Autore: Peretz
Green
Traduzione
dall'ebraico: Davide Levi
Il Commento di Beer Sheva Secondo
Il Grande Pesce Leviatan
PREFAZIONE A
Pesce 1: E perché lo
chiamate "Re Messia"? Nessuno vi ha detto che lo Stato di Israele
è una democrazia e non una monarchia, per cui non esiste un re? Gli
chiederete dunque di provare con dei segni che è il Messia figlio di
Davide? Dopotutto, non conta molto se è nato ebreo e circonciso e
appartenga alla tribù di Giuda (se sussistono davvero prove al riguardo),
dato che tale è la gran parte degli uomini del popolo d'Israele. O forse
verrà e dirà di essere il Messia figlio di Davide e ucciderà
i malvagi con il soffio delle sue parole, come sta scritto: "Con il soffio
delle sue labbra farà morire il malvagio" (Isaia 11:4)? O forse
sarà un eroico combattente che farà la guerra contro i nemici di
Israele, come è scritto: "non spezzerà la canna rotta e non
spegnerà il lucignolo fumante" (ibid. 42, 3)? E se sì, qual
è l'essenza della sua azione e perché Dio lo ha scelto e ha infuso
in lui il Suo spirito?
Pesce 2: Ma vediamo di analizzare
meglio la profezia di Isaia: il ruolo speciale del Messia sarà: "egli
insegnerà la giustizia alle nazioni" (ibid.42, 1) e "insegnerà
la giustizia secondo verità" (ibid. 42, 3), e dal momento che per
il giudizio sulle Nazioni ci vogliono molti anni, ecco che il Signore promette:
"egli non verrà meno e non s'abbatterà finché abbia
stabilita la giustizia sulla terra; e le isole aspetteranno fiduciose la sua
legge" (ibid. 42, 4). Questo è molto interessante, perché
non è tanto una questione di giustizia per Israele, ma di giustizia per
le nazioni del mondo! Proprio questo ruolo, che richiede tempo e lavoro,
è il desiderato ruolo "messianico" voluto dal Santo Benedetto
Egli sia e il ruolo viene menzionato in forma allusiva anche nella Torà
nel versetto (Genesi 49, 10) "fino a quando verrà colui che
porterà la pace e al quale obbediranno i popoli". Un saggio del
Talmud disse che il Messia non verrà ad insegnare la Torà ai
figli d'Israele, bensì ad insegnare ai popoli le vere leggi, e non ad
insegnare loro Tariag Mitzvot (i 613 Precetti) della Torà bensì solo
30 precetti. Le sue parole mi stupiscono fino ad ora, perché a noi, nei
Segni Completi, è stato indicato un ordine di 30 passi sotto la forma della
Nuova Legge della Gheulà Shlemà.
Pesce 3: Tuttavia molti
interrogativi vanno risolti, dato che permane molta confusione su argomenti
assodati e non c'è dubbio che per risolverli e chiarirli sia necessario
un nuovo linguaggio chiaro, come preannunciato dal profeta Tzefania/Sofonia (3,
9). Per aiutarci, lo Tzadik Abuhatzera è venuto dal mondo della
verità nel sogno di Solly Kamhaji (anno 1990) e ha detto rivolto a
Peretz: "Ah, allora sei tu l'asino, Messia figlio di Davide". In
questo modo egli fornisce un nuovo termine significativo di questo segno
"messianico"( chiamato il Segno dell'Asino che mangia il pane) e dice
ai figli d'Israele: "Sappiate che, nonostante la vostra attesa del Messia
figlio di Davide, la corretta percezione del Messia o del vero messianesimo non
è quella che immaginate, ma si trova nel segno dell'Asino Mashiach ben
David". Allo Tzadik Abuhatzera è stato dato il merito di annunciarlo
dal mondo della verità ai figli d'Israele.
Pesce 4: Sappiate pertanto che il
Messia figlio di Davide che state aspettando è un asino ed è
completamente diverso da quello che immaginavate. E' stato un grande Talmid
Chaham e un vero Tzadik ad annunciarlo, e, in più, a Beer Sheva, dove il
Baba Saly (nome con il quale è noto lo Tzadik Abuhatzera) è amato
e onorato. Tuttavia, quando ho raccontato il sogno ai religiosi di Beer Sheva,
e in particolare agli ebrei marocchini, tutti mi hanno sorriso dicendo:
"Che bello! Hazak ve-ematz! (formula di incoraggiamento e di
benedizione)" ma nessuno mi ha chiesto cosa volesse dire. Forse a Beer
Sheva non amano molto gli asini, mi sono detto. "Vedete" ho spiegato
loro "ho ricevuto in sogno dal Cielo una nuova benedizione che recita: "Benedetto
sei tu, Dio nostro, che mi hai fatto suo pane"; al ché uno che si
crede "hacham" mi ha detto ridendo :"Allora cosa dobbiamo farti?
Buttarti in una fossa?".
Pesce 5: Gli ho risposto:
"Ridi quanto vuoi, ma ho già passato sei anni nei segni dell'Asino,
Mashiah ben Yosef, e ora sono nei segni dell'Asino, Mashiah ben David. Se
adesso mi butti in una fossa mi confonderai tutti i segni!". E ho aggiunto:
"Ascoltate, signori miei, io sono veramente l'Asino che mangia il pane e
il primo Talmid dello Tzadik prescelto, il Goel Finale, Haim Ben Moshe di Sana,
Yemen. Per merito suo, ho ricevuto, insieme ad altri asini, allievi del
Morè Haim, i Segni Completi della Redenzione Finale"'. Ho detto
altre cose, ma le loro menti non erano aperte ad ascoltare cose nuove. Nessuno
mi ha chiesto quali fossero i segni. Ho ragliato loro: "Hi-haw!, Hi-haw!,
Hi-haw!"e loro sono scoppiati a ridere. Allora mi sono chiesto come mai i
miei correligionari sono così disinteressati, per cui ho continuato a
ragliare, Hi-Haw! E sono andato a casa.
Pesce 6: A circa nove anni da
quel sogno di Solly Kamhaji, sono ritornato a Beer Sheva (e Paolo, Nodà
e i bambini mi hanno raggiunto nel 2000), e qui il rabbino Rafael Peretz mi ha
dato il permesso di annunciare le novità redenzionali nella sinagoga
Agudat Ahim. Ciò è stato molto importante nel contesto dei Segni,
ma non ha avuto ripercussioni su Israele. Se nove anni fa le persone non
avevano la capacità di ascoltare cose nuove, ora l'avevano del tutto persa,
sebbene gli ebrei di Beer Sheva siano dediti alla preghiera, alla carità
e alle mitzvot oltre ad avere fede forte e semplice. Speravo di trovare dei
buoni asini tra gli ebrei, e in effetti ne ho trovato soltanto uno, Moshe
Bardi, di origine persiana, che ci ha conosciuto tramite Solly Kamhaji.
Pesce 7: A scanso di equivoci: Io
non sono il Messia, e se a volte vi sembra che io scherzi sull'argomento del
Messia figlio di Davide, lo faccio per contestualizzarlo nel grande cambiamento
di mentalità che dovrà arrivare. Ha Shem ha scelto
l'umiltà, la modestia e la virtù della santità dello
Tzadik Haim. E' lui che si è addossato tutto il peso del sacrificio per la
Redenzione nel mondo; egli è amato dal Santo Benedetto, che lo ha
prescelto come Goel per Israele e per l'umanità intera e come Giudice
Unto nel Regno dei Cieli; egli è lo Tzadik risorto per rinnovare la luce
del mondo nel cuore degli uomini. Il Morè Haim era in vita uno Tzadik
Nistar; nato a Sana, Yemen, nel 1914, visse i giorni della sua vita nella
santità, nell'umiltà e nella pazienza.
Pesce 8: Pertanto, egli non
è "messia" o "il Messia", bensì il Goel e il
Giudice Unto nel Regno dei Cieli e appartiene alla tribù di Beniamino.
Egli è infatti il "signore"
(adon) che cercate e che all'improvviso entra nella sua sede (Malachia, 3, 1),
anche se il termine "signore" non deve essere usato nei suoi
confronti, perché egli lo ha rigettato dato che non si addice ad un
essere umano, così come lo Tzadik detestava il termine "Admor"
(nostro signore, nostro maestro). Molto umile era lo Tzadik Nistar Haim, il
capo dei 36 Tzadikim Nascosti della sua generazione, e se c'è bisogno
nel mondo che una persona porti il titolo di "Asino, Messia
figlio di Davide", è solo per la comprensione che nel mondo della Redenzione
ci sia il Segno Profetico dell'asino e dell'onagro figlio di asine, su cui
cavalca l'umile Tzadik (profezia di Zaccaria 9, 9).
Pesce 9: Ed ecco "le cose di
prima sono avvenute, e io ve ne annuncio delle nuove; prima che germoglino, ve
le rendo note" (Isaia 42, 9). Le "novità" sono quelle che
annunciano l'elezione del Goel Haim e la rivelazione di tutti i Segni
Redenzionali, e sebbene queste novità siano state precedute dalle
"prime" già avvenute, esse sono gli eventi che costituiscono
il compimento delle profezie come il ritorno a Sion e il raduno degli esiliati,
e sono avvenute prima dell'elezione del Goel, poiché la Redenzione
Completa non può avvenire senza la creazione dello Stato di Israele, che
durerà per sempre. "Le cose di prima" che sono avvenute,
grazie a Dio, non si riferiscono al passato lontano, come l'Esodo dall'Egitto o
la redenzione di Purim, ma alle novità che precedono la Redenzione
Finale.
Pesce 10: L'istituzione dello Stato
di Israele nel 1948 è l'inizio di un periodo chiamato i "Giorni
Messianici" (Yemot ha Mashiach), e secondo i segni è un periodo di
100 anni (fino al 1948-2047). Il nome del "Messia" che fu creato
prima della creazione del mondo secondo il Talmud è infatti il nome
dell'Unto Eletto, il Giudice Unto nel Regno dei Cieli, e non il "Messia
figlio di David" della Tradizione. La differenza tra i termini è
grande quanto la distanza tra cielo e terra, poiché nei confronti del
Goel il Messia terreno è un Asino, destinato a portare nel mondo i pesi
dei Segni e il Pane Redenzionale.
Pesce 11: Se è così,
a quale messianesimo allude il termine i Giorni Messianici? E' ovvio che non si
tratta del Goel, il Giudice Unto nel Regno dei Cieli, poiché il periodo
dei Giorni Messianici è un periodo determinato della storia e la
mansione del Giudice Unto nel Regno dei Cieli non è limitato ad un dato periodo
soltanto. I Giorni Messianici rappresentano quindi un periodo caotico, al
termine del quale verranno chiarite in modo manifesto le questioni riguardanti il
messianesimo davidico, questioni che nemmeno i Profeti e i Saggi d'Israele nel
corso delle generazioni poterono chiarire, dato che le "novità che
io annuncio" (Isaia, 42, 9) erano da loro ignorate.
Pesce 12: I nostri Saggi, di
benedetta memoria, ciascuno secondo la propria visione, discussero la durata di
tale periodo, consapevoli che si trattasse di un periodo speciale, confuso e
complicato, che avrebbe preceduto la Gheulà Shlemà. Ciò viene
indicato nel Quinto Segno Redenzionale che Davide Levi ricevette in sogno in
Israele e che è chiamato il Segno della Quarta Generazione e della Nuova
Costruzione. Nella visione, la Terra d'Israele era in uno stato tremendo, caratterizzato
da sparatorie, conflitti armati, caos generale, spargimento di sangue e
sofferenze; tuttavia, in uno scenario successivo, tutto cambiava completamente
e si vedeva spuntare da terra un enorme e magnifico edificio, circondato da
campi lussureggianti, da cui emanava un'atmosfera di pace e armonia su tutto il
paese. Osserviamo che solo questo, tra i Sei Segni Redenzionali, tratta la
situazione della Terra d'Israele.
Pesce 13: C'è in questo
segno un riferimento al periodo dei Giorni Messianici, quando l'edificio della
pace, che è la Casa di Preghiera della Redenzione Finale, traccia la
fine di un periodo passato che non tornerà più nella storia
d'Israele. Il segno, però, si chiama della Quarta Generazione e della Nuova
Costruzione e non dei
Giorni Messianici, poiché intende indicare i terribili eventi della Quarta
Generazione di 65 anni e non del secolo messianico in cui è il caos che
fa da padrone.
Pesce 14: Sebbene nel sogno di
Davide non si faccia affatto menzione ai Giorni Messianici, tuttavia nella
Tradizione troviamo il termine "Yemot ha Mashiach", quindi vorrei qui
sottolineare che il termine "Giorni Messianici" genera della
confusione sul Mashiach ben David, dato che non possiamo attraversare i Giorni
Messianici senza passare attraverso la confusione ad essi associata. In altre
parole: i problemi e le complicazioni riguardanti il messianesimo della Casa di
Davide e del Messia discendente da Davide devono manifestarsi prima di essere spiegati
e chiariti, perché l'argomento del Mashiach ben David della Tradizione è
molto confuso e viene espresso con allusioni nella Torà e nei Profeti con
un linguaggio enigmatico. Infatti non è possibile comprendere
correttamente il concetto fino a quando le cose non si manifesteranno al loro
tempo, come spiegò il Maimonide nel Mishnè Torà, Halachot
Melachim.
Pesce 15: I nostri Saggi sapevano
che i figli d'Israele aspettavano con piena fede la venuta del Messia figlio di
Davide e sapevano anche che l'avvento sarebbe stato accompagnato da numerose
complicazioni, per cui predissero che ci sarebbe stato un tempo dopo il quale
si sarebbe potuto capire questo argomento e lo chiamarono "Yemot ha
Mashiach".
Pesce 16: I nostri Saggi non
potevano conoscere la durata di tale periodo, per cui tirarono un po' ad
indovinare, per cui non è dato sapere il termine esatto. Il nostro
calcolo, con tutta umiltà, si basa sui Segni Redenzionali che abbiamo
ricevuto, che parlano di un primo periodo di 35 anni, dalla fondazione dello
Stato d'Israele (1948) all'elezione del Goel Haim (1983); segue quindi il
periodo della Quarta Generazione che dura 65 anni. Dalla fondazione dello Stato
d'Israele alla fine della Quarta Generazione ci sono 100 anni, i cosiddetti
"Giorni Messianici" (1948 – 2047). E perché i nostri Saggi,
z''l, avevano dei dubbi? Poiché il termine stesso "Giorni del
Messia", come detto, più che chiarire, confonde. Essi previdero
soltanto che tale periodo sarebbe stato caotico e confusionario per ciò
che riguarda l'evento messianico.
Pesce 17: Molte cose che si dicono
sul Messia figlio di Davide non si riferiscono ad una persona specifica, ma alludono
ad eventi che accadono nel periodo dei Giorni Messianici. Dopotutto, nessun
Messia figlio di Davide ha fondato lo Stato d'Israele, mentre il periodo di
Yemot ha Mashiach ha avuto inizio con la nascita dello stato ebraico e molte
profezie sul ritorno a Zion si sono avverate.
Pesce 18: C'i sono anche quelli che,
in campo ebraico religioso, negano che, con la fondazione di Israele, sia
cominciato un nuovo periodo storico, dal momento che nessun Messia figlio di
Davide ha dato vita allo Stato e ha radunato le tribù di Giacobbe e gli
esuli di Israele. Costoro negano le profezie sul ritorno a Zion e confondono le
carte in tavola. E perché tutto ciò? Per la confusione intorno al
Messia figlio di Davide! Ma noi adesso ci troviamo già nei Giorni
Messianici! Questo è anche ciò che lo Tzadik Abuhatzera ha inteso
dire nel sogno di Solly: "Ah, sei tu l'Asino, Mashiach ben David!". In
altre parole: "Ah, dato che siamo già nei giorni del Messia figlio
di Davide, sei tu l'Asino del Goel preposto a spiegare, chiarire e risolvere le
confusioni e le complicazioni riguardanti il Messia figlio di Davide!".
Pesce 19: Hi-haw, hi-haw! Non
pensate che non abbia problemi "messianici" sulla mia groppa! Lo Tzadik
Abuhatzera ha detto la frase non solo per allietare il mio cuore, ma anche per
dire: "Ah, tu sei l'Asino che porta il peso delle complicazioni del Messia
ben David". Si tratta comunque di una buona notizia redenzionale. Nello
stesso sogno, lo Tzadik Baba Sali voleva alzare la voce e annunciare questa
novità, ma, vedendo la sua intenzione, Peretz gli ha fatto capire che non
era ancora il momento di rendere pubblica la cosa e bisognava mantenere il
silenzio. Baba Sali capì e disse con amarezza: "Ah, sì, rabbanim
reshaim (rabbini malvagi)". E quindi fece entrare Peretz in una stanza
speciale e chiuse la porta, una volta entrati.
Pesce 20: In fondo, dalla gioia
scaturisce il desiderio di informare il pubblico, ma per necessità
è meglio tacere e agire in segreto. L'intenzione principale della frase
"rabbini malvagi" è probabilmente quella di indicare che se i
rabbini (ben conosciuti dallo Tzadik Abuhatzera) venissero a conoscenza delle
novità redenzionali le userebbero per fini impropri, ba-avonot. Ecco perché
li chiama "reshaim", poiché non agiscono le-shem shamaim, bensì
per denaro o per onori (e lo sa bene Baba Sali stesso, che è oggetto in
Israele di uno squallido commercio intorno alla sua figura, con tanto di
vendita di fotografie, di benedizioni, di amuleti e via di seguito). E' anche
comprensibile che lo Tzadik (di cui all'inizio di quel sogno veniva detto che
possiede i segreti di Kabalà Ma'assit) non sia sceso dal mondo della verità
per riferire le cose che conosce, dato che il sogno origina dai Segni Completi
della Gheulà Shlemà.
Pesce 21: Egli non avrebbe potuto
dire una frase del genere senza il consenso del Cielo, ossia del Tribunale
Supremo, per cui ha avuto il privilegio di portare al mondo un tale sogno. Si
può anche concludere che lo Tzadik Abuhatzera sapeva già tutto
prima, perché se conosce l'Asino del Goel, allora conosce lo stesso Goel
Haim (il Morè Haim, in vita, amava e lodava lo Tzadik Abuhatzera e ci
spiegava che egli possedeva i poteri della Kabalà Ma'assit).
Miei cari lettori, avete iniziato a
conoscermi. Il re Saul entrò per caso nel cerchio dei profeti e
iniziò a profetare, mentre nel mio destino c'erano diverse profezie e
allusioni nella Torà e nei profeti, che parlano di un asino profetico.
Eppure io non sono né un profeta né un figlio di profeta, ma
piuttosto il primo asino a mangiare il pane della Redenzione Finale e grava su
di me la responsabilità di portare nel mondo le novità di questa Quarta
Generazione.
Pesce 22: Con la fondazione dello
Stato d'Israele, ha avuto inizio il periodo dei Giorni Messianici, e nel
35esimo compleanno dello Stato, il Santo Benedetto Egli sia ha scelto il terzo
e ultimo Goel, il Giudice Unto nel Regno dei Cieli che sarà riconosciuto
più avanti come "consigliere prodigioso, uomo potente, padre perenne,
principe della pace" (Isaia 9, 5). Perciò cercate di capire anche
la mia storia, che certamente è profetica, e io sono un asino che ha il
compito di distribuire alla gente il pane redenzionale che mangio.
Pesce 23: Non sono quindi colpevole
se mi vedo come la corda di un asino messianico che legò i legami
messianici ad Israele già nel Gan Eden, dove leccai la corteccia
dell'Albero della Vita e ne annusai i meravigliosi profumi. Allora attesi che
venisse creato Adamo per poi portarlo in groppa in giro per l'Eden. E anch'io,
Peretz, non ho colpa, poiché l'asino scende su di me dal Regno dei Cieli
e me lo mostra. Io temo il Signore, e credo in Ha Shem Elohenu e nel Goel Haim
e come non potrei credere nelle parole dell'Asino del Goel? Egli ha fatto di me
una corda di nuovo materiale, che cambia spesso e assume qualsiasi forma.
"Vedi", mi dice, "e Abramo sellò il suo asino; quando lo
Tzadik Haim ha fatto il segno dalla quarta stella spostata alla prima stella (la
stella di Abramo), ha confermato che la Stella di Abramo sella l'Asino della Gheulà
Shlemà".
Pesce 24: "Ed egli
sellò il suo asino" (Genesi 22, 3): Abramo preparò l'asino
affinché fosse pronto quando la Stella di Abramo avrebbe completato il
suo ciclo di 4000 anni, al momento della Gheulà Shlemà. "E
Abramo si levò presto al mattino" (ibid.): il santo e nascosto
Tzadik Haim si è levato per preparare la Redenzione Completa e mi ha datoin
vita le lezioni e consegnato i segni di cui avrei avuto bisogno in seguito.
"E prese con sé i suoi due giovani" (ibid.): lo Tzadik Haim mi
ha preparato a capire le cose necessarie per diventare un asino con tre occhi;
un occhio per i figli d'Israele, uno per i popoli cristiani ed uno per i popoli
islamici. Il Morè Haim mi ha spiegato le basi della Scuola degli Esseni
e il significato della predicazione di Yeshua e mi ha anche insegnato i
fondamenti dell'Islam e della cultura araba orientale. Senza questi studi non sarei
potuto entrare nella vera universalità della Gheulà Shlemà.
Pesce 25: "E prese con
sé i suoi due giovani e Isacco suo figlio" (ibid.): Se Isacco era
il soggetto principale ed il figlio di Abramo, perché la Torà
menziona prima i due giovani che accompagnarono il nostro Patriarca? C'è
qui un'allusione alla Gheulà Shlemà, poiché il primo
giovane è simbolo profetico del Cristianesimo e il secondo dell'Islam. L'Asino
ha tre occhi, dato che il principale legame redenzionale dopo la
riconciliazione dei cuori avviene tra i figli di Israele, i figli di Malchitzedek
(ex cristiani) e i popoli dell'Islam. Da questo legame la Gheulà
Shlemà potrà estendersi fino alle isole lontane, ecc., per cui,
anche se i due giovani non presenziarono al sacrificio, ebbero tuttavia altri
meriti, come il servire Abramo ed Isacco. Per derech eretz, la Torà ha quindi
menzionato prima i due giovani, perché se avesse nominato prima Isacco,
i due giovani sarebbero stati sminuiti d'importanza.
Pesce 26: Il testo parla dei
"suoi due giovani" e non di due giovani qualsiasi, per cui si allude
qui ai discendenti di Ismaele figlio di Abramo e ai discendenti di Esaù
figlio di Isacco, nipote di Abramo. E ci sono anche allusioni ai grandi eventi
redenzionali, connessi alle correzioni storiche necessarie per il
Cristianesimo, per l'Islam e per l'ebraismo che dipendono dal sacrificio di
Isacco. I due giovani rimasero a distanza e non furono presenti al sacrificio,
segno che l'Islam sbaglia quando sostiene che fu Ismaele ad essere portato
sull'altare per essere immolato, così come sbagliano i cristiani quando
interpretano in chiave idolatrica la missione di Gesù. In futuro, i
musulmani e i cristiani capiranno i loro errori, tramite la Correzione del Cristianesimo,
per ciò che riguarda il sacrificio di Gesù, nel Segno dell'Ariete
immolato al posto di Isacco. Anche la grande riforma che investirà l'ebraismo
(nota 1) farà riconoscere agli ebrei la missione di Yeshua, l'Ariete di
Isacco.
nota 1: Si tratta della Riforma della
Gheulà Shlemà che non ha niente a che vedere con la Riforma
dell'Ebraismo Riformato.
Pesce 27: "Prese poi la legna
per l'olocausto" (ibid. 22, 3): I due giovani videro che Abramo
raccoglieva della legna e la caricava addosso a suo figlio Isacco, ma non
sapevano del sacrificio che, del resto, non videro. Solo dopo aver spaccato la
legna per l'olocausto, Abramo "partì per recarsi al luogo che Dio
gli aveva detto" (ibid.); si deduce dal versettola la santa separazione
del popolo d'Israele nella vera santità che proviene da Dio, poiche
Isra-el è un popolo che è retto (yashar) con Dio (El) e procede
sempre secondo le vie rette del suo Dio.
Pesce 28: "Al terzo giorno, (Abramo)
alzò gli occhi e vide da lontano quel luogo" (ibid. 22, 4).
Perché la Torà indica il numero dei giorni? Cambiava forse la
realtà l'essere arrivati dopo uno, due o tre giorni? Il motivo è
che l'intero versetto contiene delle allusioni profetiche. E perché
"e Abramo alzò gli occhi"? Forse che, in precedenza, aveva
guardato verso il basso? C'è qui una chiara allusione al terzo giorno
storico, come sta scritto in Osea (6, 2): "In due giorni ci ridarà
la vita; il terzo giorno ci farà risorgere e vivremo alla Sua
presenza". Abramo andò per compiere il sacrificio di Isacco, la
maggior parte del quale è nascosto, ossia i risultati profetici storici
del sacrificio verranno rivelati solo nel terzo giorno, al tempo della Gheulà
Shlemà. Perciò egli "alzò gli occhi" – verso le
Stelle Redenzionali - per cercare di capire meglio gli esiti di quel sacrificio
comandato direttamente da Dio. Tuttavia, l'atto in sé era molto
difficile da capire e anche molto lontano dai tempi della Redenzione Finale.
Pesce 29: Giuseppe ha detto che
sarebbe bene dare dei nomi alle novità di Beer Sheva. Ho guardato e
visto che aveva ragione, perché l'acqua dei Sette Pozzi dovrebbe
collegarsi con l'acqua delle Nuove Mazalot del Leviathan e quindi i pozzi
saranno associati alle Sette Mazalot in cui non viene menzionato animale
alcuno, tranne il Rifugio dell'Armadillo (perché il settimo segno
è doppio – in parte animale e in parte rifugio e nel racconto dei pozzi
il Mazal principale è il rifugio e l'armadillo è secondario e complementare).
Osservate che dopo aver completato i nomi dei Pozzi, riporto qui i Sette Pozzi
del grande pilastro del cuore del Leviathan:
Il primo pozzo è il Pozzo del
Programma (Tochnit). Il secondo pozzo è il Pozzo del Rifugio. Il terzo
pozzo è il Pozzo del Lago Salato. Il quarto pozzo è il Pozzo
della Valle di Mercurio. Il quinto pozzo è il Pozzo della Fine del Minuto.
Il sesto pozzo è il Pozzo del Profumo Celeste. Il settimo pozzo è
il Pozzo della Bellezza del Gan Eden.
Pesce 30: 18 Menachem Av 5768: Ho
detto a Solly i nomi dei pozzi, e lui li darà a Gilat Haim che è
a Beer Sheva in questi giorni. Lei deve fare un segno: deve andare in sette
luoghi diversi, gettare della sabbia che le ho dato (della sabbia portata da
Abramo e Hadassa dalla Sardegna) recitando: "Stabilirò un patto con
l'Acqua di Shoshan sull'Altare della Leviathanit. Sarò Shoshan Yitzhak Shoshan
sull'Altare della Leviathanit. Due strisce di Techelet Mordechai sull'Altare
della Leviatanit. Sarò Shoshan Yitzhak Shoshan sull'Altare della
Leviathanit. Nel segno del Commento di Beer Sheva secondo il Grande Pesce Leviathan".
Reciterà poi i nomi dei Segni e dei Pozzi.
PREFAZIONE B
Pesce 31: Venerdì, 23 agosto
2008: Gilat Haim, Solly e Netanel Haim hanno eseguito il Quinto Segno del Pozzo
a Beer Sheva. Mi ero già segnato nel 2001 che quando avremmo raggiunto
il quinto pozzo, ci avrebbe aiutato Kamel Kamhaji e ora, dopo 7 anni, è
arrivato il segno. Chiedo ad EL SHADDAI di darmi la forza per scrivere il Libro
del Commento di Beer Sheva (Perush Beer Sheva) secondo il Grande Pesce
Leviatano. Adesso, dopo aver ricevuto i nomi dei pozzi secondo il loro ordine,
il Quinto Pozzo è chiamato la Fine del Minuto che equivale al decimo Mazal.
Il popolo d'Israele ha bisogno di una grande salvezza, le cose sono arrivate
alla fine del minuto e alla fine del minuto arriva il Segno della Salvezza.
Benedetto EL MISTATER che ordina u tempi ed i momenti del Piano Redenzionale e
noi attingeremo acqua viva dalle Sorgenti della Salvezza, dai sette pozzi di Beer
Sheba, città dei Patriarchi e città dei Sacerdoti.
Pesce 32: Sono stato con Giuseppe,
Sharon ed Ester a Fermo per circa due settimane. Solly mi ha chiamato e mi ha
raccontato un suo sogno: era con me in Abruzzo e dovevamo recarci al Monte
Cristiano. In effetti, tre anni fa eravamo in Abruzzo sul Gran Sasso per fare
un segno di salvataggio del Gregge Smarrito della Casa d'Israele. Ora mi sembra
che manchi ancora la correzione della Trasfigurazione, quando Gesù
salì sul monte con due suoi discepoli e lì incontrò
Mosè e il profeta Elia. Abbiamo deciso di visitare il Monte Vettore,
dove verranno molte anime del Gregge Smarrito della Casa d'Israele. Con l'aiuto
di Ha Shem faremo un segno per elevarli al livello dell'Altare di Malchitzedek.
Pesce 33: Prima del segno sul
Monte Vettore vorrei collegare le sette stelle del Grande Carro con le sette
stelle del Tribunale di Mordechai ha Tzadik. La Stella di Abramo si collega con
la Stella della Pietra dell'Equilibrio che mostra la Tradizione di Mosè,
dato che Abramo nostro padre aveva una mente pura e sapeva considerare ogni
questione con perfetto equilibrio, arrivando alla giusta comprensione
dell'opera di Ha Shem. Pertanto, egli possedeva il perfetto equilibrio mentale
e i Saggi dissero che Abramo apprese la Torà dai suoi due reni, che
erano fatti come due brocche d'acqua che sprigionavano dalla Torà
(Bereshit Rabbà, 95, 3).
Pesce 34: Fu Abraham Avinu che
ricevette il Libro delle Stelle; egli è anche il padre di molti popoli, e
ciò allude all'equilibrio universale che arriverà nel mondo
grazie alla sua fede ed alla sua tradizione. Moshe Rabbenu è la pietra
dell'equilibrio in tutte le leggi e le norme della Sacra Torà.
Mosè visse 120 anni in piena salute, "non perse il vigore né
il suo occhio si oscurò" perché il suo organismo era in perfetto
equilibrio. Pertanto, l'equilibrio originario della Stella di Abramo si collega
alla Stella della Bilancia della tradizione di Mosè, e insieme
c'è la perfezione, perché Abramo è il padre di molte
nazioni, e attraverso la sua stella la vera fede si diffonderà a tutte
le nazioni durante la Gheulà Shlemà.
Pesce 35: La Stella di Isacco
è chiamata la Stella della Costruzione che dura nel tempo e comunica con
la Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio che indica la
tradizione nascosta del profeta Elia di benedetta memoria. La Pietra sulla
Pietra dell'Equilibrio è una pietra straordinaria e nascosta.
L'equilibrio delle leggi e dei giudizi è un equilibrio terreno e
naturale che appartiene all'esistenza reale e alle azioni nel mondo, ma il
mondo è pieno di cose occulte e la Sacra Torà è piena di
segreti nascosti che solo i veri Tzadikim Nascosti conoscono. Infatti, la
realtà dell'universo è un segreto di Ha Shem. La Stella di Isacco
indica la Costruzione che dura nel tempo e include anche il progetto di
costruire la Casa di Preghiera per tutti i popoli, ossia il Terzo Tempio che
dura nel tempo e non sarà mai più distrutto; ecco perché
tutti i Segni Redenzionali sono collegati in modo speciale con Isacco.
Pesce 36: La Stella di Isacco
comunica così con la Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio e
l'erede dei Segni Completi della Redenzione Finale è il profeta Elia, di
benedetta memoria. Entrambe erigono insieme la Costruzione che dura nel Tempo e
ciò perché la salvezza e la liberazione devono estendersi anche
ai meritevoli dei figli di Esaù e Yafet sull'altare di Malchitzedek,
come sta scritto (isaia 56, 7): "Poiché la Mia casa sarà
chiamata Casa di Preghiera per tutti i popoli". Anche la realtà dei
segni del Regno dei Cieli è nata con il sacrificio di Isacco. Sebbene la
tradizione nascosta, nota ai veri Tzadikim Nistarim, rimanga occultata, i
segreti del Regno dei Cieli saranno rivelati al momento della Gheulà
Shelemà. Questa è la totalità dell'equilibrio dell'intera
Torah, secondo la quale tramite i Segni Redenzionali le intenzioni della Torà
trovano compimento nel mondo. E infatti solo dalla Stella di Abramo e dalla
Stella di Isacco l'equilibrio non avrebbe potuto raggiungere un livello terreno
di Redenzione Completa se non in virtù della Stella di Giacobbe e ciò
a motivo della sacra integrità del popolo d'Israele, poiché il
nostro antenato Giacobbe era chiamato il Santo dei Padri (Kadosh ha Avot).
Pesce 37: La Stella di Giacobbe
(Kochav Yaakov) è la Stella della Redenzione che è diventata la
Stella della Gloria di Israele (Kochav Tiferet Israel) che comunica con la
Stella della Lode (Kochav Tehilà), che rappresenta la sacra tradizione
di Aharon, il Sommo Sacerdote. I sacerdoti e in particolare il Sommo Sacerdote
erano comandati ad indossare le Vesti della Gloria (Bigdei Tiferet). La
Quarta Stella Spostata comunica con la Stella della Vittoria (Kochav ha
Nitzahon) che rappresenta la tradizione di Yoshua Bin-Nun, poiché la
Quarta Generazione è anche la generazione della vittoria di Ha Shem
Baruch Hu sul male, sull'idolatria e sui detrattori. La Stella della Regina
Ester (la quinta nel computo del Grande Carro - nota 1) comunica
con la Stella di Avimelech. La Stella di Mordechai del Grande Carro comunica
con la Stella di Mordechai ha Tzadik del Tribunale e la Stella del Goel Haim
comunica con la Stella di Pichol.
(nota 1: Correzione importante: ho
sbagliato a contare la Stella di Mordechai come la quinta stella del Grande Carro,
perché la quinta stella è quella di Ester mentre quella di
Mordechai è la sesta stella. Nodà aveva visto in sogno che
l'Altare della Leviatanit veniva diviso a pezzi e bisognava farlo ritornare
alla sua forma unitaria. Solo oggi, 10 di Elul, Nodà si è
ricordata del sogno fatto dieci giorni prima e me lo ha raccontato. Ma di
questo parlerò più avanti).
Pesce 38: Apprendo dall'importante
sogno dato a Daniele Manigrasso, che ha visto il Goel Haim dire: "Io sono
il Goel Haim e voi siete la Stella del Goel", che il Goel Haim non ha
bisogno della Stella del Goel Haim, dal momento che è la Gheulà
Shlemà che ha bisogno di questa Stella e tutto ciò che facciamo
per la Redenzione Completa rafforza la Stella del Goel Haim. Essa appartiene di
più al nostro lavoro di annuncio redenzionale, per cui noi, come Pi-chol
(la bocca che annuncia il tutto), annunciamo con la nostra bocca tutte le
novità redenzionali. Per questo, la Stella del Goel Haim comunica con la
Stella di Pichol.
Pesce 39: (DIARIO):
Martedì ci siamo recati sul MONTE GALLO, da cui si può osservare
il MONTE VETTORE (da leggere la Vetta del Re) e qui abbiamo fatto il segno della
Correzione della Trasfigurazione, davanti ad EL SHADDAI e con l'autorità
del Goel Haim abbiamo chiamato Moshe Rabbenu ed il profeta Elia, di benedetta
memoria. Giuseppe aveva il bastone del Drago di Fuoco col quale ha fatto il
segno di rompere l'incantesimo, la magia profetica (INCANTESIMO dei SIBILLINI).
Alla fine del segno, una nuvola è scesa sulla sommità del MONTE
VETTORE. Un buon segno simile a quello fatto due anni fa per salvare il Gregge Smarrito
sul MONTE GRAN SASSO. Al ritorno Giuseppe ha sbagliato strada, per cui siamo
passati per un'altra strada, chiamata CONTRADA DEL DRAGONE che porta a DRAGONE
DI MONTE DI NOVE.
Pesce 40: Questa mattina Giuseppe
ha sognato che il Morè Haim consegnava delle cose a Peretz. Giuseppe e
Daniele stavano a distanza e non potevano ascoltare le parole del Morè,
perché c'era un gatto che disturbava. Era necessario un trucco, per cui i
due hanno portato un altro gatto e i due animali se ne sono andati via insieme.
Era un segno per gli allievi che adesso avrebbero potuto ricevere la tradizione
tramandata a Peretz dal Goel Haim. Un segno importante è che
l'incantesimo che copriva gli occhi del Gregge Smarrito della Casa d'Israele e
di altre brave persone è stato rotto. Il segno è riuscito, grazie
a Dio.
Pesce 41: Si tratta di una
correzione nascosta a beneficio delle anime smarrite del Gregge ed ha
restituito al presente il segno della trasfigurazione di Gesù salito
sulla montagna per incontrare Mosè ed il profeta Elia a beneficio della Redenzione
Completa. Il gatto che disturbava se ne è andato via, per cui non
può più interferire sulla tradizione delle lezioni a Peretz
impartite dallo Tzadik Haim a beneficio dei talmidim. Ti prego, o mio Signore, accetta
la preghiera che ho fatto sul monte Gallo e sul monte Vettore, Ti prego, salva
il Gregge Smarrito dalla Casa d'Israele; poiché la nuvola ha coperto
Mosè, il profeta Elia e lo Tzadik Haim e Gesù col bastone d'oro
ha toccato quante più anime possibile del grande Gregge che stazionava
sul monte.
Pesce 42: Così il segno
della grande montagna di roccia e il segno della vetta del re si sono
incontrati (vedi diario). La grande roccia simboleggia Mosè e la
sommità del re simboleggia il profeta Elia. Oppure: la grande roccia
simboleggia la Stella di Abramo e la sommità di quella del re
simboleggia la Stella della Pietra dell'Equilibrio della tradizione di
Mosè. La nuvola che discende sulla sommità della vetta del re
sotto forma di Bilancia simboleggia la Stella sulla Pietra dell'Equilibrio,
perché si tratta di un equilibrio occultato dai Segreti di Ha Shem. Ecco
che nella mia visione mi vedo in piedi sul Monte Gallo e osservo la nuvola a
forma di bilancia che scende sulla sommità del Monte Vettore e prego
davanti ad EL SHADDAI per la salvezza delle anime del Gregge Smarrito.
Pesce 43: Le anime desiderano
pregare davanti a Te, o Signore, in modo diretto (poiché Isra-El
è retto davanti a Dio), per cui abbi pietà di loro. Avvicinati, O
Signore, al tuo prediletto figlio Efraim per elevare le loro anime al buon
senso e farle uscire dagli errori del Cristianesimo, che obnubilano la loro
mente. Ricorda, o Signore, il tuo amore per le anime del Gregge Smarrito della
Casa d'Israele e infondi nei loro cuori lo spirito che era presente sul monte
Sinai. Abbi pietà, EHEYE ASHER EHEYE, delle anime che hai creato, amato
e salvato nel corso delle generazioni. Deh, abbi misericordia, nostro Dio e dimostraci
che "Efraim è un figlio a Me caro".
Pesce 44 (DIARIO): VETTORE
è il nome della montagna. Gli opuscoli spiegano che è la VETTA
del RE e quando Anna Gasparotti mi ha telefonato per dirmi che aveva finito il
testo "MATTEO BAMBINO" e io le ho parlato del segno di Vettore, lei
mi ha detto che anche lei aveva usato quel termine per spiegare che la
lunghezza della prima parte dell'introduzione era simile al VETTORE di un
veicolo spaziale.
Pesce 45 (DIARIO):
Martedì Giuseppe ed siamo andati ancora sul MONTE VETTORE per fare il
Segno della Ricezione del Nuovo Cervello della Gheulà Shlemà,
come dichiarato nel sogno di Giuseppe "per ricevere il Patto Nuovo della
Redenzione Completa ci vuole un Nuovo Cervello". Abbiamo pregato e fatto
il Segno. Lo scopo è che la mente deve sempre risvegliarsi e rinnovarsi
da una nuova consapevolezza. Giuseppe, Sharon ed io ci siamo riuniti nel
Tribunale di Mordechai per chiedere giustizia e misericordia per Anna
Gasparotti e la sua famiglia.
Pesce 46 (DIARIO): Nel
sogno molto importante di Giuseppe gli fu detto per tutta la notte che fino
all'86 (peh-vav) tutto andava bene (nel conteggio delle stelle), ma dopo
c'erano due nuovi sistemi, ciascuno di 6 stelle, raddoppiati a 120; vide anche
che alla fine del conteggio di 120 Stelle c'era la NUN o la Stella di NUN.
Innanzi tutto, ho capito dal sogno che non bisogna contare il nuovo sistema di
7 stelle (moltiplicato fa 14), dato che il sistema è correlato ai 7
Cerchi Profetici e ai 7 Nomi di Dio e quindi è separato dagli altri
sistemi e la sua essenza è la Nuova Santità della Redenzione Completa.
Tuttavia, ci sono altri due nuovi sistemi, collegati ai 6 Segni Redenzionali e
nel cui contesto si contano 5 volte 6, ossia 30 (completano così 116 Stelle),
dopo di ché si conta un'altra volta (la Stella 117) il Segno delle
Stelle nel Segno della Lingua e il Segno del Regno dei Cieli nel Segno delle
Labbra (la Stella 118). Nel contesto della perfezione della Stella NUN, la Stella
119 è la Stella di Haman ha rashà che si trasforma nella Stella
della NUN FINALE di Shushan e la Stella 120 è la Stella della Nuca
(Oref) che si trasforma nella Stella della NUN FINALE del Grande Pesce
Leviathan. Si conclude così il conteggio delle stelle e la completezza
della Tripla Meditazione. Benedetto Egli sia e Benedetto il Suo Nome in eterno
(a questo punto il numero 127 si completa con le 7 Stelle delle Madri, i 127
stati dominati da Ahashverosh e i 127 anni di vita di nostra madre Sara).
Pesce 47 (DIARIO): Va
corretto l'errore che ho fatto in questo capitolo e cioè contare la Stella
di Ester come la sesta nel Grande Carro e non come la quinta; infatti, la Stella
di Ester è la quinta, mentre la Stella di Mordechai è la sesta e
la stella del Goel Haim è la settima. Nodà aveva visto in sogno
che l'Altare della Leviatanit veniva fatto a pezzi, mai sia!, e bisognava
aggiustarlo per farlo tornare alla sua integrità ed ecco che c'è
qui un parallelismo con la Stella di Ester nel sistema di Ahashverosh che
è la quinta stella : la Stella di Abramo con la Stella di Ah, la Stella
di Isacco con la Stella di Hash, la Stella di Giacobbe con la Stella di Rosh,
la Quarta Stella con la Stella di Rosh e la Stella di Ester (la quinta) con la
Stella di Ester nel Regno di Ahashverosh. Pertanto, se si conta la Stella di
Ester come la sesta, essa si stacca dal calcolo delle 5 Stelle del Grande Carro
parallelamente alle 5 Stelle del Sistema di Ester.
Pesce 48: Ecco l'ordine del Sefer
Perush Beer Sheva secondo il Grande Pesce Leviatan: Dopo aver sognato il numero
127 e anche il numero 21 su tre colonne, ho disposto le tre colonne della
Tripla Meditazione, con 6 capitoli per ogni colonna e in aggiunta un settimo
capitolo, per un totale di 21. Al settimo capitolo viene dato un nome per
distinguerlo dal resto dei capitoli. Tutti i capitoli da ALEF (1) a VAV (6)
hanno 21 pesci e ogni capitolo (dei 7) completa il numero 127. Sebbene anche
nel settimo capitolo ci siano 21 pesci grandi, esso è chiamato il Mare
del Grande Pesce ed è considerato singolarmente; pertanto, in ogni pagina
ci sono 6 volte tanto 21, cioè 126 pesci, e il settimo Pozzo è
considerato un pesce grande, e quindi sono 127. Insieme sono 378 pesci, ad
eccezione del Grande Pesce di ogni settimo Pozzo che insieme sono 63, per un
totale di 441 (in ghematria EMET, Verità). 378 allude al Sacrificio di
Isacco (37) nel Segno del Patto Completo (8), mentre 441 allude alle
verità complete di ADAM (ALEF-DALET-MEM) nel piccolo numero 9,
perché la ALEF è 1, la DALET completa il 40, e la MEM si completa
col 400 e insieme fanno 441.
Pesce 49: L'ordine dei capitoli del
Sefer Perush Beer Sheva secondo il Grande Pesce Leviatan:
La Colonna del Cuore del Profeta:
Capitolo 1 - Primo Pozzo - Il Pozzo della
Resurrezione dell'Uccello
Capitolo 2 – Secondo Pozzo – Il Pozzo della
Battaglia del Pesce
Capitolo 3 - Terzo Pozzo – Il Pozzo dei Pesi
dell'Asino
Capitolo 4 - Quarto Pozzo - Il Pozzo della
Tartaruga Illuminata
Capitolo 5 - Quinto Pozzo - Il Pozzo del
Regno della Giraffa
Capitolo 6 - Sesto Pozzo – Il Pozzo del
Rifugio dell'Armadillo
Capitolo 7 – La Colonna del Cuore del Profeta
– Settimo Pozzo – Il Pozzo della Tana del Leone
La Colonna del Cuore della Rosa
(Shoshanà)
Capitolo 1 - Primo Pozzo – Il Pozzo della
Fratellanza
Capitolo 2 - Secondo pozzo - Il Pozzo della Compassione
Capitolo 3 - Terzo Pozzo - Il Pozzo del Carattere
Capitolo 4 - Quarto Pozzo - Il Pozzo del Contrasto
Capitolo 5 - Quinto Pozzo – Il Pozzo di Ester
Capitolo 6 – Sesto Pozzo - Il Pozzo della Modestia
Capitolo 7 – La Colonna del Cuore della Rosa -
Settimo Pozzo - Il Pozzo della Modestia Interiore
La Colonna del Cuore del Grande Pesce
Capitolo 1 - Primo Pozzo - Il Pozzo del
Programma
Capitolo 2 - Secondo Pozzo – Il Pozzo del
Rifugio dell'Armadillo
Capitolo 3 - Terzo Pozzo – Il Pozzo del Lago
di Sale
Capitolo 4 - Quarto Pozzo – Il Pozzo della Valle
di Mercurio
Capitolo 5 - Quinto Pozzo –Il Pozzo della Fine
del Minuto
Capitolo 6 - Sesto Pozzo - Il Pozzo del
Profumo Celeste
Capitolo 7 – La Colonna del Grande Pesce -
Settimo Pozzo - Il Pozzo della Bellezza del Gan Eden.
Pesce 50: "E il terzo
giorno" (Genesi 22, 4) - Il cammino di Abramo avvenne nella contemplazione
delle vie di Ha Shem e dei Suoi prodigi e il Ruach Hakodesh scese su di lui e
gli mostrò visioni della Redenzione Finale. "Abramo alzò gli
occhi" (ibid.) – in tale visione vide cose sublimi riguardanti il Regno
dei Cieli, che è il luogo speciale riservato agli Tzadikim. "E vide
in lontananza quel luogo" (ibid.) - sarebbero passati 4000 anni fino ai
giorni della Gheulà Shlemà. Nella sua visione, egli vide l'opera
del Goel Finale e la sua ascesa nel Regno dei Cieli e anche che il Segno sulla
terra sarebbe ricaduto su un Asino, per cui disse ai suoi due giovani servitori:
"Voi rimanete seduti qui con l'asino" (ibid. 5). Abramo vide anche che
i due servitori (nella storia i rappresentanti dell'Islam e del Cristianesimo)
si sarebbero seduti con l'Asino del Goel per conoscere e comprendere le tematiche
della Gheulà Shlemà.
Pesce 51: Per amore del popolo
eletto, Abramo disse: "Mentre io ed il ragazzo (Isacco) andremo fino a
là (ad kò), ci prostreremo e torneremo da voi" (ibid.). Vale
a dire: io, nella mia tradizione speciale per il popolo d'Israele, andrò
fino a "kò", perché "kò" è il
nome della fonte della profezia e implica l'accettazione della Torà sul
Sinai. "Ci prostreremo e torneremo da voi" - ci prostreremo nel Tempio,
il Primo e il Secondo, e stazioneremo in un lungo esilio, fino a quando, al
tempo della Gheulà Shlemà, torneremo da voi. In altri termini:
dopo la venuta del Goel Finale e dei Segni dell'Asino che mangia il pane (che
è anche l'Asino con tre occhi: uno per gli ebrei, uno per i cristiani e
uno per i musulmani), anche il popolo d'Israele, nel suo livello speciale
ricevuto dal sacrificio di Isacco, potrà ritornare da cristiani e
musulmani, in fraternità, reciproca comprensione e tolleranza. Allora
Isacco tornerà con me e cavalcherà l'Asino (con la A maiuscola), "poichè
la tua discendenza prenderà nome da Isacco" (Genesi 21, 12).
