Molto importante è Beer Sheva, la città dei sacerdoti, la città dei patriarchi nella quale e attorno alla quale si è svolta la maggior parte delle vicende di vita di Abramo, Isacco e Giacobbe, la città che è anche l'allusione anagrammata di "Barà sheva", creata (barà) per essere punto d'incontro tra i 7 cieli di sopra e le 7 terre di sotto. I Segni Redenzionali annunciano anche che la Casa di Preghiera, il Terzo Tempio, oltre a Gerusalemme, sarà costruita anche a Beer Sheva. Questa novità, tenuta segreta fino alla Gheulà Shlemà, farà sI che la Casa di Preghiera accoglierà anche le nazioni che riconosceranno l'Unità di Ha Shem.

Pesce 10: Si tratta di un completamento della Gheulà Shlemà con le due costruzioni che sono legate alla BET (nel senso di Casa) di Bereshit, perché è proprio la BET ad essere il segno della "benedizione della creazione" e non la ALEF che ha in sé anche la maledizione (Arur). La maledizione in questo contesto proviene dalle iniquità che portarono alla profanazione, che, purtroppo, si verificò durante il Primo e il Secondo Tempio; se non fosse stato per i peccati generali il Bet Hamikdash non sarebbe mai stato distrutto, perché la Casa di Dio è eterna in quanto è chiamata al Suo nome. Nella Redenzione Finale, invece, verranno stabilite due Case di Preghiera, la cui esistenza sarà eterna e saranno protette dalla benedizione della creazione e dalla benedizione del mondo nel rinnovamento del cielo e della terra per le generazioni della Gheulà Shlemà.

Pesce 11: Sebbene Gerusalemme sia chiamata "Ir ha Kodesh" (la Città Santa), Beer Sheva racchiude i meriti dei nostri santi Patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe, senza dimenticare che in essa Abramo e Isacco stabilirono un patto con Avimelech in due diverse circostanze che diedero alla città il suo nome. La città di Beer Sheva è consacrata nella Torà dall'antica santità, e ne fa allusione il verso (26, 23) in Genesi "Vaya'al mi sham Beer Shava" (da là salì a Beer Sheva) in cui nostro padre Isacco meritò una grande salita facendo ritorno alla città paterna. Gerusalemme, invece, è menzionata solo una volta nella Torà nell'episodio di Malchitzedek re di Shalem, sacerdote di El Elyon (Shalem è l'antico nome di Gerusalemme) e secondo noi questa è un'allusione al fatto che il Tempio sarà universale come universale fu il sacerdozio di Malchitzedek.

Pesce 12: Pertanto, anche il destino di Gerusalemme, associato al segno di Shalem (completo) di Malchitzedek, è universale. Anche il re Salomone, all'inaugurazione del Primo Tempio, invocò l'universalità nelle sue preghiere, secondo le quali i popoli potevano rivolgersi al Signore nella Sua Casa e l'Eterno avrebbe ascoltato le loro preghiere e le loro richieste. Questa è la vera universalità, come disse il profeta Isaia (56, 7): "Poiché la Mia casa sarà chiamata Casa di Preghiera per tutti i popoli". La questione è molto interessante, perché se i figli d'Israele avessero ascoltato il Signore e avessero rispettato devotamente i popoli comportandosi secondo le virtù buone e amate da Dio, anche allora avrebbe potuto realizzarsi la Redenzione Completa, durante il periodo del Primo Tempio. Purtroppo, ciò non avvenne e sorsero le polemiche e la divisione in due regni, come spiegato nell'allusione del Pozzo di Esek. Allo stesso modo, la Redenzione Completa sarebbe potuta avvenire durante il periodo del Secondo Tempio, dopo la redenzione di Purim e il ritorno a Sion, se i figli d'Israele si fossero santificati nelle virtù amate da Dio e avessero agito santificando il Santo Benedetto, Lodato sia il Suo nome in eterno; e anche se non lo fecero per i primi duecento anni, fu ridata loro una grande opportunità dopo i grandi miracoli della guerra dei Maccabei e la riconsacrazione del Tempio. È chiaro che anche allora l'opportunità non fu sfruttata e il popolo peccò di settarismo e di odio gratuito, come spiegato nell'allusione del "Pozzo di Sitnà". A causa dei nostri gravi peccati e dell'odio gratuito che imperversava tra le varie fazioni e sette, l'universalità non poteva diffondersi dal Tempio, ma la profezia del profeta Malachia (3, 24) si avverò "e colpirò il paese con un anatema"; da ciò uscì il Cristianesimo, il Tempio fu distrutto e figli d' Israele andarono in esilio tra le nazioni del mondo. L'adempimento delle profezie redenzionali fu rinviato di altri duemila anni, fino alla scelta da parte del Santo Benedetto del Goel Finale Haim, per cui è arrivato il tempo del Pozzo di Rehovot, durante la Gheulà Shlemà, nel contesto dei segni Redenzionali e Universali.

Pesce 13: Il caro lettore noterà che, sebbene consideriamo l'ubicazione a Beer Sheva dei pozzi menzionati nelle storie di Abramo e Isacco, non tutti si trovano in realtà a Beer Sheva. Il pozzo di Lachai Roì era nel deserto del Neghev, i pozzi di Esek e Sitnà erano probabilmente a Gherar o a Nahal Gherar, il pozzo di Rehovot era probabilmente nella Rehovot odierna e dei pozzi scavati dai servitori di Abramo ai suoi tempi non conosciamo l'esatta ubicazione, pur conoscendo però il loro nome. In effetti, solo "questo pozzo" (ha be'er ha zot) di Abramo e il pozzo di Shiv'à di Isacco erano certamente a Beer Sheva. La Torà stessa ci riferisce per ben due volte che il nome della città di Beer Sheva le fu dato a causa del giuramento (shvuà) e non a causa dei sette (sheva) pozzi.

Pesce 14: Tuttavia, il giuramento sui pozzi è associato al patto fra Abramo e Avimelech (Genesi 21, 31-32): "e poiché là giurarono entrambi, quel luogo si chiamò Beer Sheva; così stabilirono il patto a Beer Sheva, dopo di che Avimelech e Pichol, capo del suo esercito, si levarono e tornarono al paese dei Filistei". In seguito, il patto viene ribadito fra Isacco e Avimelech; (ibid. 26, 28). Ed essi (Avimelech e Pichol) risposero (ad Isacco): " Abbiamo visto che il Signore è con te; perciò abbiamo detto: facciamo un giuramento fra noi, fra noi e te, e stabiliamo un patto". E siccome in tutti i pozzi che sono considerati i pozzi di Beer Sheva c'è la questione del giuramento, come detto, chiameremo il patto "il Patto di Beer Sheva". Il patto deve essere associato ai nomi di Abramo e Isacco per stabilire per le generazioni il Segno del Patto di Beer Sheva", specialmente per le generazioni della Gheulà Shlemà.

Pesce 15: Questa materia è una grande e immensa novità come tutte le novità della Redenzione Completa, perché il segno del Completamento del Patto completa il Segno del Patto di Beer Sheva, per cui quando si arriva al tempo del Pozzo di Rehovot, viene concessa una delle chiavi dei Tesori del Regno dei Cieli che ci permette di venire a conoscenza che la Casa di Preghiera di sette Piani, dieci Altari di Preghiera e Tappeto dell'Islam verrà costruita anche nella città di Beer Sheva in un luogo da definire, in nome del Completamento del Patto. La santità di Gerusalemme non sarà compiuta se non tramite la santità di Beer Sheva, che possiede l'antica santità dei Patriarchi ed è anche la fonte della nuova santità della Redenzione Completa, e questa interpretazione viene fuori solo adesso quando (ibid. 26, 22) " il Signore ci ha fatto largo e potremo prosperare nel paese".

Pesce 16: Il Santo Benedetto ha predisposto la città di Beer Sheva per farla diventare con Gerusalemme sede supplementare del Terzo Tempio, e questo è il "segreto" della gioia dello Shabbat, che viene rivelato soltanto dopo i sei giorni della Creazione. Ed è mitzvà prepararsi ad accogliere il Sabato, perché la Redenzione Completa viene rivelata prima del completamento di seimila anni secondo il calendario tradizionale. "Barà Sheva" (creò sette) allude a Beer Sheva, dove il numero sette completa i sei giorni della Creazione, così come il "segreto" dei sette cieli e delle sette terre che si incontrano a Beer Sheva, indica la speciale ed eterna importanza della città.

Pesce 17: Ecco la regola: mentre la sinagoga si conduce secondo l'antico rito, che continua la Prima Santità, la nuova Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà da stabilire, come detto, a Gerusalemme e a Beer Sheva, sottostà alla Nuova Santità.

Pesce 18: Molto interessante è l'antico diritto patriarcale, che è pervaso dall'antica temimut amata da Dio e va riferito a Beer Sheva. Lo Tzadik Haim mi diceva spesso che Moshe Rabbenu non fu esaudito riguardo alla sua invocazione di perdonare il popolo per il peccato del Vitello, fino a quando egli menzionò i meriti di Abramo, Isacco e Giacobbe e, a quel punto, il Signore lo esaudì immediatamente con "Ho perdonato per ciò che hai detto" (Deut. 14, 20). Fu allora che Mosè comprese meglio il merito della semolicità di fede dei Patriarchi. Nel segno-sogno di Giuseppe, Beer Sheva è chiamata la Città dei Sacerdoti. Novità grandiosa. Ma come mai Beer Sheva merita questo appellativo? Credo che ciò derivi dalla temimut dei nostri Patriarchi che è connessa alle virtù richieste ai veri sacerdoti che servono nel Tempio. Purtroppo però, la distruzione del Bet ha Mikdash fu causata dalla mancanza di temimut, del Timore di Dio nella semplicità della fede, delle virtù del derech eretz, del rispetto e dell'amore verso il prossimo.

Pesce 19: Durante il nostro soggiorno a Beer Sheva, abbiamo visto molte virtù e derech eretz a Beer Sheva, per la presenza di molti ebrei semplici di fede e umili che si alzano presto la mattina, come sta scritto (Genesi 22, 3): "E Abramo si levò presto la mattina e sellò il suo asino", per andare in sinagoga a pregare. A Beer Sheva ci sono tante persone pie e timorose di Dio, che si comportano con modestia e senza arroganza. D'altro canto, a Gerusalemme in questo periodo ci sono tanti gruppi e movimenti religiosi, che vantano la loro saggezza e le loro conoscenze. Ho avuto modo di constatare la diversa attitudine delle due città, ed è meglio per me vivere nella città dei Padri, anche se questo è un punto di vista personale. La saggezza di Gerusalemme si misurerà conformemente al modo con il quale verranno accolte le novità redenzionali, pervenute per merito del Goel prescelto, il Giudice Unto nel Regno dei Cieli, Haim ben Moshe di Sanaa, Yemen.

Pesce 20: Tuttavia, le due città hanno in comune il completamento della Nuova Santità della Gheulà Shlemà e della Nuova Casa di Preghiera, e abbiamo avuto la prova del collegamento nel segno della Nuova SHIN, che ci accompagnò da Beer Sheva al Kotel Hama'aravì (anno 1990) per fare da segno del "Shushan Hadash" (la nuova Susa) e del Nuovo Purim della Gheulà Shlemà. Quest'ultimo segno ci indica che il terzo Bet Ha Mikdash sarà eretto in queste due città, e la gioia lo testimonierà quando avverrà in realtà. Shushan è collegato con le due strisce azzurre di Mordechai alla nascita dello Tzadik Haim, che nacque già circonciso alla data ebraica corrispondente al momento del Mattan Torà, nel completamento della Torà della Gheulà Shlemà.

Pesce 21: E in effetti lo Tzadik Haim era uno tzadik santo, con l'antica santità dei padri del mondo, di cui conosceva i segreti del loro derech eretz; egli possedeva la santità della Torà e la suprema santità degli Tzadikim Nistarim, retaggio della santità del profeta Elia, di benedetta memoria. In futuro queste mie parole saranno comprese, quando tutti conosceranno le novità redenzionali, per merito dell'umile e sofferente Tzadik Haim. Ecco che le due strisce azzurre collegate allo Tzadik Haim fin dalla sua nascita sono radicate nella SHIN del nome ASHER, mentre la SHIN è sottolineata due volte nel nome SHUSHAN. La SHIN è la lettera centrale dell'intero nome EHEYE ASHER EHEYE e alla fine, quando SHUSHAN avrà luogo tra Beer Sheva e Gerusalemme, la SHIN sarà completata e collegherà tutte le lettere del nome completo. Allora emergerà una nuova protezione dall'Alto che sarà perenne e sarà collegata con il Terzo Tempio e si diffonderà da Gerusalemme e Beer Sheva a tutto Israele, e da Israele al mondo per gli amanti del popolo ebraico. Questa protezione si chiama il Rifugio dell'Armadillo.

 

SETTIMO CAPITOLO

Colonna del Cuore del Profeta

Il Settimo Pozzo è il "Pozzo di Isacco"

Esso è associato al Dodicesimo Mazal del Leviatan, la Tana del Leone

"E Isacco si stabilì nella piana di Gherar. E qui scavò di nuovo i pozzi che avevano scavato al tempo di suo padre Abramo e che dopo la sua morte, i Filistei avevano ricoperto di terra ed assegnò ad essi i nomi che aveva dato loro suo padre" (Genesi 26, 18)

Pesce 1: a Nelda Levi, 21 febbraio 2009 (giorno della sua dipartita)

 

Sale in alto l'anima di Nelda Levi

Sale in alto uno spirito puro

Con Nelda il Regno dei Cieli si è avvicinato al mondo

facendo scendere il Regno dei Cieli sulla terra

E dal Regno dei Cieli si diffonderanno nel mondo

il suo cuore buono e la sua compassione

per fare salire i buoni e i pietosi

E dal Regno dei Cieli si diffonderà la sua fede

per i puri di cuore nella fede di Dio Uno.

Ora vedrai il Goel Haim nella sua vera forma

Ora tornerai da tuo marito Remo

E insieme vivrete per sempre

Questa è la sua gioia e questo è l'amore del suo cuore

per contemplare unita a Remo la bontà di Dio

per studiare nella Scuola del Goel Haim

nel Regno dei Cieli

passeggiando nei nuovi giardini

pieno di alberi, di fiori e di profumi

libera da ogni sofferenza

godendo la luce della Presenza Divina.

Ti ameremo sempre Nelda

Madre di tutti gli Asini

della Gheulà Shlemà.

Pesce 2: È impossibile descrivere o immaginare quanto lo Tzadik Haim amasse le persone semplici, intendo semplici nel senso positivo del termine, in quanto nel cuore degli esseri umani semplici, buoni e misericordiosi ci sono i tesori del Regno dei Cieli, le virtù amate e le opere di bene verso il prossimo. Il Morè Haim amava i semplici ed era contento quando parlava con loro, sorrideva loro e rinfrancava il loro spirito con parole d'incoraggiamento. Egli metteva in evidenza le loro virtù, rendendo felici le loro anime. Quante volte ho visto ciò nei miei tredici anni con lui! Egli mi insegnò questo concetto: Ha Shem Baruch Hu guarda alle Sue creature diversamente da come guardiamo noi.

Pesce 3: C'era una grande e profonda saggezza in questa materia. Lo Tzadik mi mostrava come ci si comporta e come amava qualcuno semplicemente mostrandogli la sua umiltà. Più volte il Morè Haim raccontava la storia di una povera vedova che vedendo la sua vicina, una povera vecchia che soffriva il freddo invernale di Gerusalemme (al tempo del re Salomone), fece di tutto per procurarle un cappotto. Con la sua azione meritò nell'aldilà un posto più elevato di quello del re Salomone. "E' lei che è amata da Dio, non dimenticarlo mai e imparalo bene, Peretz, e approfondisci bene questo argomento. Dio predilige le buone virtù del cuore perché questa è la cosa principale, il cuore buono e misericordioso verso le creature di Dio". E tu lo amavi con tutto il tuo cuore. Beata te, Nelda Levi, perché il Morè Haim ti vuole bene. E anche tu, lo hai conosciuto e gli hai voluto bene con tutto il tuo cuore. Beata te.

Pesce 4: Il vero Tzadik vede la verità e la menzogna. Il nascosto e umile Tzadik, Haim, era stanco di tutte le ipocrisie che vedeva negli ebrei che studiavano la Torà e si consideravano dei saggi, e che tutta la loro conoscenza, grande o piccola che fosse, era completamente priva del grado di umiltà che Ha Shem ama. "Tutta la loro saggezza non è vera" soleva spiegarmi il Morè "dato che essi mancano di amore e di derech eretz verso il prossimo, e sono privi del rispetto che deve essere dato ad ogni essere umano. E tutta la loro saggezza sarà vanificata, perché non ha alcun valore e al cospetto del Santo Benedetto non esiste ipocrisia e finzione. Costoro si considerano saggi, ma l'Altissimo li considera sciocchi e falsi. Sarebbe stato meglio per loro se fossero rimasti ignoranti e semplici nella loro bontà", concludeva.

Pesce 5: Così era in passato e così è al presente, è molto difficile trovare un cuore privo di pregiudizi tra gli studiosi. Lo Tzadik Haim mi ha insegnato a guardare oltre la barba e gli abiti, perché ci sono molti che si mostrano pii e devoti, ma nei loro cuori non c'è nè bontà, né amore, né derech eretz per mettere in atto le vere intenzioni della Torà. L'Albero della Conoscenza del bene e del male è difficile da raggiungere e i più sbagliano, perché non capiscono ciò che è voluto e ciò che non è voluto e guardano il prossimo dall'alto in basso con fare altezzoso. Il vero Tzadik che vede tale comportamento sa bene che costoro non sono graditi a Dio. È difficile per lo Tzadik farlo presente, anche perché non ha il permesso di intromettersi. Beati i semplici di cuore che amano il bene, che vogliono il bene per gli altri e lodano le virtù nel prossimo. Beata te, Nelda Levi, che sei stata amata dal Morè Haim.

Pesce 6: Ma chiediamaci ora: che cosa abbiamo a che fare con il pozzo di Esek che esprime una falsa logica o con il pozzo di Sitnà che simboleggia l'odio gratuito, l'invidia e la costante vendetta del cuore? Abbassate la testa, rabbini e moderni studiosi della Torà, perché ignorate che è arrivato il tempo del Pozzo di Rehovot. Il Signore estende il Suo sguardo su tutte le Sue creature e davanti a Lui non ci sono pregiudizi e favoritismi. Il Signore non ha dato la Torà per odiare gli altri, ma per far conoscere la Sua magnanimità e misericordia su tutto il creato e per apprezzare la Sua creazione con sempre più forza, per insegnare ad amare i propri simili. Chi dice di amare gli ebrei e odiare i Goìm non apprezza affatto la grandezza del Creatore, sia lodato il Suo Nome. Beata te cara Nelda Levi perché hai superato rabbini e studiosi della Tora grazie al tuo cuore puro, che ama veramente le opere di Ha Shem.

Pesce 7: Lo Tzadik Haim mi ha insegnato che la saggezza della vera Torà consiste nelle virtù amate da Ha Shem e nel giusto derech eretz. Riferendosi ad una nostra conoscente cattolica sessantenne, buona di cuore e garbata nei modi, lo Tzadik Haim una volta mi domandò: "Di chi preferiresti essere amico, di questa signora o del serpente Garelick (il rabbino a capo del movimento Chabad di Milano)?" "Di questa signora" risposi. "E perché?" incalzò il Morè. Ed io spiegai: "Perché è una brava donna, ha un cuore pulito e derech eretz ed è modesta, mentre Garelick è tutto falso, è bugiardo ed è un serpente velenoso, e non ha la verità né nella sua mente, né nel suo cuore, né in tutto ciò che fa!". "Bene" annuì il Morè. E aggiunsi: "E da cattolica, ha accolto con cuore puro la fede dei preti. Non sa più di tanto e non è comandata come gli ebrei, mentre il serpente Garelick fa dell'idolatria al suo Rebbe, e ha il cuore malvagio e trama il male tutto il giorno». E qui lo Tzadik mi disse: "Bravo, Peretz, hai cominciato a capire le intenzioni del Morè. Davanti al Santo Benedetto non ci sono favoritismi e tutti sono uguali, ebrei e non ebrei. Tutti sono creature di Dio, sia lodato, ed Egli ama in uguale misura tutti coloro che ha creato". Ero felice perché avevo superato la prova del Morè.

Pesce 8: Questa è una lezione del Pozzo di Rehovot. Lo Tzadik Haim era un esempio di apertura mentale in tutto e per tutto. Va qui sottolineato che la stragrande maggioranza dei rabbini ortodossi è chiusa su varie questioni, in primis, quella della distinzione di valori tra un ebreo e un non ebreo. Altrove ho spiegato che non mi sono mai dilungato su questo argomento per due motivi principali. Il primo, è che la stessa Torà, fino alla Gheulà Shlemà, è sotto il segno della separazione secondo la quale non bisogna congiungersi con gli idolatri cadendo nelle loro trappole. Il secondo motivo, è che la Sacra Torà ci ha comandato di non seguire le leggi dei Gentili e le loro usanze, per cui questo contrasto è necessario per evitare l'assimilazione che danneggia l'ebraismo in ogni generazione. Il ruolo storico principale dei rabbini è sempre stato quello di combattere per la conservazione della Torà e della separazione mantenendo i figli di Israele in un contesto ebraico.

Pesce 9 (Oggi, Rosh hodesh Adar, 23.02.2009, si sono svolti i funerali di Nelda Levi al Cimitero Israelitico di Milano): Si trattava di una necessità storica e così la stessa Torà ha messo in guardia più volte il popolo a non cadere nell'idolatria, e possiamo constatare che nella storia dei popoli, la stragrande maggioranza delle nazioni ha praticato l'idolatria, commettendo abominazioni sessuali e altre iniquità varie. Avrebbero potuto i Rabbini permettere unioni con i Gentili?! No di certo, pur tuttavia, la netta separazione non è contemplata nell'equilibrio auspicato delle generazioni della Gheulà Shlemà. E sebbene gli avvertimenti della Torà siano sempre attuali e validi, ecco che l'ago della bilancia, nel periodo redenzionale, deve spostarsi dall'estremità al suo punto di mezzo. Di conseguenza, bisogna rivedere e annullare del tutto l'errore che si è radicato nel modo di pensare di molti ebrei che ritengono che l'odio per i Gentili sia un comandamento della Torà, Dio ci scampi. Un tale odio non ci è stato comandato da nessuna parte ed è fondamentalmente sbagliato.

Pesce 10: Ed infatti, anche in una guerra di mitzvà, il Santo Benedetto ci ha avvertito a non pensare in alcun modo che noi siamo superiori ai Gentili, perché la loro distruzione è il risultato delle loro iniquità ed abominazioni, come stà scritto nella parashà di Ekev (Deut. 9. 4-6): Non dire in cuor tuo quando il Signore tuo Dio li scaccerà davanti a te: "E' per la mia rettitudine che il Signore mi ha portato a possedere questa terra". Ma è invece per la malvagità di quelle nazioni che il Signore li scaccia davanti a te. Non dunque per la tua rettitudine e per l'onestà del tuo cuore tu pervieni a possedere la loro terra, ma per la malvagità di questi popoli il Signore tuo Dio li caccia davanti a te, al fine di mantenere ciò che giurò ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe. Sappi pertanto che non è per la tua rettitudine che il Signore tuo Dio ti concede in possesso questa buona terra, dato che tu sei un popolo dalla dura cervice.

Pesce 11: Moshe Rabbenu prosegue descrivendo in dettaglio le malefatte dei figli d'Israele che provocarono la collera del Santo Benedetto e poi dice (ibid. 10, 19): "E amerete lo straniero perché foste stranieri in terra d'Egitto". Una grande e importante lezione è questa: di non considerarci più degli altri perché non è per nostro merito che siamo qui, ma per merito dei nostri padri. Ecco, dobbiamo apprendere questa fondamentale lezione che, per mancanza dell'equilibrio voluto, non ha avuto modo di radicarsi e compenetrarsi nell'ebraismo della diaspora, o, per meglio dire, non ha attecchito al modo di pensare rabbinico. Il fatto è che abbiamo sempre vissuto tra popoli che ci hanno odiato e in ogni generazione c'è chi si è levato per opprimerci e sopprimerci fisicamente e il Signore Benedetto ci ha salvato dalle loro mani. Fu inevitabile, pertanto, che anche noi odiassimo i Gentili, ma questo ha generato una forma mentale sbagliata che ci ha fatto credere di essere superiori a loro, facendoci credere che il Santo Benedetto "si interessi", per così dire, solo del Suo popolo.

Pesce 12: Pertanto, se in tutta la storia d'Israele non siamo riusciti ad assimilare questa grande e importante lezione, che Mosè ci spiegò nella parashà di Ekev, dobbiamo sforzarci di assimilarla d'ora in avanti, perché il Signore "ci ha fatto largo e potremo prosperare nel paese" nel Pozzo di Rehovot della Gheulà Shlemà. E noi spieghiamo anche che con l'avvento del Goel Haim e la discesa dei Segni Redenzionali, la Torà passa dal "Segno della separazione" al "Segno dell'unificazione e della pace universale". Si tratta infatti dell'esigenza storica della pace promessa ai tempi della Gheulà Shlemà, dal momento che le promesse redenzionali dei Profeti d'Israele cominciano a realizzarsi e si completano quando raggiungono il pozzo di Rehovot con l'elezione del Goel Haim. Pertanto spiego qui che l'essenza stessa dello Tzadik Haim era l'apertura mentale e il considerare la realtà in un'ottica universale e non con il paraocchi della sola halachà rabbinica. Un cattivo ebreo riceve la sua punizione, e un buon non ebreo riceve la sua ricompensa, ma la legge sull'ebreo è più rigorosa perché egli è comandato nei precetti della Torà.

Pesce 13: "Non c'è differenza" diceva lo Tzadik Haim "noi dobbiamo mangiare e loro devono mangiare, noi abbiamo sentimenti e loro hanno sentimenti, non c'è differenza, solo che noi siamo comandati mentre loro non lo sono. Tranne questo, non c'è alcuna differenza fra di noi." Ecco, miei cari lettori, il vero Tzadik Nascosto sale e conosce i decreti del Tribunale in Alto, per questo il Morè Haim, capo dei 36 Tzadikim Nistarim, sapeva ciò che diceva. Egli non mi ha insegnato un'opinione, ma una verità del Tribunale Supremo: noi ebrei siamo comandati nei precetti della Torà mentre i non ebrei non sono comandati, ma, a parte questo, non c'è differenza tra gli uni e gli altri. La Redenzione Universale Completa avverrà, come affermato più volte dai profeti, quando la luce dal popolo d'Israele si diffonderà nel mondo intero. Solo allora "tutti chiameranno nel nome del Signore per servirLo congiuntamente" (Sofonia, 3,9) e «tutti Mi conosceranno dal più piccolo al più grande» (Geremia, 31,33 ).

Pesce 14: Lo Tzadik Haim mi insegnava tramite la sua mente aperta, ma allora io non ero in grado di capire tutte le allusioni redenzionali presenti nelle sue parole. Alle volte mi diceva: "Devi sapere e capire, Peretz, che il tuo Morè ha la mente aperta. Vedi, ad esempio, che il Morè è aperto con te e ti permette di agire come vuoi senza severità. Adesso ti do una corda abbastanza lunga che ti permette di agire liberamente, ma verrà il tempo in cui tirerò la corda verso di me e tu sarai completamente diverso e non avrai più la libertà che hai adesso; tuttavia, ti ripeto che il Morè è aperto di vedute e ti tratta così, ma sappi che gli altri Tzadikim Nistarim non si comportano così con i loro allievi; essi non danno loro la libertà e sono molto rigorosi su ogni questione.

Pesce 15: "'Ma io mi comporto diversamente, Peretz, sappilo. La mia mente è molto aperta e non mi piace essere rigoroso. E poi ho pietà di te e ti lascio riposare adesso, perché so che più avanti non potrai farlo, quando avrai bisogno di tutte le tue forze". In diverse occasioni il Morè mi ripetè queste parole. Mentre scrivo queste cose, uno degli allievi mi ha telefonato raccontandomi il sogno fatto. Per capire il sogno bisogna innanzitutto spiegare che lunedì, al funerale di Nelda Levi, ha officiato un giovane rabbino con tanto di barba e abito e cappello nero, di nome David Sciunnach. Era l'unico rabbino presente al funerale. Ho domandato a Giordano, figlio di Nelda, chi fosse questo rabbino e Giordano mi ha risposto: "Non è un Chabad e non ha niente a che fare con loro, anzi, è bravo, e, grazie a Dio, che è venuto lui e non un altro". Per questo ho sorriso al rabbino. Dopo aver portato la bara di Nelda nella sala interna in cui si officia prima della sepoltura, il rabbino ha recitato la preghiera rituale e ha chiesto ai presenti se c'era qualcuno che voleva dire qualcosa sulla defunta.

Pesce 16: Davide, l'ultimogenito di Nelda e fratello di Giordano, mi ha invitato a prendere la parola ed io mi sono fatto avanti con l'emozione nel cuore. Ho ricordato la sua grande fede, il suo cuore buono pieno di misericordia per tutti gli esseri umani buoni, ebrei e non ebrei, perché è questo che è importante, il cuore buono e le intenzioni buone; ho ricordato che era una donna retta e sincera che diceva quello che aveva nel cuore. Ho ricordato anche il suo grande amore per suo marito Remo, accudito amorevolmente nei tanti anni della sua malattia, un amore che non è cessato un attimo dal momento della sua morte e ho parlato del suo amore per la sua casa e i suoi figli e nipoti. E soprattutto ho sottolineato la sua grande fede, il Baruch Ha Shem che aveva sempre sulle sue labbra. Ho concluso dicendo una cosa nuova secondo la quale con Nelda il Regno dei Cieli si è avvicinato al mondo. Ritengo che anche il rabbino abbia sentito questa ultima frase e ne sia rimasto sorpreso. In conclusione, il mio discorso funebre è stato breve, ma in seguito mi è stato detto che tutti i presenti, circa 70 persone, quasi tutti parenti, erano molto commossi e avevano gli occhi lucidi. Giordano poi mi ha detto che non aveva mai sentito parole così vere dal cuore come queste, e che con poche parole ero riuscito a descrivere sua mamma com'era esattamente. Ciò mi ha reso felice. Il rabbino ha poi recitato durante la sepoltura la preghiera tradizionale, mentre io ho letto lo scritto che avevo preparato (vedi pesce 1).

Pesce 17: Torniamo dunque al sogno di Giuseppe: nel suo sogno vide me e il rabbino del funerale di Nelda Levi. Io feci un segno per la nuova santità e per l'anima della signora Nelda, la pace sia su di lei. In seguito, eravamo in una stanza particolare con le pareti arancione. Giuseppe si sedette su un divano con il rabbino che osservava il segno che stavo facendo ma non riusciva a capirlo. Poi Giuseppe si accorse che il rabbino gli aveva tolto le scarpe e le calze, per cui era rimasto scalzo. A questo punto, Giuseppe avvicinò i suoi piedi a quelli del rabbino e gli mostrò le sue unghie dipinte. Giuseppe gli spiegò in italiano che il colore era per noi un segno. Il rabbino non capiva. Giuseppe gli disse in ebraico i Segni Redenzionali e gli domandò se li aveva capiti. Il rabbino fece segno di no, e Giuseppe spiegò: "Il problema è che finora gli ebrei tradizionalisti non hanno mai approfondito i segni della Torà, come quando Mosè fece uscire l'acqua dalla roccia, o Giosuè quando mise dodici pietre vicino al Giordano.

Pesce 18: "Ora è il momento per gli ebrei di cominciare a vedere i segni della Torà, non solo le leggi e gli statuti di Dio nei Suoi comandamenti. Adesso il Signore desidera che i figli d'Israele si espandano e approfondiscano la Torà attraverso i suoi segni nascosti, perché questi segni portano la Redenzione". Il rabbino ascoltava con grande interesse. Ad un certo punto egli si trasformò in una donna (era lui ma in sembianze femminili) e aveva un cuore tatuato sul seno. Giuseppe continuò: "Il cristianesimo va salvato". La donna rabbino si scosse sentendo questa frase ma Giuseppe la rassicurò: "Non devi scandalizzarti, perché il Santo Benedetto ama tutte le Sue creature e gli ebrei hanno anche il compito di salvare il cristianesimo. Da dove uscì il cristianesimo? Per duemila anni di storia questa religione ha avuto il permesso di diffondersi, ma ora essa va salvata e per farlo non dobbiamo pensare di essere ebrei se ciò ostacola la comunicazione con il cristiano. Ciò è perché il Signore ha scelto Israele per essere la verità nel mondo, e il ruolo degli ebrei è quello di essere una luce per le nazioni". In quel momento la donna rabbino si commosse e i suoi occhi si riempirono di lacrime oltre che di dolore, come a voler dire: "Peccato che abbiamo perso il tempo nelle generazioni passate, piene di oscurità".

Pesce 19: E' chiaro che questo è un segno chiaro e importante, che indica che il Regno dei Cieli si avvicina al popolo d'Israele. Dopo il sogno, Giuseppe ha telefonato a Giordano, che era contento del sogno e gli ha detto che il rabbino Sciunnach aveva chiesto di Peretz dicendogli che avrebbe avuto piacere conoscerlo. Dopo la sepoltura di Nelda siamo passati alla tomba di Remo Levi, la pace sia su di lui, e Davide ha recitato il nuovo "kaddish" del Nuovo Rito. Siamo poi andati alla lapide dello Tzadik Haim e anche qui abbiamo recitato il nuovo Kaddish per le anime meritevoli. Giuseppe ha avuto una visione dello Tzadik Haim, che gli ha dato un messaggio per noi che poi ha trascritto: "Ho visto lo Tzadik Haim seduto su un seggio nel Regno dei Cieli. Mi ha detto con un sorriso e con amore queste parole: 'Voi siete tutti cari, vorrei scendere nel mondo come prima, ma non posso, perché voi dovete vivere nello spirito della vita. Il Signore desidera che siate vivi in ogni momento e pieni di amore dentro a voi per tutta la vita".

Pesce 20: "Per questo mi chiamo Haim (vita), perché se vi svegliate ogni mattina, e ogni momento nel vostro cuore c'è amore nello spirito pieno di amore per la vita, e provate un sentimento di amore per tutte le persone vicine, allora la vostra vita si aprirà. Consegna questo messaggio a Peretz e poi a tutti voi. Vivete e godetevi le novità che avete ricevuto grazie a Dio. Allora potrò scendere, toccarvi e sostenervi come un padre. Avete la fortuna di poter trasmettere queste novità agli altri e godervi ogni momento. Siate sempre sensibili con il prossimo e aprite la vita agli altri con la speranza e l'amore. Questo è ciò che amo . Ho amato la vita del mondo più di quanto possiate immaginare, e la mia forza era proprio questa. Il vostro cuore dovrebbe essere per la vita, quindi siate forti dentro e potrete insegnare agli altri come vivere nel mondo. Il Regno dei Cieli dovrebbe aprirsi nel cuore degli uomini. Sorridete a tutti coloro che si avvicinano a voi, il che permetterà di trasmettere l'amore dentro di voi agli altri. Il Regno dei Cieli è per le virtù del cuore e viene aperto dalla loro potenza.

Pesce 21: Che ognuno di voi ringrazi il Signore per la bontà del suo mazal, perché la ricchezza dell'uomo è quando ringrazia Dio per ciò che possiede. La sensibilità verso il prossimo è una delle virtù amate dal Signore. Cercatela sempre, perché non c'è mai fine ad apprenderla e il cuore è il suo tramite. Vi amo moltissimo e il mio amore per voi non si è mai interrotto nemmeno per un momento. Ascoltate le lezioni che Peretz vi dà, aprite il vostro cuore per riceverle e mettete da parte tutto ciò che ostacola il vostro ascolto.Peretz è un maestro e io lo guido sempre, perché il mio spirito è sempre su di lui. Siate miei talmidim nel pensiero e nel cuore e sentirete da Peretz come ho vissuto nel mondo".

 

OTTAVO CAPITOLO

Colonna del Cuore della Rosa

Il Primo Pozzo è il "Pozzo nella campagna"(Be'er ba sadè)

Nella Costellazione delle Stelle di Ester esso è il "Pozzo della Fratellanza"

"E Giacobbe vide nella campagna un pozzo presso il quale stavano coricati tre greggi di pecore, poiché da quel pozzo abbeveravano i greggi e la pietra sulla bocca del pozzo era grande" (Genesi 29, 2).

Nel verso summenzionato la parola "pozzo" viene menzionata tre volte, con riferimento ai tre capitoli seguenti (8°-10°).

Pesce 1: Il messaggio del Goel Haim ricevuto da Giuseppe è un'introduzione appropriata alle virtù richieste nel Cuore della Colonna della Rosa, perché la cosa principale nella Shoshanà sono le virtù della bontà e questo sistema di 13 stelle conferisce anche le 13 virtù della Colonna Centrale, che sono il Cuore della Rosa nella Tripla Meditazione, ed esse sono: il nuovo cuore della Redenzione Finale (1), il nuovo cuore del Patto Completo (2), il vero cuore di amore e timore per il Signore nostro Dio (3), il cuore che esige giustizia (4), il cuore laborioso (5), il cuore generoso verso l'umanità intera (6), il cuore aperto (7), il cuore tollerante (8), il cuore leale che prende in considerazione il cuore altrui (9), il cuore buono (10), il cuore fedele in cui alberga il Regno dei Cieli (11), il cuore positivo di saggezza, di luce, di speranza e di fede (12), il cuore puro come quello dei bambini piccoli di cui è scritto "e lo scriverò sul loro cuore" (Geremia 31, 32)(13).

Pesce 2: Anche il sistema di Ester comprende 13 virtù del cuore, le 13 virtù di Ester ed esse vengono apprese dai nomi delle 5 stelle del sistema di Ester. Le tredici virtù sono: 1. L'amore interiore per proteggere gli altri. 2. L'amore di vedere la felicità altrui. 3. La virtù della correzione e del chiedere perdono per essersi comportati male con il prossimo. 4. La compassione verso il prossimo che si rinnova costantemente. 5. Il forte desiderio di vedere il prossimo elevarsi da un livello ad un altro. 6. La virtù interiore di stimolare i poteri della mente a desiderare la comprensione, la conoscenza e la saggezza. 7. La fede che si rinnova sempre di far predominare il bene sul male. 8. La forza interiore acquisita per poter comprendere il potere della Provvidenza di Dio. 9. L'amore di dire e distinguere la verità, di essere attenti nel parlare, di pensare e agire in modo autocritico. 10. La pazienza interiore di apprendere le strategie dell'armonia interiore per sé e per gli altri. 11. La virtù di essere sempre impegnati nell'autocorrezione. 12. La virtù di trasformare la debolezza dei propri peccati ed errori passati in forza e buon profumo delle azioni. 13. La virtù di essere puliti nel pensiero intimo.

La Colonna della Rosa è collegata anche alla Colonna Centrale che contiene le 10 virtù che si basano sui Dieci Comandamenti, ossia: Fede (1) - Benedizione (2) – Virtù del Cuore (3) - Preghiera (4) - Derech Eretz (5) - Correzione (6) - Santificazione (7) - Rinnovamento (8) - Gusto (9) - Silenzio (Saggezza) (10).

Il Cuore della Rosa, che è la Colonna Centrale, è associato al nome di mezzo ASHER (EHEYE ASHER EHEYE), per cui è associato anche ai Segni di Yitzhak Avinu ed alla seconda ascesa di Moshe Rabbenu. Ma tuttavia la Shoshanà è generale ai diversi tipi del numero 13: i 13 Altari nella Casa di Preghiera, i 13 Patti nel Patto Completo e le 13 Tribù d'Israele. Anche se però non diciamo la Rosa di Isacco, ma la Rosa di Giacobbe, perché insieme ad Efraim e Menashe costituiscono le 13 Tribù. Ecco perché ho detto che bisognerebbe commentare il "Pozzo nella campagna" riferendolo a Giacobbe nostro padre e a Rachele nostra madre.

Pesce 3: - Sorge qui spontanea la vostra domanda: ma la Terza Colonna non dovrebbe essere associata al secondo EHEYE, che è collegato ai Segni di nostro padre Giacobbe? Rispondo di sì, anche se è più esatto dire che la Terza Colonna è il Cuore del Grande Pesce Leviathan sotto i segni della Gloria di Israele. Giacobbe soggiornò venti anni presso Labano, quando suo padre Isacco era ancora vivo, per cui ci sono dei segni di Giacobbe nel Cuore della Rosa e nel nome ASHER. Altrove abbiamo spiegato che molte cose, radicate nel nome ASHER, non si sono del tutto realizzate e le loro verità saranno rivelate ai tempi della Gheulà Shlemà, come le profezie redenzionali e messianiche riferite alla missione di Yeshua che si realizzeranno compiutamente con l'avvento del Goel Haim. Infatti i Segni Finali Redenzionali completano i Segni Iniziali che erano presenti nella missione di Yeshua, sia in termini di completezza delle intenzioni di Gesù durante la sua missione, sia in termini di correzione per tutte le distorsioni successive operate dai Padri della Chiesa.

Pesce 4: Così è per tutti i segni del nome ASHER che si completano solo sotto il secondo EHEYE tramite l'avvento del Goel finale Haim. Dopotutto, nella ALEF del nome ASHER si rivela il legame tra l'ascesa del profeta Elia e il Regno dei Cieli. Al profeta Elia furono dati i Segni della Riconciliazione dei Cuori, che sono una parte essenziale della Gheulà Shlemà, e da ciò abbiamo capito che fu il profeta Elia a ricevere il "segreto" dei sei puntini sopra la parola "Vayishkehu" (Genesi, 33, 4). ll tempo della Redenzione Completa è il tempo della rivelazione, perché prima nessuno poteva capire certe cose, come il segno dell'ascensione del profeta Elia in cielo oppure l'ultima profezia di Malachia oppure il segno della riconciliazione dei cuori oppure l'avvento del giorno grande e terribile del Signore oppure la parola "pen" (affinché non) (Malachia, 3, 24) con tutte le sue implicazioni.

Pesce 5: Tali chiarimenti si rivelano, come detto, solo con l'avvento del Goel Haim. Dalla SHIN del nome ASHER si rinnova il segno del Nuovo Purim della Gheulà Shlemà e noi spieghiamo le virtù di Mordechai ha Tzadik che, come abbiamo ricevuto dal Morè Haim, fu il primo capo dei trentasei Tzadikim Nascosti di ogni generazione. Lo Tzadik mi rivelò anche che fu il Profeta Elia il primo capo dei Giusti Nascosti in ogni generazione. Così tramite queste rivelazioni, si sprigiona un "fuoco" (ESH = ALEF + SHIN) dalle due prime lettere del nome ASHER, perché ora il Signore "ci ha fatto largo e potremo prosperare nel paese" per poter capire i segni del profeta Elia, di benedetta menzione, i segni di Mordechai l'ebreo, i segni della modestia della regina Ester e i segni stellari del Tribunale di Mordechai ha Tzadik e il sistema di Ester nel regno di Assuero.

Pesce 6: Mi sforzo di mostrare qui come le lettere del nome ASHER si rivelano soltanto quando si arriva al Pozzo di Rehovot della Redenzione Completa con l'avvento del Goel Haim. Se le questioni ed i segni del profeta Elia (ALEF) e di Mordechai lo Tzadik (SHIN), già conosciuti nella Tradizione, vengono rinnovati e completati con una nuova conoscenza dei tempi redenzionali, tanto più la lettera RESH del nome ASHER merita chiarimenti e spiegazioni. Nell'ascesa del profeta Elia, di benedetta menzione, furono occultati i segni della resurrezione e nel Libro di Ester quelli del Regno dei Cieli. La RESH del nome ASHER portò la missione messianica di Yeshua destinata a rivelare cose nascoste e successivamente a diffondere la luce di Israele alle nazioni del mondo. Tale luce sarebbe potuta uscire dal Secondo Tempio, ma allora purtroppo non c'erano abbastanza meriti e la profezia di Malachia (3, 24) si avverò (affinché non venga e colpisca il paese con un anatema).

Pesce 7: A causa della mancanza di meriti, Ha Shem con la Sua Provvidenza fece sì che quella missione messianica realizzasse la suddetta profezia nella sua parte negativa che comportò la distruzione del paese e del Secondo Tempio e l'esilio dei figli d'Israele tra le nazioni del mondo. La fine di quella missione fu tragica per il popolo d'Israele, anche se Il Santo Benedetto accolse il sacrificio di Yeshua che, in questo modo, adempì la profezia di Isaia 53, in quanto diventò il montone sacrificale che fu immolato al posto di Isacco nostro padre. In altre parole: il sacrificio di Gesù mitigò il decreto di distruzione sul popolo ebraico (Dio ci salvi!) che fu trasformato in un decreto di distruzione sulle pietre del Bet Hamikdash e di espulsione dalla terra e di esilio millenario fra le nazioni del mondo. Inoltre, la missione di Yeshua comportò una serie di elementi positivi e redenzionali, come la diffusione della conoscenza della Torà riguardante l'elezione da parte di Ha Shem dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, la redenzione di Israele dall'Egitto, la rivelazione di Dio sul monte Sinai, la tradizione dei profeti. Questa grande e importante conoscenza fu assimilata dai Gentili, e una volta che verranno rimosse le sturture della teologia cristiana, tali elementi verranno chiariti e compresi nella loro vera luce.

Pesce 8: ll Cristianesimo è servito fin dal suo inizio come rifugio per le dieci tribù sparse tra le nazioni del mondo, perché tramite il Cristianesimo, grazie alla Provvidenza del Santo Benedetto, sia lodato il Suo nome in eterno, le anime della gran parte delle dieci tribù non si sono assimilate tra le religioni pagane, del tutto distanti dalla tradizione della Torà. Un'espressione profetica fu sulla bocca di Gesù che dichiarò (Matteo 15, 24): "Io sono stato mandato per le pecore smarrite della Casa d'Israele" poiché non c'è redenzione finale se non sono incluse tutte le tribù d'Israele. "Poiché Efraim è un figlio a me caro"(Geremia, 31, 20) va riferito al gregge smarrito delle dieci tribù, le cui anime sono per lo più nell'ovile cristiano; sono queste le anime sulle quali piange nostro madre Rachele, dispiaciuta di vederle languire in una fede idolatra.

Pesce 9: Per questo Ha Shem le risponde con parole di consolazione, misericordia e speranza promettendole che riavrà i suoi figli che, alla fine, torneranno entro i confini della Torà e della vera fede. Questo perché la correzione del Cristianesimo e la salvezza dei cristiani dalla fede idolatra sono la parte principale dei Segni dell'Asino che mangia il pane, oltre ad essere un segno dell'amore di nostro padre Giacobbe per nostra madre Rachele, che è il simbolo della madre delle dieci tribù chiamate anche stirpe di Giuseppe o di Efraim o di Israele in quasi tutte le profezie. Il loro bacio e il loro grande amore fin dal primo incontro fanno presagire eventi di grande gioia, quando le dieci Tribù d'Israele ritorneranno a casa al tempo della Gheulà Shlemà.

Pesce 10: Nel nome ASHER la ALEF allude al profeta Elia, la SHIN allude a Shushan e la RESH allude a nostra madre Rachele. È un simbolo della redenzione delle dieci Tribù d'Israele, sparse tra le nazioni del mondo. Per questo nostro padre Giacobbe trovò un "pozzo nella campagna", cioè fuori da Israele tra le nazioni del mondo, e subito dopo il bacio con Rachele proruppe in un pianto profetico sulla sorte delle dieci Tribù ("E Giacobbe baciò Rachele, e alzò la sua voce e pianse" (Genesi, 29, 11), che avrebbero perso la loro identità ebraica tra le nazioni del mondo. Tuttavia, il bacio fu preceduto anche dalla gioia dell'amore, poiché le pecore smarrite sarebbero tornate alla fine alle loro radici. Questo è l'amore che nasce quando con l'avvento del Goel della Gheulà Shlemà si rivela il secondo EHEYE che racchiude i Segni di nostro padre Giacobbe, poiché nell'elezione da parte di Ha Shem del Goel Haim sotto il secondo EHEYE i Segni di Giacobbe guardano, per così dire, i Segni il nome ASHER. Questo perché prima che la Completa Redenzione possa dimorare nel mondo, è necessario rinnovare la nuova comprensione della ALEF e della SHIN e correggere la RESH, la cui essenza è la correzione del Cristianesimo. Tale correzione avviene tramite la rivelazione della vera storia di Gesù, il Messia figlio di Giuseppe, e la completa distruzione della dottrina cristiana.

Pesce 11: E se domandate: "Ma come mai il Santo Benedetto ha rinchiuso tutte quelle anime entro i confini del Cristianesimo? Come faranno ad uscirne? Una volta che ci sono entrate non ne usciranno più", ebbene, sappiate che al tempo della Gheulà Shlemà la correzione del Cristianesimo si accompagnerà alla fine della Chiesa, perché quando la teologia cristiana verrà distrutta non avrà più senso una Chiesa che la rappresenta. Si realizzerà invece la profezia della Casa di Preghiera, come sta scritto in Isaia (56, 7): "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutti i popoli" ed in essa ci sarà l'Altare di Malchitzedek per chi proviene dal Cristianesimo e per le pecore smarrite della Casa d'Israele, in modo che, dopo essere saliti sull'Altare di Malchitzedek, potranno anche convertirsi nel contesto del Patto Completo e salire sull'altare di Efraim. Si realizzerà così la profezia di un ritorno entro i confini stessi dell'Ebraismo, perché l'Altare di Efraim è un altare ebraico, speciale per i Figli d'Israele che provengono dal Cristianesimo.

Pesce 12: Finché la RESH del nome ASHER non viene corretta, non c'è possibilità di collegare il nome ASHER al secondo EHEYE per cui non c'è Redenzione. Inoltre, prima della Gheulà Shlemà è impossibile completare la conoscenza della ALEF e della SHIN come si rivelano nella Redenzione Completa, e, a maggior ragione, correggere la RESH. La correzione comporta la negazione della teologia cristiana, dato che tutta la tradizione di Israele, basata sul Secondo Comandamento, estirpa ogni tipo di idolatria, come la menzogna della Trinità e del Verbo (Logos); la correzione ha anche un aspetto positivo perché spiega sotto una nuova luce la missione di Yeshua. Ciò è potuto avvenire dopo l'elezione del Goel Haim, che nel Primo Segno Redenzionale, il Segno delle Stelle, ha indicato la quinta stella come "la stella di Cristo venuta grazie all'umiltà". Inoltre, nel diciassettesimo anno dei Segni, Giuseppe vide in sogno l'arcangelo Michele, ministro d'Israele, che dichiarava: "Tre sono gli uomini della Redenzione: Mosè, Gesù e Haim".

Pesce 13: Ho già spiegato altrove come nei primi 6 anni eravamo nei Segni della Correzione del Cristianesimo, nei Segni dell'Asino, Mashiah ben Yosef, e nei 6 anni seguenti eravamo nei Segni della Riforma nell'Ebraismo, nei Segni dell'Asino, Mashiah ben David. Ci sono voluti 12 anni per completare le correzioni della RESH del nome ASHER, e dopo i 12 anni sognai lo Tzadik Haim che, dopo avermi baciato sulle labbra, mi respingeva e mi sgridava: "Ti sei creduto il Messia!". Io, tremando e quasi piangendo, lo pregai di credermi che io non mi ero considerato il Messia, ma lui insisteva: "No, ti sei creduto il Messia!". Ricordo di essermi svegliato dal sogno molto agitato, ma, una volta tornato in me, ho capito il significato.

Pesce 14: La spinta e il rimprovero vennero dopo quei 12 anni, in cui ero investito e collegato ai Segni dell'Asino messianico che mangiava il Pane della Redenzione, cotto dalla Stella di Cristo, chiamata anche la Stella che stupisce della Gheulà Shlemà. In seguito al sogno avvenuto nel 13° anno dei segni, il Santo Benedetto operò un altro miracolo, per cui Nelda Levi, la pace su di lei (oggi è il quarto giorno dalla sua sepoltura), si ricordò solo dopo circa 12 anni che nel suo sogno quando l'Asino entrava nella panetteria e mangiava il pane (il Quarto Segno Redenzionale) Peretz lo osservava da fuori. Decine di volte Nelda aveva raccontato il sogno nei primi 12 anni dei segni, ma mai aveva accennato a questo dettaglio, mentre nel 13° anno si ricordò di tale particolare che mi riguardava. Strano che non lo avesse raccontato fino a quel momento. La precisazione della signora Nelda avvenne pochi giorni dopo il mio sogno, per cui ne compresi il significato. In quei 12 anni mi era stato richiesto, per conservare i segni, di assomigliare ad un asino e di ripercorrere tutti i segni messianici collegati alla RESH. Allora ero un vero asino (e non come Peretz che osservava l'asino da fuori). Così doveva andare fino alla fine della correzione messianica, perché non c'è correzione al messianesimo storico se non tramite l'Asino che mangia il pane di Betlemme, e solo attraverso l'Asino, per molte ragioni, i segni messianici vengono corretti.

Pesce 15: Ecco perché il Goel Haim mi ha baciato nel segno del bacio di nostro padre Giacobbe a nostra madre Rachele, perché grazie al Santo Benedetto ci sono stati spiegati i principali segni della Correzione, che permettono al nome ASHER di collegarsi al secondo EHEYE per la Gheulà Shlemà. E per quanto riguarda la frase pronunciata dal Morè Haim, è indubbio che, a causa di tutti quei Segni d'Asino messianici su di me, non potessi evitare qualche pensiero o sentimento "messianico", anche se io l'ho sempre respinto. Tuttavia, avevo bisogno del potere del Goel Haim per cacciare da me ogni minima traccia di messianesimo. Dopo aver capito il significato del sogno, sono tornato in me e ho potuto rientrare nella "pelle dell'asino" senza considerarmi qualcosa o qualcuno.

Pesce 16: E sul verso "e Giacobbe baciò Rachele, alzò la sua voce e pianse" (Genesi 29:11), Rashi, di benedetta memoria, spiega che Giacobbe pianse perché vide nel suo spirito santo che Rachele non sarebbe stata sepolta con lui nella Grotta dei Patriarchi. Secondo i segni, l'amore e il bacio di Giacobbe a Rachele sono alla fine della correzione della RESH, e poiché essa avviene solo durante la Redenzione Finale, dopo quasi quattromila anni, è ovvio che Giacobbe alzò la voce e pianse su un evento storico così grande, riferito alle dieci Tribù di Israele destinate ad essere disperse tra le nazioni del mondo. Anche il nome di Rachele allude al "gregge", dato che simboleggia la madre delle pecore smarrite della Casa d'Israele.

Pesce 17: Nostra madre Rachele fu sepolta sulla via che da Efrat porta a Betlemme e Betlemme è nota per essere un segno "messianico". Nei Segni, la Stella di Betlemme è la Stella di Malchitzedek che diventa la Stella di Cristo che è anche la Stella che Stupisce della Gheulà Shlemà. Sotto il suo influsso, l'Asino entra a Betlemme (beth lehem, la casa del pane o panetteria) e mangia il pane. Ed infatti, anche la nascita di Yeshua, secondo i Vangeli, è associata a Betlemme, e poiché egli era il Messia figlio di Giuseppe, non sorprende che abbia detto: "Non sono stato mandato se non per il gregge smarrito della Casa d'Israele" (Matteo, 16, 24), ossia le dieci Tribù che prendono il nome da Giuseppe o da Efraim o da Israele nella maggior parte dei libri dei Profeti. Questo è il grande pianto profetico nella storia d'Israele, e lo prova il fatto che non è scritto solo "e Giacobbe pianse", ma anche "alzò la sua voce e pianse". Nostro padre Giacobbe vide nel suo spirito profetico il destino delle dieci Tribù d'Israele per le generazioni future, con la distruzione del Primo Tempio, del Secondo Tempio e dei duemila anni di esilio, e capì che la loro identità sarebbe andata perduta fra le nazioni del mondo. Perciò, come detto, alzò la voce e pianse.

Pesce 18: Tuttavia, il Santo Benedetto crea il rimedio prima della 'makkà' che manderà, per cui il bacio di Giacobbe a Rachele precede il suo pianto. Perché se Giacobbe avesse guardato esclusivamente nello spirito della sua profezia all'amaro destino delle dieci Tribù (il gregge disperso della Casa d'Israele), non sarebbe potuto poi tornare al suo amore per Rachele. Così anche nel mio sogno, il bacio dello Tzadik precede il suo spintone ed il suo rimprovero. Per questo il sogno-segno è arrivato 12 anni dopo con la correzione della RESH del nome ASHER e il bacio viene dopo la correzione nel nome di RAHEL, perché nella correzione della RESH arriva la salvezza del gregge perduto. La correzione della RESH comprende anche, come detto, le correzioni del messianesimo, stravolto, alterato e frainteso. Lo spintone del Goel Haim viene per respingere tutte le confusioni storiche, generate intorno alla missione di Yeshua che non fu capita né dagli ebrei né dai cristiani. Infatti il ​​mio sogno ricalca il segno presente nel summenzionato verso della Torà, perché il rimprovero dello Tzadik verso il suo discepolo, per il suo grave errore, gli provoca un immenso dolore, simile al pianto. Inoltre, l'Asino che assume più forme è come Rachele nel contesto delle correzioni della RESH del nome ASHER, mentre il Goel Haim è nei segni di nostro padre Giacobbe del secondo EHEYE, allorquando bacia la RESH del nome ASHER. Per riassumere: dopo dodici anni tra segni, scritti e grandi testimonianze, la RESH è stata corretta nel contesto della correzione di RAHEL, è stato rinnovato l'intero nome ASHER e la RESH è stata collegata al secondo EHEYE.

Pesce 19: Un'immensa gioia si è levata in cielo, perché con l'avvento del Goel prescelto, la discesa dei Segni Redenzionali e le spiegazioni relative alla ALEF, alla SHIN e alla RESH fanno sì che le tre lettere possono congiungersi, per cui ha fine la separazione delle generazioni precedenti. E Giacobbe bacia Rachele con grande gioia e amore, perché le lettere di EHEYE ASHER EHEYE si ricongiungono al tempo della Redenzione Completa. Nella Torà ci sono dei segni nascosti in questa materia laddove si parla di "greggi" e della "pietra sulla bocca del pozzo" ed Ha Shem ci aiuterà a raggiungerli. Perciò, cari lettori, fate vostra questa nuova comprensione del bacio di nostro padre Giacobbe, che è un bacio di gioia che permette al gregge smarrito della Casa d'Israele di tornare al suo primo ovile, agli insegnamenti e alla fede di nostro padre Abramo e ricordate che tutto ciò avviene per merito del Goel Haim, che viene per completare la salvezza di Yeshua riguardante il gregge della Casa d'Israele sparso tra le nazioni del mondo riportandolo nel contesto della salvezza completa del Patto Finale della Gheulà Shlemà. E così sia fatta la Sua volontà e diciamo amen!

Pesce 20: Sappiate che dalle allusioni del verso summenzionato risulta che il bacio di Giacobbe a Rachele è un bacio di gioia e di amore per il fatto che la missione di Yeshua, figlio di Miriam e di Giuseppe, porterà al salvataggio del gregge smarrito della Casa di Israele dopo duemila anni di conflitti e incomprensioni. Fino ad ora eravamo tutti seduti nelle tenebre e non abbiamo capito nulla del piano redenzionale di Ha Shem, né abbiamo capito la missione del giovane Yeshua che voleva portare il bene al suo popolo e che tutte le sue intenzioni erano le Shem Shamaim.

Pesce 21: Pertanto attingiamo l'acqua dalle profondità del Pozzo nella Campagna, che è il Pozzo della Fratellanza. Yeshua era ebreo come noi, è nostro fratello e nostro sangue, per cui torneremo ad amarlo con la verità del cuore e ci riconcilieremo con le acque del Pozzo della Fratellanza partecipando insieme alla correzione del Cristianesimo e facendo cosa grata al nostro Padre che è nei Cieli che vedrà i Suoi figli e le Sue figlie nell'amore reciproco e nell'armonia. Gioiremo allora per la scelta fatta da Dio del Goel Haim, che ci ha insegnato che siamo tutti una sola carne, e non dimentichiamo che per merito di Nelda Levi il Regno dei Cieli si è avvicinato alla terra.

 

NONO CAPITOLO

Colonna del Cuore della Rosa della Tripla Meditazione

Il Secondo Pozzo è "da quel pozzo"(Min ha be'er hahu)

Nella Costellazione delle Stelle di Ester esso è il "Pozzo della Compassione"

"E Giacobbe vide nella campagna un pozzo presso il quale stavano coricati tre greggi di pecore, poiché da quel pozzo abbeveravano i greggi e la pietra sulla bocca del pozzo era grande" (Genesi 29, 2).

Pesce 1: Meraviglie della Gheulà Shlemà! Dopo aver concluso il capitolo sul rinnovamento storico riguardante il bacio di Giacobbe a Rachele, è sceso su di me un rinnovamento per ciò che riguarda le lettere finali dell'alfabeto ebraico MEM, NUN, TZADIK, PEH, CHAF. Le lettere "MntzPch" corrispondono alle lettere ordinarie: la MEM è associata alla Bellezza dell'Eden, la NUN è associata alla Resurrezione dell'Uccello, la TZADIK è associata alla Valle di Mercurio, la PEH è associata alla Tartaruga Illuminata e la CHAF è associata al Profumo Celeste.

Pesce 2: Grazie a Dio, sono state completate le lettere delle Mazalot, e anche questo è segno che per merito di Nelda Levi il Regno dei Cieli si è avvicinato alla terra. La conoscenza che si può acquisire dalle questioni del Grande Pesce Leviathan avvicina anche il Regno dei Cieli al mondo, e così abbiamo raggiunto, grazie a Dio, le lettere finali e i nuovi segni delle Mazalot si sono completati con le loro lettere. Siamo nel 26esimo anno dei Segni, che è l'anno del segno del Regno dei Cieli sotto il Segno della Quarta Generazione e della Nuova Costruzione. Ricordiamo anche l'innovazione recente nei Segni, secondo cui nel Tempio di Gerusalemme ci sarà anche un posto speciale per coloro che vogliono portare un sacrificio, anche se ci saranno degli ispettori responsabili che decideranno chi può portare un sacrificio e chi no.

Pesce 3: Perché si parla di tre greggi? E a cosa alludono? Diciamo allora che le greggi alludono anche alle pecore smarrite della Casa d'Israele. Il primo gregge si riferisce al tempo della conquista degli Assiri delle Dieci Tribù, cacciate da Israele circa un secolo prima della distruzione del Primo Tempio. Il secondo gregge si riferisce alle Dieci Tribù ai tempi del Secondo Tempio. Il terzo gregge si riferisce ai duemila anni di Diaspora. Furono tutti raccolti dai loro pastori vicino al "pozzo nella campagna" e, una volta radunatisi, i pastori potevano rotolare la grande pietra sulla bocca del pozzo. Dopo tutto, nostro padre Giacobbe quando vide che Rachele stava arrivando, fu pervaso dalla potenza di Dio nella sua gioia per lei e rotolò da solo quella grande pietra dalla bocca del pozzo. Vorremmo tuttavia sapere cos'è questa pietra, alla quale la Torà ha dato così grande importanza. In effetti, tutto il racconto ci stupisce, perché la Torà quando racconta degli episodi di vita dei nostri Patriarchi, lo fa perché contengono motivi sublimi, importanti e profetici.

Pesce 4: Per merito del Goel Haim, noi cerchiamo nella Torà le radici dei Segni Redenzionali. E come posso sapere, io sono che asino, che cos'è è la grande pietra sulla bocca del pozzo? Al momento non ne ho idea, ma non disperiamo, perché allusioni vere porteranno ad altre allusioni vere, poiché questa è la via del Grande Pesce Leviathan. Non c'è dubbio che, essendo noi collegati ai Segni Redenzionali, sia il pozzo in questione che la grande pietra che lo ricopre per la sua protezione siano collegati anch'essi ai Segni. Così, anche se non so cosa sia questa pietra, so tuttavia che è una grande pietra che conserva le spiegazioni della Gheulà Shlemà. Dopotutto, si tratta di nostro padre Giacobbe, i cui segni sono collegati alla terza redenzione finale, e nella rivelazione dei Segni Rompleti, vengono rivelate le chiavi per riconciliare i cuori tra i tre greggi summenzionati, anche se altri greggi seguiranno dopo di loro.

Pesce 5: I tre greggi alludono così alle pecore disperse della Casa d'Israele ma anche al popolo d'Israele, ai popoli cristiani e ai popoli musulmani (le tre religioni si rifanno alle fonti bibliche che riconoscono l'elezione dei Patriarchi, l'Esodo, la rivelazione di Ha Shem e la concessione dei Dieci Comandamenti sul monte Sinai a Mosè e a tutto il popolo d'Israele). Da notare che esistono anche altre greggi, che sono le religioni più lontane, che non riconoscono ancora le fonti bibliche. Le tre grandi greggi-religioni si radunano intorno al pozzo e aspettano che arrivino altre greggi, così da poter rotolare tutte insieme la grande pietra.

Pesce 6: Racconta la Torà (Genesi 29, 3): "Quando tutti i greggi si erano radunati in quel luogo, i pastori rotolavano la pietra di sulla bocca del pozzo, abbeveravano il gregge e rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca del pozzo". A questo punto, dopo che Giacobbe chiede ai pastori se conoscono Labano ed essi rispondono di sì e Giacobbe chiede se egli sta bene (versi 4 -6) ecco arrivare "sua figlia Rachele con il gregge". E qui (versi 7 – 8) Giacobbe dice: "Ecco è è ancora giorno pieno, non è ancora ora di ritirare il bestiame, abbeverate le pecore e andate ancora a pascerlo". Ed essi: "Non possiamo finché non si siano radunati tutti i greggi e i pastori abbiano rotolato la pietra di sulla bocca del pozzo e abbiamo abbeverato il gregge". Sembra che né gli ebrei, né i cristiani, né i musulmani possano bere dall'acqua finché non vengono con loro le altre greggi-religioni, ma nonostante ciò Giacobbe (il popolo di Israele) arriva e fa da solo ciò che tutti dovrebbero fare insieme.

Pesce 7: Nel breve dialogo fra i pastori e Giacobbe viene menzionata due volte la parola pace (shalom): "Ed egli disse loro: "Ha shalom lo (egli sta bene)?. "Sta bene (shalom)" risposero. Una cosa molto grande è la pace che simboleggia l'integrità del mondo. La pace è la condizione ottimale, una volta che l'umanità ha raggiunto la riconciliazione dei cuori. I Saggi di benedetta memoria dicevano che SHALOM è il nome del Santo Benedetto Egli sia (Talmud, Vaikrà Rabbà, 9, 9), e in relazione alla pietra della pace universale, promessa ai profeti nei tempi redenzionali, i pastori di tutti i greggi, provenienti da luoghi remoti, dovrebbero condividere insieme la stessa pace. Stella Forti aveva sognato nel primo anno dei Segni che lo Tzadik Haim, nelle sembianze di un bambino piccolo, diceva: "La vita è pace". Cioè: che il senso della vita è la pace, e questo perché la vita vera non esiste, se manca la pace. Il Goel Haim insegna quindi che vita e pace sono sinonimi.

Pesce 8: Nel Talmud Babilonese (Pesahim, 54. 1) tra le sette cose che furono create ancor prima della creazione del mondo, viene menzionato anche "il nome del Mashiach" e abbiamo spiegato che il termine corretto è "il nome del Mashuach" perché non si tratta del Messia figlio di Davide ma del Goel Finale che dopo la sua sofferenza e il suo sacrificio, è risorto dai morti per fungere da Giudice Unto nel Regno dei Cieli. Nel Talmud è sottolineato che ciò che fu creato ancor prima della creazione del mondo è il suo nome, per informarci che ciò ha un'importanza universale. Il suo nome è Haim ben Moshe (Musa) di Sanaa, Yemen, che significa Pace, il ché ci collega naturalmente alla descrizione del Goel secondo la profezia di Isaia (9:5): "consigliere meraviglioso, potente di Dio, padre perenne, principe di pace". Per merito suo, scendono le chiavi per la riconciliazione dei cuori nel mondo, ossia le chiavi della pace, che rappresenta anche la grande pietra sulla bocca del pozzo.

Pesce 9: Giacobbe nostro padre qui è dunque nel segno della venuta della Terza Redenzione, come è il terzo dei Patriarchi, e quando pensa a Rachele, simbolo della salvezza del gregge disperso dalla Casa d'Israele, si riempie di potenza, solleva lui stesso la grande pietra, per attingere l'acqua dal pozzo, necessaria per dare le spiegazioni che salveranno non solo le pecore smarrite dalla casa d'Israele ma anche le pecore di tutte le nazioni. Il Goel Haim è nei segni di nostro padre Giacobbe per il suo grande amore per le anime della casa d'Israele che si estende a tutte le greggi, perché "siamo tutti una sola carne", ed egli ora opera nel suo nuovo ruolo, voluto dal Santo Benedetto, per correggere il Cristianesimo e spiegare tutte le questioni della missione messianica di Yeshua. Questa è la grande correzione storica che porterà la pace nel mondo.

Pesce 10: Naturalmente, con la grande correzione del Cristianesimo e la rivelazione delle verità della missione di Yeshua, arriva anche la correzione degli errori dell'Ebraismo, nonché la riforma dell'Altare di Giuda nella Casa di Preghiera, nonché la correzione degli errori dell'Islam e il suo rinnovamento. Questi sono preludi e preparativi per la pace universale futura. Ringrazio EL SHADDAI per tutta la bontà e la misericordia che ha avuto con me, e Ti ringrazio Signore Santo Benedetto che mi hai formato e preparato a diventare il primo Talmid del Goel Haim, che mi ha accettato come tale nonostante tutte le mie mancanze; egli è stato il mio Maestro e mi ha infuso il suo spirito santo secondo ciò che ho potuto ricevere.

Pesce 11: Lo Tzadik Haim mi preparò una stanza santificata e mi guidò nel corridoio delle vie superiori. Dopo 11 anni sotto la sua guida, il Morè mi rivelò di aver preso su di sé il terribile decreto sul mondo emesso dal Tribunale di Sopra. Gli Tzadikim Nistarim, spaventati dalla portata del decreto, preferirono evitarlo, mentre solo lo Tzadik Haim, capo dei Trentasei Giusti Nascosti della sua generazione, andò davanti al Signore e lo accettò su di sé. Per questo si ammalò con la malattia del secolo e sottostò ad una prima operazione che durò nove ore. Per quasi due anni lo Tzadik patì sofferenze indescrivibili; subì poi una seconda operazione quando il suo fisico era ormai debilitato e fiaccato dalla malattia. Solo grazie alla misericordia dall'Alto potè ancora restare sofferente in questo mondo attendendo che il decreto di distruzione sul mondo, preso su di sé, venisse alla fine abolito.

Pesce 12: Lo Tzadik Haim non voleva morire, poiché, per sua natura, amava la vita. Egli attese in uno stato di prostrazione fisica che il decreto fosse revocato e che gli venisse mandata una guarigione per potersi riprendere e continuare la sua sacra opera, che prevedeva anche la mia guida lungo le vie della Kedushà. Tuttavia, per 620 giorni lo Tzadik dovette patire le sofferenze della malattia fino alla morte. Circa un mese prima di lasciare questo mondo, ha Morè ha Kadosh mi rivelò che era salito e aveva parlato con il Santo Benedetto e gli aveva detto: "Padrone del mondo, guardami! Io sono carne e sangue, eppure non ho più né carne né sangue, e non ho più nè carne né forza!". Il Santo Benedetto gli rispose: "Ho una cura per te, ma se guarirai, il mondo sarà distrutto." Al ché lo Tzadik Haim disse: "No, Padrone del mondo, se le cose stanno così, non distruggere il mondo. Portami al mio posto!".

Pesce 13: Lo Tzadik Haim mi comandò di essere un soldato forte nel mio compito e quando morì, il mondo intero subì un cambiamento, perché il terribile decreto di distruzione era stato annullato. Dopo di ciò, ELOHEI Abramo, Isacco e Giacobbe ha scelto lo Tzadik Haim quale Goel Finale nella sua funzione di Giudice Unto nel Regno dei Cieli. Otto giorni dopo la dipartita, ricevetti il Segno di "Bà ha Zman" che annuncia l'inizio del Tempo Redenzionale, del Tempo della Quarta Generazione, profetizzato nell'ultima profezia di Malachia, in cui il profeta Elia, di benedetta memoria, porta la riconciliazione dei cuori: "Ecco Io vi sto per mandare il profeta Elia prima del giorno grande e terribile del Signore. Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figli ed il cuore dei figli verso i padri" (Malachia, 3, 23-24).

Pesce 14: Lo Tzadik Chaim mi scelse perché annunciassi, sotto la sua autorità, in piedi, al centro di una serie di cerchi concentrici colorati, davanti al cielo stellato, con voce chiara e possente: "Bà ha Zman, è arrivato il tempo". Capii in seguito che quella voce sovrannaturale che usciva dalla mia bocca era quella del profeta Elia, di benedetta memoria, perché il Segno Bà ha Zman è il compimento della profezia di Malachia.

Pesce 15: Ho avuto così il privilegio di fare l'annuncio "è arrivato il tempo" per merito e con il permesso del Goel Haim, ma tengo a sottolineare che io non sono niente e ciò che faccio è per l'amore che lo Tzadik ha per me e per il suo spirito di santità che mi dirige. Tuttavia, la voce che usciva dalla mia bocca era rafforzata da quella del profeta Elia, di benedetta memoria. Ciò è in virtù del fatto che lo Tzadik Haim mi scelse come suo allievo e mi guida con il suo spirito. In ogni momento della mia vita sono collegato con il pensiero allo Tzadik Haim e la mia vita dipende dall'amore e dalla pietà che egli prova nei miei confronti. Sono rimasto orfano dopo la sua morte e dai quattro angoli del cielo sento che dicono di me: "costui non ha avuto il privilegio di essere uno Tzadik Nistar, ma, tuttavia, è diventato l'Asino del Goel Haim".

Pesce 16: I Segni Redenzionali sono scesi sui Talmidim e su coloro che hanno amato in vita il Morè Haim e hanno pianto per lui durante la sua malattia. Prima di lasciare questo mondo, lo Tzadik mi ordinò di rivelare la sua identità e di scrivere e spiegare quanto da lui imparato nei miei tredici anni di freequentazione, affinché ciò rimanesse come testimonianza per le generazioni future. Io, pertanto, non sono diventato uno Tzadik Nascosto, ma un Asino che mangia il primo pane della Gheulà Shlemà e il responsabile del Segno dell'Asino su di me, grazie a Dio. Sono 26 anni (siamo ora nel 2009) che scrivo, Baruch Ha Shem, gli scritti del Sefer Mishnat Haim, e rimane ancora molto da fare e da organizzare. Prego che il Santo Benedetto mi aiuti e mi conceda la salute per andare avanti; da parte mia, non esiterò e farò di tutto per portare avanti questa opera per tutti gli anni che il Signore mi destinerà ancora. Sono convinto che anche lo Tzadik Haim mi sosterrà, be-ezrat Ha Shem, perché non ho nulla al mondo senza il suo amore su di me.

Pesce 17: Pertanto la bocca del pozzo è la bocca delle spiegazioni delle novità redenzionali, e per il fatto che la grande pietra chiudesse il pozzo, la riconciliazione dei cuori è rimasta per così dire "imprigionata". Dopotutto, chi potrebbe sollevarla ed abbeverare con le acque del pozzo tutte le greggi? Né l'Ebraismo, né il Cristianesimo, né l'Islam né le altre religioni che parlano di pace potranno portare la pace, ma la riconciliazione avverrà solo con l'intervento del profeta Elia e del Goel Haim. Nostro padre Giacobbe allude a questo quando dice: "Ecco è ancora giorno pieno, non è ancora ora di ritirare il bestiame, abbeverate le pecore e andate ancora a pascerlo". Ossia: passerà molto tempo prima che arrivi la pace o che tutti gli armenti verranno raccolti, ma intanto fate il possibile per pascolare le vostre greggi e abbeverarle, ma preparatele al bene che verrà in futuro.

Pesce 18: Nostro Padre Giacobbe è venuto per dirci che per raggiungere la vera pace universale, sono necessari dei chiarimenti dalle acque di quel pozzo, e che una persona soltanto, con la forza immensa concessagli da Dio, potrà rimuovere la grande pietra che chiude il pozzo. Questa forza scende solo quando arriva Rachele, perché il punto principale è che non è possibile raggiungere la pace della Gheulà Shlemà se non tramite l'immenso amore per Rachele, ossia nel contesto della liberazione e della salvezza del gregge disperso della Casa d'Israele. Il gregge smarrito completa il popolo d'Israele, dato che senza le dieci Tribù il popolo di Giacobbe è incompleto, e non meno importante è il fatto che salvando le anime del gregge disperso c'è anche la possibilità di salvare molte nazioni. Tutto dipende, come detto, dall'amore di nostro padre Giacobbe per nostra madre Rachele.

Pesce 19: Il nome "Pozzo della Compassione" è qui appropriato, perché il profeta Geremia profetizza su nostra madre Rachele, pervasa di pietà e compassione per le dieci Tribù perdute d'Israele. Tutto il capitolo 31 del Libro di Geremia è pieno di profezie molto importanti sulla misericordia di Dio per il Suo popolo Israele, sul ritorno di Israele a Sion con tutti i benefici e la tranquillità che vi troverà, e anche molte allusioni ci sono sul ritorno delle dieci Tribù chiamate "Efraim": vediamoli: 15. Così parla l'Eterno: "Si è udita una voce a Ramà, un lamento, un pianto straziante: Rachele piange i suoi figli, ella rifiuta di essere consolata per la loro sorte, perché non ci sono più". 16. Così parla l'Eterno: "Trattieni la tua voce dal pianto, i tuoi occhi dal versare lacrime, poiché l'opera tua sarà ricompensata, parola del Signore; essi ritorneranno dalla terra del nemico. 17. E c'è speranza per il tuo futuro, parola del Signore, ed essi torneranno entro i loro confini". E più avanti: 20. "Efraim è per me un figlio caro, un figlio prediletto e quanto più parlo di lui, tanto più è vivo e continuo il ricordo che ho di lui; perciò le Mie viscere si commuovono per lui e certo Io avrò pietà di lui, parola del Signore". E nel verso 31: "Ecco, i giorni arrivano, dice l'Eterno,ed Io stabilirò un nuovo patto con la Casa d'Israele e con la Casa di Giuda". Dopo la promessa di Ha Shem che i figli di nostra madre Rachele torneranno entro i loro confini, viene promessa una nuova via che sarà rivelata a suo tempo per salvare il gregge dalla casa d'Israele così come la discendenza di Giuda.

Pesce 20: La compassione di nostra madre Rachele (il cui nome allude alle pecore), ha favorito assai la loro salvezza per portare alla fine al Nuovo Patto Completo, che, come detto, contempla i tre greggi: ebraico, cristiano e musulmano, così come i greggi di tutto il mondo, a favore della riconciliazione universale. Dopotutto, la pietra che ricopre il pozzo è grande, e le acque del pozzo devono abbeverare tutte le pecore. Pertanto, è molto importante attingere l'acqua dal Pozzo della Compassione. Il mondo ha aspettato per circa quattromila anni l'elezione del Goel Finale, che, in virtù del suo amore per le anime del gregge disperso, ha rimosso la grande pietra dalla bocca del pozzo per rivelare al mondo sia la misericordia del Santo Benedetto su tutte le anime che il Patto Completo che le salva e porta la pace nel mondo. La pace non viene dall'oggi al domani, perciò è più corretto parlare di costruzione della pace, dato che una pace stabile e perenne richiede che le sue fondamenta siano solide per la volontà di coloro che vogliono veramente vivere in pace nel mondo.

Pesce 21: La pace che regnerà nelle generazioni della Redenzione Finale sarà alla base dell'imponente edificio, Binian ha Shalom, come vide in sogno Davide Levi nel 1983 (il Segno della Quarta Generazione e del Nuovo Edificio, che rappresenta il Quinto dei Sei Segni Redenzionali). Dopo aver visto scene di caos, di sparatorie e spargimento di sangue, Davide vide all'improvviso che l'atmosfera cambiava e dalla terra spuntò fuori un meraviglioso edificio che irradiava pace e armonia. Davide sognò di essere in Israele, per cui possiamo collegare il segno alla Casa di Preghiera per tutti i popoli. Il sogno-segno è doppio: contiene la fase della "quarta generazione" e la fase della "nuova costruzione". La Quarta Generazione indica la conflittualità e il caos mondiale, mentre la Nuova Costruzione indica il raggiungimento di un nuovo ordine, contraddistinto dalla pace universale. Non ci sarà solo la Nuova Santità della Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà, ma anche la nascita di tante nuove istituzioni che promuoveranno la pace.

 

DECIMO CAPITOLO

Colonna del Cuore della Rosa

Il Terzo Pozzo è "la grande pietra sulla bocca del pozzo" (even ghedolà al pì ha be'er)

Nella Costellazione delle Stelle di Ester esso è il "Pozzo del Carattere"

"E Giacobbe vide nella campagna un pozzo presso il quale stavano coricati tre greggi di pecore, poiché da quel pozzo abbeveravano i greggi e la pietra sulla bocca del pozzo era grande" (Genesi 29, 2).

Pesce 1: L'intento di questo testo ha più scopi, come il dare nuove spiegazioni secondo i Segni Completi dai pozzi di Beer Sheva (tutti i pozzi vengono qui spiegati anche se non tutti si trovano a Beer Sheva), perché tramite essi possiamo trovare allusioni nella Santa Torà. Con l'avvento del Goel Haim e dei Segni Redenzionali l'ebraismo entra in una nuova fase storica, poiché è la Torà stessa che lascia trasparire nuove realtà attraverso il Patto Nuovo.

Pesce 2: E così l'intero Libro della Rosa (Sefer Mishnat Haim) propone nuovi studi fondati sulla Torà, i Profeti ed i Segni Redenzionali. In questo modo la Torà si rinnova nel Nuovo Patto Finale. Per l'ebreo che studia la Torà quotidianamente da molti anni, vengono ora rivelate nuove allusioni tramite i Segni della Redenzione Completa. A questo proposito, possiamo citare una saggia parabola di Yeshua: A cosa assomiglia il dotto scriba della Torà che diventa discepolo del Regno dei Cieli? Al padrone di una casa bella e grande che è piena di cose vecchie e nuove. Può così utilizzare le cose vecchie e le cose nuove quando lo desidera.