Pesce 52: E così dopo
l'ultimo terribile sacrificio dello Tzadik Nistar Haim, capo dei 36 Tzadikim Nascosti
della sua generazione, dopo la sua morte terrena e la sua resurrezione nel Regno
dei Cieli, diciamo nella nostra preghiera: "Il lungo sacrificio di nostro
padre Isacco è finito e la Gloria d'Israele è stata ripristinata.
E poco prima recitiamo: "O Signore, ADONAI TZEVAOT, Tu ci hai dato il Giudice
Unto e la risata di nostro padre Isacco". La risata è la gioia
storica della riconciliazione dei cuori dei discendenti di Israele, Ismaele e
Malchitzedek per mezzo del Goel Haim, poiché quando Isacco ritorna e
cavalca l'asino completo della Gheulà Shlemà, vengono apportate
le correzioni necessarie che consentono ai musulmani e ai cristiani di
riconoscere la verità e l'elezione di Israele e in questo modo si
realizza la Gloria di'Israele.
Pesce 53: (DIARIO) Sono nel
Segno della Correzione delle cellule cerebrali, perché una nuova
bilancia è scesa sulla sommità del Monte Vettore. Ero sul Monte
Gallo tra i Monti Sibillini e Giuseppe mi ha chiamato per due volte dal Monte Vettore.
Giuseppe col suo bastone del drago di fuoco ha rotto l'incantesimo dei Sibillini,
poiché prima le anime del Gregge Smarrito della casa d'Israele non
potevano distinguere tra la vera e pura fede e la comune fede cristiana.
L'incantesimo è stato spezzato e si è spianata la strada per
ricevere la tradizione e le lezioni del Goel Haim impartite tramite Peretz. Sono
rimasto sul Monte Gallo, sull'Altare della Leviatanit, per guardare la
sommità del Monte Vettore, dove è avvenuto il Segno della
Trasfigurazione con la presenza di Mosè, del profeta Elia e del Goel Haim,
ricoperti da una nube. Gesù era su un'altra montagna pronto a toccare con
il suo bastone la testa di migliaia di anime.
Pesce 54: (DIARIO) In
questi giorni Moshe Bardi di Beer Sheva ha visto in sogno il monte Pisgat
Hamelech (la Vetta del Re) dove gli è stato detto che doveva salire
sulla sua sommità. Pertanto è proprio lui che completa il Segno
della Vetta del Re per gli ebrei della Terra d'Israele e completa il segno di
Purim della Redenzione Finale (dato che è originario della Persia), per
cui i Segni Completi solitamente causano il "na'afoch hu" (la
situazione che si ribalta del tutto) tramite la salvezza e la gioia. La forma
della nube che discendeva sul Monte Vettore era simile ad una Bilancia. La cima
della montagna toccava una linea laterale nel mezzo, e tra le due
estremità della linea si vedevano i due piatti a forma di grandi coppe.
Dietro la bilancia si formavano altre nuvole nere. Il punto di incontro della
vetta con la linea della bilancia è nel centro e la Bilancia ha la forma
delle quattro stelle del sistema del Tribunale di Mordechai.
Pesce 55: Il completamento
dell'ordine dei capitoli con i versi che danno vita ad ogni capitolo:
La Colonna del Cuore del Profeta
Capitolo 1 - Il Primo Pozzo è
il Beer Lachai Roi, il Pozzo della Resurrezione dell'Uccello (Genesi 16,14):
"Perciò chiamò il pozzo del Vivente che vede che si
trova fra Kadesh e Bèred.
Capitolo 2: Il Secondo Pozzo
è Beer Maim (Pozzo di Acqua) – Il Pozzo della Battaglia del Pesce. (Genesi,
21, 19): "Dio le (ad Agar) aprì gli occhi sì che vide un
pozzo d'acqua, andò a riempire l'otre e diede da bere al
fanciullo". (Genesi 24, 62): "Isacco, che abitava nel paese del
mezzogiorno, tornava da Beer Lachai Roi". Questo pozzo è
centrale nella vita di Isacco. (Genesi 25, 11): "Dopo la morte di Abramo,
Dio benedisse suo figlio Isacco. E Isacco abitò presso il pozzo".
Capitolo 3: Il Terzo Pozzo è
il Pozzo dell'Acqua di Avimelech - Il Pozzo dei Pesi dell'Asino. (Genesi 21,
25): "E Abramo espose le sue lamentele ad Avimelech per un pozzo
d'acqua che i servi di Avimelech avevano usurpato".
Capitolo 4: Il Quarto Pozzo è
il Pozzo della Tartaruga Illuminata. (Genesi 21, 30): "Rispose Abramo:
Accetta da me queste sette pecore affinché ciò mi valga come
testimonianza che ho scavato io questo pozzo".
Capitolo 5: Il Quinto Pozzo è
quello che avevano ricoperto di terra i Filistei – Il Pozzo del Regno della
Giraffa. (Genesi 26, 15): "Essi chiusero, riempiendoli di terra, tutti i
pozzi che al tempo di suo padre Abramo i suoi servi avevano scavato".
Capitolo 6: Il Sesto Pozzo,
ricoperto di terra, è il Pozzo del Rifugio dell'Armadillo. (Genesi 26,
15): "Essi chiusero, riempiendoli di terra, tutti i pozzi che al
tempo di suo padre Abramo i suoi servi avevano scavato".
Capitolo 7: Il Settimo Pozzo
è il Pozzo di Isacco – Il Pozzo della Tana del Leone. (Genesi 26, 18):
"E Isacco si stabilì nella piana di Gherar. E qui scavò di
nuovo i pozzi che avevano scavato al tempo di suo padre Abramo e che
dopo la sua morte, i Filistei avevano ricoperto di terra ed assegnò ad essi
i nomi che aveva dato loro suo padre".
La Colonna del Cuore della Rosa
Capitolo 1 - Il Primo Pozzo è
il Beer ba-sadè (il pozzo nella campagna), il Pozzo della Fratellanza.
(Genesi 29, 2): "E Giacobbe vide nella campagna un pozzo
presso il quale stavano coricati tre greggi di pecore, poiché da quel
pozzo abbeveravano i greggi e la pietra sulla bocca del pozzo
era grande".
Capitolo 2: Il Secondo Pozzo
è Min ha Beer ha-hu (da quel pozzo), il Pozzo della Compassione. (idem):
"E Giacobbe vide nella campagna un pozzo presso il quale stavano
coricati tre greggi di pecore, poiché da quel pozzo abbeveravano
i greggi e la pietra sulla bocca del pozzo era grande".
Capitolo 3: Il Terzo Pozzo è la
Pietra Grande sulla bocca del Pozzo – Il Pozzo del Carattere. (idem) "E
Giacobbe vide nella campagna un pozzo presso il quale stavano coricati
tre greggi di pecore, poiché da quel pozzo abbeveravano i greggi
e la pietra sulla bocca del pozzo era grande".
Capitolo 4: Il Quarto Pozzo è
la Pietra sulla bocca del Pozzo, il Pozzo del Contrasto. (Genesi 29, 3): "Quando
tutti i greggi si erano radunati in quel posto, i pastori rotolavano la pietra
di sulla bocca del pozzo, abbeveravano il gregge e rimettevano la pietra
al suo posto sulla bocca del pozzo".
Capitolo 5: Il Quinto Pozzo è
la Pietra sulla bocca del secondo Pozzo - il Pozzo di Ester. (Genesi 29, 3):
"Quando tutti i greggi si erano radunati in quel posto, i pastori
rotolavano la pietra di sulla bocca del pozzo, abbeveravano il gregge e
rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca del pozzo".
Capitolo 6: Il Sesto Pozzo, è
il secondo pozzo della Pietra sulla bocca del pozzo - il Pozzo della Modestia.
(Genesi 29, 8): "Ed essi (i pastori) dissero: Non possiamo (andare via) finché
non si siano radunati tutti i greggi e i pastori abbiano rotolato la pietra di
sulla bocca del pozzo e abbiano abbeverato il gregge".
Capitolo 7: Il Settimo Pozzo
è il terzo Pozzo della Pietra sulla bocca del pozzo – Il Pozzo della
Modestia Interiore. (Genesi 29 10): "E quando Giacobbe vide Rachele,
figlia di Labano, fratello di sua madre, ed il gregge di Labano, fece rotolare
la pietra di sulla bocca del pozzo e abbeverò il
bestiame di Labano, fratello di sua madre".
La Colonna del Grande Pesce
Capitolo 1: Il Primo
Pozzo è il pozzo con gli stessi nomi, il Pozzo del Programma. (Genesi
26, 18): "E Isacco si stabilì nella piana di Gherar. E qui
scavò di nuovo i pozzi che avevano scavato al tempo di suo padre
Abramo e che dopo la sua morte, i Filistei avevano ricoperto di terra ed assegnò
ad essi i nomi che aveva dato loro suo padre".
Capitolo 2 – Il Secondo Pozzo
è il Pozzo di acqua viva (Beer maim haim) - il Pozzo del Rifugio
dell'Armadillo. (Genesi 26, 19): "I servitori di Isacco scavarono nella valle
e vi trovarono un pozzo di acqua viva".
Capitolo 3 – Il Terzo
Pozzo è il pozzo della rissa (esek) - il Pozzo del Lago di Sale. (Genesi
26, 20): "E i pastori di Gherar litigarono con quelli di Isacco
perché dicevano: "L'acqua è nostra" ed egli diede al pozzo
il nome di Esek poiché qui litigarono".
Capitolo 4 - Il Quarto Pozzo
è il pozzo della disputa (sitnà), il Pozzo della Valle di
Mercurio. (Genesi 26, 21): "E scavarono poi un altro pozzo e litigarono
anche su questo, per cui lo chiamarono Sitnà".
Capitolo 5 – Il Quinto Pozzo
è il pozzo di Rehovot (luoghi spaziosi) – il Pozzo della Fine del
Minuto. (Genesi 26, 22): "Di là si trasferì e scavò
un altro pozzo per il quale non ci furono contestazioni e lo
chiamò Rehovot poiché disse: "Ora il Signore ci ha fatto
largo e potremo prosperare nel paese".
Capitolo 6 - Il Sesto Pozzo è
il Pozzo dell'Altare, il Pozzo del Profumo Celeste. (Genesi 26, 25): "E vi
costruì un altare, e invocò il nome del Signore e si
attendò e i suoi servitori scavarono un pozzo".
Capitolo 7 – La Colonna del Grande Pesce
- il Settimo Pozzo è il pozzo dove abbiamo trovato acqua - il Pozzo
della Bellezza del Gan Eden. (Genesi 26, 32": "In quel giorno i servitori
di Isacco gli si presentarono e gli riferirono del pozzo che avevano
scavato e gli dissero: "Abbiamo trovato dell'acqua".
Pesce 56: (Genesi 14, 10):
"Nella valle di Siddim c'erano pozzi e pozzi di asfalto; i re di
Sodoma e di Gomorra fuggirono e vi caddero dentro e i superstiti ripararono sul
monte". Anche se è asfalto (hemar), si fa allusione all'asino
(hamor) che deve chiarire la materia e non si parla di un pozzo soltanto,
bensì di pozzi e pozzi. E il re di Sodoma ed il re di Gomorra vi
cadranno a causa delle spiegazioni dei Segni Completi e dei testi e il male
sarà bruciato dalla terra. E coloro che non sono malvagi e seguono la
morale e cambiano le loro strade sbagliate, troveranno la fede in Ha Shem e
ripareranno sulla montagna e torneranno a studiare la Torà data sul
Sinai. E cos'è la Valle di Siddim (עמק השדים)? Forse Sid è la calce (alle volte la SAMECH si scrive
come la SHIN) anche se la forma Sheddim qui risulta strana. Allusione ai demoni,
poiché la valle stessa è piena di demoni.
Pesce 57: E che rapporto
c'è qui con le spiegazioni dell'Asino? Ebbene, l'Asino dovrebbe chiarire
chi sono i demoni, dove vivono o che lavoro fanno? E in generale, cosa
c'entrano gli sheddim col nostro Perush di Beer Sheva? Non approfondirò
l'argomento, così da non disturbarli, e loro non verranno a disturbarci,
ma lo tratterò solo brevemente. Le sezioni dei demoni si trovano nelle
sette terre sotterranee, in ognuna delle quali sono presenti vari tipi di
sheddim. Tuttavia, solo quelli della prima sezione (che è la più
alta rispetto alle altre) possono uscire, solitamente di notte, e vagare in
luoghi oscuri, dato che la luce li disturba. Probabilmente, la valle di Siddim
era il loro posto preferito che frequentavano ogni notte.
Pesce 58: I demoni sono attivi e
ognuno ha un suo lavoro. Che tipo di lavoro? Non lo so, perché io sono
un Asino e che affari ho io con i demoni? che sono anch'essi creature del Santo
Benedetto Egli sia, angeli che vivono sotto terra nelle loro più
svariate forme. Non fate come me, che in tutti i miei anni di studio con lo
Tzadik Haim, gli facevo spesse domande su tale appassionante argomento. In
risposta alla mia curiosità, il Morè, che intendeva placare la
mia sete di conoscenza, mi mandò tre sheddim (uno alto, uno di media
statura e uno basso) nel giardinetto di casa alle 2.00 di notte,
cosicché dal mio piccolo balcone in Corso Plebisciti 1 (a Milano) potei
assistere ad uno "spettacolo" da alloro allestito in mio onore.
Pesce 59: I genietti cambiarono i
vestiti tre volte, mentre salivano e scendevano le scale che erano nel
giardinetto in modo che io non potessi vedere come facevano. Gli abiti erano di
diverse forme e colori e andavano a cambiarli a volte insieme e a volte
separatamente. Poi fecero finta di attaccarmi saltando verso il mio balcone ed
io sentii il cuore battermi forte, ma alla fine scomparvero dietro un angolo
del giardinetto. Questo fu il modo con il quale lo Tzadik Haim mi
impartì in forma tangibile un insegnamento di prim'ordine. Ma
perché ho raccontato questa mia esperienza di vita? Non lo so. Se la
Valle dei Demoni riguarda il Commento di Beer Sheba e "i pozzi e i pozzi
di asfalto" alludono alle spiegazioni dell'Asino, allora forse anche i
demoni si trovano nelle profondità della città di Beer Sheva.
Pesce 60: Nelle notti successive
al sogno di Solly in cui apparve lo Tzaddik Abuhatzera, sentii in me il suo
spirito che mi spiegò che il nome "Beer Sheva" è
segreto, perché i sette cieli e le sette terre dei demoni si incontrano
proprio a Beer Sheva, per cui anche la Valle di Siddim ha bisogno di pozzi e
pozzi di spiegazioni da parte dell'Asino. Con gioia e con l'aiuto di Ha Shem su
di me, spiegherò tutto ciò che mi verrà rivelato, ma per
ora non so quasi nulla dei Sette Cieli e delle Sette Terre, per cui dovrò
scendere negli abissi dei pozzi e attingere cognizioni grazie all'aiuto del
santo Benedetto, altrimenti non so proprio cosa scrivere in questo libro.
Novembre 2008
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PRIMO CAPITOLO
Colonna del Cuore del Profeta
Il Primo Pozzo chiamato Beer
Lachai Roi
è collegato al Primo Mazal
del Leviatan, la Resurrezione dell'Uccello
(Genesi 16,14):
"Perciò chiamò il Pozzo del Vivente che vede che si trova
fra Kadesh e Bèred.
Pesce 1 : Leviatan: "Oh, Asino
"Getta il tuo pane sulla superficie dell'acqua: perché dopo molto
tempo lo ritroverai" (Ecclesiaste 11, 1)". Asino: "Ah,
grande pesce Leviatan, hai ragione, perché se sono io l'Asino che mangia
il pane, ecco che finalmente sono arrivato ai pozzi di Beer Sheva e qui devo
gettare il pane nelle acque dei pozzi. E poi ho recitato anche la preghiera
"Asher assani lachmò" (che mi hai fatto Suo pane); sono forse
io il pane da gettare sulle acque dei pozzi?" Leviatan: "Certo,
Asino, e ancor di più, sarai gettato nelle profondità dei pozzi e
per sopravvivere nell'acqua dovrai nuotare con me e io ti farò respirare
come un pesce!".
Pesce 2: C'è qui la
Resurrezione dell'Uccello nella sua prima forma, perché agli occhi del
nostro padre Abramo, l'egiziana Agar, che aveva lasciato la reggia paterna per
diventare ancella di nostra madre Sara, era simile ad un uccello amabile e
variopinto. Abraham Avinu amò molto Agar, perché era piena di
meriti davanti a Dio, dal momento che aveva abbandonato le falsità e le
impurità del suo paese per seguire fedelmente il Dio di Abramo, Creatore
del cielo e della terra.
Pesce 3: Non che Abramo amasse
Agar più di Sara, ma certo l'amava, soprattutto quando gli fu data in
moglie e rimase incinta. Agar non era solo amata da nostro padre Abramo, ma
anche da ADONAI TZEVAOT che amava la sua persona e la sua fede. Agar non era
una donna qualunque, dato che era cresciuta alla corte del Faraone ed aveva
imparato molte cose dai maghi, riguardanti le divinità dell'Egitto, i culti
ed i riti religiosi e le questioni di stregoneria. Era nobile di nascita ed era
molto razionale e curiosa di natura. Lasciare il palazzo reale per seguire
Abramo dimostra un'evoluzione mentale ed emotiva interiore straordinaria e non
per niente fu scelta da Dio per diventare la progenitrice dei Musulmani.
Pesce 4: Dopo la morte di nostra
madre Sara, la Sacra Torà la chiamò Keturah (profumo d'incenso),
dopo che Abramo la riprese come sua moglie. Incenso perché le sue azioni
erano amate da Ha Shem. Questa non è una cosa da poco, e va osservata
con occhi nuovi, dopo che abbiamo le spesse cortine storiche e rimosso gli
strati di odio millenario. Tornando all'episodio raccontato in Genesi (21, 17)
e alla preghiera di Agar, ecco che l'Eterno benedisse Ismaele assicurandole
"Non temere, Agar, Dio ha ascoltato la voce del fanciullo là dove
si trova" e "lo farò diventare una grande nazione e da lui
usciranno dodici capi di nazioni (Genesi 25, 16). Ovviamente, tutto ciò
avvenne per merito di nostro padre Abramo, ma anche dell'egizia Agar che aveva
aderito con tutto il cuore alla fede di Abramo in un Unico Dio".
Pesce 5: Perché è
arrivato il tempo di rimuovere le cortine della storia che hanno avuto effetti
così deleteri per tante generazioni? La risposta è perché
devono avverarsi le profezie della Torà e gli scopi redenzionali. Sono,
come detto, un Asino con tre occhi e il Tappeto dell'Islam si trova al primo
piano della Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà. Non
dimentichiamo poi che Ismaele è figlio primogenito di Abramo ed è
stato benedetto con le parole dell'Angelo ad Agar e i 12 capi delle nazioni provenienti
dal suo seme fanno parte della profezia della Torà che si è
avverata: (Genesi 16, 10) "E farò la tua discendenza tanto numerosa
che non si potrà contare".
Pesce 6: Grande è il
merito di Agar, madre di tutti gli Ismaeliti, e nessuno può negarlo. Abramo
disse a Dio (Genesi 17, 18): "Possa Ismaele vivere davanti a Te" e
l'Eterno disse (ibid. 20): "Quanto ad Ismaele, ti esaudisco, lo
benedirò, lo farò prolificare e diventare molto numeroso,
darà origine a dodici principi e farò di lui una grande
nazione". E da ebreo ora dico: "Grande è Colui che mantiene le
Sue promesse, e se è così per Ismaele, a maggior ragione lo
è per nostro padre Isacco e per tutto il popolo d'Israele. Parlo come un
Asino con tre occhi: i figli dell'Islam sono una grande parte della Redenzione
Finale Universale e ho anche il merito di parlare a loro favore, perché
Abramo nostro padre disse a Ismaele e all'altro servitore: "Voi rimanete
qui con l'asino" (Genesi 22, 5).
Pesce 7: Un qualsiasi padre non
direbbe ad una persona importante: "Rimani qui con mio figlio
finchè ritorno" bensI: "Le dispiace se mio figlio rimane con
Lei fino al mio ritorno?". E, infatti, Abramo diede più importanza
all'asino di Isacco che ai suoi figli, poiché non disse loro:
"Ecco, l'asino rimane con voi, prendetevene cura fino al nostro
ritorno" bensì: "Voi siete quelli che dovrebbero rimanere con
l'asino! L'asino è qui importante e voi avete la ricompensa della mitzvà
di prendervene cura". Commentavano i Saggi: "Il verso va così
letto: rimanete qui non "im ha hamor" (con l'asino) bensì
"am ha hamor" (il popolo dell'asino) ossia il popolo di Ismaele che
viene paragonato ad un asino (Talmud babilonese, Yevamot, 62, 1) e noi qui nel
deserto di Beer Sheba vorremmo sapere: ma perché il popolo di Ismaele viene
paragonato ad un asino? Forse che è simile a me? E infatti essi
ignoravano che sarebbe venuto l'Asino che dice la verità e sul quale
cavalca lo Tzadik Haim per annunciare la Redenzione Completa.
Pesce 8: Ho un poco di temimut
(semplicità mista ad ingenuità) dell'essere giusto di Noè
nelle sue generazioni, dato che mi ritengo un asino tamim in questa generazione
e giusto che vive nella sua fede. Abbiamo l'Arca dell'Alleanza Completa,
associata al patto dell'Arcobaleno al tempo di Noè, e per merito del Goel
Haim, sono responsabile delle correzioni dell'Ebraismo, del Cristianesimo e
dell'Islam, essendo io un Asino con tre occhi. Pertanto, la domanda sul
perché i figli di Ismaele siano simili ad un asino è molto
importante per me. Dopotutto, non è detto che i figli d'Israele o il
popolo cristiano assomiglino ad un asino, ma piuttosto che è la stirpe
di Ismaele ad esserlo.
Pesce 9: Per prima cosa bisogna
capire una questione riguardante il Regno dei Cieli. che viene rivelata per la
prima volta col profeta Elia, di benedetta memoria, che non morì ma
salì in cielo e iniziò l'esistenza del Regno dei Cieli. Viene qui
spiegato che con il sacrificio di Isacco originò il Regno dei Cieli,
mentre con l'ascensione di Eliahu ha navì esso è entrato in
esistenza presieduto dal profeta stesso. Pertanto la tradizione del profeta
Elia è collegata alla ALEF del nome ASHER, che è il secondo nome
(del nome di Dio, EHEYE ASHER EHEYE, Esodo, 3: 14) associato ai Segni di nostro
padre Isacco. Questa è la connessione del Regno dei Cieli, perché
nel sacrificio, come detto, esso originò e con il profeta Elia esso iniziò
la sua esistenza. In seguito, durante il periodo di Mordechai ha Tzadik e della
regina Ester, si rivelarono nuovi collegamenti tra il Regno dei Cieli e la
redenzione nascosta tramite le Stelle Redenzionali, dato che il miracolo che
avvenne nel palazzo di Assuero è un segreto nel sistema delle stelle di
Ester nel regno di Assuero e nel sistema delle stelle nella corte di Mordechai
il Giusto. Tutto allude al Palazzo della Verità e della Giustizia del
Regno dei Cieli.
Pesce 10: - Dopo la ALEF della
tradizione del profeta Elia, di benedetta memoria, segue la SHIN del nome ASHER
associata a Shushan Purim, e dopo lo storico Purim, molti ebrei tornarono a
Gerusalemme e ricostruirono il Tempio. La luce del tempio era nella lettera RESH
del nome ASHER, allorquando doveva diventare OR LA-GOIM, una luce per le
Nazioni del mondo. Invece, il popolo d'Israele suscitò lo sdegno del
Cielo con il suo comportamento iniquo, per cui scescero decreti pesanti,
incluso quello di sterminio totale, bar minan. Iniziarono così i tempi
che precedettero la distruzione e vennero i tempi in cui la profezia di Malachi
potè avverarsi (3, 24 "ond'Io venendo non abbia a colpire il paese
di sterminio". In ogni modo, sarebbe sorta una missione che avrebbe
realizzato quella profezia, per cui il messianesimo di Gesù è
collegato alla RESH del nome ASHER e alla menzione del Regno dei Cieli.
Pesce 11: La missione messianica
di Gesù fu anche sotto i segni di nostro padre Isacco e non
dimentichiamo che stiamo parlando dell'Asino, che è l'asino di nostro
padre Isacco. Io sono l'asino che fa ridere l'umanità con le
novità della Redenzione Finale, ma non agisco da solo, ma insieme ad
altri asini e cavalli, ed il nostro contrassegno è il Segno dell'Asino
con la A maiuscola. Ma in che modo l'Asino è l'asino di Isacco, mentre
noi siamo nella Gheulà Shlemà sotto i segni del nostro padre
Giacobbe? L'inizio dell'esistenza del Regno dei Cieli avvenne, come detto, con
il profeta Elia e poi continuò nel mondo con il Purim occultato.
Gesù rappresentò il montone sacrificato al posto di Isacco e di conseguenza
ascese al pre-Regno dei Cieli. Il Regno Completo dei Cieli della Gheulà
Shlemà non sarebbe potuto esistere senza tutta la storia precedente
relativa al Regno dei Cieli, iniziata sotto il nome di ASHER nell'ambito dei Segni
di Isacco.
Pesce 12: L'Asino dei Segni di
Isacco doveva essere perfetto e rivelato nella Redenzione Finale, per cui nel
sogno di Giuseppe si dice che l'Asino appartiene ai segni di Giacobbe, quando
in precedenza era solo un mezzo asino, che si sarebbe completato con la
Gheulà Shlemà. Tuttavia, la parte principale dell'inizio della
sua esistenza fu sotto i segni di Isacco, e le sue radici sono sotto i segni di
Abramo nell'ambito dei segni del primo nome EHEYE, quando Abramo fu colui che
sellò il suo asino per il resto della storia. Ed ora cerchiamo di
rispondere alla nostra precedente domanda: perché i figli di Ismaele
sono paragonati ad un asino? Ebbene, considerate che i musulmani sono molto 'temimim'
nella loro fede, ripetono più volte al giorno il nome di Allah, credono
nella Sua provvidenza e Lo esaltano con semplicità e gioia. Essi, come
popolo, sono simili ad un asino! E se obiettate dicendo che anche tra le masse
di cristiani ci sono dei buoni asini, rispondiamo che è vero,
però la loro fede non è pura come quella islamica, per cui quei
cristiani non sono considerati asini.
Pesce 13: L'Asino viene per
salvare i cristiani, portarli sull'altare di Malchitzedek e farli diventare
degli asini, così come l'Asino si presenta al popolo islamico per
ricordare loro che chiunque odia Israele non è un Asino ma un nemico del
Cielo e, così come detesta Israele e gli ebrei, in pari misura è
detestato dal Cielo e sarà punito. E se obiettate: ma anche gli ebrei
che sono 'temimim' nella loro fede possono essere buoni asini, allora, vi
risponderò: Magari! ed è una grande mitzvà parlare bene degli
ebrei, a maggior ragione dopo il sacrificio di nostro padre Isacco,
quandò ritornò con suo padre in groppa all'asino e un ariete fu
immolato al posto suo. Il racconto biblico ci indica che l'Asino di Isacco
sarà completato solo dopo che l'umanità avrà compreso la
questione del sacrificio di Isacco e dell'Ariete immolato al posto suo.
Pesce 14: L'atto del sacrificio non
fu visto dai due giovani che accompagnarono Abramo ed Isacco, ossia i rappresentanti
dell'Islam e del mondo cristiano, e poiché Ismaele non vide il
sacrificio, il popolo dell'Islam pensò erroneamente che fosse lui ad
essere stato sacrificato da suo padre Abramo. Questo stravolge completamente la
storia e nega la vera tradizione. I musulmani non vogliono riconoscere quanto
scritto dopo la promessa dei "dodici capi a Ismaele". "E
stabilirò il Mio patto con Isacco che Sara ti partorirà l'anno
venturo in questo tempo" (Genesi 17, 21)' Pertanto bisogna spiegare loro
che tre sono i Padre: Abramo, Isacco e Giacobbe e che la benedizione di Dio ad
Ismaele, figlio di Abramo, è per la sua discendenza, mentre la
benedizione di Dio ad Isacco, figlio di Abramo, e dopo di lui a Giacobbe suo
figlio è per i figli d'Israele.
Pesce 15: Poiché la benedizione
per i figli di Ismaele è molto grande, mentre quella ad Isacco riguarda
i soli figli d'Israele, nella Sua preveggenza il Santo Benedetto vide che il
paese non avrebbe potuto contenerli insieme, poiché benedetti dalla
tradizione di Abramo. Pertanto, la separazione delle due tradizioni fu una
necessità storica, nell'ambito della quale i discendenti di Ismaele
avrebbero ricevuto dopo 2600 anni la tradizione con il Corano, mentre ai figli
d'Israele rimaneva la tradizione diretta dai Patriarchi, dal Sinai, dai Profeti
e dai Saggi di Israele. Il perchè i figli di Ismaele vengano paragonati
ad un asino è, come detto, per la loro fede di Abramo e per le loro
leggi raccolte nella Sha'ariya. Tuttavia, essendo venuti dopo l'ebraismo e dopo
il cristianesimo, i musulmani credevano di essere il "terzo" popolo
destinato a completare la storia con il loro profeta Muhammad, dopo che gli
ebrei avevano avuto il loro profeta, Mussa, ed i cristiani il loro profeta,
Issa. In altre parole, essi pensano di essere l'Asino Completo che può
spiegare al mondo le questioni della fede.
Pesce 16: Questa è la
radice dell'errore storico islamico, e quindi va spiegato ai musulmani che lo
stesso asino è incompleto, fino a quando Isacco ritorna dal sacrificio
con suo padre Abramo. Nella Storia, tale ritorno non avviene se non dopo il
sacrificio finale dello Tzadik Haim, il capo dei trentasei Giusti Nascosti
della sua generazione e dopo la sua resurrezione dai morti nel Regno dei Cieli
nel Segno Completo della Resurrezione dei morti. Solo allora viene rivelato dal
Regno dei Cieli che l'esistenza del suo Segno è iniziata nell'ambito del
nome ASHER e che i Segni di Isacco sono perfezionati dai Segni Redenzionali
nell'ambito del secondo EHEYE e dai Segni di nostro padre Giacobbe. Se poi ci
riferiamo ai figli del Cristianesimo, ecco che essi hanno cavalcato sull'asino
di Gesù fino a Gerusalemme; quell'asino però non poteva aprire
bocca e i cristiani non hanno capito che Gesù stesso era il segno
profetico (presente nella Torà) dell'Ariete, che rimase impigliato con
le sue corna nel cespuglio della Storia. Né gli ebrei né gli ismaeliti
lo sanno, perché il "segreto" si rivela solo con l'avvento del
Goel Haim e con la sua dichiarazione: "Questa è la stella di
Cristo, che viene per merito dell'umiltà".
Pesce 17: Siamo qui nel deserto di
Beer Sheva e il primo pozzo si chiama Pozzo di Lachai Roì, il Pozzo di
El Hai che mi vede sempre. Questo è un principio fondamentale della fede
di nostro padre Abramo, che fu tramandato ai figli d'Israele e ai figli di
Ismaele. Ed esso recita: Dovunque io mi trovi, Benedetto sia il Signore che mi
vede e non mi abbandona. Agar lo gridò al Signore quando era sola e
disperata con suo figlio nel deserto di Beer Sheva, cacciata da Sara; e Ha Shem
ascoltò la sua preghiera, mandò un suo angelo che la
salvò, benedisse Ismaele e le comandò di fare ritorno a casa di
Abramo dalla sua padrona Sara.
Pesce 18: Così Ismaele
ricevette la benedizione già nel suo nome Ishmà – El, ossia Dio
ascolterà "dovunque si troverà" (ibid. 21, 17), poiché
tutto ciò avveniva nel deserto fuori dalla casa di Abramo, e questa era
la prima volta che Agar dovette implorare Dio in una tale situazione, essendo sola.
Grazie al merito di Agar, la discendenza futura di suo figlio Ismaele avrebbe
vissuto nella fede dell'Unità di Dio Creatore e della Sua provvidenza,
nonostante la separazione dalla tradizione di Israele, figlio di Isacco e
nipote di Abramo, una separazione che rimarrà anche ai tempi della
Gheulà Shlemà, dal momento che i discendenti di Ismaele
appartengono per sempre alla tradizione di Al-Kuran Al-Karim. Tuttavia, la
separazione futura sarà contraddistinta dall'amore fraterno e non
dall'odio reciproco.
Pesce 19: Il Pozzo di Lachai
Roì è associato in modo particolare al nome EL HAI, che mostra
soprattutto la reale presenza divina che avviene tramite l'invocazione di chi
si rivolge a Dio nella sua preghiera o nel suo dolore. Le radici di questo nome
sono nella preghiera di Elia, di benedetta memoria, quando dice:
"Com'è vero che vive Dio, di cui io sono servitore (1 Re 17, 1).
Nei Segni Redenzionali EL HAI è associato al Quarto Cerchio Profetico,
che è anche il cerchio dei lavori messianici. Ciò è
correlato al fatto che il messianesimo comporta la riconciliazione dei cuori
dei padri verso i figli e viceversa, e dal momento che il ruolo messianico
dovrebbe operare per tale scopo, ecco che è il profeta Elia che ha
ricevuto da Dio questo ruolo. Anche i musulmani credono nel profeta Elia,
nominato nel Corano, ma non lo correlano al Messia, perché Maometto non
era ebreo e non era connesso al concetto di Messia.
Pesce 20: Cari lettori, ascoltate
le parole dell'Asino che scende nelle acque del Pozzo di Lachai Roì,
dato che la più grande salvezza "messianica" della storia
è sgorgata dalla religione monoteista dell'Islam che ha assoggettato
molti popoli che praticavano l'idolatria. Grazie alla conquista islamica, oggi
milioni di persone credono nella fede di Abramo in un solo Dio. La salvezza
"messianica" ha fatto sì che gran parte dell'umanità sia
uscita dalle tenebre politeistiche alla luce della vera fede nell'unità
del Santo e Benedetto Creatore. E' stata una salvezza collegata direttamente al
Pozzo di Lachai Roì, ben più efficace della salvezza del Cristianesimo,
associata al dogma della Trinità e alla figura divina del Cristo,
diametralmente opposta alla fede di nostro padre Abramo. Infatti, nel contesto
della missione messianica di Gesù, dal Cristianesimo è uscita
solo una salvezza parziale che ha avvicinato molti popoli alla Tradizione di
Israele e alla conoscenza della Torà.
Pesce 21: In conclusione,
comprendiamo meglio perché i Saggi profetizzarono nella loro tradizione
che il popolo di Ismaele è un "popolo simile ad un asino": i
figli di Ismaele hanno fatto nella storia un grande lavoro da asini per
avvicinare le masse alla vera fede, e in questo sono più simili a me che
a tutti voi! Hi ha, hi-ha!. Non dimentichiamo però che bisogna spiegare
ai musulmani che fino alla Gheulà Shlemà l'asino era solo un
"mezzo asino", mentre soltanto con la Redenzione Completa si completa
l'Asino che mangia il pane della Redenzione Universale e tramite i suoi tre
occhi spiega agli ebrei, ai cristiani, ai musulmani e al mondo intero che l'Uccello
d'Israele è risorto dai morti e l'eletto Tzadik è risorto per
essere il Goel ed il Giudice Unto nel Regno dei Cieli che discende sulla terra.
SECONDO CAPITOLO
Secondo pozzo di Beer Lachai
Roì (Beer Main - Pozzo di Acqua)
Esso è associato al
Secondo Mazal del Leviatan, La Battaglia del Pesce
(Genesi 24, 62) : "E Dio le
(ad Agar) aprì gli occhi sì che vide un pozzo d'acqua; ed ella
andò a riempire l'otre e diede da bere al fanciullo".
Pesce 1: E sta scritto: "Tra
Kadesh e Bared". I nomi dei luoghi nella Torà hanno sempre delle
allusioni. Per arrivare al Pozzo di Lachai Roì bisogna posizionarsi fra
Kadesh e Bared. Kadesh è la santificazione del cuore mentre Bared (la
radice b-r-d indica il freddo, come nel vocabolo barad, grandine) è la
freddezza della mente tesa a comprendere la realtà delle cose, per cui
la santificazione del cuore è connessa al calore, mentre la
contemplazione avviene "a mente fredda". Di cosa si tratta? Il Pozzo
di Lachai Roì rappresenta l'incontro dell'uomo con la Presenza del Santo
Benedetto durante la sua preghiera o la sua invocazione nella sofferenza. Se volete
trovare il Pozzo di Lachai Roì, santificate il vostro cuore nel timore
di Dio e agite con mente fredda per assorbire ogni cosa, perché la
freddezza e il calore in sé sono opposti tra di loro, a meno che non si trovi
il giusto equilibrio tra di loro.
Pesce 2: Se il freddo della mente
è troppo forte non ci sarà spazio per il calore del cuore anche
per le cose sacre, mentre se il calore del cuore è troppo forte, non ci
sarà spazio per l'azione della mente e la lentezza di pensiero. E
infatti il Pozzo di Lachai Roì si trova a mezza strada fra Kadesh e
Bared, per cui chi è a Lachai Roì sente che la Provvidenza del
Santo Benedetto è vicina a lui e dentro di lui. L'uomo non può
raggiungere tale equilibrio senza l'aiuto di Ha Shem che dà da bere
all'uomo dalle acque di questo pozzo. Kadesh allude alla preghiera e Bared allo
studio della Torà. Pertanto bisogna santificare il proprio cuore al
Signore, mantenendo, allo stesso tempo, la mente nella freschezza della piena fede,
pregando EL HAI che ci vede sempre. Beer Lachai Roì è la fonte
della preghiera che sgorga dalla profondità del cuore, così come
dal cuore quando è infranto e oppresso; questa è l'eredità
della fede di nostro padre Abramo.
Pesce 3: - Il Pozzo di Lachai
Roì è la fonte della fede di Abramo, e soprattutto è la
preghiera voluta e accettata dopo la santificazione del cuore e la comprensione
a mente fredda delle parole della Tradizione. È vero che nostro padre
Abramo ha insegnato l'Unità di Dio che creò i cieli e la terra,
ma la conoscenza dell'Unità di Dio sarebbe lacunosa se il Santo
Benedetto mancasse, per così dire, della vicinanza personale con ognuno
di noi, così come avvenne agli uomini della generazione di Enosh o ai
filosofi aristotelici che ritenevano che il Creatore dei cieli e della terra fosse
trascendente e non fosse coinvolto nelle cose da lui create, per cui era
inutile destinargli le nostre preghiere. Perciò nostro padre Abramo,
dopo aver insegnato la fede nella creazione dei cieli e della terra da parte di
un Unico Dio, ribadiva anche questo concetto: "Ringraziate Dio e invocateLo
nella preghiera, poiché Egli vi risponderà secondo la Sua volontà.
Rivolgetevi a Lui e sarete esauditi, cercate e troverete l'acqua da bere".
Pesce 4: Ciò è
analogo al fatto che nel Primo Comandamento non viene detto: Io sono il Signore
che ha creato i cieli e la terra, bensì Io sono il Tuo Dio che ti ha
fatto uscire dalla terra d'Egitto. Ossia, io sono il Signore che ti parla in
forma personale e ho già agito in passato per la tua salvezza e
redenzione; pertanto, è bene che voi vi rivolgiate soltanto a Me, poiché
Io solo posso salvare ogni individuo e redimerlo. Ecco, il Pozzo di Lachai
Roì è l'incontro con Dio tramite la preghiera.
Pesce 5: La convinzione di
"In principio Dio creò i cieli e la terra" (Genesi 1, 1) fa
parte della nostra fede nelle parole della Torà ed è
fondamentale, anche se, in essa, non c'è un comandamento personale
diretto. Questo perché, in principio, l'uomo non era ancora stato creato
e la creazione stessa non ha alcuna relazione con i dettati divini all'uomo, dal
momento che la creazione dei cieli e della terra è al di sopra dell'intelletto
umano e Dio non scende, per così dire, per mostrare agli esseri umani
che ha creato i cieli e la terra. Nel Primo Comandamento, invece, Ha Shem ha
parlato ai figli d'Israele, dopo aver già mostrato loro, con segni e
prodigi, che Egli è il vero Dio e in suo potere compiere miracoli nei
cieli e in terra. Perciò il comandamento appartiene a questa fede ed
esiste una grande testimonianza che riguarda l'operato del Santo Benedetto,
laddove è scritto: "Io sono il Signore tuo Dio" (Esodo 20, 2) –
ossia sono il Signore tuo Dio anche in forma diretta e personale. Nelle azioni
dei Patriarchi e del nostro massimo profeta Mosè, la Torà ci
insegna l'immensa importanza e il grande potere della preghiera. Ce lo dimostra
anche Agar, che fu testimone diretta della vicinanza di Dio con Abramo e dei
miracoli e dei prodigi che il Creatore del mondo compì con lui; Agar era
anche abituata a vedere gli angeli di Dio nella sua casa, per cui meritò
di essere esaudita e benedetta dal Dio di Abramo.
Pesce 6: Anche il secondo pozzo
è Beer Lechai Roì ed è chiamato il Pozzo di Acqua, e non
ha importanza se si tratta di un altro pozzo nella stessa zona oppure sia lo
stesso pozzo in cui avvenne il miracolo con Agar che fu esaudita nella sua
preghiera a Dio, che le fece trovare un Pozzo di Acqua. Il Pozzo di Lachai Roì
viene menzionato due volte in Genesi. La prima (24, 62): "Ed Isacco, che
abitava nel paese del mezzogiorno, tornava da Beer Lachai Roì". La
seconda (25, 11): "E dopo la morte di Abramo, Dio benedisse suo figlio
Isacco che abitò presso Beer Lachai Roì". In ogni caso,
chiameremo il secondo pozzo Beer Maim, che si trovava tra Kadesh e Bared.
Pesce 7: E sta scritto: "E
Dio aprì i suoi occhi" (ibid. 21,19). Perché Dio dovette
aprire gli occhi di Agar? Non era sufficiente dire "e vide un pozzo di
acqua"? Il motivo è che Agar era disperata e non si aspettava più
salvezza alcuna, né per il fanciullo, né per se stessa. La
disperazione assoluta è simile alla morte, per cui Agar era come priva
di vita. L'intervento di Dio fu allora simile ad una resurrezione dalla morte e
abbiamo detto prima che il Pozzo di Lachai Roì è associato al
Mazal della Resurrezione dell'Uccello. Oltre a questo, qual è il
collegamento tra il Mazal della Battaglia del Pesce e il Pozzo di Acqua? Agar
si trovava in "battaglia" con la sua padrona Sara, e il Santo
Benedetto, per così dire, "combatteva" per stabilire la sua
fede e mantenere la promessa che le aveva fatto quando era scappata. E sebbene
nostra madre Sara avesse ragione nelle sue parole e nel suo comportamento,
tuttavia, Agar aveva anche grandi meriti, per cui ebbe il privilegio di portare
al mondo Ismaele, figlio del nostro antenato Abramo.
Pesce 8: La Torà viene qui
per insegnare che "la salvezza di Dio è come un battere di
ciglio" e così anche "persino se una spada affilata è posata
sul collo di una persona, non deve disperare della misericordia" (Talmud babilonese,
Benedizioni, 10, 1). Tale è la virtù della fede di nostro padre
Abramo che venne salvato dalla fornace ardente. Beer Lachai Roì è
pertanto la fonte della presenza di Dio nella preghiera, mentre Beer Maim
è il miracolo e la salvezza che avvengono all'ultimo istante come un
batter di ciglio. Perciò berremo dal pozzo di Lachai Roì le acque
della salvezza e della vittoria, perché il Santo Benedetto ci vede
sempre, non ci abbandona e non ci abbandonerà mai, se siamo radicati nella
fede di nostro padre Abramo. Questa fede è uguale nei figli d'Israele e
nei figli di Ismaele e voglia il Cielo che ci sia la pace fra di noi, dal
momento che questa pace è gradita a Dio e nostro padre Abramo
sarà molto felice quando vedrà i suoi figli vivere in pace, armonia
e amore fraterno. E non disperiamo di quella pace, perché nel tempo a
venire tutti gli odiatori andranno in perdizione ed una nuova e aperta
mentalità sorgerà tra le nazioni.
Pesce 9: Noi diciamo Abraham Avinu
e i musulmani dicono Ibrahim Abuna. Questo mi ripeteva spesso lo Tzadik Haim,
che era nato a Sana, nello Yemen e qui vi aveva trascorso i suoi primi 16 anni;
poi si era trasferito ad Aden per 4 anni e 27 anni al Cairo d'Egitto, per cui
conosceva bene la cultura araba e il Corano. Il Morè Haim elogiava molte
virtù degli arabi, soprattutto il loro derech eretz. Ho spiegato in
altra sede che la benedizione che Dio impartì ad Abramo "E sarai di
benedizione" (ibid. 12, 2) è la benedizione trasmessa allo Tzadik
Haim quando fu prescelto per essere il Goel Finale, dopo aver completato il suo
sacrificio nel mondo, essere risorto e salito al Regno dei Cieli come Giudice Unto.
Questo segreto viene rivelato con il permesso dello stesso Tzadik e si collega
all'allusione presente nel verso della Torà: "E avvenne dopo la
morte di Abramo che Dio benedisse suo figlio Isacco e Isacco si stabilì
presso il pozzo di Lachai Roì" (ibid. 25, 11).
Pesce 10: Ho ricevuto che il
sacrificio dello Tzadik Haim è stato chiamato "la fine del
sacrificio di Isacco" ed il verso qui sopra menzionato allude anche alla
fine del tempo della sofferenza degli Tzadikim Nistarim, sebbene l'ultima
sofferenza dello Tzadik Haim sia stata un evento unico. Lo Tzadik Haim mi
rivelò in vita che quando gli altri 35 Tzadikim Nascosti videro la
portata del terribile decreto sul mondo ebbero paura, rimasero zitti e non
osarono assumersene il peso per rimuoverlo. Soltanto lo Tzadik haim, Capo dei
36 Giusti Nascosti della sua generazione accettò su di sé il
decreto. Dopo la sua sofferenza finale durata quasi due anni e la sua morte, lo
Tzadik Haim fu benedetto e scelto da Dio per essere il terzo Goel e si
può constatare che la benedizione impartita ad Abramo ("E sarai di
benedizione") si è completata con quella impartita allo Tzadik
Haim.
Pesce 11: Il sacrificio dello
Tzadik Haim che coincide con la fine della sofferenza dei Giusti Nascosti nelle
generazioni, viene chiamato il Sacrificio di Isacco. Per quanto riguarda
Yitzchak Avinu, abbiamo visto che il Santo Benedetto lo benedisse dopo la morte
di suo padre, e questo è stupefacente perché fu Abramo a ricevere
una benedizione speciale ("E sarai di benedizione"). Rashi, di
benedetta memoria, il nostro più grande esegeta, spiega che Abramo vide
nella sua visione profetica che gli odiatori di Israele sarebbero discesi da
Esaù per cui ebbe paura, perché sapeva che Isacco intendeva
benedire Esaù. Per questo restituì la benedizione a colui che
aveva la benedizione, e chiese ad Ha Shem di benedire chi ne era meritevole.
Pertanto, quando Abramo nostro padre morì la benedizione di "E
sarai di benedizione " fu presso il Santo Benedetto che preferì benedire
Isacco.
Pesce 12: In seguito, Isacco
benedisse Giacobbe nostro padre, che, a sua volta, benedisse i suoi figli. Dopo
"la restituzione" della benedizione di Abramo ad Ha Shem, che
benedisse Isacco, avvenne un "rinnovamento" di tale benedizione. Lo
si intuisce dall'allusione presente nel verso dello speciale affetto di Ha Shem
verso Isacco: "E Dio benedisse Isacco suo figlio". Ma Isacco non era
figlio di Abramo? Un motivo per menzionare il termine "figlio"
è che egli "benedisse Isacco al posto di Abramo, ed Ha Shem in quel
frangente, per così dire, fece da padre di Isacco, e lo amò con
grande affetto come un padre con suo figlio.
Pesce 13: Allo stesso modo, dopo
la fine della sofferenza dello Tzadik Haim, il Santo Benedetto gli ha rinnovato
la benedizione "E sarai di benedizione" del retaggio di nostro padre
Abramo. Da quel momento lo Tzadik ha con sé la benedizione, con la quale
benedice chi ha meriti. Questa benedizione completa non era nelle mani dei capi
degli Tzadikim Nascosti, tuttavia si è completata con la scelta dello
Tzadik Haim quale Goel Finale. A causa della sofferenza che annullò un
terribile decreto di devastazione mondiale, lo Tzadik Haim fu separato dal
resto dei Giusti Nascosti della sua generazione, e in segreto mi rivelò:
"Chi si è avvicinato, ha meritato, e chi non si è
avvicinato, non ha meritato". Dicendo questa frase, il Morè Haim
non intendeva lodarsi (cosa a lui estranea); egli me ne spiegò il
significato, perché era importante per il futuro. Era chiaro che non
c'era nessuno al mondo, anche tra i Giusti Nascosti della sua generazione, che
avrebbe potuto lasciare in eredità allo Tzadik Haim quella benedizione
di cui ne avrebbe avuto bisogno come Goel, se non il Santo Benedetto, lodato
sia in eterno il Suo nome.
Pesce 14: Dal momento che gli
Tzadikim Nistarim non erano ad un tale livello, ecco che fu il Santo Benedetto
a benedire lo Tzadik Haim, per cui il Goel Haim ha ricevuto "E sarai di
benedizione" per il periodo della Gheulà Shlemà. Si fa
allusione a ciò nel Segno delle Stelle, in cui il Morè Haim, che
eredita il Libro delle Stelle di nostro padre Abramo, fa un segno dalla quarta
stella spostata alla Stella di Abramo, unendo in questo modo 4000 anni di
storia. Tramite il Goel Haim, la fede di Abramo ritorna al mondo intero, fino a
quando "tutti invocheranno il nome del Signore e Lo serviranno
congiuntamente. E così è stato: "E avvenne dopo la morte di
Abramo che Dio benedisse Isacco suo figlio» (ibid. 25, 11).
Pesce 15: Ma cosa c'entra questo,
con il fatto che Isacco si stanziò al Pozzo di Lachai Roì?
C'entra, dato che la benedizione di Ha Shem "E sarai di benedizione"
a nostro padre Isacco è collegata al Pozzo di Lachai Roì. Profondo
è questo pozzo, e quando sono sceso nelle sue acque fonde, ho nuotato
con il respiro del Grande Pesce Leviathan, poiché profondi sono i Segni
di nostro padre Isacco, compresi i Segni del Regno dei Cieli con il profeta
Elia, i Segni del Regno dei Cieli che scende sulla Redenzione tramite le Stelle
Redenzionali a cui si fa allusione nel Libro di Ester e nella missione di
Gesù, che era l'Ariete sacrificato al posto di Isacco, e il cui scopo
era quello di raggiungere il livello di "Tzadik che vive nella propria
fede". Tutti questi segni, per lo più occultati e racchiusi nel
nome ASHER, hanno una "sorgente" nelle acque del Pozzo di Lachai Roì
e chi vi nuota dentro sarà protetto dalla pelle dell'Asino e dal respiro
del Leviathan!
Pesce 16: Affinate la mente, le
parole sono brevi e limitate, mentre il contenuto è lungo, esteso e
profondo, allorquando 4000 anni di storia "si incontrano" nel segno
che collega la Quarta Stella alla Stella di Abramo. Noi diciamo allora che il
"primo angolo" della Casa di Preghiera della Gheulà
Shlemà si chiama "la Fede Semplice" e c'è da stupirsi
per questo livello di fede semplice, perché esso accomuna la fede dei
veri Tzadikim Nistarim con quella delle persone semplici. Ciò significa
che gli Tzadikim di livello superiore, proprio come gli esseri umani comuni,
possono chiamare il Signore, nostro Dio, con cuore vero e sapere e sentire, che
EL HAI li vede sempre, così come sta scritto: " Il Signore è
vicino a tutti coloro che Lo invocano, a tutti coloro che Lo chiameranno veramente"
(Salmo 145, 18).
Pesce 17: Il Pozzo di Lachai
Roì era associato anche all'egizia Agar, la cui fede era radicata nei
discendenti di Cam (Ham), secondo figlio di Noè; tale fede era distante
da quella di Abramo e Sara, radicati nella fede dei figli di Sem (Shem),
primogenito di Noè. Tuttavia, grazie ad Abramo, tutti i figli di Ismaele
sono chiamati Semiti e discendono da Sem. In questo modo, sono molti i popoli che
si dissetano nel Pozzo di Lachai Roì, tramite l'Islam, con milioni di
persone semplici nella loro fede in Allah, che non sono magari molto istruiti
ma sono molto amati da Dio. E sebbene il Pozzo di Lachai Roì sia
collegato alla fede di Abramo, la Torà ci mostra che fu Isacco che
proveniva da Be'er Lachai Roì a stabilirsi vicino al pozzo, dal momento
che Be'er Lachai Roì dovrebbe essere santificato nella storia sotto il
nome ASHER con i livelli e le virtù degli Tzadikim Nistarim nelle
generazioni.
Pesce 18: Il sacrificio finale
dello Tzadik Haim conclude tutti i segni storici di nostro padre Isacco, poiché
completa i tempi delle Stelle Redenzionali di 4000 anni da nostro padre Abramo;
completa tutti i Segni del Regno dei Cieli e del Giudice Unto da Dio; completa
i Segni della Casa di Preghiera Redenzionale con i suoi sette piani e tredici altari
di preghiera e Tappeto dell'Islam, ossia il Terzo Tempio sia a Gerusalemme, la Città
Santa, che a Beer Sheva, la Città dei Sacerdoti; completa i Segni dell'Asino
Unto nel mondo che porta il pane redenzionale ad Israele e al mondo; completa i
Segni della Tradizione profetica del profeta Elia, di benedetta memoria, che
manda ai suoi allievi le profezie di questa Quarta Generazione e della
generazione della Nuova Costruzione; completa i Segni della Resurrezione nel Regno
dei Cieli; e completa le correzioni dell'ebraismo, della missione di
Gesù e della religione islamica.
Pesce 19: Pertanto il Goel Haim
ripristina la fede di nostro padre Abramo e le virtù del Pozzo di Lachai
Roì per tutte le nazioni nel corso della Gheulà Shlemà,
poiché dopo il suo sacrificio e il completamento dei Segni di nostro
padre Isacco, il mondo intero entra senza rendersene conto sotto il secondo
nome EHEYE, nei Segni di Giacobbe nostro Padre e nei Segni dello Splendore
d'Israele. E sebbene l'Asino (con la A maiuscola) sia l'Asino di Isacco, esso
non è completo nella storia fino al tempo della Redenzione con l'avvento
del Goel Haim, una volta completati i Segni di Isacco sotto il nome ASHER, che rappresenta
la fine del lungo sacrificio di Isacco. Il Morè Haim dal Regno dei Cieli
guida i Segni dell'Asino che mangia il pane, che è l'Asino con tre
occhi, fino a quando gli ebrei, i musulmani, i discendenti di Malchitzedek e
molti altri popoli bevono insieme dalle acque del Pozzo di Lachai Roì, con
un cuore nuovo, in pace, in armonia e con amore fraterno. Tutti insieme si
recheranno nella Casa di Preghiera per tutti i popoli e invocheranno il nome
del Signore per servirLo congiuntamente.
Pesce 20: L'acqua profonda rappresenta
tutti i Segni del nome ASHER SOTTO i Segni di nostro padre Isacco, mentre io
sono solo un Asino che collega i Segni Redenzionali, per merito del Goel Haim, alle
fonti della nostra Sacra Torà. Il Goel Haim è l'uomo scelto da Ha
Shem Elohenu per completare le intenzioni del Santo Benedetto nella creazione
del mondo, nel dono della Torà e nel ritorno a Dio per portare il Nuovo Gan
Eden del Regno dei Cieli e infine il Gan Eden in questo mondo. Egli dispone la
legge per i tempi della Gheulà Shlemà (il libero arbitrio degli
esseri umani rimane, e saranno le loro azioni a determinare il diritto al Gan
Eden o la punizione nel Ghe'enam). Ed egli manda gli ordini del Terzo Tempio
che non sarà più distrutto, la Casa di preghiera per tutti i
popoli, e quando tutti veramente invocheranno il nome di Ha Shem congiuntamente,
si attuerà il completamento del Trono d'Onore del Signore per i fedeli
nel mondo.
Pesce 21: Secondo il Talmud
babilonese (Pesahim 54) sette cose furono poerate in esistenza prima della
creazione del mondo: la Torà, la Teshuvà, il Gan Eden, il
Ghe'enam, il Bet Hamikdash, il Trono della Gloria e il nome del Messia. Tutti
questi concetti sono inclusi nella vera fede di nostro padre Abramo che saranno
diffusi tra molti popoli, perché il Santo Benedetto Egli sia e Benedetto
sia il Suo nome, EL HAI Creatore dei cieli e della terra, osserva sempre le
azioni dell'uomo e desidera il loro bene, ascolta la preghiera di ogni bocca e
compie miracoli e prodigi innumerevoli, perché è un Dio Pietoso e
Misericordioso, che prova compassione per ogni cuore spezzato e afflitto.
Perciò l'uomo non si dovrà disperare nel suo dolore e
berrà l'acqua dl Pozzo di Lachai Roì e così vivrà con
uno spirito nuovo, per merito della resurrezione dello Tzadik Haim e sarà
pervaso dal timore di Dio e nella sua salvezza riempirà d'acqua il suo
otre e darà da bere ai giovani l'acqua buona e pura del pozzo.
TERZO CAPITOLO
Colonna del Cuore del Profeta
Il terzo pozzo è chiamato il
Pozzo d'Acqua di Avimelech
Esso è associato al Terzo
Mazal del Leviatan, i Pesi dell'Asino
"E Abramo espose le sue lamentele
ad Avimelech per un pozzo d'acqua che i servi di Avimelech avevano
usurpato" (Genesi 21, 25)
Pesce 1: L'abbiamo chiamato il
Pozzo di Avimelech ma il suo nome completo è "Pozzo di Avimelech e
Pichol capo del suo esercito". I due sono come fossero un'unica
entità, come si può vedere dal verbo usato al singolare (Genesi
21, 22): "E in quel tempo Avimelech e Pichol disse ad Abramo:
"Dio è con te in tutto quel che fai". Questo poiché
Pichol non ha nulla di sé, essendo egli la bocca di tutto ciò che
Avimelech dice o decreta, e anche se è a capo del suo esercito, non fa
altro che sottostare agli ordini del suo re. Quindi il commento al pozzo di
Avimelech è accomunato a quello del pozzo di Pichol, e puntualizziamo
che si tratta del pozzo che fu restituito ad Abramo ed è associato al
terzo Mazal dei Pesi dell'Asino. L'Asino è simile a Pichol capo
dell'esercito di Avimelech, dal momento che l'Asino è "Pi –
chol" "la bocca di tutte" le novità redenzionali del Goel
Haim, per cui gli Asini sono simili ai soldati del suo esercito che eseguono le
mansioni della Gheulà Shlemà.
Pesce 2: Nel sistema del
Tribunale di Mordechai ha Tzadik ci sono sette stelle così ordinate: la
Stella della Pietra dell'Equilibrio, la Stella della Pietra sulla Pietra
dell'Equilibrio, la Stella della Gloria, la Stella della Vittoria, la Stella di
Avimelech, la Stella di Mordechai il Giusto e la Stella di Pichol. Il
Tribunale, chiamato il Grande Tribunale, è universale. Se non si contano
la Stella di Avimelech e la Stella di Pichol, le cinque stelle sono chiamate
"il Tribunale Supremo" (che opera per i figli d'Israele, dato che la
stella di Avimelech e la stella di Pichol rappresentano il giudizio sulle
nazioni del mondo). La Stella di Avimelech è quindi associata al numero
70, che come è noto è il numero convenzionale per racchiudere le
70 nazioni del mondo. Ed è anche bene che il Pozzo di Avimelech sia il
terzo pozzo di Beer Sheva che, come detto, è collegato al terzo Mazal dei
Pesi dell'Asino, ossia alla lettera GHIMEL e alla lettera AYIN, dal momento che
l'Asino ha anche tre occhi (ayin) per tutti i popoli.
Pesce 3: C'è qui una
questione interessante: perché la Torà ci racconta del pozzo
d'acqua che i servi di Abimelech avevano usurpato? Naturalmente c'è
qualcosa di più di quanto ci rivela la Scrittura. La chiave è che
Abramo è il padre di una moltitudine di nazioni e Avimelech rappresenta
le nazioni del mondo, per cui è molto importante determinare a chi
appartiene questo pozzo d'acqua, o ad Avimelech o ad Avraham Avinu. Possiamo
dire che Abramo conosceva questo pozzo secondo il Libro delle Stelle,
perché lo osservava sempre e sapeva che era associato a lui e al suo
destino di essere il padre di molti popoli. Lo si può dedurre dal fatto
che la Torà non usa mai parole superflue. Sta scritto, infatti (Genesi
21, 27-30): "Abramo prese pecore e buoi, li diede ad Avimelech ed entrambi
stabilirono un patto. Abramo mise da parte sette agnelle ed Avimelech gli
chiese: "Che cosa vogliono indicare queste sette agnelle che hai messo da
parte?". E Abramo rispose: "Accetta da me queste sette
agnelleaffinché ciO mi valga come testimonianza che ho scavato io questo
pozzo".
Pesce 4: E la Torà
continua (Ibid. 31-34): Perciò, poiché là giurarono
ambedue, quel luogo fu chiamato Beer Sheva. Così stabilirono il patto a
Beer Sheva; dopo di che Avimelech e Pichol, capo del suo esercito, si
levò (al singolare) e tornarono al paese dei Filistei. Abramo
piantò un tamarisco (eshel) a Beer Sheva e qui invocò il nome del
Signore EL OLAM (Dio Eterno).Per molto tempo Abramo dimorò nel paese dei
Filistei. Pertanto, la città di Beer Sheva prende il nome dal giuramento
che Abramo e Avimelech fecero presso questo pozzo.
Faccio fatica a nuotare in questo pozzo,
vieni, Pesce mio, e fammi respirare. Tocca (in ebraico gà, ghimel ayin),
Asino, questo terzo pozzo perché il tocco è collegato ai Pesi
dell'Asino. Questo pozzo d'acqua è il pozzo con la P maiuscola di Beer
Sheva, e dalle sue acque bisogna attingere sette benedizioni. Questo è
pertanto il Pozzo di nostro padre Abramo, sul quale vige la prima benedizione
di Avimelech: "Dio è con te in tutto quel che fai", ed
è una benedizione di ringraziamento da parte dei popoli nel Grande
Tribunale, secondo la quale Dio asseconda e benedice Abramo in tutto ciò
che fa.
Pesce 5: Avimelech non dice
HA-ELOHIM, termine che indicherebbe l'azione diretta con Abramo, ma ELOHIM che
indica anche gli angeli di Dio o l'azione degli astri o la Giustizia divina.
Nella Gheulà Shlemà, questa benedizione ritorna con riferimento al
Goel Haim e alla sua mansione di Giudice Unto nel Regno dei Cieli, allorquando,
per merito del Goel Haim, essa viene associata al Segno dell'Asino che mangia
il pane e così recita: "Benedetto è il Signore nostro Dio,
che mi ha fatto Suo pane". Grande è la benedizione di Avimelech
rispetto a quella di Malchitzedek, poiché Malchitzedek benedisse Abramo
con la protezione verso tutti i suoi nemici, mentre Avimelech benedisse Abramo
con il consenso e la vicinanza di EL ELYON in ogni sua azione.
Pesce 6: Nella Redenzione Completa,
le nazioni del mondo ringrazieranno per la vicinanza di Dio alla discendenza di
Abramo, e chiederanno al popolo d'Israele di giurare che non farà loro
del male. Questa è la benedizione della fede in Dio e in Abramo, dopo
che avranno riconosciuto nel Segno della Resurrezione dell'Uccello la rinascita
dello Stato di Israele, la resurrezione del Goel Haim e la Redenzione Universale
(e a questi due eventi allude la parola Nini: (Genesi 21, 23): "Giurami
che non mi mentirai verso di me, verso mio figlio (nini) e verso mio
nipote". La NUN è il Segno della Resurrezione dell'Uccello la YOD
è Il Segno della Fine del Minuto, ripetuto due volte: ossia, al termine
del minuto storico della Gheulà Shlemà (dall'inizio della Quinta
Generazione), le nazioni meritevoli del mondo riconosceranno lo Stato di
Israele e la resurrezione del Goel Haim. La seconda benedizione è la
fedeltà nel giuramento e nel patto ("e verso mio nipote": sono
le generazioni della Gheulà Shlemà dopo la quinta generazione).
Interessante è l'espressione "che non mi mentirai": ossia,
quando verranno le novità della Redenzione Completa, non accada mai che
non ci sia venga la verità, per il nostro essere nazioni del mondo, in
quanto il popolo d'Israele, per il suo essere santificato, non condividerà
con altri dette novità redenzionali.
Pesce 7: Le nazioni del mondo hanno
avuto il merito di custodire i figli sparsi d'Israele dando loro un posto in
cui vivere e Abramo ringrazia per questo, anche se il favore non è stato
completo. In questo contesto, è scritto nella Torà (Deut, 10,
19): "E amerete lo straniero perché anche voi foste stranieri in
terra d'Egitto"; si trattò infatti di un vero e proprio favore, a
prescindere da ciò che il faraone fece in seguito ai figli di Israele. Dobbiamo
comunque ricordare con gratitudine il periodo della permanenza di Israele in
Egitto, quando Yosef ha Tzadik era in vita ed i figli di Giacobbe dimoravano
nella fertile terra di Goshen in pace e tranquillità. Quindi l'assicurazione
di Abramo rappresenta la terza benedizione, che è quella della
gratitudine. La quarta benedizione è la benedizione del rimprovero,
secondo la quale viene benedetto colui che, ispirato da giustizia e
verità, ammonisce il suo compagno, dato che la sua intenzione è "leshem
Shamaim". La quinta benedizione è la benedizione della vera autogiustificazione.
Guardate quante espressioni usa Avimelech: "Non lo sapevo", "Non
me lo avevi detto" e "Non ne avevo sentito parlare fino ad ora".
La sesta benedizione è la benedizione sulla proprietà quando si dona
qualcosa (ovini e bovini) associata al giuramento.
Pesce 8: La settima benedizione
è un proseguimento della sesta ed è collegata alla
proprietà del pozzo stesso, tramite una speciale testimonianza,
stipulata con un'alleanza. Abramo scelse 7 pecore del suo gregge. Il Gaon
Malbim fece presente che il numero 7 era sacro anche tra le nazioni del mondo che
veneravano i 7 pianeti celesti, anche se Abramo scelse il 7 a motivo delle 7
fonti superiori di santità che scendevano su di lui. Inoltre, Abramo
percepiva anche l'influenza dei 12 segni dello Zodiaco e delle 13 Mazalot del
Leviatan, come la Resurrezione dell'Uccello associata alla Fede, i Pesi
dell'Asino associati alle nazioni del mondo, la Tartaruga Illuminata associata
alla comprensione chiara, la Stella del Progetto associata alla Gheulà
Shlemà, il Rifugio dell'Armadillo associato alla Protezione, il Lago di
Sale associato al Patto e la Fossa del Leone associata allo studio.
Pesce 9: Abbiamo ricevuto dal Goel
Haim che esiste una nuova costellazione di 7 stelle, associata alla Grande
Aquila Stellare, la quale, grazie a Dio, abbiamo avuto il previlegio
(Nodà ed io) di vedere a Beer Sheva nel 1999. Le 7 stelle sono associate
alla Nuova Santità, ma non rientrano nel conteggio delle 120 Stelle
della Redenzione. Le ho collegate con le sette lettere di "Nesher
Gadol" (Aquila Grande), che sono associate alle 7 Mazalot del Leviathan.
Esse sono, secondo l'ordine: (1) Resurrezione dell'Uccello (2) Lago di Sale (3)
Rifugio dell'Armadillo (4) Pesi dell'Asino (5) Tartaruga Illuminata (6) Stella
del Progetto (7) Tana del Leone. Tutte le 7 benedizioni e le 7 sorgenti di
santità sono collegate al terzo pozzo d'acqua, per il quale la
città viene chiamata Beer Sheva, come scritto (Genesi 21, 31):
"Perciò chiamò quel posto Beer Sheva, poiché
là giurarono entrambi".
Pesce 10: Se torniamo per un
momento alla Stella di Avimelech, sembra che essa sia un'enorme stella con 70
nomi, associata alle 70 lingue, che erano conosciute dagli uomini del Sinedrio
(Talmud babilonese, Menachot, 65, 1; Sanhedrin, 17 , 1). Nella testimonianza
cristiana presentata nelle Epistole di Paolo si ricorda che su alcuni credenti era
"scesa" in modo miracoloso la capacità di parlare più lingue
e ciò era probabilmente dovuto all'influsso della Stella di Avimelech. Si
trattava di un evento prodigioso, ma privo di consistenza, dato che non
sapevano quello che dicevano, e chi li ascoltava non capiva, per cui nessun
messaggio nuovo ne sortiva. E infatti anche Paolo non considerò il loro
caso come cosa di rilievo, pur riconoscendo che tra i nuovi adepti cristiani
c'era chi poteva ricevere tale influsso. Più importante, però,
è quanto si narra nella Tradizione che gli uomini del Sinedrio
conoscessero 70 lingue e sapessero ciò che dicevano. Nel loro caso lo
spirito non "scendeva" su di loro, ma si trattava di un segreto che
avevano ricevuto.
Pesce 11: Considerate quante cose
sono collegate a questo terzo pozzo e ricordiamo che il nome della città
di Beer Sheva deriva da questo pozzo sia a causa del numero 7 (sheva) che per
il giuramento (shevuà) e che le questioni della Stella di Avimelech si
trovano nelle acque del pozzo. Abbiamo trovato, come detto, anche 7 benedizioni
attinte dalle acque del racconto biblico e in esse si trova anche la questione
delle 70 lingue. Le 7 benedizioni menzionate sono anche 7 fonti di saggezza,
poiché la Stella di Avimelech si trova nella costellazione del Tribunale
di Mordechai il Giusto, il cui intero interesse è nella vera saggezza
che include diverse saggezze: la saggezza di credere in Dio a causa dei segni, dei
prodigi e dei miracoli, e ciò che indusse Avimelech a credere in Dio e a
dichiarare " Dio è con te in tutto ciò che fai "; la
saggezza della fedeltà che origina dalla gratitudine; la saggezza del
giuramento; la saggezza dello stabilire un patto di fedeltà; la saggezza
dello stabilire un'alleanza giurata e la saggezza di Abramo nostro padre che
riconobbe la grande importanza di tale Beer ha Maim, contenente acqua
saporitissima! Hi haw. Hi haw.
Pesce 12: Le 7 fonti di
santità in un sistema di 7 stelle sono associate al Segno della Grande
Aquila Stellare e ho chiamato le 7 stelle Nesher Gadol (נשר גדול) che sono 7 lettere, associate alle lettere delle Costellazioni
del Leviathan, che fanno parte della Kabalà della Nuova Santità
del Patto della Gheulà Shlemà. Il Terzo Pozzo riceve la
santità dal Terzo Mazal, il Peso dell'Asino, e ha ragione il Leviathan
quando dice che senza questo Mazal non saprei nuotare in quest'acqua. Tuttavia,
il Leviathan vi nuota con me e mi mostra come si respira, perché io sono
un asino. Del resto, io sono felice di essere qui, perché il Segno dell'Asino
è collegato alla Stella che Stupisce, e in quest'acqua io sono collegato
a sinistra con la Stella di Malchitzedek (che è la Stella di Cristo, ossia
la Stella che Stupisce nella Gheulà Shlemà) e a destra con la Stella
di Avimelech, perché il Tribunale si trova alla nostra destra.
Pesce 13: Si tratta di un legame
molto forte, perché queste due stelle portano una salvezza stellare alle
70 nazioni del mondo, nella giustizia a Malchitzedek e nel prestigio ad
Avimelech. Anche la Stella di Pichol mi accompagna per annunciare le
novità redenzionali per merito dello scelto Tzadik, il Goel Haim. In
effetti, mi sembra che tutto confluisca in questo pozzo, da cui prende nome la
città di Beer Sheva. Direi altresì che tutto il Commento di Beer
Sheva si concentra qui, anche se siamo soltanto al terzo di 21 capitoli, grazie
a Dio Benedetto. Ma ciò non significa che qui termina il libro, bensì
che quando si arriva a questo Pozzo, si aprono le sorgenti per gli altri pozzi
e per ulteriori chiarimenti, poiché il terzo pozzo è come se
fosse il Giacobbe dei pozzi; arriviamo così alla Terza Redenzione e al
secondo EHEYE del Nome EHEYE ASHER EHEYE, in cui si trova l'Asino Completo dei
Segni di nostro padre Giacobbe.
Pesce 14: Capisco che ciò
che mi ha rivelato lo Tzadik Abuhatzera (nella visione da me ricevuta) che Beer
Sheva è il punto d'incontro di 7 cieli e 7 terre, fu anche visto nella
sua saggezza da nostro padre Abramo, e appunto per questo il pozzo è
chiamato il Pozzo di Beer Sheva. Altrove ho spiegato che il nome Beer Sheva allude,
in questo contesto, al "Barà Sheva" (Creò sette). Possiamo
dedurre che il luogo dell'incontro avviene in questo Pozzo, per questo Abramo
insistette sul suo diritto di ottenerlo per sé, testimoniando:
"Poiché io ho scavato questo pozzo". Dopotutto, egli sarà
il padre di molti popoli nella Gheulà Shlemà e il mondo
dovrà bere l'acqua dalla fede e dalla saggezza della sua stella, che ritorna
al suo posto dopo un' orbita di 4000 anni.
Pesce 15: Nostro padre Abramo
sapeva nella sua sapienza, nella sua visione profetica e nella sua osservazione
astrologica, che proprio in quel punto bisognava scavare, poiché l'acqua
che ne sarebbe sgorgata sarebbe stata speciale, collegata con le acque dei
cieli, con le stelle e le Mazalot. E mentre io sono un asino ignorante, nostro
padre Abramo, re della saggezza stellare, ricevette il Libro delle Stelle,
mentre nella Gheulà Shlemà è il Goel Haim che riceve il
Libro delle Stelle di Abramo e lo insegna all'umanità. Colui che riceve
il Libro delle Stelle è chiamato in Alto "la Corona del Giardino
nel Giardino dei Poteri" e il pozzo d'acqua associato ad Avimelech che
Abramo scavò per le future generazioni è "il Pozzo della
profezia sulle 70 nazioni del mondo nel Giardino della Gioia".
Pesce 16: Poiché Abramo
è il padre di molte nazioni e quando le 70 nazioni del mondo saranno
rafforzate nella fede di nostro padre Abramo, ameranno il popolo d'Israele e
invocheranno Dio per servirLo congiuntamente e solo allora il mondo sarà
un Giardino di Gioia. Ed è bene che le nazioni del mondo ricordino che
fu Avimelech che fece un patto con Abramo per ringraziarlo del fatto che
scavò questo pozzo con pura fede per lasciare in eredità ai suoi
figli dopo di lui in tutto il mondo il Libro delle Stelle ricevuto nella
città di Beer Sheba. Perciò è molto importante ricordare
chi scavò questo pozzo, perché se Abramo fosse stato esautorato dal
suo possesso, esso sarebbe rimasto possesso delle nazioni del mondo e la Redenzione
non avrebbe potuto raggiungere il popolo d'Israele; in tal caso, le profezie
non si sarebbero avverate e il mondo sarebbe stato distrutto, Dio non voglia.
Pesce 17: Pertanto, miei cari
lettori, il Libro delle Stelle è stato appena scoperto, dopo quattro
millenni dal tempo di Abramo. Il segno che ha fatto il Morè Haim dalla
quarta alla prima stella, la stella di Abramo, collega i 4000 anni del Progetto
Redenzionale di Ha Shem. Ancora oggi la maggior parte delle nazioni del mondo
è idolatra e la promessa ad Abramo di essere "padre di molte
nazioni" non si è ancora avverata del tutto. Questa situazione
rimarrà tale fino alla fine di questa Quarta Generazione e fino a quando
il mondo non riconoscerà la Gheulà Shlemà per mano dello
scelto Goel Haim. Allora attraverso il suo ministero il merito della fede di
Abramo sarà patrimonio del mondo intero. Lo scopo del Commento di Beer
Sheva è attingere l'acqua dai pozzi di Beer Sheva, rimasta coperta nelle
profezie della Torà e rivelarla tramite le parole della fede di Abramo nostro
padre con la Gheulà Shlemà.
Pesce 18: - Quando parliamo di
"padre di molte nazioni" in generale, intendiamo riferirci
soprattutto alle nazioni cristiane, poiché sono principalmente esse che
dovrebbero "ritornare" alla fede di Abramo in un unico Dio e non i
musulmani che hanno ereditato la fede abramatica monoteista, sebbene abbiano
poi stravolto l'ordine cronologico della Storia, quando sostengono che Ibrahim
Abuna fu il primo musulmano e il popolo d'Israele si rese colpevole per non
aver accettato l'Islam da lui insegnato. Anche la loro opinione che il mondo
intero dovrebbe convertirsi all'Islam è falsa e sbagliata. Essi sono
confusi e credono che il pozzo di Abramo a Beer Sheva appartenga ad Avimelech,
per cui asseriscono che è l'Islam la vera fede e non quella degli ebrei.
È necessario chiarire loro il fatto che fu Abramo a scavare questo pozzo
d'acqua, che diede poi in eredità con la città di Beer Sheva ad
Isacco, dato che i figli dell'Islam originano da Ismaele mentre i figli
d'Israele originano da Giacobbe. figlio di Isacco e nipote di Abramo, per cui è
l'ebraismo la prima e principale religione.
Pesce 19: La missione messianica
di Yeshua, figlio di Yosef e Miriam, il secondo uomo della redenzione, fu
completamente travisata dal Cristianesimo e non fu compresa né dagli
ebrei né dai cristiani, quantunque nel Segno Redenzionale con il Libro
delle Stelle, il Morè Haim spieghi: "Questa è la Stella di
Cristo che viene in virtù dell'umiltà". Questo perché
i cristiani devono ritornare al pozzo di Abramo mediante la pura fede
nell'Unità di Dio. Dopotutto, gli uomini di Avimelech, provenienti dalle
nazioni del mondo, usurparono il pozzo di Abramo, se ne impossessarono e sconvolsero
la fede di Abramo dicendo, nel corso delle generazioni, che erano loro il nuovo
Israele. Eppure con la Gheulà Shlemà avvengono dei cambiamenti
storici, per cui il Cristianesimo viene corretto e viene rivelata la vera
storia di Yeshua. Alla fine, i cristiani dovranno riconoscere che fu Abramo a
scavare questo pozzo nella fede dell'Unità di Dio e che Gesù
visse all'interno della vera tradizione ebraica di nostro padre Abramo. Con la
Redenzione Completa, avverràche la Stella di Malchitzedek e la Stella di
Avimelech si apriranno alle nazioni del mondo nella vera fede e tutti
ammetteranno che fu Abramo a scavare il pozzo a Beer Sheva.
Pesce 20: (Genesi 21, 33) "E
Abramo piantò un tamarisco (eshel) a Beer Sheva e là
invocò il Signore EL OLAM". Eshel (alef – shin – lamed) è
"l'Albero della Redenzione" che allude alle tre redenzioni, e lo si
può interpretare in più modi. La ALEF è la fede
fondamentale nel nome del primo EHEYE, la SHIN è la fede fondamentale
nascosta nel nome ASHER, e la LAMED è il fondamento dello studio della fede
nelle leggi e negli statuti della Torà, dato che non c'è crescita
in materia di fede se non nello studio, soprattutto nei nuovi studi della
Gheulà Shlemà. Dopotutto, Abramo piantò l'Eshel solo dopo
la stipula del patto e il giuramento secondo il quale era stato lui a scavare
il pozzo, in modo che tutte le novità redenzionali sarebbero rimaste nel
contesto della sua vera fede. Tutto si completa nella Gheulà
Shlemà, perché una volta convenuto che fu Abramo a scavare il
pozzo, ogni fede, rivelata e nascosta, può diventare patrimonio
universale.
Pesce 21: Vedete dunque che nei Cerchi
Profetici che abbiamo ricevuto, il terzo Cerchio (dal basso verso l'alto)
è nel nome di EL OLAM e questo Cerchio è collegato all'Altare di
Malchitzedek, ossia alle nazioni del mondo che provengono (per lo più)
dal Cristianesimo e salgono su tale altare nella Casa di Preghiera della Redenzione
Completa. Vorrei concludere con una mia testimonianza riguardo al Libro del Commento
di Beer Sheva, ed è una testimonianza che riguarda tutti i tredici libri
del Sefer Mishnat Haim. Li menziono qui perché io, Peretz ben Moshe
Green e Hannah Becker, ho scavato questo pozzo, sotto l'autorità e il
permesso del Goel Haim. Vale a dire: tutte le spiegazioni, i chiarimenti e le
interpretazioni sono sotto il permesso dello Tzadik Haim Ben Moshe, così
come i Segni Completi della Gheulà Shlemà. Inoltre, a parte me,
Peretz Green, nessun altro ha scritto i libri di Sefer Mishnat Haim sebbene
includano le testimonianze dei Talmidim Asini.
QUARTO CAPITOLO
Il Quarto Pozzo è chiamato
Ha be'er ha zot (Questo pozzo)
Esso è associato al Quarto
Mazal del Leviatan, la Tartaruga Illuminata
"E Abramo disse: "Ecco, le
sette pecore prendi dalla mia mano, affinché ciò sia di
testimonianza, in quanto sono stato io a scavare questo pozzo" (Genesi 21,
30)
Pesce 1: Ho bisogno di occhiali
con lenti molto spesse, occhialini da sub per vedere all'interno del pozzo. La
Torà attesta che Avimelech e Abramo giurarono su quel pozzo, che i due
testimoniarono che fu il nostro antenato a scavarlo per cui apparteneva a lui e
alla sua discendenza. Abbiamo spiegato che questo pozzo allude alla vera
tradizione di Abramo, e ad esso è collegato con la Torà intera (nota
1).
Nota 1: DIARIO: Ottavo giorno di
Hanukà: Gheula è andata con Solly a Rehovot, dopo aver sognato
che qui doveva andare per fare una correzione. Quindi i due ci sono andati per
fare un segno. A Rehovot hanno detto i 6 Segni Redenzionali; quindi hanno visto
un pozzo, sono entrati nel luogo alla cui entrata c'era un'insegna che
recitava: "Rahamei ha Shamaim, la misericordia del cielo". Il segno
era associato ai pozzi del Commento di Beer Sheva, e soprattutto al Quinto Pozzo
associato alla Colonna del Cuore del Profeta del Leviatan, ossia il Pozzo di
Rehovot, come sta scritto (Genesi 26, 22): "Di là si
trasferì e scavò un altro pozzo per il quale non ci furono
contestazioni e lo chiamò Rehovot poiché disse: "Ora il
Signore ci ha fatto largo e potremo prosperare nel paese". Il Pozzo di
Rehovot è associato al Mazal della Fine del Minuto
Pesce 2: Cosa sono le sette
pecore? Perché la Torà ha detto "levadehen" (ibid. 28)
mentre Avimelech ha detto "levadana" (ibid., 29)? Sopra abbiamo
spiegato, a nome del Malbim, che Abramo scelse il numero 7 che è associato
alle 7 fonti di santità, anche se noi non desideriamo lasciare la
santità in Alto e facciamo in modo di farla scendere al livello del
mondo, così da poter continuare ad attingere da quelle fonti tramite le
interpretazioni dei pozzi di Beer Sheva. Dallo Tzadik Haim abbiamo ricevuto il
sistema delle 7 Stelle, che per noi rappresentano, a livello stellare, le fonti
della Nuova Santità della Redenzione Completa. Prima della Gheulà
Shlemà, il sistema era associato alle 7 fonti della Prima
Santità, ma questa materia non viene a mancare per la rivelazione della
Nuova Santità, per cui abbiamo 7 stelle doppie, in effetti sono 14.
Pesce 3: Il quarto pozzo, scavato
da nostro padre Abramo, racchiude una questione molto profonda, per cui
dobbiamo, con l'aiuto del Santo Benedetto, che è la fonte di ogni
santità in esistenza, attingere dalle sue acque il rinnovamento dei
nuovi 7 livelli di Santità della Gheulà Shlemà. Dal segno
ricevuto discende il sistema di 7 stelle chiamato "la Grande Aquila
Stellare" che quando scende nel mondo diventa un drago di fuoco che ha il
compito di bruciare ogni forma di idolatria. Quindi non c'è dubbio che
la Grande Aquila Stellare, che allude a Maimonide, la pace sia su di lui, la
"Grande Aquila" tra i Rabbini e i Poskim d'Israele, è
correlata alla santità rappresentata, come noto, dal numero 7.
Pesce 4: Un'altra prova che
questo sistema a 7 stelle è connesso alla questione della santità
è che ci è stato detto in un segno di non includerlo nel
conteggio delle 120 Stelle della Redenzione, dato che esso è separato
dal resto delle stelle. Il problema in questo momento è sapere con che
nomi vanno chiamate queste 7 stelle. Abbiamo collegato i 7 pozzi della Colonna
del Cuore del Profeta ai nomi dei 7 Mazalot che hanno nomi di animali, mentre i
pozzi della Colonna del Cuore del Leviathan li abbiamo collegati ai nomi dei 7
Mazalot privi di nomi di animali (anche se il Segno del
Rifugio dell'Armadillo è raddoppiato perché è il settimo
Mazal), e i 7 pozzi della Colonna del Cuore della Shoshana li abbiamo collegati
al sistema di Ester nel regno di Ahashverosh (in tre tipi di Stella di Ester,
come spiegheremo più avanti). Per quanto riguarda le 7 stelle
summenzionate, credo che debbano essere collegate ai 7 Cerchi Profetici
associati ai 7 nomi del Santo Benedetto.
Pesce 5: Precisiamo: è
vietato interpretare i nomi di Ha Shem con le stelle, mentre è permesso
collegarli al sistema del Grande Tribunale di Mordechai lo Tzadik, composto da
7 stelle, di cui 5 appartengono al Tribunale Supremo per i figli d'Israele e 2 a
quello delle Nazioni, e cioè la Stella di Avimelech e la Stella di
Pichol. C'è anche un modo per collegare le 7 Stelle della Nuova
Santità alle 5 Stelle del Tribunale Supremo d'Israele, collegando i 7
Pozzi della Colonna della Shoshanà (Rosa) alle 5 Stelle di Ester nel
regno di Ahashverosh, e infatti no si tratta di 21 pozzi, bensì di 21
che parlano dello stesso pozzo. Qui però ci sono 7 stelle da collegare a
nomi separati, e inoltre il nostro interesse è nella Nuova
Santità che comprende anche Avimelech e Pichol, ministro del suo
esercito.
Pesce 6: Per lo stesso motivo non
interpretiamo le 7 stelle del Grande Carro, perché non viene indicato
alcun segno speciale per le nazioni del mondo, ma possiamo far notare che, in
generale, si tratta del carro delle novità redenzionali pronto ad uscire
nel mondo, per cui va riferito in questo contesto alla Stella di Cristo, che
è universale in quanto Malchitzedek è sacerdote di EL ELYON che
appartiene anche alle nazioni del mondo.
Pesce 7: Le 7 Stelle del Grande
Carro sono collegate alle 7 Stelle del Grande Tribunale:
La Stella di Abramo alla Stella della Pietra
dell'Equilibrio,
La Stella di Isacco alla Stella della Pietra
sulla Pietra dell'Equilibrio,
La Stella di Giacobbe alla Stella della Lode
(Tehilà),
La Quarta Stella Spostata alla Stella della
Vittoria,
La Stella di Ester alla stella di Avimelech
La Stella del Goel Haim alla Stella di
Pichol.
Si può anche dire che le 7 Stelle del Grande
Carro sono le Stelle delle 7 Benedizioni del vero grande matrimonio tra il Regno
dei Cieli e il mondo. Inoltre, il sistema del Tribunale, per sua stessa natura,
appartiene alla Santità.
Pesce 8: La santità della Torà
si esprime nelle sue leggi di giustizia come viene ribadito nel Libro di Isaia,
dal santo Profeta (42, 1): "Ecco il mio servo, Io lo sosterrò; il
mio eletto in cui si compiace l'anima mia; Io ho messo il mio spirito su di lui
ed egli insegnerà la giustizia alle nazioni"; e così anche
(42, 4) "egli non verrà meno e non s'abbatterà finché
abbia stabilito la giustizia sulla terra e le isole aspetteranno fiduciose la
sua legge", affinché non si dica che le Stelle della Santità
non sono collegate con la Stella di Avimelech, poiché il giudizio che scende
sulle nazioni in tempo redenzionale è un giudizio vero, santificato al
cospetto del nostro Dio Santo e Benedetto in eterno. E così è per
tutte le leggi della Nuova Legge della Gheulà Shlemà, che sono
sante davanti all'Eterno, e il livello di santità è suddiviso secondo
i livelli dell'Altare del Sacerdote Unto, dell'altare di Giuda, dell'altare di
Efraim e dell'altare di Malchitzedek. Questi sono i quattro altari che hanno un
sacerdozio e tutti e quattro hanno anche un altare per le donne.
Pesce 9: Per completare i 7
Altari secondo il loro grado di santità diremo che ci sono anche l'Altare
del Profeta, l'Altare del Grande Israele e l'Altare della Rosa. Esiste poi
anche un ottavo altare, l'Altare della Leviatanit, collegato all'ottavo Mazal
il Lago di Sale, che completa il Patto Completo (con i 4 altari femminili si
arriva a 12 altari, ed il tredicesimo è l'Altare delle Nozze che ha una
santità speciale).
Pesce 10: Bisogna pertanto trovare
i nomi delle 7 Stelle di Santità secondo le 7 Stelle del Grande
Tribunale, tuttavia non bisogna chiamarli con gli stessi nomi, se non con nomi
dedotti dalla loro essenza (ciò per non associare il nome del Santo
Benedetto ad una qualsiasi stella, se non con un nome nascosto, come nel Libro
di Ester in cui non viene mai menzionato Ha Shem). La cosa principale in questo
capitolo è il trovare un nome appropriato per ciascuna delle 7 Stelle
della Nuova Santità, e per farlo mi trovo all'interno delle acque di
questo pozzo, scavato da nostro padre Abramo e testimoniato dal patto con Avimelech.
Anche la Tartaruga Illuminata mi viene in aiuto per illuminarmi a dare un nome consono,
perché questa questione è importante ed il nome trovato
completerà il collegamento tra la stella e questo pozzo di Beer Sheva.
Il materiale per farlo c'è già, perché i nomi delle Stelle
del Grande Carro sono già collegati alle 7 stelle del Grande Tribunale. Ricordamioci
che siamo sulla Colonna del Cuore del Profeta. Collegherò il nome della
stella dal Grande Carro alla Stelle del Grande Tribunale, perché il
potere di entrambi aiuta a trovare il nome appropriato.
Pesce 11: La prima stella
è collegata alla Stella dell'Equilibrio, e in rapporto al Grande Carro
è collegata alla Stella di Abramo, ed è la Stella del
Fondamento della Profezia di Santità, dato che Abramo è il
fondamento del mondo, il primo dei patriarchi e il fondamento della santità
profetica in Israele, mentre Mosè è il fondamento della
santità profetica di tutta la sacra Torà ed è il capo di
tutti i profeti. Stiamo qui interpretando secondo l'essenza della Nuova
Santità, per cui la chiamerò la Stella del Fondamento della
Profezia della Nuova Santità.
La seconda stella è
collegata alla Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio, che è
associata alla tradizione del profeta Elia, e in rapporto al Grande Carro
è collegata alla Stella di Isacco, ed è la Stella dell'Ascesa della
Nuova Santità. In questo modo collego la Stella dell'Ascesa della
Nuova Santità con il pozzo di acqua che scavò nostro padre
Abramo.
La terza stella nel
sistema delle 7 Stelle della Nuova Santità è collegata alla
Stella della Gloria, e in rapporto al Grande Carro è collegata alla Stella
di Giacobbe, ed è la Stella della Santità del Nuovo Sacerdozio,
perché Giacobbe nostro padre è chiamato "il Santo tra i
Patriarchi" e la tribù di Levi fu consacrata per ricevere la
santità del sacerdozio. In questo modo collego la Stella della
Santità del Nuovo Sacerdozio con il pozzo d'acqua, che nostro padre
Abramo scavò a Beer Sheva.
La quarta stella è
collegata alla Stella della Vittoria, e in rapporto al Grande Carro è
collegata alla Quarta Stella Spostata, ed è la Stella della
Separazione della Nuova Santità dai mali della Quarta Generazione.
In questo modo collego la Stella della Separazione della Nuova Santità
dai mali della Quarta Generazione con il pozzo di acqua, che nostro padre
Abramo scavò e sul quale giurò con 7 pecore.
Pesce 12: La quinta stella
è collegata alla Stella di Avimelech, e in rapporto al Grande Carro
è collegata alla Stella di Ester, ed è la Stella della Nuova
Santità delle Virtù e del Derech Eretz. Se non c'è
Derech Eretz non c'è Torà e questa massima è destinata al
popolo di Israele che custodisce la Torà, ma è importante
sottolineare che anche le nazioni del mondo, che non custodiscono la
Torà, tengono in gran conto le virtù ed il derech eretz. Questa
materia è fondamentale nella gestione della giustizia tra i popoli,
perché anch'essi hanno grandi meriti per le virtù e il derech
eretz che mettono in pratica. Perciò nella Redenzione Finale saranno in
molti a meritare e, con l'aiuto di Ha Shem, faranno ritorno alla fede di nostro
padre Abramo e saranno giudicati secondo i parametri della Nuova Legge. Anche
loro potranno ricevere dalla Nuova Santità della Gheulà
Shlemà sull'Altare di Malchitzedek. In questo modo collego la Stella
della Nuova Santità delle Virtù e del Derech Eretz con il pozzo
di acqua, che nostro padre Abramo scavò e presso al quale giurarono
Abramo e Avimelech.
Pesce 13: La sesta stella è
collegata alla Stella di Mordechai il Giusto, e in rapporto al Grande Carro
è collegata con la Stella di Mordechai, ed è la Stella della Nuova
Santità della Nuova Legge della Redenzione Completa. In
questo modo collego la Stella della Nuova Santità della Nuova Legge
della Redenzione Completa con il pozzo di acqua che nostro padre Abramo
scavò a Beer Sheva.
La settima stella è
collegata alla Stellla di Pichol, e in rapporto al Grande Carro è collegata
alla Stella del Goel Haim ed è la Stella della Nuova Santità
di tutti gli scritti di Sefer Mishnat Haim.
Pesce 14: In questo modo collego la
Stella della Nuova Santità di tutti gli scritti di Sefer Mishnat Haim
con il pozzo di acqua che Abramo nostro padre scavò e presso al quale
stabilì un patto con Avimelech e Pichol suo ministro di guerra tramite 7
pecore; si tratta dello stesso pozzo di Beer Sheva che appartiene ad Abramo ed
alla sua discendenza. Ed io? Io non sono niente, sono soltanto polvere ed asino,
ma devo pur sempre testimoniarlo.
Pesce 15: Riassunto:
A) La Stella del Fondamento della Profezia
della Nuova Santità è collegata alla Pietra dell'Equilibrio e
alla Stella di Abramo.
B) La stella dell'Ascesa della Nuova
Santità è collegata alla Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio
e alla Stella di Isacco.
C) La Stella della Santità del Nuovo
Sacerdozio è collegata alla Stella della Gloria e alla Stella di
Giacobbe.
D) La Stella della Separazione
della Nuova Santità dai mali della Quarta Generazione è collegata
alla Stella della Vittoria e alla Quarta Stella Spostata.
E) La Stella della Nuova Santità
delle Virtù e del Derech Eretz è collegata alla Stella di
Avimelech e alla Stella di Ester.
F) La Stella della Nuova Santità
della Nuova Legge della Redenzione Completa è collegata alla Stella
di Mordechai il Giusto e alla stella di Mordechai.
G) La Stella della Nuova Santità
della Nuova Legge della Redenzione Completa è collegata alla Stella
di Pichol e alla Stella del Goel Haim.
Pesce 16: - Correggo la sesta e la
settima (F e G):
F) La Stella della Nuova Santità
della Nuova Legge della Redenzione Completa è collegata alla
Stella di Mordechai il Giusto e alla Stella di Mordechai.
G) La Stella della Nuova Santità
dei Segni dell'Asino che mangia il pane è collegata alla Stella di
Pichol e alla Stella del Goel Haim.
E ciò poiché la Nuova
Santità della Nuova Legge si estende a tutti i campi della Gheulà
Shlemà spiegati nel Sefer Mishnat Haim. Inoltre, non può venire a
mancare la nuova santità speciale del Segno dell'Asino che mangia il
pane, e lo Tzadik Chaim ha già annunciato in sogno: "Io sono il Goel
Haim e voi (Asini) siete la Stella del Goel". Questo perché il Goel
Haim non ha bisogno della Stella del Goel Haim, dal momento che egli si trova
nel Regno dei Cieli e sono gli Asini ad avere bisogno di lui, dal momento che
annunziano al mondo le novità redenzionali del Goel Haim.