Pesce 3: Yeshua parlò del Regno dei Cieli nel contesto dei Segni Redenzionali e Messianici iniziali ricevuti nella scuola essena. I dotti ebrei non conoscevano né capivano le sue intenzioni e le sue parole circa il Regno dei Cieli, e infatti nel suo Sermone della Montagna disse ai popolani: "Beati i poveri di spirito, perché loro sarà il Regno dei Cieli" (Matteo 5, 3) e frasi simili che entusiasmavano chi le ascoltava, nell'attesa di un mondo futuro migliore. Yeshua spiegò anche nelle sue parabole che chi scopre un tesoro grande e prezioso farà di tutto per tenerlo e sarà anche disposto a lasciare tutte le altre cose del mondo pur di custodirlo.

Pesce 4: I rabbini dell'epoca sospettavano che con le sue parabole Yeshua intendesse allontanare i fedeli dallo studio e dalla tradizione della Torà; ma, in realtà, Yeshua stava dicendo che il dotto scriba divenuto discepolo del Regno dei Cieli possedeva una casa che conteneva beni preziosi, antichi e anche nuovi. Non c'è contraddizione di termini, perché la perfezione voluta si esprime nel saper apprezzare i tesori antichi con quelli nuovi che arricchiscono chi li possiede. Le novità meravigliose possono spaventare le menti di chi non ci è abituato, per questo gli ebrei non sono diventati allievi del Regno dei Cieli negli ultimi 2000 anni, e ancora oggi non sanno cosa sia.

Pesce 5: Nel "Libro dei Segni della Torà del Profeta Elia secondo il Grande Pesce Leviathan" ("Vayishakehu"), laddove ho rivelato il legame tra i 6 punti sopra la parola "Vayishakehu" (Genesi, 33, 4) e i 6 Segni Redenzionali, ho anche formulato la domanda" come mai nella Torà non si parla dell'Aldilà. La risposta principale è che la Torà non poteva rivelare la questione del Regno dei Cieli prima dell'avvento della Gheulà Shlemà. La Torà non parla dell'altro mondo, perché la vita dopo la morte non riguarda solo Israele, ma tutti gli esseri umani, quelli buoni, destinati a passare in un luogo paradisiaco e quelli malvagi, destinati ad un luogo infernale. La Torà non intande trattare prima del tempo "il segreto" del Regno dei Cieli, che rappresenta un mondo speciale e sublime. (Puntualizziamo che questo "segreto" non fa parte dei "segreti" che gli Tzadikim Nascosti conoscono tramite la loro ascesa, ma fa parte dei "segreti" destinati ad essere rivelati nei tempi redenzionali). La questione del Regno dei Cieli deve essere rivelata a beneficio di tutta l'umanità dopo che Ha Shem ha eletto il Goel Haim, perché ciò fa parte del Nuovo Patto che verrà stabilito con la Redenzione Completa e Finale.

Pesce 6: Le intenzioni di Yeshua hanno in parte avuto un buon esito, sebbene, in seguito, i Padri della Chiesa le abbiano manipolate e falsate. Il Regno dei Cieli che accolse Yeshua dopo la sua morte (che noi chiamiamo "il pre-Regno dei Cieli") non era il Regno dei Cieli Completo che dura per sempre, istituito da Ha Shem dopo la Sua elezione del Goel Finale Haim. Pertanto, non ha senso chiamare Regno dei Cieli tutto ciò che era nel passato, dal momento che il suo ruolo è annullato alla luce del Regno dei Cieli Redenzionale. Infatti, poiché il sacrificio di Yeshua fu accettato in Alto ecco che la sua missione stabilì il pre-Regno dei Cieli per i cristiani virtuosi e pietosi ma non per il Cristianesimo come nuova religione data la sua fede idolatra.

Pesce 7: Dal pre-Regno dei Cieli Yeshua poteva suscitare la misericordia divina sulle persone buone. Non voglio dilungarmi su questo argomento, che ci porta fuori dal seminato, dico solo, in senso generale, che le parole dei Segni Iniziali si realizzarono tramite la missione di Yeshua che era già stata preannunciata attraverso dei segni stellari. Sotto tale influenza, Yeshua potè, tramite parabole ed allegorie, parlare del Regno dei Cieli e predicare i vantaggi di un mondo futuro raggiunto per mezzo di comportamenti virtuosi e altruistici in vita. Nelle sue profezie sulla discesa del Regno dei Cieli sulla terra egli spiegò che solo i buoni saranno salvati; dalle sue parole vediamo che c'erano allusioni anche sulla sua uccisione, resurrezione dai morti e sul suo ruolo nel Regno dei Cieli.

Pesce 8: i Segni Iniziali erano reali e sono stati completati dai Segni Redenzionali. È importante ricordare, tuttavia, che i Segni Iniziali furono falsati dall'idolatria presente nella dottrina cristiana, per cui la loro effettiva esistenza nel mondo è rimasta occultata nella tradizione cristiana. A causa di ciò, i Segni non si svilupparono nel corso delle generazioni. Il Cristianesimo non ha nulla a che fare con il vero Regno dei Cieli, dove si trovano i tesori di cui parlò Yeshua. Diremo anche che Yeshua, contrariamente a quanto insegnato dalla teologia cristiana, non aveva alcuna natura divina, ma fu un 'rabbi' umile, sincero e amato da Dio, che accettò su di sé la sua missione. Egli fu amato anche per il suo zelo per la verità, il suo amore per il popolo d'Israele e le sue azioni per redimerlo. Egli andò incontro alla morte con estrema umiltà adempiendo così la profezia del Libro di Isaia (cap. 53).

Pesce 9: Spiego qui la cosa perché si comprenda bene che i Segni Completi Redenzionali, arrivati dopo l'elezione del Goel Haim, sono veramente nuovi e non sono destinati solo agli ebrei, ma ai cristiani e a tutti gli altri popoli. La nuova conoscenza della vera missione di Yeshua comprende la correzione del Cristianesimo, che porta alla correzione dei Vangeli, alla correzione dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male, perché i Vangeli alternano falsità (soprattutto nel quarto Vangelo) ad insegnamenti veri. Dalla correzione ne uscirà un testo separato che si baserà sulla parte vera dei Vangeli e farà parte della vera Bibbia.

Pesce 10: Parliamo qui della vera storia del Mashiah ben Yosef, termine noto e alquanto confuso nella Tradizione (così come ogni altro argomento "messianico"), ma dato che la missione di Yeshua era reale, essa rientrerà nella vera tradizione di Israele. Anche i cristiani accetteranno la correzione del Nuovo Testamento e si baseranno sulla vera Bibbia. I Segni Redenzionali completano la Storia e grande è la testimonianza che abbiamo ricevuto, grazie a Dio Benedetto, in questi ultimi 26 anni. Dopotutto, la stessa Torà rientra nel quadro del Patto Completo e tre sono gli Uomini della Redenzione: Mosè, Yeshua e Haim. Mordechai lo Tzadik fu davvero il secondo Goel di Israele, ma la sua redenzione non era collegata alle dieci Tribù ma ai soli ebrei esiliati in Babilonia dalla terra di Giudea, per cui non si trattava di una redenzione universale.

Pesce 11: D'altra parte, la missione di Yeshua uscì per le nazioni del mondo, e anche nel Corano il Nazareno è molto lodato come profeta e messaggero di Dio. Per questo lo possiamo considerare come il secondo uomo della Redenzione Universale. Tuttavia, la Terza Redenzione è la più universale di tutte, per cui si leva una gioia generale quando la Correzione del Cristianesimo e la Riforma nell'Ebraismo vengono sigillate dopo dodici anni di Segni Completi. E Giacobbe baciò Rachele con l'amore delle anime disperse del gregge della Casa d'Israele, per merito del terzo Goel Haim da Sana'a, Yemen, che, in virtù della forza concessagli dall'Alto, rimuove la grande pietra dalla bocca del pozzo e fornisce le chiavi per raggiungere la pace universale, menzionata nei libri dei Profeti.

Pesce 12: Le chiavi indicano che gran parte delle profezie messianiche si sono realizzate tramite la missione di Yeshua solo in minima parte, anche se il capitolo 13 del libro del santo profeta Isaia descrive la missione di Yeshua che verrà capita a fondo con la Gheulà Shlemà. Il popolo d'Israele capirà alla fine che tale profezia andava riferita a Yeshua, che era un uomo giusto che viveva nella sua fede e fu ucciso nella sua innocenza mentre portava su di sé i nostri peccati. Il popolo d'Israele capirà e si pentirà per le incomprensioni del passato e si farà una nuova opinione. Nella profezia di Isaia si trova anche una delle grandi chiavi della pace espressa nelle parole: "Mussar shlomenu alav, la morale, per cui abbiamo la pace, è su di lui" (53, 5). Ossia: la nostra pace, del popolo d'Israele, dipende dai nuovi insegnamenti su Yeshua. Nel contesto di questi insegnamenti, volgeremo i nostri cuori dalla parte dell'amore, comprenderemo ancor di più perché Ha Shem ci ha castigato e cercheremo la nostra correzione.

Pesce 13: E gioiremo e piangeremo allo stesso tempo nel comprendere tutta questa profezia che è davvero un "giardino" (gan - 53) di profezie importanti, stabiliremo la pace con i nostri cuori e apprezzeremo e ameremo Yeshua, figlio di Miriam e Yosef, perché è nostro fratello, perché Ha Shem lo ha amato, e magari fossimo tutti umili come lui. Dalla fraternità arriveremo alla compassione e poi al carattere forte, perché questa è la via per la pace voluta dal Signore. Yeshua aveva un carattere molto forte, e da lui dobbiamo imparare la morale. Non era capito, ma tuttavia fu tenace nella sua fede in EL SHADDAI e portò avanti la sua missione. Capiremo anche che i nostri Saggi di benedetta memoria fraintesero la sua predicazione su molte questioni, dato che c'era un decreto per il quale Ha Shem si occultò a noi nei duemila anni di esilio, per cui ci stupiremo assai quando mediteremo a fondo su questa vicenda. Dobbiamo ricordare sempre anche le parole del profeta Isaia (55, 8): "Poiché i Miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le Mie vie", poiché grande è il Signore che fa la Sua volontà e non ha pregiudizi. Umiliamo pertanto la nostra mente e torniamo ad imparare le vie amate di Ha Shem, sia lodato il Suo nome in eterno.

Pesce 14: Considerate le meraviglie dei Segni Completi! Nelda Levi è morta proprio mentre stavo scrivendo sul bacio di Giacobbe a Rachele, per cui c'è un nesso forte nella questione, poiché il merito di Nelda Levi è molto grande e lei stessa appartiene al gregge disperso della Casa di Israele. Lei ha avuto il privilegio con i suoi familiari di ricevere i sei Segni Redenzionali, per merito del loro amore per il Morè Haim, per la vicinanza e l'empatia alla sua sofferenza. Anche dopo la dipartita dello Tzadik, Nelda ha sempre espresso il suo amore per il Morè Haim, così come ha manifestato il suo grande amore per suo marito Remo, mancato nel 1994. Oltre ad aver sognato il Segno dell'Asino che mangia il pane, Nelda ha avuto lo zechut di vedere altri sogni redenzionali, collegati alla futura armonia tra ebrei e buoni cristiani. In un sogno, ad esempio, vide di camminare insieme al papa polacco Giovanni Paolo II, con una folla festante che acclamava e salutava il loro passaggio. C'era uno spirito buono tra loro e il papa le disse scherzosamente: "Penseranno ancora che stiamo per sposarci...".

Pesce 15: Abbiamo già spiegato altrove che papa Karol Wojtila era buono, amava la pace e stimava Israele, per cui ha avuto il merito di essere nel Segno della testa di Esaù entrata nella Grotta di Machpelà; egli, come primo pontefice ad entrare nella sinagoga di Roma con il rabbino Toaff, ha contrassegnato la fine del decreto bimillenario di separazione fra cristiani ed ebrei. In questo contesto, anche Remo Levi ricevette un sogno molto importante, in cui vide lo Tzadik Haim in un cimitero che segava il tronco di un albero, segno questo del taglio del decreto di conflittualità esistente dall'istituzione della Chiesa.

Pesce 16: In cuor suo Nelda Levi avrebbe voluto vedere i cristiani riconoscere la vera fede della Torà e l'Unità di Dio e manifestare l'amore per il popolo ebraico. Nelda era una donna molto semplice che non aveva potuto frequentare la scuola da bambina perché doveva aiutare a mantenere la famiglia numerosa con tre fratelli e una sorella più giovani di lei. Era nata e cresciuta in un paese di contadini (Carmignano di Brenta, in provincia di Padova), dove tutti erano cattolici. Si è convertita all'ebraismo nella comunità di Milano. Pur non essendo di discendenza rabbinica, Ha Shem l'ha prescelta per essere la moglie e la madre di chi ha ricevuto i Segni Redenzionali, e noi l'abbiamo definita la madre di tutti gli Asini della Gheulà Shlemà. E in un sogno di Solly Kamkaji a Beer Sheva, circa un mese prima della sua morte, è stato detto che per merito suo il Regno dei Cieli si avvicina al mondo.

Pesce 17: Non è un piccolo elogio che per merito di Nelda il Regno dei Cieli si avvicina al mondo, e in fondo anche il sogno che avuto Giuseppe la notte dopo il funerale è merito suo. La morte della signora Levi è nel segno del bacio di Giacobbe a Rachele e questi ultimi capitoli che ho scritto sono nel contesto di quel bacio e del legame di nostra madre Rachele con il gregge disperso della Casa d'Israele.

Pesce 18: Come sia stato il bacio tra Remo e Nelda nel Regno dei Cieli non è dato sapere, ma sicuramente il Morè Haim, che ama moltissimo la signora Levi, l'avrà baciata nella sua ascensione. Presumo anche che prima di baciarla, il Goel Haim pieno di forza, abbia fatto rotolare la pietra dalla bocca del pozzo secondo le misure di questo nuovo periodo, in cui siamo entrati dopo la morte di Nelda. Pertanto, nel libro del Commento di Beer Sheva viene attinta nuova acqua per abbeverare le greggi assetate. E sebbene ignoriamo come opera il Goel nei livelli supremi e nascosti, siamo certi che è vicino il tempo in cui il Gregge Disperso potrà bere alle acque di questo pozzo per la sua salvezza; siamo infatti entrati in un nuovo periodo storico, e, con l'aiuto di Ha Shem, le menti e i cuori delle pecore smarrite della Casa d'Israele si risveglieranno e cercheranno le loro radici. Amen e sia fatta la Sua volontà.

Pesce 19: Magari che anche gli ebrei si risveglino per voler fare questa grande mitzvà associata al Segno dell'Asino che mangia il pane e al Cavallo Bianco occupandosi anche della correzione del Cristianesimo, ovvero: cercare di trovare e salvare le anime del gregge disperso per poterle far ritornare entro i confini dell'ovile ebraico.

Pesce 20: È importante ricordare che ogni segno della Quarta Generazione è doppio. Il segno che indica che per merito di Nelda Levi il Regno dei Cieli si avvicina alla terra simboleggia la pace e una nuova comprensione, anche se è associato al castigo che spetta a coloro che trasgrediscono impunemente la volontà di Dio. La "discesa" del Regno dei Cieli sulla terra ha anche lo scopo di allontanare dal mondo tutti coloro che ostacolano la Redenzione, prima del Giorno grande e terribile di Ha Shem. Pertanto, saggi di cuore, sforzatevi, preparatevi ai tempi che stanno per venire, pensate alla vostra salvezza, perché il Santo Benedetto è l'Unico che salva, per cui chiedete la Sua protezione; la protezione, infatti, verrà concessa a coloro che fanno la Sua volontà.

Pesce 21: Il nostro compito è di annunciare la volontà di Ha Shem per tutto ciò che riguarda la Gheulà Shlemà e avvertire a non andare contro la Sua volontà. Purtroppo, le nostre parole sono ancora lontane dalle orecchie del mondo, che sono ancora chiuse, e anche la diffusione dei nostri scritti ha trovato mille ostacoli. Tuttavia, cercheremo di essere forti nello spirito, poiché Ha Shem vuole che si sappia della resurrezione dello Tzadik Haim e delle novità redenzionali, e magari sempre più persone entrassero nel Segno dell'Asino che mangia il pane per poter salvare le anime delle pecore disperse della Casa d'Israele, perché si tratta di una grande mitzvà, ed Ha Shem Baruch Hu proteggerà coloro che si occupano di questa mitzvà.

 

UNDICESIMO CAPITOLO

Colonna del Cuore della Rosa

Il Quarto Pozzo è "la pietra di sulla bocca del pozzo" (ha even al pì ha beer)

Nella Costellazione delle Stelle di Ester esso è il "Pozzo del Contrasto"

"Quando tutti i greggi si erano radunati in quel posto, i pastori rotolavano la pietra di sulla bocca del pozzo, abbeveravano il gregge e rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca del pozzo" (Genesi 29, 3).

Pesce 1: La Pietra (EVEN= Alef+Bet+Nun Sofit) secondo i segni del Leviathan: la ALEF nella Resurrezione dell'Uccello, la BET nella Battaglia del Pesce e la NUN FINALE nel Profumo Celeste. Le Mazalot ci aiutano a dare un contenuto redenzionale o morale alle parole della Torà tramite i Segni, e il Leviathan ama la parola "grande" essendo anche lui un grande pesce nella galassia. Egli è l'amato pesce della Gheulà Shlemà, ed è grande, universale e completo. Di conseguenza, vedendo il termine "grande pietra" è molto felice, perché sa che anche se la Torà ha 3500 anni, il termine "grande" indica la sua appartenenza proprio al periodo redenzionale, e non prima. Questo fatto si aggiunge alla sua gioia, perché anche se allora era scritto nella Torà, non è ancora possibile rivelarne l'allusione, mentre ora, grazie al Goel Haim, è stato dato il permesso di comprendere le allusioni, sperando che siano diffuse a livello universale.

Pesce 2: E del resto, la possibilità di ricevere nuove comprensioni dalle Mazalot è stata data anche all'Asino, secondo le sue capacità, affinché le possa spiegare per iscritto, così da poter essere comprese dal pubblico. Non perché l'Asino sia saggio, ma perché gli piace tanto mangiare il pane stellare. Dopotutto, la grande pietra sulla bocca del pozzo rappresenta la pace universale che prevarrà nel mondo con l'aiuto di Ha Shem dalla quinta generazione in poi. La Grande Pietra è il simbolo della costruzione della vera pace. E su cosa viene costruita la pace chiamata Grande Pietra? La risposta è "Resurrezione dell'Uccello", "Battaglia del Pesce" e "Profumo Celeste". Si tratta anzitutto di credere nella risurrezione del Goel Haim. Una volta raggiunta la fede attraverso tutta la grande e meravigliosa testimonianza della Gheulà Shlemà, c'è bisogno della "Battaglia del Pesce" che spiega chiaramente che cos'è l'Unità di Dio, ed è una cosa miracolosa che non solo i cristiani hanno bisogno di essere corretti ma anche una parte del popolo d'Israele.

Pesce 3: Infatti grosse parti del popolo d'Israele sono cadute nella terribile credenza del mondo di Atzilut emanatosi dall'Ein Sof e ciò rappresenta lo storico Vitello d'oro finale, che deve essere bruciato e rimosso dal campo ebraico. I Rabbini, purtroppo, invece di bruciare il Libro dello Zohar, che è un libro impuro, che contamina e seduce con le sue menzogne aberranti, lo hanno fatto entrare (come tutta la mistica derivatane) nel canone dei libri sacri, per cui si è avverata la profezia del nostro Maestro Moshè "hanno sacrificato ai demoni e non al Signore, a divinità che ignoravano, nuove divinità venute di recente, di cui i vostri padri non immaginavano l'esistenza" (Deut. 32, 17). E sebbene la maggior parte del popolo ebraico ignori il peccato dello Zohar e della falsa Kabalà, anche tra gli studiosi della Torà non si sente qualcuno che si opponga ad alta voce. Pertanto la "Battaglia del Pesce" avverrà quando gli studiosi della Torà si leveranno nel loro zelo per la fede in Ha Shem chiara, pura e incontaminata contro il Libro dello Zohar e tutte le menzogne in esso contenute e prenderanno parte alla grande correzione del popolo d'Israele. Quando la questione sarà chiarita, esso capirà la portata del peccato nel quale lo ha fatto cadere il Satàn. Da una tale correzione ne usciranno tutti più umili, perché anche i Saggi e i Gheonim sono caduti nel peccato di cui "i vostri padri non ne immaginavano l'esistenza". La correzione spezzerà ogni tipo di superbia e alterigia, dato che anche noi, figli d'Israele, siamo caduti nell'idolatria senza rendercene conto.

Pesce 4: E se direte: "Sì, ma in generale il popolo ha mantenuto la fede nell'Unità di Ha Shem e solo una piccola parte ha sbagliato e crede in quelle idee sbagliate" risponderemo: "Sì, è vero, ma, purtroppo, quelli che sono caduti sono i rabbini, gli studiosi della Torà, i responsabili della cura delle anime". Il Cristianesimo è caduto a causa del Logos (Verbo), esposto chiaramente nella prefazione del Quarto Vangelo, in cui viene riportata la menzogna che il Verbo si incarnò in Gesù. L'èbraismo è invece caduto a causa del peccato dello Zohar e delle Sefirot emanate da Dio. Dal confronto di queste due concezioni vediamo che esiste un'analogia tra loro: non c'è grande differenza tra il credere che Dio si sia emanato con le Sefirot o che Dio si sia fatto carne in Cristo. Chi approfondisce la materia noterà come Satàn faccia cadere il fedele nell'idolatria usando mezzi subdoli e sofisticati.

Pesce 5: Lo spirito umile che ne risulterà aprirà la strada a considerare tutta la storia del Cristianesimo e a capire la questione della missione di Yeshua. Si comprenderà anche come la falsa dottrina di Atzilut abbia partorito circa 350 anni fa il falso messia Shabatai Zvi e come dallo Zohar siano sorti movimenti cosiddetti "hassidici" che hanno stravolto la vera fede, come il movimento di Chabad che ha creato un nuovo falso messia, Mendel Schneerson, che i suoi seguaci venerano come un dio e definiscono "nostro Maestro, nostro Rabbino, nostro Signore in eterno", Dio ci salvi da tanta idolatria!!!. La divinità del Cristo Re e la divinità del Moshiach Schneerson hanno le stesse radici idolatre. Pertanto, fratelle ebrei, di che cosa possiamo vantarci? Rimuoviamo dal nostro accampamento ogni parvenza di Atzilut e ristabiliamo la pura fede nell'Yihud Ha Shem secondo la nostra vera Tradizione. Chiediamo ai nostri fratelli cristiani di eliminare il falso Logos dal Quarto Vangelo così come le altre aggiunte che hanno portato a divinizzare il nostro maestro ebreo Yeshua, e così potremo riesaminare il valore della sua predicazione messianica. Questa è la grande correzione che ci ha mandato il Goel Haim Redentore nel Segno delle Stelle: "Questa è la stella di Cristo, venuta grazie all'umiltà".

Pesce 6: Certo, nessuno potrà trarre vere conclusioni se non dagli scritti della Redenzione Finale, e in particolare dal Libro che Stupisce (Sefer ha Maflì) che tratta per lo più la correzione del Cristianesimo. Dopotutto, sono pochissime le persone che possono sostenere da sole la Battaglia del Pesce, come, primo fra tutti, il grande Hacham Yehye ben Shlomo Kapah, che scrisse nel 1931 la sua opera "Milchamot ha Shem", che, basandosi sulla Torà e la Tradizione, distrugge la falsa dottrina di Atzilut presente nello Zohar. E, purtroppo, fino ad oggi, il suo libro o è stato osteggiato violentemente o non è stato capito ed apprezzato. Nella costruzione della vera pace, quindi, la fede ha bisogno di chi è stato scelto dal Santo Benedetto come Goel, come ho spiegato nel libro "Le Cinque Tavole dell'Alleanza". Bisogna fare affidamento sulle spiegazioni di Milchamot ha Shem per imparare la purezza della fede.

Pesce 7: Anche i musulmani, pur credendo nell'Unità di Dio, hanno bisogno di una grande correzione nella Battaglia del Pesce, poiché la storia dimostra che non basta credere nell'Unità di Dio, se la stessa credenza permette di fare cose che sono contro la volontà di Ha Shem. Sappiate che tutti i detrattori di Israele e gli odiatori degli ebrei in generale, che stupidamente credono che questa sia la volontà di Dio, maledicono se stessi giorno e notte, per cui le loro preghiere non sono gradite davanti al Santo Benedetto. I loro pensieri sono in realtà contrari al Dio di Israele, che ha scelto il popolo d'Israele come Suo popolo sacerdotale. In sogno uno degli allievi ha visto il Goel Haim mentre pregava. Lo Tzadik era molto triste e disse che tra tutte le preghiere dei musulmani in questo periodo salivano al cielo poco meno di 500 preghiere. È una cosa terribile e davvero triste, perché un miliardo di musulmani prega cinque volte al giorno. Anche i musulmani che affermano che l'Islam deve conquistare il mondo intero per imporre la loro religione sono fuori di testa e la loro convinzione è semplicemente folle.

Pesce 8: La fede deve essere nel giusto, non solo per ciò che riguarda l'Unità di Dio, fondamentale e primaria, ma anche per ciò che riguarda la fede dei Patriarchi e gli eventi raccontati nella Torà, compresa la prima redenzione dall'Egitto e la promulgazione del Decalogo sul monte Sinai. Tutti devono accettare che è il Santo Benedetto che ha scelto il popolo di Israele per ricevere la Torà e senza di ciò non sarebbero sorti né il Cristianesimo né l'Islam. È importante conoscere le promesse di Ha Shem espresse nella Torà e nei Profeti al popolo di Israele, che nonostante tutte le iniquità e i peccati commessi, è imperituro. Ciò lo si desume da Geremia (31, 34 – 36): "Poiche Io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato. Così parla il Signore, che ha dato il sole come luce del giorno e le leggi alla luna e alle stelle perché illuminino la notte; Egli che solleva il mare così da far muggire le onde, Adonai Tzevaot è il Suo nome. Se quelle leggi venissero a mancare davanti a Me, dice il Signore, allora anche la discendenza cesserebbe d'essere in perpetuo una nazione al Mio cospetto. Se i cieli in alto potessero essere misurati e le fondamenta della terra di sotto potessero essere scandagliate, allora anch'Io rigetterei tutta la discendenza di Israele per tutto quello che ha fatto, dice l'Eterno".

Pesce 9: Dopotutto, i Segni Redenzionali indicano che le correzioni nella Battaglia del Pesce devono coinvolgere ebrei, cristiani e islamici. Persino i pastori dei tre greggi insieme non potevano far rotolare la grossa pietra dalla bocca del pozzo, e così al presente non esiste nell'ebraismo, nel cristianesimo o nell'Islam messi insieme una forza che possa rimuovere la pietra della pace dal pozzo per potere abbeverare le greggi. È anche possibile che ai tempi di Giacobbe ci fosse convivenza tra tutti i pastori e insieme rimuovessero la pietra, ma nel contesto dei nostri giorni la loro storia ci serve come parabola affinché nell'era della Gheulà Shlemà tutti si augurano che le greggi possano abbeverarsi in un clima di pace.

Pesce 10: In realtà, nostro padre Giacobbe non aspettò che le greggi fossero radunate, perché quando vide arrivare Rachele, pervaso di amore per lei (e come parte della sua profezia – per il gregge delle dieci tribù chiamate a nome di Giuseppe o Efraim, figlio e nipote di Rachele ), con immensa forza: "fece rotolare la pietra" (Genesi 29, 10), segno questo dell'edificazione della vera pace finale. Anche nella Gheulà Shlemà, il Goel Haim non aspetta che si instauri la pace nel mondo per mandare i Segni Redenzionali come allude la frase "non è ancora tempo di radunare il gregge" (ibid. 7). In altre parole: abbeverate il vostro gregge come più vi aggrada, ma sappiate che la pace universale arriverà solo secondo le modalità volute da Ha Shem, quando infonderà la forza necessaria al Goel Haim, scelto nel segno della Gloria d'Israele. Abbiamo visto, quindi, come la ALEF e la BET della grande Pietra (EVEN – ALEF BET NUN FINALE) della Pace siano alla base della fede nella Gheulà Shlemà. E che dire della NUN FINALE? Essa è nel segno della Preghiera.

Pesce 11: Per la completezza della Pietra della Pace e per la sua edificazione dalla Resurrezione dell'Uccello e dalla Battaglia del Pesce, ci vogliono le preghiere del cuore rivolte al Santo Benedetto per la riuscita della ALEF e della BET. Le preghiere devono essere vere e salire a Dio per risvegliare il Profumo Celeste che rende profumato colui che innalza la sua preghiera. Le preghiere completano la fede e collegano la ALEF e la BET alla NUN FINALE allungata che unisce il cielo alla terra, ed è la stessa NUN FINALE del Grande Pesce Leviathan. Non dimentichiamo che anche quest'ultimo opera, dopo l'avvento del Goel, per costruire la pace nel mondo. Dopotutto, è un pesce universale che vuole che il mondo intero riceva dei buoni e nuovi influssi dalle sue Mazalot, e anche se un'intera generazione dovrà passare prima che arrivi la pace, il Leviathan è sempre operoso.

Pesce 12: Guardate piuttosto come esso sia coinvolto nella questione che stiamo trattando. Dopo che abbiamo considerato come la dimensione della Pietra è associata alla Gheulà Shlemà e alla dimensione del Leviathan, e dopo che abbiamo visto come la Pietra sia collegata alle Mazalot della Resurrezione dell'Uccello, della Battaglia del Pesce e del Profumo Celeste, e come la NUN FINALE sia quella della Pietra e del Leviathan, possiamo concludere dicendo che la Grande Pietra sulla bocca del pozzo allude al Leviathan stesso, dato che è lui che "ricopre" le vere spiegazioni sulla pace universale. Per questo abbiamo bisogno del Goel Haim che ha la forza di rimuovere la pietra per scoprire le acque del pozzo e abbeverare il gregge; il Goel ci insegna anche cose completamente nuove dal Libro delle Stelle di nostro padre Abramo, che si rivela nel primo Segno Completo, il Segno delle Stelle della Redenzione. Il Goel Haim ci ha anche rivelato i nuovi nomi delle Tredici Mazalot del Leviathan, che si trovano al di sopra dei dodici segni zodiacali.

Pesce 13: Nei primi anni lo Tzadik Haim mi istruì, in sogno, su come ricevere la vera nuova Kabalà, ordinando le cose per iscritto ed evitando di spiegarle in pubblico ad alta voce ma rivelandole sottovoce a chi avesse voluto ascoltarle. In seguito, scesero i sogni agli Asini tra di noi, in cui il Leviathan, attraverso la visione onirica, mandava allusioni, ghematrie e nuovi nomi zodiacali, e ciò è per noi nuova e vera Kabalà; si tratta di "antipasti" serviti alla grande tavola del banchetto promesso ai Giusti. Il Grande Pesce può accompagnare qualsiasi parola della Torà, perché ogni parola di vera Kabalà è radicata nella Torà. E dal momento che i nostri Saggi di benedetta memoria ci hanno insegnato che la Torà ha settanta facce, ci è chiaro che la kabalà del Leviathan è una di quelle facce, ma notate come essa sia speciale in tutte le sue questioni, perché tutte le sue parole sono ricevute dalle stelle redenzionali, per cui ci sono innumerevoli innovazioni, e grazie a loro la Torà si arricchisce.

Pesce 14: Il mio modesto ruolo è aprire le vie di questa nuova e vera Kabalà per i saggi e gli studiosi della Torà nei tempi a venire, quando riconosceranno la resurrezione del Goel, le Guerre di Dio, i Segni Redenzionali, il Nuovo Rito della Casa di Preghiera. Non c'è limite alle innovazioni del Leviathan come non c'è limite alla Torà, per cui i saggi e gli studiosi della Torà impareranno le regole che ci vengono date e potranno trovare acqua viva nelle innovazioni secondo ogni argomento e nei tempi futuri redenzionali. Osservate inoltre un altro dettaglio interessante nel versetto "E Giacobbe si diresse e fece rotolare (va-igal) la pietra dalla bocca del pozzo"; nel verso non si dice "va-igolel" (legolel = fare rotolare) la pietra, bensì "va-igal", dove il verbo si può leggere anche "e scoprì" (legalot = rivelare), come a voler alludere alla rivelazione delle Mazalot del Leviathan, la Resurrezione dell'Uccello, la Battaglia del Pesce e il Profumo Celeste. Ci ha anche rivelato tutti i Segni Redenzionali, la struttura della Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà e le formule delle preghiere del Nuovo Rito. Per questo la pietra è associata alle Mazalot del Grande Pesce Leviathan.

Pesce 15: E perché la Torà non ha indicato che la pietra era una "grande pietra"? Commenta Rashi, la pace sia su di lui: "Come un uomo che rimuove il coperchio dalla bocca di una ciotola, per farti capire che ha la forza per poterlo fare". Ed il significato può essere esteso anche al Goel Haim, la cui ascesa al Regno dei Cieli è stata accompagnata da un'immensa forza, per cui l'immensa pietra, che racchiude tutte le stelle della galassia, non è considerata grande per il Leviathan. Pertanto, aggiungiamo anche che durante la sua vita nel nostro mondo, come Capo dei 36 Tzadikim Nascosti della sua generazione, lo Tzadik Haim aveva il potere di salire nei mondi superiori ed era a conoscenza dei segreti superiori.

Pesce 16: DIARIO: Questa mattina, 15 marzo 2009, Nodà ha sognato che bisogna esaminare tre profezie: Isaia cap. 26 e 42 ed Ezechiele cap. 44. Ad un primo esame ho visto che ci sono delle analogie con i temi trattati che riguardano la pietra e il suo collegamento con le Mazalot del Leviathan (la Resurrezione dell'Uccello, la Battaglia del Pesce e il Profumo Celeste). Isaia allude alla resurrezione dei morti nel versetto (26, 19): "Rivivano i tuoi morti! Risorgano i tuoi cadaveri! Svegliatevi ed esultate, o voi che abitate nella polvere, poiché la tua rugiada è come la rugiada dell'aurora e la terra ridarà alla vita le ombre". Ezechiele allude in diversi modi alla Battaglia del Pesce menzionando Meshulam, il servitore sordo e cieco, nonché il Tempio, i cui sacrifici erano, come noto, profumo che saliva al Cielo. Guardate che meraviglia: speravo, con l'aiuto di Ha Shem, di attingere dal pozzo alcune allusioni, per cui è arrivato questo sogno di Nodà. Osservate bene come le cose ci vengono rivelate perché il Goel Haim ci guida dal Regno dei Cieli tramite sogni che seguono ogni fase del nostro lavoro.

Pesce 17: Abbiamo parlato della grande pietra, ed ecco che Nodà ha ricevuto in sogno la menzione di tre profezie pertinenti la nostra spiegazione. Un altro esempio è che quando abbiamo parlato della necessità degli ebrei di affrontare la correzione del cristianesimo, Nodà ha ricevuto un sogno che dà agli ebrei la chiave per correggere il tema della nascita di Gesù. In campo cristiano, è molto difficile la correzione storica sia del Logos che della questione del culto di "Maria Vergine" (idolatria allo stato puro condannata alla distruzione), mentre per i figli d'Israele la cosa è più semplice, poiché riconoscono le menzogne ideate intorno alla nascita del Nazareno.

Pesce 18: Nodà ha sognato di partorire Gesù (era in maternità ed un'infermiera la aiutava nel travaglio). Il piccolo usciva intero, senza sangue e tutto pulito, il sacco amniotico non era uscito e anche il cordone ombelicale non era stato tagliato, perché non ce n'era bisogno. Il bambino Gesù indossava una tunica bianca, mentre Nodà aveva una tunica blu. Nodà discusse un po' con con l'infermiera su alcune fasi del parto, ma alla fine era soddisfatta che tutto era andato per il meglio e che il sacco amniotico si fosse alla fine staccato da solo.

Anche se si tratta di uno strano sogno, si capisce che in esso c'è una correzione del cristianesimo che deve essere compresa dai figli di Israele. In effetti, non bisogna convincere gli ebrei che Gesù nacque in modo naturale dal seme di suo padre e dall'ovulo di sua madre; e credere che Maria-Miriam fosse vergine è una menzogna priva di fondamento reale. Tuttavia, è importante che il popolo d'Israele comprenda altri aspetti della nascita di Yeshua specialmente le questioni riguardanti la sua missione messianica. In questo modo noi ebrei comprenderemo i segni della sua resurrezione dai morti, il suo essere stato l'ariete immolato al posto di Isacco ed il suo essere Mashiach ben Yosef, chiamato anche il Cristo delle nazioni del mondo cristiano.

Pesce 19: Nodà ha detto che nel suo sogno Gesù era nato bambino ma in apparenza aveva il viso serio di un uomo maturo (simile ad altri sogni su Gesù, il cui volto quasi sempre appare serio). Nel sogno Yeshua indossa una tunica bianca, che è simbolo del sacerdozio, e quando esce dall'utero materno è intatto e privo dei segni che accompagnano il parto, come il sangue, il cordone ombelicale e altre secrezioni. Per questo il sogno contiene segni che appartengono a Malchitzedek, re di Shalem, sacerdote di EL ELYON (Genesi 14,18). Del resto, anche nella Torà, Malchitzedek compare all'improvviso, senza che ne abbiamo sentito parlare prima e senza essere menzionato in seguito. Non ci viene detto nulla sui suoi genitori, né della sua nascita, né di come sia arrivato al sacerdozio, ma "sbuca fuori" in due versetti come persona intera (shalem), nel suo ruolo di re di Shalem (nome precedente di Gerusalemme) e sacerdote dell'Altissimo.

Pesce 20: Ricordiamo che Yeshua nacque sotto la Stella di Malchitzedek, chiamata in seguito la Stella di Cristo (nella Gheulà Shlemà il nome è la Stella che Stupisce). I Vangeli mettono in risalto l'episodio dei tre magi che seguirono tale stella che li portò al luogo di nascita del nazareno. Del resto, anche il Goel Haim nel Segno delle Stelle proclama "Questa è la Stella di Cristo che viene in virtù dell'umiltà" alla presenza delle stelle di Abramo, Isacco, Giacobbe ed una quarta stella spostata, che è la Stella della Quarta Generazione. In questo modo il segno collega i Patriarchi, vissuti quattromila anni fa, alla Quarta Generazione in cui viviamo. Ne consegue che non c'è ordine nelle questioni redenzionali senza la conoscenza della stella che influenzò la missione di Yeshua duemila anni fa.

Pesce 21: Tornando al sogno di Nodà e allo scopo che riguarda i figli d'Israele, possiamo dire che alla fine gli ebrei che hanno la fede nelle Novità Redenzionali capiranno che, nonostante le falsità teologiche presenti nel Cristianesimo, la nascita di Yeshua fu veramente un evento speciale, influenzato dalla Stella di Malchitzedek, poiché tutto questo fu opera di Ha Shem, che dispone le stelle nel cielo a Suo piacimento. E poiché Yeshua visse duemila anni prima del tempo del vero e completo matrimonio tra il Regno dei Cieli e la terra, avvenuto per merito del Goel Haim, il concepimento di Yeshua non avrebbe potuto avvenire prima del matrimonio dei suoi genitori. E poiché la nascita sotto una certa stella dipende da un certo momento che è già stato determinato nel cielo, allora, se necessario, la stella influenza gli eventi terreni, che porteranno alla nascita del neonato nel momento tanto atteso. Così Giuseppe e Maria sono esenti da ogni peccato, perché fattori superiori influenzarono il loro operato. Diversamente dalla nascita di Yeshua, l'incontro di Abramo e Malchitzedek nella Valle dell'Uguaglianza ebbe luogo in un momento che simboleggia l'integrità e l'equilibrio stellare tra le loro due stelle. Queste ultime si incontrano nuovamente dopo quattromila anni per amore della Gheulà Shlemà e poiché il ciclo della Stella di Malchitzedek è bimillenario, si evince che le due stelle erano alla massima distanza l'una dall'altra duemila anni fa , ed è questa la ragione dello squilibrio stellare di quel tempo.

 

DODICESIMO CAPITOLO

Colonna del Cuore della Rosa

Il Quinto Pozzo è "la pietra di sulla bocca del pozzo" (ha even al pì ha beer hashnià)

Nella Costellazione delle Stelle di Ester esso è il "Pozzo di Ester"

"Quando tutti i greggi si erano radunati in quel posto, i pastori rotolavano la pietra di sulla bocca del pozzo, abbeveravano il gregge e rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca del pozzo" (Genesi 29, 3).