Pesce 17: Così abbiamo
completato, grazie a Dio, i 7 nomi delle 7 Stelle della Nuova Santità.
Abramo nostro padre disse "levadehen" (ibid. 28), poiché le
pecore erano, alludendo così a 7 donne: 6 le madri d'Israele (Sara,
Rebecca, Lea, Zilpà, Rachele, Bilhà) e la settima è la
regina Ester. Le donne sante sono necessarie per completare la santità
per il mondo, quindi le 7 Stelle della Nuova Santità possono essere
chiamate con i loro nomi (per cui si parla di duplicazione, 14, come accennato
in precedenza):
La prima stella è la Stella di Sara,
la seconda stella è la Stella di Rebecca, la terza stella è la
Stella di Lea, la quarta stella è la Stella di Zilpà, la quinta
stella è la Stella di Rachele, la sesta stella è la Stella di
Bilhà e la settima stella è la Stella di Ester.
Pesce 18: Pertanto, non c'è
completamento della santità se non tramite le donne sante. Nel computo
delle 120 stelle non ci sono i nomi delle madri d'Israele, ma quello della
Stella di Ester compare due volte: la Stella di Ester del Grande Carro e la
Stella di Ester nel regno di Ahashverosh. E qui, nella settima stella del Nuovo
Sistema di Santità, Ester viene così menzionata per la terza
volta, e la Stella allude alla perfetta triplice santità della Stella di
Ester, la fine di tutti i miracoli. La Stella di Ester del Grande Carro
completa la Santità delle Benedizioni Redenzionali; la Stella di Ester
nel regno di Assuero completa la Santità delle Virtù nel cuore di
Ester; la Stella di Ester delle Stelle della Nuova Santità completa
l'interiore e modesta ingenuità (temimut) che porta la santità a
tutti i livelli sacri precedenti per farla risiedere nel mondo. Le 7 stelle
della Santità si aggiungono al cmputo delle 120 stelle completando
così il numero di 127.
Pesce 19: Questo è il
completamento di Purim, poiché la Stella di Ester nel Regno di Ahashverosh
completa 127 paesi mentre Israele farà cose importanti e mostrerà
il suo valore al cospetto delle nazioni. La prima stella delle Stelle di
Santità è la Stella di nostra madre Sara, che visse 127 anni, e
ciò dimostra che la Stella di Ester delle Stelle di Santità
completa tutti i precedenti livelli di Santità, da nostra madre Sara
alla regina Ester. Non deve sorprendere l'importanza delle donne che completano
tutti i livelli di Santità, dato che è noto nella Tradizione che è
per merito delle figlie d'Israele che il popolo ebraico fu redento dall'Egitto
e grazie a loro Israele ricevette la Torà sul monte Sinai.
Pesce 20: 120 stelle nella
Triplice Meditazione vanno riferite agli anni di Moshè Rabbenu, l'uomo
completo con la Santità di Dio su di lui, mentre le 7 sante donne
summenzionate appartengono alle 7 Stelle di Santità e completano il
numero 127. "Esse e non altre, levadehen" (לבדהן) perché non ce ne sono altre in questo conteggio.
Avimelech tuttavia disse "levadana-soltanto esse" (לבדנה), alludendo alle femmine di pecora che vanno riferite alle 7
sante donne. Questo secondo le deduzioni della Stella di Avimelech (che giudica
e protegge le 70 nazioni del mondo, secondo cui nelle donne la santità
si compie soprattutto tramite il cuore); dopotutto, nelle donne il cuore
è la cosa principale, perché le donne quasi sempre giudicano con
il cuore, per cui nella parola "levadana" compare laה finale,
che contraddistingue i nomi femminili. Quando la donna è santa nelle sue
opere e nelle sue parole e modesta nella sua condotta, può anche
discutere di questioni di santità e spesso in una misura superiore a
quella degli uomini.
Pesce 21: Abramo disse "esse
e non altre" riferendosi alle sante donne che sarebbero uscite tra le
figlie d'Israele, mentre Avimelech disse "soltanto esse" per dare
merito alle donne sante tra le settanta nazioni del mondo. C'è anche
un'allusione nel "levad-na" laddove il "na" corrisponde al
numero 55 che allude alla NUN FINALE di Leviathan. Si fa qui allusione al tempo
della Redenzione Completa e alla Nuova Casa di Preghiera, che ha anche gli
altari sacri delle donne: l'Altare della Sacerdotessa Unta, l'Altare delle Figlie
di Giacobbe, l'Altare delle Figlie d'Israele e l'Altare delle Nazioni. Convenite
con me che ora abbiamo raggiunto le acque profonde e pure di questo pozzo a
Beer Sheva, scavato da nostro padre Abramo e presso al quale avvenne il patto
giurato fra Abramo e Avimelech, per cui non può esserci santità fra
le nazioni del mondo se non nel contesto della fede del Patto Finale nel nome
di EL SHADDAI e col permesso del Goel Finale Haim nella Fede di nostro padre
Abramo.
QUINTO CAPITOLO
Il Quinto Pozzo è chiamato
Be'er s'tmum Plishtim (Il pozzo che i Filistei ricoprirono)
Esso è associato al Quinto
Mazal del Leviatan, il Regno della Giraffa
"Essi chiusero, riempiendoli
di terra, tutti i pozzi che al tempo di suo padre Abramo i suoi servi avevano
scavato" (Genesi 26, 15)
Pesce 1: Il Ramban (Nachmanide)
commenta il verso "e chiamò il pozzo Esek": La Scrittura
racconta e si dilunga sulla questione dei pozzi e nel racconto letto in modo
semplice non se ne trae alcuna utilità o alcun onore nei confronti di
Isacco, ma il racconto racchiude invece cose occulte, poiché viene per predire
un evento futuro, in quanto il Pozzo di Acqua Viva allude alla Casa di Dio che edificheranno
i figli di Isacco. Per cui viene menzionato il Pozzo di Acqua Viva, come
è scritto che Dio è la Sorgente di Acqua Viva. E il primo pozzo fu
chiamato Esek (litigio), allusione al Primo Tempio che vide le controversie e i
conflitti che furono all'origine della sua distruzione. E il secondo pozzo fu
chiamato Sitnà (odio, livore), nome più forte del primo, allusione
al Secondo Tempio, e durante l'inizio del regno di Assuero, furono scritte
parole di odio contro gli abitanti di Giudea e di Gerusalemme, e per tutto il
periodo del suo regno fummo coinvolti in controversie fino a quando fu
distrutto il Tempio e fummo mandati in esilio. E il terzo pozzo fu chiamato
Rehovot e ciò allude al futuro Tempio che sarà presto costruito
ai nostri giorni, e sarà eretto senza controversie e lotte e il Signore
allargherà i nostri confini, come è scritto "poiché
il Signore tuo Dio allargherà i tuoi confini, come ti aveva detto (Deuteronomio
12, 20) e ciò avverrà in futuro, poiché a riguardo del
Terzo Tempio è scritto: "ed è ampio e le camere occupavano
maggiore spazio man mano che si saliva, (Ezechiele 41, 7) e prolificheranno nel
paese e tutte le nazioni adoreranno il Signore congiuntamente" (commento
del Nachmanide) (nota 1).
Nota 1: DIARIO: 9
gennaio 2009, 13 Tevet 5769, 3 Profumo Celeste 3961. Giorno di compleanno della
mia cara mamma Hannah Becker. Ho sognato di vedere un grande pilastro che
scendeva dal cielo sulla terra, e così anche tre pilastri. Su di essi
c'erano scritte molte parole che erano in pratica l'essenza dei pilastri stessi.
Non c'era un ordine speciale, e le parole e tutti i tipi segni impressi mi
ricordavano un mio sogno, in cui mi era stato assegnato il ruolo di ricevere e
diffondere la vera nuova Kabalà dallo Tzadik Haim. Oggi è anche
il 14° giorno di guerra tra Israele e Hamas a Gaza.
Pesce 2: Le parole del Ramban ci
confermano che i pozzi di nostro padre Isacco alludono a questioni storiche
molto profonde. Isacco è collegato al nome ASHER che ha già
inizio al tempo del Primo Tempio con l'apparizione del profeta Elia, di
benedetta memoria, e abbiamo spiegato che Isacco mantiene il diritto sulla
Terra d'Israele per il popolo ebraico anche quando è in esilio. Per
questo a Isacco fu comandato di rimanere nel paese e non scendere in Egitto,
poiché egli si era immensamente santificato con il suo sacrificio ad un
livello di santità radicato nella Terra d'Israele anche per le
generazioni future (nota 2).
Nota 2: DIARIO: Dina ha
visto davanti a sé una luce forte che ha poi assunto la forma di un
uccello. Ha già ricevuto in sogno il segno della Resurrezione
dell'Uccello: ciò attesta che i nuovi Mazalot del Leviathan sono scesi in
Israele. Dopo 22 giorni Israele ha terminato la sua operazione militare a Gaza.
Oggi, 20 gennaio 2009, c'è il discorso di insediamento del nuovo
presidente americano Barack Obama.
Pesce 3: Dal profondo dei pozzi
di Isacco, nelle acque del Quinto Pozzo, all'interno del Cuore del Profeta, devo
convenire che il commento del Ramban sui pozzi di Esek, Sitnà e Rehovot
mi ha sollevato lo spirito (nota 3).
Nota 3: Nel frattempo, Israele ha fatto
il segno di "maspìk (basta!)" attaccando Hamas a Gaza: si
tratta di un cambiamento importante nella politica israeliana, e c'è una
salita per Israele, perché ha istituito un processo contro i nemici del
cielo e della terra. Ieri il presidente Obama ha prestato giuramento alla Casa
Bianca e anche gli Stati Uniti hanno registrato un'ascesa tramite l'intento di
consolidare l'unione interna; si tratta di un segno redenzionale perché
coinvolge la liberazione dei neri e il rafforzamento dell'ideale democratico.
"Israele e America (gli Stati Uniti) sono sempre collegati", soleva
dire lo Tzadik Haim. Siamo a un punto importante della Quarta Generazione,
anche da parte del Nuovo Edificio, e il cambiamento nel mondo riflette un
cambiamento astrale durante il processo di rafforzamento delle Stelle della
Redenzione.
Pesce 4: Vieni ad aiutarmi, Regno
della Giraffa, e cosa potrò udire dal tuo collo lungo, mentre i miei
piedi e tutto il mio corpo sono immersi nelle acque del pozzo? In effetti, il
pozzo di Esek allude al Primo Tempio e quello di Sitnà al Secondo
Tempio, con lo spostamento successivo, riferito al verso "e Isacco si
spostò da quel luogo" che allude al periodo di duemila anni fino al
tempo del Terzo Tempio, che avrà un'influenza universale (anche il
Ramban, alav ha shalom, ha confermato la profezia secondo la quale nel mondo tutti
invocheranno il Signore e Lo serviranno congiuntamente). Ma cosa vogliamo ora
dal pozzo di Esek e da quello di Sitnà? E poiché la nuova Casa di
Preghiera è collegata ai Segni della Gloria di Israele nel contesto del
secondo EHEYE, perché dovrebbe essere associata ai Segni di nostro padre
Isacco?
Pesce 5: Abbiamo già
spiegato altrove che i Segni Redenzionali sono radicati nei Segni Iniziali tramite
i Segni di Isacco nelle lettere del nome di mezzo ASHER. I venti anni durante i
quali nostro padre Giacobbe visse nel suo "esilio" presso lo zio
Labano alludono ai duemila anni di duro esilio della sua discendenza (solo
nella Gheulà Shlemà giungono i Segni della Gloria d'Israele). A
differenza di suo figlio, nostro padre Isacco visse tutti gli anni in terra
d'Israele. Pertanto, egli ha rappresentato il segno del possesso della Terra
d'Israele anche quando il popolo ebraico dovette vivere in esilio. La
fondazione dello Stato d'Israele nel 1948 rappresenta la resurrezione del
popolo d'Israele dopo la sua morte nella Shoà e l'inizio di una nuova
epoca generale che si apre con i Segni di Tiferet Israele (la Gloria di
Israele). Questo periodo inizia con la lotta di Giacobbe con l'angelo
ministeriale di Esaù, come sta scritto: "E un uomo lottò con
lui fino al levar del sole" (Genesi 32, 25 e quindi 29) e gli disse:
"Il tuo nome non sarà più Giacobbe, bensì Israele,
poiché hai lottato con Dio e con gli uomini avrai la meglio"; e
prosegue con l'episodio di Dina e con la rimozione degli idoli
dall'accampamento di Giacobbe. Alla fine, quando Giacobbe arriva a Bet El, gli
viene detto: "E Dio gli disse: 'Il tuo nome è Giacobbe: non sarai
più chiamato Giacobbe, ma sarai chiamato Israele. E gli impose il nome
di Israele" (ibid. 35, 10).
Pesce 6: Non so quanti anni passarono
dalla lotta di Giacobbe con l'angelo ministeriale di Esaù, fino al suo
arrivo a Bet El e alla benedizione di Dio col suo nuovo nome. Nostro padre
Isacco morì solo dopo che Giacobbe venne chiamato Israele a Bet El, e in
effetti ciò allude al periodo dei "giorni messianici" ossia al
periodo che rappresenta il tempo tra la chiamata e la rivelazione del nome
d'Israele dopo la lotta con l'angelo ministeriale di Esaù a Bet El.
Molto forte è l'allusione nella Torà (ibid. 2): "E Giacobbe
disse ai suoi familiari e a tutti quelli che erano con lui: Togliete gli
dèi stranieri che sono dentro di voi, purificatevi e cambiatevi gli
abiti". Un terribile indizio è che anche dopo la fondazione dello
Stato di Israele, che è l'inizio del periodo di Tiferet Israel, permangono,
Dio ci perdoni, ancora divinità straniere che devono assolutamente
essere rimosse dal campo d'Israele.
Pesce 7: Il più grande
errore è la dottrina kabalistica di Emanazione (Atzilut), un fondamento
falso e blasfemo che sostiene che l'Ein Sof divino si sia contratto ed emanato
in quattro mondi e in dieci emanazioni; quanto viene espresso e studiato da
coloro che considerano "santo" il libro dello Zohar (che citano a
più riprese nei loro commenti e nelle loro lezioni) non capiscono di
essere nel falso, nell'idolatria e di credere in una teoria che è
dannosa alla mente e all'anima. Si tratta di un peccato grave perché
alberga “dentro di voi”, per cui è necessaria una purificazione assoluta
e un cambiamento di abiti, sia materiale che spirituale. L'errore risale a
circa otto secoli fa, con la comparsa dello Zohar, libro scritto dal rabbino
spagnolo Moshè de Leon e falsamente attribuito a Shimon bar Yochai.
Questa opera mistica, scritta in aramaico, negli ultimi quattro secoli è
penetrata e si è radicata nell'ebraismo, facendo cadere in errore grandi
Hachamim e Rabbanim, fino ai giorni nostri. La divinità straniera,
entrata nel campo d'Israele, fu profetizzata nella Torà nella
parashà di Ha'azinu" (Deuteronomio 32, 17): "Sacrificarono ai
demoni (sheddim) che non sono Dio, a nuovi dèi venuti di recente, che i
vostri padri non temettero". Abbiamo spiegato altrove le conseguenze di
questo terribile peccato non manifesto, laddove è scritto che Dio
manderà "un popolo malvagio" (am naval) per punire Israele,
macchiatosi di infedeltà al patto con Ha Shem; allusione questa al
popolo tedesco e alla punizione della Shoà.
Pesce 8: Il peccato rimane
occultato, come predetto dal nostro profeta massimo Mosè (in Ha'azinu),
dato che questa dottrina non era nota ai Saggi d'Israele fino alla comparsa
dello Zohar (1250 circa) e infatti sta scritto "nuovi dèi venuti di
recente"; la prova è che nel Talmud non si fa cenno alcuno della
teoria di Atzilut o di Emanazione. Chi crede nello Zohar sostiene che in esso
ci sono "i segreti della Torà", Dio ci perdoni, per cui la
punizione per questa concezione arrogante è che il Signore promette
(ibid. 20) "nasconderò loro la Mia faccia e vedrò qual
è la loro fine". Vale a dire: saranno puniti con un terribile
castigo, senza capirne il motivo. "La loro fine" allude al periodo
della "fine dei giorni" e ci è stato spiegato dallo Tzadik
Haim che la Shoà ha rappresentato il peccato della fine dei giorni per
il popolo d'Israele, perché la dottrina di Atzilut ha il potere, Dio ci
perdoni, di trasformare la semplice e vera fede in Dio in una falsa credenza in
molte divinità, come rappresentato nel pantheon della kabalà
zoharistica.
Pesce 9: Perciò "essi
sono una generazione perversa, figli senza fede" (ibid. 20). Non si tratta
di un semplice peccato, ma di un peccato terribile di idolatria che trasforma
la vera e giusta fede in una fede completamente nuova in divinità
estranee, analoga, sotto alcuni aspetti, ai livelli emanati della fede
buddista, che sostiene che il Dio Supremo è Trascendente e al di sopra
dei servizi e delle preghiere umane. Anche i kabalisti affermano che l'Ein Sof
trascendente si è emanato in "partzufim" (aspetti, facce).
Perciò "essi Mi fecero provare gelosia di chi non è Dio, Mi
fecero adirare con le loro vane divinità, perciò Io li
farò diventare gelosi di gente indegna di esser popolo; li farò
adirare tramite una "nazione malvagia" (ibid. 21), allusione, come
detto, alla Germania nazista. Non c'è stata collera del Signore verso
Israele pari a quella della Shoà e non c'è stata nazione malvagia
nella storia pari a quella nazista. E per quale motivo? Per il terribile
peccato di idolatria radicatosi nel popolo, con i Saggi ed i Rabbini incapaci
di intendere la gravità dell'errore, incapaci di capire che questi erano
"nuovi dèi" sconosciuti alla Tradizione passata, poiché
"venuti di recente". E sappiate che queste sono parole di
verità, mentre tutta la questione rimane "occultata" agli
occhi dei Rabbini e dei Saggi, fino a quando non si manifesteranno nel corso
dei "giorni messianici". Considerate bene: prima della Shoà,
in Europa, c'erano migliaia di yeshivot e decine di migliaia di credenti figli
di credenti; tuttavia, i loro studi ed insegnamenti, le loro preghiere e la
loro fede non servirono per invertire il decreto di morte, poiché essi
erano una generazione perversa (dor ta'apuchot) e la fede in Dio Uno era diventata
una fede in dieci Emanazioni (sefirot).
Pesce 10: Possiamo presumere che
solo alla fine, nostro padre Giacobbe capì e si rese conto che degli idoli
stranieri erano entrati nell'accampamento, altrimenti avrebbe ordinato di
rimuoverli molto prima. Questa è un'allusione al fatto che anche dopo la
fondazione dello Stato di Israele, ci sono tuttora tra le tende del popolo gli
"dèi stranieri" della falsa e maledetta Kabalà. Tutti
coloro che credono erroneamente in questa dottrina fasulla vengono battuti dai
colpi dei Filistei (Plishtim è l'acronimo di Pe-bocca, Lamed
–lashon- lingua, Shin shinaim-denti; Tav-toar ha guf-corpo);
ciò allude al fatto che le acque dei pozzi di nostro padre Abramo e di
nostro padre Isacco, che rappresentano le spiegazioni della vera fede della
Torà, possono essere ricoperti dalle sabbie dei Filistei, dato che le
parole della falsa Kabalà di Atzilut inquinano e ricoprono completamente
le vere spiegazioni ereditate dai nostri santi padri. I Filistei insabbiano con
la diffusione della menzogna kabalistica nel campo religioso e ortodosso le
acque della vera fede.
Pesce 11: Fino a quando (Genesi
26, 22) "si trasferì da quel luogo e scavò un altro pozzo
per il quale non ci furono contestazioni e lo chiamò Rehovot
poiché disse: "Ora il Signore ci ha fatto spazio e potremo
prosperare nel paese". "Si trasferì" con una completa
separazione dalla via precedente e con il buon senso, che accoglie e comprende
le nuove spiegazioni chiare ed estese, si potrà evitare di ripetere lo
stesso errore. Allora si saprà e si vedrà che il Signore ha
ampliato la nostra comprensione nelle acque pure della fede dei nostri padri e
così potremo prosperare nella terra d'Israele, che diventerà il
paese della Gheulà Shlemà. La Shoà ha rappresentato, come
detto, la fine dei giorni per Israele; e dopo 35 anni dalla fondazione dello Stato
di Israele (anno 1948), Ha Shem ha scelto il terzo Goel, Haim. Il suo
sacrificio finale è chiamato la fine del lungo sacrificio di Isacco, e
la sua resurrezione è nel Segno di Tiferet Israel (la Gloria d'Israele).
La Quarta Generazione dura dal 1982 al 2047 e negli ultimi suoi anni verrà
edificato il Terzo Tempio, la profetizzata Casa di preghiera per tutti i
popoli.
Pesce 12: È garantito che,
alla fine, tutti coloro che ignoravano l'essenza del grave peccato idolatra lo
capiranno, secondo i termini della nostra spiegazione. Per questo è
scritto (Deut. 22, 29): "Se fossero saggi, lo capirebbero;
comprenderebbero la fine che li aspetta", perché Mosè
profetizza che in futuro sarà necessaria questa comprensione. Solo
allora il popolo rinsavirà e comprenderà il peccato che ha
causato la punizione degli ultimi giorni, la Shoà. Osserviamo il testo
della profezia in Ha'azinu; come mai il popolo d'Israele, in generale, e gli
studiosi della Torà, in particolare, vengono descritti con epiteti
così duri (verso 28) "poiché è un popolo che ha perso
il senno e non vi è in essi alcuna intelligenza (tevunà)"?.
Ciò è a causa del Libro dello Zohar e di tutta la falsa e
menzognera Kabalà. "Un popolo che ha perso il senno": brancola
nel buio e non capisce quello che sta facendo. "Se non fosse per il fatto
che il Signore, la loro rocca, li ha venduti e li ha dati in mano dei loro
nemici" (verso 30), che vengono descritti come "criminali"
(plilim) (verso 31). In altre parole: quei popoli malvagi saranno giudicati
davanti al Tribunale di Dio per la loro protervia e saranno distrutti per
sempre a causa dei loro crimini. Del resto, il popolo d'Israele non avrebbe
subìto la Shoà se Ha Shem non lo avesse dato in mano dei suoi
nemici per punire l'odioso peccato di idolatria che aveva scatenato la gelosia
e la collera divina verso chi aveva contaminato la pura fede dello Yihud Ha
Shem.
Pesce 13: Pertanto "vedete
ora che Io soltanto sono Dio" (verso 39) - mentre già sapevate del
peccato di Atzilut e del grande potere di Satan che vi ha portati alla
conclusione storica del peccato del Vitello, al peccato che non vi permette di
vedere la verità di Ha Shem, poiché "non c'è altro
Dio accanto a Me, Io faccio morire e faccio vivere, ferisco e risano, e non
c'è all'infuori di Me chi possa salvare" (verso 39).
Pesce 14: Considerando
l'interpretazione del Ramban si può dedurre che Esek allude a ciò
che causò l'esilio babilonese, mentre Sitnà allude all'esilio
dopo la distruzione del Secondo Tempio. Esek significa conflitto, soprattutto
negli affari internazionali, per cui è collegato a questo tema.
All'origine del conflitto c'erano le elevate imposte che il regno di Salomone
imponeva alle dieci tribù, e ciò causò la divisione del
regno. Esek (che significa anche sopruso, prevaricazione) portò alla
fine all'esilio babilonese. Sitnà significa odio e allude al potere che
aveva Satana durante il periodo in cui esisteva il Secondo Tempio di far cadere
gli Ebrei causandone così la spaccatura in più fazioni in lotta
tra loro; non per niente, i nostri Saggi affermarono che il Secondo Tempio fu
distrutto a causa dell'odio gratuito (sinat hinam), per cui la punizione per tutta
la durata dell'esilio fu l'odio gratuito delle nazioni del mondo nei nostri
confronti. Per questo tendo a interpretare "Filistei" come riferito
agli ebrei stessi: secondo l'acronimo summenzionato al pesce 10;
infatti, i loro discorsi e le loro azioni erano pieni di Esek e Sitnà.
Pesce 15: Sono queste le iniquità
che impediscono l'affiorare dei veri chiarimenti della tradizione di Abramo e
di Isacco, dato che nostro padre Abramo era un uomo di bontà e di pace
che si teneva lontano dai litigi, e nostro padre Isacco era un uomo di spirito
forte che dominava ogni sentimento di odio e di livore. In questo contesto,
Isacco non mostrò alcun risentimento verso i Filistei che avevano
ricopero di sabbia i pozzi, quantunque una simile azione fosse malvagia e
mortificante; Isacco preferì abbandonare quel luogo e scavare un nuovo
pozzo altrove.
Pesce 16: La questione dei pozzi
riguarda soprattutto Isacco, perché fu a suo tempo che i Filistei
insabbiarono sia i pozzi di Abramo che quelli che lui stesso aveva scavato. Nei
Segni del nome EHEYE ASHER EHEYE, il nome mediano ASHER, associato ai Segni di
nostro padre Isacco, mostra principalmente le buone virtù del cuore, e
più specificamente le questioni del Regno dei Cieli con le sue amate virtù.
Abbiamo altrove spiegato in che modo il sacrificio sia collegato a nostro padre
Isacco ed al Regno dei Cieli, così come l'ascesa del profeta Elia, di
benedetta memoria, è collegata al Regno dei Cieli (è in
realtà la "radice del Regno dei Cieli"). Anche Purim, che
deriva dalla SHIN del nome ASHER, è interamente collegato alle questioni
del Regno dei Cieli. Dalla RESH deriva la missione di Yeshua, che nei suoi
sermoni citava spesso il Regno dei Cieli. Pertanto, possiamo dire che i pozzi
rimasero occultati sia durante il Primo che il Secondo Tempio a causa delle
iniquità non gradite dall'Alto, per cui la questione del Regno dei Cieli
è rimasta 'insabbiata" dalle controversie e dagli odi gratuiti di
Esek e Sitnà. Arriveremo tuttavia alla comprensione del Regno dei Cieli
quando raggiungeremo Rehovot, per merito del Goel Haim, il Giudice Unto nel
Regno dei Cieli.
Pesce 17: Resta inteso che se non
fosse avvenuta la separazione tra la Casa di Giuda e le dieci Tribù, il
Tempio sarebbe rimasto in tutta la sua gloria e se i figli d'Israele si fossero
comportati con le virtù amate da Ha Shem, la rivelazione del Regno dei
Cieli sarebbe stata possibile. E anche dopo l'edificazione del Secondo Tempio,
se tutti fossero tornati a Dio e avessero agito con misericordia, amore e
unità, si sarebbe potuto rivelare il Regno dei Cieli. Ma purtroppo furono
Esek e Sitnà ad avere il sopravvento, e così con la loro condotta
da Filistei essi ricoprirono i tesori del Regno dei Cieli e riempirono di
sabbia le vere spiegazioni riguardanti l'amore per Ha Shem e le buone
virtù tramandate dai nostri Patriarchi.
Pesce 18: E infatti c'è da
chiedersi: ma che fine hanno fatto quelle vere spiegazioni? Per quanto riguarda
il popolo d'Israele, la Torà e la Tradizione che ci è pervenuta,
la questione non si ritrova nelle storie, nelle leggi e negli statuti della Torà
e nella Tradizione nota, bensì nelle vere spiegazioni, che ci avrebbero
potuto rivelare i tesori nascosti del Regno dei Cieli. Dopotutto, è
impossibile che esse spariscano e non vengano nuovamente rivelate,
perché alcune fasi della storia avvengono in modi a noi ignoti, e se
l'Eterno nasconde, per così dire, la luce agli Tzadikim, ecco che la fa
loro ricomparire in futuro e così anche se quella luce scompare per un
po', è garantito che gli Tzadikim amati da Ha Shem la riceveranno e la
godranno; e non si tratta solo del mondo a venire, bensì di questo mondo
nelle generazioni della Gheulà Shlemà, quando la pace
prevarrà e il Terzo Tempio sarà riedificato. Perciò
l'azione dei Filistei verrà annullata, la sabbia verrà rimossa e
verranno rivelati i pozzi con le vere spiegazioni.
Pesce 19: E quando avverrà?
Quando si arriverà a Rehovot. Allora Isacco riporterà alla luce
tutti i pozzi che suo padre Abramo aveva scavato e i Filistei avevano poi ricoperto
di sabbia. A parte "ha be'er ha zot" non vengono citati i nomi dei pozzi,
mentre la Scrittura si sofferma su quello di Rehovot dicendo: "ora il
Signore ci ha fatto spazio e potremo prosperare nel paese" (Genesi 26,
22); in altre parole, il principale beneficio e la benedizione dei pozzi di Beer
Sheva si trova nel pozzo di Rehovot, che, come tutti i pozzi in questa vicenda,
viene compreso nei pozzi di Beer Sheva. Vale a dire: le spiegazioni e i
chiarimenti, occultati nei pozzi di Beer Sheva, riguardano sia quelli associati
alle Stelle della Redenzione che quelli associati al Regno dei Cieli. Spieghiamo
meglio: nei suoi Segni, nostro padre Abramo è collegato al primo EHEYE,
e le spiegazioni occultate nei pozzi di Beer Sheva sono collegate alle Stelle
della Redenzione del Libro delle Stelle, che Abramo ricevette in eredità.
Lo comprova il fatto che Ha Shem aggiunse la lettera HE al nome di Abram (da
Abram ad Abraham) e sostituì la YOD di Sarai con la HE di Sarah.
Così facendo, cambiò l'ordine delle stelle, affinché
nostra madre Sara potesse dare alla luce, in tarda età, un figlio ad
Abramo. Nostro padre Isacco, nei suoi Segni, è collegato al nome mediano
ASHER e le spiegazioni occultate nei pozzi di Beer Sheva sono collegate al Regno
dei Cieli della Gheulà Shlemà. Questi sono i segni che si
rivelano dopo l'elezione da parte dell'Eterno del Goel Haim, che è il
Giudice Unto nel Regno dei Cieli della Redenzione Completa e Universale, nel Segno
di Rehovot.
Pesce 20: A beneficio del Sefer
Perush Beer Sheva, bisogna attingere dalle acque dei pozzi di Beer Sheva
mediante le Mazalot del grande pesce Leviatan e portare alla luce del mondo le
spiegazioni fino ad ora occultate, a Dio piacendo, perché Giacobbe
nostro padre torna dall'esilio di Labano e viene ripristinato il diritto di
nostro padre Isacco ad ereditare la Terra d'Israele ed è appunto per
questo che è nato lo Stato di Israele, poiché il Signore ci ha
fatto spazio e possiamo ora prosperare nel paese.
Pesce 21: È importante
sottolineare che le spiegazioni occultate di nostro padre Abramo e di nostro
padre Isacco nei pozzi di Beer Sheva furono trasmesse segretamente al profeta
Elia, di benedetta memoria. Inoltre, esse ed alcuni segreti delle Stelle
Redenzionali erano custoditi dal Capo dei 36 Tzadikim Nascosti di ogni
generazione. Tuttavia, lo Tzadik nascosto, santo e umile, il Morè Haim,
capo degli Tzadikim Nistarim della sua generazione, fu l'unico a ricevere il
Sefer ha Cohavim di Abramo. Lo Tzadik Haim ci insegna ora dal Regno dei Cieli
le spiegazioni rimaste nascoste, sia del Libro delle Stelle che delle Virtù
amate, tramite le quali si possono salire i gradini di marmo bianco per poter
meritare il Regno dei Cieli e i suoi tesori. Con il sacrificio finale dello
Tzadik Chaim, si è completato il lungo sacrificio di nostro padre Isacco
ed è stata stabilita la Gloria di Israele, per cui la nuova luce che
illuminerà la Casa di Preghiera della Redenzione Completa di sette piani,
tredici altari di preghiera e tappeto dell'Islam, raggiungerà tutti gli
angoli del mondo, nel segno del Pozzo di Rehovot, scavato da nostro padre Isacco.
SESTO CAPITOLO
Il Sesto Pozzo è quello
che "riempirono di terra"
Esso è associato al
Settimo Mazal del Leviatan, il Rifugio dell'Armadillo
"Essi chiusero, riempiendoli
di terra, tutti i pozzi che al tempo di suo padre Abramo i suoi servi avevano scavato"
(Genesi 26, 15)
Pesce 1: Isacco fu benedetto con
cento porte (mea shearim) a Gherar e siccome i Filistei lo invidiavano,
ricoprirono di terra tutti i pozzi che Abramo aveva scavato a suo tempo.
Avimelech disse ad Isacco di andare via da Gherar perché era troppo
ricco, per cui il nostro Patriarca si trasferì col suo accampamento a
Nahal Gherar e qui scavò il pozzo di Esek (dove è scritto che vi
trovò "acqua viva"), il pozzo di Sitnà e il pozzo di
Rehovot, una volta trasferitosi provvisoriamente a Gherar. Isacco scavò
i pozzi che suo padre aveva a suo tempo scavati senza cambiarne i nomi. In
seguito, Isacco si accampò definitivamente a Beer Sheva, dove il Signore
gli apparve di notte e lo benedisse, e qui vi costruì un altare.
Pesce 2: Qui Isacco invocò
il nome del Signore, si accampò e i suoi servi scavarono un pozzo.
Allora vennero Avimelech con il suo seguito e con Pichol, generale del suo
esercito, e stabilirono insieme un patto di pace. Avimelech disse ad Isacco:
"Ora tu sei benedetto dal Signore" (ibid. 29) e in quello stesso
giorno i servi di Isacco gli si presentarono e lo informarono riguardo al pozzo
che avevano scavato dicendo: "Abbiamo trovato acqua"( Ibid. 32). E
Isacco chiamò il pozzo Shiv'à e la Torà attesta che questo
pozzo prese il nome dal giuramento fatto con Avimelech e "perciò la
città si chiama anche oggi Beer Sheva" (ibid. 33). E ricordiamo
anche che ai giorni di Abramo alla domanda che gli fece Avimelech: che cosa
vogliono indicare queste sette agnelle che hai messo da parte?", Abramo
gli rispose: "Accetta da me queste sette agnelle affinché
ciò mi valga come testimonianza che ho scavato io questo pozzo".
Per questo, poiché là giurarono ambedue, quel luogo fu chiamato
Beer Sheva. Abramo piantò un tamarisco in Beer Sheva e là
invocò nel nome di Adonai El Olam (Genesi 21, 29 – 32). Tuttavia, il
pozzo di Abramo, per cui è chiamata la città di Beer Sheva, non
è lo stesso pozzo di Isacco che chiamò Shiv'à, sebbene
anch'esso avesse preso il nome dal giuramento (shiv'à) fatto con Avimelech,
e per questo fu confermato il nome di Beer Sheva.
Pesce 3: A parte Beer Lachai
Roì, i pozzi menzionati dal libro di Genesi sono Esek, Sitnà,
Rehovot e Shiv'à. Il pozzo di Lachai Roì non fu scavato da
Abramo, ma comparve per miracolo per non far morire di sete Agar ed Ismaele. La
Torà, tuttavia, attesta che Abramo scavò e chiamò i pozzi
con i loro nomi, noti anche a suo figlio Isacco, che, dopo l'insabbiamento
operato dai Filistei, li riscavò mantenenendone i nomi; è
però possibile che ci fossero altri pozzi con altri nomi. Anche se,
secondo il pshat (l'esegesi più semplice), non sembra che i pozzi di
Esek e di Sitnà tornarono a Isacco. Inoltre, viene detto che solo uno
era un pozzo di acqua viva. Insomma, la Torà ci ha voluto indicare solo
i nomi di Lachai Roì, Esek, Sitnà, Rehovot e Shiv'à, e siccome
il pozzo di Esek viene anche chiamato Beer Maim Haim ecco che risulta
appropriata la spiegazione del Ramban che sostiene che il pozzo di Esek allude al
Primo Tempio, poiché il Bet Hamikdash fu un pozzo di Acqua Viva per la
rimanente storia del popolo ebraico.
Pesce 4: Siamo qui nel Segno
dell'Armadillo, che è il settimo Mazal del Leviathan, che ha come suoi
punti focali l'osservanza e la santità del sabato. Tuttavia, qui
è associato al sesto pozzo, perché nell'ordine del Cuore del
Profeta della Triplice Meditazione esso è al sesto posto degli animali
elencati: uccello, pesce, asino, tartaruga, giraffa e, appunto, armadillo. E noi
spieghiamo che il segno è due volte sotto il numero 7, se conteggiato
dal Mazal della Risurrezione dell'Uccello all'Armadillo, oppure se conteggiato
dal Mazal della Bellezza dell'Eden all'Armadillo. E ciò si trova
nell'allusione riportata nel Talmud secondo la quale "l'Onnipotente redimerebbe
subito Israele se riuscisse ad osservare come si deve due sabati in modo
consecutivo" (Talmud babilonese, Shabbat, 118, 2).
Pesce 5: Abbiamo visto che la
città di Beer Sheva fu così chiamata a motivo di due giuramenti:
il primo tra Abramo e Avimelech ed il secondo tra Isacco e Avimelech. La prima
volta su "questo pozzo" e la seconda sul "pozzo di
Shiv'à". E infatti, poiché il numero 7 è compreso
nelle allusioni della città di Beer Sheva, anche in questo caso siamo di
fronte al due volte 7. Abbiamo anche visto che il numero 7, se moltiplicato dà
14, e nel contesto dei Mazalot del Leviathan, il loro numero è 13, ma
quando il settimo Mazal (il Rifugio dell'Armadillo) è raddoppiato, ricaviamo
il 14 (ed è un numero generale dopo il tredicesimo e non viene
conteggiato, perché ci sono 13 e non 14 Mazalot). Due volte 7 allude
anche allo YAD (yod-dalet =14) Hazakà, alla Mano Potente del Signore
quando salva i figli d'Israele dalle calamità.
Pesce 6: Nel contesto del
raddoppio del numero 7 menzionerò anche il "segreto", datomi
dallo Tzadik Abuhatzera in una visione (dopo il sogno del già citato
Solly Kamhaji), secondo cui la città di Beer Sheva è il punto
d'incontro fra i 7 Cieli di sopra e le 7 terre di sotto (quelle degli sheddim).
Il nome della città allude sia al giuramento che al numero 7 e va sempre
ricordato in questo libro che nei Segni Redenzionali viene detto che la Casa di
Preghiera a 7 Piani, 13 Altari di preghiera e Tappeto dell'Islam verrà
edificata sia a Gerusalemme che a Beer Sheva e se Gerusalemme è chiamata
la Città Santa, Beer Sheva è chiamata la Città dei
Sacerdoti.
Pesce 7: Ma torniamo al nuovo
sistema delle 7 stelle, in relazione al quale abbiamo detto che esse sono
raddoppiate per diventare 14. Ciò in nome della santità,
poiché ci sono due tipi di santità, quando arriva la Redenzione
Completa che si struttura e agisce secondo la Nuova Santità. A questo punto
si può effettivamente parlare della Prima Santità e della Nuova Santità.
La prima Santità è quella che si manifestò sul monte Sinai
al momento della rivelazione della Torà così come la
santità della Torà Orale trasmessa ai Saggi d'Israele. Ci sono
molte questioni e molti livelli in tale santità che si trova in coloro
che la meritano in virtù del loro timore di Dio e delle loro azioni e
del livello del loro studio.
Pesce 8: E infatti la
Gheulà Shlemà necessita di una nuova santità,
perché nella Redenzione Completa ci sono una nuova Casa di Preghiera,
una Nuova Legge e un Nuovo Rito, dato che tutte le novità redenzionali
sono veramente nuove e non sono state santificate nel passato, poiché non
esistevano affatto, come è scritto in Isaia (48,7) "create adesso e
non in passato". Per molte ragioni non è possibile che la prima
santità 'continui' e 'diventi' anche la santità della Redenzione
Finale (nota 1). Inoltre, la Nuova Casa di Preghiera non è solo per gli
ebrei, ma per tutti i popoli, e la Nuova Santità in essa è divisa
secondo i livelli degli altari, come l'Altare del Sacerdote Unto, l'Altare di
Giuda, l'Altare di Efraim e l'Altare di Malchitzedek per le nazioni. L'Altare
di Efraim, per esempio, non riceve tutto il peso della santità
dell'Altare di Giuda, e a maggior ragione l'Altare di Malchitzedek, dato che le
nazioni non sono affatto comandate nei precetti di santità come lo sono
i figli d'Israele.
(nota 1): Si fa allusione alla Nuova
Santità tramite il nome EHEYE ASHER EHEYE, perché la forma delle
lettere del nome EHEYE non cambia, dato che il Santo Benedetto è Uno - EHEYE
ha portato la Prima Redenzione ed EHEYE porta la Redenzione Finale, mentre la santità
del nome EHEYE si rinnova nelle novità della Gheulà
Shlemà. Così tutti gli elementi restano al loro posto nelle
lettere precedenti EHEYE ASHER, mentre il secondo EHEYE si rinnova secondo le
nuove forme della Redenzione Completa.
Pesce 9: Molto importante è
Beer Sheva, la città dei sacerdoti, la città dei patriarchi nella
quale e attorno alla quale si è svolta la maggior parte delle vicende di
vita di Abramo, Isacco e Giacobbe, la città che è anche l'allusione
anagrammata di "Barà sheva", creata (barà) per essere
punto d'incontro tra i 7 cieli di sopra e le 7 terre di sotto. I Segni
Redenzionali annunciano anche che la Casa di Preghiera, il Terzo Tempio, oltre
a Gerusalemme, sarà costruita anche a Beer Sheva. Questa novità,
tenuta segreta fino alla Gheulà Shlemà, farà sI che la
Casa di Preghiera accoglierà anche le nazioni che riconosceranno
l'Unità di Ha Shem.
Pesce 10: Si tratta di un
completamento della Gheulà Shlemà con le due costruzioni che sono
legate alla BET (nel senso di Casa) di Bereshit, perché è proprio
la BET ad essere il segno della "benedizione della creazione" e non
la ALEF che ha in sé anche la maledizione (Arur). La maledizione in
questo contesto proviene dalle iniquità che portarono alla profanazione,
che, purtroppo, si verificò durante il Primo e il Secondo Tempio; se non
fosse stato per i peccati generali il Bet Hamikdash non sarebbe mai stato
distrutto, perché la Casa di Dio è eterna in quanto è
chiamata al Suo nome. Nella Redenzione Finale, invece, verranno stabilite due Case
di Preghiera, la cui esistenza sarà eterna e saranno protette dalla
benedizione della creazione e dalla benedizione del mondo nel rinnovamento del
cielo e della terra per le generazioni della Gheulà Shlemà.
Pesce 11: Sebbene Gerusalemme sia
chiamata "Ir ha Kodesh" (la Città Santa), Beer Sheva racchiude
i meriti dei nostri santi Patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe, senza
dimenticare che in essa Abramo e Isacco stabilirono un patto con Avimelech in
due diverse circostanze che diedero alla città il suo nome. La città
di Beer Sheva è consacrata nella Torà dall'antica santità,
e ne fa allusione il verso (26, 23) in Genesi "Vaya'al mi sham Beer
Shava" (da là salì a Beer Sheva) in cui nostro padre Isacco
meritò una grande salita facendo ritorno alla città paterna. Gerusalemme,
invece, è menzionata solo una volta nella Torà nell'episodio di
Malchitzedek re di Shalem, sacerdote di El Elyon (Shalem è l'antico nome
di Gerusalemme) e secondo noi questa è un'allusione al fatto che il
Tempio sarà universale come universale fu il sacerdozio di Malchitzedek.
Pesce 12: Pertanto, anche il
destino di Gerusalemme, associato al segno di Shalem (completo) di
Malchitzedek, è universale. Anche il re Salomone, all'inaugurazione del
Primo Tempio, invocò l'universalità nelle sue preghiere, secondo
le quali i popoli potevano rivolgersi al Signore nella Sua Casa e l'Eterno avrebbe
ascoltato le loro preghiere e le loro richieste. Questa è la vera
universalità, come disse il profeta Isaia (56, 7): "Poiché
la Mia casa sarà chiamata Casa di Preghiera per tutti i popoli". La
questione è molto interessante, perché se i figli d'Israele
avessero ascoltato il Signore e avessero rispettato devotamente i popoli
comportandosi secondo le virtù buone e amate da Dio, anche allora
avrebbe potuto realizzarsi la Redenzione Completa, durante il periodo del Primo
Tempio. Purtroppo, ciò non avvenne e sorsero le polemiche e la divisione
in due regni, come spiegato nell'allusione del Pozzo di Esek. Allo stesso modo,
la Redenzione Completa sarebbe potuta avvenire durante il periodo del Secondo
Tempio, dopo la redenzione di Purim e il ritorno a Sion, se i figli d'Israele
si fossero santificati nelle virtù amate da Dio e avessero agito
santificando il Santo Benedetto, Lodato sia il Suo nome in eterno; e anche se
non lo fecero per i primi duecento anni, fu ridata loro una grande
opportunità dopo i grandi miracoli della guerra dei Maccabei e la
riconsacrazione del Tempio. È chiaro che anche allora
l'opportunità non fu sfruttata e il popolo peccò di settarismo e
di odio gratuito, come spiegato nell'allusione del "Pozzo di
Sitnà". A causa dei nostri gravi peccati e dell'odio gratuito che
imperversava tra le varie fazioni e sette, l'universalità non poteva
diffondersi dal Tempio, ma la profezia del profeta Malachia (3, 24) si avverò
"e colpirò il paese con un anatema"; da ciò uscì
il Cristianesimo, il Tempio fu distrutto e figli d' Israele andarono in esilio
tra le nazioni del mondo. L'adempimento delle profezie redenzionali fu rinviato
di altri duemila anni, fino alla scelta da parte del Santo Benedetto del Goel
Finale Haim, per cui è arrivato il tempo del Pozzo di Rehovot, durante
la Gheulà Shlemà, nel contesto dei segni Redenzionali e Universali.
Pesce 13: Il caro lettore
noterà che, sebbene consideriamo l'ubicazione a Beer Sheva dei pozzi
menzionati nelle storie di Abramo e Isacco, non tutti si trovano in
realtà a Beer Sheva. Il pozzo di Lachai Roì era nel deserto del
Neghev, i pozzi di Esek e Sitnà erano probabilmente a Gherar o a Nahal
Gherar, il pozzo di Rehovot era probabilmente nella Rehovot odierna e dei pozzi
scavati dai servitori di Abramo ai suoi tempi non conosciamo l'esatta
ubicazione, pur conoscendo però il loro nome. In effetti, solo "questo
pozzo" (ha be'er ha zot) di Abramo e il pozzo di Shiv'à di Isacco
erano certamente a Beer Sheva. La Torà stessa ci riferisce per ben due
volte che il nome della città di Beer Sheva le fu dato a causa del
giuramento (shvuà) e non a causa dei sette (sheva) pozzi.
Pesce 14: Tuttavia, il giuramento
sui pozzi è associato al patto fra Abramo e Avimelech (Genesi 21, 31-32):
"e poiché là giurarono entrambi, quel luogo si chiamò
Beer Sheva; così stabilirono il patto a Beer Sheva, dopo di che
Avimelech e Pichol, capo del suo esercito, si levarono e tornarono al paese dei
Filistei". In seguito, il patto viene ribadito fra Isacco e Avimelech;
(ibid. 26, 28). Ed essi (Avimelech e Pichol) risposero (ad Isacco): "
Abbiamo visto che il Signore è con te; perciò abbiamo detto:
facciamo un giuramento fra noi, fra noi e te, e stabiliamo un patto". E
siccome in tutti i pozzi che sono considerati i pozzi di Beer Sheva c'è
la questione del giuramento, come detto, chiameremo il patto "il Patto di
Beer Sheva". Il patto deve essere associato ai nomi di Abramo e Isacco per
stabilire per le generazioni il Segno del Patto di Beer Sheva",
specialmente per le generazioni della Gheulà Shlemà.
Pesce 15: Questa materia è
una grande e immensa novità come tutte le novità della Redenzione
Completa, perché il segno del Completamento del Patto completa il Segno
del Patto di Beer Sheva, per cui quando si arriva al tempo del Pozzo di Rehovot,
viene concessa una delle chiavi dei Tesori del Regno dei Cieli che ci permette
di venire a conoscenza che la Casa di Preghiera di sette Piani, dieci Altari di
Preghiera e Tappeto dell'Islam verrà costruita anche nella città
di Beer Sheva in un luogo da definire, in nome del Completamento del Patto. La
santità di Gerusalemme non sarà compiuta se non tramite la
santità di Beer Sheva, che possiede l'antica santità dei Patriarchi
ed è anche la fonte della nuova santità della Redenzione Completa,
e questa interpretazione viene fuori solo adesso quando (ibid. 26, 22) "
il Signore ci ha fatto largo e potremo prosperare nel paese".
Pesce 16: Il Santo Benedetto ha
predisposto la città di Beer Sheva per farla diventare con Gerusalemme
sede supplementare del Terzo Tempio, e questo è il "segreto"
della gioia dello Shabbat, che viene rivelato soltanto dopo i sei giorni della
Creazione. Ed è mitzvà prepararsi ad accogliere il Sabato,
perché la Redenzione Completa viene rivelata prima del completamento di
seimila anni secondo il calendario tradizionale. "Barà Sheva"
(creò sette) allude a Beer Sheva, dove il numero sette completa i sei
giorni della Creazione, così come il "segreto" dei sette cieli
e delle sette terre che si incontrano a Beer Sheva, indica la speciale ed
eterna importanza della città.
Pesce 17: Ecco la regola: mentre
la sinagoga si conduce secondo l'antico rito, che continua la Prima
Santità, la nuova Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà da
stabilire, come detto, a Gerusalemme e a Beer Sheva, sottostà alla Nuova
Santità.
Pesce 18: Molto interessante
è l'antico diritto patriarcale, che è pervaso dall'antica temimut
amata da Dio e va riferito a Beer Sheva. Lo Tzadik Haim mi diceva spesso che
Moshe Rabbenu non fu esaudito riguardo alla sua invocazione di perdonare il
popolo per il peccato del Vitello, fino a quando egli menzionò i meriti
di Abramo, Isacco e Giacobbe e, a quel punto, il Signore lo esaudì
immediatamente con "Ho perdonato per ciò che hai detto" (Deut.
14, 20). Fu allora che Mosè comprese meglio il merito della
semolicità di fede dei Patriarchi. Nel segno-sogno di Giuseppe, Beer
Sheva è chiamata la Città dei Sacerdoti. Novità grandiosa.
Ma come mai Beer Sheva merita questo appellativo? Credo che ciò derivi
dalla temimut dei nostri Patriarchi che è connessa alle virtù
richieste ai veri sacerdoti che servono nel Tempio. Purtroppo però, la
distruzione del Bet ha Mikdash fu causata dalla mancanza di temimut, del Timore
di Dio nella semplicità della fede, delle virtù del derech eretz,
del rispetto e dell'amore verso il prossimo.
Pesce 19: Durante il nostro
soggiorno a Beer Sheva, abbiamo visto molte virtù e derech eretz a Beer
Sheva, per la presenza di molti ebrei semplici di fede e umili che si alzano
presto la mattina, come sta scritto (Genesi 22, 3): "E Abramo si
levò presto la mattina e sellò il suo asino", per andare in
sinagoga a pregare. A Beer Sheva ci sono tante persone pie e timorose di Dio,
che si comportano con modestia e senza arroganza. D'altro canto, a Gerusalemme
in questo periodo ci sono tanti gruppi e movimenti religiosi, che vantano la
loro saggezza e le loro conoscenze. Ho avuto modo di constatare la diversa
attitudine delle due città, ed è meglio per me vivere nella
città dei Padri, anche se questo è un punto di vista personale. La
saggezza di Gerusalemme si misurerà conformemente al modo con il quale
verranno accolte le novità redenzionali, pervenute per merito del Goel
prescelto, il Giudice Unto nel Regno dei Cieli, Haim ben Moshe di Sanaa, Yemen.
Pesce 20: Tuttavia, le due
città hanno in comune il completamento della Nuova Santità della
Gheulà Shlemà e della Nuova Casa di Preghiera, e abbiamo avuto la
prova del collegamento nel segno della Nuova SHIN, che ci accompagnò da
Beer Sheva al Kotel Hama'aravì (anno 1990) per fare da segno del
"Shushan Hadash" (la nuova Susa) e del Nuovo Purim della Gheulà
Shlemà. Quest'ultimo segno ci indica che il terzo Bet Ha Mikdash
sarà eretto in queste due città, e la gioia lo
testimonierà quando avverrà in realtà. Shushan è
collegato con le due strisce azzurre di Mordechai alla nascita dello Tzadik
Haim, che nacque già circonciso alla data ebraica corrispondente al
momento del Mattan Torà, nel completamento della Torà della
Gheulà Shlemà.
Pesce 21: E in effetti lo Tzadik Haim
era uno tzadik santo, con l'antica santità dei padri del mondo, di cui conosceva
i segreti del loro derech eretz; egli possedeva la santità della Torà
e la suprema santità degli Tzadikim Nistarim, retaggio della
santità del profeta Elia, di benedetta memoria. In futuro queste mie
parole saranno comprese, quando tutti conosceranno le novità
redenzionali, per merito dell'umile e sofferente Tzadik Haim. Ecco che le due
strisce azzurre collegate allo Tzadik Haim fin dalla sua nascita sono radicate
nella SHIN del nome ASHER, mentre la SHIN è sottolineata due volte nel
nome SHUSHAN. La SHIN è la lettera centrale dell'intero nome EHEYE ASHER
EHEYE e alla fine, quando SHUSHAN avrà luogo tra Beer Sheva e Gerusalemme,
la SHIN sarà completata e collegherà tutte le lettere del nome
completo. Allora emergerà una nuova protezione dall'Alto che sarà
perenne e sarà collegata con il Terzo Tempio e si diffonderà da
Gerusalemme e Beer Sheva a tutto Israele, e da Israele al mondo per gli amanti
del popolo ebraico. Questa protezione si chiama il Rifugio dell'Armadillo.
SETTIMO CAPITOLO
Colonna del Cuore del Profeta
Il Settimo Pozzo è il
"Pozzo di Isacco"
Esso è associato al
Dodicesimo Mazal del Leviatan, la Tana del Leone
"E Isacco si stabilì
nella piana di Gherar. E qui scavò di nuovo i pozzi che avevano scavato
al tempo di suo padre Abramo e che dopo la sua morte, i Filistei avevano
ricoperto di terra ed assegnò ad essi i nomi che aveva dato loro suo
padre" (Genesi 26, 18)
Pesce 1: a Nelda Levi, 21
febbraio 2009 (giorno della sua dipartita)
Sale in alto l'anima di Nelda Levi
Sale in alto uno spirito puro
Con Nelda il Regno dei Cieli si è
avvicinato al mondo
facendo scendere il Regno dei Cieli sulla
terra
E dal Regno dei Cieli si diffonderanno nel
mondo
il suo cuore buono e la sua compassione
per fare salire i buoni e i pietosi
E dal Regno dei Cieli si diffonderà la
sua fede
per i puri di cuore nella fede di Dio Uno.
Ora vedrai il Goel Haim nella sua vera forma
Ora tornerai da tuo marito Remo
E insieme vivrete per sempre
Questa è la sua gioia e questo
è l'amore del suo cuore
per contemplare unita a Remo la bontà
di Dio
per studiare nella Scuola del Goel Haim
nel Regno dei Cieli
passeggiando nei nuovi giardini
pieno di alberi, di fiori e di profumi
libera da ogni sofferenza
godendo la luce della Presenza Divina.
Ti ameremo sempre Nelda
Madre di tutti gli Asini
della Gheulà Shlemà.
Pesce 2: È impossibile
descrivere o immaginare quanto lo Tzadik Haim amasse le persone semplici,
intendo semplici nel senso positivo del termine, in quanto nel cuore degli
esseri umani semplici, buoni e misericordiosi ci sono i tesori del Regno dei
Cieli, le virtù amate e le opere di bene verso il prossimo. Il
Morè Haim amava i semplici ed era contento quando parlava con loro,
sorrideva loro e rinfrancava il loro spirito con parole d'incoraggiamento. Egli
metteva in evidenza le loro virtù, rendendo felici le loro anime. Quante
volte ho visto ciò nei miei tredici anni con lui! Egli mi insegnò
questo concetto: Ha Shem Baruch Hu guarda alle Sue creature diversamente da
come guardiamo noi.
Pesce 3: C'era una grande e
profonda saggezza in questa materia. Lo Tzadik mi mostrava come ci si comporta
e come amava qualcuno semplicemente mostrandogli la sua umiltà.
Più volte il Morè Haim raccontava la storia di una povera vedova
che vedendo la sua vicina, una povera vecchia che soffriva il freddo invernale
di Gerusalemme (al tempo del re Salomone), fece di tutto per procurarle un cappotto.
Con la sua azione meritò nell'aldilà un posto più elevato
di quello del re Salomone. "E' lei che è amata da Dio, non
dimenticarlo mai e imparalo bene, Peretz, e approfondisci bene questo
argomento. Dio predilige le buone virtù del cuore perché questa
è la cosa principale, il cuore buono e misericordioso verso le creature
di Dio". E tu lo amavi con tutto il tuo cuore. Beata te, Nelda Levi,
perché il Morè Haim ti vuole bene. E anche tu, lo hai conosciuto
e gli hai voluto bene con tutto il tuo cuore. Beata te.
Pesce 4: Il vero Tzadik vede la
verità e la menzogna. Il nascosto e umile Tzadik, Haim, era stanco di
tutte le ipocrisie che vedeva negli ebrei che studiavano la Torà e si
consideravano dei saggi, e che tutta la loro conoscenza, grande o piccola che
fosse, era completamente priva del grado di umiltà che Ha Shem ama. "Tutta
la loro saggezza non è vera" soleva spiegarmi il Morè "dato
che essi mancano di amore e di derech eretz verso il prossimo, e sono privi del
rispetto che deve essere dato ad ogni essere umano. E tutta la loro saggezza
sarà vanificata, perché non ha alcun valore e al cospetto del
Santo Benedetto non esiste ipocrisia e finzione. Costoro si considerano saggi,
ma l'Altissimo li considera sciocchi e falsi. Sarebbe stato meglio per loro se
fossero rimasti ignoranti e semplici nella loro bontà", concludeva.
Pesce 5: Così era in
passato e così è al presente, è molto difficile trovare un
cuore privo di pregiudizi tra gli studiosi. Lo Tzadik Haim mi ha insegnato a
guardare oltre la barba e gli abiti, perché ci sono molti che si
mostrano pii e devoti, ma nei loro cuori non c'è nè bontà,
né amore, né derech eretz per mettere in atto le vere intenzioni
della Torà. L'Albero della Conoscenza del bene e del male è
difficile da raggiungere e i più sbagliano, perché non capiscono
ciò che è voluto e ciò che non è voluto e guardano il
prossimo dall'alto in basso con fare altezzoso. Il vero Tzadik che vede tale
comportamento sa bene che costoro non sono graditi a Dio. È difficile
per lo Tzadik farlo presente, anche perché non ha il permesso di intromettersi.
Beati i semplici di cuore che amano il bene, che vogliono il bene per gli altri
e lodano le virtù nel prossimo. Beata te, Nelda Levi, che sei stata
amata dal Morè Haim.
Pesce 6: Ma chiediamaci ora: che
cosa abbiamo a che fare con il pozzo di Esek che esprime una falsa logica o con
il pozzo di Sitnà che simboleggia l'odio gratuito, l'invidia e la
costante vendetta del cuore? Abbassate la testa, rabbini e moderni studiosi
della Torà, perché ignorate che è arrivato il tempo del Pozzo
di Rehovot. Il Signore estende il Suo sguardo su tutte le Sue creature e
davanti a Lui non ci sono pregiudizi e favoritismi. Il Signore non ha dato la
Torà per odiare gli altri, ma per far conoscere la Sua
magnanimità e misericordia su tutto il creato e per apprezzare la Sua
creazione con sempre più forza, per insegnare ad amare i propri simili.
Chi dice di amare gli ebrei e odiare i Goìm non apprezza affatto la
grandezza del Creatore, sia lodato il Suo Nome. Beata te cara Nelda Levi
perché hai superato rabbini e studiosi della Tora grazie al tuo cuore
puro, che ama veramente le opere di Ha Shem.
Pesce 7: Lo Tzadik Haim mi ha
insegnato che la saggezza della vera Torà consiste nelle virtù
amate da Ha Shem e nel giusto derech eretz. Riferendosi ad una nostra conoscente
cattolica sessantenne, buona di cuore e garbata nei modi, lo Tzadik Haim una
volta mi domandò: "Di chi preferiresti essere amico, di questa signora
o del serpente Garelick (il rabbino a capo del movimento Chabad di
Milano)?" "Di questa signora" risposi. "E perché?"
incalzò il Morè. Ed io spiegai: "Perché è una
brava donna, ha un cuore pulito e derech eretz ed è modesta, mentre
Garelick è tutto falso, è bugiardo ed è un serpente
velenoso, e non ha la verità né nella sua mente, né nel
suo cuore, né in tutto ciò che fa!". "Bene" annuì
il Morè. E aggiunsi: "E da cattolica, ha accolto con cuore puro la
fede dei preti. Non sa più di tanto e non è comandata come gli
ebrei, mentre il serpente Garelick fa dell'idolatria al suo Rebbe, e ha il
cuore malvagio e trama il male tutto il giorno». E qui lo Tzadik mi disse:
"Bravo, Peretz, hai cominciato a capire le intenzioni del Morè. Davanti
al Santo Benedetto non ci sono favoritismi e tutti sono uguali, ebrei e non
ebrei. Tutti sono creature di Dio, sia lodato, ed Egli ama in uguale misura tutti
coloro che ha creato". Ero felice perché avevo superato la prova
del Morè.
Pesce 8: Questa è una
lezione del Pozzo di Rehovot. Lo Tzadik Haim era un esempio di apertura mentale
in tutto e per tutto. Va qui sottolineato che la stragrande maggioranza dei
rabbini ortodossi è chiusa su varie questioni, in primis, quella della
distinzione di valori tra un ebreo e un non ebreo. Altrove ho spiegato che non
mi sono mai dilungato su questo argomento per due motivi principali. Il primo,
è che la stessa Torà, fino alla Gheulà Shlemà,
è sotto il segno della separazione secondo la quale non bisogna congiungersi
con gli idolatri cadendo nelle loro trappole. Il secondo motivo, è che
la Sacra Torà ci ha comandato di non seguire le leggi dei Gentili e le
loro usanze, per cui questo contrasto è necessario per evitare l'assimilazione
che danneggia l'ebraismo in ogni generazione. Il ruolo storico principale dei
rabbini è sempre stato quello di combattere per la conservazione della
Torà e della separazione mantenendo i figli di Israele in un contesto
ebraico.
Pesce 9 (Oggi, Rosh hodesh Adar,
23.02.2009, si sono svolti i funerali di Nelda Levi al Cimitero Israelitico di
Milano): Si trattava di una necessità storica e così la stessa Torà
ha messo in guardia più volte il popolo a non cadere nell'idolatria, e
possiamo constatare che nella storia dei popoli, la stragrande maggioranza
delle nazioni ha praticato l'idolatria, commettendo abominazioni sessuali e altre
iniquità varie. Avrebbero potuto i Rabbini permettere unioni con i
Gentili?! No di certo, pur tuttavia, la netta separazione non è
contemplata nell'equilibrio auspicato delle generazioni della Gheulà
Shlemà. E sebbene gli avvertimenti della Torà siano sempre
attuali e validi, ecco che l'ago della bilancia, nel periodo redenzionale, deve
spostarsi dall'estremità al suo punto di mezzo. Di conseguenza, bisogna
rivedere e annullare del tutto l'errore che si è radicato nel modo di
pensare di molti ebrei che ritengono che l'odio per i Gentili sia un
comandamento della Torà, Dio ci scampi. Un tale odio non ci è
stato comandato da nessuna parte ed è fondamentalmente sbagliato.
Pesce 10: Ed infatti, anche in una
guerra di mitzvà, il Santo Benedetto ci ha avvertito a non pensare in
alcun modo che noi siamo superiori ai Gentili, perché la loro
distruzione è il risultato delle loro iniquità ed abominazioni, come
stà scritto nella parashà di Ekev (Deut. 9. 4-6): Non dire in
cuor tuo quando il Signore tuo Dio li scaccerà davanti a te: "E'
per la mia rettitudine che il Signore mi ha portato a possedere questa
terra". Ma è invece per la malvagità di quelle nazioni che
il Signore li scaccia davanti a te. Non dunque per la tua rettitudine e per
l'onestà del tuo cuore tu pervieni a possedere la loro terra, ma per la
malvagità di questi popoli il Signore tuo Dio li caccia davanti a te, al
fine di mantenere ciò che giurò ai tuoi padri, Abramo, Isacco e
Giacobbe. Sappi pertanto che non è per la tua rettitudine che il Signore
tuo Dio ti concede in possesso questa buona terra, dato che tu sei un popolo
dalla dura cervice.
Pesce 11: Moshe Rabbenu prosegue
descrivendo in dettaglio le malefatte dei figli d'Israele che provocarono la
collera del Santo Benedetto e poi dice (ibid. 10, 19): "E amerete lo
straniero perché foste stranieri in terra d'Egitto". Una grande e
importante lezione è questa: di non considerarci più degli altri
perché non è per nostro merito che siamo qui, ma per merito dei
nostri padri. Ecco, dobbiamo apprendere questa fondamentale lezione che, per
mancanza dell'equilibrio voluto, non ha avuto modo di radicarsi e compenetrarsi
nell'ebraismo della diaspora, o, per meglio dire, non ha attecchito al modo di
pensare rabbinico. Il fatto è che abbiamo sempre vissuto tra popoli che
ci hanno odiato e in ogni generazione c'è chi si è levato per
opprimerci e sopprimerci fisicamente e il Signore Benedetto ci ha salvato dalle
loro mani. Fu inevitabile, pertanto, che anche noi odiassimo i Gentili, ma questo
ha generato una forma mentale sbagliata che ci ha fatto credere di essere
superiori a loro, facendoci credere che il Santo Benedetto "si
interessi", per così dire, solo del Suo popolo.
Pesce 12: Pertanto, se in tutta la
storia d'Israele non siamo riusciti ad assimilare questa grande e importante lezione,
che Mosè ci spiegò nella parashà di Ekev, dobbiamo
sforzarci di assimilarla d'ora in avanti, perché il Signore "ci ha fatto
largo e potremo prosperare nel paese" nel Pozzo di Rehovot della
Gheulà Shlemà. E noi spieghiamo anche che con l'avvento del Goel
Haim e la discesa dei Segni Redenzionali, la Torà passa dal "Segno
della separazione" al "Segno dell'unificazione e della pace
universale". Si tratta infatti dell'esigenza storica della pace promessa
ai tempi della Gheulà Shlemà, dal momento che le promesse
redenzionali dei Profeti d'Israele cominciano a realizzarsi e si completano
quando raggiungono il pozzo di Rehovot con l'elezione del Goel Haim. Pertanto
spiego qui che l'essenza stessa dello Tzadik Haim era l'apertura mentale e il
considerare la realtà in un'ottica universale e non con il paraocchi
della sola halachà rabbinica. Un cattivo ebreo riceve la sua punizione,
e un buon non ebreo riceve la sua ricompensa, ma la legge sull'ebreo è
più rigorosa perché egli è comandato nei precetti della
Torà.
Pesce 13: "Non c'è
differenza" diceva lo Tzadik Haim "noi dobbiamo mangiare e loro
devono mangiare, noi abbiamo sentimenti e loro hanno sentimenti, non c'è
differenza, solo che noi siamo comandati mentre loro non lo sono. Tranne questo,
non c'è alcuna differenza fra di noi." Ecco, miei cari lettori, il
vero Tzadik Nascosto sale e conosce i decreti del Tribunale in Alto, per questo
il Morè Haim, capo dei 36 Tzadikim Nistarim, sapeva ciò che
diceva. Egli non mi ha insegnato un'opinione, ma una verità del Tribunale
Supremo: noi ebrei siamo comandati nei precetti della Torà mentre i non
ebrei non sono comandati, ma, a parte questo, non c'è differenza tra gli
uni e gli altri. La Redenzione Universale Completa avverrà, come affermato
più volte dai profeti, quando la luce dal popolo d'Israele si
diffonderà nel mondo intero. Solo allora "tutti chiameranno nel
nome del Signore per servirLo congiuntamente" (Sofonia, 3,9) e «tutti Mi
conosceranno dal più piccolo al più grande» (Geremia, 31,33 ).
Pesce 14: Lo Tzadik Haim mi
insegnava tramite la sua mente aperta, ma allora io non ero in grado di capire tutte
le allusioni redenzionali presenti nelle sue parole. Alle volte mi diceva:
"Devi sapere e capire, Peretz, che il tuo Morè ha la mente aperta.
Vedi, ad esempio, che il Morè è aperto con te e ti permette di
agire come vuoi senza severità. Adesso ti do una corda abbastanza lunga
che ti permette di agire liberamente, ma verrà il tempo in cui
tirerò la corda verso di me e tu sarai completamente diverso e non avrai
più la libertà che hai adesso; tuttavia, ti ripeto che il
Morè è aperto di vedute e ti tratta così, ma sappi che gli
altri Tzadikim Nistarim non si comportano così con i loro allievi; essi
non danno loro la libertà e sono molto rigorosi su ogni questione.
Pesce 15: "'Ma io mi comporto
diversamente, Peretz, sappilo. La mia mente è molto aperta e non mi
piace essere rigoroso. E poi ho pietà di te e ti lascio riposare adesso,
perché so che più avanti non potrai farlo, quando avrai bisogno
di tutte le tue forze". In diverse occasioni il Morè mi
ripetè queste parole. Mentre scrivo queste cose, uno degli allievi mi ha
telefonato raccontandomi il sogno fatto. Per capire il sogno bisogna
innanzitutto spiegare che lunedì, al funerale di Nelda Levi, ha
officiato un giovane rabbino con tanto di barba e abito e cappello nero, di
nome David Sciunnach. Era l'unico rabbino presente al funerale. Ho domandato a Giordano,
figlio di Nelda, chi fosse questo rabbino e Giordano mi ha risposto: "Non
è un Chabad e non ha niente a che fare con loro, anzi, è bravo, e,
grazie a Dio, che è venuto lui e non un altro". Per questo ho
sorriso al rabbino. Dopo aver portato la bara di Nelda nella sala interna in
cui si officia prima della sepoltura, il rabbino ha recitato la preghiera
rituale e ha chiesto ai presenti se c'era qualcuno che voleva dire qualcosa
sulla defunta.
Pesce 16: Davide, l'ultimogenito
di Nelda e fratello di Giordano, mi ha invitato a prendere la parola ed io mi
sono fatto avanti con l'emozione nel cuore. Ho ricordato la sua grande fede, il
suo cuore buono pieno di misericordia per tutti gli esseri umani buoni, ebrei e
non ebrei, perché è questo che è importante, il cuore
buono e le intenzioni buone; ho ricordato che era una donna retta e sincera che
diceva quello che aveva nel cuore. Ho ricordato anche il suo grande amore per
suo marito Remo, accudito amorevolmente nei tanti anni della sua malattia, un
amore che non è cessato un attimo dal momento della sua morte e ho
parlato del suo amore per la sua casa e i suoi figli e nipoti. E soprattutto ho
sottolineato la sua grande fede, il Baruch Ha Shem che aveva sempre sulle sue
labbra. Ho concluso dicendo una cosa nuova secondo la quale con Nelda il Regno
dei Cieli si è avvicinato al mondo. Ritengo che anche il rabbino abbia
sentito questa ultima frase e ne sia rimasto sorpreso. In conclusione, il mio
discorso funebre è stato breve, ma in seguito mi è stato detto
che tutti i presenti, circa 70 persone, quasi tutti parenti, erano molto
commossi e avevano gli occhi lucidi. Giordano poi mi ha detto che non aveva mai
sentito parole così vere dal cuore come queste, e che con poche parole ero
riuscito a descrivere sua mamma com'era esattamente. Ciò mi ha reso
felice. Il rabbino ha poi recitato durante la sepoltura la preghiera
tradizionale, mentre io ho letto lo scritto che avevo preparato (vedi pesce 1).
Pesce 17: Torniamo dunque al sogno
di Giuseppe: nel suo sogno vide me e il rabbino del funerale di Nelda Levi. Io
feci un segno per la nuova santità e per l'anima della signora Nelda, la
pace sia su di lei. In seguito, eravamo in una stanza particolare con le pareti
arancione. Giuseppe si sedette su un divano con il rabbino che osservava il
segno che stavo facendo ma non riusciva a capirlo. Poi Giuseppe si accorse che
il rabbino gli aveva tolto le scarpe e le calze, per cui era rimasto scalzo. A
questo punto, Giuseppe avvicinò i suoi piedi a quelli del rabbino e gli mostrò
le sue unghie dipinte. Giuseppe gli spiegò in italiano che il colore era
per noi un segno. Il rabbino non capiva. Giuseppe gli disse in ebraico i Segni
Redenzionali e gli domandò se li aveva capiti. Il rabbino fece segno di
no, e Giuseppe spiegò: "Il problema è che finora gli ebrei
tradizionalisti non hanno mai approfondito i segni della Torà, come
quando Mosè fece uscire l'acqua dalla roccia, o Giosuè quando mise
dodici pietre vicino al Giordano.
Pesce 18: "Ora è il
momento per gli ebrei di cominciare a vedere i segni della Torà, non
solo le leggi e gli statuti di Dio nei Suoi comandamenti. Adesso il Signore
desidera che i figli d'Israele si espandano e approfondiscano la Torà
attraverso i suoi segni nascosti, perché questi segni portano la
Redenzione". Il rabbino ascoltava con grande interesse. Ad un certo punto egli
si trasformò in una donna (era lui ma in sembianze femminili) e aveva un
cuore tatuato sul seno. Giuseppe continuò: "Il cristianesimo va
salvato". La donna rabbino si scosse sentendo questa frase ma Giuseppe la
rassicurò: "Non devi scandalizzarti, perché il Santo
Benedetto ama tutte le Sue creature e gli ebrei hanno anche il compito di
salvare il cristianesimo. Da dove uscì il cristianesimo? Per duemila
anni di storia questa religione ha avuto il permesso di diffondersi, ma ora
essa va salvata e per farlo non dobbiamo pensare di essere ebrei se ciò ostacola
la comunicazione con il cristiano. Ciò è perché il Signore
ha scelto Israele per essere la verità nel mondo, e il ruolo degli ebrei
è quello di essere una luce per le nazioni". In quel momento la donna
rabbino si commosse e i suoi occhi si riempirono di lacrime oltre che di
dolore, come a voler dire: "Peccato che abbiamo perso il tempo nelle
generazioni passate, piene di oscurità".
Pesce 19: E' chiaro che questo
è un segno chiaro e importante, che indica che il Regno dei Cieli si
avvicina al popolo d'Israele. Dopo il sogno, Giuseppe ha telefonato a Giordano,
che era contento del sogno e gli ha detto che il rabbino Sciunnach aveva chiesto
di Peretz dicendogli che avrebbe avuto piacere conoscerlo. Dopo la sepoltura di
Nelda siamo passati alla tomba di Remo Levi, la pace sia su di lui, e Davide ha
recitato il nuovo "kaddish" del Nuovo Rito. Siamo poi andati alla
lapide dello Tzadik Haim e anche qui abbiamo recitato il nuovo Kaddish per le
anime meritevoli. Giuseppe ha avuto una visione dello Tzadik Haim, che gli ha
dato un messaggio per noi che poi ha trascritto: "Ho visto lo Tzadik Haim
seduto su un seggio nel Regno dei Cieli. Mi ha detto con un sorriso e con amore
queste parole: 'Voi siete tutti cari, vorrei scendere nel mondo come prima, ma
non posso, perché voi dovete vivere nello spirito della vita. Il Signore
desidera che siate vivi in ogni momento e pieni di amore dentro a voi per tutta
la vita".
Pesce 20: "Per questo mi
chiamo Haim (vita), perché se vi svegliate ogni mattina, e ogni momento
nel vostro cuore c'è amore nello spirito pieno di amore per la vita, e
provate un sentimento di amore per tutte le persone vicine, allora la vostra
vita si aprirà. Consegna questo messaggio a Peretz e poi a tutti voi.
Vivete e godetevi le novità che avete ricevuto grazie a Dio. Allora
potrò scendere, toccarvi e sostenervi come un padre. Avete la fortuna di
poter trasmettere queste novità agli altri e godervi ogni momento. Siate
sempre sensibili con il prossimo e aprite la vita agli altri con la speranza e
l'amore. Questo è ciò che amo . Ho amato la vita del mondo
più di quanto possiate immaginare, e la mia forza era proprio questa. Il
vostro cuore dovrebbe essere per la vita, quindi siate forti dentro e potrete
insegnare agli altri come vivere nel mondo. Il Regno dei Cieli dovrebbe aprirsi
nel cuore degli uomini. Sorridete a tutti coloro che si avvicinano a voi, il
che permetterà di trasmettere l'amore dentro di voi agli altri. Il Regno
dei Cieli è per le virtù del cuore e viene aperto dalla loro
potenza.
Pesce 21: Che ognuno di voi
ringrazi il Signore per la bontà del suo mazal, perché la
ricchezza dell'uomo è quando ringrazia Dio per ciò che possiede.
La sensibilità verso il prossimo è una delle virtù amate
dal Signore. Cercatela sempre, perché non c'è mai fine ad
apprenderla e il cuore è il suo tramite. Vi amo moltissimo e il mio
amore per voi non si è mai interrotto nemmeno per un momento. Ascoltate
le lezioni che Peretz vi dà, aprite il vostro cuore per riceverle e
mettete da parte tutto ciò che ostacola il vostro ascolto.Peretz
è un maestro e io lo guido sempre, perché il mio spirito è
sempre su di lui. Siate miei talmidim nel pensiero e nel cuore e sentirete da
Peretz come ho vissuto nel mondo".
OTTAVO CAPITOLO
Colonna del Cuore della Rosa
Il Primo Pozzo è il
"Pozzo nella campagna"(Be'er ba sadè)
Nella Costellazione delle Stelle
di Ester esso è il "Pozzo della Fratellanza"
"E Giacobbe vide nella
campagna un pozzo presso il quale stavano coricati tre greggi di pecore,
poiché da quel pozzo abbeveravano i greggi e la pietra sulla bocca del
pozzo era grande" (Genesi 29, 2).
Nel verso summenzionato la parola
"pozzo" viene menzionata tre volte, con riferimento ai tre capitoli
seguenti (8°-10°).
Pesce 1: Il messaggio del Goel
Haim ricevuto da Giuseppe è un'introduzione appropriata alle
virtù richieste nel Cuore della Colonna della Rosa, perché la
cosa principale nella Shoshanà sono le virtù della bontà e
questo sistema di 13 stelle conferisce anche le 13 virtù della Colonna
Centrale, che sono il Cuore della Rosa nella Tripla Meditazione, ed esse sono:
il nuovo cuore della Redenzione Finale (1), il nuovo cuore del Patto Completo
(2), il vero cuore di amore e timore per il Signore nostro Dio (3), il cuore
che esige giustizia (4), il cuore laborioso (5), il cuore generoso verso
l'umanità intera (6), il cuore aperto (7), il cuore tollerante (8), il
cuore leale che prende in considerazione il cuore altrui (9), il cuore buono
(10), il cuore fedele in cui alberga il Regno dei Cieli (11), il cuore positivo
di saggezza, di luce, di speranza e di fede (12), il cuore puro come quello dei
bambini piccoli di cui è scritto "e lo scriverò sul loro
cuore" (Geremia 31, 32)(13).
Pesce 2: Anche il sistema di
Ester comprende 13 virtù del cuore, le 13 virtù di Ester ed esse vengono
apprese dai nomi delle 5 stelle del sistema di Ester. Le tredici virtù
sono: 1. L'amore interiore per proteggere gli altri. 2. L'amore di vedere la
felicità altrui. 3. La virtù della correzione e del chiedere
perdono per essersi comportati male con il prossimo. 4. La compassione verso il
prossimo che si rinnova costantemente. 5. Il forte desiderio di vedere il
prossimo elevarsi da un livello ad un altro. 6. La virtù interiore di stimolare
i poteri della mente a desiderare la comprensione, la conoscenza e la saggezza.
7. La fede che si rinnova sempre di far predominare il bene sul male. 8. La
forza interiore acquisita per poter comprendere il potere della Provvidenza di
Dio. 9. L'amore di dire e distinguere la verità, di essere attenti nel
parlare, di pensare e agire in modo autocritico. 10. La pazienza interiore di apprendere
le strategie dell'armonia interiore per sé e per gli altri. 11. La
virtù di essere sempre impegnati nell'autocorrezione. 12. La
virtù di trasformare la debolezza dei propri peccati ed errori passati in
forza e buon profumo delle azioni. 13. La virtù di essere puliti nel
pensiero intimo.
La Colonna della Rosa è collegata
anche alla Colonna Centrale che contiene le 10 virtù che si basano sui
Dieci Comandamenti, ossia: Fede (1) - Benedizione (2) – Virtù del Cuore
(3) - Preghiera (4) - Derech Eretz (5) - Correzione (6) - Santificazione (7) -
Rinnovamento (8) - Gusto (9) - Silenzio (Saggezza) (10).
Il Cuore della Rosa, che è la Colonna
Centrale, è associato al nome di mezzo ASHER (EHEYE ASHER EHEYE), per
cui è associato anche ai Segni di Yitzhak Avinu ed alla seconda ascesa
di Moshe Rabbenu. Ma tuttavia la Shoshanà è generale ai diversi
tipi del numero 13: i 13 Altari nella Casa di Preghiera, i 13 Patti nel Patto
Completo e le 13 Tribù d'Israele. Anche se però non diciamo la Rosa
di Isacco, ma la Rosa di Giacobbe, perché insieme ad Efraim e Menashe costituiscono
le 13 Tribù. Ecco perché ho detto che bisognerebbe commentare il "Pozzo
nella campagna" riferendolo a Giacobbe nostro padre e a Rachele nostra
madre.
Pesce 3: - Sorge qui spontanea la
vostra domanda: ma la Terza Colonna non dovrebbe essere associata al secondo
EHEYE, che è collegato ai Segni di nostro padre Giacobbe? Rispondo di
sì, anche se è più esatto dire che la Terza Colonna
è il Cuore del Grande Pesce Leviathan sotto i segni della Gloria di
Israele. Giacobbe soggiornò venti anni presso Labano, quando suo padre Isacco
era ancora vivo, per cui ci sono dei segni di Giacobbe nel Cuore della Rosa e
nel nome ASHER. Altrove abbiamo spiegato che molte cose, radicate nel nome ASHER,
non si sono del tutto realizzate e le loro verità saranno rivelate ai
tempi della Gheulà Shlemà, come le profezie redenzionali e
messianiche riferite alla missione di Yeshua che si realizzeranno compiutamente
con l'avvento del Goel Haim. Infatti i Segni Finali Redenzionali completano i Segni
Iniziali che erano presenti nella missione di Yeshua, sia in termini di
completezza delle intenzioni di Gesù durante la sua missione, sia in
termini di correzione per tutte le distorsioni successive operate dai Padri
della Chiesa.
Pesce 4: Così è per
tutti i segni del nome ASHER che si completano solo sotto il secondo EHEYE
tramite l'avvento del Goel finale Haim. Dopotutto, nella ALEF del nome ASHER si
rivela il legame tra l'ascesa del profeta Elia e il Regno dei Cieli. Al profeta
Elia furono dati i Segni della Riconciliazione dei Cuori, che sono una parte essenziale
della Gheulà Shlemà, e da ciò abbiamo capito che fu il
profeta Elia a ricevere il "segreto" dei sei puntini sopra la parola
"Vayishkehu" (Genesi, 33, 4). ll tempo della Redenzione Completa
è il tempo della rivelazione, perché prima nessuno poteva capire
certe cose, come il segno dell'ascensione del profeta Elia in cielo oppure
l'ultima profezia di Malachia oppure il segno della riconciliazione dei cuori
oppure l'avvento del giorno grande e terribile del Signore oppure la parola
"pen" (affinché non) (Malachia, 3, 24) con tutte le sue implicazioni.
Pesce 5: Tali chiarimenti si
rivelano, come detto, solo con l'avvento del Goel Haim. Dalla SHIN del nome
ASHER si rinnova il segno del Nuovo Purim della Gheulà Shlemà e
noi spieghiamo le virtù di Mordechai ha Tzadik che, come abbiamo
ricevuto dal Morè Haim, fu il primo capo dei trentasei Tzadikim Nascosti
di ogni generazione. Lo Tzadik mi rivelò anche che fu il Profeta Elia il
primo capo dei Giusti Nascosti in ogni generazione. Così tramite queste
rivelazioni, si sprigiona un "fuoco" (ESH = ALEF + SHIN) dalle due
prime lettere del nome ASHER, perché ora il Signore "ci ha fatto
largo e potremo prosperare nel paese" per poter capire i segni del profeta
Elia, di benedetta menzione, i segni di Mordechai l'ebreo, i segni della
modestia della regina Ester e i segni stellari del Tribunale di Mordechai ha
Tzadik e il sistema di Ester nel regno di Assuero.
Pesce 6: Mi sforzo di mostrare
qui come le lettere del nome ASHER si rivelano soltanto quando si arriva al
Pozzo di Rehovot della Redenzione Completa con l'avvento del Goel Haim. Se le
questioni ed i segni del profeta Elia (ALEF) e di Mordechai lo Tzadik (SHIN),
già conosciuti nella Tradizione, vengono rinnovati e completati con una
nuova conoscenza dei tempi redenzionali, tanto più la lettera RESH del
nome ASHER merita chiarimenti e spiegazioni. Nell'ascesa del profeta Elia, di
benedetta menzione, furono occultati i segni della resurrezione e nel Libro di
Ester quelli del Regno dei Cieli. La RESH del nome ASHER portò la
missione messianica di Yeshua destinata a rivelare cose nascoste e
successivamente a diffondere la luce di Israele alle nazioni del mondo. Tale
luce sarebbe potuta uscire dal Secondo Tempio, ma allora purtroppo non c'erano
abbastanza meriti e la profezia di Malachia (3, 24) si avverò (affinché
non venga e colpisca il paese con un anatema).
Pesce 7: A causa della mancanza
di meriti, Ha Shem con la Sua Provvidenza fece sì che quella missione
messianica realizzasse la suddetta profezia nella sua parte negativa che
comportò la distruzione del paese e del Secondo Tempio e l'esilio dei
figli d'Israele tra le nazioni del mondo. La fine di quella missione fu tragica
per il popolo d'Israele, anche se Il Santo Benedetto accolse il sacrificio di
Yeshua che, in questo modo, adempì la profezia di Isaia 53, in quanto
diventò il montone sacrificale che fu immolato al posto di Isacco nostro
padre. In altre parole: il sacrificio di Gesù mitigò il decreto di
distruzione sul popolo ebraico (Dio ci salvi!) che fu trasformato in un decreto
di distruzione sulle pietre del Bet Hamikdash e di espulsione dalla terra e di
esilio millenario fra le nazioni del mondo. Inoltre, la missione di Yeshua
comportò una serie di elementi positivi e redenzionali, come la
diffusione della conoscenza della Torà riguardante l'elezione da parte
di Ha Shem dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, la redenzione di Israele
dall'Egitto, la rivelazione di Dio sul monte Sinai, la tradizione dei profeti.
Questa grande e importante conoscenza fu assimilata dai Gentili, e una volta
che verranno rimosse le sturture della teologia cristiana, tali elementi
verranno chiariti e compresi nella loro vera luce.
Pesce 8: ll Cristianesimo
è servito fin dal suo inizio come rifugio per le dieci tribù
sparse tra le nazioni del mondo, perché tramite il Cristianesimo, grazie
alla Provvidenza del Santo Benedetto, sia lodato il Suo nome in eterno, le
anime della gran parte delle dieci tribù non si sono assimilate tra le
religioni pagane, del tutto distanti dalla tradizione della Torà.
Un'espressione profetica fu sulla bocca di Gesù che dichiarò
(Matteo 15, 24): "Io sono stato mandato per le pecore smarrite della Casa
d'Israele" poiché non c'è redenzione finale se non sono
incluse tutte le tribù d'Israele. "Poiché Efraim è un
figlio a me caro"(Geremia, 31, 20) va riferito al gregge smarrito delle
dieci tribù, le cui anime sono per lo più nell'ovile cristiano;
sono queste le anime sulle quali piange nostro madre Rachele, dispiaciuta di
vederle languire in una fede idolatra.
Pesce 9: Per questo Ha Shem le
risponde con parole di consolazione, misericordia e speranza promettendole che
riavrà i suoi figli che, alla fine, torneranno entro i confini della Torà
e della vera fede. Questo perché la correzione del Cristianesimo e la
salvezza dei cristiani dalla fede idolatra sono la parte principale dei Segni
dell'Asino che mangia il pane, oltre ad essere un segno dell'amore di nostro
padre Giacobbe per nostra madre Rachele, che è il simbolo della madre
delle dieci tribù chiamate anche stirpe di Giuseppe o di Efraim o di
Israele in quasi tutte le profezie. Il loro bacio e il loro grande amore fin
dal primo incontro fanno presagire eventi di grande gioia, quando le dieci Tribù
d'Israele ritorneranno a casa al tempo della Gheulà Shlemà.
Pesce 10: Nel nome ASHER la ALEF
allude al profeta Elia, la SHIN allude a Shushan e la RESH allude a nostra
madre Rachele. È un simbolo della redenzione delle dieci Tribù
d'Israele, sparse tra le nazioni del mondo. Per questo nostro padre Giacobbe
trovò un "pozzo nella campagna", cioè fuori da Israele
tra le nazioni del mondo, e subito dopo il bacio con Rachele proruppe in un
pianto profetico sulla sorte delle dieci Tribù ("E Giacobbe
baciò Rachele, e alzò la sua voce e pianse" (Genesi, 29, 11),
che avrebbero perso la loro identità ebraica tra le nazioni del mondo. Tuttavia,
il bacio fu preceduto anche dalla gioia dell'amore, poiché le pecore
smarrite sarebbero tornate alla fine alle loro radici. Questo è l'amore
che nasce quando con l'avvento del Goel della Gheulà Shlemà si
rivela il secondo EHEYE che racchiude i Segni di nostro padre Giacobbe,
poiché nell'elezione da parte di Ha Shem del Goel Haim sotto il secondo
EHEYE i Segni di Giacobbe guardano, per così dire, i Segni il nome
ASHER. Questo perché prima che la Completa Redenzione possa dimorare nel
mondo, è necessario rinnovare la nuova comprensione della ALEF e della
SHIN e correggere la RESH, la cui essenza è la correzione del
Cristianesimo. Tale correzione avviene tramite la rivelazione della vera storia
di Gesù, il Messia figlio di Giuseppe, e la completa distruzione della
dottrina cristiana.
Pesce 11: E se domandate: "Ma
come mai il Santo Benedetto ha rinchiuso tutte quelle anime entro i confini del
Cristianesimo? Come faranno ad uscirne? Una volta che ci sono entrate non ne
usciranno più", ebbene, sappiate che al tempo della Gheulà
Shlemà la correzione del Cristianesimo si accompagnerà alla fine
della Chiesa, perché quando la teologia cristiana verrà distrutta
non avrà più senso una Chiesa che la rappresenta. Si
realizzerà invece la profezia della Casa di Preghiera, come sta scritto
in Isaia (56, 7): "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per
tutti i popoli" ed in essa ci sarà l'Altare di Malchitzedek per chi
proviene dal Cristianesimo e per le pecore smarrite della Casa d'Israele, in
modo che, dopo essere saliti sull'Altare di Malchitzedek, potranno anche
convertirsi nel contesto del Patto Completo e salire sull'altare di Efraim. Si
realizzerà così la profezia di un ritorno entro i confini stessi
dell'Ebraismo, perché l'Altare di Efraim è un altare ebraico,
speciale per i Figli d'Israele che provengono dal Cristianesimo.
Pesce 12: Finché la RESH
del nome ASHER non viene corretta, non c'è possibilità di
collegare il nome ASHER al secondo EHEYE per cui non c'è Redenzione.
Inoltre, prima della Gheulà Shlemà è impossibile
completare la conoscenza della ALEF e della SHIN come si rivelano nella
Redenzione Completa, e, a maggior ragione, correggere la RESH. La correzione comporta
la negazione della teologia cristiana, dato che tutta la tradizione di Israele,
basata sul Secondo Comandamento, estirpa ogni tipo di idolatria, come la
menzogna della Trinità e del Verbo (Logos); la correzione ha anche un
aspetto positivo perché spiega sotto una nuova luce la missione di
Yeshua. Ciò è potuto avvenire dopo l'elezione del Goel Haim, che
nel Primo Segno Redenzionale, il Segno delle Stelle, ha indicato la quinta
stella come "la stella di Cristo venuta grazie all'umiltà".
Inoltre, nel diciassettesimo anno dei Segni, Giuseppe vide in sogno l'arcangelo
Michele, ministro d'Israele, che dichiarava: "Tre sono gli uomini della Redenzione:
Mosè, Gesù e Haim".
Pesce 13: Ho già spiegato
altrove come nei primi 6 anni eravamo nei Segni della Correzione del
Cristianesimo, nei Segni dell'Asino, Mashiah ben Yosef, e nei 6 anni seguenti
eravamo nei Segni della Riforma nell'Ebraismo, nei Segni dell'Asino, Mashiah
ben David. Ci sono voluti 12 anni per completare le correzioni della RESH del
nome ASHER, e dopo i 12 anni sognai lo Tzadik Haim che, dopo avermi baciato
sulle labbra, mi respingeva e mi sgridava: "Ti sei creduto il
Messia!". Io, tremando e quasi piangendo, lo pregai di credermi che io non
mi ero considerato il Messia, ma lui insisteva: "No, ti sei creduto il
Messia!". Ricordo di essermi svegliato dal sogno molto agitato, ma, una
volta tornato in me, ho capito il significato.
Pesce 14: La spinta e il
rimprovero vennero dopo quei 12 anni, in cui ero investito e collegato ai Segni
dell'Asino messianico che mangiava il Pane della Redenzione, cotto dalla Stella
di Cristo, chiamata anche la Stella che stupisce della Gheulà
Shlemà. In seguito al sogno avvenuto nel 13° anno dei segni, il Santo
Benedetto operò un altro miracolo, per cui Nelda Levi, la pace su di lei
(oggi è il quarto giorno dalla sua sepoltura), si ricordò solo
dopo circa 12 anni che nel suo sogno quando l'Asino entrava nella panetteria e
mangiava il pane (il Quarto Segno Redenzionale) Peretz lo osservava da fuori.
Decine di volte Nelda aveva raccontato il sogno nei primi 12 anni dei segni, ma
mai aveva accennato a questo dettaglio, mentre nel 13° anno si ricordò
di tale particolare che mi riguardava. Strano che non lo avesse raccontato fino
a quel momento. La precisazione della signora Nelda avvenne pochi giorni dopo
il mio sogno, per cui ne compresi il significato. In quei 12 anni mi era stato
richiesto, per conservare i segni, di assomigliare ad un asino e di
ripercorrere tutti i segni messianici collegati alla RESH. Allora ero un vero
asino (e non come Peretz che osservava l'asino da fuori). Così doveva andare
fino alla fine della correzione messianica, perché non c'è
correzione al messianesimo storico se non tramite l'Asino che mangia il pane di
Betlemme, e solo attraverso l'Asino, per molte ragioni, i segni messianici
vengono corretti.
Pesce 15: Ecco perché il
Goel Haim mi ha baciato nel segno del bacio di nostro padre Giacobbe a nostra
madre Rachele, perché grazie al Santo Benedetto ci sono stati spiegati i
principali segni della Correzione, che permettono al nome ASHER di collegarsi
al secondo EHEYE per la Gheulà Shlemà. E per quanto riguarda la
frase pronunciata dal Morè Haim, è indubbio che, a causa di tutti
quei Segni d'Asino messianici su di me, non potessi evitare qualche pensiero o
sentimento "messianico", anche se io l'ho sempre respinto. Tuttavia,
avevo bisogno del potere del Goel Haim per cacciare da me ogni minima traccia
di messianesimo. Dopo aver capito il significato del sogno, sono tornato in me
e ho potuto rientrare nella "pelle dell'asino" senza considerarmi
qualcosa o qualcuno.
Pesce 16: E sul verso "e
Giacobbe baciò Rachele, alzò la sua voce e pianse" (Genesi
29:11), Rashi, di benedetta memoria, spiega che Giacobbe pianse perché
vide nel suo spirito santo che Rachele non sarebbe stata sepolta con lui nella
Grotta dei Patriarchi. Secondo i segni, l'amore e il bacio di Giacobbe a
Rachele sono alla fine della correzione della RESH, e poiché essa
avviene solo durante la Redenzione Finale, dopo quasi quattromila anni, è
ovvio che Giacobbe alzò la voce e pianse su un evento storico
così grande, riferito alle dieci Tribù di Israele destinate ad essere
disperse tra le nazioni del mondo. Anche il nome di Rachele allude al "gregge",
dato che simboleggia la madre delle pecore smarrite della Casa d'Israele.