Pesce 1: (Isaia 26, 1-4) "In quel giorno si canterà questo cantico nel paese di Giudea; noi abbiamo una città forte, il Signorevi pone la salvezza tramite mura e bastioni. Aprite le porte ed entri il popolo giusto che si mantiene fedele. A colui che è saldo nei suoi sentimenti Tu concedi la pace, la pace, perché in Te confida. Confidate per sempre nel Signore, poiché il Signore, sì il Signore è la Roccia dei mondi". Questo cantico è destinato a "quel giorno", ossia il periodo della Gheulà Shlemà, per cui si tratta di un cantico sulla vera pace che verrà e permarrà. "Aprite le porte" allude alle nuove porte che si aprono con la Redenzione Finale. E chi vi potrà entrare? Il popolo giusto che si mantiene fedele: chi nel popolo ebraico ha conservato la vera fede nella Torà e nella Tradizione d'Israele. Inoltre, le porte si aprono anche per le pecore disperse della casa d'Israele, che hanno custodito la fede delle loro anime, e quando ritornano tramite la Gheulà Shlemà si rivela loro la fede dal Sinai custodita nelle loro anime. Il Profeta indica anche un'altra condizione per riconoscerli come "custodi della fede": il loro sentimento di vicinanza al Signore ed il loro amore per la pace.

Pesce 2: Pertanto l'inclinazione di chi confida nel Signore sarà pervasa dalla sua serenità, perché la vera pace dell'animo si basa sulla fede in Dio. Il termine "shalom" ripetuto due volte allude alla pace promessa alle generazioni durante e dopo la Gheulà Shlemà. Vale a dire: la costruzione della pace redenzionale si fonda su queste due virtù dell'uomo: l'essere sempre vicino a Dio e il confidare sempre in Dio. "Confidate nel Signore sempre" questa è la virtù necessaria per meritare davanti a Dio. ביה ה" צור עולמים (il Signore è la Roccia dei mondi): i nostri Saggi, di benedetta memoria, hanno spiegato nel Talmud Babilonese (Minchot 29, 2): "Il Signore, Roccia dei mondi (Tzur olamim) ha creato con la YUD del Suo nome il mondo a venire e con la HE ha creato questo mondo", chiarendo così che il confidare in Ha Shem non ha pertinenza con il tema della morte, dal momento che Dio non ha creato soltanto questo mondo, ma anche il mondo a venire.

Pesce 3: (Isaia 26, 5) "Poiché Egli ha umiliato quelli che stavano in alto; ha abbassato la città elevata, la ha abbassata fino a terra, l'ha buttata giù fino alla polvere". "Quelli che stavano in alto" allude a quei musulmani che odiano Israele e si vantano che la loro religione è superiore all'ebraismo; allude anche ai magnati arabi che si sono arricchiti a dismisura con il petrolio. "La città elevata" allude all'Islam, che dichiara la sua superiorità sull'ebraismo. L'umilizione è la punizione con la quale Ha Shem castigherà gli arroganti che alla fine abbasseranno il capo e riconosceranno la verità di Israele. L'umiliazione fino a terra allude ad un castigo più duro, fino alla morte, inflitto a quei musulmani che predicano la jihad. L'umiliazione fino alla polvere è la punizione che porta alla fame e alla miseria. "Calpestato, piede; povero piede, povero piede": Profezia di ribellione dei poveri, perché in questa quarta generazione ci saranno probabilmente rivolte dei poveri in molti paesi del mondo. (Ibid. 6):"I piedi la calpestano, i piedi del povero, vi passano sopra i meschini". Allusione questa alle rivolte dei poveri, perché in questa Quarta Generazione ci saranno insurrezioni di popoli poveri e sottomessi in molti paesi del mondo.

Pesce 4: (Ibid. 7) "La via del giusto (tzadik) è diritta; Tu rendi il cerchio intorno al Giusto perfettamente piano". Il termine Tzadik nelle profezie riguardanti la Quarta Generazione Finale va riferito allo Tzadik prescelto, che è da un lato il Goel, e dall'altro lo Tzadik che in questo mondo non ha sperimentato il castigo della Quarta Generazione. In questo contesto, il riferimento non è solo per i veri Tzadikim, ma anche per le persone semplici, che si comportano in modo onesto e retto, sincere, il cui cuore e la cui bocca sono un tutt'uno, le persone per niente arroganti. "Cerchio": allude al cerchio spirituale che ruota attorno al giusto, che sarà giudicato secondo il suo comportamento retto. E poiché rientrano in questa categoria anche le persone semplici, illetterate e poco competenti nelle leggi di Dio, la profezia spiega che anche l'anima del giusto semplice (ibid. 8) "sulla via dei Tuoi giudizi, o Signore, anela al Tuo nome e al Tuo ricordo".

Pesce 5: Perciò lo stesso giusto anela anche alle vere sentenze del Signore nel mondo, poiché il giudizio di Dio e il migliore possibile. E (ibid. 9) "con l'anima mia Ti desidero, durante la notte; con lo spirito che è dentro di me io Ti cerco, poiché quando i Tuoi giudizi si compiono sulla terra gli abitanti del mondo imparano la giustizia". Ed è vero il contrario quando non c'è giustizia nel mondo. (Ibid. 10) "se si fa grazia all'empio, costui non impara la giustizia ; egli agirà da perverso nel paese della rettitudine e non avrà timore della maestà di Dio". Coloro che agiscono per procurarsi guadagni prevaricando la giustizia impediscono alle persone di ricevere la "Maestà di Dio" quando si rivela la Gheulà Shlemà. La Maestà di Dio è la Gloria del Patto Finale (Tiferet ha Brit ha Shlemà) per merito del Goel Finale Haim che viene nei Segni della Gloria di Israele.

Pesce 6: E poiché è già stato scelto il Goel Finale che è pronto a portare al mondo intero "la via diritta", mentre gli empi non la desiderano, ecco che in Cielo c'è una terribile collera verso quelli che impediscono la Gheulà Shlemà. (Ibid. 11-12): "O Signore,la Tua mano è levata, ma quelli non la scorgono! Essi vedranno il sacro zelo che Tu hai per il Tuo popolo e resteranno confusi; il fuoco divorerà i Tuoi nemici. O Signore, Tu ci darai la pace, poiché ogni nostra azione sei Tu che la compi per noi". Il Profeta chiede al Signore di concedere a noi, figli d'Israele, la pace, anche se noi non la meritiamo a causa delle nostre azioni. Inoltre, il Profeta chiede al Signore di farci, per così dire, un resoconto generale di tutto ciò che ci è successo nella storia, e dal momento che Ha Shem ci ha mandato non pochi eventi difficili, Egli ci porterà anche alla pace promessa. Questa pace è la vera pace che verrà dopo questa Quarta Generazione Finale, che è l'ultima generazione del Giudizio Universale, diverso da quello delle generazioni passate.

Pesce 7: C'è un'allusione nel sogno ricevuto "ogni tipo di fine" riguardante la fine dei malvagi e dato che il loro seme è sterile e non porta niente di buono in futuro, sono votati ad una fine definitiva in questa generazione (sia in questo mondo che nel mondo a venire). (Ibid. 13): "O Signore, Dio nostro, altri dèi, fuori di Te, hanno dominato su di noi; ma, grazie a Te soltanto, possiamo ricordare il Tuo nome". Il Profeta giustifica il popolo di Israele che pur avendo risieduto a lungo fra le idolatre nazioni del mondo non ha abbandonato il suo Dio. (Ibid. 14): "Quelli sono morti e non rivivranno più , sono ombre e non risorgeranno piU; Tu li hai così castigati, li hai distrutti e ne hai cancellato il ricordo".

Pesce 8: Isaia continua a lodare Israele per le sue virtù (ibid. 15): "Tu hai accresciuto la nazione, o Signore, hai accresciuto la nazione; Ti sei glorificato , hai allargato i confini del paese". Ossia, hai beneficiato il popolo d'Israele con la redenzione dall'Egitto e con la rivelazione della Torà scritta ed orale, separandolo dalle nazioni del mondo che non hanno voluto ricevere la Tua Legge. E anche se i figli d'Israele si sono allontanati dalla retta via e si sono meritati tante sciagure, (ibid. 16) "essi, nell'angustia Ti hanno invocato; si sono sciolti in umile preghiera, quando il Tuo castigo li colpiva". Il Profeta paragona il popolo afflitto ad una donna durante il travaglio del parto: (ibid. 17) "Come una donna incinta che sta per partorire si contorce e grida tra le doglie, così siamo stati noi davanti a Te, o Signore".

Pesce 9: (Ibid. 18) "Abbiamo concepito, abbiamo sofferto le doglie e quando abbiamo partorito, era vento; non abbiamo recato salvezza alcuna al paese e non sono nati degli abitanti nel mondo". Ci sono qui allusioni alla Shoà e alla nascita dello Stato di Israele. La fine del verso chiarisce che con l'istituzione dello Stato d'Israele e l'avvento della Redenzione Finale, tutti gli odiatori di Israele nel mondo avrebbero dovuto cadere, ma ciò non è avvenuto (per il momento). Il Profeta menziona nella sua preghiera il tema della resurrezione dei morti. In precedenza, aveva chiesto che i malvagi meritassero una fine definitiva e il loro ricordo venisse cancellato anche dopo la loro morte, poiché non c'è punizione maggiore di questa. In antitesi al castigo che spetta ai malvagi, viene menzionato il premio ai Svegliatevi e giubilate, o voi che abitate nella polvere,meritevoli; (ibid. 19) "rivivano i Tuoi morti! risorgano i Miei cadaveri. Svegliatevi ed esultate, o voi che abitate nella polvere, poiché la Tua rugiada è simile a quella dell'aurora e la terrà ridarà alla vita le ombre". Il termine "i Miei cadaveri", ci fa capire che questo è il segno della resurrezione dei morti dalle loro tombe, perché è chiaro che il profeta si riferisce a questo evento.

Pesce 10: Ma come mai la parola "i Miei cadaveri" compare qui nel mezzo? Se il riferimento è a un corpo che è già morto ed ora è cadavere sotto terra, non si capisce questa forma "i Miei cadaveri" in prima persona. Il Cristianesimo associa questo termine alla resurrezione di Gesù dai morti, ma noi, grazie ai Pesi dell'Asino, lo interpretiamo diversamente, poiché in effetti "i Miei cadaveri" in questo punto sembra essere fuori luogo. Perché non bastava dire "rivivano i tuoi morti'? L'espressione "i Miei cadaveri" è senz'altro un segno speciale.

Pesce 11: La parola viene per chiarire che la questione della resurrezione dei morti dei meritevoli secondo la tradizione non è poi cosa vicina, come molti pensano ingenuamente, convinti che il Messia verrà e resusciterà i morti dai loro sepolcri. Lo Tzadik Haim mi spiegò che anche i Hachamim non avevano le idee chiare su questo argomento, poiché la resurrezione dei morti in corpi fisici è ancora lontana nel tempo e solo Dio, Benedetto Egli sia, sa quando avverrà.

Pesce 12: Lo Tzadik Haim, capo degli Tzadikim Nistarim della sua generazione, morì dopo le sue terribili sofferenze e risuscitò dai morti, come espresso nel sogno di Giordano: "Ero morto ma sono risorto dai morti". Il Goel finora si mostra ai Talmidim nei sogni, anche se, volendo, potrebbe scendere nel mondo in un corpo materiale. Grazie alla sua resurrezione, altre persone sono risorte nel Regno dei Cieli. Domenico Manigrasso (il padre di Giuseppe e Daniele) è apparso in sogno ai suoi figli con un nuovo corpo e li ha invitati a toccarlo. Anche Beniamino noster è risorto dai morti e così anche Antonietta, zia di Paolo, che, in vita, aveva creduto alle parole di Paolo sullo Tzadik Haim. Anche Kamal Kamhaji (il padre di Solly) è risorto per merito dello Tzadik Haim.

Pesce 13: La Sacra Torà non tratta esplicitamente il tema dell'aldilà, né quello della resurrezione dei morti, per cui la questione del Regno dei Cieli rimane occultata. Tuttavia, il tema della resurrezione dei morti è uno dei princìpi della fede nella Tradizione d'Israele (vedi il Rambam), ma è generale, e i Saggi, di benedetta memoria, lo hanno anche trattato, interprentando i richiami presenti nei Profeti (e la summenzionata profezia di Isaia ne è un esempio). Se i Hachamim hanno espresso diverse opinioni (talvolta contrastanti fra loro) sulla resurrezione dei morti, non hanno però parlato del Regno dei Cieli e questo perché non esisteva una tradizione in materia, e il modello del Regno dei Cieli che è collegato al mondo terreno non era conosciuto affatto. I Saggi non sapevano, pertanto, che la resurrezione dei morti e il Regno dei Cieli sono collegati fra di loro e che coloro che meriteranno di risorgere fra i morti sono le anime che hanno meritato di entrare nel Regno dei Cieli.

Pesce 14: Inoltre, i Saggi, di benedetta memoria, non sapevano che nello stesso Regno dei Cieli risiede colui che è stato scelto a questo scopo da Ha Shem Baruch Hu; parliamo del Goel Finale, il Giudice Unto, che dopo la sua sofferenza nel mondo è stato fatto risorgere dai morti. Il suo nome è Haim e per merito suo i meritevoli raggiungono la vita eterna nel Regno dei Cieli. Pertanto l'ordine delle cose non è come immaginavano i nostri rabbini secondo cui arriva il Goel (o il Messia secondo la loro concezione) e in breve tempo i morti che ne hanno merito risuscitano dai loro sepolcri. La resurrezione materiale avverrà in un futuro lontano (che ignoriamo) e non tra breve. Ciò che accade è che il Goel, che è risorto dai morti ed è a capo del Regno dei Cieli, assiste alla resurrezione dei meritevoli dopo la loro morte fisica in questo mondo.

Pesce 15: E il sogno sul Goel Haim non è un sogno qualunque ma fa parte dei sogni redenzionali profetizzati da Gioele (3, 1); questi sogni sono mandati dal Goel Haim che si trova nel Regno dei Cieli. Nel momento in cui lo Tzaddik è risorto nel regno dei Cieli, il Segno della Resurrezione dei morti è disceso nel mondo.

Pesce 16: Tutti gli eventi che avverranno nelle generazioni della Redenzione Finale universale dalla quinta generazione in poi, sia in generale che in privato. Infine, dopo diverse generazioni, l'umanità entrerà in un'era meravigliosa di resurrezione. Ci sarà forse un nuovo mondo di cui noi ignoriamo la sua natura. E in effetti tutto ciò che verrà d'ora in poi e sarà collegato alla resurrezione dipende dal Segno redenzionale della resurrezione dello Tzadik prescelto, Haim ben Moshe da San'a, Yemen, e dalla fede dell'umanità relativa alla sua resurrezione.

Pesce 17: Quindi, cari lettori, la parola "i Miei cadaveri" viene in prima persona per dirvi che questo è un verso ed un segno su quel meraviglioso periodo finale che verrà in un lontano futuro. "I Miei cadaveri" indica che la resurrezione dei morti comincerà dal Goel prescelto che ha detto in prima persona: "Ero morto ma sono risorto dai morti". La dichiarazione deve essere in prima persona, perché dopo di essa il merito di risorgere dai morti sarà per merito del Goel stesso. Questo è, come spiegato, il Segno redenzionale del Regno dei Cieli venuto per merito del Goel Haim, scelto come Giudice Unto nel Regno dei Cieli. Nel suo sogno Giordano dice a suo cognato Gino: "Soltanto il Morè Haim può fare questo" per ciò che riguarda la resurrezione del Goel, poiché è un segno completo che non richiederà l'arrivo di un segno analogo in futuro. Si tratta, infatti, di segni redenzionali che completano la tradizione precedente e valgono per i tempi futuri.

Pesce 18: Si può ora comprendere che molte profezie messianiche e redenzionali andavano riferite alla missione di Yeshua, figlio di Yosef e Miriam. La differenza rispetto ai nostri giorni è che nella missione di Yeshua c'​​era il meraviglioso segno di "i Miei cadaveri" che tuttavia non si completò; Yeshua, infatti, risorse dai morti dopo la sua crocifissione, per cui si realizzò il segno della resurrezione dei morti nella sua forma iniziale. Perché il segno rimase tale e non si completò? Perché in quel tempo mancavano i meriti nel mondo e non si era ancora entrati nell'ultima quarta generazione che precede la Gheulà Shlemà. Perciò, anche se i segni iniziali erano reali, non potevano diffondersi nel mondo nella loro forma appropriata ed equilibrata, per cui uscirono solo per le nazioni del mondo in forma squilibrata e non consona alla vera tradizione di Israele. Così il sacrificio di Yeshua fu accettato dal Signore e Yeshua si mostrò ai suoi discepoli in un nuovo corpo risorto e per merito suo fu istituito il pre-Regno dei cieli, ma tutto questo avvenne nel contesto dei Segni Iniziali e Incompleti che sono alla base della falsa teologia cristiana, che si separò del tutto dalla vera tradizione di Israele.

Pesce 19: "Svegliatevi ed esultate, o voi che abitate nella polvere" è nel segno redenzionale della Resurrezione. Ci sono milioni di anime nelle loro sedi che aspettano il momento storico in cui sarà annunciato che il Signore ha scelto lo Tzadik, che è risorto dai morti nel Segno della Resurrezione. In attesa di tale annuncio, le anime si risvegliano con nuova gioia ed esultano, poiché la via è già stata aperta per il compimento della profetizzata resurrezione dei morti dai loro sepolcri. E "la Tua rugiada è come la rugiada (TAL) dell'aurora" c'è qui un'allusione alle 39 (TAL in ghematria) luci che danno la rugiada al nuovo corpo risorto al momento della futura resurrezione dei corpi. Quel corpo sarà così forte da poter abbattere "la terra dei Refaim", i giganti che verranno sulla terra da altri pianeti e dovranno essere sconfitti. Dalla "sconfitta dei Refaim" l'umanità verrà a conoscenza di nuove e potenti medicine. Tuttavia questa interpretazione non nasce dai Pesi dell'Asino ma dalla profezia della Gioia della Rugiada, e vi chiedo scusa se sono uscito dal seminato.

Pesce 20: Nel frattempo siamo solo nel 26esimo anno dei Segni Redenzionali e il peggio deve ancora venire, perché tutto il bene della Gheulà Shlemà verrà dalla quinta generazione, dopo la terribile quarta generazione foriera di sciagure ed eventi pesanti come avverte il profeta Isaia (ibid. 26, 20): "Va', o popolo mio, e rinchiuditi nelle tue stanze, chiudi le tue porte dietro a te; nasconditi per un istante fino a quando sia passata la collera (ZA'AM)"; allusione questa alle punizioni che scendono nel mondo a causa dei peccati sessuali (ZNUT), dei peccati di idolatria (AVODA' ZARA') e peccati riguardanti il dio Denaro (MAMON). "Rinchiuditi nella tua stanza e chiudi le tue porte": allusione ai periodi di quarantena e di permanenza nei rifugi nei quali dovranno rinchiudersi le persone durante i periodi di epidemie e conflitti nei quali si scatena la collera dall'Alto.

Pesce 21: (Ibid. 26, 21): "Poiché, ecco, il Signore esce dalla Sua dimora per punire le iniquità degli abitanti della terra; e la terra metterà allo scoperto il sangue che ha bevuto e non terrà più coperti gli uccisi". Segno, questo, per questa Quarta Generazione finale, in cui la quarta stella è staccata dalle tre stelle dei Patriarchi. Si tratta di un enorme segno che precede il giorno grande e spaventoso del Giudizio. Nel verso si fa allusione anche alle vittime della Shoà che nel Giorno del Giudizio si presenteranno davanti al Tribunale Supremo e accuseranno tutti gli odiatori di Israele, sui quali verrà sancito un verdetto di distruzione finale. Abbiamo qui interpretato la ALEF della Grande Pietra (EVEN) e il Segno della Resurrezione dell'Uccello. Nel prossimo capitolo, con l'aiuto di Ha Shem, tratteremo il cap. 42 di Isaia nel contesto della BET della Grande Pietra e del Segno della Battaglia del Pesce.

 

TREDICESIMO CAPITOLO

Il Cuore della Rosa

Il Sesto Pozzo è "la pietra di sulla bocca del pozzo" (ha even al pì ha beer)

Nella Costellazione delle Stelle di Ester esso è il "Pozzo della Modestia"

"Ed essi (i pastori) dissero: Non possiamo (andare via) finché non si siano radunati tutti i greggi e i pastori abbiano rotolato la pietra di sulla bocca del pozzo e abbiano abbeverato il gregge" (Genesi 29, 3).

Pesce 1: Oggi è il Capodanno delle Mazalot del Leviathan, il Capomese del Mazal Tehiat Ha tzipor (la Resurrezione dell'Uccello), anno 3962. Mancano così 38 anni alla fine del ciclo di 4000 anni della Stella di Abramo, ed io interpreto il "Hen Avdì " (Isaia, 42, 1) che corrisponde alla BET di EVEN (la Grande Pietra) che è associata al Mazal di Krav ha Dag (la Battaglia del Pesce). È davvero interessante che siamo entrati nell'anno 3962, e le due lettere BET ( = 2) e SAMECH (= 60) sono collegate al Mazal della Battaglia del Pesce.

Parleremo ora di Meshulam, il servo cieco e sordo di Dio. Per questo metto le mie mani in avanti, perché sono un uomo pieno di difetti e di mancanze. Non faccio parte degli Tzadikim Nistarim, ma sono un comune figlio di Israele e servo Ha Shem a modo mio, timoroso del peccato, sforzandomi di osservare i Suoi comandamenti. Sono un giusto che vive nella sua fede. Tuttavia, anche se mi umilio a causa delle mie debolezze e mancanze, devo pur sempre ricordare di essere il Talmid primo dello Tzadik Haim, che è stato prescelto a Goel dell'umanità.

Pesce 2: In altre parole: se mi umilio con titoli inappropriati uscendo, per così dire, dal seminato, allora sarei colpevole, mai sia!, di avere disonorato lo Tzadik Nistar, che è il mio santo Morè. Dopotutto, se lo Tzadik Haim non fosse stato scelto quale Goel, non ci sarebbero stati problemi se parlando con gli altri mi fossi umiliato con titoli disdicevoli, come mi succede spesso di sentirmi. Dico questo per evitare che qualcuno possa pensare che io sia uno Tzadik o un grande nella Torà volendomi così onorare, perché ricevere un onore che non merito equivale a rubare l'onore al Santo Benedetto Egli sia. Infatti, anche se lo Tzadik Haim fosse rimasto uno Tzaddik Nascosto che non si è rivelato neppure dopo la sua morte e il suo unico allievo era a conoscenza della sua identità e del suo vero livello, ecco che io non posso fare a meno di rivelare la terribile sofferenza che patì il Morè Haim, la sua morte e la sua resurrezione nel Regno dei Cieli.

Pesce 3: Poiché egli è il Goel, che tutto il mondo sopravvissuto alla Quarta Generazione imparerà a conoscere. Sapranno così che il Morè Haim nacque a Sana'a, Yemen, nel 1914, e morì a Milano nel 1982; dopo la sua morte, venne prescelto come Giudice Unto nel Regno dei Cieli, atteso da Israele e dal mondo intero come "Consigliere portentoso, potente del Signore, padre perenne, ministro di pace" (Isaia 9, 5). Dopo la sua resurrezione dai morti, tutti i sistemi celesti sono entrati in una nuova epoca storica, durante la quale il Regno dei Cieli ha assunto un nuovo ruolo nella storia dell'umanità. Sono cambiati gli ordini precedenti e persino l'istituzione dei Trentasei Giusti Nascosti, figli dell'Ascesa, è stata modificata, perché è finito l'ordine iniziato con il primo Tzadik Nistar, Mordechai ha Tzadik; è iniziato il periodo di un nuovo ordine chiamato "La Candela (Ner = 250) degli Tzadikim Nascosti che vivono nella loro fede".

Pesce 4: La storia è cambiata dopo che il Regno dei Cieli è stato stabilito e il Goel Haim lo presiede, pur se il mondo intero ancora lo ignora. Quindi è necessario che qualcuno riveli la sua vera identità, per questo io sono stato scelto dal Morè Haim per essere suo Talmid. Per tredici anni ho studiato con lui la Torà e ho conosciuto la sua vera identità di "Rosh le lamed vav Tzadikim Nistarim be-dorò". Ho avuto pertanto lo zechut dall'Alto di rivelare la sua identità ed i contenuti degli insegnamenti da lui appresi.

Pesce 5: Benché sia stato preparato a lavorare nel mondo come suo discepolo quando egli era ancora in vita, ecco che i Segni Redenzionali, dopo la dipartita dello Tzadik Haim, sono scesi attraverso sogni portentosi dapprima sui componenti della famiglia Levi, ed, in seguito, su coloro che hanno creduto nell'elezione del Goel Haim. Le cose sono completamente nuove e mai prima rivelate né in cielo né in terra. Non ha importanza la religione o il grado di istruzione tra coloro che ricevono queste cose, poiché "siamo tutti una sola carne". Dopotutto, esse sono completamente nuove non solo per chi le riceve, ma per me stesso, dato che mai prima d'ora avevo sentito o conosciuto tali novità redenzionali. Anche se è vero che, rispetto agli altri, sono avvantaggiato grazie agli anni di frequentazione e di studio con il Morè Haim e in virtù della sua santità su di me; è pur vero che in questi anni ho esaminato ed approfondito ogni dettaglio di questa nuova rivelazione, ma ciò che è importante sottolineare che queste cose fanno parte del piano di Ha Shem di portare la Gheulà Shlemà nel mondo, e non ha importanza se chi le riceve è ebreo o non ebreo, Talmid Hacham o ignorante di cose di Torà. L'importante è che sia gradito a Dio per le sue buone azioni.

Pesce 6: Il punto principale qui è che per far conoscere l'elezione del Goel Haim sia necessario il Segno dell'Asino che mangia il pane nel mondo. Ricordiamo che Peretz "uscì con impeto (paratz)" dall'utero di Tamar, per cui nel suo impetuoso entusiasmo vuole annunciare le novità dei Segni Redenzionali, per merito del Goel prescelto Haim. Possiamo dire che si fa allusione alla "missione di Peretz" nella Torà, e molti anni prima della nascita di Peretz e Zerach, nostro padre Abramo si era alzato presto di mattina per sellare il suo asino. E nel racconto dell'Akidat Yitzhak, lasciò l'asino per un po' con i suoi due accompagnatori fino a quando tornò da loro con il figlio sopravvissuto al sacrificio. E anche in seguito si parla di Issachar che nacque come "asino robusto" (hamor garem), perché è noto nella Tradizione che quando nostro padre Giacobbe tornò a casa stanco e vide un asino accoppiarsi con la sua asina, fu pervaso da eccitazione e si unì con Lea che concepì Issachar.

Pesce 7: L'asino ha tre occhi: uno per Israele, uno per gli Ismaeliti e uno per i Cristiani. È l'Asino di nostro padre Isacco nel Segno del Grande Israele ed è l'Asino che mangia il pane, tramite il quale nostro padre Giacobbe insegna ai figli d'Israele e al mondo intero la grande ricompensa che spetta a chi si comporta da asino nei Segni dell'Asino che mangia il pane. E come posso sapere che l'asino che vide nostro padre Giacobbe è l'asino che mangia il pane? Racconta la Bibbia che Itrò disse alle sue figlie (Esodo 2, 20): "Dov'è? Perché avete lasciato andar via quell'uomo? Andate a chiamarlo che venga qui a mangiare pane". E i nostri Saggi, di benedetta memoria, spiegarono che con la frase "a mangiare pane" Itrò si augurava che quell'uomo così coraggioso desiderasse prendere in moglie una delle sue figlie (Shemot Rabbà, 1, 32). Perciò anche l'asino che vide nostro padre Giacobbe era occupato a mangiare il suo pane, per cui Giacobbe fu stimolato nel suo appetito e Issachar nacque come "un asino robusto".

Pesce 8: Dopotutto, l'asino di Abramo è un asino universale nel diffondere la pura fede a una moltitudine di nazioni e il Sacrificio di Isacco fu l'ultima prova alla quale fu sottoposta la fede di Abramo. L'asino di Yitzchak Avinu è l'asino della riconciliazione dei cuori di ebrei, musulmani e cristiani in generale ed è anche l'asino delle correzioni necessarie per raggiungere la riconciliazione dei cuori e la vera pace finale. L'asino che mangia il pane del nostro antenato Giacobbe è l'asino che completa la retribuzione delle persone nel mondo, anche se l'asino di nostro padre Isacco è l'Asino con l'Articolo Definitivo "HE" della conoscenza, per cui l'Asino di Giacobbe è l'Asino Completo.

Pesce 9: L'Asino di Abramo ha lo scopo di diffondere la fede del primo Patriarca, mentre l'Asino di Isacco completa la fede di suo padre per il mondo ebraico, musulmano e cristiano, coinvolgendo anche le dieci tribù, il gregge disperso della Casa d'Israele, la cui salvezza è essenziale per la Redenzione Finale, dato che senza di essa non c'è redenzione per nessuno. Se nel corso della Storia ci fosse stato merito, l'Asino di Isacco avrebbe potuto essere l'asino che realizza la Gheulà Shlemà nel mondo. L'Asino di Giacobbe che mangia il pane redenzionale per il mondo, è il più grande dei tre Asini, perché ha già ricevuto il pane di nostro padre Abramo e di nostro padre Isacco, per cui ha il potere di distribuire al mondo il pane della grande fede nella Gheulà Shlemà. L'Asino di Giacobbe è anche l'Asino delle Stelle che prende il nome dal Libro delle Stelle di Abramo, che ci sta insegnando il Goel Haim; esso è anche l'Asino del nuovo ottavo cielo, che collega il Regno dei Cieli alla terra tramite il Nuovo Patto redenzionale per merito del Goel Haim. Questo buon asino che scende dalla sua stalla nel Regno dei Cieli è anche l'Asino della Rosa, dal nome della Rosa di Giacobbe, associata al numero tredici, che è il numero intero della Gheulà Shlemà. Hi-ha,hi-ha, hi-ha!

Pesce 10 : E tramite i segni, sappiamo che questo asino redenzionale era nel Giardino dell'Eden ed ebbe il privilegio di odorare il profumo dell'Albero della Vita e di leccare la corteccia del suo tronco. Ecco perché l'Asino mangia il pane ha il gusto sviluppato e anche il profeta Zaccaria (9, 9) profetizzò su questo asino "messianico": "Gioisci assai figlia di Sion, esulta figlia di Gerusalemme, ecco il tuo re sta per arrivare da te, egli è giusto e vittorioso, umile e cavalca un asino, un puledro (a'ir) figlio di asinelle"; questa è la profezia che noi interpretiamo riferita allo status del Goel Finale eletto nel Regno dei Cieli come indicato nei Segni dell'Asino che mangia il pane e nel Segno del Cavallo Bianco. Su di essi cavalca il Goel Haim che guida sulla terra il Segno della Gheulà Shlemà.

Pesce 11: In ogni caso è necessario un segno di Peretz, nato da Tamar e Yehuda, affinché sia ​​lui il responsabile del Segno dell'Asino. Egli deve essere ebreo di nascita e della tribù di Giuda, e ciò perchè deve appartenere alla Tradizione di Israele e conoscere le leggi della Torà. In questo contesto, per l'osservanza dell'Halachà ci vuole una persona e non un asino, per cui è necessario il Segno di Peretz per le questioni della Tradizione e il Segno dell'Asino per le questioni dell'Asino che mangia il pane. È importante capire che il termine "Messia" non corrisponde a tutto ciò che si è finora pensato, né da parte del Segno di Peretz né da parte del Segno dell'Asino. Essi sono chiamati "messianici" solo perché vengono unti con l'olio del Giudice Unto nel Regno dei Cieli, il Goel Haim. Il termine "messianico" ha solo lo scopo di spiegare gli argomenti, ma non usiamo affatto il termine "messia" o "messianico" nella sua accezione tradizionale, perché lo Tzadik Haim non è il Messia ma il Goel. Il titolo di "Giudice Unto" gli è stato conferito perché l'unzione degli asini con l'olio può rientrare in tale prospettiva, ma noi raramente usiamo il termine "messia" nel nostro linguaggio chiaro.

Pesce 12: Pertanto usiamo termini "messianici" solo per spiegare le questioni messianiche, altrimenti non saremmo compresi. Dopotutto, lo Tzadik Abuhatzera, sogno di Solly, ha detto, riferito a Peretz: "Ah, allora sei tu l'asino, Mashiach ben David". Notate, però, che non ha detto: "Ah, tu sei Peretz, il Messia figlio di Davide", dato che Peretz non è il Messia figlio di Davide. In quanto alla domanda se il Messia figlio di Davide della Tradizione sia un asino, la risposta è negativa, perché colui che state veramente richiedendo è il Goel nel Regno dei Cieli, che è superiore al Messia figlio di Davide. Il Goel, come detto, è anche il Giudice Unto nel Regno dei Cieli che, subito dopo la sua morte, viene fatto risorgere dai morti, si insedia nella sua sede celeste e cavalca il Segno dell'Asino che mangia il pane in terra. Spiego ciò per introdurre "Ecco il mio servo" (Isaia, 42, 1) ossia la profezia "messianica" di Isaia, per cui devo spiegarla in prima persona, sia tramite il Segno di Peretz che tramite il Segno dell'Asino. Ribadendo una volta ancora che io non sono un messia! Io non sono niente, sono un essere pieno di mancanze, cieco e sordo rispetto al livello dei veri Tzadikim Nascosti. Amate però l'Asino, perché è cavalcato dal Goel Haim! Hi-ha!

Pesce 13: (Isaia 42, 1): "Ecco il mio servo, Io lo sosterrò; il mio eletto che l'anima mia ha voluto; ho infuso il mio spirito su di lui; ed egli insegnerà la giustizia alle nazioni". Chi oserebbe dire in questo momento della storia che questa profezia "messianica" va riferita a se stesso? Il ruolo messianico qui menzionato va riferito ad un asino. La gran parte delle profezie messianiche possono essere completate per mezzo del Segno dell'Asino, e così avvenne anche al tempo di Gesù in cui la gran parte delle profezie messianiche erano relazionate alla sua missione ma non furono completate perché furono poi contaminate dall'idolatria. Per questo, posso considerarmi un asino che cambia forma a seconda degli scopi redenzionali, per cui si può dire che le profezie messianiche e redenzionali si completano tramite il pane dell'Asino. E ci sono anche profezie che hanno bisogno di Peretz per essere realizzate.

Pesce 14: In questa profezia "ecco il mio servo" si fa allusione a Meshulam, il servitore cieco e sordo del Signore, e non al vero Tzadik Nistar, che vede e ascolta ciò che il resto dell'umanità non può vedere o ascoltare. Non si tratta di un Giusto dell'Ascesa, ma di un giusto che vive nella sua fede, che ha bisogno sempre del sostegno del Signore per compiere il suo mandato. Ed il ruolo messianico in questa profezia riguarda l'insegnare la giustizia ai popoli, perché di questo si tratta: portare la salvezza alle nazioni del mondo tramite l'insegnamento delle vie amate da Ha Shem. Per questo crediamo che uno dei nostri compiti principali sia quello di insegnare le leggi della Gheulà Shlemà per gli ebrei e i non ebrei. Perciò mi considero un Asino, servo del Signore, un Meshulam cieco e sordo rispetto ai livelli superiori di conoscenza; sono un servo del Signore e ho bisogno di essere sostenuto e completato (meshulam) in ogni questione, perché a differenza di uno Tzadik vero, io sono incompleto e difettoso e ho bisogno che lo Tzadik dal Regno dei Cieli mi guidi e mi infonda uno spirito giusto per adempiere il mio ruolo.

Pesce 15: La salvezza che coinvolgerà i non ebrei dovrà includere il riconoscimento dell'Unità di Dio, l'abbandono dell'idolatria in tutte le sue forme; questo è stato indicato nel sogno di Nodà in cui il Mazal della Battaglia del Pesce è associato alla BET della Grande Pietra sulla bocca del Pozzo, che è collegata anche alla lettera SAMECH. È interessante notare che ieri, 1 aprile 2009, era il Capodanno del calendario del Leviathan dell'anno 3962 (SAMECH = 60, BET = 2 , nella Battaglia del Pesce). Probabilmente entriamo in un anno dedicato alle Guerre di Ha Shem contro la falsa dottrina di Atzilut. Non dimentichiamo che la pace della Grande Pietra non può restare in un mondo che pratica l'idolatria, dato che non ci possono essere compromessi sul tema della vera fede in un Dio Uno e Assoluto. Mentre i pastori delle greggi "rotolavano (galelu, al plurale) la pietra", di Giacobbe è scritto: "rotolò la pietra". In altre parole, presso le greggi la pace è associata agli idoli (ghilulim, che ha la stessa radice di legalel, rotolare), mentre solo Giacobbe rivela (megalè, anche il verbo rivelare ha la stessa radice GAL di rotolare) la vera pace che scaturisce dalla vera fede.

Pesce 16: (Ibid. 2): "Egli non griderà, non alzerà la voce, non la farà udire fuori". Mi piace molto questo verso. Sorge la domanda: se non grida e non alza la voce facendola sentire fuori, come potrà il servo di Dio insegnare la giustizia ai popoli? Il verso seguente descrive in modo allegorico come lo farà (ibid. 3): "non spezzerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante, insegnerà la giustizia secondo verità". Il servitore avrà un cuore tenero e pieno di misericordia per il prossimo, non sarà un uomo di guerra e di spada, perché è già stato detto che lo spirito del Signore è su di lui, uno spirito di amore e di misericordia. Lo Tzaddik Chaim, a differenza di Meshulam a cui vanno riferiti i versi, è il Goel e non il Re Messia. Infatti il ​​suo comportamento e la sua personalità sono l'opposto di quello di un re. Dopotutto, anche il profeta Zaccaria (9, 9) affermò che egli è giusto, salvifico e povero e cavalca un asino. Potrebbe forse un re essere povero? Anche il profeta Malachia (3, 1) non lo chiamò re, ma "adon" nel verso "e all'improvviso entrerà nella sua sede il signore che voi cercate". In ogni caso, ci e vietato nel modo più assoluto chiamarlo re (melech) o signore (adon), perché lo Tzadik Haim detesta i re e signori, tranne il Re dei Re, il Santo Benedetto Egli sia.

Pesce 17: Anche Yeshua odiava re e signori, anche se sulla sua tragica croce fu scritto "Re dei Giudei" e, secondo altre versioni, "Cristo Re" (Cristos in greco significa unto), e ciò comportò in seguito il culto idolatra alla sua persona. Tuttavia, è anche vero che Yeshua è il Cristo delle nazioni cristiane, poiché era veramente il Messia figlio di Giuseppe a cui la tradizione alludeva, e sedette nel pre-Regno dei Cieli, difendendo i meriti dei buoni di cuore e dei bisognosi. Ricordiamo che il pre-Regno dei Cieli è una questione nascosta di cui non ci occupiamo, perché non c'è più ed è stato sostittuito dal Regno Completo dei Cieli. Yeshua è il secondo uomo della Redenzione. Sbaglia colui che ritiene che questo concetto sia infondato e fuorviante. Sto qui cercando di spiegare che alcune profezie sono passate ma ritornano attuali tramite i Segni dell'Asino che mangia il pane, per cui non sono poche le profezie sulla missione messianica di Yeshua. Se desiderate un Messia, prendete come esempio Yeshua, studiate bene la sua predicazione, e se desiderate il Messia figlio di Davide, allora tornate indietro di tremila anni al tempo di re Salomone e lo avrete. D'altra parte, se cercate l'adon che entra improvvisamente nella sua sede nel Regno dei Cieli dopo la sua morte e resurrezione, allora lo troverete tramite le nostre testimonianze e i nostri scritti. Non è il Messia figlio di Davide, ma è il terzo Goel finale e il termine Messia non va riferito a lui, oltre al fatto che discende da Beniamino e non da Giuda.

Pesce 18: Tuttavia, poiché vi sono ragioni storiche per cui bisognerebbe preservare il linguaggio "messianico", sappiate che il goel è il Giudice Unto nel Regno dei Cieli. Egli è stato scelto da EHEYE ASHER EHEYE per ungere e santificare le persone meritevoli nel mondo, specialmente i sacerdoti e le sacerdotesse della Casa di Preghiera, che sono gli Asini dei nostri segni. Il Giudice Unto nel Regno dei Cieli è il responsabile delle unzioni che fanno parte della Redenzione Finale, quindi quando dico che l'asino è "messianico", intendo che gli Asini sono unti dal Goel, per cui sono "messianici", hi-ha, ma, attenzione!, noi non usiamo la parola "messia" o "messianico" per noi stessi, ma per spiegare i processi storici, che sono pieni di confusione su questo termine.

Pesce 19: Per quanto riguarda Yeshua, la sua missione messianica esprimeva il suo sacro zelo per Ha Shem radicato nel suo immenso amore per il suo popolo di appartenenza, per cui il termine Messia gli è più che mai appropriato. Ricordiamo anche che i Segni Iniziali del suo tempo includevano sia i segni del Mashiach ben David che quelli del Mashiach ben Yosef, sebbene l'essere il Messia figlio di Giuseppe della Tradizione derivasse dalla sua missione tra le nazioni del mondo a favore del gregge disperso della casa d'Israele, dopo che il popolo ebraico l'aveva rifiutata. Il fatto che i segni del Messia figlio di Davide siano inclusi nei Segni Iniziali viene rivelato solo con l'avvento dei Segni Redenzionali Finali, quando si capisce che il sacrificio di Yeshua fu accettato dall'Alto e, grazie a ciò, il decreto di distruzione del popolo ebraico fu cambiato nel decreto di distruzione del Bet ha Mikdash e dell'esilio tra le nazioni.

Pesce 20: Il mio compito di Asino sotto il segno di Meshulam, servo del Signore, è quello di mangiare il pane redenzionale spiegando le profezie messianiche secondo i nuovi ordini della Gheulà shelemà. Il Gaon Malbim ha scritto una bellissima interpretazione sul verso "ecco il Mio servo" e "non griderà" ecc.: "La questione della sua profezia e della sua missione sarà la più strana fra tutti i messaggeri di Dio". Secondo il mio parere d'asino, ha perfettamente ragione. Il mio status in piena redenzione, sia come Asino, che come Peretz, primo talmid dello Tzadik Haim, è diverso da tutti i messaggeri di Dio, e per questo benedico sempre il Signore. Perciò che non vi salti in mente di pensare che io sia un messia, perché non sono né un messia figlio di messia, né un profeta, figlio di profeta. Tuttavia, imparate a conoscere tutte le nuove profezie su questa Quarta Generazione, perché sono importanti per il beneficio comune. Quanto a diffondere le mie parole, io non alzo la voce e neppure la farò udire fuori, se non tramite gli scritti del Sefer Mishnat Haim. Mi urge qui sottolineare che anche dopo la mia morte ogni asino "messianico"sarà sotto la guida del Goel Haim.

Pesce 21: Osservate quale Battaglia del Pesce è venuta fuori dai Pesi dell'Asino, poiché chi non conosce queste novità, avrebbe molto da combattere con se stesso per assimilare questi concetti del tutto nuovi, che il Goel non è il Messia, che l'Asino del Goel mangia e distribuisce il pane redenzionale, che Yeshua fu messia del suo tempo, che esiste il Regno dei Cieli e che lo Tzadik Haim è risorto e lo presiede, che ci sono segni coperti e nascosti nella Torà che possono essere rivelati, che bisogna aprire gli occhi e la mente per capire le parole dei profeti e comprendere il posto dei figli d'Israele nella Redenzione Universale. Si tratta di una battaglia sovrumana, soprattutto per coloro che conoscono la tradizione di Israele e si sentono sicuri all'interno delle sue pareti. Eppure le parole del profeta Isaia sono chiare (48, 6-8): " Ora io ti annuncio delle cose nuove, delle cose occulte, a te ignote. Esse stanno per realizzarsi adesso e non da tempo antico; e, prima d'oggi, non ne avevi sentito parlare, perché tu non abbia a dire: "Ecco io già le sapevo". No, tu non le avevi mai sentite, né le sapevi, nulla in passato ti era mai venuto agli orecchi". Pertanto, anche chi detiene la Tradizione non le conosce e non ne ha mai sentito parlare. In questo contesto, anche la Grande Aquila dichiarò che nessuno sa queste cose finché non avverranno. Ecco perché ho scritto, con l'aiuto di Dio, il libro "Una nuova luce su Maimonide", perché dobbiamo annunciare tutte le cose nuove che sono venute per merito dell'umile e amato Goel Haim, ben Moshe di San'aa, Yemen.

 

QUATTORDICESIMO CAPITOLO

Il Cuore della Rosa

Il Settimo Pozzo è "il terzo pozzo della Pietra sulla bocca del pozzo"

Nella Costellazione delle Stelle di Ester esso è il "Pozzo della Modestia Interiore"

"E quando Giacobbe vide Rachele, figlia di Labano, fratello di sua madre, ed il gregge di Labano, fece rotolare la pietra di sulla bocca del pozzo e abbeverò il bestiame di Labano, fratello di sua madre"(Genesi 29 10).

Pesce 1: (Isaia 42, 4) "Egli non verrà meno, e non s'abbatterà fino a quando avrà stabilito la giustizia sulla terra e le isole aspetteranno fiduciose la sua legge". Ecco, io sono l'Asino Meshulam, cieco e sordo, servo del Signore, per cui esulto e sono pervaso da grande speranza leggendo questo verso e non verrò meno e non mi abbatterò fino a quando la nuova legge della Gheulà Shlemà non sarà conosciuta nel mondo e anche le isole lontane vorranno ascoltare i Segni Redenzionali per merito del Goel Haim. E' infatti scritto "la sua legge", sembra un'allusione al servo Meshulam, ma la verità è che questa è la dottrina dei Segni Completidel Goel Haim, che completa i segni messianici e redenzionali, retaggio del profeta Elia, di benedetta memoria. La legge dei Segni Redenzionali è nuova e completa la sacra Torà, senza discostarsi da essa.

Pesce 2: Ed anche il termine "avrà stabilito la giustizia" non si discosta dalla Torà, perché i figli d'Israele spiegano ai popoli le leggi della fede: (ibid. 5) "Così parla il Signore Dio, che ha creato i cieli e li ha spiegati, che ha disteso la terra con tutto quello che essa produce, che dà il respiro al popolo che vi risiede e lo spirito a quelli che vi camminano". Pertanto, per la giustizia che verrà stabilita per i popoli, ci vuole Meshulam che spiega loro la vera fede nell'Unità di Ha Shem, il Creatore dei cieli e della terra, per cui esse abbandoneranno l'idolatria, come sta scritto (ibid. 8): " Io sono il Signore , tale è il Mio nome e Io non darò la Mia gloria ad altri, né la lode che Mi appartiene agli idoli". "Che dà il respiro al popolo che vi risiede e lo spirito a quelli che vi camminano" è riferito al Signore che oltre ai cieli e alla terra, ha creato anche l'uomo e la sua anima.

Pesce 3: Tutti gli esseri umani hanno una Nefesh (spirito vitale), un Ruach (anima vitale) e una Neshamà (anima dall'Alto), per cui quanto è scritto nei libri del chassidismo che solo i figli d'Israele hanno una neshamà è falso e non chiarisce la questione. Nell'atto della creazione (Genesi 2, 7) è scritto: "E Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici uno spirito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente". Si tratta di un verso generale che riguarda tutti gli esseri umani, maschi e femmine, ebrei e non ebrei. La stessa "anima vivente" è divisa in tre livelli: nefesh, ruach e neshamà, e il Morè Haim spiegava che ci sono più differenze tra le anime, e, come gli esseri umani sono diversi tra loro, perché ognuno è unico e speciale e ha cose che gli appartengono per carattere, indole, sentimenti del cuore ecc, allo stesso modo ogni anima è particolare ed individuale, una creatura completa che possiede un proprio nome. Possiamo dire che, in generale, l'anima è la parte sublime dell'essere umano, poiché è più vicina a Dio che l'ha creata.

Pesce 4: E tuttavia l'anima umana non è autonoma ma viene influenzata dalle azioni del suo possessore. L'anima gode per ogni azione o parola buona, mentre soffre immensamente per ogni azione cattiva. Se l'uomo opera il bene e benedice Dio, sarà rafforzato dalla sua anima che lo illuminerà e lo guiderà a fare altre buone azioni, e viceversa, se l'uomo opera il male, la sua anima si allontana da lui e se ne sta separata. La questione è semplificata nelle Massime dei Padri laddove sta scritto (4, 2): "Una mitzvà si trascina dietro una mitzvà mentre una trasgressione si trascina dietro una trasgressione". Queste questioni sono generali per tutti gli esseri umani e non solo per i figli d'Israele, ma c'è un altro aspetto da considerare e cioè la santificazione delle anime dei figli d'Israele presenti sul monte Sinai. Durante la promulgazione dei Dieci Comandamenti, le anime dei figli d'Israele, per merito dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe e di Moshè Rabbenu, assistettero e furono testimoni in realtà a cose supreme che non potevano essere descritte quando i cieli si aprirono sopra di loro.

Pesce 5: Le loro anime cominciarono a salire a seguito della rivelazione e della comprensione delle cose supreme, per cui se il Santo Benedetto non avesse comandato ad ogni anima di tornare dentro al proprio corpo, tutto il popolo sarebbe morto in quel frangente, dato che l'anima si era staccata dal corpo. L'ascesa e il ritorno delle anime si verificò ad ogni singola parola delle cinquantanove dei primi due Comandamenti. Per questo le anime si santificarono in sommo grado sul Sinai e ricevettero un livello di santità in più rispetto alle nazioni del mondo. Questo è il motivo del comandamento della santità riservato ai figli d'Israele e non alle nazioni, perché grazie alla santificazione delle anime sul Sinai, i figli d'Israele hanno avuto il privilegio di osservare le mitzvot della Torà. Per questo, il popolo ebraico viene definito "am kadosh' (popolo santo) e "am segulà" (popolo virtuoso). Così chi considera la storia dei figli d'Israele si stupirà sempre della facilità con la quale il popolo sia sceso da un grado di elevazione massimo ad uno di degrado infimo, ma, nello stesso tempo, dovrà capire che tutto alla fine è per il bene dell'umanità, perché se Israele fosse rimasto allo stesso livello di iniquità delle nazioni del mondo e avesse perso il suo livello di santificazione, ottenuto grazie alla Torà, non ci sarebbe mai potuta essere una resurrezione spirituale fra le nazioni del mondo. Va ricordato che nel piano redenzionale di Ha Shem la verità, la bontà, la benedizione e la protezione dovranno raggiungere tutta l'umanità.

Pesce 6: Non possiamo fare a meno di ricordare qui il ruolo della moltitudine mista, che fu all'origine del peccato idolatra del Vitello d'Oro, ma, in effetti, se consideriamo la storia nel suo insieme, nel contesto del Piano della Redenzione Finale Universale, possiamo asserire che l'umanità intera avrà bisogno di essere corretta. Bisogna riflettere e considerare che gli eventi nella storia sono il risultato diretto delle azioni dei popoli, e se un peccato non viene corretto l'iniquità permane e si ripresenta anche in tempi successivi. Tuttavia, i Segni Redenzionali portano con sé grandi e storiche correzioni. Così, ad esempio, il peccato del falso e idolatra sistema di Atzilut presente nel Libro dello Zohar, doveva uscire nel mondo per essere corretto, perché se così non fosse i tempi della Gheulà Shlemà sarebbero ritrdati

Pesce 7: Nei Segni Redenzionali dallo Tzadik Haim mi è stato dato l'ordine di impegnarmi nella suddetta correzione tramite il Libro di Milchamot Ha Shem, perché è vero davanti al Santo Benedetto che è proibito lo studio del Libro dello Zohar e di tutta la mistica che da esso proviene in quanto si tratta di idolatria. Per questo, ho scritto, aiutato da Ha Shem, il testo "Le Cinque Tavole dell'Alleanza e l'anatema mi Deoraita" e altri saggi sull'argomento. Attraverso questa conoscenza, assoluta nella sua verità, si possono considerare gli eventi della storia con ottica diversa. Conoscendo la gravità del peccato, che devia completamente dai fondamenti della fede ebraica e si ricollega alla profezia di Mosè nella parashà "Ha'azinu" si deduce che il peccato "nascosto" connesso alla Shoà è il peccato del Mondo di Atzilut, che ha il potere di trascinare i figli d'Israele ad una falsa fede, bar minan. Dopotutto, il fondamento del popolo d'Israele è la pura fede in un Dio Uno e se questo fondamento viene a mancare, come è avvenuto col Cristianesimo, allora non c'è esistenza per i figli d'Israele (Dio non voglia) . Pur tuttavia, l'esistenza di Israele è garantita dal Santo Benedetto, e per questo la punizione ha espiato il peccato.

Pesce 8: Abbiamo anche visto che l'elemento del peccato di Atzilut è collegato al peccato del Vitello d'Oro; ossia, c'è qualcosa sotto l'azione idolatra del Vitello che non è stato ancora corretto nella storia e che l'episodio narrato nella Torà nasconde dei punti oscuri. In seguito, siamo venuti a conoscenza che il peccato dello Zohar è la fine del peccato del Vitello, e poiché non fu del tutto corretto nella reazione di Mosè in quel frangente, rimane una parte di esso che non è stato ancora compreso da allora, per cui non è stato ancora corretto. Non è una cosa semplice, perché se fosse stata semplice, sarebbe stata risolta a quel tempo. Noi sosteniamo quindi che il peccato del Libro dello Zohar con la dottrina del mondo di Atzilut è una conseguenza del peccato del Vitello, dato che anche dietro il peccato dello Zohar c'è la pretesa della moltitudine mista di credere nel mondo di Emanazione. Pertanto, siamo sicuri che se si corregge il peccato di Atzilut, l'episodio del Vitello d'Oro viene chiarito sotto molti aspetti e nella correzione del peccato diventa chiaro la causa "nascosta" della Shoà. Attraverso la correzione dello Herem mi Deoraita, il peccato di Atzilut viene separato dai figli d'Israele, perché senza di ciò, sul popolo d'Israele graverebbe ancora il peso del peccato, Dio non voglia.

Pesce 9: Il punto essenziale è che la correzione del peccato della dottrina di Emanazione, una volta che sarà compresa da tutti, impedirà alle generazioni future di farsi opinioni sbagliate su Dio. Il sistema di Atzilut è il più "sofisticato" di tutti e permette di insinuare concetti idolatri nello studioso di Torà; se, tuttavia, si riesce a smascherarlo e a trovare il giusto antidoto nessun'altra dottrina straniera potrà mai sedurre nuovamente i figli d'Israele. Il pensiero sofisticato e sottile del misticismo ha fatto cadere nell'errore grandi rabbini e studiosi di Torà, incantati dalla voce saudente del Serpente e ignari della menzogna a loro propinata. La correzione del peccato di Atzilut gioverà non solo ad israele ma a tutte le nazioni del mondo, perché metterà fine al principio di emanazione sul quale si basano tutte le religioni e concezioni idolatre.

Pesce 10: Nodà ha ricevuto in sogno un messaggio da Ha Shem: "Nella prima redenzione ho redento i figli d'Israele dalla schiavitù d'Egitto e dalle loro idolatrie mentre nella Gheulà Shlemà io redimo il mondo intero dall'idolatria". Pertanto la correzione del peccato di Atzilut e del libro dello Zohar che lo contiene fa parte della strategia di guerra del Santo Benedetto per purificare il mondo da tutti i culti idolatri. Oltre alla correzione in campo ebraico, va corretta anche tutta la dottrina cristiana estirpando la radice idolatra del Logos (il Verbo) espressa nella prefazione del Vangelo di Giovanni. "Ed il Logos si fece carne" (Giov, 1, 14). Il Verbo di Dio si è incarnato nella figura umana di Gesù Cristo, Dio ci salvi!.

Pesce 11: Il sistema del Logos è in effetti il Dio Supremo che si emana nel Figlio di Dio, per cui anche il Figlio è divino. Ecco, pertanto due radici che portano all'idolatria: "Atzilut" e "Logos", entrambi emanazioni divine. Nel Libro dello Zohar, il Zeir Anpin (la Piccola Faccia) del mondo della nobiltà è il figlio divino emanato dall'Ein Sof, poiché a livello del mondo di Atzilut, tutto è a livello di "divinità", il Signore ci salvi da tali aberrazioni! Una volta estirpata la radice idolatra di Atzilut, anche la radice del Logos sarà estirpata e una chiara nuova comprensione della fede nell'unità di Dio prevarrà nel mondo. Amen.

Pesce 12: Per quanto riguarda le anime presenti sul monte Sinai, ecco che viene la grande correzione del Cristianesimo per salvare il gregge disperso della casa d'Israele, e altrove abbiamo spiegato che la maggioranza di esso, sotto la sorveglianza di Ha Shem, è entrato nell'ovile cristiano. In altre parole, quelle anime che furono santificate sul Sinai, vivono ora in campo cristiano. Sebbene la correzione del Cristianesimo venga prima per completare il salvataggio del gregge smarrito e riportarlo alle sue fonti, essa è destinata a tutti i cristiani, che sono per lo più i discendenti di Yafet, Esaù o Cam. Questo perché grazie alla santificazione delle anime delle dieci tribù, la salvezza raggiunge anche le nazioni del mondo tramite la correzione del Cristianesimo. Perciò nella Casa di Preghiera l'Altare di Efraim è destinato al gregge smarrito e l'Altare di Malchitzedek ai figli di Malchitzedek, la maggior parte dei quali proviene dal mondo cristiano.

Se torniamo alla profezia di Isaia, ecco che il verso (Isaia 42, 5) "Dà il respiro al popolo che vi è sopra e lo spirito a quelli che vi camminano" parla sì del popolo d'Israele, ma insegna anche che tutti gli esseri viventi hanno un'anima e uno spirito, e se se si cammina "in essa" (ossia secondo ciò che è desiderabile e amato per l'anima), ognuno può meritare la vicinanza di Dio. Dopo tutto, si comanda a Meshulam di insegnare la giustizia alle nazioni e spiegando loro la giusta fede e le vie di Ha Shem, perché il popolo d'Israele è centrale nel fornire esempi alle nazioni sulle vie amate da Ha Shem.

(Ibid. 6 -8): "Ed Io, il Signore, ti ho chiamato secondo giustizia e ti prenderò per mano, ti custodirò e farò di te un'alleanza del popolo, per essere una luce per le nazioni; per aprire gli occhi dei ciechi, per trarre dal carcere i detenuti, e dalle prigioni quelli che giacciono nelle tenebre. Io sono il Signore, questo è il mio nome ed Io non darò ad un altro la mia gloria, né la lode che mi appartiene agli idoli". L'intenzione dell'alleanza con il popolo d'Israele è di farlo diventare una luce per le nazioni, in modo che i loro occhi si aprano alla conoscenza. In questo modo usciranno dalle tenebre dell'idolatria alla luce della vera fede monoteista. "Ti ho chiamato secondo giustizia": per merito dei Patriarchi che procedettero con semplicità di fede e per merito di Mosè. "E ti prenderò per mano" come nell'uscita dall'Egitto. "E ti custodirò" come popolo, tramite miracoli come sul Mar Rosso; "E farò di te un'alleanza del popolo, per essere luce per le nazioni": tramite il patto della Torà sul monte Sinai. In altre parole: fin dall'inizio, il patto della Torà doveva essere una luce per le nazioni, ma poiché ciò non si realizzò, la violazione del patto della Torà necessita di un Nuovo Patto come è scritto nel libro di Geremia (31, 31): "Ecco i giorni vengono, dice il Signore, ed Io farò un nuovo patto con la casa d'Israele e con la casa di Giuda" e questo perché la Torà è eterna.

Pesce 13: Perciò anche qui la profezia annuncia una nuova alleanza, che è il Nuovo Patto Completo della Gheulà Shlemà che annuncia (Isaia 42, 9): "Ecco, le cose di prima sono avvenute e io ve ne annuncio delle nuove; prima che spuntino fuori io ve le comunico". La radice di ogni profezia è nel Patto fra le Parti con la promessa del Signore ai Patriarchi. La Torà, data tramite la Ghevurà, è tutta profetica, e la profezia prosegue con i profeti d'Israele. Alcune delle profezie si sono realizzate per molti versi, ma le profezie messianiche e redenzionali associate alla Gheulà Shlemà si realizzano soltanto al loro tempo. Per questo la missione profetica è stata assegnata a Meshulam, lo schiavo cieco e sordo di Dio, che ha il compito di annunciare le parole di Ha Shem: "prima che spuntino fuori io ve le comunico".(Ibid. 10 - 12): "Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate le Sue lodi alle estremità della terra, o voi che scendete sul mare, ed anche gli esseri che esso contiene, le isole e i loro abitanti. Il deserto e le sue città alzino la voce! Levino la voce i villaggi occupati di Kedar. Esultino gli abitanti di Sela, diano in grida di gioia dalla vetta dei monti. Concedano gloria al Signore, proclamino la Sua lode nelle isole!". Questo è un nuovo cantico di estrema gioia che coinvolge tutte le nazioni del mondo ai tempi della Redenzione Universale.

Pesce 14: Si tratta della profezia redenzionale che contiene anche le profezie della Quarta Generazione che sono duplici e contengono anche eventi terribili (ibid. 13): "Il Signore si avanzerà come un eroe, ecciterà il Suo ardore come un guerriero; emetterà un grido, un urlo tremendo e trionferà sui Suoi nemici". Sui suoi nemici vincerà» (ibid., 13). Il Profeta allude anche alla Shoà (ibid. 24 – 25): "Chi ha abbandonato Giacobbe al saccheggio e Israele in balìa dei predoni? Non è egli stato il Signore? Colui contro il quale abbiamo peccato e lungo le cui vie non si è voluto procedere e alla cui legge non si è ubbidito? Perciò Egli ha riversato su Israele l'ardore della Sua collera e la violenza della guerra; e la furia l'ha avvolto nelle sue fiamme ed egli non ha capito; lo ha bruciato ed egli non lo ha considerato". Quest'ultimo verso allude al peccato del sistema di Atzilut, che tuttora, Dio ci perdoni, permane e non è considerato nella sua gravità. E dopo la terribile punizione della Shoà, l'istituzione dello Stato di Israele e la realizzazione delle profezie del ritorno a Sion, i Rabbini avrebbero dovuto esaminare seriamente il perché della Shoà, ma ciò non è avvenuto. "Lo ha bruciato ed egli non lo ha considerato": più chiaro di così? Eppure, anche negli anni dopo la Shoà non hanno approfondito le cause. In questo contesto, noi facciamo notare che per il popolo di Israele la Shoà ha rappresentato l'Aharit ha Yamim, la fine dei giorni, mentre per il mondo la Quarta Generazione è iniziata solo nel 1983. Grazie a Dio, che il popolo d'Israele ha già scontato la sua colpa.

Pesce 15: (Ibid. 14): "Per lungo tempo son stato zitto, mi sono trattenuto; ora griderò come donna che partorisce, respirerò affannosamente e sbufferò allo stesso tempo". Grandioso e terribile è questo verso, secondo il quale il Signore si è trattenuto, per cosi dire, dall'annientare i perecutori di Israele fino a quando la misura è stata superato e l'ira si è riversata sui malvagi. (Ibid. 15 – 16): " Io devasterò montagne e colline, ne farò seccare tutte le erbe; ridurrò i fiumi in isole, asciugherò gli stagni. Farò camminare i ciechi lungo una via che ignorano, li condurrò per sentieri che non conoscono; muterò davanti a loro le tenebre in luce , renderò piani i luoghi scabri. Sono queste le cose che farò e non li abbandonerò". Questo è il giorno grande e terribile del Signore, che proprio come è grande e terribile nei castighi, così è grande e terribile nei miracoli da parte del Signore che salva i buoni di cuore e i meritevoli per le loro buone azioni. (Ibid. 17): " E volgeranno le spalle coperti di vergogna coloro che confidano negli idoli scolpiti, che, rivolti alle immagini fuse, dicono: "voi siete i nostri dèi"". Il Profeta avverte ancora una volta i cristiani e gli altri popoli che praticano impunemente l'idolatria.

Pesce 16: La profezia continua trattando la missione speciale di Meshulam; (ibid. 18 – 21) "Ascoltate, o sordi e voi, ciechi, guardate e vedete! Chi è cieco, se non il Mio servo e sordo come il messaggero che Io invio? Chi è cieco come Meshulam, cieco come il servo del Signore? Tu hai visto molte cose, ma non vi posto mente; gli orecchi erano aperti, ma non hai udito nulla. Il Signore si è compiaciuto per amore della Sua giustizia di rendere la Sua legge grande e magnifica". Osservate come questa profezia sia piena di Battaglie di Pesce intese a distinguere tra la pura fede e l'idolatria, dalle sue forme più sofisticate a quelle più grossolane come il culto delle statue. In questo contesto il servo Meshulam dà spiegazioni (come nello Herem Mideoraita o nella Correzione del Cristianesimo) seguendo l'Asino che mangia il pane, sceso dall'Alto per essere al livello del popolo d'Israele e delle nazioni e portare loro le spiegazioni redenzionali necessarie. Il Signore si è compiaciuto per amore della Sua giustizia di rendere la Sua legge grande e magnifica. Solo grazie al Signore la Gheulà Shlemà si compie nel mondo, perché è Iddio che si compiace della Sua giustizia e desidera che la Torà cresca e si diffonda universalmente. Per questo, Ha Shem accresce la Torà attraverso il Nuovo Patto Completo in un modo che sarà glorificato e amato da tutti.

Pesce 17: Abbiamo terminato il riferimento alla BET della Grande Pietra e proseguiamo con la NUN FINALE associata alle Mazalot del Leviathan con il Mazal del Profumo Celeste, che si riferisce principalmente alla questione della preghiera. In questo contesto, riportiamo il cap. 42 del Libro del profeta Ezechiele, che parla del Bet Hamikdash, degli errori dei Cohanim che vanno corretti, nonché delle norme sacerdotali. Sorge la domanda: che rapporto c'è tra noi della Gheulà Shlemà e il Tempio d'allora, con i suoi utensili, le norme dei sacrifici e le vesti dei Cohanim? Di queste cose, infatti, finora ci è stato indicato che anche nella Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà di sette piani, di tredici altari di preghiera e tappeto dell'Islam, ci sarà un posto speciale per i sacrifici. Spetterà ai Saggi decidere chi potrà portare un sacrificio, perché non tutti coloro che vogliono potranno farlo.

Pesce 18: Perché allora ci è stata data un'indicazione riguardante il cap. 42 di Ezechiele? In apparenza, si tratta di un segno relativo al passaggio dal periodo del Primo e del Secondo Tempio al periodo del Terzo Tempio ai tempi della Gheulà Shlemà, che è essenzialmente una Casa di Preghiera e non una casa di presentazione di sacrifici (non dimentichiamo che si tratta di un luogo di preghiera universale, privo della santità e della gestione dei sacrifici). Nella Casa di Preghiera ci sono Sette Piani corrispondenti ai Sette Cerchi Profetici, che abbiamo ricevuto dai Segni Redenzionali. Questi cerchi sono termini nuovi, collegati ai nomi di Ha Shem Baruch Hu. Dal primo al settimo cerchio i nomi sono: 1) EL SHADDAI 2) ADONAI ELOHENU 3) EL ELYON 4) EL HAI 5) ADONAI EL 'OLAM 6) ADONAI TZEVAOT 7) EHEYE ASHER EHEYE. (Nodà in sogno ha visto che sul tetto della Casa di Preghiera erano dipinti sette cerchi, dai quali si diffondeva una grande luce. La luce di ogni cerchio era di un colore diverso, ed è un segno del Patto dell'Arcobaleno dopo il Diluvio, che ritorna nella Gheulà Shlemà con il Patto Completo, chiamato anche Tiferet ha Brit, la Gloria del Patto.

Pesce 19: Per ora, le questioni generali possono essere collegate ai sette piani: al primo piano, associato al nome EL SHADDAI, si trova il Tappeto dell'Islam. A causa della separazione del rito dei musulmani (che non intendono pregare con un nuovo rito), essi continueranno a pregare come prima con l'aggiunta di alcune benedizioni relative alla Gheulà Shlemà. Pertanto si tratta di un tappeto per la preghiera e non di un altare per la preghiera. È un diritto per i musulmani stare al primo piano, perché Ismaele, figlio di Agar, fu il primogenito di nostro padre Abramo.

Al secondo piano, associato al nome ADONAI ELOHENU, si trova l'Altare di Giuda per gli ebrei e i convertiti all'ebraismo, e ad esso è collegata la Scuola di Ester.

Al terzo piano, associato al nome EL ELYON, si trova l'Altare di Malchitzedek per i popoli, in particolare per le nazioni cristiane che hanno stipulato il Patto Completo della Gheulà Shlemà. A questo piano è collegata la Scuola della Rosa (Shoshanà).

Al quarto piano, associato al nome EL HAI, usato dal profeta Elia, di benedetta memoria, si trova l'Altare del Grande Israele, che è l'altare delle opere dell'Asino che mangia il pane.

Al quinto piano, associato al nome EL 'OLAM, usato da nostro padre Abramo, si trova l'Altare di Efraim, destinato alle pecore disperse della Casa d'Israele, che dal cristianesimo sono passate all'Altare di Malchitzedek e possono (loro e i loro figli) entrar a far parte di Israele attraverso la conversione, nel quadro del Nuovo Patto Completo. A questo piano è collegata la Scuola di Yellow Rose.

Al sesto piano, associato al nome ADONAI TZEVAOT, si trova l'Altare del Profeta, dal quale vengono lette ai fedeli le nuove profezie che arrivano.

Al settimo piano, associato al nome EHEYE ASHER EHEYE, si trova l'Altare del Sacerdote Unto e l'Altare della Sacerdotessa Unta; in esso si trova anche la Scuola per sacerdoti e forse anche l'Altare della Leviatanit.

Pesce 20: Dopo la presentazione degli Altari, si può capire che il Messia ben David è associato al Segno dell'Asino che mangia il pane sull'Altare del Grande Israele e alla mansione del Sacerdote Unto sul suo Altare. Tuttavia, coloro che stanno su questi altari non sono chiamati Messia, ma piuttosto Asini sull'Altare del Grande Israele e Sacerdoti Unti sul loro Altare.

Le funzioni sacerdotali sono otto di numero: il Sacerdote Unto, la Sacerdotessa Unta, il Sacerdote dell'Altare di Giuda, il Sacerdote dell'Altare delle Figlie di Giacobbe, il Sacerdote dell'Altare di Efraim, il Sacerdote dell'Altare delle Figlie d'Israele, il Sacerdote dell'Altare di Malchitzedek e il Sacerdote dell'Altare dei popoli. Del resto, nella Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà, il sacerdozio è del tutto diverso da quello tradizionale, perché anche qui si tratta di "cose nuove".

Pesce 21: Il sacerdozio tradizionale è nel contesto della prima santità, mentre il Nuovo Sacerdozio della Casa di Preghiera è nel contesto della nuova santità che viene insieme con i Segni Redenzionali. Nuove sono anche le norme del Nuovo Sacerdozio, secondo le esigenze di ogni altare. Tuttavia, non abbiamo ancora trattato queste norme, perché al momento abbiamo solo i loro segni generali in relazione agli Altari, al Nuovo Aron ha Kodesh e al Nuovo Rito. Non abbiamo anche un luogo permanente di comunità, perché siamo a tutt'oggi pochi Asini, nonostante siano trascorsi 26 anni, ma spero sinceramente che, con l'aiuto di Ha Shem, possiamo arrivare a definire le nuove norme del sacerdozio in modo più dettagliato.

In ogni caso, tutti i sacerdoti della Casa di Preghiera che presteranno servizio saranno unti nell'autorità del Goel Haim, il Giudice Unto nel Regno dei Cieli. In questo contesto Nodà ha ricevuto un segno secondo il quale in futuro verrà istituita una scuola per sacerdoti, dove si impareranno prima di tutto le leggi del Derech Eretz e le vie della dolcezza nell'amore per tutti gli esseri umani.

Ecco che la NUN FINALE della Pietra (EVEN) è collegata al Mazal del Profumo Celeste, che deriva dalle preghiere della Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà, per merito dell'umile e santo Tzadik, Haim ben Moshe di San'aa, Yemen.

 

QUINDICESIMO CAPITOLO

La Colonna del Cuore del Grande Pesce Leviatan

Il Primo Pozzo è il pozzo con gli stessi nomi,

Esso è collegato con il sesto Mazal delle Mazalot del Leviatan, con la Stella del Programma.

"E Isacco si stabilì nella piana di Gherar. E qui scavò di nuovo i pozzi che avevano scavato al tempo di suo padre Abramo e che dopo la sua morte, i Filistei avevano ricoperto di terra ed assegnò ad essi i nomi che aveva dato loro suo padre"(Genesi 26, 18).

Pesce 1: DIARIO: 30 Nissan 5769; 24 aprile 2009, 24 L'Uccello Risorto 3962. Una settimana fa Gheula ha sognato che c'era grande gioia fra la gente che si era radunata e parlava dell'asina di Bil'am. Si tratta di un buon segno per Israele che parla della completezza del Segno dell'Asino. Questa mattina Solly Kamkaji ha sognato di vedere un pesce grande e strano, molto antico, e gli veniva detto che ha l'età della terra, e il suo nome è "My Old Flame". Anche questo è un segno importante che viene dopo che ho finito di spiegare la "pietra" in base al Grande Pesce. Inoltre, poiché questo titolo probabilmente si riferisce alla femmina e allude alla Leviatanit. Si tratta di un ottimo segno e, a Dio piacendo, il Goel ci manderà nuovi sapori e nuove lezioni dal Grande Pesce Leviatan.

Pesce 2: Il sogno di Solly è venuto proprio quando ho finito di scrivere del settimo pozzo della Colonna del Cuore delal Rosa e ho intrapreso qui la Colonna del Cuore del Leviatan. Dal momento che "My Old Flame" è una canzone jazz, è un segno che arriveranno una o più canzoni nuove, forse sulle Mazalot del Leviatan.

Pesce 3: Perché la Torà ci rivela che nostro padre Isacco chiamò i pozzi come suo padre Abramo, senza rivelarcene i nomi? E inoltre, che senso ha il fatto che Abramo li chiamò in un certo modo e i Filistei li ricoprirono di terra e Isacco ritornò e li riattivò chiamandoli come suo padre? C'è qui un'allusione al fatto che i nomi dei pozzi scavati da Abramo erano noti a tutti. I Filistei nella loro invidia e cattiveria li disattivarono, ma quando tornarono in possesso ad Isacco, che conosceva i loro nomi, li chiamò con gli stessi nomi, senza rivelarli, per cui la Torà non li indica. Allusione bella e precisa, e in effetti da tale allusione si evolve un altro argomento. Isacco e la Torà non ci hanno rivelato i nomi dei pozzi, ma quei nomi sono importanti, perché, altrimenti, che importanza avrebbe tutta questa faccenda? È noto infatti che la Torà non viene per raccontare cose senza senso, ma sempre ci sono insegnamenti da trarre, sia in forma manifesta che in forma allusiva. A volte la cosa recondita si rivela solo quando giunge il suo momento, come avviene al tempo della Gheulà Shlemà, quando tramite i Segni Redenzionali vengono rivelati dei punti oscuri della Torà. Per merito del Goel Haim, vengono rivelati nuovi studi, come il Libro del Commento di Beer Sheba e il Libro di "Vayishakehu", in cui abbiamo rivelato, grazie a Dio, il significato dei 6 puntini sopra il verbo "e si baciarono" (Genesi, 34, 4), riguardante la riconciliazione dei cuori fra Esaù e nostro padre Giacobbe.

Pesce 4: I segni oscuri nella Torà possono essere interpretati secondo il Leviatan e i nomi delle sue Mazalot, così come li abbiamo ricevuti, secondo le questioni dei Segni Redenzionali e dei nomi dei Sette Cerchi Profetici. È importante sottolineare che le Mazalot del Leviatan, le Stelle della Redenzione, i Cerchi Profetici e i Segni Redenzionali esistevano da sempre, dalla creazione del mondo o forse ancor prima, e furono rivelati a nostro padre Abramo. Il "Libro delle Stelle", per esempio, fu trasmesso in eredità ad Abramo, ed è il libro per mezzo del quale lo Tzadik Haim ci insegna i nomi e le questioni delle stelle redenzionali.

Pesce 5: (Isaia, 48, 6 – 8): "Tu ne hai udito l'annuncio; considerale avvenute tutte quante. Non lo proclamerete voi stessi? Ora io ti annuncio delle cose nuove , delle cose occulte, a te ignote. Esse stanno per avvenire adesso, non da tempo antico; e, prima d'oggi, non ne avevi mai sentito parlare, perché tu non abbia a dire "ecco, io già le avevo sentite". No, tu non le hai mai udite, né sapute, nulla in passato te ne era mai venuto agli orecchi, perché sapevo che ti saresti comportato slealmente poiché ti chiami ribelle fin dal ventre materno". Queste sono le cose nuove: i segni messianici e redenzionali della Gheulà Shlemà. Solo con l'elezione fatta da Ha Shem del Goel Haim i segni vengono chiamati Completi, e si può dire che sono stati "creati" ora e non un giorno prima, ossia: non prima del giorno in cui Ha Shem ha scelto il Goel Finale. Questo perché prima della scelta del Goel i segni messianici e redenzionali non erano in uno stato di Gheulà Shlemà, mentre i segni iniziali coperti dal cristianesimo erano ben lontani dall'essere "completi", come la distanza esistente fra ebraismo e cristianesimo. Con l'elezione del Goel Haim, i segni si completano, scendono nel mondo e vengono capiti con una nuova comprensione.

Pesce 6: Con l'avvento dei Segni Redenzionali, si annullano i Segni Iniziali che uscirono contorti nel Cristianesimo, per cui rimangono solo per lo studio e la comprensione della missione di Yeshua. Così tutto cambia completamente, quando i Segni Redenzionali sono come "nuova creazione" proprio nel momento della loro rivelazione, anche se i segni stessi furono creati da Dio in passato ed esistevano ancor prima del Cristianesimo, perché la dottrina dei segni è un retaggio del profeta Elia, di benedetta menoria. Noi li chiamiamo i Segni Iniziali solo nel contesto della missione di Yeshua e di tutto ciò che ricevette nella scuola essena, mentre presso il profeta Elia i Segni erano già redenzionali, sebbene la condizione storica per rivelarli era ancora lontana. Inoltre, l'eredità era occultata con il profeta Elia; i segni erano stati creati ma erano nascosti all'interno della Torà.

Pesce 7: Torat ha Simanim è così chiamata, perché nella rivelazione dei Segni c'è tutta una dottrina, nella quale si rinnova anche la stessa santa Torà, perché anche la Torà si completa con il Segno delle Stelle, con il Segno del Regno dei Cieli, con il Segno della Casa di Preghiera, con il Segno dell'Asino, con il Segno della Quarta Generazione e con il Segno della Resurrezione dello Tzadik Haim. Torat ha Simanim ha Shlemim tratta questioni del tutto nuove (come il Nuovo Rito e i testi della Gheulà Shlemà) o rinnovate nel suo contesto (come la Nuova Sukkà). Questo è il senso della vicinanza di "Ricordati della Torà di Mosè, mio ​​servitoreo" (Malachia 3, 22) a "Ecco, Io vi mando il profeta Elia" (ibid. 23) nella profezia di Malachia. Poiché sebbene la Torà dei Segni Messianici e Redenzionali sia una Torà completa, non bisogna confondersi e pensare erroneamente che non sia collegata alla Torà di Mosè, la pace sia su di lui. Basta considerare che cosa fece il Cristianesimo dopo la rivelazione dei Segni Iniziali, soprattutto per mano di Paolo. La Torà fu allora considerata "nulla" di fronte alla nuova "Torà di Cristo", ma noi dobbiamo ricordare che la Santa Torà esiste ed esisterà in eterno con le sue leggi e i suoi statuti così come tutta la tradizione di Israele (e notate che Gesù stesso ne comprese l'equilibrio dicendo: "non sono venuto per annullare la Torà o le parole dei profeti, ma per adempierle"(Matteo 5, 17).

Pesce 8: È importante capire che i segni messianici e redenzionali sono nella Torà e quindi sono ad essa associati e complementari sotto alcuni aspetti. Non la negano assolutamente, nemmeno una punta di una YOD, ma poiché nella loro rivelazione ne viene fuori una grande e ampia Torà, ci potrebbe essere lo spazio per l'errore, per cui Ha Shem avverte alla fine del libro di Malachia: "Ricordatevi della legge di Mosè, Mio servitore, al quale Io diedi in Horev leggi e statuti per tutto Israele. Ecco, Io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno grande e terribile del Signore. Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, ond'io, venendo, non abbia a colpire il paese con anatema (herem)". Questa è la Torà di Mosè e questa è la Torà dei Segni, e insieme si crea una perfezione desiderata. La Torà dei segni nascosti nella Torà è passata in eredità al profeta Elia. Alla scuola degli Esseni Yeshua ricevette i Segni Iniziali che, dopo la sua missione, vennero manipolati nel Cristianesimo (e ribadiamo qui il concetto: se la missione di Yeshua fosse stata accettata da tutto il popolo d'Israele, supponendo che ne fosse stato meritevole, la Redenzione Completa sarebbe potuta avvenire, ma così non fu). Solo alla fine, dopo che Ha Shem ha scelto il Goel Haim, verranno rivelati i Segni Redenzionali. "Ora creati": perché solo ora tutte le forme dei segni, che esistevano anche prima, sono perfezionate dal Goel e la prova di ciò è che tutto ciò che spieghiamo è sconosciuto e mai prima sentito.

Pesce 9: Nostro padre Abramo ricevette da Ha Shem il Libro delle Stelle, e nel Segno delle Stelle della Redenzione è stato rivelato il segno del Libro delle Stelle. Questo segno è il primo nel Segno delle Stelle, che è generale e rappresenta una chiave per tutti i segni delle Stelle Redenzionali, perché tutti i segni della Torà hanno una connessione stellare con le Stelle Redenzionali. Questo fatto di interpretare le questioni della Torà secondo i loro segni si apre solo adesso con la rivelazione del Libro delle Stelle, e quindi ogni nuova interpretazione che portiamo secondo i Segni Redenzionali o le Nuove Mazalot è del tutto nuova e rivela ciò che era occultato all'interno della Torà. Ad esempio: tutte le nuove spiegazioni sul rapporto messianico-redenzionale tra la Stella di Malchitzedek e la Stella di Abramo vengono rivelate adesso per merito del Goel Haim, che ci dà le lezioni sul Libro delle Stelle.