Pesce 17: Nostra madre Rachele fu
sepolta sulla via che da Efrat porta a Betlemme e Betlemme è nota per
essere un segno "messianico". Nei Segni, la Stella di Betlemme
è la Stella di Malchitzedek che diventa la Stella di Cristo che è
anche la Stella che Stupisce della Gheulà Shlemà. Sotto il suo
influsso, l'Asino entra a Betlemme (beth lehem, la casa del pane o panetteria)
e mangia il pane. Ed infatti, anche la nascita di Yeshua, secondo i Vangeli,
è associata a Betlemme, e poiché egli era il Messia figlio di
Giuseppe, non sorprende che abbia detto: "Non sono stato mandato se non
per il gregge smarrito della Casa d'Israele" (Matteo, 16, 24), ossia le
dieci Tribù che prendono il nome da Giuseppe o da Efraim o da Israele
nella maggior parte dei libri dei Profeti. Questo è il grande pianto
profetico nella storia d'Israele, e lo prova il fatto che non è scritto
solo "e Giacobbe pianse", ma anche "alzò la sua voce e
pianse". Nostro padre Giacobbe vide nel suo spirito profetico il destino
delle dieci Tribù d'Israele per le generazioni future, con la
distruzione del Primo Tempio, del Secondo Tempio e dei duemila anni di esilio,
e capì che la loro identità sarebbe andata perduta fra le nazioni
del mondo. Perciò, come detto, alzò la voce e pianse.
Pesce 18: Tuttavia, il Santo
Benedetto crea il rimedio prima della 'makkà' che manderà, per
cui il bacio di Giacobbe a Rachele precede il suo pianto. Perché se
Giacobbe avesse guardato esclusivamente nello spirito della sua profezia
all'amaro destino delle dieci Tribù (il gregge disperso della Casa
d'Israele), non sarebbe potuto poi tornare al suo amore per Rachele.
Così anche nel mio sogno, il bacio dello Tzadik precede il suo spintone
ed il suo rimprovero. Per questo il sogno-segno è arrivato 12 anni dopo
con la correzione della RESH del nome ASHER e il bacio viene dopo la correzione
nel nome di RAHEL, perché nella correzione della RESH arriva la salvezza
del gregge perduto. La correzione della RESH comprende anche, come detto, le
correzioni del messianesimo, stravolto, alterato e frainteso. Lo spintone del Goel
Haim viene per respingere tutte le confusioni storiche, generate intorno alla
missione di Yeshua che non fu capita né dagli ebrei né dai
cristiani. Infatti il mio sogno
ricalca il segno presente nel summenzionato verso della Torà,
perché il rimprovero dello Tzadik verso il suo discepolo, per il suo grave
errore, gli provoca un immenso dolore, simile al pianto. Inoltre, l'Asino che
assume più forme è come Rachele nel contesto delle correzioni
della RESH del nome ASHER, mentre il Goel Haim è nei segni di nostro
padre Giacobbe del secondo EHEYE, allorquando bacia la RESH del nome ASHER. Per
riassumere: dopo dodici anni tra segni, scritti e grandi testimonianze, la RESH
è stata corretta nel contesto della correzione di RAHEL, è stato
rinnovato l'intero nome ASHER e la RESH è stata collegata al secondo EHEYE.
Pesce 19: Un'immensa gioia si
è levata in cielo, perché con l'avvento del Goel prescelto, la
discesa dei Segni Redenzionali e le spiegazioni relative alla ALEF, alla SHIN e
alla RESH fanno sì che le tre lettere possono congiungersi, per cui ha
fine la separazione delle generazioni precedenti. E Giacobbe bacia Rachele con
grande gioia e amore, perché le lettere di EHEYE ASHER EHEYE si
ricongiungono al tempo della Redenzione Completa. Nella Torà ci sono dei
segni nascosti in questa materia laddove si parla di "greggi" e della
"pietra sulla bocca del pozzo" ed Ha Shem ci aiuterà a raggiungerli.
Perciò, cari lettori, fate vostra questa nuova comprensione del bacio di
nostro padre Giacobbe, che è un bacio di gioia che permette al gregge
smarrito della Casa d'Israele di tornare al suo primo ovile, agli insegnamenti
e alla fede di nostro padre Abramo e ricordate che tutto ciò avviene per
merito del Goel Haim, che viene per completare la salvezza di Yeshua
riguardante il gregge della Casa d'Israele sparso tra le nazioni del mondo
riportandolo nel contesto della salvezza completa del Patto Finale della
Gheulà Shlemà. E così sia fatta la Sua volontà e
diciamo amen!
Pesce 20: Sappiate che dalle
allusioni del verso summenzionato risulta che il bacio di Giacobbe a Rachele
è un bacio di gioia e di amore per il fatto che la missione di Yeshua,
figlio di Miriam e di Giuseppe, porterà al salvataggio del gregge
smarrito della Casa di Israele dopo duemila anni di conflitti e incomprensioni.
Fino ad ora eravamo tutti seduti nelle tenebre e non abbiamo capito nulla del
piano redenzionale di Ha Shem, né abbiamo capito la missione del giovane
Yeshua che voleva portare il bene al suo popolo e che tutte le sue intenzioni
erano le Shem Shamaim.
Pesce 21: Pertanto attingiamo
l'acqua dalle profondità del Pozzo nella Campagna, che è il Pozzo
della Fratellanza. Yeshua era ebreo come noi, è nostro fratello e nostro
sangue, per cui torneremo ad amarlo con la verità del cuore e ci
riconcilieremo con le acque del Pozzo della Fratellanza partecipando insieme alla
correzione del Cristianesimo e facendo cosa grata al nostro Padre che è
nei Cieli che vedrà i Suoi figli e le Sue figlie nell'amore reciproco e
nell'armonia. Gioiremo allora per la scelta fatta da Dio del Goel Haim, che ci
ha insegnato che siamo tutti una sola carne, e non dimentichiamo che per merito
di Nelda Levi il Regno dei Cieli si è avvicinato alla terra.
NONO CAPITOLO
Colonna del Cuore della Rosa della Tripla
Meditazione
Il Secondo Pozzo è
"da quel pozzo"(Min ha be'er hahu)
Nella Costellazione delle Stelle
di Ester esso è il "Pozzo della Compassione"
"E Giacobbe vide nella
campagna un pozzo presso il quale stavano coricati tre greggi di pecore,
poiché da quel pozzo abbeveravano i greggi e la pietra sulla bocca del
pozzo era grande" (Genesi 29, 2).
Pesce 1: Meraviglie della
Gheulà Shlemà! Dopo aver concluso il capitolo sul rinnovamento
storico riguardante il bacio di Giacobbe a Rachele, è sceso su di me un
rinnovamento per ciò che riguarda le lettere finali dell'alfabeto ebraico
MEM, NUN, TZADIK, PEH, CHAF. Le lettere "MntzPch" corrispondono alle
lettere ordinarie: la MEM è associata alla Bellezza dell'Eden, la NUN
è associata alla Resurrezione dell'Uccello, la TZADIK è associata
alla Valle di Mercurio, la PEH è associata alla Tartaruga Illuminata e
la CHAF è associata al Profumo Celeste.
Pesce 2: Grazie a Dio, sono state
completate le lettere delle Mazalot, e anche questo è segno che per
merito di Nelda Levi il Regno dei Cieli si è avvicinato alla terra. La
conoscenza che si può acquisire dalle questioni del Grande Pesce
Leviathan avvicina anche il Regno dei Cieli al mondo, e così abbiamo
raggiunto, grazie a Dio, le lettere finali e i nuovi segni delle Mazalot si
sono completati con le loro lettere. Siamo nel 26esimo anno dei Segni, che
è l'anno del segno del Regno dei Cieli sotto il Segno della Quarta
Generazione e della Nuova Costruzione. Ricordiamo anche l'innovazione recente
nei Segni, secondo cui nel Tempio di Gerusalemme ci sarà anche un posto
speciale per coloro che vogliono portare un sacrificio, anche se ci saranno
degli ispettori responsabili che decideranno chi può portare un
sacrificio e chi no.
Pesce 3: Perché si parla
di tre greggi? E a cosa alludono? Diciamo allora che le greggi alludono anche
alle pecore smarrite della Casa d'Israele. Il primo gregge si riferisce al
tempo della conquista degli Assiri delle Dieci Tribù, cacciate da
Israele circa un secolo prima della distruzione del Primo Tempio. Il secondo gregge
si riferisce alle Dieci Tribù ai tempi del Secondo Tempio. Il terzo gregge
si riferisce ai duemila anni di Diaspora. Furono tutti raccolti dai loro
pastori vicino al "pozzo nella campagna" e, una volta radunatisi, i
pastori potevano rotolare la grande pietra sulla bocca del pozzo. Dopo tutto,
nostro padre Giacobbe quando vide che Rachele stava arrivando, fu pervaso dalla
potenza di Dio nella sua gioia per lei e rotolò da solo quella grande
pietra dalla bocca del pozzo. Vorremmo tuttavia sapere cos'è questa
pietra, alla quale la Torà ha dato così grande importanza. In
effetti, tutto il racconto ci stupisce, perché la Torà quando
racconta degli episodi di vita dei nostri Patriarchi, lo fa perché
contengono motivi sublimi, importanti e profetici.
Pesce 4: Per merito del Goel Haim,
noi cerchiamo nella Torà le radici dei Segni Redenzionali. E come posso
sapere, io sono che asino, che cos'è è la grande pietra sulla
bocca del pozzo? Al momento non ne ho idea, ma non disperiamo, perché
allusioni vere porteranno ad altre allusioni vere, poiché questa
è la via del Grande Pesce Leviathan. Non c'è dubbio che, essendo
noi collegati ai Segni Redenzionali, sia il pozzo in questione che la grande
pietra che lo ricopre per la sua protezione siano collegati anch'essi ai Segni.
Così, anche se non so cosa sia questa pietra, so tuttavia che è
una grande pietra che conserva le spiegazioni della Gheulà
Shlemà. Dopotutto, si tratta di nostro padre Giacobbe, i cui segni sono collegati
alla terza redenzione finale, e nella rivelazione dei Segni Rompleti, vengono rivelate
le chiavi per riconciliare i cuori tra i tre greggi summenzionati, anche se
altri greggi seguiranno dopo di loro.
Pesce 5: I tre greggi alludono
così alle pecore disperse della Casa d'Israele ma anche al popolo
d'Israele, ai popoli cristiani e ai popoli musulmani (le tre religioni si
rifanno alle fonti bibliche che riconoscono l'elezione dei Patriarchi, l'Esodo,
la rivelazione di Ha Shem e la concessione dei Dieci Comandamenti sul monte
Sinai a Mosè e a tutto il popolo d'Israele). Da notare che esistono
anche altre greggi, che sono le religioni più lontane, che non
riconoscono ancora le fonti bibliche. Le tre grandi greggi-religioni si
radunano intorno al pozzo e aspettano che arrivino altre greggi, così da
poter rotolare tutte insieme la grande pietra.
Pesce 6: Racconta la Torà
(Genesi 29, 3): "Quando tutti i greggi si erano radunati in quel luogo, i
pastori rotolavano la pietra di sulla bocca del pozzo, abbeveravano il gregge e
rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca del pozzo". A questo punto,
dopo che Giacobbe chiede ai pastori se conoscono Labano ed essi rispondono di
sì e Giacobbe chiede se egli sta bene (versi 4 -6) ecco arrivare
"sua figlia Rachele con il gregge". E qui (versi 7 – 8) Giacobbe
dice: "Ecco è è ancora giorno pieno, non è ancora ora
di ritirare il bestiame, abbeverate le pecore e andate ancora a pascerlo".
Ed essi: "Non possiamo finché non si siano radunati tutti i greggi
e i pastori abbiano rotolato la pietra di sulla bocca del pozzo e abbiamo
abbeverato il gregge". Sembra che né gli ebrei, né i
cristiani, né i musulmani possano bere dall'acqua finché non
vengono con loro le altre greggi-religioni, ma nonostante ciò Giacobbe
(il popolo di Israele) arriva e fa da solo ciò che tutti dovrebbero fare
insieme.
Pesce 7: Nel breve dialogo fra i
pastori e Giacobbe viene menzionata due volte la parola pace (shalom): "Ed
egli disse loro: "Ha shalom lo (egli sta bene)?. "Sta bene
(shalom)" risposero. Una cosa molto grande è la pace che
simboleggia l'integrità del mondo. La pace è la condizione
ottimale, una volta che l'umanità ha raggiunto la riconciliazione dei
cuori. I Saggi di benedetta memoria dicevano che SHALOM è il nome del
Santo Benedetto Egli sia (Talmud, Vaikrà Rabbà, 9, 9), e in
relazione alla pietra della pace universale, promessa ai profeti nei tempi
redenzionali, i pastori di tutti i greggi, provenienti da luoghi remoti,
dovrebbero condividere insieme la stessa pace. Stella Forti aveva sognato nel
primo anno dei Segni che lo Tzadik Haim, nelle sembianze di un bambino piccolo,
diceva: "La vita è pace". Cioè: che il senso della vita
è la pace, e questo perché la vita vera non esiste, se manca la
pace. Il Goel Haim insegna quindi che vita e pace sono sinonimi.
Pesce 8: Nel Talmud Babilonese
(Pesahim, 54. 1) tra le sette cose che furono create ancor prima della
creazione del mondo, viene menzionato anche "il nome del Mashiach" e
abbiamo spiegato che il termine corretto è "il nome del
Mashuach" perché non si tratta del Messia figlio di Davide ma del
Goel Finale che dopo la sua sofferenza e il suo sacrificio, è risorto
dai morti per fungere da Giudice Unto nel Regno dei Cieli. Nel Talmud è
sottolineato che ciò che fu creato ancor prima della creazione del mondo
è il suo nome, per informarci che ciò ha un'importanza
universale. Il suo nome è Haim ben Moshe (Musa) di Sanaa, Yemen, che
significa Pace, il ché ci collega naturalmente alla descrizione del Goel
secondo la profezia di Isaia (9:5): "consigliere meraviglioso, potente di
Dio, padre perenne, principe di pace". Per merito suo, scendono le chiavi
per la riconciliazione dei cuori nel mondo, ossia le chiavi della pace, che
rappresenta anche la grande pietra sulla bocca del pozzo.
Pesce 9: Giacobbe nostro padre
qui è dunque nel segno della venuta della Terza Redenzione, come
è il terzo dei Patriarchi, e quando pensa a Rachele, simbolo della
salvezza del gregge disperso dalla Casa d'Israele, si riempie di potenza, solleva
lui stesso la grande pietra, per attingere l'acqua dal pozzo, necessaria per dare
le spiegazioni che salveranno non solo le pecore smarrite dalla casa d'Israele
ma anche le pecore di tutte le nazioni. Il Goel Haim è nei segni di
nostro padre Giacobbe per il suo grande amore per le anime della casa d'Israele
che si estende a tutte le greggi, perché "siamo tutti una sola
carne", ed egli ora opera nel suo nuovo ruolo, voluto dal Santo Benedetto,
per correggere il Cristianesimo e spiegare tutte le questioni della missione
messianica di Yeshua. Questa è la grande correzione storica che porterà
la pace nel mondo.
Pesce 10: Naturalmente, con la
grande correzione del Cristianesimo e la rivelazione delle verità della
missione di Yeshua, arriva anche la correzione degli errori dell'Ebraismo,
nonché la riforma dell'Altare di Giuda nella Casa di Preghiera,
nonché la correzione degli errori dell'Islam e il suo rinnovamento.
Questi sono preludi e preparativi per la pace universale futura. Ringrazio EL
SHADDAI per tutta la bontà e la misericordia che ha avuto con me, e Ti
ringrazio Signore Santo Benedetto che mi hai formato e preparato a diventare il
primo Talmid del Goel Haim, che mi ha accettato come tale nonostante tutte le
mie mancanze; egli è stato il mio Maestro e mi ha infuso il suo spirito
santo secondo ciò che ho potuto ricevere.
Pesce 11: Lo Tzadik Haim mi
preparò una stanza santificata e mi guidò nel corridoio delle vie
superiori. Dopo 11 anni sotto la sua guida, il Morè mi rivelò di
aver preso su di sé il terribile decreto sul mondo emesso dal Tribunale
di Sopra. Gli Tzadikim Nistarim, spaventati dalla portata del decreto,
preferirono evitarlo, mentre solo lo Tzadik Haim, capo dei Trentasei Giusti
Nascosti della sua generazione, andò davanti al Signore e lo
accettò su di sé. Per questo si ammalò con la malattia del
secolo e sottostò ad una prima operazione che durò nove ore. Per
quasi due anni lo Tzadik patì sofferenze indescrivibili; subì poi
una seconda operazione quando il suo fisico era ormai debilitato e fiaccato
dalla malattia. Solo grazie alla misericordia dall'Alto potè ancora
restare sofferente in questo mondo attendendo che il decreto di distruzione sul
mondo, preso su di sé, venisse alla fine abolito.
Pesce 12: Lo Tzadik Haim non
voleva morire, poiché, per sua natura, amava la vita. Egli attese in uno
stato di prostrazione fisica che il decreto fosse revocato e che gli venisse mandata
una guarigione per potersi riprendere e continuare la sua sacra opera, che
prevedeva anche la mia guida lungo le vie della Kedushà. Tuttavia, per 620
giorni lo Tzadik dovette patire le sofferenze della malattia fino alla morte.
Circa un mese prima di lasciare questo mondo, ha Morè ha Kadosh mi rivelò
che era salito e aveva parlato con il Santo Benedetto e gli aveva detto: "Padrone
del mondo, guardami! Io sono carne e sangue, eppure non ho più né
carne né sangue, e non ho più nè carne né forza!".
Il Santo Benedetto gli rispose: "Ho una cura per te, ma se guarirai, il
mondo sarà distrutto." Al ché lo Tzadik Haim disse: "No,
Padrone del mondo, se le cose stanno così, non distruggere il mondo. Portami
al mio posto!".
Pesce 13: Lo Tzadik Haim mi
comandò di essere un soldato forte nel mio compito e quando morì,
il mondo intero subì un cambiamento, perché il terribile decreto
di distruzione era stato annullato. Dopo di ciò, ELOHEI Abramo, Isacco e
Giacobbe ha scelto lo Tzadik Haim quale Goel Finale nella sua funzione di
Giudice Unto nel Regno dei Cieli. Otto giorni dopo la dipartita, ricevetti il
Segno di "Bà ha Zman" che annuncia l'inizio del Tempo
Redenzionale, del Tempo della Quarta Generazione, profetizzato nell'ultima
profezia di Malachia, in cui il profeta Elia, di benedetta memoria, porta la
riconciliazione dei cuori: "Ecco Io vi sto per mandare il profeta Elia
prima del giorno grande e terribile del Signore. Egli ricondurrà il
cuore dei padri verso i figli ed il cuore dei figli verso i padri"
(Malachia, 3, 23-24).
Pesce 14: Lo Tzadik Chaim mi
scelse perché annunciassi, sotto la sua autorità, in piedi, al
centro di una serie di cerchi concentrici colorati, davanti al cielo stellato, con
voce chiara e possente: "Bà ha Zman, è arrivato il
tempo". Capii in seguito che quella voce sovrannaturale che usciva dalla
mia bocca era quella del profeta Elia, di benedetta memoria, perché il
Segno Bà ha Zman è il compimento della profezia di Malachia.
Pesce 15: Ho avuto così il
privilegio di fare l'annuncio "è arrivato il tempo" per merito
e con il permesso del Goel Haim, ma tengo a sottolineare che io non sono niente
e ciò che faccio è per l'amore che lo Tzadik ha per me e per il
suo spirito di santità che mi dirige. Tuttavia, la voce che usciva dalla
mia bocca era rafforzata da quella del profeta Elia, di benedetta memoria.
Ciò è in virtù del fatto che lo Tzadik Haim mi scelse come
suo allievo e mi guida con il suo spirito. In ogni momento della mia vita sono
collegato con il pensiero allo Tzadik Haim e la mia vita dipende dall'amore e
dalla pietà che egli prova nei miei confronti. Sono rimasto orfano dopo
la sua morte e dai quattro angoli del cielo sento che dicono di me: "costui
non ha avuto il privilegio di essere uno Tzadik Nistar, ma, tuttavia, è
diventato l'Asino del Goel Haim".
Pesce 16: I Segni Redenzionali
sono scesi sui Talmidim e su coloro che hanno amato in vita il Morè Haim
e hanno pianto per lui durante la sua malattia. Prima di lasciare questo mondo,
lo Tzadik mi ordinò di rivelare la sua identità e di scrivere e
spiegare quanto da lui imparato nei miei tredici anni di freequentazione,
affinché ciò rimanesse come testimonianza per le generazioni
future. Io, pertanto, non sono diventato uno Tzadik Nascosto, ma un Asino che
mangia il primo pane della Gheulà Shlemà e il responsabile del Segno
dell'Asino su di me, grazie a Dio. Sono 26 anni (siamo ora nel 2009) che
scrivo, Baruch Ha Shem, gli scritti del Sefer Mishnat Haim, e rimane ancora molto
da fare e da organizzare. Prego che il Santo Benedetto mi aiuti e mi conceda la
salute per andare avanti; da parte mia, non esiterò e farò di
tutto per portare avanti questa opera per tutti gli anni che il Signore mi
destinerà ancora. Sono convinto che anche lo Tzadik Haim mi sosterrà,
be-ezrat Ha Shem, perché non ho nulla al mondo senza il suo amore su di
me.
Pesce 17: Pertanto la bocca del
pozzo è la bocca delle spiegazioni delle novità redenzionali, e
per il fatto che la grande pietra chiudesse il pozzo, la riconciliazione dei
cuori è rimasta per così dire "imprigionata".
Dopotutto, chi potrebbe sollevarla ed abbeverare con le acque del pozzo tutte
le greggi? Né l'Ebraismo, né il Cristianesimo, né l'Islam
né le altre religioni che parlano di pace potranno portare la pace, ma la
riconciliazione avverrà solo con l'intervento del profeta Elia e del
Goel Haim. Nostro padre Giacobbe allude a questo quando dice: "Ecco
è ancora giorno pieno, non è ancora ora di ritirare il bestiame,
abbeverate le pecore e andate ancora a pascerlo". Ossia: passerà
molto tempo prima che arrivi la pace o che tutti gli armenti verranno raccolti,
ma intanto fate il possibile per pascolare le vostre greggi e abbeverarle, ma
preparatele al bene che verrà in futuro.
Pesce 18: Nostro Padre Giacobbe
è venuto per dirci che per raggiungere la vera pace universale, sono
necessari dei chiarimenti dalle acque di quel pozzo, e che una persona
soltanto, con la forza immensa concessagli da Dio, potrà rimuovere la
grande pietra che chiude il pozzo. Questa forza scende solo quando arriva
Rachele, perché il punto principale è che non è possibile
raggiungere la pace della Gheulà Shlemà se non tramite l'immenso
amore per Rachele, ossia nel contesto della liberazione e della salvezza del
gregge disperso della Casa d'Israele. Il gregge smarrito completa il popolo
d'Israele, dato che senza le dieci Tribù il popolo di Giacobbe è
incompleto, e non meno importante è il fatto che salvando le anime del
gregge disperso c'è anche la possibilità di salvare molte
nazioni. Tutto dipende, come detto, dall'amore di nostro padre Giacobbe per
nostra madre Rachele.
Pesce 19: Il nome "Pozzo della
Compassione" è qui appropriato, perché il profeta Geremia profetizza
su nostra madre Rachele, pervasa di pietà e compassione per le dieci Tribù
perdute d'Israele. Tutto il capitolo 31 del Libro di Geremia è pieno di
profezie molto importanti sulla misericordia di Dio per il Suo popolo Israele, sul
ritorno di Israele a Sion con tutti i benefici e la tranquillità che vi
troverà, e anche molte allusioni ci sono sul ritorno delle dieci Tribù
chiamate "Efraim": vediamoli: 15. Così parla l'Eterno:
"Si è udita una voce a Ramà, un lamento, un pianto straziante:
Rachele piange i suoi figli, ella rifiuta di essere consolata per la loro
sorte, perché non ci sono più". 16. Così parla
l'Eterno: "Trattieni la tua voce dal pianto, i tuoi occhi dal versare
lacrime, poiché l'opera tua sarà ricompensata, parola del
Signore; essi ritorneranno dalla terra del nemico. 17. E c'è speranza
per il tuo futuro, parola del Signore, ed essi torneranno entro i loro
confini". E più avanti: 20. "Efraim è per me un figlio
caro, un figlio prediletto e quanto più parlo di lui, tanto più
è vivo e continuo il ricordo che ho di lui; perciò le Mie viscere
si commuovono per lui e certo Io avrò pietà di lui, parola del
Signore". E nel verso 31: "Ecco, i giorni arrivano, dice l'Eterno,ed
Io stabilirò un nuovo patto con la Casa d'Israele e con la Casa di
Giuda". Dopo la promessa di Ha Shem che i figli di nostra madre Rachele torneranno
entro i loro confini, viene promessa una nuova via che sarà rivelata a
suo tempo per salvare il gregge dalla casa d'Israele così come la
discendenza di Giuda.
Pesce 20: La compassione di nostra
madre Rachele (il cui nome allude alle pecore), ha favorito assai la loro
salvezza per portare alla fine al Nuovo Patto Completo, che, come detto,
contempla i tre greggi: ebraico, cristiano e musulmano, così come i
greggi di tutto il mondo, a favore della riconciliazione universale. Dopotutto,
la pietra che ricopre il pozzo è grande, e le acque del pozzo devono
abbeverare tutte le pecore. Pertanto, è molto importante attingere
l'acqua dal Pozzo della Compassione. Il mondo ha aspettato per circa
quattromila anni l'elezione del Goel Finale, che, in virtù del suo amore
per le anime del gregge disperso, ha rimosso la grande pietra dalla bocca del
pozzo per rivelare al mondo sia la misericordia del Santo Benedetto su tutte le
anime che il Patto Completo che le salva e porta la pace nel mondo. La pace non
viene dall'oggi al domani, perciò è più corretto parlare
di costruzione della pace, dato che una pace stabile e perenne richiede che le
sue fondamenta siano solide per la volontà di coloro che vogliono
veramente vivere in pace nel mondo.
Pesce 21: La pace che
regnerà nelle generazioni della Redenzione Finale sarà alla base
dell'imponente edificio, Binian ha Shalom, come vide in sogno Davide Levi nel
1983 (il Segno della Quarta Generazione e del Nuovo Edificio, che rappresenta
il Quinto dei Sei Segni Redenzionali). Dopo aver visto scene di caos, di
sparatorie e spargimento di sangue, Davide vide all'improvviso che l'atmosfera
cambiava e dalla terra spuntò fuori un meraviglioso edificio che
irradiava pace e armonia. Davide sognò di essere in Israele, per cui
possiamo collegare il segno alla Casa di Preghiera per tutti i popoli. Il
sogno-segno è doppio: contiene la fase della "quarta
generazione" e la fase della "nuova costruzione". La Quarta Generazione
indica la conflittualità e il caos mondiale, mentre la Nuova Costruzione
indica il raggiungimento di un nuovo ordine, contraddistinto dalla pace
universale. Non ci sarà solo la Nuova Santità della Casa di Preghiera
della Gheulà Shlemà, ma anche la nascita di tante nuove
istituzioni che promuoveranno la pace.
DECIMO CAPITOLO
Colonna del Cuore della Rosa
Il Terzo Pozzo è "la
grande pietra sulla bocca del pozzo" (even ghedolà al pì ha
be'er)
Nella Costellazione delle Stelle
di Ester esso è il "Pozzo del Carattere"
"E Giacobbe vide nella
campagna un pozzo presso il quale stavano coricati tre greggi di pecore,
poiché da quel pozzo abbeveravano i greggi e la pietra sulla bocca del
pozzo era grande" (Genesi 29, 2).
Pesce 1: L'intento di questo
testo ha più scopi, come il dare nuove spiegazioni secondo i Segni
Completi dai pozzi di Beer Sheva (tutti i pozzi vengono qui spiegati anche se
non tutti si trovano a Beer Sheva), perché tramite essi possiamo trovare
allusioni nella Santa Torà. Con l'avvento del Goel Haim e dei Segni
Redenzionali l'ebraismo entra in una nuova fase storica, poiché è
la Torà stessa che lascia trasparire nuove realtà attraverso il
Patto Nuovo.
Pesce 2: E così l'intero
Libro della Rosa (Sefer Mishnat Haim) propone nuovi studi fondati sulla
Torà, i Profeti ed i Segni Redenzionali. In questo modo la Torà
si rinnova nel Nuovo Patto Finale. Per l'ebreo che studia la Torà
quotidianamente da molti anni, vengono ora rivelate nuove allusioni tramite i
Segni della Redenzione Completa. A questo proposito, possiamo citare una saggia
parabola di Yeshua: A cosa assomiglia il dotto scriba della Torà che diventa
discepolo del Regno dei Cieli? Al padrone di una casa bella e grande che
è piena di cose vecchie e nuove. Può così utilizzare le
cose vecchie e le cose nuove quando lo desidera.
Pesce 3: Yeshua parlò del
Regno dei Cieli nel contesto dei Segni Redenzionali e Messianici iniziali
ricevuti nella scuola essena. I dotti ebrei non conoscevano né capivano
le sue intenzioni e le sue parole circa il Regno dei Cieli, e infatti nel suo Sermone
della Montagna disse ai popolani: "Beati i poveri di spirito,
perché loro sarà il Regno dei Cieli" (Matteo 5, 3) e frasi
simili che entusiasmavano chi le ascoltava, nell'attesa di un mondo futuro migliore.
Yeshua spiegò anche nelle sue parabole che chi scopre un tesoro grande e
prezioso farà di tutto per tenerlo e sarà anche disposto a
lasciare tutte le altre cose del mondo pur di custodirlo.
Pesce 4: I rabbini dell'epoca
sospettavano che con le sue parabole Yeshua intendesse allontanare i fedeli
dallo studio e dalla tradizione della Torà; ma, in realtà, Yeshua
stava dicendo che il dotto scriba divenuto discepolo del Regno dei Cieli possedeva
una casa che conteneva beni preziosi, antichi e anche nuovi. Non c'è
contraddizione di termini, perché la perfezione voluta si esprime nel saper
apprezzare i tesori antichi con quelli nuovi che arricchiscono chi li possiede.
Le novità meravigliose possono spaventare le menti di chi non ci
è abituato, per questo gli ebrei non sono diventati allievi del Regno
dei Cieli negli ultimi 2000 anni, e ancora oggi non sanno cosa sia.
Pesce 5: Nel "Libro dei
Segni della Torà del Profeta Elia secondo il Grande Pesce
Leviathan" ("Vayishakehu"), laddove ho rivelato il legame tra i 6
punti sopra la parola "Vayishakehu" (Genesi, 33, 4) e i 6 Segni
Redenzionali, ho anche formulato la domanda" come mai nella Torà
non si parla dell'Aldilà. La risposta principale è che la
Torà non poteva rivelare la questione del Regno dei Cieli prima
dell'avvento della Gheulà Shlemà. La Torà non parla
dell'altro mondo, perché la vita dopo la morte non riguarda solo
Israele, ma tutti gli esseri umani, quelli buoni, destinati a passare in un
luogo paradisiaco e quelli malvagi, destinati ad un luogo infernale. La
Torà non intande trattare prima del tempo "il segreto" del
Regno dei Cieli, che rappresenta un mondo speciale e sublime. (Puntualizziamo
che questo "segreto" non fa parte dei "segreti" che gli
Tzadikim Nascosti conoscono tramite la loro ascesa, ma fa parte dei
"segreti" destinati ad essere rivelati nei tempi redenzionali). La
questione del Regno dei Cieli deve essere rivelata a beneficio di tutta
l'umanità dopo che Ha Shem ha eletto il Goel Haim, perché ciò
fa parte del Nuovo Patto che verrà stabilito con la Redenzione Completa
e Finale.
Pesce 6: Le intenzioni di Yeshua hanno
in parte avuto un buon esito, sebbene, in seguito, i Padri della Chiesa le
abbiano manipolate e falsate. Il Regno dei Cieli che accolse Yeshua dopo la sua
morte (che noi chiamiamo "il pre-Regno dei Cieli") non era il Regno
dei Cieli Completo che dura per sempre, istituito da Ha Shem dopo la Sua elezione
del Goel Finale Haim. Pertanto, non ha senso chiamare Regno dei Cieli tutto
ciò che era nel passato, dal momento che il suo ruolo è annullato
alla luce del Regno dei Cieli Redenzionale. Infatti, poiché il
sacrificio di Yeshua fu accettato in Alto ecco che la sua missione
stabilì il pre-Regno dei Cieli per i cristiani virtuosi e pietosi ma non
per il Cristianesimo come nuova religione data la sua fede idolatra.
Pesce 7: Dal pre-Regno dei Cieli
Yeshua poteva suscitare la misericordia divina sulle persone buone. Non voglio
dilungarmi su questo argomento, che ci porta fuori dal seminato, dico solo, in
senso generale, che le parole dei Segni Iniziali si realizzarono tramite la
missione di Yeshua che era già stata preannunciata attraverso dei segni
stellari. Sotto tale influenza, Yeshua potè, tramite parabole ed
allegorie, parlare del Regno dei Cieli e predicare i vantaggi di un mondo
futuro raggiunto per mezzo di comportamenti virtuosi e altruistici in vita.
Nelle sue profezie sulla discesa del Regno dei Cieli sulla terra egli spiegò
che solo i buoni saranno salvati; dalle sue parole vediamo che c'erano
allusioni anche sulla sua uccisione, resurrezione dai morti e sul suo ruolo nel
Regno dei Cieli.
Pesce 8: i Segni Iniziali erano
reali e sono stati completati dai Segni Redenzionali. È importante
ricordare, tuttavia, che i Segni Iniziali furono falsati dall'idolatria
presente nella dottrina cristiana, per cui la loro effettiva
esistenza nel mondo è rimasta occultata nella tradizione cristiana. A
causa di ciò, i Segni non si svilupparono nel corso delle generazioni.
Il Cristianesimo non ha nulla a che fare con il vero Regno dei Cieli, dove si
trovano i tesori di cui parlò Yeshua. Diremo anche che Yeshua, contrariamente
a quanto insegnato dalla teologia cristiana, non aveva alcuna natura divina, ma
fu un 'rabbi' umile, sincero e amato da Dio, che accettò su di sé
la sua missione. Egli fu amato anche per il suo zelo per la verità, il
suo amore per il popolo d'Israele e le sue azioni per redimerlo. Egli andò
incontro alla morte con estrema umiltà adempiendo così la
profezia del Libro di Isaia (cap. 53).
Pesce 9: Spiego qui la cosa
perché si comprenda bene che i Segni Completi Redenzionali, arrivati
dopo l'elezione del Goel Haim, sono veramente nuovi e non sono destinati solo
agli ebrei, ma ai cristiani e a tutti gli altri popoli. La nuova conoscenza della
vera missione di Yeshua comprende la correzione del Cristianesimo, che porta
alla correzione dei Vangeli, alla correzione dell'Albero della Conoscenza del Bene
e del Male, perché i Vangeli alternano falsità (soprattutto nel
quarto Vangelo) ad insegnamenti veri. Dalla correzione ne uscirà un
testo separato che si baserà sulla parte vera dei Vangeli e farà
parte della vera Bibbia.
Pesce 10: Parliamo qui della vera
storia del Mashiah ben Yosef, termine noto e alquanto confuso nella Tradizione
(così come ogni altro argomento "messianico"), ma dato che la
missione di Yeshua era reale, essa rientrerà nella vera tradizione di
Israele. Anche i cristiani accetteranno la correzione del Nuovo Testamento e si
baseranno sulla vera Bibbia. I Segni Redenzionali completano la Storia e grande
è la testimonianza che abbiamo ricevuto, grazie a Dio Benedetto, in
questi ultimi 26 anni. Dopotutto, la stessa Torà rientra nel quadro del
Patto Completo e tre sono gli Uomini della Redenzione: Mosè, Yeshua e Haim.
Mordechai lo Tzadik fu davvero il secondo Goel di Israele, ma la sua redenzione
non era collegata alle dieci Tribù ma ai soli ebrei esiliati in
Babilonia dalla terra di Giudea, per cui non si trattava di una redenzione
universale.
Pesce 11: D'altra parte, la
missione di Yeshua uscì per le nazioni del mondo, e anche nel Corano il
Nazareno è molto lodato come profeta e messaggero di Dio. Per questo lo
possiamo considerare come il secondo uomo della Redenzione Universale.
Tuttavia, la Terza Redenzione è la più universale di tutte, per
cui si leva una gioia generale quando la Correzione del Cristianesimo e la Riforma
nell'Ebraismo vengono sigillate dopo dodici anni di Segni Completi. E Giacobbe
baciò Rachele con l'amore delle anime disperse del gregge della Casa
d'Israele, per merito del terzo Goel Haim da Sana'a, Yemen, che, in
virtù della forza concessagli dall'Alto, rimuove la grande pietra dalla
bocca del pozzo e fornisce le chiavi per raggiungere la pace universale,
menzionata nei libri dei Profeti.
Pesce 12: Le chiavi indicano che
gran parte delle profezie messianiche si sono realizzate tramite la missione di
Yeshua solo in minima parte, anche se il capitolo 13 del libro del santo
profeta Isaia descrive la missione di Yeshua che verrà capita a fondo
con la Gheulà Shlemà. Il popolo d'Israele capirà alla fine
che tale profezia andava riferita a Yeshua, che era un uomo giusto che viveva
nella sua fede e fu ucciso nella sua innocenza mentre portava su di sé i
nostri peccati. Il popolo d'Israele capirà e si pentirà per le incomprensioni
del passato e si farà una nuova opinione. Nella profezia di Isaia si
trova anche una delle grandi chiavi della pace espressa nelle parole: "Mussar
shlomenu alav, la morale, per cui abbiamo la pace, è su di lui" (53,
5). Ossia: la nostra pace, del popolo d'Israele, dipende dai nuovi insegnamenti
su Yeshua. Nel contesto di questi insegnamenti, volgeremo i nostri cuori dalla
parte dell'amore, comprenderemo ancor di più perché Ha Shem ci ha
castigato e cercheremo la nostra correzione.
Pesce 13: E gioiremo e piangeremo
allo stesso tempo nel comprendere tutta questa profezia che è davvero un
"giardino" (gan - 53) di profezie importanti, stabiliremo la pace con
i nostri cuori e apprezzeremo e ameremo Yeshua, figlio di Miriam e Yosef,
perché è nostro fratello, perché Ha Shem lo ha amato, e
magari fossimo tutti umili come lui. Dalla fraternità arriveremo alla
compassione e poi al carattere forte, perché questa è la via per
la pace voluta dal Signore. Yeshua aveva un carattere molto forte, e da lui
dobbiamo imparare la morale. Non era capito, ma tuttavia fu tenace nella sua
fede in EL SHADDAI e portò avanti la sua missione. Capiremo anche che i
nostri Saggi di benedetta memoria fraintesero la sua predicazione su molte
questioni, dato che c'era un decreto per il quale Ha Shem si occultò a
noi nei duemila anni di esilio, per cui ci stupiremo assai quando mediteremo a
fondo su questa vicenda. Dobbiamo ricordare sempre anche le parole del profeta
Isaia (55, 8): "Poiché i Miei pensieri non sono i vostri pensieri,
né le vostre vie sono le Mie vie", poiché grande è il
Signore che fa la Sua volontà e non ha pregiudizi. Umiliamo pertanto la
nostra mente e torniamo ad imparare le vie amate di Ha Shem, sia lodato il Suo
nome in eterno.
Pesce 14: Considerate le
meraviglie dei Segni Completi! Nelda Levi è morta proprio mentre stavo
scrivendo sul bacio di Giacobbe a Rachele, per cui c'è un nesso forte
nella questione, poiché il merito di Nelda Levi è molto grande e
lei stessa appartiene al gregge disperso della Casa di Israele. Lei ha avuto il
privilegio con i suoi familiari di ricevere i sei Segni Redenzionali, per
merito del loro amore per il Morè Haim, per la vicinanza e l'empatia
alla sua sofferenza. Anche dopo la dipartita dello Tzadik, Nelda ha sempre espresso
il suo amore per il Morè Haim, così come ha manifestato il suo
grande amore per suo marito Remo, mancato nel 1994. Oltre ad aver sognato il
Segno dell'Asino che mangia il pane, Nelda ha avuto lo zechut di vedere altri
sogni redenzionali, collegati alla futura armonia tra ebrei e buoni cristiani.
In un sogno, ad esempio, vide di camminare insieme al papa polacco Giovanni
Paolo II, con una folla festante che acclamava e salutava il loro passaggio.
C'era uno spirito buono tra loro e il papa le disse scherzosamente: "Penseranno
ancora che stiamo per sposarci...".
Pesce 15: Abbiamo già
spiegato altrove che papa Karol Wojtila era buono, amava la pace e stimava
Israele, per cui ha avuto il merito di essere nel Segno della testa di
Esaù entrata nella Grotta di Machpelà; egli, come primo pontefice
ad entrare nella sinagoga di Roma con il rabbino Toaff, ha contrassegnato la
fine del decreto bimillenario di separazione fra cristiani ed ebrei. In questo
contesto, anche Remo Levi ricevette un sogno molto importante, in cui vide lo
Tzadik Haim in un cimitero che segava il tronco di un albero, segno questo del
taglio del decreto di conflittualità esistente dall'istituzione della Chiesa.
Pesce 16: In cuor suo Nelda Levi
avrebbe voluto vedere i cristiani riconoscere la vera fede della Torà e
l'Unità di Dio e manifestare l'amore per il popolo ebraico. Nelda era
una donna molto semplice che non aveva potuto frequentare la scuola da bambina
perché doveva aiutare a mantenere la famiglia numerosa con tre fratelli
e una sorella più giovani di lei. Era nata e cresciuta in un paese di
contadini (Carmignano di Brenta, in provincia di Padova), dove tutti erano
cattolici. Si è convertita all'ebraismo nella comunità di Milano.
Pur non essendo di discendenza rabbinica, Ha Shem l'ha prescelta per essere la
moglie e la madre di chi ha ricevuto i Segni Redenzionali, e noi l'abbiamo
definita la madre di tutti gli Asini della Gheulà Shlemà. E in un
sogno di Solly Kamkaji a Beer Sheva, circa un mese prima della sua morte, è
stato detto che per merito suo il Regno dei Cieli si avvicina al mondo.
Pesce 17: Non è un piccolo
elogio che per merito di Nelda il Regno dei Cieli si avvicina al mondo, e in fondo
anche il sogno che avuto Giuseppe la notte dopo il funerale è merito
suo. La morte della signora Levi è nel segno del bacio di Giacobbe a
Rachele e questi ultimi capitoli che ho scritto sono nel contesto di quel bacio
e del legame di nostra madre Rachele con il gregge disperso della Casa
d'Israele.
Pesce 18: Come sia stato il bacio
tra Remo e Nelda nel Regno dei Cieli non è dato sapere, ma sicuramente
il Morè Haim, che ama moltissimo la signora Levi, l'avrà baciata
nella sua ascensione. Presumo anche che prima di baciarla, il Goel Haim pieno
di forza, abbia fatto rotolare la pietra dalla bocca del pozzo secondo le misure
di questo nuovo periodo, in cui siamo entrati dopo la morte di Nelda. Pertanto,
nel libro del Commento di Beer Sheva viene attinta nuova acqua per abbeverare le
greggi assetate. E sebbene ignoriamo come opera il Goel nei livelli supremi e
nascosti, siamo certi che è vicino il tempo in cui il Gregge Disperso potrà
bere alle acque di questo pozzo per la sua salvezza; siamo infatti entrati in
un nuovo periodo storico, e, con l'aiuto di Ha Shem, le menti e i cuori delle
pecore smarrite della Casa d'Israele si risveglieranno e cercheranno le loro
radici. Amen e sia fatta la Sua volontà.
Pesce 19: Magari che anche gli
ebrei si risveglino per voler fare questa grande mitzvà associata al
Segno dell'Asino che mangia il pane e al Cavallo Bianco occupandosi anche della
correzione del Cristianesimo, ovvero: cercare di trovare e salvare le anime del
gregge disperso per poterle far ritornare entro i confini dell'ovile ebraico.
Pesce 20: È importante
ricordare che ogni segno della Quarta Generazione è doppio. Il segno che
indica che per merito di Nelda Levi il Regno dei Cieli si avvicina alla terra
simboleggia la pace e una nuova comprensione, anche se è associato al
castigo che spetta a coloro che trasgrediscono impunemente la volontà di
Dio. La "discesa" del Regno dei Cieli sulla terra ha anche lo scopo
di allontanare dal mondo tutti coloro che ostacolano la Redenzione, prima del
Giorno grande e terribile di Ha Shem. Pertanto, saggi di cuore, sforzatevi,
preparatevi ai tempi che stanno per venire, pensate alla vostra salvezza,
perché il Santo Benedetto è l'Unico che salva, per cui chiedete
la Sua protezione; la protezione, infatti, verrà concessa a coloro che
fanno la Sua volontà.
Pesce 21: Il nostro compito
è di annunciare la volontà di Ha Shem per tutto ciò che
riguarda la Gheulà Shlemà e avvertire a non andare contro la Sua
volontà. Purtroppo, le nostre parole sono ancora lontane dalle orecchie
del mondo, che sono ancora chiuse, e anche la diffusione dei nostri scritti ha
trovato mille ostacoli. Tuttavia, cercheremo di essere forti nello spirito,
poiché Ha Shem vuole che si sappia della resurrezione dello Tzadik Haim
e delle novità redenzionali, e magari sempre più persone
entrassero nel Segno dell'Asino che mangia il pane per poter salvare le anime
delle pecore disperse della Casa d'Israele, perché si tratta di una grande
mitzvà, ed Ha Shem Baruch Hu proteggerà coloro che si occupano di
questa mitzvà.
UNDICESIMO CAPITOLO
Colonna del Cuore della Rosa
Il Quarto Pozzo è "la
pietra di sulla bocca del pozzo" (ha even al pì ha beer)
Nella Costellazione delle Stelle
di Ester esso è il "Pozzo del Contrasto"
"Quando tutti i greggi si
erano radunati in quel posto, i pastori rotolavano la pietra di sulla bocca del
pozzo, abbeveravano il gregge e rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca
del pozzo" (Genesi 29, 3).
Pesce 1: La Pietra (EVEN=
Alef+Bet+Nun Sofit) secondo i segni del Leviathan: la ALEF nella Resurrezione
dell'Uccello, la BET nella Battaglia del Pesce e la NUN FINALE nel Profumo
Celeste. Le Mazalot ci aiutano a dare un contenuto redenzionale o morale alle
parole della Torà tramite i Segni, e il Leviathan ama la parola
"grande" essendo anche lui un grande pesce nella galassia. Egli
è l'amato pesce della Gheulà Shlemà, ed è grande,
universale e completo. Di conseguenza, vedendo il termine "grande
pietra" è molto felice, perché sa che anche se la
Torà ha 3500 anni, il termine "grande" indica la sua
appartenenza proprio al periodo redenzionale, e non prima. Questo fatto si
aggiunge alla sua gioia, perché anche se allora era scritto nella Torà,
non è ancora possibile rivelarne l'allusione, mentre ora, grazie al Goel
Haim, è stato dato il permesso di comprendere le allusioni, sperando che
siano diffuse a livello universale.
Pesce 2: E del resto, la possibilità
di ricevere nuove comprensioni dalle Mazalot è stata data anche
all'Asino, secondo le sue capacità, affinché le possa spiegare
per iscritto, così da poter essere comprese dal pubblico. Non
perché l'Asino sia saggio, ma perché gli piace tanto mangiare il
pane stellare. Dopotutto, la grande pietra sulla bocca del pozzo rappresenta la
pace universale che prevarrà nel mondo con l'aiuto di Ha Shem dalla quinta
generazione in poi. La Grande Pietra è il simbolo della costruzione
della vera pace. E su cosa viene costruita la pace chiamata Grande Pietra? La
risposta è "Resurrezione dell'Uccello", "Battaglia del
Pesce" e "Profumo Celeste". Si tratta anzitutto di credere nella
risurrezione del Goel Haim. Una volta raggiunta la fede attraverso tutta la
grande e meravigliosa testimonianza della Gheulà Shlemà,
c'è bisogno della "Battaglia del Pesce" che spiega chiaramente
che cos'è l'Unità di Dio, ed è una cosa miracolosa che non
solo i cristiani hanno bisogno di essere corretti ma anche una parte del popolo
d'Israele.