Pesce 10: Le azioni dei padri sono segni per i loro figli. Questa vera saggezza, nota ai Saggi d'Israele, trova conferma durante la Gheulà Shlemà e ne fa esempio il significato del nome EHEYE ASHER EHEYE riguardo ai Patriarchi d'Israele. In generale, le vicende di nostro padre Abramo sono i segni inclusi nel primo EHEYE, le vicende di nostro padre Isacco sono i segni inclusi nel nome ASHER, e le vicende di nostro padre Giacobbe sono le segni inclusi nel secondo EHEYE. Per quanto riguarda i pozzi di Be'er Sheva, anche i pozzi che scavò Abramo sono segni, per cui l'allusione summenzionata continua, dopo che i Filistei avevano ricoperto di sabbia i pozzi e Isacco li aveva riattivati chiamandoli con gli stessi nomi di suo padre, che nella Torà non vengono però nominati. In altre parole: come Isacco ne occultò i nomi così anche la Torà non ce li rivela.

Pesce 11: Poiché i pozzi sono pozzi d'acqua e l'acqua nei pozzi è correlata alle mazalot e alle stelle. L'obiettivo è spiegare (le'baer) i pozzi (be'erot) con le spiegazioni (bi'urim) di acqua secondo le Stelle Redenzionali e le Mazalot del Leviatan, per cui i pozzi hanno bisogno di nomi, che vanno associati alle Stelle della Gheulà Shlemà e alle Mazalot del Leviatan. Per questo ho collegato sette pozzi alle Mazalot del Leviatan che hanno nomi di animali, sette pozzi alle Stelle di Ester nel regno di Ahashverosh e sette pozzi alle Mazalot del Leviatan che non hanno nomi di animali, con il segno del Rifugio dell'Armadillo viene elencato sia nei primi che negli ultimi pozzi. Questo perché gli ultimi pozzi vengono occultati nella Torà e devono essere rivelati dai loro collegamenti con i pozzi rivelati. Con l'aiuto di Ha Shem, tutte le Mazalot del Leviatan avranno effetti sui pozzi di Beer Sheva ed eleveranno la città dei Patriarchi, che è la città del patto e la città dei Cohanim.

Pesce 12: Ho anche collegato i 21 pozzi che ho trovato con le vicende dei Patriarchi, affinché le Mazalot del Leviatan e le Stelle della Gheulà Shlemà siano connesse ai versi della Torà. Questo perché l'acqua in cui cerchiamo le spiegazioni sono i segni occultati nella Torà. Dopotutto, il fatto stesso che nostro padre Abramo diede dei nomi ai pozzi allude al fatto che egli ricevette in eredità da Ha Shem il Libro delle Stelle, per cui i nomi sono secondo il Libro delle Stelle. Anche l'acqua in quei pozzi era benedetta e aveva virtù, poiché i nomi dei pozzi erano collegati alle Stelle Redenzionali ed alle tredici Mazalot del Grande Pesce Leviatan.

Pesce 13: E tuttavia i Filistei, pervasi da cattiveria d'animo e invidia, vedendo quei pozzi benedetti, li ricoprirono di sabbia. Nostro padre Abramo capì che non doveva più rivelare pubblicamente i nomi, per cui li trasmise in segret a suo figlio Isacco. E quando Isacco riattivò i pozzi non rivelò i nomi, poiché sapeva che i malvagi avrebbero sabotato nuovamente quello che era benedetto; i malvagi, infatti, quando ricevono il bene lo usano per scopi disonesti e non per l'amor del cielo.

Pesce 14: Trattandosi di una vera tradizione, la Torà ha voluto che conoscessimo questo particolare, perché al tempo della Gheulà Shlemà, quando Ha Shem sceglierà il Goel, scenderà coi Segni Redenzionali il Libro delle Stelle ricevuto da nostro padre Abramo e il Goel stesso ci impartirà delle importanti lezioni rivelando i nomi delle Stelle Redenzionali e delle Tredici Mazalot del Leviatan. Vedete dunque come viene occultato questo argomento nella nostra santa Torà e quanto importante sia il collegamento dei pozzi di Beer Sheva con i nomi delle Stelle Redenzionali e delle Mazalot del Leviatan. Questo collegamento è fondamentale per venire a conoscenza della nuova e vera Kabalà nella Terra d'Israele, che sarà diffusa tra gli ebrei e le nazioni del mondo.

Pesce 15: Abbiamo scritto nella prefazione che "barà sheva" allude al fatto che la città di Beer Sheva simboleggia la completezza della Gheulà Shlemà, così come il settimo giorno completa i sei giorni della Creazione. E ho anche accennato al "segreto" rivelatomi dallo Tzadik Abuhatzera, secondo il quale la città di Beer Sheva è speciale perché è il "punto d'incontro" dei sette cieli e delle sette terre. Abbiamo anche appreso dai Segni Redenzionali che il Bet Hamikdash con la Casa di Preghiera di Sette Piani, Tredici Altari e Tappeto dell'Islam, oltre a Gerusalemme, sarà eretto anche a Beer Sheva. La Casa di Preghiera da costruire a Beer Sheva sarà di modello per altre case di preghiera per tutti i popoli, dove tutti potranno pregare a Dio soltanto nelle generazioni della Gheulà Shlemà.

Pesce 16: A questo proposito, diciamo che le Casa di Preghiera saranno costruite secondo le necessità del luogo. Ad esempio, il Tappeto dell'Islam sarà comune nei paesi musulmani, l'Altare di Malchitzedek nei paesi cristiani, l'Altare di Giuda e l'Altare di Efraim nei luoghi dove ci sono ebrei, che vogliono pregare sugli altari della Casa di Preghiera secondo i bisogni delle comunità.

Pesce 17: Sono del parere che da Beer Sheva si diffonderà il modello della Casa di Preghiera per tutti i popoli, poiché si tratta di una novità universale assoluta. Pertanto, uno degli scopi principali di questo scritto è quello di elevare la città di Beer Sheba, la città dei Patriarchi e dei Cohanim, collegandola alle questioni redenzionali, tramite le connessioni fra i pozzi e le Stelle della Redenzione e le Mazalot del Leviatan.

Pesce 18: Bisogna qui far presente che la comprensione della Torà si rinnova ai tempi della Gheulà Shlemà e questo verbo "si rinnova" è importante, poiché bisogna capire in che cosa consiste tale rinnovamento. Abbiamo già sottolineato che le cose nuove sono nel contesto della Torà e non si discostano assolutamente da essa.E' un grande portento che dopo 4000 anni dal nostro antenato Abramo e 3500 anni dopo il dono della Torà, arrivano segni e spiegazioni che aggiungono nuova conoscenza alla Torà. E in effetti non si tratta di nuove conoscenze, ma anche del fatto che la Torà si completa nel Patto Completo Finale e una nuova comprensione viene per i figli d'Israele e per le nazioni del mondo. A ciò allude il nome EHEYE ASHER EHEYE, in cui il secondo EHEYE si rinnova e non si distacca dal primo EHEYE (cioè: non cadiamo nell'errore pensando che il secondo EHEYE sia separato dal primo).

Pesce 19: Inoltre, Ha Shem non rivelò a Mosè soltanto il primo EHEYE e il secondo EHEYE, (come se fosse EHEYE EHEYE) ma li unì tra loro con il nome ASHER per farci capire che la Sua rivelazione nella Prima Redenzione è collegata alla Sua rivelazione nella Completa Redenzione Finale e il nome di unione ASHER è eterno come tutto il nome di Dio, come sta scritto (Isaia 42, 6): "Io sono il Primo e Io sono l'Ultimo, e all'infuori di Me non esiste altro Dio". Tuttavia, il nome ASHER è il più nascosto, perché non è considerato come un nome (ma come una congiunzione), per cui gli eventi della Storia avvenuti sotto l'ASHER nascondono molto. Possiamo elencare: la missione miracolosa e l'ascesa in cielo da vivo del profeta Elia, di benedetta memoria, la salvezza di Purim, in cui il nome di Dio è occultato (Libro di Ester), e la missione messianica di Yeshua, la cui vera storia viene rivelata solo ora con i Segni Redenzionali.

Pesce 20: Per questo il nome ASHER è collegato al "segreto delle correzioni" e infatti le correzioni non possono essere apportate fino a quando non siano scesi i Segni Redenzionali che rivelano la storia di Yeshua, le Stelle della Meghilat Ester e il ruolo del profeta Elia. In effetti, in questi ultimi 26 anni mi sono occupato delle questioni del nome ASHER a cui si riferiscono molti capitoli dei libri dei Profeti. In realtà, il nome ASHER non poteva essere associato alsecondo EHEYE se non dopo la correzione della RESH nel Cristianesimo e alla correzione nell'Ebraismo, che si deve riformare sotto il potere della Torà e dei Profeti che devono infondere uno spirito nuovo al popolo d'Israele.

Pesce 21: Riassumiamo qui i nomi dei 21 pozzi: (Colonna del Cuore del Profeta): (1) Il Pozzo della Resurrezione dell'Uccello (2) Il Pozzo della Battaglia del Pesce (3) Il Pozzo dei Pesi dell'Asino (4) Il Pozzo della Tartaruga Illuminata (5 ) Il Pozzo del Regno della Giraffa (6) Il Pozzo del Rifugio dell'Armadillo (7) Il Pozzo della Tana del Leone. (Colonna del Cuore della Rosa): (8) Il Pozzo di Ah (9) Il Pozzo di Hash (10) Il Pozzo di Shor (11) Il Pozzo di Rosh (12) Il Pozzo della Regina Ester (13) Il Pozzo della Modestia (14) Il Pozzo della Modestia interiore (Il Cuore del Grande Pesce Leviatan). (Colonna del Cuore del Grande Pesce): (15) Il Pozzo del Progetto (16) Il Pozzo del rifugio dell'Armadillo (17) Il Pozzo del Lago di Sale (18) Il Pozzo della Valle di Mercurio (19) Il Pozzo della Fine del Minuto (20) Il Pozzo del Profumo Celeste (21) Il Pozzo della Bellezza del Paradiso.

La Torà menziona: Il Pozzo di Lachai Roì, Questo Pozzo scavato da nostro padre Abramo, Il Pozzo di Sitnà, Il Pozzo di Esek, Il Pozzo di Rehovot, Il Pozzo di Acqua Viva e il Pozzo della Grande Pietra. Questi pozzi sono inclusi nei pozzi secondo i nomi suddetti. Sì, non ho menzionato il Pozzo della vicenda di Eliezer e di Rebecca nostra madre, che forse ha bisogno di un'interpretazione speciale.

DIARIO: Lag Ba'omer 5769: Ho acceso un lume nel nome del vero rabbino Shimon bar Yochai e non di quello falso a cui viene attribuito falsamente il Libro dello Zohar con tutta la falsa Kabbalah, che è piena di idolatria e di dèi emanati inesistenti, che esistono solo nella fantasia malata e distorta di chi ci crede. Il santo Tanà, Shimon bar Yochai, non ha nulla a che fare con tutto questo culto insano! Che il Signore Santo Benedetto, nella Sua gelosia possa estirpare per sempre questa menzogna dal popolo d'Israele e riaccreditare il vero Tanà, Rabbi Shimon bar Yochai. Amen.

 

SEDICESIMO CAPITOLO

La Colonna del Grande Pesce Leviatan

Il Secondo Pozzo è il Pozzo di acqua viva

Esso è collegato con il settimo Mazal delle Mazalot del Leviatan, il Rifugio dell'Armadillo

"E i servitori di Isacco scavarono nella valle e vi trovarono un pozzo di acqua viva"(Genesi 26, 18).

Pesce 1: Questo pozzo allude alla Gheulà Shlemà per merito dello Tzadik Nistar, il Goel Haim. Cercherò di chiarire alcune cose sul contenuto dell'acqua viva. Lo Tzadik Haim ci ha detto in sogno che "agli allievi non devono venire a mancare i Segni di Isacco" e ciò ha più significati. I Segni di nostro padre Isacco sono racchiusi nel nome ASHER che è collegato al livello di "ruach" (abbiamo ricevuto dallo Tzadik che possiamo riferire il Nefesh, il Ruach e la Neshamà al nome EHEYE ASHER EHEYE, che si può interpretare anche con l'ordine inverso Neshamà, Ruach e Nefesh; ciò dipende dall'argomento che si sta trattando); possiamo dire che le virtù che dipendono dallo spirito del cuore sono le virtù amate nel Regno dei Cieli.

Pesce 2: Ed è sottinteso che il raggiungimento delle virtù del cuore dipendono dall'impegno che ci mette la persona. Interessante è il fatto che solo nella vicenda di nostro padre Isacco (e non di Abramo o Giacobbe) si parla di questo pozzo, il pozzo di acqua viva. L'acqua viva che desideriamo bere è associata ai Segni di Isacco sotto il nome di ASHER che collega il Nefesh alla Neshamà o la Neshamà al Nefesh perché la maggior parte del lavoro dell'uomo per servire Ha Shem consiste nel collegare il cuore allo spirito. E la persona dovrebbe sempre impegnarsi e sforzarsi a raggiungere le virtù amate: l'umiltà, la pietà e la compassione per il prossimo, il derech eretz, la modestia interiore e altro.

Pesce 3: La persona non sarà in grado di raggiungere uno spirito giusto se la sua anima è difettosa, per i peccati che compie con il corpo o con la bocca, perché è noto che la maggior parte dei peccati dipende dalla lingua. La cosa è simile ad una nave che ha delle falle sul fondo, per cui non importa che cosa vi si mette a bordo, poiché sarà comunque destinata ad affondare e, anzi, quanto più la si caricherà tanto prima colerà a picco. Così avviene con l'animo umano: se una persona persiste nel peccato con le sue azioni e il suo linguaggio, non ci sarà modo che uno spirito vero si posi su di lui, e anche se si sforzerà non avrà successo. Questo perché ciò che ha il sopravvento nella persona sono i suoi vizi. E non per niente è scritto nei Proverbi (21, 23): "Chi tiene a bada la sua bocca e la sua lingua, tiene lontana dai guai la sua anima"; infatti, è la lingua che media tra il Ruach e il Nefesh e tra il Ruach e la Neshamà.

Pesce 4: - La Torà dice in forma allusiva che se volete trovare il pozzo di acqua viva, dovete servire Ha Shem, scavare nel cuore e trovare le virtù desiderate, l'opera del cuore del Mio servitore Isacco. "Il mio servitore Isacco" sono i fedeli di Ha Shem che cercano di elevare il livello delle virtù del cuore per comunicare sempre con il loro spirito, per mezzo del quale si attingono le acque dal pozzo di acqua viva. Chi è mancante non può attingere questa acqua, perché non merita di essere considerato servitore di Ha Shem e non riuscirà ad esplorare il suo cuore per trovare, migliorare e raffinare le sue virtù. Ecco perché il Goel ha detto che ai Talmidim non dovrebbero msncare i Segni di Isacco - che permettono di migliorarsi nello spirito, nel corpo e nella lingua.

Pesce 5: Abbiamo più volte spiegato che il nome ASHER è un nome nascosto che racchiude la tradizione del profeta Elia, la tradizione di Mordechai ha Tzadik e della regina Ester e la tradizione della missione messianica di Yeshua, nel contesto dei Segni Iniziali. La questione del profeta Elia, di benedetta memoria, è occultata e lo Tzadik Haim, Capo dei trentasei Tzadikim Nascosti della sua generazione, ci ha rivelato che in tutte le generazioni (da Mordechai il Giusto in avanti) il profeta Elia ha presieduto l'istituzione degli Tzadikim Nistarim, pur non essendo conteggiato tra di essi. Nella parte nascosta della ALEF del nome ASHER ci sono le questioni dei trentasei Tzadikim Nistarim in ogni generazione, mentre la SHIN di ASHER racchiude gli ordini nascosti di EL MISTATER nella Sua redenzione del popolo d'Israele tramite le Stelle della Redenzione. Il fatto che il nome di Ha Shem non sia menzionato nel Libro di Ester mostra il Suo occultamento secondo la Sua volontà per mezzo del segreto delle Stelle della Redenzione. Il Libro di Ester contiene anche la Stella di Ester, e la ALEF e la SHIN sono il fuoco (esh) espresso nell'"esh dat lamò" della Torà secondo i suoi livelli superiori e nascosti e il livello segreto di EL MISTATER tramite le Stelle della Redenzione.

Pesce 6: Parliamo qui del vero fuoco delle cose rivelate e delle cose nascoste, alla base del quale si può rivelare la RESH del nome ASHER, perché la RESH non rientra nelle cose nascoste, ma in un grande luce che si rivela al popolo d'Israele e si diffonde fino alle isole lontane. Pertanto proprio nella RESH di ASHER c'è la missione messianica, che può elevarsi come uno stendardo fra i popoli e fare uscire la giustizia fra di loro. E per le corna del montone rimaste impigliate fra i grovigli teologici della storia, ha avuto il sopravvento l'occultamento del nome ASHER e solo con la rivelazione dei Segni Redenzionali le questioni saranno chiarite. Tuttavia, Yeshua, da parte sua, volle rivelare e spiegare le cose dal pozzo di acqua viva riguardanti la vita eterna del Regno dei Cieli tramite le virtù del cuore, e, in effetti, la maggior parte dei suoi insegnamenti dimostra che l'inizio della scoperta del pozzo di acqua viva era già nei Segni Iniziali, per cui la missione di Yeshua era sotto la RESH del nome ASHER nei Segni di Isacco.

Pesce 7: In effetti, il sacrificio di Isacco si è completato con il sacrificio finale dello Tzadik Haim che annullò un terribile decreto sul mondo. Dopo la sua morte terrena, lo Tzadik è stato portato da risorto nella sua sede nel Regno dei Cieli. Da quel momento si è stabilito il Regno dei Cieli Completo che comunica con i cuori degli esseri umani nel mondo, affinché chi lo raggiunge ottenga la vita eterna associata al Pozzo di Acqua Viva. Con la sofferenza finale dello Tzadik Haim si è conclusa la sofferenza degli Tzadikim Nistarim di ogni generazione, e questa è una questione grande e segreta che in ogni generazione passata i veri Tzadikim Nascosti garantivano con la loro sofferenza la sopravvivenza del mondo e per questo erano chiamati "Tzadik yesod ha 'olam" , Tzadik fondamento del mondo. Il Santo Benedetto fondò, a partire da Mordechai il Giusto l'istituzione dei trentasei Tzadikim Nistarim in ogni generazione, affinché in ogni momento ci fossero degli Tzadikim per il cui merito e sofferenza venissero annullati terribili decreti del Tribunale Supremo. (nota 1). Questo ordine è dovuto al Fuoco (esh) dell'ALEF e della SHIN del nome ASHER.

Nota 1: Lo Tzaddik ci rivelò che agli Tzadikim Nistarim non fu permesso di intervenire nel decreto dell'Olocausto e anche se avessero voluto farlo non avrebbero potuto informare perché il decreto era definitivo e nessuno poteva interferire con esso.

Pesce 8: Quando il lungo sacrificio di nostro padre Isacco finì, con il sacrificio dello Tzadik Haim, fu deciso in Alto che a causa delle enormi e terribili sofferenze dello Tzadik Haim, i Giusti Nascosti non avrebbero più avuto il permesso di prendere su di sé i decreti pesanti. Questa decisione è coincisa con l'inizio della Quarta Generazione, perché se gli Tzadikim Nistarim avessero continuato ad assumersi il peso dei decreti, il giudizio finale non sarebbe sceso sul mondo nel Giorno grande e terribile, impedendo così l'avvento della Gheulà Shlemà. Come parte di questo cambiamento, abbiamo ricevuto che è stato istituito un ordine del tutto nuovo per gli Tzadikim Nistarim, che consiste nell'istituzione di 250 Giusti Nascosti (in ghematria = NER, candela), e quindi il suo nome è: "La candela del Giusti Nascosti che vivono nella loro fede".

Pesce 9: I Segni di nostro padre Isacco del nome ASHER, come detto, si sono completati con la sofferenza finale dello Tzadik Haim, il Giudice, unto da Ha Shem, che presiede il Regno dei Cieli e guida la Gheulà Shlemà nel mondo. Notate anche come il pozzo di Maim Haim (acqua viva), nel suo nome, allude al Goel (Haim) e che la valle (NAHAL) con l'acqua viene per collegare il Pozzo alle Mazalot del Leviatan: la NUN nel Mazal della Resurrezione dell'Uccello, la HET nel Mazal del Lago di Sale, che è il Mazal del Patto Completo e la LAMED nel Mazal della Tana del Leone; il NAHAL è collegato con la Nuova Legge della Gheulà Shlemà, che esce tra le nazioni del mondo per portare il giudizio di verità.

Pesce 10: Perciò scavate nella valle della Gheulà Shlemà, credete nella resurrezione del Goel Haim, entrate nel Patto Finale della Gheulà Shlemà, studiate gli scritti del Mishnat Haim, cercate uno spirito veramente nuovo che sarà per voi un Pozzo di Acqua Viva. Bisogna chiarire cosa c'è tra la valle in cui scavarono i servitori di Isacco e la valle della Gheulà Shlemà. I Segni di Isacco sono collegati, come detto, al nome ASHER, mentre i Segni Redenzionali sono i segni di nostro padre Giacobbe, i Segni della Gloria d'Israele. Abbiamo ricordato prima che bisogna associare Nefesh, Ruach e Neshamà al nome EHEYE ASHER EHEYE, quindi il primo EHEYE è collegato all'anima dei Tempi Redenzionali, il nome ASHER allo spirito e il secondo EHEYE all'anima nel contesto dell'esistenza della Gheulà Shlemà nel mondo. Nel collegamento del primo EHEYE all'anima, si intende la forma dell'anima dei figli d'Israele, che è collegata alle azioni del corpo, perché il nefesh è la vitalità del corpo che risiede nel sangue, poiché senza di essa l'uomo cessa di vivere.

Pesce 11: Poiché l'intera Torà è racchiusa nel primo EHEYE dall'atto della Creazione attraverso le storie dei Patriarchi, l'Esodo e il dono della Torà, con i portenti sul monte Sinai e la santificazione delle anime dei figli d'Israele, come si può dire di tutto ciò che è il Nefesh dei Tempi Redenzionali? Tuttavia, ciò non dipende dal livello della Torà, ma da quello dei figli d'Israele, perché il mondo del Ruach non si stabilisce nei figli d'Israele se essi non sono integri nel Nefesh, ossia nella perfezione dell'azione e del linguaggio. La Torà ha racchiuso tutto in essa, ma i figli d'Israele non sono riusciti a ricevere il suo spirito, per non parlare della sua anima, e magari avessero potuto ricevere il Nefesh della Torà, ossia i precetti positivi e negativi in essa presenti.

Pesce 12: La Sacra Tora ha dato ai figli d'Israele una vera forma di vita, dal comportamento quotidiano dell'individuo fino alla santità delle azioni del Sommo Sacerdote durante il Giorno di Kippur, con tutte le leggi e i precetti positivi e negativi; tuttavia poiché i figli d'Israele, in generale, disattesero con le loro azioni la volontà di Ha Shem, ecco che non furono degni di ricevere il Ruach. Va sottolineata la difficoltà di questa questione, poiché a motivo della responsabilità reciproca imposta al popolo di Israele (tutto Israele è garante l'uno dell'altro), il popolo non ha raggiunto la perfezione, dato che ci sono sempre i trasgressori che abbassano il livello generale, come avvenne con la moltitudine mista nell'episodio del Vitello d'oro, oppure con la vicenda di Acan (Giosuè, 7), per la cui colpa il popolo dovette sostenere dure e lunghe battaglie.

In questo contesto abbiamo ricevuto, Baruch Ha Shem, una nuova mishnà riguardante la seconda ascesa di Moshè Rabbenu, secondo la quale, dopo il peccato del Vitello, Mosè chiese al Santo Benedetto di concedere ai figli d'Israele un'altra via rappresentata dalle virtù del cuore, che infondono uno spirito nuovo. Ha Shem gli rispose che se avesse comandato ciò, come parte di una nuova via dello spirito, il popolo sarebbe subito caduto nell'errore e la situazione sarebbe peggiorata. Perciò Ha Shem non accolse la richiesta di Mosè e gli rispose (Esodo 34, 1): "Scolpisci due tavole di pietra come le prime"; ossia: il modo con il quale ho dettato le leggi nella Torà è il modo tramite il quale essi dovrebbero perfezionare le loro anime, e solo per mezzo delle loro anime corrette potranno poi ricevere un nuovo spirito. Questa mishnà ci fa capire che il primo EHEYE venne per modellare la forma del Nefesh dei figli d'Israele.

Pesce 13: Tuttavia, il popolo nel suo insieme si degradò dopo la spartizione del Regno: le dieci tribù si prostituirono con il culto del Ba'al e furono punite con l'esilio; anche i figli di Giuda peccarono ma sopravvissero grazie al Bet Ha Mikdash. Lo stato spirituale del popolo in quel tempo era ai minimi termini e lo stesso profeta Elia dovette ammettere (1 Re, 19, 14): "Perché io non sono migliore dei miei padri". In altre parole: così come i miei antenati non riuscirono a far pentire il popolo facendolo tornare sulla retta via, così io non sono riuscito a cambiare il loro cuore col rimorso, il pentimento e la correzione. Tuttavia, il profeta Elia, di benedetta memoria, non era come i suoi antenati, poiché era particolare e di un livello superiore. Egli fu l'unico che non conobbe la morte fisica e fu fatto salire vivo in cielo, ed è noto dalla Tradizione che egli scende nel mondo per svolgere i compiti assegnatigli da Dio, perché è amato in quanto dimostrò il suo sacro zelo contro l'idolatria dei Be'alim. Elia è anche nel Patto dei Segni Redenzionali e la ALEF del nome ASHER è collegato alla sua tradizione. Il profeta è menzionato anche nell'ultima profezia di Malachia (3, 22-24), che parla della Redenzione Finale, dato che Elia rappresenta il collegamento storico con la Gheulà Shlemà tramite i punti sopra il verbo "Vayeshakehu" e la riconciliazione dei cuori fra padri e figli. Nell'ascesa del profeta Elia si trova la radice del legame sia con il Regno dei Cieli che con il Segno della Resurrezione dei morti.

Pesce 14: I segni del primo EHEYE furono a tutti manifesti nell'Esodo dall'Egitto, nel dono della Torà sul Sinai, nel passaggio miracoloso attraverso il Mar Rosso, nei quarant'anni di vita nel deserto; tuttavia, il popolo cadde nelle trappole idolatre tese dai popoli vicini, sia nel periodo dei Giudici che in quello dei Re. Dopo la spartizione del Regno, il popolo continuò a degradarsi in ogni senso. Per questo, la lettera HE del primo EHEYE, che racchiudeva una missione messianica e aveva permesso di portare a termine la costruzione del Bet ha Mikdash, non si completò per la mancanza di meriti dei figli d'Israele, per cui fu con il profeta Elia che si manifestò l'influenza del nome ASHER che indicava un processo più nascosto nella storia dei Tempi Redenzionali. Così come il primo EHEYE si collegava con la correzione del Nefesh del popolo, il nome ASHER si collegava con il Ruach dei Tempi Redenzionali.

Pesce 15: So che ci sono molti modi per interpretare il nome EHEYE ASHER EHEYE (Sarò quel che Sarò), ma qui io mi soffermo sul parallelismo con Nefesh, Ruach e Neshamà e trovo una conferma proprio dall'episodio dei servitori di Isacco che trovarono il Pozzo di Acqua Viva. Abbiamo spiegato che l'Acqua Viva allude al Goel Haim e all'acqua buona e meravigliosa dei Segni Redenzionali che sono i Segni di Giacobbe e i Segni della Gloria d'Israele, in particolare all'interno dei Segni del secondo EHEYE. Abbiamo anche spiegato che la sofferenza finale dello Tzadik Haim ha rappresentato la fine del lungo sacrificio di nostro padre Isacco e questo fa già parte della risposta, poiché i Segni di Isacco non potevano realizzarsi e raggiungere la perfezione, se non dopo la fine del lungo sacrificio di Isacco.

Pesce 16: I Segni di nostro padre Giacobbe che visse per venti anni in esilio presso Labano, l'arameo imbroglione, alludono ai due millenni di esilio di Israele tra le nazioni e si accompagnano ai Segni di suo padre Isacco, perché entrambi erano in vita durante quei venti anni. È interessante notare che a nostro padre Giacobbe fu comunicato dall'angelo, ministro di Esaù, che avrebbe ricevuto il nome di Israele; tuttavia, anche se la benedizione sottolineava che il suo nome non sarebbe più stato Giacobbe, in effetti, non fu così, dato che anche dopo il nome Giacobbe viene menzionato (a differenza di nostro padre Abramo, che dopo l'aggiunta della HE non fu più chiamato Abram, ma solo Abraham). Pertanto, non sembra che l'intenzione fosse quella di chiamare Giacobbe con un'accezione negativa (come fece Esaù, quando disse: "e mi ha imbrogliato due volte" veya'akveni ze pa'amaim, Genesi, 27, 36), per cui dopo duemila anni di persecuzioni per l'odio delle nazioni, Giacobbe diventerà la Gloria d'Israele agli occhi di tutti i popoli al tempo della Gheulà Shlemà.

Pesce 17: I Segni redenzionali e messianici di cui stiamo parlando sono legati al nome ASHER (c'è un'allusione anche nel numero riduttivo 6 di ASHER (1 + 300 + 200, se togliamo i due zeri di 300 e 200 otteniamo il 3 e il 2; sei sono infatti i Segni Redenzionali), mentre i Segni che sono sotto il primo EHEYE e racchiudono la riconciliazione dei cuori e l'unificazione del popolo sono l'eredità del profeta Elia. Ricordiamo qui che, sebbene i segni non fossero allora chiamati "Segni Completi", (sono chiamati così solo al tempo della Gheulà Shlemà), erano anche allora potenzialmente completi, perché se a quel tempo il popolo avesse avuto il merito e fosse avvenuta la riconciliazione dei cuori, si sarebbe verificato un cambiamento radicale per tutto il popolo d'Israele e si sarebbe risvegliato lo spirito del cuore. Se allora fosse avvenuta la riconciliazione dei cuori, non si sarebbe realizzata la seconda parte della profezia di Malachia "affinché io non venga e colpisca il paese con un anatema" (la profezia fu data dopo il tempo di Elia) e la missione del profeta Elia sarebbe sfociata nella Gheulà Shlemà.

Pesce 18: Tuttavia, fu decretato l'anatema sul popolo poiché non si era realizzata la riconciliazione dei cuori, e così le profezie messianiche e redenzionali non si realizzarono e avvennero i due esilii, l'ultimo dei quali durò duemila anni. E così come non si realizzò più volte l'avvento del profeta Elia con la riconciliazione dei cuori (poiché l'essenza della Gheulà Shlemà è racchiusa in questo termine), allo stesso modo anche le profezie redenzionali non poterono avverarsi al loro tempo.

Pesce 19: Non dimentichiamo che Ha Shem ha promesso che sarà il profeta Elia ad aprire la Gheulà Shlemà prima del Giorno grande e terribile del Signore e a portare le chiavi della riconciliazione dei cuori, e dal momento che la distruzione del Secondo Tempio e il lungo esilio sono collegati al "pen avò – affinché io non venga" (Malachia, 3, 24), risulta chiaro che la promessa di Ha Shem al profeta Elia avverrà in un altro tempo, poiché mai una promessa benevola di Dio potrebbe non realizzarsi.

Pesce 20: Anche la missione messianica di Yeshua che aveva lo scopo di elevare il popolo fu caratterizzata dall'anatema; il sacrificio di Yeshua, che era amato da Ha Shem, fu accettato ed ebbe il potere di attenuare in modo significativo il decreto di sterminio sul popolo che fu cambiato nei decreti di distruzione del Tempio e della diaspora bimillenaria tra le nazioni del mondo. Pertanto la missione e il sacrificio del Nazareno sono collegati al sacrificio di Isacco, e Yeshua viene paragonato al montone che venne immolato al posto di Isacco, che, dal suo altare, risorse a nuova vita. E sebbene nostro padre Isacco abbia mantenuto il diritto sulla terra d'ìsraele, anche quando i figli di Israele erano in esilio, ecco che la gran parte dei Segni di Isacco si collegano ai figli d'Israele quando risiedono nella Terra d'Israele, per cui la missione di Yeshua avvenne sotto i segni di Isacco, nel contesto della RESH del nome ASHER.

Pesce 21: Anche la profezia (cap. 53) di Isaia si ricollega a Yeshua, per cui quando avremo capito le questioni della Gheulà Shlemà potremo anche capire i motivi della missione di Yeshua e sapremo che in quell'epoca egli, con il suo sacrificio, prese su di sé ed espiò i nostri peccati.

 

DICIASSETTESIMO CAPITOLO

La Colonna del Cuore del Grande Pesce Leviatan

Il Pozzo di Esek (Rissa)

Esso è collegato con l'ottavo Mazal delle Mazalot del Leviatan, il Lago di Sale

"E i pastori di Gherar litigarono con quelli di Isacco perché dicevano "l'acqua è nostra" ed egli diede al pozzo il nome di Esek poiché litigarono con lui" (Genesi 26, 20).

Pesce 1: Altre tematiche relative alla missione di Yeshua sono la salvezza del gregge disperso della Casa d'Israele e la questione della luce per i popoli, espressa nella parabola di Yeshua (Matteo 5), secondo la quale la lampada deve essere vista quando è sulla tavola. Il Santo Benedetto vide che la maggior parte delle nazioni del mondo non avrebbe potuto raggiungere la luce se non attraverso un lungo processo storico, dato che aveva difficoltà a credere in un Dio invisibile (come avvenne con il Cristianesimo che considera Gesù l'incarnazione di Dio).

Pesce 2: Ma, tuttavia, il Misericordioso e il Longanime ama le Sue creature e aspetta il loro pentimento. Il Cristianesimo, a parte le sue carenze teologiche, ha trasmesso, nel corso dei secoli, molte buone virtù in molti suoi fedeli, insegnando loro il valore della carità ed avvicinandoli alla Bibbia e alla conoscenza della storia del popolo ebraico. In questo modo ha elevato lo spirito nei cuori delle masse cristiane, che si sono sforzate di apprendere l'amore tramite gli insegnamenti di Yeshua. Si tratta di due millenni, non di due settimane! Tuttavia, e soprattutto, il Santo Benedetto vide l'obiettivo finale e creò i mezzi per raggiungerlo in modo che tutti potessero ammettere la giustezza e la verità delle Sue opere.

La missione di Yeshua, collegata alla RESH del nome ASHER è, come detto, correlata allo spirito del cuore, così come nella storia di Purim la SHIN del nome ASHER rappresentava il pentimento ed il ritorno alla Torà e il digiuno con il conseguente miracolo del "Na'afoch hu" sfociò nell'elevazione dello spirito del cuore.

Pesce 3: Così anche la santità del profeta Elia eleva lo spirito del cuore dei figli d'Israele ogni volta che lo menzionano o ne parlano, perché la sua menzione dà loro la speranza che presto venga il tempo della Gheulà Shlemà. Anche il fatto che non sia morto e sia salito da vivo in cielo stupisce i fedeli ed eleva il loro spirito. Ribadiamo anche che il nome ASHER riguarda per lo più lo spirito del cuore, ma non si completa fino all'avvento del Goel Haim che porta i Segni Redenzionali, che sono il retaggio del profeta Elia nella loro forma storica finale. I Segni Redenzionali sono racchiusi nel contesto del secondo EHEYE, dove la ALEF riceve le nuove spiegazioni prima sconosciute. Ad esempio: dove salì il profeta Elia,di benedetta memoria? Nel Regno dei Cieli, come da noi spiegato.

Pesce 4: Anche il fatto di essere stato a capo dei 36 Tzadikim Nistarim in ogni generazione non era noto in passato. Inoltre, per la prima volta, vengono rivelati i nomi delle stelle del sistema del Tribunale di Mordechai lo Tzadik e del sistema della regina Ester nel Regno di Ahashverosh come parte della SHIN del nome ASHER. Il segreto del sistema di Ester è che per mezzo delle virtù del cuore di Ester il Ruach del cuore umano sale i gradini di marmo bianco del Palazzo del Regno dei Cieli, per cui il nuovo spirito del Regno dei Cieli passa tramite le quattro Stelle di Shoshan ha Birà che sono: Ah, Hash, Shor e Rosh. La RESH del nome ASHER include, come detto, la grande correzione del Cristianesimo e la riforma nell'Ebraismo, affinché tutte le spiegazioni e le correzioni rinnovino e correggano il nome ASHER, collegato ai Segni di nostro padre Isacco.

Pesce 5: Un'altra questione connessa alla missione di Yeshua è il linguaggio chiaro dei Segni messianici e redenzionali Iniziali della storia. Vediamo di chiarire questo punto. Se il profeta Elia, di benedetta memoria, possedeva i segni "completi", come fu possibile che fossero "iniziali"? Inoltre, se i segni furono manomessi dal Cristianesimo, come poterono poi diventare i Segni della Gheulà Shlemà? La risposta è che i segni di per sé erano completi già ai giorni di Elia, come spiegato, perché se ipotizziamo che fosse riuscita a suo tempo la sua missione, sia per mezzo suo o per mezzo di un suo "shaliach", allora si sarebbe realizzata la riconciliazione dei cuori e tutti i segni avrebbero portato nel mondo la Gheulà Shlemà. Ma poiché, purtroppo, ebbe il sopravvento il "pen avò (altrimenti non venga)" della profezia di Malachia, la Redenzione Completa fu rinviata di altri duemila anni, per cui i segni che Yeshua aveva preso dalla Scuola degli Esseni divennero i Segni messianici e redenzionali Iniziali della storia.

Pesce 6: Tramite la missione di Yeshua, quei Segni Iniziali divennero fondamentali nel cristianesimo, come la Stella di Cristo, il Regno dei Cieli, la nuova luce del nuovo annuncio, la missione messianica profetizzata nel Libro di Zaccaria (9, 9), il Segno del Giorno del Giudizio del Signore con la discesa del Regno dei Cieli sulla terra e la resurrezione di Yeshua dai morti. Tutti questi Segni erano reali e "completi" (e la loro connessione si vede tramite i Segni Redenzionali che abbiamo ricevuto), perché avevano il potere di attirare a sé la Gheulà Shlemà, ma per il fatto che il Cristianesimo deviò dalla fede nell'Unità di Ha Shem, i Segni assunsero una veste menzognera che portò i fedeli a credere ad una dottrina idolatra. Pertanto non fu possibile che quei Segni portassero la Redenzione Finale. D'altra parte, sarà più facile per i cristiani comprendere e accettare il linguaggio dei Segni Redenzionali Finali quando arriveranno.

Pesce 7: Per lo spirito dei cristiani, quei Segni erano molto grandi, perché, come detto, i Segni erano sostanzialmente veri. E la frase pronunciata da Yeshua sulla croce: "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?" (Matteo 27,46), può essere anche letta: Mio Dio, perché hai abbandonato quei Segni veri nelle mani di chi ha deviato dalla verità? Tuttavia noi, per merito del Goel Haim, per mezzo dei Segni Redenzionali scaviamo nuovi pozzi sotto i Segni di Isacco e portiamo alla luce i Segni Iniziali, chiarendo il loro rapporto con i S Redenzionali. Solo adesso si può capire la missione messianica di Yeshua, figlio di Giuseppe e Miriam, il secondo uomo della redenzione.

Pesce 8: Se torniamo alla questione dei Segni di Isacco, ecco che tutti i suoi segni nel contesto del nome ASHER sono correlati al suo nome (Yitzhak = riderà) che esprime per sempre la vera gioia per la sua nascita. Facendo riferimento a questa gioia, abbiamo notato che anche il nome ASHER è pieno di questioni spirituali e del risveglio dello spirito del cuore nel contesto della tradizione del profeta Elia, della tradizione di Purim e della missione di Yeshua. Non a caso il Goel Haim ha detto che "ai Talmidim non devono venire a mancare i Segni di Isacco", perché essi comportano il risveglio dello spirito e l'entusiasmo del cuore, e in loro assenza c'è solo aridità. Ricordate che bisogna servire Ha Shem con la gioia del cuore, con amore e con timore, per cui è essenziale che tutti gli allievi del Morè Haim imparino e considerino i Segni di Isacco nel nome di ASHER, perché da essi sgorga l'acqua viva per lo spirito. Se non si attinge e si beve da tale acqua, l'anima non potrà compenetrare l'essenza ed il valore della Gheulà Shlemà. L'acqua viva è l'anima della Redenzione Completa, perché quando lo spirito è corretto secondo il nome ASHER, si può attingere e bere dall'acqua di vita completa ed eterna secondo le rivelazioni del secondo nome EHEYE.

Pesce 9: E cosa è racchiuso nelle rivelazioni del secondo nome EHEYE? Le questioni della Casa di Preghiera durante la Gheulà Shlemà, le questioni della vera nuova Kabalà della Gheulà Shlemà, le Guerre di Ha Shem contro il Libro dello Zohar e contro il falso messianesimo di Chabad, la Nuova Legge e il Nuovo Rito. In questo contesto il Segno dell'Asino che mangia il pane è lo spirito della Gheulà Shlemà che risveglia lo spirito umano, fa gioire il cuore e indica la via della semplicità della fede e della rettitudine. Hi ha, hi ha! L'Asino suscita la misericordia del Cielo, perché scende dal Regno dei Cieli, dove si trova la sua stalla, in cui ha atteso l'arrivo dell'uomo che lo cavalcasse per scendere nel mondo. Infatti, al tempo della Gheulà Shlemà, il Goel Haim, che è l'anima scelta dal Santo Benedetto per fare da Maestro alle generazioni della Redenzione Finale, cavalca l'Asino che porta nel mondo i Segni dell'Asino che mangia il pane redenzionale.

Pesce 10: Il Goel Haim è anche la Gloria di Israele e tutti i meritevoli che vivranno dalla quinta generazione in poi riconosceranno le sue virtù, la sua umiltà e il suo amore per tutti gli esseri umani, perché siamo tutti una sola carne. E sapranno che è un ebreo yemenita della tribù di Beniamino. Per merito suo, tutto il popolo d'Israele verrà apprezzato tra le nazioni, che vorranno apprendere i suoi insegnamenti ed essere considerati suoi discepoli. Chi avrà bisogno di consiglio riceverà da lui consigli miracolosi, e tutti sapranno che il Santo Benedetto gli ha conferito la forza di agire per l'umanità, come sta scritto: "consigliere miracoloso" (Isaia 9, 5) e "il volere di Ha Shem sarà realizzato tramite la sua opera" (Isaia 53, 10) e il Signore gli infonde la forza per portare la Gheulà Shlemà nel mondo. Inoltre, grazie al potere dell'amore di Ha Shem su di lui, il Goel consolerà le vedove, aiuterà gli orfani, chiederà la misericordia per gli ammalati ed illuminerà il cuore dei saggi, che umilieranno il loro spirito per ricevere la vera luce.

Pesce 11: Molti sentiranno che il Morè Haim è come un padre amorevole e lo chiameranno "padre per sempre" (avi-ad), e sapranno che per merito suo sono scesi nel mondo i Segni Redenzionali, che porteranno alla vera pace, per cui sarà chiamato "ministro della pace" (sar shalom). Poiché è ebreo, quanto più i popoli riconosceranno quanto sia amato dal Santo Benedetto, tanto più il nome di Israele sarà elevato e apprezzato. Per questo, l'umanità si eleverà spiritualmente e molti si sforzeranno di raggiungere le virtù del cuore sui gradini di marmo bianco, poiché la Gheulà Shlemà esige che dal Segno della Resurrezione del Goel Haim la Neshamà di ogni uomo e di ogni donna si connetta con il Nefesh, ed è per questo che il Morè ha detto che agli allievi non devono mancare i Segni di Isacco, poiché tramite loro il Ruach si collega alla Neshamà e la Neshamà al Nefesh e il Nefesh alla Neshamà.

Pesce 12: Il Nefesh è nel sangue e dà la vita fisica al corpo, il Ruach dà la vita ai sentimenti del cuore ed ha una vitalità superiore rispetto al Nefesh, mentre la Neshamà dà la vita spirituale alla persona, per cui, delle tre, la Neshamà è quella più vicina al Santo Benedetto, come sta scritto (Genesi, II, 7): "e Dio gli (ad Adamo) ispirò nelle narici il soffio vitale – nishmat haim". È l'anima che discende più volte nel mondo in un altro corpo ed è quella che rimane nella sua forma originaria, anche se ha sempre margini di miglioramento, di elevazione, di crescita e ogni livello di elevazione avviene tramite il pensiero, il linguaggio e le azioni in questo mondo. Per questo, ai figli d'Israele, le cui anime furono santificate sul Sinai, il Santo Benedetto diede in dono la Torà e le mitzvot, per purificarli e ricompensarli, così da aggiungere luce, santità e virtù alle loro Neshamot.

Pesce 13: Ovviamente, tutti gli esseri umani hanno una Neshamà, un Ruach ed un Nefesh. Il popolo d'Israele è stato scelto per fungere da "reame di Sacerdoti", affinché la salvezza di Ha Shem raggiunga tutte le nazioni del mondo fino alle isole lontane del mare, e non a caso il Goel, lo Tzadik Haim ha dichiarato: "Siamo tutti una sola carne", poiché tutti hanno una Neshamà, un Ruach e un Nefesh. Da tutto ciò si comprenderà che con l'avvento della Gheulà Shlemà e l'inizio dei nuovi ordini dei Segni Redenzionali sotto il secondo nome EHEYE, i Segni di Isacco del nome ASHER dovranno essere rinnovati. Una volta rinnovato, esso si associa alla verità del primo EHEYE e ai nuovi ordini del secondo EHEYE per raggiungere il completamento di EHEYE ASHER EHEYE. È importante approfondire questa questione e comprendere il salto di qualità della Gheulà Shlemà in rapporto agli eventi del passato. Nella rivelazione del secondo EHEYE, il nome ASHER si corregge e si rinnova, per cui il primo EHEYE ritorna al suo splendore attraverso la rivelazione dei Segni Redenzionali che rinnovano la Tradizione e la vera Kabalà.

Pesce 14: A volte sono testardo come un asino e mi rifiuto di raccontare le azioni meravigliose del Signore Benedetto verso l'umanità, perché dico in cuor mio: "In che cosa differisco io dai primi asini che non sapevano parlare?". E vedo anche che nel mondo molti sono confusi o privi di spirito verso le questioni redenzionali. Perché dovrei dire che con la venuta del Goel Haim si è completato il nome EHEYE ASHER EHEYE nella storia? Perché dovrei ragliare le novità della vera Kabalà della Gheulà Shlemà? Dopotutto, crederanno per sbaglio che io sia un uomo vestito da asino e non capiranno che nella discesa dell'Asino dal Regno dei Cieli sono io che mi travesto ed è lui che raglia. Tuttavia, mi viene poi in mente che il Leviatan sarebbe dispiaciuto se non continuassi a raccontarvi le sue allusioni, per cui continuo a farlo, perché non voglio rattristarlo; eppoi, ho anche bisogno di lui per spiegare i pozzi di Beer Sheva.

Pesce 15: Pertanto, occupatevi, cari fratelli, del ritorno delle greggi disperse della Casa d'Israele che si trovano per lo più in campo cristiano, mentre io, l'Asino, servo da tramite per attingere l'acqua viva dal pozzo di nostro padre Isacco. Venite e ridete per il Piano Redenzionale di Ha Shem e rallegratevi per le spiegazioni dei pozzi, che collegano i Segni Completi nascosti nella Torà al Nuovo Patto Completo, nel cui contesto la Torà viene rivelata alla luce dei Segni Redenzionali. Ricordate anche che è impossibile ricevere i Segni senza contestualizzarli nel nome ASHER, che è la chiave per comprendere la vera risata storica che rimane nel tempo e cioè la missione messianica di Yeshua, figlio di Miriam e Giuseppe.

Pesce 16: La grande risata storica nei campi di Israele è che in realtà Yeshua fu il Messia figlio di Giuseppe, l'Ariete immolato al posto di Isacco ed il secondo uomo della redenzione dopo Moshè Rabbenu e prima del Goel Haim. La grande risata storica nei campi cristiani è che Yeshua era un uomo in carne ed ossa, un servitore di Ha shem e che tutta la teologia cristiana è destinata a scomparire. E tuttavia "mussar shlomenu alav" (il castigo, per cui abbiamo pace, è stato su di lui, Isaia 53, 5) perché venendo a conoscenza del perché della sua missione, ci umilieremo tutti davanti al Piano Redenzionale di Ha Shem, poiché nessuno ha capito niente in tutte le generazioni passate. Rimpiangeremo anzitutto di non averlo conosciuto, quando egli, umilmente davanti a Dio, portava i nostri peccati; solo più avanti avremo sufficiente umiltà per capire e rallegrarci della saggezza di Ha Shem, che disse (Isaia 55, 8): "Perché i Miei pensieri non sono i vostri pensieri, e le vostre vie non sono le Mie vie". Soltanto così una grande risata storica scenderà nel mondo nello spirito di umiltà.

Pesce 17: Non dite che mi sto paragonando (mai sia!) a Moshè Rabbenu, che ha chiarito la Torà, dato che io sono soltanto un asino che mangia il pane, che non arriva neppure all'altezza dei suoi piedi! Io non sono altro che un asino nuovo che si rinnova secondo i propositi dei Segni Redenzionali, per merito del Goel Haim. Hi-ah, hi-ah. Non tornerò al Pozzo di Esek per discutere con i cristiani o al pozzo di Sitnà per argomentare con i musulmani, perché chi lo vorrà si recherà al Pozzo di Rehovot per ascoltare le parole della Gheulà Shlemà, per merito del Goel amato e prescelto da Ha Shem, e da lì arriveranno al Pozzo di Acqua Viva per conoscere e amare il Giudice Unto nel Regno dei Cieli, lo Tzadik Haim, nato a San'a, Yemen.

DIARIO: 44esimo giorno del conteggio dell'Omer 5769, Fara Gera d'Adda, Bergamo, Italia: Prima di partire per gli Stati Uniti, be ezrat Ha Shem, io e Nodà (la Coda dell'Asino) abbiamo fatto il segno "Na'afoch hu" affinché la Stella della Nuca (Kochav ha Oref) si trasformi nella Stella della NUN (Kochav ha NUN).

Pesce 18: Grazie a Dio, Santo Benedetto, tramite questi commenti, i pozzi di Beer Sheva si sono rinnovati per essere fonti di acqua viva della Gheulà Shlemà, per merito del Goel Haim, per cui sono stati spostati dai confini del passato ai confini del presente e del futuro della Redenzione Finale. Stiamo parlando di Be'er Lachai Roì, di Be'er Zot, di Be'er Esek, di Be'er Sitnà, di Be'er Rehovot, di Be'er Maim Haim e di Be'er Ha Even ha G'dolà. In tutto sette pozzi, che includono tutti i pozzi che Abramo scavò e i Filistei ricoprirono di terra e, in seguito, Isacco riscavò e riattivò, chiamandoli con gli stessi nomi dati da suo padre Abramo. Li abbiamo menzionati tutti in questo libro, secondo i nomi delle Mazalot del Leviatan e secondo i nomi del sistema di Ester. Una volta che la Sacra Torà è entrata entra nel Patto Completo, ci vogliono le interpretazioni secondo i Segni Redenzionali. Le interpretazioni sono collegate anche alle Stelle Redenzionali, all'ottavo nuovo cielo e alle Mazalot del Leviatan, per cui, tramite esse, la Torà si rinnova nella nuova luce del secondo EHEYE.

Pesce 19: Uno dei Talmidim ha sognato il profeta Elia che era molto felice delle interpretazioni sulle allusioni delle Stelle Redenzionali e delle Mazalot, perché così, diceva, si realizza la riconciliazione dei cuori. Quest'ultima, menzionata nella profezia di Malachia, non riguarda solo i figli d'Israele, ma l'umanità intera, dato che tutte le profezie redenzionali hanno un valore universale. Riconciliare i cuori a livello universale richiede la fede in tutti i fondamenti della Torà, e, in effetti, ciò non avviene in modo diretto, dal momento che le nazioni del mondo non possiedono la tradizione della Torà basata sulla prima santità che riguarda le mitzvot dei figli d'Israele; ed, infatti, la maggior parte dell'umanità non è collegata alla Halachà ebraica. Pertanto, i fondamenti della Torà saranno assimilati tramite i Segni Redenzionali, che consentiranno a chi vuole entrare a far parte del Nuovo Patto Completo di conoscere la Sacra Torà tramite gli scritti del Sefer Mishnat Haim.

Pesce 20: Il commento di Beer Sheva è il settimo tipo dei segni nascosti nella Torà, che vengono rivelati attraverso i Segni Redenzionali. I sei tipi precedenti sono: (1) I collegamenti della Torà e della tradizione rabbinica halachica (principalmente "Hilchot Melahim" nel Mishnè Torà del Rambam, alav ha shalom) riguardanti il Mashiah ben David, chiariti nel libro "Nuova luce sul Rambam". (2) Lo "Herem mi Deoraita" contro il peccato di Atzilut del Libro dello Zohar e la spiegazione delle radici dell'idolatria delle quattro generazioni: i padri, i figli, la terza generazione e la quarta generazione di coloro che Mi odiano (il peccato dell'Albero della Conoscenza del bene e del male, l'errore della generazione di Enosh, il peccato della generazione della Torre di Babele e il Peccato del Vitello d'oro). Si tratta di nuove spiegazioni delle parole della Torà, che approfondiscono la comprensione del Secondo Comandamento e collegano la profezia di Mosè nella parashà di "Ha'azinu" al peccato di Atzilut (Emanazione): (Deut. 32, 17): "hanno sacrificato a dèi che non avevano conosciuto, dèi nuovi, venuti di recente, che i vostri padri non avevano temuto", associandola alla tragedia della Shoà, perpetrata da una "nazione stolta" (ibid. 21), ossia il popolo tedesco-nazista, sia maledetto e cancellato il suo ricordo in eterno!

Pesce 21: (3) La rivelazione del Libro delle Stelle (Sefer ha Kochavim) di nostro padre Abramo, laddove si fa allusione nella Torà nel "Sfor ha kochavim" (Genesi, 15, 5) è lo studio di molti segni che ne derivano impartiti dal Goel Haim. In questo contesto vengono rivelate per la prima volta le allusioni nascoste nell'incontro di Malchitzedek con nostro padre Abramo. È questo tipo di segni nascosti nella Torà che apre il nuovo studio sulle stelle. (4) Le allusioni dell'Asino che mangia il pane, come: "E sellò il suo asino" (Ibid. 22, 3), "Restate seduti qui con l'asino" (ibid. 5), "un asino robusto" ( ibid. 49, 14) e altri. (5) I sei puntini sopra il verbo "Vayeshakehu, che alludono ai sei Segni Redenzionali nella Torà e che dopo la loro rivelazione la Torà entra nel quadro dei Segni Redenzionali con i Segni di Abramo, Isacco e Giacobbe associati al nome EHEYE ASHER EHEYE. (6) Tutti i grandi segni collegati al sacrificio di Isacco, al Segno dell'Ariete nella missione di Yeshua ai Segni dei pozzi di Beer Sheva e alla rivelazione dei loro nomi secondo le Stelle Redenzionali e le Mazalot del Leviatan. C'è anche un ottavo tipo per i segni nascosti nella Torah, e sebbene sia generale a tutte le questioni della Gheulà tramite esso si rivelano nuovi aspetti. Si tratta di nuove interpretazioni delle lettere del nome EHEYE ASHER EHEYE e la questione è collegata al nuovo ottavo cielo della Redenzione Finale, per merito del prescelto Goel Haim.

 

DICIOTTESIMO CAPITOLO

La Colonna del Cuore del Grande Pesce Leviatan

Il Quarto Pozzo è il Pozzo di Sitnà (Disputa)

Esso è collegato con il nono Mazal delle Mazalot del Leviatan, la Valle di Mercurio

"E scavarono un altro pozzo e disputarono anche su questo; e lo chiamarono Sitnà" (Genesi 26, 21).

Pesce 1: DIARIO: 19 luglio 2009, 27 Tammuz 5669: Yehoel Yehoel ed io siamo partiti con l'aereo per gli Stati Uniti.

A tutt'oggi, ovunque nel mondo regna la conflittualità (sitnà) e l'odio. L'odio è nascosto nel cuore ed è radicato nel Satan, il grande angelo che infonde i cattivi pensieri nel cuore (che diventano poi parole e anche azioni); pertanto, Satan non sarà estirpato facilmente, certamente non sarà trasformato nel bene, se non per mezzo di una forza immane che riesce a rivoluzionare l'interno stesso del cuore. "E disputarono anche su questo": "anche" allude all'interiorità, cioè la Sitnà permeava la parte interna dei cuori di quei filistei, e non solo la parte manifesta. Del resto, tutto ciò che genera odio, nasce, si alimenta e si sviluppa all'interno del cuore.

Pesce 2: Ecco perché nostro padre Isacco evitò di disputare con loro, perché chi litiga con qualcuno che ha un odio interno non farà che aggiungere altro odio nella disputa. La Sitnà è più dura della Sin'à' (odio), perché l'odio può generare da ragioni diverse che scaturiscono dai pensieri, per cui se non tocca l'intimo del cuore, si può convincere chi la prova a cambiare atteggiamento, e se la persona è dotata di buon senso, quell'odio può anche trasformarsi in amore. La Sitnà, invece, è diversa perché ha origine da Satana, e se Satan ha infuso Sitnà nel pensiero della persona, quella sarà sua schiava e non vorrà sentire ragioni. Pertanto, per quanto riguarda la riconciliazione dei cuori, è detto: "E farà tornare il cuore dei padri verso i figli, e il cuore dei figli verso i padri" (Malachia 3, 24), perché di solito la consanguineità non permette a Satana di causare Sitnà.

Pesce 3: Il Satan non cambierà, perché è un angelo il cui ruolo è ben definito, quello di far cadere l'uomo nel peccato attraverso i pensieri, i sentimenti e le azioni. Satana non può essere "buono", perché il suo pane sono i peccati e non le mitzvot, per cui non può cambiare la sua essenza. Per svolgere il suo ruolo gli viene conferito il potere di causare il male secondo la sua volontà e la questione verte intorno al libero arbitrio, poiché proprio come la persona ha la possibilità di scegliere (che è il dono più grande che Dio gli ha concesso), così anche Satana ha il potere di scegliere i modi e i mezzi per farla cadere nel peccato. Tuttavia, il tipo di scelta del Satan non è simile a quello dell'uomo, perché egli non può scegliere il bene, a differenza dell'uomo che può optare tra il bene ed il male e per sua libera scelta può anche cambiare.

Pesce 4: È possibile anche che Satana agisca in un modo che sembra buono, ma in realtà ciò ha lo scopo di causare il male. Un esempio di questo tipo è la persona che impara cose buone e utili, per poi inorgoglirsi e considerarsi superiore agli altri. Di per sé, ogni studio vero è utile e positivo, tuttavia, chi usa lo studio per insuperbirsi, disonora se stesso davanti al Cielo e davanti alla gente che non vede di buon occhio chi è superbo e arrogante. Così facendo, il Satan userà una strategia a prima vista buona che, in fin dei conti, si dimostrerà cattiva.

Pesce 5: Il fatto che ci siano poi anche cose buone che derivano dal Satan è un'altra questione, e lo testimonia lo stimolo sessuale tra l'uomo e la donna, perché senza di esso nessuno avrebbe il desiderio di accoppiarsi e la gente non osserverebbe la mitzvà del "prolificate e moltiplicatevi". Tuttavia, questo non è per il bene che è in Satana, perché non c'è del bene in lui, ma perché così fu stabilito dal Creatore, sia lodato, e rientra tra le cose che favoriscono la procreazione. Se ci fate caso, le quattro lettere di "Sitnà" (שטנה) sono le stesse di "Ha-Satan" (השטן) e anche se nostro padre Isacco se ne partì da quel pozzo ed evitò di litigare con i Filistei, nella Sacra Torà si fa allusione che quando verrà il tempo attingeremo dalle acque di quel pozzo, collegato con il Mazal della Valle di Mercurio.

Pesce 6: Il pozzo di Esek e il pozzo di Sitnà erano sotto il regno di Avimelech, re dei Filistei, che nel racconto biblico non dimostrò particolare ostilità verso Abramo e Isacco ma, anzi, stipulò con loro un'alleanza. Comunque sia, Avimelech era un re importante a quei tempi e ho scoperto che il suo nome viene menzionato nella Torà ventiquattro volte. Avimelech ebbe il privilegio di vedere in sogno il Signore che lo mise in guardia sul sequestro di nostra madre Sara, e non è una cosa da poco che un re filisteo abbia parlato in sogno con Ha Shem. Nello stesso sogno, Avimelech disse al Signore (Genesi 20, 4): "Uccideresti forse un popolo innocente?"; per cui è un grande merito "discutere", per così dire, con Dio, come nostro padre Abramo che "discusse" con Dio sulla punizione imminente a Sodoma e Gomorra.

Pesce 7: In questo contesto si comprenderà che la Stella di Avimelech è una grande stella nei sistemi che portano il mondo alla giustizia richiesta nei tempi della Gheulà Shlemà, e secondo quanto ho ricevuto dal Goel Haim, che ci dà lezioni molto importanti dal Libro delle Stelle di nostro padre Abramo, la Stella di Avimelech è la quinta tra le sette stelle del sistema della Grande Tribunale di Mordechai ha Tzadik. È una stella molto grande, e ho ricevuto che si chiama anche "la Stella delle settanta nazioni del mondo". Nello stesso sistema, c'è una grande stella sottostante, che si chiama la Stella di Pichol. Come è noto, Pichol era il portavoce di Abimelech ed il generale del suo esercito, per cui le settanta nazioni (che si sono diffuse nel mondo in numero sempre maggiore) sono come gli eserciti di Avimelech.

Pesce 8: Ora i sistemi stellari della Gheulà Shlemà vengono "rafforzati" per mettere in atto i loro influssi nel mondo, perché prima della venuta del Goel scelto, lo Tzadik Nistar Haim, i loro nomi e i nomi delle loro stelle erano sconosciuti e non si poteva "comunicare" con loro. La mancanza di tale comunicazione stellare (in termini di conoscenza, di scrittura e di comprensione delle loro realtà) si è sentita nel mondo, a tutti i livelli. Solo dopo l'avvento del Goel Haim, la discesa dei Segni Redenzionali e la rivelazione del Libro delle Stelle, il Morè Haim ci ha rivelato i nomi dei sistemi e delle stelle della Gheulà Shlemà, per cui ha avuto inizio il legame tra le stelle del cielo e la terra, che ha permesso ai primi Asini del Goel Haim di ricevere le novità redenzionali.

Pesce 9: Avimelech era, come detto, il re dei Filistei, e, a detta di molti, i palestinesi discendono da loro (secondo me, questo non è vero storicamente, ma, nei Segni, il collegamento è interessante). Per questo, l'episodio dei pozzi di Esek e di Sitnà ritorna ai nostri giorni, e tra breve tratterò la questione e attiverò la speranza racchiusa nel Pozzo di Rehovot, perché uno degli scopi di questo libro è di collegare i pozzi menzionati nella Torà al periodo della Gheulà Shlemà e chiarire ai presunti discendenti di Avimelech che i pozzi furono scavati dagli uomini di nostro padre Abramo e consegnati a nostro padre Isacco, che detiene il retaggio della Terra di Israele per sempre.

Pesce 10: In questo modo, davanti al Grande Tribunale di Mordechai ha Tzadik, che comprende la Stella di Avimelech e la Stella di Pichol, il ministro del suo esercito, si determinerà, per via legale, la situazione esistente tra israeliani e palestinesi. Dal momento in cui il popolo palestinese ha eletto a maggioranza Hamas, esso ha optato per la via della guerra contro Israele, perché il suo obiettivo è di eliminare "l'entità sionista" e di uccidere quanti più israeliani, e non per niente le acque del Pozzo di Esek (il loro astio e la loro falsa propaganda) e del Pozzo di Sitnà (l'odio di molti musulmani verso Israele) abbeverano continuamente le loro menti. Fin dalla nascita dello Stato ebraico, gli arabi hanno più volte tentato di distruggere Israele, ma, grazie alla misericordia di Elohei Israel verso il Suo popolo eletto, Israele ha sempre saputo difendersi e vincere. E i giorni messianici sono già iniziati, lo Stato d'Israele è un fatto compiuto e le profezie del ritorno a Sion si sono realizzate.

Pesce 11: Al presente, la Stella di Avimelech e la Stella di Pichol operano nel Tribunale insieme alla Stella della Pietra della Bilancia (che si collega alla tradizione di Moshè Rabbenu), alla Stella della Pietra sulla Pietra della Bilancia (che si collega alla tradizione del profeta Elia), alla Stella della Gloria (che si collega alla tradizione di Aharon, il Sommo Sacerdote), alla Stella della Vittoria (che si collega alla tradizione di Yehoshua bin Nun) e alla Stella di Mordechai ha Tzadik (che si collega alla tradizione dell'ebreo Mordechai). Il popolo di Israele ha ragione nel giudizio e il torto ricade su quei musulmani che odiano Israele. Ecco, che la Stella di Avimelech veda e che parli la Stella di Pichol, ministro del suo esercito, perché il giudizio è aperto e il popolo d'Israele. dopo la terribile Shoà, è tornato nella Terra Promessa per realizzare le profezie di ADONAI TZEVAOT per bocca dei Suoi profeti.

Pesce 12: E anche se i figli d'Israele, come il resto del mondo, non sanno ancora che è stato scelto il Goel Haim, e che gli ordini stellari sono completamente cambiati, dopo l'entrata delle Stelle della Gheulà Shlemà, ecco che queste hanno già iniziato a mandare i loro influssi generali ed individuali. In questo contesto, le Stelle della Redenzione influenzano anche i nostri scritti, perché il permesso di rivelare le verità redenzionali si trova presso di noi, che mangiamo e annunciamo il pane redenzionale.

Pesce 13: Avimelech stabilì a Beer Sheva, sotto giuramento, un'alleanza con Abramo nostro padre che in seguito ribadì con Isacco nostro padre, ed è vero che per completare i collegamenti tra la Stella di Avimelech e la Stella di Pichol con Abramo e Isacco e per stabilire un legame di "mano forte" (yad hazakà) riguardo alle clausole del patto, ecco che il Tribunale di Mordechai lo Tzadik non sarà sufficiente, e quindi bisogna completare il collegamento con l'intero sistema del Grande Carro ("il Grande Mestolo") delle novità della Gheulà Shlemà, che include la Stella di Abramo, la Stella di Isacco e la Stella di Giacobbe.

Pesce 14: Pertanto, ci sarà un legame completo per diventare una "mano forte" (in ghematria mano è yad=14) quando il numero e l'ordine delle sette stelle del sistema del Grande Carro comunicherà con le sette stelle del sistema del Tribunalr (7+7). Il collegamento è il seguente:

Pesce 15: La Stella di Abramo - la Stella della Pietra dell'equilibrio.

La Stella di Isacco – La Stella della Pietra sulla Pietra dell'equilibrio

La Stella di Giacobbe - La Stella della Gloria

La Quarta Stella Staccata - La Stella della Vittoria

La Stella di Ester – La Stella di Avimelech

La Stella di Mordechai ha Tzadik – La Stella di Mordechai

La Stella di Pichol – La Stella del Goel Haim.

Pesce 16: Queste coppie di stelle si uniscono per diventare una "mano forte" nella mano di Dio, Benedetto Egli sia, per stabilire la vera giustizia nel mondo durante la Quarta Generazione. Nella loro unione, si completano nella potenza, anche se il loro influsso non è immediato e questo perché il Signore prima di attuare definitivamente un decreto negativo dà tempo sufficiente agli esseri umani affinché lo possano revocare con le loro azioni; e così che si creano nuove azioni affinché si instauri la Gheulà Shlema sullo sfondo della terribile oscurità che regna nella Quarta Generazione. Dai nomi delle Stelle si può capire qualcosa del giudizio che scende sulle nazioni e io sto qui chiarendo dei concetti generali: la Stella di Abramo rappresenta innanzitutto l'intera tradizione monoteistica e la sua fede nell'unità del Creatore, sia lodato in eterno il Suo nome.

Pesce 17: A nostro padre Abramo fu donato il vero equilibrio intellettuale per considerare ogni argomento con il buon senso e la perfetta fede in EL SHADDAI. I Saggi, di benedetta memoria, dissero che Abramo mise in atto tutte le mitzvot, il ché significa che, grazie all'intelligenza, alla purezza di cuore e alla benedizione di Ha Shem su di lui, fu in grado di adempiere ogni precetto di Dio comprendone le motivazioni. Abramo è il padre di molti popoli e lui stesso rappresenta una Torà completa, perché ebbe il merito di ricevere il Libro della Creazione secondo le lettere della Kabalà Ma'assit (non si tratta di un libro scritto, ma di una conoscenza "scritta" nella mente di chi la riceve, e quello che oggi viene chiamato il Libro della Creazione, Sefer ha Yetzirà, non ha niente a che fare con ciò che ricevette Abramo nostro padre. Ho sentito questa spiegazione direttamente dallo Tzadik Haim). Pertanto, il Libro delle Stelle è una conoscenza segreta in materia di stelle, in generale, e di Stelle della Redenzione in particolare. E dalla Tradizione è noto che la nascita di Abramo si accompagnò ad un fenomeno portentoso: la sua stella toccò i quattro punti cardinali del cielo e "inghiottì" la stella più grande che brillava ad ogni angolo.

Pesce 18: Nostro padre Abramo racchiude in sé la Gheulà Shlemà, per cui ricevette il Patto tra le Parti (Brit bein ha betarim), che è il Patto della Redenzione. Abramo era un uomo puro e privo di qualsiasi impurità. Era molto scrupoloso nel Derech Eretz con il prossimo ed era molto umile nella sua condotta e nelle sue parole. Per questo il ciclo di 4000 anni è associato alla sua stella e con questa Quarta Generazione (che dura 65 anni, 1982-2047) ha fine il ciclo di quattro millenni.

Pesce 19: La Stella di Abramo comunica con la Stella della Pietra dell'Equilibrio. Una volta ereditato il Libro delle Stelle, Abramo riconobbe questa stella e la completezza del collegamento fra le due stelle si realizzò con Moshè Rabbenu e con la saggezza rivelata della Torà e della sua santità.

Pesce 20: La Stella di Isacco nel sistema del Grande Carro è chiamata anche "la Stella della Costruzione che rimane nel tempo". C'è qualcosa in nostro padre Isacco che è al di sopra della natura del mondo, dato che tutta la storia della sua nascita avvenne in modo innaturale: a sua madre Sara tornò miracolosamente il ciclo femminile all'età di 90 anni, per cui già dalla sua uscita dal grembo materno, egli era santificato e separato dalla natura degli eventi. Anche il suo nome, che è sottolineato in diversi modi nella Torà, allude a cose occulte che saranno rivelate in futuro, come la risata del popolo ebraico dopo la fondazione dello Stato d'Israele e il ritorno a Sion, e la risata gioiosa destinata alla Gheulà Shlemà. Nostro padre Isacco possiede anche il retaggio sulla Terra d'Israele, che è un diritto soprannaturale, che si fonda sulla benedizione e sulla promessa del Signore, Benedetto Egli sia, e sul merito di suo padre Abramo.

Pesce 21: E anche vero, però, che la risata gioiosa di nostro padre Isacco non fu completa durante la sua vita, perché soffrì molto (aveva allora 37 anni) per la morte di nostra madre Sara, alla quale era particolarmente legato, dopo che sua madre venne a sapere del suo sacrificio sul monte Moriyà. Questo evento lo scosse molto e la consolazione venne solo dopo che conobbe nostra madre Rebecca. Nostro padre Isacco era un uomo di virtù e sentimenti profondi, e, nel contesto di El Norà Alilà, divenne cieco, per cui fu Giacobbe e non Esaù a ricevere la sua benedizione. Questa cecità non fu certo facile, e in seguito patì anche perché suo figlio Giacobbe fu costretto a stargli lontano per venti anni.

 

DICIANNOVESIMO CAPITOLO

La Colonna del Cuore del Grande Pesce Leviatan

Il Quinto Pozzo è il Pozzo di Rehovot

Esso è collegato con il decimo Mazal delle Mazalot del Leviatan, la Fine del Minuto

"Di là si trasferì e scavò un altro pozzo per il quale non ci furono contestazioni e lo chiamò Rehovot poiché disse: "Ora il Signore ci ha fatto spazio e potremo prosperare nel paese"(Genesi 26, 21).

Pesce 1: La Stella di Isacco comunica con la Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio, che è collegata alla tradizione del profeta Elia, di benedetta memoria, che era anch'egli separato dalla natura del mondo e non poche delle sue azioni erano soprannaturali. Dopotutto, il profeta Elia è il simbolo vivente dei livelli nascosti e dei segreti superiori, zelante per l'Unità di Dio e contrario ad ogni forma di idolatria. Elia soffrì in vita per il degrado morale dei figli d'Israele, disposti a seguire i culti idolatri del Ba'al, a tal punto che chiese al Signore di farlo morire: "Perché io non sono migliore dei miei padri" (1 Re 19, 4). In segreto, il profeta Elia è associato alla questione dell'eternità, perché è collegato al Regno dei Cieli al quale ascese e nel quale risiede per sempre. Altrove abbiamo spiegato che Elia, tramite i Segni Redenzionali, ci ha fatto conoscere il significato dei sei punti sopra la parola "Vayeshakehu"), per cui è lui il responsabile dell'avvento della Gheulà Shlemà.

Pesce 2: I sei Segni Redenzionali sono chiamati i Segni della Riconciliazione dei cuori, dato che sono le chiavi che alla fine portano la pace nel mondo, ma anche i Segni del Regno dei Cieli. Il Regno Completo dei Cieli è stato rivelato dopo che il Santo Benedetto ha scelto lo Tzadik amato, lo ha resuscitato dopo la morte e lo ha nominato Giudice Unto. Il Regno dei Cieli diventa completo poiché con l'ascesa dello Tzadik Haim, si completano le questioni redenzionali e il Regno dei Cieli scende nel mondo nel periodo della Gheulà Shlemà. In altre parole, si può dire che l'ascesa dello Tzadik Haim nel Regno dei cieli è il grande momento che attendeva il profeta Elia quando vi ascese lui stesso.

Pesce 3: Il Goel Haim collega il Regno dei Cieli al mondo, e questa nuova connessione si realizza principalmente tramite sogni meravigliosi, che includono anche i sei Segni Redenzionali. Pertanto possiamo dire che l'ascesa dello Tzadik Haim crea il grande momento storico, a livello nascosto, in cui si incontrano e operano insieme il Goel scelto Haim ed il profeta Elia, di benedetta memoria.

Pesce 4: Il passo del libro di Malachia (3, 1) comprova questa unità salvifica quando lo Tzadik eletto sale nella sua "sede", allusione questa al Regno dei Cieli: "E improvvisamente arriverà nella sua sede il signore che voi richiedete e l'angelo del patto che voi desiderate, ecco, viene, parola del Signore". Il Goel viene chiamato "signore" perché è il Giudice Unto responsabile del "messianesimo" nel mondo, collegato alla Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà mentre il profeta Elia è "l'angelo del patto", perché la sua eredità dei Segni Completi coincide e si completa con l'avvento del Goel prescelto. Con la loro discesa nel mondo, i Segni sono scritti e suggellati nel contesto del Nuovo Patto Completo, profetizzato nel libro di Geremia (31, 30-34).

Pesce 5: Questo è quindi il collegamento tra la Stella di Isacco, che è la Stella della Costruzione che rimane nel tempo, e la Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio, che rappresenta la Tradizione del profeta Elia. Chi approfondisce la questione scoprirà che la terribile sofferenza terminale dello Tzadik Haim è chiamata la fine del lungo sacrificio di nostro padre Isacco; si tratta della fine storica del periodo del sacrificio e l'inizio di una nuova fase storica: il periodo della nuova, completa e vittoriosa costruzione che coincide con la discesa nel mondo del Regno dei Cieli per le generazioni future della Gheulà Shlemà. Troviamo allusione a ciò nell'"altro pozzo" (be'er aheret) intorno al quale non ci fu contesa, perché tutta la questione del Regno dei Cieli della Gheulà Shlemà è distaccata, in virtù del suo elevato livello, dal resto delle cose del mondo. In altre parole: "un altro pozzo": perché il Regno dei Cieli è del tutto diverso e non c'è niente di simile in tutta la tradizione di Israele. Il pozzo è anche chiamato "Rehovot", perché mostra in generale la pace e l'armonia che verranno nel mondo dopo che la nazione d'Israele si sarà liberata dei problemi della disputa (Esek) e dell'odio (Sitnà) che la circonda e (Genesi 26, 22) "ora il Signore ci ha fatto spazio e ci ha resi fecondi nel paese».

Pesce 6: E intorno a tale pozzo non c'è disputa, perché quando il Regno dei Cieli si rivelerà nel mondo, non ci sarà più motivo di litigare, perché il Santo Benedetto mostrerà la Sua volontà al mondo intero. Se possiamo associare il pozzo di Esek al Cristianesimo ed il pozzo di Sitnà all'Islam radicale, ecco che dopo il Giorno Grande e Terribile di questa Quarta Generazione, tutti riconosceranno la virtù particolare del popolo ebraico e accoglieranno le novità della Gheulà Shlemà e l'amato e umile Tzadik, il Morè Haim. E a proposito di questo futuro momento storico è scritto: "ora il Signore ci ha fatto spazio e ci ha resi fecondi nel paese".

Pesce 7: La Stella di Giacobbe viene chiamata la Stella della Redenzione e nella profezia di Bil'am se ne fa allusione (Numeri 24, 17): "Lo vedo, ma non ora, lo contemplo, ma non vicino: sorge un stella da Giacobbe, si eleva uno scettro da Israele che ferirà i fianchi di Moav e abbatterà tutti i figli di Sceth". Poiché Bil'am vide che al momento della Gheulà Shlemà sarebbe stato rivelato il Goel Finale, il Giacobbe della Storia nei segni della Gloria d'Israele. I segni di nostro padre Giacobbe comprendono anche i duemila anni di esilio, e abbiamo già spiegato che i vent'anni di permanenza presso Labano alludono ai duemila anni di esilio.

Pesce 8: E cosa significa che il Goel Haim è collegato ai Segni di nostro padre Giacobbe? La Redenzione Completa, nel segno del Goel Haim, è collegata, come detto, al secondo EHEYE, che racchiude i Segni di nostro padre Giacobbe. Durante i venti anni di soggiorno di Giacobbe presso Labano, suo padre Isacco viveva a Beer Sheva. In quegli anni, Isacco mantenne l'eredità promessa, dato che per tutta la vita non si spostò e rimase nel paese, come gli aveva comandato il Santo Benedetto. Allo stesso modo, in questi ultimi duemila anni, il popolo ebraico è stato in esilio e il diritto di ereditare la terra d'Israele è rimasto presso nostro padre Isacco. La fondazione dello Stato di Israele nel 1948 rappresenta l'inizio della risata storica proveniente dai Segni di Isacco, mentre la Torà allude al ritorno nella terra di Canaan di nostro padre Giacobbe dopo il soggiorno ventennale presso Lavano l'arameo (ארמי), il grande imbroglione (רמאי). Fu questo un momento molto importante nella vita di Giacobbe, ed anche rischioso, sia per la fuga da Lavano che per l'incontro atteso con suo fratello Esaù; tuttavia, in quel frangente, Giacobbe fu benedetto dall'angelo ministeriale di Esaù, che gli comunicò che sarebbe arrivato a Bet El e il suo nome non sarebbe stato più Giacobbe bensì Israele.

Pesce 9: E abbiamo spiegato che non sarà chiamato Giacobbe a causa di coloro che non apprezzano le sue sante virtù o si attengono alla logica di Esaù, che ebbe a dire (Genesi 27, 36): "Per questo è stato chiamato Ya'akov! mi ha soppiantato (akav) già due volte; mi aveva già preso la primogenitura ed ora ha preso la mia benedizione", bensì sarà chiamato Israele per la sua vittoria storica su tutti gli ostacoli che ha incontrato fino al suo arrivo Bet El e all'edificazione del Tempio. Solo allora Israele sarà riconosciuto in modo positivo ed esaltato da tutte le nazioni. Tra l'ingresso di Giacobbe nella Terra d'Israele e il suo arrivo nella Casa del Signore (Bet El), trascorsero diversi anni durante i quali non mancarono i problemi (come l'episodio di Shimon e Levi riguardo a Dina e l'idolatria presente nelle sue tende). Durante questo periodo, egli dovette combattere per rimuovere gli dèi stranieri dalle tende della sua casa. Tutto questo allude al popolo d'Israele dei nostri giorni fino a quando potrà salire a Bet El e costruirvi il Terzo Tempio che non sarà più destinato alla distruzione, e ciò dopo aver conosciuto le meravigliose novità della Gheulà Shlemà, per merito del Goel scelto Haim, nato a San'a, Yemen.

Pesce 10: Un'altra interpretazione dei Segni della Gloria di Israele è che essi appartengono all'istituzione dello Stato dopo la Shoà, che è la fine degli ultimi giorni per Israele, perché la fondazione di israele è l'inizio dei "tempi messianici", un periodo che dura un secolo (1948-2047).

Pesce 11: Osservate come le storie dei nostri tre Patriarchi siano racchiuse nella lettera ALEF del primo EHEYE, così come l'episodio dell'Akidat Yitzhak e del sacrificio dell'ariete, mentre l'adempimento storico redenzionale del sacrificio dell'ariete si è realizzato tramite la missione di Yeshua, che è collegata alla RESH del nome ASHER. Questa novità è stata rivelata tramite i Segni Redenzionali, che ci hanno spiegato il senso del secondo EHEYE. Inoltre, tramite i Simanim sappiamo che il primo EHEYE racchiude i Segni di nostro padre Abramo, il nome ASHER racchiude i Segni di nostro padre Isacco e il secondo EHEYE racchiude i Segni di nostro padre Giacobbe; ed è pur vero che tutte le questioni dei Patriarchi sono racchiuse nella ALEF del primo EHEYE, così come ogni azione di Mosè.

Pesce 12: Allo stesso modo, la fede associata al primo EHEYE è chiamata la Santa Fede; la fede associata al nome ASHER è chiamata la Fede Nascosta e la fede associata al secondo EHEYE è chiamata la Grande Fede, anche se le cose non vanno prese in modo univoco, perché la Santa Fede, la Fede Nascosta e la Grande Fede sono racchiuse nel primo EHEYE.