Pesce 3: Infatti grosse parti del
popolo d'Israele sono cadute nella terribile credenza del mondo di Atzilut
emanatosi dall'Ein Sof e ciò rappresenta lo storico Vitello d'oro
finale, che deve essere bruciato e rimosso dal campo ebraico. I Rabbini,
purtroppo, invece di bruciare il Libro dello Zohar, che è un libro
impuro, che contamina e seduce con le sue menzogne aberranti, lo hanno fatto
entrare (come tutta la mistica derivatane) nel canone dei libri sacri, per cui
si è avverata la profezia del nostro Maestro Moshè "hanno
sacrificato ai demoni e non al Signore, a divinità che ignoravano, nuove
divinità venute di recente, di cui i vostri padri non immaginavano
l'esistenza" (Deut. 32, 17). E sebbene la maggior parte del popolo ebraico
ignori il peccato dello Zohar e della falsa Kabalà, anche tra gli
studiosi della Torà non si sente qualcuno che si opponga ad alta voce. Pertanto
la "Battaglia del Pesce" avverrà quando gli studiosi della Torà
si leveranno nel loro zelo per la fede in Ha Shem chiara, pura e incontaminata
contro il Libro dello Zohar e tutte le menzogne in esso contenute e prenderanno
parte alla grande correzione del popolo d'Israele. Quando la questione
sarà chiarita, esso capirà la portata del peccato nel quale lo ha
fatto cadere il Satàn. Da una tale correzione ne usciranno tutti
più umili, perché anche i Saggi e i Gheonim sono caduti nel
peccato di cui "i vostri padri non ne immaginavano l'esistenza". La
correzione spezzerà ogni tipo di superbia e alterigia, dato che anche
noi, figli d'Israele, siamo caduti nell'idolatria senza rendercene conto.
Pesce 4: E se direte:
"Sì, ma in generale il popolo ha mantenuto la fede
nell'Unità di Ha Shem e solo una piccola parte ha sbagliato e crede in
quelle idee sbagliate" risponderemo: "Sì, è vero, ma,
purtroppo, quelli che sono caduti sono i rabbini, gli studiosi della
Torà, i responsabili della cura delle anime". Il Cristianesimo
è caduto a causa del Logos (Verbo), esposto chiaramente nella prefazione
del Quarto Vangelo, in cui viene riportata la menzogna che il Verbo si
incarnò in Gesù. L'èbraismo è invece caduto a causa
del peccato dello Zohar e delle Sefirot emanate da Dio. Dal confronto di queste
due concezioni vediamo che esiste un'analogia tra loro: non c'è grande
differenza tra il credere che Dio si sia emanato con le Sefirot o che Dio si
sia fatto carne in Cristo. Chi approfondisce la materia noterà come
Satàn faccia cadere il fedele nell'idolatria usando mezzi subdoli e
sofisticati.
Pesce 5: Lo spirito umile che ne
risulterà aprirà la strada a considerare tutta la storia del
Cristianesimo e a capire la questione della missione di Yeshua. Si
comprenderà anche come la falsa dottrina di Atzilut abbia partorito
circa 350 anni fa il falso messia Shabatai Zvi e come dallo Zohar siano sorti
movimenti cosiddetti "hassidici" che hanno stravolto la vera fede,
come il movimento di Chabad che ha creato un nuovo falso messia, Mendel Schneerson,
che i suoi seguaci venerano come un dio e definiscono "nostro Maestro,
nostro Rabbino, nostro Signore in eterno", Dio ci salvi da tanta
idolatria!!!. La divinità del Cristo Re e la divinità del
Moshiach Schneerson hanno le stesse radici idolatre. Pertanto, fratelle ebrei,
di che cosa possiamo vantarci? Rimuoviamo dal nostro accampamento ogni parvenza
di Atzilut e ristabiliamo la pura fede nell'Yihud Ha Shem secondo la nostra vera
Tradizione. Chiediamo ai nostri fratelli cristiani di eliminare il falso Logos
dal Quarto Vangelo così come le altre aggiunte che hanno portato a
divinizzare il nostro maestro ebreo Yeshua, e così potremo riesaminare
il valore della sua predicazione messianica. Questa è la grande
correzione che ci ha mandato il Goel Haim Redentore nel Segno delle Stelle:
"Questa è la stella di Cristo, venuta grazie
all'umiltà".
Pesce 6: Certo, nessuno
potrà trarre vere conclusioni se non dagli scritti della Redenzione
Finale, e in particolare dal Libro che Stupisce (Sefer ha Maflì) che
tratta per lo più la correzione del Cristianesimo. Dopotutto, sono
pochissime le persone che possono sostenere da sole la Battaglia del Pesce,
come, primo fra tutti, il grande Hacham Yehye ben Shlomo Kapah, che scrisse nel
1931 la sua opera "Milchamot ha Shem", che, basandosi sulla
Torà e la Tradizione, distrugge la falsa dottrina di Atzilut presente
nello Zohar. E, purtroppo, fino ad oggi, il suo libro o è stato
osteggiato violentemente o non è stato capito ed apprezzato. Nella
costruzione della vera pace, quindi, la fede ha bisogno di chi è stato scelto
dal Santo Benedetto come Goel, come ho spiegato nel libro "Le Cinque
Tavole dell'Alleanza". Bisogna fare affidamento sulle spiegazioni di
Milchamot ha Shem per imparare la purezza della fede.
Pesce 7: Anche i musulmani, pur
credendo nell'Unità di Dio, hanno bisogno di una grande correzione nella
Battaglia del Pesce, poiché la storia dimostra che non basta credere
nell'Unità di Dio, se la stessa credenza permette di fare cose che sono
contro la volontà di Ha Shem. Sappiate che tutti i detrattori di Israele
e gli odiatori degli ebrei in generale, che stupidamente credono che questa sia
la volontà di Dio, maledicono se stessi giorno e notte, per cui le loro
preghiere non sono gradite davanti al Santo Benedetto. I loro pensieri sono in
realtà contrari al Dio di Israele, che ha scelto il popolo d'Israele
come Suo popolo sacerdotale. In sogno uno degli allievi ha visto il Goel Haim
mentre pregava. Lo Tzadik era molto triste e disse che tra tutte le preghiere
dei musulmani in questo periodo salivano al cielo poco meno di 500 preghiere. È
una cosa terribile e davvero triste, perché un miliardo di musulmani
prega cinque volte al giorno. Anche i musulmani che affermano che l'Islam deve
conquistare il mondo intero per imporre la loro religione sono fuori di testa e
la loro convinzione è semplicemente folle.
Pesce 8: La fede deve essere nel
giusto, non solo per ciò che riguarda l'Unità di Dio, fondamentale
e primaria, ma anche per ciò che riguarda la fede dei Patriarchi e gli
eventi raccontati nella Torà, compresa la prima redenzione dall'Egitto e
la promulgazione del Decalogo sul monte Sinai. Tutti devono accettare che
è il Santo Benedetto che ha scelto il popolo di Israele per ricevere la
Torà e senza di ciò non sarebbero sorti né il Cristianesimo
né l'Islam. È importante conoscere le promesse di Ha Shem
espresse nella Torà e nei Profeti al popolo di Israele, che nonostante
tutte le iniquità e i peccati commessi, è imperituro. Ciò
lo si desume da Geremia (31, 34 – 36): "Poiche Io perdonerò la loro
iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato.
Così parla il Signore, che ha dato il sole come luce del giorno e le
leggi alla luna e alle stelle perché illuminino la notte; Egli che
solleva il mare così da far muggire le onde, Adonai Tzevaot è il
Suo nome. Se quelle leggi venissero a mancare davanti a Me, dice il Signore,
allora anche la discendenza cesserebbe d'essere in perpetuo una nazione al Mio
cospetto. Se i cieli in alto potessero essere misurati e le fondamenta della
terra di sotto potessero essere scandagliate, allora anch'Io rigetterei tutta
la discendenza di Israele per tutto quello che ha fatto, dice l'Eterno".
Pesce 9: Dopotutto, i Segni
Redenzionali indicano che le correzioni nella Battaglia del Pesce devono coinvolgere
ebrei, cristiani e islamici. Persino i pastori dei tre greggi insieme non
potevano far rotolare la grossa pietra dalla bocca del pozzo, e così al
presente non esiste nell'ebraismo, nel cristianesimo o nell'Islam messi insieme
una forza che possa rimuovere la pietra della pace dal pozzo per potere abbeverare
le greggi. È anche possibile che ai tempi di Giacobbe ci fosse convivenza
tra tutti i pastori e insieme rimuovessero la pietra, ma nel contesto dei
nostri giorni la loro storia ci serve come parabola affinché nell'era
della Gheulà Shlemà tutti si augurano che le greggi possano
abbeverarsi in un clima di pace.
Pesce 10: In realtà, nostro
padre Giacobbe non aspettò che le greggi fossero radunate, perché
quando vide arrivare Rachele, pervaso di amore per lei (e come parte della sua
profezia – per il gregge delle dieci tribù chiamate a nome di Giuseppe o
Efraim, figlio e nipote di Rachele ), con immensa forza: "fece rotolare la
pietra" (Genesi 29, 10), segno questo dell'edificazione della vera pace finale.
Anche nella Gheulà Shlemà, il Goel Haim non aspetta che si
instauri la pace nel mondo per mandare i Segni Redenzionali come allude la frase
"non è ancora tempo di radunare il gregge" (ibid. 7). In altre
parole: abbeverate il vostro gregge come più vi aggrada, ma sappiate che
la pace universale arriverà solo secondo le modalità volute da Ha
Shem, quando infonderà la forza necessaria al Goel Haim, scelto nel
segno della Gloria d'Israele. Abbiamo visto, quindi, come la ALEF e la BET
della grande Pietra (EVEN – ALEF BET NUN FINALE) della Pace siano alla base
della fede nella Gheulà Shlemà. E che dire della NUN FINALE? Essa
è nel segno della Preghiera.
Pesce 11: Per la completezza della
Pietra della Pace e per la sua edificazione dalla Resurrezione dell'Uccello e
dalla Battaglia del Pesce, ci vogliono le preghiere del cuore rivolte al Santo
Benedetto per la riuscita della ALEF e della BET. Le preghiere devono essere
vere e salire a Dio per risvegliare il Profumo Celeste che rende profumato
colui che innalza la sua preghiera. Le preghiere completano la fede e collegano
la ALEF e la BET alla NUN FINALE allungata che unisce il cielo alla terra, ed
è la stessa NUN FINALE del Grande Pesce Leviathan. Non dimentichiamo che
anche quest'ultimo opera, dopo l'avvento del Goel, per costruire la pace nel
mondo. Dopotutto, è un pesce universale che vuole che il mondo intero
riceva dei buoni e nuovi influssi dalle sue Mazalot, e anche se un'intera
generazione dovrà passare prima che arrivi la pace, il Leviathan
è sempre operoso.
Pesce 12: Guardate piuttosto come
esso sia coinvolto nella questione che stiamo trattando. Dopo che abbiamo
considerato come la dimensione della Pietra è associata alla
Gheulà Shlemà e alla dimensione del Leviathan, e dopo che abbiamo
visto come la Pietra sia collegata alle Mazalot della Resurrezione dell'Uccello,
della Battaglia del Pesce e del Profumo Celeste, e come la NUN FINALE sia
quella della Pietra e del Leviathan, possiamo concludere dicendo che la Grande
Pietra sulla bocca del pozzo allude al Leviathan stesso, dato che è lui
che "ricopre" le vere spiegazioni sulla pace universale. Per questo
abbiamo bisogno del Goel Haim che ha la forza di rimuovere la pietra per
scoprire le acque del pozzo e abbeverare il gregge; il Goel ci insegna anche
cose completamente nuove dal Libro delle Stelle di nostro padre Abramo, che si
rivela nel primo Segno Completo, il Segno delle Stelle della Redenzione. Il
Goel Haim ci ha anche rivelato i nuovi nomi delle Tredici Mazalot del Leviathan,
che si trovano al di sopra dei dodici segni zodiacali.
Pesce 13: Nei primi anni lo Tzadik
Haim mi istruì, in sogno, su come ricevere la vera nuova Kabalà,
ordinando le cose per iscritto ed evitando di spiegarle in pubblico ad alta
voce ma rivelandole sottovoce a chi avesse voluto ascoltarle. In seguito,
scesero i sogni agli Asini tra di noi, in cui il Leviathan, attraverso la visione
onirica, mandava allusioni, ghematrie e nuovi nomi zodiacali, e ciò
è per noi nuova e vera Kabalà; si tratta di "antipasti"
serviti alla grande tavola del banchetto promesso ai Giusti. Il Grande Pesce
può accompagnare qualsiasi parola della Torà, perché ogni
parola di vera Kabalà è radicata nella Torà. E dal momento
che i nostri Saggi di benedetta memoria ci hanno insegnato che la Torà
ha settanta facce, ci è chiaro che la kabalà del Leviathan
è una di quelle facce, ma notate come essa sia speciale in tutte le sue
questioni, perché tutte le sue parole sono ricevute dalle stelle
redenzionali, per cui ci sono innumerevoli innovazioni, e grazie a loro la Torà
si arricchisce.
Pesce 14: Il mio modesto ruolo
è aprire le vie di questa nuova e vera Kabalà per i saggi e gli
studiosi della Torà nei tempi a venire, quando riconosceranno la
resurrezione del Goel, le Guerre di Dio, i Segni Redenzionali, il Nuovo Rito
della Casa di Preghiera. Non c'è limite alle innovazioni del Leviathan
come non c'è limite alla Torà, per cui i saggi e gli studiosi
della Torà impareranno le regole che ci vengono date e potranno trovare
acqua viva nelle innovazioni secondo ogni argomento e nei tempi futuri
redenzionali. Osservate inoltre un altro dettaglio interessante nel versetto
"E Giacobbe si diresse e fece rotolare (va-igal) la pietra dalla bocca del
pozzo"; nel verso non si dice "va-igolel" (legolel = fare
rotolare) la pietra, bensì "va-igal", dove il verbo si
può leggere anche "e scoprì" (legalot = rivelare), come
a voler alludere alla rivelazione delle Mazalot del Leviathan, la Resurrezione
dell'Uccello, la Battaglia del Pesce e il Profumo Celeste. Ci ha anche rivelato
tutti i Segni Redenzionali, la struttura della Casa di Preghiera della
Gheulà Shlemà e le formule delle preghiere del Nuovo Rito. Per
questo la pietra è associata alle Mazalot del Grande Pesce Leviathan.
Pesce 15: E perché la
Torà non ha indicato che la pietra era una "grande pietra"?
Commenta Rashi, la pace sia su di lui: "Come un uomo che rimuove il
coperchio dalla bocca di una ciotola, per farti capire che ha la forza per
poterlo fare". Ed il significato può essere esteso anche al Goel
Haim, la cui ascesa al Regno dei Cieli è stata accompagnata da
un'immensa forza, per cui l'immensa pietra, che racchiude tutte le stelle della
galassia, non è considerata grande per il Leviathan. Pertanto, aggiungiamo
anche che durante la sua vita nel nostro mondo, come Capo dei 36 Tzadikim Nascosti
della sua generazione, lo Tzadik Haim aveva il potere di salire nei mondi
superiori ed era a conoscenza dei segreti superiori.
Pesce 16: DIARIO: Questa
mattina, 15 marzo 2009, Nodà ha sognato che bisogna esaminare tre
profezie: Isaia cap. 26 e 42 ed Ezechiele cap. 44. Ad un primo esame ho visto
che ci sono delle analogie con i temi trattati che riguardano la pietra e il
suo collegamento con le Mazalot del Leviathan (la Resurrezione dell'Uccello, la
Battaglia del Pesce e il Profumo Celeste). Isaia allude alla resurrezione dei
morti nel versetto (26, 19): "Rivivano i tuoi morti! Risorgano i tuoi
cadaveri! Svegliatevi ed esultate, o voi che abitate nella polvere,
poiché la tua rugiada è come la rugiada dell'aurora e la terra
ridarà alla vita le ombre". Ezechiele allude in diversi modi alla
Battaglia del Pesce menzionando Meshulam, il servitore sordo e cieco,
nonché il Tempio, i cui sacrifici erano, come noto, profumo che saliva
al Cielo. Guardate che meraviglia: speravo, con l'aiuto di Ha Shem, di attingere
dal pozzo alcune allusioni, per cui è arrivato questo sogno di
Nodà. Osservate bene come le cose ci vengono rivelate perché il
Goel Haim ci guida dal Regno dei Cieli tramite sogni che seguono ogni fase del
nostro lavoro.
Pesce 17: Abbiamo parlato della
grande pietra, ed ecco che Nodà ha ricevuto in sogno la menzione di tre
profezie pertinenti la nostra spiegazione. Un altro esempio è che quando
abbiamo parlato della necessità degli ebrei di affrontare la correzione
del cristianesimo, Nodà ha ricevuto un sogno che dà agli ebrei la
chiave per correggere il tema della nascita di Gesù. In campo cristiano,
è molto difficile la correzione storica sia del Logos che della
questione del culto di "Maria Vergine" (idolatria allo stato puro
condannata alla distruzione), mentre per i figli d'Israele la cosa è
più semplice, poiché riconoscono le menzogne ideate intorno alla
nascita del Nazareno.
Pesce 18: Nodà ha sognato
di partorire Gesù (era in maternità ed un'infermiera la aiutava
nel travaglio). Il piccolo usciva intero, senza sangue e tutto pulito, il sacco
amniotico non era uscito e anche il cordone ombelicale non era stato tagliato,
perché non ce n'era bisogno. Il bambino Gesù indossava una tunica
bianca, mentre Nodà aveva una tunica blu. Nodà discusse un po'
con con l'infermiera su alcune fasi del parto, ma alla fine era soddisfatta che
tutto era andato per il meglio e che il sacco amniotico si fosse alla fine
staccato da solo.
Anche se si tratta di uno strano sogno, si
capisce che in esso c'è una correzione del cristianesimo che deve essere
compresa dai figli di Israele. In effetti, non bisogna convincere gli ebrei che
Gesù nacque in modo naturale dal seme di suo padre e dall'ovulo di sua
madre; e credere che Maria-Miriam fosse vergine è una menzogna priva di
fondamento reale. Tuttavia, è importante che il popolo d'Israele
comprenda altri aspetti della nascita di Yeshua specialmente le questioni riguardanti
la sua missione messianica. In questo modo noi ebrei comprenderemo i segni
della sua resurrezione dai morti, il suo essere stato l'ariete immolato al
posto di Isacco ed il suo essere Mashiach ben Yosef, chiamato anche il Cristo
delle nazioni del mondo cristiano.
Pesce 19: Nodà ha detto che
nel suo sogno Gesù era nato bambino ma in apparenza aveva il viso serio di
un uomo maturo (simile ad altri sogni su Gesù, il cui volto quasi sempre
appare serio). Nel sogno Yeshua indossa una tunica bianca, che è simbolo
del sacerdozio, e quando esce dall'utero materno è intatto e privo dei
segni che accompagnano il parto, come il sangue, il cordone ombelicale e altre
secrezioni. Per questo il sogno contiene segni che appartengono a Malchitzedek,
re di Shalem, sacerdote di EL ELYON (Genesi 14,18). Del resto, anche nella
Torà, Malchitzedek compare all'improvviso, senza che ne abbiamo sentito
parlare prima e senza essere menzionato in seguito. Non ci viene detto nulla sui
suoi genitori, né della sua nascita, né di come sia arrivato al
sacerdozio, ma "sbuca fuori" in due versetti come persona intera
(shalem), nel suo ruolo di re di Shalem (nome precedente di Gerusalemme) e sacerdote
dell'Altissimo.
Pesce 20: Ricordiamo che Yeshua
nacque sotto la Stella di Malchitzedek, chiamata in seguito la Stella di Cristo
(nella Gheulà Shlemà il nome è la Stella che Stupisce). I
Vangeli mettono in risalto l'episodio dei tre magi che seguirono tale stella
che li portò al luogo di nascita del nazareno. Del resto, anche il Goel
Haim nel Segno delle Stelle proclama "Questa è la Stella di Cristo
che viene in virtù dell'umiltà" alla presenza delle stelle
di Abramo, Isacco, Giacobbe ed una quarta stella spostata, che è la Stella
della Quarta Generazione. In questo modo il segno collega i Patriarchi, vissuti
quattromila anni fa, alla Quarta Generazione in cui viviamo. Ne consegue che
non c'è ordine nelle questioni redenzionali senza la conoscenza della
stella che influenzò la missione di Yeshua duemila anni fa.
Pesce 21: Tornando al sogno di
Nodà e allo scopo che riguarda i figli d'Israele, possiamo dire che alla
fine gli ebrei che hanno la fede nelle Novità Redenzionali capiranno
che, nonostante le falsità teologiche presenti nel Cristianesimo, la
nascita di Yeshua fu veramente un evento speciale, influenzato dalla Stella di
Malchitzedek, poiché tutto questo fu opera di Ha Shem, che dispone le
stelle nel cielo a Suo piacimento. E poiché Yeshua visse duemila anni prima
del tempo del vero e completo matrimonio tra il Regno dei Cieli e la terra,
avvenuto per merito del Goel Haim, il concepimento di Yeshua non avrebbe potuto
avvenire prima del matrimonio dei suoi genitori. E poiché la nascita
sotto una certa stella dipende da un certo momento che è già
stato determinato nel cielo, allora, se necessario, la stella influenza gli
eventi terreni, che porteranno alla nascita del neonato nel momento tanto
atteso. Così Giuseppe e Maria sono esenti da ogni peccato, perché
fattori superiori influenzarono il loro operato. Diversamente dalla nascita di Yeshua,
l'incontro di Abramo e Malchitzedek nella Valle dell'Uguaglianza ebbe luogo in
un momento che simboleggia l'integrità e l'equilibrio stellare tra le
loro due stelle. Queste ultime si incontrano nuovamente dopo quattromila anni
per amore della Gheulà Shlemà e poiché il ciclo della Stella
di Malchitzedek è bimillenario, si evince che le due stelle erano alla massima
distanza l'una dall'altra duemila anni fa , ed è questa la ragione dello
squilibrio stellare di quel tempo.
DODICESIMO CAPITOLO
Colonna del Cuore della Rosa
Il Quinto Pozzo è "la
pietra di sulla bocca del pozzo" (ha even al pì ha beer
hashnià)
Nella Costellazione delle Stelle
di Ester esso è il "Pozzo di Ester"
"Quando tutti i greggi si
erano radunati in quel posto, i pastori rotolavano la pietra di sulla bocca del
pozzo, abbeveravano il gregge e rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca
del pozzo" (Genesi 29, 3).
Pesce 1: (Isaia 26, 1-4) "In
quel giorno si canterà questo cantico nel paese di Giudea; noi abbiamo
una città forte, il Signorevi pone la salvezza tramite mura e bastioni.
Aprite le porte ed entri il popolo giusto che si mantiene fedele. A colui che
è saldo nei suoi sentimenti Tu concedi la pace, la pace, perché
in Te confida. Confidate per sempre nel Signore, poiché il Signore,
sì il Signore è la Roccia dei mondi". Questo cantico
è destinato a "quel giorno", ossia il periodo della Gheulà
Shlemà, per cui si tratta di un cantico sulla vera pace che verrà
e permarrà. "Aprite le porte" allude alle nuove porte che si
aprono con la Redenzione Finale. E chi vi potrà entrare? Il popolo
giusto che si mantiene fedele: chi nel popolo ebraico ha conservato la vera
fede nella Torà e nella Tradizione d'Israele. Inoltre, le porte si
aprono anche per le pecore disperse della casa d'Israele, che hanno custodito
la fede delle loro anime, e quando ritornano tramite la Gheulà
Shlemà si rivela loro la fede dal Sinai custodita nelle loro anime. Il
Profeta indica anche un'altra condizione per riconoscerli come "custodi
della fede": il loro sentimento di vicinanza al Signore ed il loro amore
per la pace.
Pesce 2: Pertanto l'inclinazione
di chi confida nel Signore sarà pervasa dalla sua serenità,
perché la vera pace dell'animo si basa sulla fede in Dio. Il termine
"shalom" ripetuto due volte allude alla pace promessa alle generazioni
durante e dopo la Gheulà Shlemà. Vale a dire: la costruzione
della pace redenzionale si fonda su queste due virtù dell'uomo: l'essere
sempre vicino a Dio e il confidare sempre in Dio. "Confidate nel Signore
sempre" questa è la virtù necessaria per meritare davanti a Dio.
ביה ה" צור עולמים (il Signore è la Roccia dei mondi): i nostri Saggi, di
benedetta memoria, hanno spiegato nel Talmud Babilonese (Minchot 29, 2): "Il
Signore, Roccia dei mondi (Tzur olamim) ha creato con la YUD del Suo nome il
mondo a venire e con la HE ha creato questo mondo", chiarendo così
che il confidare in Ha Shem non ha pertinenza con il tema della morte, dal
momento che Dio non ha creato soltanto questo mondo, ma anche il mondo a venire.
Pesce 3: (Isaia 26, 5)
"Poiché Egli ha umiliato quelli che stavano in alto; ha abbassato
la città elevata, la ha abbassata fino a terra, l'ha buttata giù
fino alla polvere". "Quelli che stavano in alto" allude a quei
musulmani che odiano Israele e si vantano che la loro religione è
superiore all'ebraismo; allude anche ai magnati arabi che si sono arricchiti a
dismisura con il petrolio. "La città elevata" allude
all'Islam, che dichiara la sua superiorità sull'ebraismo. L'umilizione
è la punizione con la quale Ha Shem castigherà gli arroganti che
alla fine abbasseranno il capo e riconosceranno la verità di Israele. L'umiliazione
fino a terra allude ad un castigo più duro, fino alla morte, inflitto a
quei musulmani che predicano la jihad. L'umiliazione fino alla polvere è
la punizione che porta alla fame e alla miseria. "Calpestato, piede;
povero piede, povero piede": Profezia di ribellione dei poveri,
perché in questa quarta generazione ci saranno probabilmente rivolte dei
poveri in molti paesi del mondo. (Ibid. 6):"I piedi la calpestano, i piedi
del povero, vi passano sopra i meschini". Allusione questa alle rivolte
dei poveri, perché in questa Quarta Generazione ci saranno insurrezioni
di popoli poveri e sottomessi in molti paesi del mondo.
Pesce 4: (Ibid. 7) "La via
del giusto (tzadik) è diritta; Tu rendi il cerchio intorno al Giusto perfettamente
piano". Il termine Tzadik nelle profezie riguardanti la Quarta Generazione
Finale va riferito allo Tzadik prescelto, che è da un lato il Goel, e
dall'altro lo Tzadik che in questo mondo non ha sperimentato il castigo della
Quarta Generazione. In questo contesto, il riferimento non è solo per i
veri Tzadikim, ma anche per le persone semplici, che si comportano in modo onesto
e retto, sincere, il cui cuore e la cui bocca sono un tutt'uno, le persone per
niente arroganti. "Cerchio": allude al cerchio spirituale che ruota
attorno al giusto, che sarà giudicato secondo il suo comportamento retto.
E poiché rientrano in questa categoria anche le persone semplici, illetterate
e poco competenti nelle leggi di Dio, la profezia spiega che anche l'anima del giusto
semplice (ibid. 8) "sulla via dei Tuoi giudizi, o Signore, anela al Tuo
nome e al Tuo ricordo".
Pesce 5: Perciò lo stesso
giusto anela anche alle vere sentenze del Signore nel mondo, poiché il
giudizio di Dio e il migliore possibile. E (ibid. 9) "con l'anima mia Ti
desidero, durante la notte; con lo spirito che è dentro di me io Ti
cerco, poiché quando i Tuoi giudizi si compiono sulla terra gli abitanti
del mondo imparano la giustizia". Ed è vero il contrario quando non
c'è giustizia nel mondo. (Ibid. 10) "se si fa grazia all'empio,
costui non impara la giustizia ; egli agirà da perverso nel paese della
rettitudine e non avrà timore della maestà di Dio". Coloro
che agiscono per procurarsi guadagni prevaricando la giustizia impediscono alle
persone di ricevere la "Maestà di Dio" quando si rivela la
Gheulà Shlemà. La Maestà di Dio è la Gloria del
Patto Finale (Tiferet ha Brit ha Shlemà) per merito del Goel Finale Haim
che viene nei Segni della Gloria di Israele.
Pesce 6: E poiché è
già stato scelto il Goel Finale che è pronto a portare al mondo
intero "la via diritta", mentre gli empi non la desiderano, ecco che
in Cielo c'è una terribile collera verso quelli che impediscono la
Gheulà Shlemà. (Ibid. 11-12): "O Signore,la Tua mano
è levata, ma quelli non la scorgono! Essi vedranno il sacro zelo che Tu
hai per il Tuo popolo e resteranno confusi; il fuoco divorerà i Tuoi
nemici. O Signore, Tu ci darai la pace, poiché ogni nostra azione sei Tu
che la compi per noi". Il Profeta chiede al Signore di concedere a noi,
figli d'Israele, la pace, anche se noi non la meritiamo a causa delle nostre
azioni. Inoltre, il Profeta chiede al Signore di farci, per così dire,
un resoconto generale di tutto ciò che ci è successo nella
storia, e dal momento che Ha Shem ci ha mandato non pochi eventi difficili,
Egli ci porterà anche alla pace promessa. Questa pace è la vera
pace che verrà dopo questa Quarta Generazione Finale, che è
l'ultima generazione del Giudizio Universale, diverso da quello delle
generazioni passate.
Pesce 7: C'è un'allusione
nel sogno ricevuto "ogni tipo di fine" riguardante la fine dei
malvagi e dato che il loro seme è sterile e non porta niente di buono in
futuro, sono votati ad una fine definitiva in questa generazione (sia in questo
mondo che nel mondo a venire). (Ibid. 13): "O Signore, Dio nostro, altri
dèi, fuori di Te, hanno dominato su di noi; ma, grazie a Te soltanto,
possiamo ricordare il Tuo nome". Il Profeta giustifica il popolo di
Israele che pur avendo risieduto a lungo fra le idolatre nazioni del mondo non
ha abbandonato il suo Dio. (Ibid. 14): "Quelli sono morti e non rivivranno
più , sono ombre e non risorgeranno piU; Tu li hai così
castigati, li hai distrutti e ne hai cancellato il ricordo".
Pesce 8: Isaia continua a lodare
Israele per le sue virtù (ibid. 15): "Tu hai accresciuto la
nazione, o Signore, hai accresciuto la nazione; Ti sei glorificato , hai
allargato i confini del paese". Ossia, hai beneficiato il popolo d'Israele
con la redenzione dall'Egitto e con la rivelazione della Torà scritta ed
orale, separandolo dalle nazioni del mondo che non hanno voluto ricevere la Tua
Legge. E anche se i figli d'Israele si sono allontanati dalla retta via e si
sono meritati tante sciagure, (ibid. 16) "essi, nell'angustia Ti hanno
invocato; si sono sciolti in umile preghiera, quando il Tuo castigo li
colpiva". Il Profeta paragona il popolo afflitto ad una donna durante il
travaglio del parto: (ibid. 17) "Come una donna incinta che sta per
partorire si contorce e grida tra le doglie, così siamo stati noi
davanti a Te, o Signore".
Pesce 9: (Ibid. 18) "Abbiamo
concepito, abbiamo sofferto le doglie e quando abbiamo partorito, era vento;
non abbiamo recato salvezza alcuna al paese e non sono nati degli abitanti nel
mondo". Ci sono qui allusioni alla Shoà e alla nascita dello Stato
di Israele. La fine del verso chiarisce che con l'istituzione dello Stato
d'Israele e l'avvento della Redenzione Finale, tutti gli odiatori di Israele
nel mondo avrebbero dovuto cadere, ma ciò non è avvenuto (per il
momento). Il Profeta menziona nella sua preghiera il tema della resurrezione
dei morti. In precedenza, aveva chiesto che i malvagi meritassero una fine
definitiva e il loro ricordo venisse cancellato anche dopo la loro morte,
poiché non c'è punizione maggiore di questa. In antitesi al
castigo che spetta ai malvagi, viene menzionato il premio ai Svegliatevi e
giubilate, o voi che abitate nella polvere,meritevoli; (ibid. 19)
"rivivano i Tuoi morti! risorgano i Miei cadaveri. Svegliatevi ed esultate,
o voi che abitate nella polvere, poiché la Tua rugiada è simile a
quella dell'aurora e la terrà ridarà alla vita le ombre". Il
termine "i Miei cadaveri", ci fa capire che questo è il segno
della resurrezione dei morti dalle loro tombe, perché è chiaro
che il profeta si riferisce a questo evento.
Pesce 10: Ma come mai la parola
"i Miei cadaveri" compare qui nel mezzo? Se il riferimento è a
un corpo che è già morto ed ora è cadavere sotto terra,
non si capisce questa forma "i Miei cadaveri" in prima persona. Il
Cristianesimo associa questo termine alla resurrezione di Gesù dai
morti, ma noi, grazie ai Pesi dell'Asino, lo interpretiamo diversamente, poiché
in effetti "i Miei cadaveri" in questo punto sembra essere fuori
luogo. Perché non bastava dire "rivivano i tuoi morti'? L'espressione
"i Miei cadaveri" è senz'altro un segno speciale.
Pesce 11: La parola viene per
chiarire che la questione della resurrezione dei morti dei meritevoli secondo
la tradizione non è poi cosa vicina, come molti pensano ingenuamente,
convinti che il Messia verrà e resusciterà i morti dai loro
sepolcri. Lo Tzadik Haim mi spiegò che anche i Hachamim non avevano le
idee chiare su questo argomento, poiché la resurrezione dei morti in
corpi fisici è ancora lontana nel tempo e solo Dio, Benedetto Egli sia,
sa quando avverrà.
Pesce 12: Lo Tzadik Haim, capo
degli Tzadikim Nistarim della sua generazione, morì dopo le sue
terribili sofferenze e risuscitò dai morti, come espresso nel sogno di
Giordano: "Ero morto ma sono risorto dai morti". Il Goel finora si
mostra ai Talmidim nei sogni, anche se, volendo, potrebbe scendere nel mondo in
un corpo materiale. Grazie alla sua resurrezione, altre persone sono risorte
nel Regno dei Cieli. Domenico Manigrasso (il padre di Giuseppe e Daniele)
è apparso in sogno ai suoi figli con un nuovo corpo e li ha invitati a
toccarlo. Anche Beniamino noster è risorto dai morti e così anche
Antonietta, zia di Paolo, che, in vita, aveva creduto alle parole di Paolo
sullo Tzadik Haim. Anche Kamal Kamhaji (il padre di Solly) è risorto per
merito dello Tzadik Haim.
Pesce 13: La Sacra Torà non
tratta esplicitamente il tema dell'aldilà, né quello della
resurrezione dei morti, per cui la questione del Regno dei Cieli rimane
occultata. Tuttavia, il tema della resurrezione dei morti è uno dei
princìpi della fede nella Tradizione d'Israele (vedi il Rambam), ma
è generale, e i Saggi, di benedetta memoria, lo hanno anche trattato,
interprentando i richiami presenti nei Profeti (e la summenzionata profezia di
Isaia ne è un esempio). Se i Hachamim hanno espresso diverse opinioni
(talvolta contrastanti fra loro) sulla resurrezione dei morti, non hanno
però parlato del Regno dei Cieli e questo perché non esisteva una
tradizione in materia, e il modello del Regno dei Cieli che è collegato
al mondo terreno non era conosciuto affatto. I Saggi non sapevano, pertanto,
che la resurrezione dei morti e il Regno dei Cieli sono collegati fra di loro e
che coloro che meriteranno di risorgere fra i morti sono le anime che hanno
meritato di entrare nel Regno dei Cieli.
Pesce 14: Inoltre, i Saggi, di benedetta
memoria, non sapevano che nello stesso Regno dei Cieli risiede colui che
è stato scelto a questo scopo da Ha Shem Baruch Hu; parliamo del Goel
Finale, il Giudice Unto, che dopo la sua sofferenza nel mondo è stato
fatto risorgere dai morti. Il suo nome è Haim e per merito suo i
meritevoli raggiungono la vita eterna nel Regno dei Cieli. Pertanto l'ordine
delle cose non è come immaginavano i nostri rabbini secondo cui arriva
il Goel (o il Messia secondo la loro concezione) e in breve tempo i morti che
ne hanno merito risuscitano dai loro sepolcri. La resurrezione materiale
avverrà in un futuro lontano (che ignoriamo) e non tra breve. Ciò
che accade è che il Goel, che è risorto dai morti ed è a
capo del Regno dei Cieli, assiste alla resurrezione dei meritevoli dopo la loro
morte fisica in questo mondo.
Pesce 15: E il sogno sul Goel Haim
non è un sogno qualunque ma fa parte dei sogni redenzionali profetizzati
da Gioele (3, 1); questi sogni sono mandati dal Goel Haim che si trova nel
Regno dei Cieli. Nel momento in cui lo Tzaddik è risorto nel regno dei
Cieli, il Segno della Resurrezione dei morti è disceso nel mondo.
Pesce 16: Tutti gli eventi che
avverranno nelle generazioni della Redenzione Finale universale dalla quinta
generazione in poi, sia in generale che in privato. Infine, dopo diverse
generazioni, l'umanità entrerà in un'era meravigliosa di resurrezione.
Ci sarà forse un nuovo mondo di cui noi ignoriamo la sua natura. E in
effetti tutto ciò che verrà d'ora in poi e sarà collegato
alla resurrezione dipende dal Segno redenzionale della resurrezione dello
Tzadik prescelto, Haim ben Moshe da San'a, Yemen, e dalla fede
dell'umanità relativa alla sua resurrezione.
Pesce 17: Quindi, cari lettori, la
parola "i Miei cadaveri" viene in prima persona per dirvi che questo
è un verso ed un segno su quel meraviglioso periodo finale che
verrà in un lontano futuro. "I Miei cadaveri" indica che la
resurrezione dei morti comincerà dal Goel prescelto che ha detto in
prima persona: "Ero morto ma sono risorto dai morti". La
dichiarazione deve essere in prima persona, perché dopo di essa il
merito di risorgere dai morti sarà per merito del Goel stesso. Questo
è, come spiegato, il Segno redenzionale del Regno dei Cieli venuto per
merito del Goel Haim, scelto come Giudice Unto nel Regno dei Cieli. Nel suo
sogno Giordano dice a suo cognato Gino: "Soltanto il Morè Haim
può fare questo" per ciò che riguarda la resurrezione del
Goel, poiché è un segno completo che non richiederà
l'arrivo di un segno analogo in futuro. Si tratta, infatti, di segni
redenzionali che completano la tradizione precedente e valgono per i tempi
futuri.
Pesce 18: Si può ora
comprendere che molte profezie messianiche e redenzionali andavano riferite
alla missione di Yeshua, figlio di Yosef e Miriam. La differenza rispetto ai
nostri giorni è che nella missione di Yeshua c'era il
meraviglioso segno di "i Miei cadaveri" che tuttavia non si
completò; Yeshua, infatti, risorse dai morti dopo la sua crocifissione,
per cui si realizzò il segno della resurrezione dei morti nella sua
forma iniziale. Perché il segno rimase tale e non si completò?
Perché in quel tempo mancavano i meriti nel mondo e non si era ancora
entrati nell'ultima quarta generazione che precede la Gheulà
Shlemà. Perciò, anche se i segni iniziali erano reali, non
potevano diffondersi nel mondo nella loro forma appropriata ed equilibrata, per
cui uscirono solo per le nazioni del mondo in forma squilibrata e non consona
alla vera tradizione di Israele. Così il sacrificio di Yeshua fu
accettato dal Signore e Yeshua si mostrò ai suoi discepoli in un nuovo
corpo risorto e per merito suo fu istituito il pre-Regno dei cieli, ma tutto
questo avvenne nel contesto dei Segni Iniziali e Incompleti che sono alla base
della falsa teologia cristiana, che si separò del tutto dalla vera
tradizione di Israele.
Pesce 19: "Svegliatevi ed
esultate, o voi che abitate nella polvere" è nel segno redenzionale
della Resurrezione. Ci sono milioni di anime nelle loro sedi che aspettano il
momento storico in cui sarà annunciato che il Signore ha scelto lo
Tzadik, che è risorto dai morti nel Segno della Resurrezione. In attesa
di tale annuncio, le anime si risvegliano con nuova gioia ed esultano,
poiché la via è già stata aperta per il compimento della
profetizzata resurrezione dei morti dai loro sepolcri. E "la Tua rugiada
è come la rugiada (TAL) dell'aurora" c'è qui un'allusione
alle 39 (TAL in ghematria) luci che danno la rugiada al nuovo corpo risorto al
momento della futura resurrezione dei corpi. Quel corpo sarà così
forte da poter abbattere "la terra dei Refaim", i giganti che
verranno sulla terra da altri pianeti e dovranno essere sconfitti. Dalla "sconfitta
dei Refaim" l'umanità verrà a conoscenza di nuove e potenti
medicine. Tuttavia questa interpretazione non nasce dai Pesi dell'Asino ma
dalla profezia della Gioia della Rugiada, e vi chiedo scusa se sono uscito dal
seminato.
Pesce 20: Nel frattempo siamo solo
nel 26esimo anno dei Segni Redenzionali e il peggio deve ancora venire,
perché tutto il bene della Gheulà Shlemà verrà
dalla quinta generazione, dopo la terribile quarta generazione foriera di
sciagure ed eventi pesanti come avverte il profeta Isaia (ibid. 26, 20):
"Va', o popolo mio, e rinchiuditi nelle tue stanze, chiudi le tue porte dietro
a te; nasconditi per un istante fino a quando sia passata la collera (ZA'AM)";
allusione questa alle punizioni che scendono nel mondo a causa dei peccati
sessuali (ZNUT), dei peccati di idolatria (AVODA' ZARA') e
peccati riguardanti il dio Denaro (MAMON). "Rinchiuditi nella tua
stanza e chiudi le tue porte": allusione ai periodi di quarantena e di
permanenza nei rifugi nei quali dovranno rinchiudersi le persone durante i
periodi di epidemie e conflitti nei quali si scatena la collera dall'Alto.
Pesce 21: (Ibid. 26, 21):
"Poiché, ecco, il Signore esce dalla Sua dimora per punire le
iniquità degli abitanti della terra; e la terra metterà allo
scoperto il sangue che ha bevuto e non terrà più coperti gli
uccisi". Segno, questo, per questa Quarta Generazione finale, in cui la
quarta stella è staccata dalle tre stelle dei Patriarchi. Si tratta di un
enorme segno che precede il giorno grande e spaventoso del Giudizio. Nel verso
si fa allusione anche alle vittime della Shoà che nel Giorno del Giudizio
si presenteranno davanti al Tribunale Supremo e accuseranno tutti gli odiatori
di Israele, sui quali verrà sancito un verdetto di distruzione finale.
Abbiamo qui interpretato la ALEF della Grande Pietra (EVEN) e il Segno della Resurrezione
dell'Uccello. Nel prossimo capitolo, con l'aiuto di Ha Shem, tratteremo il cap.
42 di Isaia nel contesto della BET della Grande Pietra e del Segno della Battaglia
del Pesce.
TREDICESIMO CAPITOLO
Il Cuore della Rosa
Il Sesto Pozzo è "la
pietra di sulla bocca del pozzo" (ha even al pì ha beer)
Nella Costellazione delle Stelle
di Ester esso è il "Pozzo della Modestia"
"Ed essi (i pastori) dissero: Non
possiamo (andare via) finché non si siano radunati tutti i greggi e i
pastori abbiano rotolato la pietra di sulla bocca del pozzo e abbiano
abbeverato il gregge" (Genesi 29, 3).
Pesce 1: Oggi è il Capodanno
delle Mazalot del Leviathan, il Capomese del Mazal Tehiat Ha tzipor (la
Resurrezione dell'Uccello), anno 3962. Mancano così 38 anni alla fine
del ciclo di 4000 anni della Stella di Abramo, ed io interpreto il "Hen
Avdì " (Isaia, 42, 1) che corrisponde alla BET di EVEN (la Grande
Pietra) che è associata al Mazal di Krav ha Dag (la Battaglia del
Pesce). È davvero interessante che siamo entrati nell'anno 3962, e le
due lettere BET ( = 2) e SAMECH (= 60) sono collegate al Mazal della Battaglia
del Pesce.
Parleremo ora di Meshulam, il servo cieco e
sordo di Dio. Per questo metto le mie mani in avanti, perché sono un
uomo pieno di difetti e di mancanze. Non faccio parte degli Tzadikim Nistarim,
ma sono un comune figlio di Israele e servo Ha Shem a modo mio, timoroso del
peccato, sforzandomi di osservare i Suoi comandamenti. Sono un giusto che vive
nella sua fede. Tuttavia, anche se mi umilio a causa delle mie debolezze e
mancanze, devo pur sempre ricordare di essere il Talmid primo dello Tzadik
Haim, che è stato prescelto a Goel dell'umanità.
Pesce 2: In altre parole: se mi
umilio con titoli inappropriati uscendo, per così dire, dal seminato,
allora sarei colpevole, mai sia!, di avere disonorato lo Tzadik Nistar, che
è il mio santo Morè. Dopotutto, se lo Tzadik Haim non fosse stato
scelto quale Goel, non ci sarebbero stati problemi se parlando con gli altri mi
fossi umiliato con titoli disdicevoli, come mi succede spesso di sentirmi. Dico
questo per evitare che qualcuno possa pensare che io sia uno Tzadik o un grande
nella Torà volendomi così onorare, perché ricevere un
onore che non merito equivale a rubare l'onore al Santo Benedetto Egli sia.
Infatti, anche se lo Tzadik Haim fosse rimasto uno Tzaddik Nascosto che non si è
rivelato neppure dopo la sua morte e il suo unico allievo era a conoscenza della
sua identità e del suo vero livello, ecco che io non posso fare a meno
di rivelare la terribile sofferenza che patì il Morè Haim, la sua
morte e la sua resurrezione nel Regno dei Cieli.
Pesce 3: Poiché egli
è il Goel, che tutto il mondo sopravvissuto alla Quarta Generazione imparerà
a conoscere. Sapranno così che il Morè Haim nacque a Sana'a,
Yemen, nel 1914, e morì a Milano nel 1982; dopo la sua morte, venne
prescelto come Giudice Unto nel Regno dei Cieli, atteso da Israele e dal mondo
intero come "Consigliere portentoso, potente del Signore, padre perenne,
ministro di pace" (Isaia 9, 5). Dopo la sua resurrezione dai morti, tutti
i sistemi celesti sono entrati in una nuova epoca storica, durante la quale il
Regno dei Cieli ha assunto un nuovo ruolo nella storia dell'umanità. Sono
cambiati gli ordini precedenti e persino l'istituzione dei Trentasei Giusti
Nascosti, figli dell'Ascesa, è stata modificata, perché è
finito l'ordine iniziato con il primo Tzadik Nistar, Mordechai ha Tzadik;
è iniziato il periodo di un nuovo ordine chiamato "La Candela (Ner
= 250) degli Tzadikim Nascosti che vivono nella loro fede".
Pesce 4: La storia è cambiata
dopo che il Regno dei Cieli è stato stabilito e il Goel Haim lo
presiede, pur se il mondo intero ancora lo ignora. Quindi è necessario
che qualcuno riveli la sua vera identità, per questo io sono stato
scelto dal Morè Haim per essere suo Talmid. Per tredici anni ho studiato
con lui la Torà e ho conosciuto la sua vera identità di "Rosh
le lamed vav Tzadikim Nistarim be-dorò". Ho avuto pertanto lo
zechut dall'Alto di rivelare la sua identità ed i contenuti degli
insegnamenti da lui appresi.
Pesce 5: Benché sia stato
preparato a lavorare nel mondo come suo discepolo quando egli era ancora in
vita, ecco che i Segni Redenzionali, dopo la dipartita dello Tzadik Haim, sono
scesi attraverso sogni portentosi dapprima sui componenti della famiglia Levi, ed,
in seguito, su coloro che hanno creduto nell'elezione del Goel Haim. Le cose
sono completamente nuove e mai prima rivelate né in cielo né in
terra. Non ha importanza la religione o il grado di istruzione tra coloro che
ricevono queste cose, poiché "siamo tutti una sola carne".
Dopotutto, esse sono completamente nuove non solo per chi le riceve, ma per me
stesso, dato che mai prima d'ora avevo sentito o conosciuto tali novità
redenzionali. Anche se è vero che, rispetto agli altri, sono
avvantaggiato grazie agli anni di frequentazione e di studio con il Morè
Haim e in virtù della sua santità su di me; è pur vero che
in questi anni ho esaminato ed approfondito ogni dettaglio di questa nuova
rivelazione, ma ciò che è importante sottolineare che queste cose
fanno parte del piano di Ha Shem di portare la Gheulà Shlemà nel
mondo, e non ha importanza se chi le riceve è ebreo o non ebreo, Talmid
Hacham o ignorante di cose di Torà. L'importante è che sia
gradito a Dio per le sue buone azioni.
Pesce 6: Il punto principale qui
è che per far conoscere l'elezione del Goel Haim sia necessario il Segno
dell'Asino che mangia il pane nel mondo. Ricordiamo che Peretz
"uscì con impeto (paratz)" dall'utero di Tamar, per cui nel
suo impetuoso entusiasmo vuole annunciare le novità dei Segni Redenzionali,
per merito del Goel prescelto Haim. Possiamo dire che si fa allusione alla "missione
di Peretz" nella Torà, e molti anni prima della nascita di Peretz e
Zerach, nostro padre Abramo si era alzato presto di mattina per sellare il suo
asino. E nel racconto dell'Akidat Yitzhak, lasciò l'asino per un po' con
i suoi due accompagnatori fino a quando tornò da loro con il figlio
sopravvissuto al sacrificio. E anche in seguito si parla di Issachar che nacque
come "asino robusto" (hamor garem), perché è noto nella
Tradizione che quando nostro padre Giacobbe tornò a casa stanco e vide
un asino accoppiarsi con la sua asina, fu pervaso da eccitazione e si
unì con Lea che concepì Issachar.