Pesce 13: Tutto avviene secondo le fasi storiche e i livelli di santità che vengono rivelati e accettati, per cui bisogna fare attenzione alle regole generali e ai dettagli per non confondersi, perché in ogni fase e in ogni nome si trova un livello speciale che dobbiamo cercare di capire; è questo il lento procedere nella Triplice Contemplazione.

Pesce 14: Ricordate sempre che anche il nome completo EHEYE ASHER EHEYE è un nome unico, che è diviso in undici lettere e tre nomi nei suoi contesti redenzionali. Dopo tutto, il Santo Benedetto ègli sia è Uno, Santo d'Israele e suo Redentore.

Pesce 15: La Redenzione ha inizio con Abramo, nostro padre, e nel programma redenzionale ci sono quattromila anni di storia. Ricordiamoci che il secondo EHEYE racchiude in sé le sette lettere che lo hanno preceduto, ed anche per questo nel suo nome è associata la Grande Fede, perché in esso sono compresi tutti i livelli di fede che lo hanno preceduto. Pertanto, nei Segni di Giacobbe sono inclusi anche i Segni di Isacco e i segni di Abramo.

Pesce 16: Ma perché la Grande Fede non è associata al primo EHEYE e la Santa Fede al secondo EHEYE? La ragione principale è che la rivelazione del primo EHEYE fu appannaggio del solo popolo di Israele, perché è una nazione santa, mentre quando arrivano i Segni Completi, la Redenzione non riguarda i soli figli d'Israele ma tutta l'umanità, come promesso dal Santo Benedetto tramite i Suoi profeti. E se anche nostro padre Giacobbe fu chiamato il santo defra i nostri Padri, ecco che anche nostro padre Isacco aveva un livello elevato e distinto di santità, in virtù della sua nascita miracolosa e della sua purezza di vita che lo fece arrivare integro al sacrificio sul monte Moriyà. Certo, non possiamo parlare di una santità superiore ad un'altra, perché ogni santità ha le sue peculiarità. Per questo la santità di Isacco nostro padre è speciale così come la santità di Giacobbe è speciale.

Pesce 17: Poiché la santità di nostro padre Giacobbe apparteneva all'istituzione della Casa d'Israele dalle 12 Tribù, egli fu chiamato il santo tra i Patriarchi. Dopotutto, attraverso la sua santità continuò anche quella dei figli d'Israele, che vengono così chiamati grazie a lui. La santità di nostro padre Isacco è di un tipo diverso, perché i Segni di Isacco sono associati al nome ASHER, che è nascosto tra i due EHEYE, per cui e i suoi ruoli sono occultati alla vista del mondo (per esempio: il profeta Elia, di benedetta memoria, è la figura più nascosta di tutta la Bibbia, tuttavia, per il bene di stabilire alla fine la redenzione nel mondo, il Santo Benedetto permise che nel Libro dei Re fossero rivelate alcune grandi questioni, comprese le sue opere ed il suo livello di santità. Altri due esempi sono la tradizione segreta di Mordechai ha Tzadik e la missione incompresa di Yeshua).

Pesce 18: Poiché i Segni di Isacco sono associati al nome ASHER, è proprio da lì che il mondo dovrà finalmente pervenire alla vera risata e alla gioia, che storicamente appartiene esclusivamente alla Gheulà Shlemà.

Pesce 19: Il Pozzo di Rehovot è chiamato "un altro pozzo" proprio perché allude all'aumento, all'espansione e alla diffusione della luce che viene con l'avvento del Goel Haim e con la discesa dei Segni Redenzionali dopo molti anni di "occultamento". Gli stessi Segni interpretano le cose nuove che appartengono alle questioni nascoste del passato.

Pesce 20: I Segni di nostro padre Giacobbe cominciarono a scendere dal Pesach 1983 e da allora sono iniziate le correzioni necessarie per chiarire la missione di Yeshua, per rivelare le stelle del Libro di Ester e spiegare il ruolo eccelso e redenzionale del profeta Elia, di benedetta memoria.

Pesce 21: Pertanto le questioni nascoste nelle lettere del nome ASHER nei Segni di Isacco si realizzano sotto il secondo EHEYE nei Segni di Giacobbe. La terza stella, che è la Stella di Giacobbe, viene anche chiamata la Stella della Redenzione. Essa è collegata alla Stella della Gloria, che racchiude la tradizione del sacerdozio di Aharon, il Sommo Sacerdote, e questo legame deriva dal fatto che Giacobbe è, come detto, il santo tra i nostri padri; i suoi segni sono associati al Nuovo Sacerdozio che sarà stabilito nel Terzo Tempio, che è la Casa di Preghiera di 7 Piani, 13 Altari di preghiera e Tappeto dell'Islam.

 

VENTESIMO CAPITOLO

La Colonna del Cuore del Grande Pesce Leviatan

Il Sesto Pozzo è il Pozzo dell'Altare

Esso è collegato con l'undicesimo Mazal delle Mazalot del Leviatan, il Profumo Celeste

"E vi costruì un altare, e invocò il nome del Signore e si attendò e i suoi servitori scavarono un pozzo"(Genesi 26, 25).

Pesce 1: La santità della Gheulà Shlemà è chiamata la Nuova Santità, perché tutte le cose ed i riti della Nuova Casa di Preghiera necessitano di una nuova santità che include quella del nuovo sacerdozio. Ecco perché è molto importante che la Stella di Giacobbe, la Stella della Redenzione, sia collegata alla tradizione del sacerdozio di Aharon ha Cohen. Dopotutto, deve esserci un forte legame tra la Nuova Santità della Gheulà Shlemà e la santità che appartiene all'intera tradizione della Casa d'Israele. Il collegamento tra la Stella della Redenzione e la Stella della Gloria assicura che nulla manchi alla Nuova Santità in rapporto alla santità del sacerdozio di Aharon ha Cohen. Allo stesso modo, la santità proviene comunque dal Santo Benedetto, dato che esistono due tipi di santità, entrambi provenienti da Ha Shem. Pertanto, la Sinagoga continuerà a fare la sua parte e la Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà a fare la sua dal momento che entrambe sono gradite al Santo Benedetto.

Pesce 2: L'Altro Pozzo (be'er aheret) di Rehovot allude alla Gheula Shlemà mentre il Pozzo dell'Altare (be'er ha mizbeah) di Beer Sheva allude al Bet ha Mikdash. Perché fu a Beer Sheva che il Signore apparve a Isacco e lo benedisse (Genesi 26, 24): "Ed il Signore gli apparve in quella notte e gli disse: Io sono il Dio di tuo padre Abramo; non temere, perché Io sono con te, ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza, per merito di Abramo, mio ​​servo". Solo adesso si possono capire le allusioni, perché se il Pozzo di Esek può anche alludere al Primo Tempio, e il Pozzo di Sitnà al Secondo Tempio, ecco che Rehovot in questo contesto allude al tempo della Gheulà Shlemà. All'epoca Isacco fu benedetto da Dio a Beer Sheva e qui costruì un altare che allude al Terzo Tempio, per cui noi che abbiamo ricevuto dal Goel Haim, che il Tempio della Gheulà Shlemà non sarà solo a Gerusalemme ma anche a Beer Sheva, possiamo dedurre che i pozzi citati negli episodi dei Patriarchi alludono ai tre Santuari.

Pesce 3: Due patti furono stipulati a Beer Sheva; il primo tra Avimelech e Abramo ed il secondo tra Avimelech e Isacco; Isacco costruì in quel posto un altare, pregò e invocò il nome di Ha Shem e allestì una tenda per apprendere ed insegnare le Sue vie. Ma gli eventi della vita dei nostri padri Abramo e Isacco sono questioni a parte, ancora molto lontani dai tempi della Gheulà Shlemà. E, in generale, salvo pochi e brevi episodi descritti, le vicessitudini dei nostri Padri presentano molti punti oscuri. Questo è ciò a cui allude la Sacra Torà quando dice "in quella notte", la notte lunga della storia dei figli d'Israele. A quel punto, i patti di Beer Sheva non si erano ancora realizzati e gli eventi sotto i Segni di Isacco dovevano ancora attuarsi e completarsi. Tuttavia, il Santo Benedetto vide già allora che il popolo d'Israele avrebbe avuto bisogno di tre padri e di tutti i loro segni per raggiungere la completezza della Gheulà Shlemà, perché il mondo senza la luce della Torà è nelle tenebre e "quella notte" sarebbe stata ancora molto lunga.

Pesce 4: Così fu per ogni rivelazione personale ai nostri Padri, un grande sprazzo di luce divina in un mondo avvolto dalle tenebre, e così furono le rivelazioni a Mosè, le rivelazioni manifeste a tutti tramite le piaghe in Egitto e il miracolo del Mar Rosso che si aprì in due, la rivelazione della Torà sul Sinai e la discesa della Shehinà sui figli d'Israele. Sprazzi di luce in un'epoca buia in cui regnavano le fitte tenebre dell'idolatria e dell'ignoranza. Purtroppo l'oscurità che avvolse anche il popolo d'Israele, causò la caduta del Primo Tempio, la suddivisione del regno, l'esilio in Babilonia e la dispersione delle dieci Tribù. Purim fu una luce molto nascosta da Dio in grado di accendere un fuoco per quei pochi che erano attaccati alla Torà, grazie a Mordechai ha Tzadik e a sua nipote Ester, divenuta regina nel Regno di Ahashverosh. Fu quella una luce portentosa nelle tenebre dell'esilio, ma è pur vero che dopo il grande miracolo di Purim e dopo il ritorno a Sion e la costruzione del Secondo Tempio, i figli d'Israele non furono in grado di santificarsi e di portare la luce ai quattro angoli della terra.

Pesce 5: Nel racconto di Purim, la Meghilà di Ester ci fa capire che l'intero miracolo avvenne nel contesto di "quella notte", come è scritto (Ester, 6, 1): "In quella notte, il re, non riuscendo a prendere sonno, ordinò che gli si portasse il Libro delle Cronache, e ne fu fatta la lettura alla presenza del re". Ecco, "quella notte" allude alla generale e lunga notte della Storia, che culminerà nel grande miracolo di Purim che avverrà nella Quarta Generazione Finale. Questo perché il "na'afoch hu" (la svolta radicale) della festa di Purim coinvolgerà non solo Israele ma l'umanità intera, portando alla salvezza redenzionale, perché la benedizione di nostro padre Isacco continuerà con "quella notte" ed i Segni di Isacco non saranno completi, fino a quando non si realizzeranno i Segni di Giacobbe e i Segni della Gloria d'Israele.

Pesce 6: Con il completamento dei Segni di Giacobbe, non si sono conclusi i Segni di Isacco, perché i Segni Redenzionali del secondo EHEYE completano la rivelazione dei segni sotto il nome di ASHER. Il nome ASHER fu rivelato solo tramite i portentosi sprazzi di luce di "quella notte", ma con l'avvento della Gheulà Shlemà e la discesa dei Segni Completi della Gloria di Israele, si rivela il contenuto redenzionale finale dei Segni di Isacco. Scopriamo così, come detto, le virtù e i compiti redenzionali del profeta Elia, le stelle del Libro di Ester e tutta la grande complicazione storica della missione di Yeshua figlio di Miriam e Joseph. In questo modo si rivelano e si completano la ALEF, la SHIN e la RESH del nome ASHER, e si completa anche la vera comprensione di tutti i segni del primo EHEYE nei Segni di nostro padre Abramo e tutto il nome EHEYE ASHER EHEYE si completa con la Gheulà Shlemà.

Pesce 7: Capiremo così la regola che abbiamo ricevuto dal Goel Haim, che ai Talmidim non devono mancare i Segni di Isacco. Non si tratta di segni che vanno e vengono e si dileguano col tempo, ma sono perenni, anche nella Quarta Generazione, quando si rivelano i Segni di nostro padre Giacobbe fino alle generazioni della Gheulà Shlemà, durante la quale si completa ognuna delle dieci lettere di EHEYE ASHER EHEYE.

Pesce 8: Nelle vicende dei pozzi non c'è scritto "i servitori di Giacobbe" o "i servitori di Israele" bensì "i servitori di Abramo" e "i servitori di Isacco". "Servitori di Abramo" allude a coloro che applicano le virtù di Abramo nell'operare il bene e la pietà verso il prossimo e a coloro che credono nella fede di Abramo. "Servitori di Isacco" allude a coloro che applicano le virtù interiori del cuore, pervaso da buoni sentimenti che si manifestano con la preghiera a Dio, con lo studio e la contemplazione, con l'agire per il bene altrui e con un comportamento improntato al derech eretz.

Sappiate che se queste virtù, a cui si fa allusione con i termini "servitori di Abramo" e "servitori di Isacco" fossero state messe in atto, la Gheulà Shlemà si sarebbe potuta realizzare già allora, anche se è vero che nostro padre Giacobbe è il risultato del seme di Abramo e del seme di Isacco e, in pratica, ha ereditato le loro virtù e grazie a lui sono scesi i Segni della Gloria di Israele. La Redenzione Finale racchiude pertanto l'eredità delle buone virtù, giuste e amate da Ha Shem, proprie dei Segni di Abramo e dei Segni di Isacco. I segni di Abramo sono più semplici da ricevere e la Tradizione ne è piena, mentre i Segni di Isacco sono più nascosti e più intimi e non si rivelano facilmente (per questo il Goel Haim avvertì che i suoi Talmidim non ne sarebbero dovuti rimanere privi); tuttavia, con la rivelazione dei Segni della Gloria d'Israele, ai figli d'Israele viene richiesto di "governare" sulle nazioni del mondo, non per mezzo della forza militare ma per mezzo della forza dello spirito per portare all'umanità la salvezza come promesso dai Profeti, tramite la Nuova Casa di Preghiera per tutte le nazioni. Abbiamo quindi bisogno di una Nuova Santità e di un Nuovo Sacerdozio, affinché i Segni di Abramo e i Segni di Isacco possano essere accolti tra le nazioni del mondo e la Nuova Santità e il Nuovo Sacerdozio siano nel contesto dei Segni di Abramo e dei segni di Isacco. Ecco perché la Stella di Giacobbe è la Stella della Redenzione, deve rimanere in contatto con la Stella della Gloria nella tradizione del Sommo sacerdote Aharon.

Pesce 9: La Quarta Stella Staccata dal Carro delle Novità Redenzionali è collegata nella Costellazione del Tribunale alla Stella della Vittoria, che, a sua volta, è collegata alla Tradizione di Yehoshua bin Nun. Tutte le Stelle Redenzionali si collegano a questa stella della Quarta Generazione Finale, perché esse raggiungono la loro completezza solo durante la Gheulà Shlemà.

Pesce 10: Nel rinnovamento della Torà nella Stella della Pietra dell'Equilibrio, con la rivelazione della Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio sotto la tradizione del profeta Elia e con la rivelazione del nome ASHER, e nel rinnovamento del Nuovo Sacerdozio nella Nuova Santità tramite la Stella della Gloria, si manifesta un nuovo grande potere in grado di approntare un nuovo ordine di Mishnà che spieghi con linguaggio chiaro le questioni redenzionali. Queste nuove spiegazioni rappresentano la vittoria della Gheulà Shlemà, che si affermerà attraverso il rinnovamento delle menti e dei cuori. Questo potere nello spiegare le cose per la comprensione generale trova allusione nelle parole dei Saggi sulle 50 Porte della Binà-Comprensione (Talmud Bavlì, Nedarim, 38, 1) ed un'allusione si trova anche nel nome Yehoshua bin Nun (Bin e non Ben, come è consuetudine scrivere), allusione alla comprensione delle cose tramite le 50 (NUN in ghematria) Porte di Binà. Il rinnovamento della mishnà di Yehoshua bin Nun nella Gheulà Shlemà si collega alla Stella della Vittoria, così come il linguaggio chiaro profetizzato nel libro del profeta Sofonia (3:9) si collega principalmente alla suddetta stella.

Pesce 11: Le quattro stelle del Grande Carro visibili nel Segno delle Stelle sono la Stella di Abramo, la Stella di Isacco, la Stella di Giacobbe e la Quarta Stella Distaccata, mentre le tre stelle non visibili sono la Stella di Ester, la Stella di Mordechai e la Stella del Goel Haim. La quinta stella è la Stella di Ester collegata alla Stella di Avimelech.

Pesce 12: La Stella di Ester dispone il nuovo Purim in questa Quarta Generazione e porta la Nuova Meghilà dei miracoli di Dio, perché chi merita in questa generazione riceve il "na'afoch hu" della salvezza.

Pesce 13: Purim è considerata una festa per i soli ebrei ed i Segni confermano che il grande e terribile giorno del Signore sarà per loro un giorno con meravigliosi miracoli, in cui si manifesterà la potenza di Dio e la Sua grande misericordia. D'altro canto, la situazione nel mondo sarà molto dura e Israele trionferà nel suo "na'afoch hu": sconfiggerà i suoi nemici giurati e il mondo intero vedrà e converrà che il Signore è il Dio d'Israele che non ha dimenticato il suo popolo eletto, poiché (Geremia 31, 11) "il Signore ha riscattato Giacobbe e lo ha redento dalla mano di uno più forte di lui". Tuttavia, il "na'afoch hu" del nuovo Purim in questa generazione, a beneficio degli ebrei, coinvolge l'umanità intera durante la Gheulà Shlemà; non dimentichiamo, infatti, che la regina Ester andò sposa ad un re non ebreo che regnava su 127 paesi, dall'India all'Africa, per cui la pietà, la bontà e la grande saggezza di Ester si diffusero ben oltre i confini d'Israele. Questo perché le virtù di Ester sono le virtù del cuore che non sono prerogativa unica dei figli d'Israele. "Siamo tutti una sola carne", disse il Goel Haim, e l'unica differenza fra un non ebreo e un ebreo è che quest'ultimo è comandato all'osservanza dei precetti della Torà.

Pesce 14: E nelle Stelle della Redenzione, la Stella della regina Ester del Grande Carro comunica con la Stella di Avimelech, che rappresenta il re delle settanta nazioni del mondo. La sua presenza nel sistema del Grande Tribunale di Mordechai lo Tzadik ha lo scopo di perorare i meriti dei popoli in virtù delle loro buone azioni ed il suo legame con la Stella della regina Ester deriva dal fatto che Ester è collegata alle virtù del cuore, in quanto ebrea, le cui radici sono nella tradizione della Sacra Torà, appresa dallo zio Mordechai. Tramite questo legame stellare, i meriti delle virtù si diffondono alle settanta nazioni del mondo, in quanto Avimelech perora i meriti dei popoli ed Ester quelli dei figli d'Israele. Nel giudizio sui popoli sono necessari entrambi, per cui il loro legame durante questa generazione segue i parametri di giudizio della Quarta Generazione.

Pesce 15: DIARIO: Shaul ha sognato di essere in Sicilia e di vedere arrivare dal mare un'onda gigantesca che devastava una biblioteca con migliaia di libri, che furono risucchiati all'interno del mare. Saul, insieme ad altre, si spaventò e pensò al peggio, ma poi vide il sole uscire tra le nuvole. Allora si rasserenò e disse: "Benedetto è il Signore". È un momento di onde enormi! Il sogno allude ai nostri sforzi di pubblicare, per la prima volta, il libro intitolato "Il Codice Messianico che mancava alla vera Bibbia, spiegato a Mattatiahu il Bambino" (o col suo nome aggiornato e abbreviato: "Matteo Bambino"). Questo libro spiega la vera storia di Yeshua, figlio di Miriam e Yosef, per cui la sua pubblicazione sarà come un'onda gigantesca che distrugge migliaia di libri scritti su Gesù secondo la teologia cristiana.

Pesce 16: Lo scontro (visto nel sogno di Pina) fra la stella di Ester e quella di Avimelech è importante e scuote la terra, perché in altri due sogni dei Talmidim si menziona anche la correzione di 45 tratti di Adamo (Adam in ghematria è 45) e che "EL SHADDAI non tollererà più tutti i libri di Ester". La frase allude al fatto che la Stella di Ester non tollererà più tutti i testi e i commenti del misticismo ebraico basato sullo Zohar, che ha radici idolatre ed è rivolto ad "altri dèi, all'infuori di Me" come espresso nel Secondo Comandamento (Esodo 20, 2), Dio perdoni il Suo popolo.

Pesce 17: Sotto la stella di Avimelech ci sono centinaia di migliaia di libri che rivelano il volto dell'idolatria. Non dimentichiamo che tutti i pozzi che vengono chiamati "i pozzi di Beer Sheva" sono collegati alla stella di Avimelech, e, allo stesso tempo, tutti i nostri scritti trattano il peccato del sistema kabalistico di Atzilut che oscura la Stella di Ester, nel suo manifestarsi nel Patto della Gheulà Shlemà. Pertanto, l'attacco delle enormi onde, viste da Pina nel suo sogno, non sarebbe potuto avvenire se non in concomitanza con i Segni Redenzionali collegati ai pozzi Beer Sheva, dato che l'acqua attinta dai pozzi con le spiegazioni completa sia il giuramento dell'alleanza fra Avimelech ed Abramo che quello fra Avimelech e Isacco, che suggellano la pace e la ritrovata concordia fra i popoli.

Pesce 18: In entrambe le alleanze c'è anche il riconoscimento della virtù di Abramo e di Isacco, e, di riflesso, dell'intera nazione di Israele, e questo riconoscimento è fondamentale nei giudizi del Tribunale Supremo. E in tale contesto hanno la loro importanza sia la Stella di Ester, che sa distinguere i buoni ebrei secondo le virtù del cuore e le azioni degne e secondo la loro fede semplice e genuina, che la Stella di Avimelech, che sa distinguere i buoni tra le nazioni del mondo secondo le virtù del cuore e le azioni degne. Considerate pertanto le acque nascoste nei pozzi di Beer Sheva, perché la capitale del Neghev è la fonte degli antichi pensieri, ci sia permesso di dire, del Santo Benedetto Egli sia, che ha voluto stabilire a Beer Sheva la città dei Sacerdoti dove sarà eretta la Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà, con sette Piani, tredici Altari di preghiera e Tappeto dell'Islam, così come avverrà nella Città Santa di Gerusalemme. Ecco perché abbiamo chiamato il pozzo che i servitori di Isacco scavarono nel luogo destinato alla futura costruzione dell'altare il "Pozzo dell'altare", allusione agli altari della Casa di Preghiera della Redenzione Finale che sarà costruita a Beer Sheva.

Pesce 19: La Stella di Mordechai del Carro degli Annunci Redenzionali è collegata alla Stella di Mordechai ha Tzadik del Tribunale, perché tutto ciò che scende nel mondo è collegato al giudizio del Tribunale di Ha Shem, e nella Gheulà Shlemà il Goel Haim ci rivela le questioni della legge secondo il nuovo studio delle Stelle della Redenzione così come le questioni delle virtù interiori del cuore, che sono in relazione con le Stelle della Gheulà tramite il sistema delle Stelle della regina Ester nel regno di Ahashverosh. E voglia il Cielo che presto possiamo assistere alla caduta dei malvagi, degli Aman e degli odiatori di Israele. Amen e così sia. Il "Pozzo dell'Altare" è collegato all'undicesimo Mazal del Leviatan, il Profumo Celeste, che, a sua volta, è associato alle preghiere, dato che la preghiera, quando è accolta dal Santo Benedetto è come un profumo meraviglioso che sale al cielo.

Pesce 20: La Stella del Goel Haim del Carro degli Annunci Redenzionali è collegato con la Stella di Pichol, portavoce e ministro dell'esercito di Avimelech, nel sistema del Tribunale. Per rispetto al Goel Haim, non avremmo potuto pensare al legame tra queste due stelle, se non fosse stato per lo stesso Goel Haim che in un sogno di Daniele ha dichiarato: "Io sono il Goel Haim e voi siete la Stella del Goel", ossia gli allievi del Morè Haim sono la Stella del Goel Haim, che influisce per il bene del mondo. Il Goel Haim dovrà alla fine essere conosciuto in tutto il mondo e ciò avverrà attraverso i Segni dell'Asino che mangia il pane, poiché il Goel Haim è nel Regno dei Cieli, mentre i suoi Talmidim, ai quali è stato dato il grande privilegio di annunciare il suo nome e le novità redenzionali, si trovano nel mondo.

Pesce 21: Non c'è notizia migliore e più gioiosa di questa. Ogni persona al mondo nasce e muore sotto la sua stella. Tuttavia ora, dopo che la Stella del Goel Haim è stata rivelata, chiunque diventi suo allievo possiede due stelle che influenzano dal cielo l'allievo stesso. Infatti, non c'è stella al mondo che abbia un effetto positivo sugli asini-allievi come quella del Goel Haim. In questo modo, abbiamo finito di collegare le sette stelle del Grande Carro alle sette stelle della Grande Corte di Mordechai il Giusto e ai pozzi di Beer Sheva, in modo da poter attingere dalle loro acque e aprire nuove porte, che grazie a Dio sono già state aperte. Possa Ha Shem gradire il nostro lavoro. Amen e così sia.

 

VENTUNESIMO CAPITOLO

La Colonna del Grande Pesce

Il Settimo Pozzo è il "Pozzo dove abbiamo trovato acqua"

Esso è collegato con il dodicesimo Mazal delle Mazalot del Leviatan, la Bellezza del Gan Eden

"In quel giorno i servitori di Isacco gli si presentarono e gli riferirono del pozzo che avevano scavato e gli dissero "Abbiamo trovato dell'acqua" (Genesi 26, 32).

Pesce 1: Dopo il banchetto e il giuramento fatto con Avimelech e Pichol e il loro commiato da nostro padre Isacco (Genesi, 26, 30-31), la Torà ci dà dei segni sulla grandezza e l'importanza di "quel giorno", perché non c'è nulla di più bello e di più buono nel mondo della pace, per cui dobbiamo collegare questo pozzo al Mazal della bellezza del Paradiso. Tuttavia, il verso avrebbe potuto essere abbreviato, come: "In quel giorno i servitori di Isacco scavarono un pozzo e dissero 'abbiamo trovato dell'acqua", ma siccome sono segni, ci troviamo davanti alla bellezza del Gan Eden e con le parole che fanno da alberi e da frutti deliziosi.

Pesce 2: Il verso allude pertanto alla pace finale, promessa per i tempi della Gheulà Shlemà, per cui "in quel giorno" allude al giorno di gioia in cui il Santo Benedetto ha prescelto il Goel. Dopo la resurrezione del Redentore sono cominciate a scendere le preziose acque della Gheulà Shlemà, che hanno il potere di infondere la gioia nel cuore di chi merita di berle. Per questo dopo la parola "pace", il verso parla di una grande gioia, cosicché le parole che a prima vista sembrano superflue, in realtà, aggiungono felicità. Ciò è simile ad una persona che è molto felice perché è in compagnia di buoni amici e ha piacere a parlare con loro e a dilungarsi nella conversazione. Per questo dopo il trattato di pace con Avimelech e con Pichol, i servitori di Isacco vengono a riferirgli la buona notizia: "Abbiamo trovato l'acqua".

Pesce 3: Anche il numero delle parole del verso, diciassette, allude al "bene" (17 è "tov" in ghematria), dato che è un verso che allude alle buone acque della Gheulà Shlemà, hi-ha, hi-ha !. Stella Forti sognò nei primi anni dei segni che Haim significa pace, e qui stiamo parlando del patto di pace con Avimelech, la cui stella fa da avvocato difensore delle settanta nazioni del mondo, per cui il verso allude alla pace che prevarrà durante i tempi redenzionali, coinvolgendo l'umanità intera. La pace allude anche al prescelto Goel Haim dopo la sua morte e la sua resurrezione nel Regno dei Cieli. "Vaiehì" (inizio verso 32): sta per arrivare una cosa nuova, che allude al segno iniziale "è arrivato il tempo", che annuncia l'apertura della Redenzione Finale nel mondo. "In quel giorno" (ba-yom ha hu) allude al giorno in cui si rivela il Segno delle Stelle con il Libro delle Stelle di Abramo e non dimentichiamo che il Segno delle Stelle ci dà le chiavi per capire i tempi delle Stelle Redenzionali. "E vennero i servitori di Isacco" (va-iavohu avdei Yitzhak) allude al Segno del Regno dei Cieli.

Pesce 4: E abbiamo spiegato che la radice del Regno dei Cieli si trova nel sacrificio di Isacco, anche se lo studio in materia è sottile. Se nostro padre Isacco fosse stato immolato, il Regno dei Cieli sarebbe esistito da allora, ma mancavano ancora quattro millenni fino ad arrivare al tempo storico voluto da Ha Shem, in cui il Regno dei Cieli sarebbe cominciato a scendere sul mondo. Fino a quel momento, erano necessari dei "punti storici" in materia come l'istituzione del pre-Regno dei Cieli al tempo di Elia, collegato poi alla missione di Yeshua e alla sua resurrezione dai morti . "E gli si presentarono", "e gli riferirono", "che avevano scavato", "e gli dissero": sembra quasi che la Torà qui si diverta ad aggiungere dettagli...

Pesce 5: I servitori di Isacco alludono, come accennato, a chi agisce con le virtù del cuore amate dal Santo Benedetto, che sono associate ai Segni di nostro padre Isacco racchiuse nel nome ASHER. Il Regno dei Cieli è anche collegato con i Segni di Isacco, che sono i segni più nascosti, così come la vita di Isacco è la più occultata nel racconto della Torà rispetto a quella di Abramo e Giacobbe.

Pesce 6: "In quel giorno": Tale giorno include l'intera Quarta Generazione, ma in realtà inizia nel giorno della morte e della resurrezione del Goel Haim, cosicché dopo la discesa del Segno del Libro delle Stelle, i Talmidim hanno gioito perché il Santo Benedetto aveva scelto lo Tzadik Haim. Dopo di che le loro virtù sono accresciute nell'amore di Dio e nel desiderio di servirLo, e Renato Levi ha ricevuto il grande Segno del Regno dei Cieli. Ci fu grande gioia in cielo, perché nella terra c'era chi aveva creduto nel Goel e nella sua resurrezione nel Regno dei Cieli, e i Talmidim era come se volessero già salire i gradini di marmo bianco con le virtù amate da Ha Shem. "E porteranno i servi di Isacco": un'allusione al segno del Regno dei Cieli.

Pesce 7: "E gli riferirono": allude alle meravigliose novità redenzionali che costituiscono la nuova Aggadà della Gheulà Shlemà, come è scritto (Geremia 16, 14 – 15): "Perciò, ecco, i giorni vengono, dice il Signore, e non si dirà più 'il Signore è vivo, Egli che fece uscire i figli d'Israele dalla terra d'Egitto' bensì si dirà: 'Il Signore è vivo, Egli che farà uscire i figli d'Israele dai paesi del nord e da tutti i paesi nei quali li aveva dispersi' ed Io li ricondurrò nella loro terra, che avevo dato ai loro padri". Questo passo di Geremia è anche la fonte della nuova Aggadà per il Nuovo Pesah della Gheulà Shlemà. "Del pozzo": allude al Segno dell'Asino che mangia il pane, poiché l'Asino ha il compito di scrivere le spiegazioni riguardanti la Gheulà Shlemà. "Pozzo (be'er)": allude ai chiarimenti (biurim) scritti, perché un'interpretazione (perush), una spiegazione (hesber) o un insegnamento (hora'à) possono essere orali, ma un "biur" deve essere scritto, come sta scritto (Deut. 27, 8): "E scriverai sulle pietre tutte le parole di questa legge, in modo che siano bene chiarite (ba'er heitev)", riferita al Libro del Deuteronomio, scritto da Moshè Rabbenu. Quindi "del pozzo": allude alla gioia nei cieli per i libri di testimonianza e di chiarimento del Sefer Mishnat Haim.

Pesce 8: Naturalmente, se un asino come me pensa che il "pozzo" alluda, in generale, ai testi del Sefer Mishnat Haim, alluda anche, in particolare, al presente scritto "Perush Beer Sheva", e ancor di più a questo capitolo di "Abbiamo trovato l'acqua nel pozzo", che è associato alla Bellezza del Gan Eden, perché il "bi'ur" su di esso dovrebbe essere scritto, ed è la prima volta che lo faccio. Hi-ha!, hi-ha! E non è scritto solo "al ha be'er" (del pozzo) ma "al odot ha be'er" (a proposito del pozzo). "Odot": allude al ringraziamento (leodot) dovuto per la verità dei chiarimenti (biurim). Questo perché sono molto importanti gli scritti e i commenti sulla Gheulà Shlemà, che costituiscono la continuazione della vera tradizione della Torà. "Che avevano scavato": allude alla spiegazione scritta dai servitori di Isacco, perché credono nella resurrezione dello Tzadik Haim, nel contesto del Segno dell'Asino che mangia il pane.

Pesce 9: "Che avevano scavato – asher hafrù" allude anche al quinto Segno Redenzionale, che è doppio e viene chiamato il Segno della Quarta Generazione e della Nuova Costruzione. Tuttavia, poiché il verso esprime la grande gioia per la venuta del Goel Haim e la discesa dei Segni Redenzionali, non ci sarà qui che un solo accenno sui mali di questa quarta generazione e la correzione finale del nome ASHER per il mondo, che avverrà quando l'umanità riconoscerà che furono i servitori di Isacco a portare alla luce queste spiegazioni (con ogni probabilità ciò avverrà al termine della quarta generazione).

Pesce 10: La correzione del nome ASHER accompagna la Gheulà Shlemà nel mondo, perché la scelta di Dio dell'amato Tzadik è racchiusa nel secondo EHEYE. Infatti, con la discesa dei Segni Redenzionali, due tipi di lavoro iniziano nell'ambito dei Segni dell'Asino: portare le novità redenzionali che appartengono al secondo nome EHEYE e scrivere le spiegazioni della correzione storica del nome ASHER.

Pesce 11: Le innovazioni, le rivelazioni meravigliose e le grandi correzioni associate al nome ASHER sono i segni che realizzano il nuovo spirito della Gheulà Shlemà. Il nuovo spirito del secondo EHEYE (nonostante i meravigliosi segni redenzionali e le innovazioni) non può scendere sulle persone se non esiste un forte e costante collegamento con il nome ASHER. Solo quando il nome ASHER e il secondo EHEYE sono collegati, i Segni Redenzionali del secondo EHEYE possono connettersi agli studi ed ai segni nascosti della Sacra Torà, che sono racchiusi nel nome EHEYE.

Pesce 12: "Che (asher) avevano scavato" allude pertanto alla correzione del nome ASHER, che è stato dissotterrato negli scritti sulla Gheulà Shlemà nonostante l'oscurità circostante. “E gli riferirono” è una dichiarazione sulla Nuova Costruzione che verrà nel mondo per merito del Goel Haim e nel segno della sua risurrezione, che disseta le generazioni future della Redenzione Finale. Allora ci sarà una grande gioia, una nuova comprensione e un nuovo spirito, e chi ha scavato e attinto dirà: "Abbiamo trovato l'acqua".

Pesce 13: E chi negherà che per grazia di Dio abbiamo trovato acqua in questo verso? Dopotutto, ci sono segni all'interno della Torà che possono essere compresi solo dopo la discesa dei Segni Redenzionali, che completano i segni nascosti nelle sue parole. Questa è la questione del rinnovamento della Torà, perché solo tramite la potenza dei Segni Redenzionali vengono rivelate miracolose e vere innovazioni della Torà. "Abbiamo trovato l'acqua": perché abbiamo attinto l'acqua da questo pozzo, che è chiamato il "Pozzo dove abbiamo trovato l'acqua" o il "Pozzo della Bellezza del Gan Eden". Poiché questo pozzo porta grande gioia ed è probabilmente chiamato "il Pozzo di Isacco", perché in esso Yitzchak (riderà) allude alla risata storica che avverrà quando tutti gli errori del passato saranno corretti e l'umanità crederà in Dio, Santo Benedetto Egli sia.

Pesce 14: Il nome Yitzhak allude alla gioia futura che ci sarà nei tempi della Gheulà Shlemà con tanti tipi di risata. Anche prima della nascita di Isacco, annunciata dall'angelo ad Abramo e Sara ormai anziani, c'è la doppia risata di Sara nostra madre e di Abramo nostro padre. Sara rise con una certa incredulità, perché le sembrava miracoloso che potesse concepire e partorire un figlio a 89 anni quando ormai era in menopausa da più anni. Tuttavia, non volle riconoscere una sua pur minima mancanza di fede, ma la grandezza dell'annuncio di un tale miracolo, impensabile da una normale menta umana, le suscitò una risata spontanea. Dopotutto, a volte il cervello non riesce ad assorbire un evento di tale portata e la risata è più che giustificata.

Pesce 15: Nostra madre Sara disse di non aver riso per l'incredulità, ma il pensiero per un qualcosa di inimmaginabile le aveva suscitato una risata involontaria. Ed infatti l'angelo del Signore le disse (Genesi 18, 14): "C'è forse cosa impossibile per il Signore?". E dopo che Sara negò di aver riso, egli aggiunse: "No, tu hai proprio riso". In altre parole, l'angelo non accettò la sua negazione, in quanto aveva letto nel suo pensiero, e infatti la Torà ci rivela il pensiero intimo di Sara (ibid. 12): "Ed essa rise dentro di sé, pensando: Vecchia come sono, potrebbe forse tornarmi il ciclo femminile?". L'angelo di Dio non si rivolse più a lei dopo la sua risata interiore per non metterla ulteriormente in imbarazzo, per cui continuò a parlare con Abramo usando tatto e benevolenza. Tuttavia, quando Sara udì ciò che l'angelo di Dio disse ad Abramo, ebbe paura e si giustificò, come spiegato. E dopo aver dato alla luce Isacco, Sara dirà (Genesi 21, 6): "Dio mi ha dato di che ridere; chi saprà il mio caso riderà".

Pesce 16: La risata proruppe per la gioia completa che si manifestava dentro e fuori. Tutti quelli che verranno a conoscenza del mio caso, rideranno di me, poiché la gioia e la felicità sono così grandi che chiunque ne sente parlare ne è emotivamente coinvolto. Dal verso summenzionato, si evince che la risata associata al nome di nostro padre Isacco sgorga da una gioia vera, interiore ed esteriore. E così anche in futuro, nella Gheulà Shlemà, il riso e la gioia del cuore che lo accompagna, si manifesteranno nel contesto dello spirito nuovo che scenderà nel mondo attraverso i Segni di nostro padre Isacco racchiusi nel nome ASHER.

Pesce 17: Ci sono poi altri due tipi di risata storica che uscirono da quel sacrificio: "la risata del passato" e "la risata del presente che continua". La prima è la risata che nasce dopo aver raggiunto una comprensione nuova, chiara e illuminante, in antitesi al pensiero precedente. In quel momento, i pensieri del passato appaiono come ingarbugliati, oscuri e diversi dalla concezione pura della vera Torà.

Pesce 18: In questo contesto, è dimostrato con idee corrette e prove evidenti che tutto ciò che pensavamo di Yeshua e tutto ciò che riguardava la sua missione messianica non corrispondeva al vero. Come ebrei, l'idea che c'eravamo fatti sul Nazareno era sbagliata e non vera. Ancora oggi, è forte la resistenza di un ebreo ad ammettere la verità, perché abbarbicato ad una forma mentale pregiudiziale; se un ebreo legge senza pregiudizi i nostri scritti e comprende le spiegazioni sulla missione di Yeshua, capirà che quell'evento storico ha del meraviglioso e tutto è stato opera di El Norà Alilà, nel Suo piano redenzionale finale. Comprenderà anche che il capitolo 13 del libro del profeta Isaia tratta la missione di Yeshua e si collega alla parte minacciosa dell'ultima profezia di Malachia; inoltre, capirà anche che Yeshua sostituì con la sua tragica morte il montone storico profetizzato nei Segni del sacrificio di nostro padre Isacco.

Pesce 19: E dopo aver superato la sua precedente concezione e assimilato la virtù della verità, l'ebreo potrà prorompere in una trionfale risata storica che non si fermerà più e si unirà alla risata di nostro padre Abramo.

Pesce 20: Benedetto sia il Suo nome in eterno! Ecco, abbiamo scavato e abbiamo trovato l'acqua dal pozzo di Isacco, che è il pozzo originale nella Torà, che ci fa conoscere la vera risata storica, che porta alla pace nelle generazioni della Gheulà Shlemà, ed, una volta in pace, l'umanità potrà gradualmente avvicinarsi al gan Eden in terra. Tutti vivranno al sicuro, comodamente e felicemente, e regnerà l'amore tra gli individui e tra i popoli.

Pesce 21: Gli esseri umani allora godranno del loro amore per Ha Shem e diventeranno saggi nel timore di Dio, e bevendo dalle acque del Pozzo di Isacco trarranno beneficio per la loro salute fisica e per le loro anime. Gente di tutte le nazioni verrà a pregare nella Casa di Preghiera di sette Piani, tredici Altari di Preghiera e Tappeto dell'Islam, sia a Gerusalemme, la Città Santa, che a Beer Sheva, la città dei Patriarchi e dei Sacerdoti. Amen e sia voluto ciò presto ai nostri giorni dal Signore nostro Dio, che completa i momenti e i tempi nei quattro angoli della Terra.

Peretz Green

Settimo giorno di Hanukat Hahanukot. Capo mese Tevet, 18.12.2009

10 Fine del Minuto 3962.

Fara Gera d'Adda (BG), Italia