Pesce 7: L'asino ha tre occhi:
uno per Israele, uno per gli Ismaeliti e uno per i Cristiani. È l'Asino
di nostro padre Isacco nel Segno del Grande Israele ed è l'Asino che
mangia il pane, tramite il quale nostro padre Giacobbe insegna ai figli
d'Israele e al mondo intero la grande ricompensa che spetta a chi si comporta da
asino nei Segni dell'Asino che mangia il pane. E come posso sapere che l'asino
che vide nostro padre Giacobbe è l'asino che mangia il pane? Racconta la
Bibbia che Itrò disse alle sue figlie (Esodo 2, 20): "Dov'è?
Perché avete lasciato andar via quell'uomo? Andate a chiamarlo che venga
qui a mangiare pane". E i nostri Saggi, di benedetta memoria, spiegarono
che con la frase "a mangiare pane" Itrò si augurava che
quell'uomo così coraggioso desiderasse prendere in moglie una delle sue
figlie (Shemot Rabbà, 1, 32). Perciò anche l'asino che vide nostro
padre Giacobbe era occupato a mangiare il suo pane, per cui Giacobbe fu
stimolato nel suo appetito e Issachar nacque come "un asino robusto".
Pesce 8: Dopotutto, l'asino di
Abramo è un asino universale nel diffondere la pura fede a una
moltitudine di nazioni e il Sacrificio di Isacco fu l'ultima prova alla quale
fu sottoposta la fede di Abramo. L'asino di Yitzchak Avinu è l'asino
della riconciliazione dei cuori di ebrei, musulmani e cristiani in generale ed
è anche l'asino delle correzioni necessarie per raggiungere la
riconciliazione dei cuori e la vera pace finale. L'asino che mangia il pane del
nostro antenato Giacobbe è l'asino che completa la retribuzione delle
persone nel mondo, anche se l'asino di nostro padre Isacco è l'Asino con
l'Articolo Definitivo "HE" della conoscenza, per cui l'Asino di
Giacobbe è l'Asino Completo.
Pesce 9: L'Asino di Abramo ha lo
scopo di diffondere la fede del primo Patriarca, mentre l'Asino di Isacco
completa la fede di suo padre per il mondo ebraico, musulmano e cristiano,
coinvolgendo anche le dieci tribù, il gregge disperso della Casa
d'Israele, la cui salvezza è essenziale per la Redenzione Finale, dato
che senza di essa non c'è redenzione per nessuno. Se nel corso della
Storia ci fosse stato merito, l'Asino di Isacco avrebbe potuto essere l'asino
che realizza la Gheulà Shlemà nel mondo. L'Asino di Giacobbe che
mangia il pane redenzionale per il mondo, è il più grande dei tre
Asini, perché ha già ricevuto il pane di nostro padre Abramo e di
nostro padre Isacco, per cui ha il potere di distribuire al mondo il pane della
grande fede nella Gheulà Shlemà. L'Asino di Giacobbe è
anche l'Asino delle Stelle che prende il nome dal Libro delle Stelle di Abramo,
che ci sta insegnando il Goel Haim; esso è anche l'Asino del nuovo ottavo
cielo, che collega il Regno dei Cieli alla terra tramite il Nuovo Patto
redenzionale per merito del Goel Haim. Questo buon asino che scende dalla sua
stalla nel Regno dei Cieli è anche l'Asino della Rosa, dal nome della Rosa
di Giacobbe, associata al numero tredici, che è il numero intero della Gheulà
Shlemà. Hi-ha,hi-ha, hi-ha!
Pesce 10 : E tramite i segni,
sappiamo che questo asino redenzionale era nel Giardino dell'Eden ed ebbe il
privilegio di odorare il profumo dell'Albero della Vita e di leccare la
corteccia del suo tronco. Ecco perché l'Asino mangia il pane ha il gusto
sviluppato e anche il profeta Zaccaria (9, 9) profetizzò su questo asino
"messianico": "Gioisci assai figlia di Sion, esulta figlia di
Gerusalemme, ecco il tuo re sta per arrivare da te, egli è giusto e
vittorioso, umile e cavalca un asino, un puledro (a'ir) figlio di
asinelle"; questa è la profezia che noi interpretiamo riferita allo
status del Goel Finale eletto nel Regno dei Cieli come indicato nei Segni dell'Asino
che mangia il pane e nel Segno del Cavallo Bianco. Su di essi cavalca il Goel
Haim che guida sulla terra il Segno della Gheulà Shlemà.
Pesce 11: In ogni caso è
necessario un segno di Peretz, nato da Tamar e Yehuda, affinché sia lui il
responsabile del Segno dell'Asino. Egli deve essere ebreo di nascita e della
tribù di Giuda, e ciò perchè deve appartenere alla
Tradizione di Israele e conoscere le leggi della Torà. In questo
contesto, per l'osservanza dell'Halachà ci vuole una persona e non un
asino, per cui è necessario il Segno di Peretz per le questioni della
Tradizione e il Segno dell'Asino per le questioni dell'Asino che mangia il
pane. È importante capire che il termine "Messia" non
corrisponde a tutto ciò che si è finora pensato, né da
parte del Segno di Peretz né da parte del Segno dell'Asino. Essi sono
chiamati "messianici" solo perché vengono unti con l'olio del
Giudice Unto nel Regno dei Cieli, il Goel Haim. Il termine
"messianico" ha solo lo scopo di spiegare gli argomenti, ma non
usiamo affatto il termine "messia" o "messianico" nella sua
accezione tradizionale, perché lo Tzadik Haim non è il Messia ma
il Goel. Il titolo di "Giudice Unto" gli è stato conferito perché
l'unzione degli asini con l'olio può rientrare in tale prospettiva, ma noi
raramente usiamo il termine "messia" nel nostro linguaggio chiaro.
Pesce 12: Pertanto usiamo termini
"messianici" solo per spiegare le questioni messianiche, altrimenti
non saremmo compresi. Dopotutto, lo Tzadik Abuhatzera, sogno di Solly, ha
detto, riferito a Peretz: "Ah, allora sei tu l'asino, Mashiach ben
David". Notate, però, che non ha detto: "Ah, tu sei Peretz, il
Messia figlio di Davide", dato che Peretz non è il Messia figlio di
Davide. In quanto alla domanda se il Messia figlio di Davide della Tradizione
sia un asino, la risposta è negativa, perché colui che state
veramente richiedendo è il Goel nel Regno dei Cieli, che è superiore
al Messia figlio di Davide. Il Goel, come detto, è anche il Giudice Unto
nel Regno dei Cieli che, subito dopo la sua morte, viene fatto risorgere dai
morti, si insedia nella sua sede celeste e cavalca il Segno dell'Asino che
mangia il pane in terra. Spiego ciò per introdurre "Ecco il mio
servo" (Isaia, 42, 1) ossia la profezia "messianica" di Isaia,
per cui devo spiegarla in prima persona, sia tramite il Segno di Peretz che tramite
il Segno dell'Asino. Ribadendo una volta ancora che io non sono un messia! Io
non sono niente, sono un essere pieno di mancanze, cieco e sordo rispetto al livello
dei veri Tzadikim Nascosti. Amate però l'Asino, perché è
cavalcato dal Goel Haim! Hi-ha!
Pesce 13: (Isaia 42, 1):
"Ecco il mio servo, Io lo sosterrò; il mio eletto che l'anima mia
ha voluto; ho infuso il mio spirito su di lui; ed egli insegnerà la giustizia
alle nazioni". Chi oserebbe dire in questo momento della storia che questa
profezia "messianica" va riferita a se stesso? Il ruolo messianico
qui menzionato va riferito ad un asino. La gran parte delle profezie
messianiche possono essere completate per mezzo del Segno dell'Asino, e così
avvenne anche al tempo di Gesù in cui la gran parte delle profezie
messianiche erano relazionate alla sua missione ma non furono completate perché
furono poi contaminate dall'idolatria. Per questo, posso considerarmi un asino
che cambia forma a seconda degli scopi redenzionali, per cui si può dire
che le profezie messianiche e redenzionali si completano tramite il pane
dell'Asino. E ci sono anche profezie che hanno bisogno di Peretz per essere realizzate.
Pesce 14: In questa profezia
"ecco il mio servo" si fa allusione a Meshulam, il servitore cieco e
sordo del Signore, e non al vero Tzadik Nistar, che vede e ascolta ciò
che il resto dell'umanità non può vedere o ascoltare. Non si
tratta di un Giusto dell'Ascesa, ma di un giusto che vive nella sua fede, che
ha bisogno sempre del sostegno del Signore per compiere il suo mandato. Ed il
ruolo messianico in questa profezia riguarda l'insegnare la giustizia ai
popoli, perché di questo si tratta: portare la salvezza alle nazioni del
mondo tramite l'insegnamento delle vie amate da Ha Shem. Per questo crediamo
che uno dei nostri compiti principali sia quello di insegnare le leggi della
Gheulà Shlemà per gli ebrei e i non ebrei. Perciò mi
considero un Asino, servo del Signore, un Meshulam cieco e sordo rispetto ai livelli
superiori di conoscenza; sono un servo del Signore e ho bisogno di essere sostenuto
e completato (meshulam) in ogni questione, perché a differenza di uno
Tzadik vero, io sono incompleto e difettoso e ho bisogno che lo Tzadik dal Regno
dei Cieli mi guidi e mi infonda uno spirito giusto per adempiere il mio ruolo.
Pesce 15: La salvezza che
coinvolgerà i non ebrei dovrà includere il riconoscimento
dell'Unità di Dio, l'abbandono dell'idolatria in tutte le sue forme;
questo è stato indicato nel sogno di Nodà in cui il Mazal della
Battaglia del Pesce è associato alla BET della Grande Pietra sulla bocca
del Pozzo, che è collegata anche alla lettera SAMECH. È interessante
notare che ieri, 1 aprile 2009, era il Capodanno del calendario del Leviathan dell'anno
3962 (SAMECH = 60, BET = 2 , nella Battaglia del Pesce). Probabilmente entriamo
in un anno dedicato alle Guerre di Ha Shem contro la falsa dottrina di Atzilut.
Non dimentichiamo che la pace della Grande Pietra non può restare in un
mondo che pratica l'idolatria, dato che non ci possono essere compromessi sul
tema della vera fede in un Dio Uno e Assoluto. Mentre i pastori delle greggi
"rotolavano (galelu, al plurale) la pietra", di Giacobbe è
scritto: "rotolò la pietra". In altre parole, presso le greggi
la pace è associata agli idoli (ghilulim, che ha la stessa radice di
legalel, rotolare), mentre solo Giacobbe rivela (megalè, anche il verbo
rivelare ha la stessa radice GAL di rotolare) la vera pace che scaturisce dalla
vera fede.
Pesce 16: (Ibid. 2): "Egli
non griderà, non alzerà la voce, non la farà udire
fuori". Mi piace molto questo verso. Sorge la domanda: se non grida e non
alza la voce facendola sentire fuori, come potrà il servo di Dio insegnare
la giustizia ai popoli? Il verso seguente descrive in modo allegorico come lo
farà (ibid. 3): "non spezzerà la canna rotta e non
spegnerà il lucignolo fumante, insegnerà la giustizia secondo
verità". Il servitore avrà un cuore tenero e pieno di misericordia
per il prossimo, non sarà un uomo di guerra e di spada, perché
è già stato detto che lo spirito del Signore è su di lui,
uno spirito di amore e di misericordia. Lo Tzaddik Chaim, a differenza di
Meshulam a cui vanno riferiti i versi, è il Goel e non il Re Messia.
Infatti il suo
comportamento e la sua personalità sono l'opposto di quello di un re.
Dopotutto, anche il profeta Zaccaria (9, 9) affermò che egli è
giusto, salvifico e povero e cavalca un asino. Potrebbe forse un re essere
povero? Anche il profeta Malachia (3, 1) non lo chiamò re, ma
"adon" nel verso "e all'improvviso entrerà nella sua sede
il signore che voi cercate". In ogni caso, ci e vietato nel modo
più assoluto chiamarlo re (melech) o signore (adon), perché lo
Tzadik Haim detesta i re e signori, tranne il Re dei Re, il Santo Benedetto
Egli sia.
Pesce 17: Anche Yeshua odiava re e
signori, anche se sulla sua tragica croce fu scritto "Re dei Giudei"
e, secondo altre versioni, "Cristo Re" (Cristos in greco significa
unto), e ciò comportò in seguito il culto idolatra alla sua
persona. Tuttavia, è anche vero che Yeshua è il Cristo delle
nazioni cristiane, poiché era veramente il Messia figlio di Giuseppe a
cui la tradizione alludeva, e sedette nel pre-Regno dei Cieli, difendendo i
meriti dei buoni di cuore e dei bisognosi. Ricordiamo che il pre-Regno dei Cieli
è una questione nascosta di cui non ci occupiamo, perché non
c'è più ed è stato sostittuito dal Regno Completo dei Cieli.
Yeshua è il secondo uomo della Redenzione. Sbaglia colui che ritiene che
questo concetto sia infondato e fuorviante. Sto qui cercando di spiegare che alcune
profezie sono passate ma ritornano attuali tramite i Segni dell'Asino che
mangia il pane, per cui non sono poche le profezie sulla missione messianica di
Yeshua. Se desiderate un Messia, prendete come esempio Yeshua, studiate bene la
sua predicazione, e se desiderate il Messia figlio di Davide, allora tornate
indietro di tremila anni al tempo di re Salomone e lo avrete. D'altra parte, se
cercate l'adon che entra improvvisamente nella sua sede nel Regno dei Cieli dopo
la sua morte e resurrezione, allora lo troverete tramite le nostre testimonianze
e i nostri scritti. Non è il Messia figlio di Davide, ma è il
terzo Goel finale e il termine Messia non va riferito a lui, oltre al fatto che
discende da Beniamino e non da Giuda.
Pesce 18: Tuttavia, poiché
vi sono ragioni storiche per cui bisognerebbe preservare il linguaggio
"messianico", sappiate che il goel è il Giudice Unto nel Regno
dei Cieli. Egli è stato scelto da EHEYE ASHER EHEYE per ungere e
santificare le persone meritevoli nel mondo, specialmente i sacerdoti e le
sacerdotesse della Casa di Preghiera, che sono gli Asini dei nostri segni. Il Giudice
Unto nel Regno dei Cieli è il responsabile delle unzioni che fanno parte
della Redenzione Finale, quindi quando dico che l'asino è
"messianico", intendo che gli Asini sono unti dal Goel, per cui sono
"messianici", hi-ha, ma, attenzione!, noi non usiamo la parola
"messia" o "messianico" per noi stessi, ma per spiegare i
processi storici, che sono pieni di confusione su questo termine.
Pesce 19: Per quanto riguarda
Yeshua, la sua missione messianica esprimeva il suo sacro zelo per Ha Shem
radicato nel suo immenso amore per il suo popolo di appartenenza, per cui il
termine Messia gli è più che mai appropriato. Ricordiamo anche
che i Segni Iniziali del suo tempo includevano sia i segni del Mashiach ben
David che quelli del Mashiach ben Yosef, sebbene l'essere il Messia figlio di
Giuseppe della Tradizione derivasse dalla sua missione tra le nazioni del mondo
a favore del gregge disperso della casa d'Israele, dopo che il popolo ebraico
l'aveva rifiutata. Il fatto che i segni del Messia figlio di Davide siano
inclusi nei Segni Iniziali viene rivelato solo con l'avvento dei Segni
Redenzionali Finali, quando si capisce che il sacrificio di Yeshua fu accettato
dall'Alto e, grazie a ciò, il decreto di distruzione del popolo ebraico
fu cambiato nel decreto di distruzione del Bet ha Mikdash e dell'esilio tra le
nazioni.
Pesce 20: Il mio compito di Asino
sotto il segno di Meshulam, servo del Signore, è quello di mangiare il
pane redenzionale spiegando le profezie messianiche secondo i nuovi ordini della
Gheulà shelemà. Il Gaon Malbim ha scritto una bellissima
interpretazione sul verso "ecco il Mio servo" e "non
griderà" ecc.: "La questione della sua profezia e della sua
missione sarà la più strana fra tutti i messaggeri di Dio".
Secondo il mio parere d'asino, ha perfettamente ragione. Il mio status in piena
redenzione, sia come Asino, che come Peretz, primo talmid dello Tzadik Haim,
è diverso da tutti i messaggeri di Dio, e per questo benedico sempre il
Signore. Perciò che non vi salti in mente di pensare che io sia un
messia, perché non sono né un messia figlio di messia, né
un profeta, figlio di profeta. Tuttavia, imparate a conoscere tutte le nuove
profezie su questa Quarta Generazione, perché sono importanti per il
beneficio comune. Quanto a diffondere le mie parole, io non alzo la voce e
neppure la farò udire fuori, se non tramite gli scritti del Sefer
Mishnat Haim. Mi urge qui sottolineare che anche dopo la mia morte ogni asino
"messianico"sarà sotto la guida del Goel Haim.
Pesce 21: Osservate quale
Battaglia del Pesce è venuta fuori dai Pesi dell'Asino, poiché
chi non conosce queste novità, avrebbe molto da combattere con se stesso
per assimilare questi concetti del tutto nuovi, che il Goel non è il
Messia, che l'Asino del Goel mangia e distribuisce il pane redenzionale, che
Yeshua fu messia del suo tempo, che esiste il Regno dei Cieli e che lo Tzadik
Haim è risorto e lo presiede, che ci sono segni coperti e nascosti nella
Torà che possono essere rivelati, che bisogna aprire gli occhi e la
mente per capire le parole dei profeti e comprendere il posto dei figli
d'Israele nella Redenzione Universale. Si tratta di una battaglia sovrumana,
soprattutto per coloro che conoscono la tradizione di Israele e si sentono
sicuri all'interno delle sue pareti. Eppure le parole del profeta Isaia sono
chiare (48, 6-8): " Ora io ti annuncio delle cose nuove, delle cose
occulte, a te ignote. Esse stanno per realizzarsi adesso e non da tempo antico;
e, prima d'oggi, non ne avevi sentito parlare, perché tu non abbia a
dire: "Ecco io già le sapevo". No, tu non le avevi mai
sentite, né le sapevi, nulla in passato ti era mai venuto agli
orecchi". Pertanto, anche chi detiene la Tradizione non le conosce e non
ne ha mai sentito parlare. In questo contesto, anche la Grande Aquila
dichiarò che nessuno sa queste cose finché non avverranno. Ecco
perché ho scritto, con l'aiuto di Dio, il libro "Una nuova luce su
Maimonide", perché dobbiamo annunciare tutte le cose nuove che sono
venute per merito dell'umile e amato Goel Haim, ben Moshe di San'aa, Yemen.
QUATTORDICESIMO CAPITOLO
Il Cuore della Rosa
Il Settimo Pozzo è
"il terzo pozzo della Pietra sulla bocca del pozzo"
Nella Costellazione delle Stelle
di Ester esso è il "Pozzo della Modestia Interiore"
"E quando Giacobbe vide
Rachele, figlia di Labano, fratello di sua madre, ed il gregge di Labano, fece
rotolare la pietra di sulla bocca del pozzo e abbeverò il bestiame di
Labano, fratello di sua madre"(Genesi 29 10).
Pesce 1: (Isaia 42, 4) "Egli
non verrà meno, e non s'abbatterà fino a quando
avrà stabilito la giustizia sulla terra e le isole aspetteranno
fiduciose la sua legge". Ecco, io sono l'Asino Meshulam, cieco e sordo,
servo del Signore, per cui esulto e sono pervaso da grande speranza leggendo
questo verso e non verrò meno e non mi abbatterò fino a quando la
nuova legge della Gheulà Shlemà non sarà conosciuta nel
mondo e anche le isole lontane vorranno ascoltare i Segni Redenzionali per
merito del Goel Haim. E' infatti scritto "la sua legge", sembra
un'allusione al servo Meshulam, ma la verità è che questa
è la dottrina dei Segni Completidel Goel Haim, che completa i segni
messianici e redenzionali, retaggio del profeta Elia, di benedetta memoria. La
legge dei Segni Redenzionali è nuova e completa la sacra Torà,
senza discostarsi da essa.
Pesce 2: Ed anche il termine
"avrà stabilito la giustizia" non si discosta dalla Torà,
perché i figli d'Israele spiegano ai popoli le leggi della fede: (ibid.
5) "Così parla il Signore Dio, che ha creato i cieli e li ha
spiegati, che ha disteso la terra con tutto quello che essa produce, che
dà il respiro al popolo che vi risiede e lo spirito a quelli che vi
camminano". Pertanto, per la giustizia che verrà stabilita per i
popoli, ci vuole Meshulam che spiega loro la vera fede nell'Unità di Ha
Shem, il Creatore dei cieli e della terra, per cui esse abbandoneranno
l'idolatria, come sta scritto (ibid. 8): " Io sono il Signore , tale
è il Mio nome e Io non darò la Mia gloria ad altri, né la
lode che Mi appartiene agli idoli". "Che dà il respiro al
popolo che vi risiede e lo spirito a quelli che vi camminano" è
riferito al Signore che oltre ai cieli e alla terra, ha creato anche l'uomo e
la sua anima.
Pesce 3: Tutti gli esseri umani
hanno una Nefesh (spirito vitale), un Ruach (anima vitale) e una Neshamà
(anima dall'Alto), per cui quanto è scritto nei libri del chassidismo
che solo i figli d'Israele hanno una neshamà è falso e non
chiarisce la questione. Nell'atto della creazione (Genesi 2, 7) è
scritto: "E Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli
soffiò nelle narici uno spirito vitale e l'uomo divenne un'anima
vivente". Si tratta di un verso generale che riguarda tutti gli esseri
umani, maschi e femmine, ebrei e non ebrei. La stessa "anima vivente"
è divisa in tre livelli: nefesh, ruach e neshamà, e il
Morè Haim spiegava che ci sono più differenze tra le anime, e,
come gli esseri umani sono diversi tra loro, perché ognuno è
unico e speciale e ha cose che gli appartengono per carattere, indole,
sentimenti del cuore ecc, allo stesso modo ogni anima è particolare ed individuale,
una creatura completa che possiede un proprio nome. Possiamo dire che, in
generale, l'anima è la parte sublime dell'essere umano, poiché
è più vicina a Dio che l'ha creata.
Pesce 4: E tuttavia l'anima umana
non è autonoma ma viene influenzata dalle azioni del suo possessore.
L'anima gode per ogni azione o parola buona, mentre soffre immensamente per
ogni azione cattiva. Se l'uomo opera il bene e benedice Dio, sarà rafforzato
dalla sua anima che lo illuminerà e lo guiderà a fare altre buone
azioni, e viceversa, se l'uomo opera il male, la sua anima si allontana da lui
e se ne sta separata. La questione è semplificata nelle Massime dei
Padri laddove sta scritto (4, 2): "Una mitzvà si trascina dietro
una mitzvà mentre una trasgressione si trascina dietro una trasgressione".
Queste questioni sono generali per tutti gli esseri umani e non solo per i
figli d'Israele, ma c'è un altro aspetto da considerare e cioè la
santificazione delle anime dei figli d'Israele presenti sul monte Sinai.
Durante la promulgazione dei Dieci Comandamenti, le anime dei figli d'Israele, per
merito dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe e di Moshè Rabbenu, assistettero
e furono testimoni in realtà a cose supreme che non potevano essere
descritte quando i cieli si aprirono sopra di loro.
Pesce 5: Le loro anime cominciarono
a salire a seguito della rivelazione e della comprensione delle cose supreme,
per cui se il Santo Benedetto non avesse comandato ad ogni anima di tornare
dentro al proprio corpo, tutto il popolo sarebbe morto in quel frangente, dato
che l'anima si era staccata dal corpo. L'ascesa e il ritorno delle anime si
verificò ad ogni singola parola delle cinquantanove dei primi due
Comandamenti. Per questo le anime si santificarono in sommo grado sul Sinai e
ricevettero un livello di santità in più rispetto alle nazioni
del mondo. Questo è il motivo del comandamento della santità
riservato ai figli d'Israele e non alle nazioni, perché grazie alla
santificazione delle anime sul Sinai, i figli d'Israele hanno avuto il
privilegio di osservare le mitzvot della Torà. Per questo, il popolo
ebraico viene definito "am kadosh' (popolo santo) e "am
segulà" (popolo virtuoso). Così chi considera la storia dei
figli d'Israele si stupirà sempre della facilità con la quale il
popolo sia sceso da un grado di elevazione massimo ad uno di degrado infimo,
ma, nello stesso tempo, dovrà capire che tutto alla fine è per il
bene dell'umanità, perché se Israele fosse rimasto allo stesso
livello di iniquità delle nazioni del mondo e avesse perso il suo
livello di santificazione, ottenuto grazie alla Torà, non ci sarebbe mai
potuta essere una resurrezione spirituale fra le nazioni del mondo. Va
ricordato che nel piano redenzionale di Ha Shem la verità, la
bontà, la benedizione e la protezione dovranno raggiungere tutta
l'umanità.
Pesce 6: Non possiamo fare a meno
di ricordare qui il ruolo della moltitudine mista, che fu all'origine del
peccato idolatra del Vitello d'Oro, ma, in effetti, se consideriamo la storia
nel suo insieme, nel contesto del Piano della Redenzione Finale Universale, possiamo
asserire che l'umanità intera avrà bisogno di essere corretta. Bisogna
riflettere e considerare che gli eventi nella storia sono il risultato diretto
delle azioni dei popoli, e se un peccato non viene corretto l'iniquità permane
e si ripresenta anche in tempi successivi. Tuttavia, i Segni Redenzionali
portano con sé grandi e storiche correzioni. Così, ad esempio, il
peccato del falso e idolatra sistema di Atzilut presente nel Libro dello Zohar,
doveva uscire nel mondo per essere corretto, perché se così non
fosse i tempi della Gheulà Shlemà sarebbero ritrdati
Pesce 7: Nei Segni Redenzionali dallo
Tzadik Haim mi è stato dato l'ordine di impegnarmi nella suddetta
correzione tramite il Libro di Milchamot Ha Shem, perché è vero davanti
al Santo Benedetto che è proibito lo studio del Libro dello Zohar e di tutta
la mistica che da esso proviene in quanto si tratta di idolatria. Per questo,
ho scritto, aiutato da Ha Shem, il testo "Le Cinque Tavole dell'Alleanza e
l'anatema mi Deoraita" e altri saggi sull'argomento. Attraverso questa
conoscenza, assoluta nella sua verità, si possono considerare gli eventi
della storia con ottica diversa. Conoscendo la gravità del peccato, che
devia completamente dai fondamenti della fede ebraica e si ricollega alla profezia
di Mosè nella parashà "Ha'azinu" si deduce che il
peccato "nascosto" connesso alla Shoà è il peccato del Mondo
di Atzilut, che ha il potere di trascinare i figli d'Israele ad una falsa fede,
bar minan. Dopotutto, il fondamento del popolo d'Israele è la pura fede
in un Dio Uno e se questo fondamento viene a mancare, come è avvenuto
col Cristianesimo, allora non c'è esistenza per i figli d'Israele (Dio
non voglia) . Pur tuttavia, l'esistenza di Israele è garantita dal Santo
Benedetto, e per questo la punizione ha espiato il peccato.
Pesce 8: Abbiamo anche visto che
l'elemento del peccato di Atzilut è collegato al peccato del Vitello
d'Oro; ossia, c'è qualcosa sotto l'azione idolatra del Vitello che non
è stato ancora corretto nella storia e che l'episodio narrato nella Torà
nasconde dei punti oscuri. In seguito, siamo venuti a conoscenza che il peccato
dello Zohar è la fine del peccato del Vitello, e poiché non fu
del tutto corretto nella reazione di Mosè in quel frangente, rimane una
parte di esso che non è stato ancora compreso da allora, per cui non
è stato ancora corretto. Non è una cosa semplice, perché
se fosse stata semplice, sarebbe stata risolta a quel tempo. Noi sosteniamo
quindi che il peccato del Libro dello Zohar con la dottrina del mondo di
Atzilut è una conseguenza del peccato del Vitello, dato che anche dietro
il peccato dello Zohar c'è la pretesa della moltitudine mista di credere
nel mondo di Emanazione. Pertanto, siamo sicuri che se si corregge il peccato
di Atzilut, l'episodio del Vitello d'Oro viene chiarito sotto molti aspetti e
nella correzione del peccato diventa chiaro la causa "nascosta" della
Shoà. Attraverso la correzione dello Herem mi Deoraita, il peccato di
Atzilut viene separato dai figli d'Israele, perché senza di ciò, sul
popolo d'Israele graverebbe ancora il peso del peccato, Dio non voglia.
Pesce 9: Il punto essenziale è
che la correzione del peccato della dottrina di Emanazione, una volta che
sarà compresa da tutti, impedirà alle generazioni future di farsi
opinioni sbagliate su Dio. Il sistema di Atzilut è il più
"sofisticato" di tutti e permette di insinuare concetti idolatri
nello studioso di Torà; se, tuttavia, si riesce a smascherarlo e a
trovare il giusto antidoto nessun'altra dottrina straniera potrà mai
sedurre nuovamente i figli d'Israele. Il pensiero sofisticato e sottile del
misticismo ha fatto cadere nell'errore grandi rabbini e studiosi di Torà,
incantati dalla voce saudente del Serpente e ignari della menzogna a loro
propinata. La correzione del peccato di Atzilut gioverà non solo ad
israele ma a tutte le nazioni del mondo, perché metterà fine al
principio di emanazione sul quale si basano tutte le religioni e concezioni
idolatre.
Pesce 10: Nodà ha ricevuto
in sogno un messaggio da Ha Shem: "Nella prima redenzione ho redento i
figli d'Israele dalla schiavitù d'Egitto e dalle loro idolatrie mentre
nella Gheulà Shlemà io redimo il mondo intero dall'idolatria".
Pertanto la correzione del peccato di Atzilut e del libro dello Zohar che lo
contiene fa parte della strategia di guerra del Santo Benedetto per purificare
il mondo da tutti i culti idolatri. Oltre alla correzione in campo ebraico, va
corretta anche tutta la dottrina cristiana estirpando la radice idolatra del Logos
(il Verbo) espressa nella prefazione del Vangelo di Giovanni. "Ed il Logos
si fece carne" (Giov, 1, 14). Il Verbo di Dio si è incarnato nella
figura umana di Gesù Cristo, Dio ci salvi!.
Pesce 11: Il sistema del Logos
è in effetti il Dio Supremo che si emana nel Figlio di Dio, per cui
anche il Figlio è divino. Ecco, pertanto due radici che portano
all'idolatria: "Atzilut" e "Logos", entrambi emanazioni
divine. Nel Libro dello Zohar, il Zeir Anpin (la Piccola Faccia) del mondo
della nobiltà è il figlio divino emanato dall'Ein Sof,
poiché a livello del mondo di Atzilut, tutto è a livello di
"divinità", il Signore ci salvi da tali aberrazioni! Una volta
estirpata la radice idolatra di Atzilut, anche la radice del Logos sarà
estirpata e una chiara nuova comprensione della fede nell'unità di Dio
prevarrà nel mondo. Amen.
Pesce 12: Per quanto riguarda le
anime presenti sul monte Sinai, ecco che viene la grande correzione del
Cristianesimo per salvare il gregge disperso della casa d'Israele, e altrove
abbiamo spiegato che la maggioranza di esso, sotto la sorveglianza di Ha Shem,
è entrato nell'ovile cristiano. In altre parole, quelle anime che furono
santificate sul Sinai, vivono ora in campo cristiano. Sebbene la correzione del
Cristianesimo venga prima per completare il salvataggio del gregge smarrito e
riportarlo alle sue fonti, essa è destinata a tutti i cristiani, che
sono per lo più i discendenti di Yafet, Esaù o Cam. Questo
perché grazie alla santificazione delle anime delle dieci tribù,
la salvezza raggiunge anche le nazioni del mondo tramite la correzione del Cristianesimo.
Perciò nella Casa di Preghiera l'Altare di Efraim è destinato al
gregge smarrito e l'Altare di Malchitzedek ai figli di Malchitzedek, la maggior
parte dei quali proviene dal mondo cristiano.
Se torniamo alla profezia di Isaia, ecco che
il verso (Isaia 42, 5) "Dà il respiro al popolo che vi è
sopra e lo spirito a quelli che vi camminano" parla sì del popolo
d'Israele, ma insegna anche che tutti gli esseri viventi hanno un'anima e uno
spirito, e se se si cammina "in essa" (ossia secondo ciò che
è desiderabile e amato per l'anima), ognuno può meritare la
vicinanza di Dio. Dopo tutto, si comanda a Meshulam di insegnare la giustizia
alle nazioni e spiegando loro la giusta fede e le vie di Ha Shem, perché
il popolo d'Israele è centrale nel fornire esempi alle nazioni sulle vie
amate da Ha Shem.
(Ibid. 6 -8): "Ed Io, il Signore, ti ho
chiamato secondo giustizia e ti prenderò per mano, ti custodirò e
farò di te un'alleanza del popolo, per essere una luce per le nazioni;
per aprire gli occhi dei ciechi, per trarre dal carcere i detenuti, e dalle
prigioni quelli che giacciono nelle tenebre. Io sono il Signore, questo
è il mio nome ed Io non darò ad un altro la mia gloria, né
la lode che mi appartiene agli idoli". L'intenzione dell'alleanza con il
popolo d'Israele è di farlo diventare una luce per le nazioni, in modo
che i loro occhi si aprano alla conoscenza. In questo modo usciranno dalle
tenebre dell'idolatria alla luce della vera fede monoteista. "Ti ho
chiamato secondo giustizia": per merito dei Patriarchi che procedettero
con semplicità di fede e per merito di Mosè. "E ti
prenderò per mano" come nell'uscita dall'Egitto. "E ti
custodirò" come popolo, tramite miracoli come sul Mar Rosso;
"E farò di te un'alleanza del popolo, per essere luce per le
nazioni": tramite il patto della Torà sul monte Sinai. In altre
parole: fin dall'inizio, il patto della Torà doveva essere una luce per
le nazioni, ma poiché ciò non si realizzò, la violazione
del patto della Torà necessita di un Nuovo Patto come è scritto
nel libro di Geremia (31, 31): "Ecco i giorni vengono, dice il Signore, ed
Io farò un nuovo patto con la casa d'Israele e con la casa di
Giuda" e questo perché la Torà è eterna.
Pesce 13: Perciò anche qui
la profezia annuncia una nuova alleanza, che è il Nuovo Patto Completo
della Gheulà Shlemà che annuncia (Isaia 42, 9): "Ecco, le
cose di prima sono avvenute e io ve ne annuncio delle nuove; prima che spuntino
fuori io ve le comunico". La radice di ogni profezia è nel Patto
fra le Parti con la promessa del Signore ai Patriarchi. La Torà, data
tramite la Ghevurà, è tutta profetica, e la profezia prosegue con
i profeti d'Israele. Alcune delle profezie si sono realizzate per molti versi,
ma le profezie messianiche e redenzionali associate alla Gheulà
Shlemà si realizzano soltanto al loro tempo. Per questo la missione
profetica è stata assegnata a Meshulam, lo schiavo cieco e sordo di Dio,
che ha il compito di annunciare le parole di Ha Shem: "prima che spuntino
fuori io ve le comunico".(Ibid. 10 - 12): "Cantate al Signore un
cantico nuovo, cantate le Sue lodi alle estremità della terra, o voi che
scendete sul mare, ed anche gli esseri che esso contiene, le isole e i loro
abitanti. Il deserto e le sue città alzino la voce! Levino la voce i
villaggi occupati di Kedar. Esultino gli abitanti di Sela, diano in grida di
gioia dalla vetta dei monti. Concedano gloria al Signore, proclamino la Sua
lode nelle isole!". Questo è un nuovo cantico di estrema gioia che
coinvolge tutte le nazioni del mondo ai tempi della Redenzione Universale.
Pesce 14: Si tratta della profezia
redenzionale che contiene anche le profezie della Quarta Generazione che sono
duplici e contengono anche eventi terribili (ibid. 13): "Il Signore si
avanzerà come un eroe, ecciterà il Suo ardore come un guerriero;
emetterà un grido, un urlo tremendo e trionferà sui Suoi
nemici". Sui suoi nemici vincerà» (ibid., 13). Il Profeta allude
anche alla Shoà (ibid. 24 – 25): "Chi ha abbandonato Giacobbe al
saccheggio e Israele in balìa dei predoni? Non è egli stato il
Signore? Colui contro il quale abbiamo peccato e lungo le cui vie non si
è voluto procedere e alla cui legge non si è ubbidito?
Perciò Egli ha riversato su Israele l'ardore della Sua collera e la
violenza della guerra; e la furia l'ha avvolto nelle sue fiamme ed egli non ha
capito; lo ha bruciato ed egli non lo ha considerato". Quest'ultimo verso
allude al peccato del sistema di Atzilut, che tuttora, Dio ci perdoni, permane
e non è considerato nella sua gravità. E dopo la terribile
punizione della Shoà, l'istituzione dello Stato di Israele e la
realizzazione delle profezie del ritorno a Sion, i Rabbini avrebbero dovuto
esaminare seriamente il perché della Shoà, ma ciò non
è avvenuto. "Lo ha bruciato ed egli non lo ha considerato":
più chiaro di così? Eppure, anche negli anni dopo la Shoà
non hanno approfondito le cause. In questo contesto, noi facciamo notare che
per il popolo di Israele la Shoà ha rappresentato l'Aharit ha Yamim, la
fine dei giorni, mentre per il mondo la Quarta Generazione è iniziata
solo nel 1983. Grazie a Dio, che il popolo d'Israele ha già scontato la
sua colpa.
Pesce 15: (Ibid. 14): "Per
lungo tempo son stato zitto, mi sono trattenuto; ora griderò come donna
che partorisce, respirerò affannosamente e sbufferò allo stesso
tempo". Grandioso e terribile è questo verso, secondo il quale il
Signore si è trattenuto, per cosi dire, dall'annientare i perecutori di
Israele fino a quando la misura è stata superato e l'ira si è
riversata sui malvagi. (Ibid. 15 – 16): " Io devasterò montagne e
colline, ne farò seccare tutte le erbe; ridurrò i fiumi in isole,
asciugherò gli stagni. Farò camminare i ciechi lungo una via che
ignorano, li condurrò per sentieri che non conoscono; muterò
davanti a loro le tenebre in luce , renderò piani i luoghi scabri. Sono
queste le cose che farò e non li abbandonerò". Questo
è il giorno grande e terribile del Signore, che proprio come è
grande e terribile nei castighi, così è grande e terribile nei
miracoli da parte del Signore che salva i buoni di cuore e i meritevoli per le
loro buone azioni. (Ibid. 17): " E volgeranno le spalle coperti di
vergogna coloro che confidano negli idoli scolpiti, che, rivolti alle immagini
fuse, dicono: "voi siete i nostri dèi"". Il Profeta
avverte ancora una volta i cristiani e gli altri popoli che praticano
impunemente l'idolatria.
Pesce 16: La profezia continua
trattando la missione speciale di Meshulam; (ibid. 18 – 21) "Ascoltate, o
sordi e voi, ciechi, guardate e vedete! Chi è cieco, se non il Mio servo
e sordo come il messaggero che Io invio? Chi è cieco come Meshulam,
cieco come il servo del Signore? Tu hai visto molte cose, ma non vi posto
mente; gli orecchi erano aperti, ma non hai udito nulla. Il Signore si è
compiaciuto per amore della Sua giustizia di rendere la Sua legge grande e
magnifica". Osservate come questa profezia sia piena di Battaglie di Pesce
intese a distinguere tra la pura fede e l'idolatria, dalle sue forme più
sofisticate a quelle più grossolane come il culto delle statue. In
questo contesto il servo Meshulam dà spiegazioni (come nello Herem
Mideoraita o nella Correzione del Cristianesimo) seguendo l'Asino che mangia il
pane, sceso dall'Alto per essere al livello del popolo d'Israele e delle
nazioni e portare loro le spiegazioni redenzionali necessarie. Il Signore si
è compiaciuto per amore della Sua giustizia di rendere la Sua legge
grande e magnifica. Solo grazie al Signore la Gheulà Shlemà si
compie nel mondo, perché è Iddio che si compiace della Sua
giustizia e desidera che la Torà cresca e si diffonda universalmente.
Per questo, Ha Shem accresce la Torà attraverso il Nuovo Patto Completo
in un modo che sarà glorificato e amato da tutti.
Pesce 17: Abbiamo terminato il
riferimento alla BET della Grande Pietra e proseguiamo con la NUN FINALE
associata alle Mazalot del Leviathan con il Mazal del Profumo Celeste, che si
riferisce principalmente alla questione della preghiera. In questo contesto,
riportiamo il cap. 42 del Libro del profeta Ezechiele, che parla del Bet
Hamikdash, degli errori dei Cohanim che vanno corretti, nonché delle norme
sacerdotali. Sorge la domanda: che rapporto c'è tra noi della
Gheulà Shlemà e il Tempio d'allora, con i suoi utensili, le norme
dei sacrifici e le vesti dei Cohanim? Di queste cose, infatti, finora ci
è stato indicato che anche nella Casa di Preghiera della Gheulà
Shlemà di sette piani, di tredici altari di preghiera e tappeto
dell'Islam, ci sarà un posto speciale per i sacrifici. Spetterà
ai Saggi decidere chi potrà portare un sacrificio, perché non
tutti coloro che vogliono potranno farlo.
Pesce 18: Perché allora ci
è stata data un'indicazione riguardante il cap. 42 di Ezechiele? In
apparenza, si tratta di un segno relativo al passaggio dal periodo del Primo e
del Secondo Tempio al periodo del Terzo Tempio ai tempi della Gheulà
Shlemà, che è essenzialmente una Casa di Preghiera e non una casa
di presentazione di sacrifici (non dimentichiamo che si tratta di un luogo di
preghiera universale, privo della santità e della gestione dei sacrifici).
Nella Casa di Preghiera ci sono Sette Piani corrispondenti ai Sette Cerchi Profetici,
che abbiamo ricevuto dai Segni Redenzionali. Questi cerchi sono termini nuovi, collegati
ai nomi di Ha Shem Baruch Hu. Dal primo al settimo cerchio i nomi sono: 1) EL
SHADDAI 2) ADONAI ELOHENU 3) EL ELYON 4) EL HAI 5) ADONAI EL 'OLAM 6) ADONAI
TZEVAOT 7) EHEYE ASHER EHEYE. (Nodà in sogno ha visto che sul tetto
della Casa di Preghiera erano dipinti sette cerchi, dai quali si diffondeva una
grande luce. La luce di ogni cerchio era di un colore diverso, ed è un
segno del Patto dell'Arcobaleno dopo il Diluvio, che ritorna nella
Gheulà Shlemà con il Patto Completo, chiamato anche Tiferet ha
Brit, la Gloria del Patto.
Pesce 19: Per ora, le questioni
generali possono essere collegate ai sette piani: al primo piano, associato al
nome EL SHADDAI, si trova il Tappeto dell'Islam. A causa della separazione del
rito dei musulmani (che non intendono pregare con un nuovo rito), essi
continueranno a pregare come prima con l'aggiunta di alcune benedizioni
relative alla Gheulà Shlemà. Pertanto si tratta di un tappeto per
la preghiera e non di un altare per la preghiera. È un diritto per i
musulmani stare al primo piano, perché Ismaele, figlio di Agar, fu il
primogenito di nostro padre Abramo.
Al secondo piano, associato al nome ADONAI
ELOHENU, si trova l'Altare di Giuda per gli ebrei e i convertiti all'ebraismo, e
ad esso è collegata la Scuola di Ester.
Al terzo piano, associato al nome EL ELYON, si
trova l'Altare di Malchitzedek per i popoli, in particolare per le nazioni
cristiane che hanno stipulato il Patto Completo della Gheulà
Shlemà. A questo piano è collegata la Scuola della Rosa
(Shoshanà).
Al quarto piano, associato al nome EL HAI,
usato dal profeta Elia, di benedetta memoria, si trova l'Altare del Grande
Israele, che è l'altare delle opere dell'Asino che mangia il pane.
Al quinto piano, associato al nome EL 'OLAM,
usato da nostro padre Abramo, si trova l'Altare di Efraim, destinato alle
pecore disperse della Casa d'Israele, che dal cristianesimo sono passate all'Altare
di Malchitzedek e possono (loro e i loro figli) entrar a far parte di Israele
attraverso la conversione, nel quadro del Nuovo Patto Completo. A questo piano
è collegata la Scuola di Yellow Rose.
Al sesto piano, associato al nome ADONAI
TZEVAOT, si trova l'Altare del Profeta, dal quale vengono lette ai fedeli le
nuove profezie che arrivano.
Al settimo piano, associato al nome EHEYE
ASHER EHEYE, si trova l'Altare del Sacerdote Unto e l'Altare della Sacerdotessa
Unta; in esso si trova anche la Scuola per sacerdoti e forse anche l'Altare
della Leviatanit.
Pesce 20: Dopo la presentazione
degli Altari, si può capire che il Messia ben David è associato
al Segno dell'Asino che mangia il pane sull'Altare del Grande Israele e alla
mansione del Sacerdote Unto sul suo Altare. Tuttavia, coloro che stanno su
questi altari non sono chiamati Messia, ma piuttosto Asini sull'Altare del
Grande Israele e Sacerdoti Unti sul loro Altare.
Le funzioni sacerdotali sono otto di numero:
il Sacerdote Unto, la Sacerdotessa Unta, il Sacerdote dell'Altare di Giuda, il
Sacerdote dell'Altare delle Figlie di Giacobbe, il Sacerdote dell'Altare di
Efraim, il Sacerdote dell'Altare delle Figlie d'Israele, il Sacerdote
dell'Altare di Malchitzedek e il Sacerdote dell'Altare dei popoli. Del resto,
nella Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà, il sacerdozio
è del tutto diverso da quello tradizionale, perché anche qui si
tratta di "cose nuove".
Pesce 21: Il sacerdozio
tradizionale è nel contesto della prima santità, mentre il Nuovo
Sacerdozio della Casa di Preghiera è nel contesto della nuova
santità che viene insieme con i Segni Redenzionali. Nuove sono anche le
norme del Nuovo Sacerdozio, secondo le esigenze di ogni altare. Tuttavia, non
abbiamo ancora trattato queste norme, perché al momento abbiamo solo i
loro segni generali in relazione agli Altari, al Nuovo Aron ha Kodesh e al
Nuovo Rito. Non abbiamo anche un luogo permanente di comunità,
perché siamo a tutt'oggi pochi Asini, nonostante siano trascorsi 26
anni, ma spero sinceramente che, con l'aiuto di Ha Shem, possiamo arrivare a
definire le nuove norme del sacerdozio in modo più dettagliato.
In ogni caso, tutti i sacerdoti della Casa di
Preghiera che presteranno servizio saranno unti nell'autorità del Goel Haim,
il Giudice Unto nel Regno dei Cieli. In questo contesto Nodà ha ricevuto
un segno secondo il quale in futuro verrà istituita una scuola per
sacerdoti, dove si impareranno prima di tutto le leggi del Derech Eretz e le
vie della dolcezza nell'amore per tutti gli esseri umani.
Ecco che la NUN FINALE della Pietra (EVEN)
è collegata al Mazal del Profumo Celeste, che deriva dalle preghiere
della Casa di Preghiera della Gheulà Shlemà, per merito
dell'umile e santo Tzadik, Haim ben Moshe di San'aa, Yemen.
QUINDICESIMO CAPITOLO
La Colonna del Cuore del Grande
Pesce Leviatan
Il Primo Pozzo è il pozzo
con gli stessi nomi,
Esso è collegato con il
sesto Mazal delle Mazalot del Leviatan, con la Stella del Programma.
"E Isacco si stabilì
nella piana di Gherar. E qui scavò di nuovo i pozzi che avevano scavato
al tempo di suo padre Abramo e che dopo la sua morte, i Filistei avevano
ricoperto di terra ed assegnò ad essi i nomi che aveva dato loro suo
padre"(Genesi 26, 18).
Pesce 1: DIARIO: 30 Nissan
5769; 24 aprile 2009, 24 L'Uccello Risorto 3962. Una settimana fa Gheula ha
sognato che c'era grande gioia fra la gente che si era radunata e parlava
dell'asina di Bil'am. Si tratta di un buon segno per Israele che parla della
completezza del Segno dell'Asino. Questa mattina Solly Kamkaji ha sognato di
vedere un pesce grande e strano, molto antico, e gli veniva detto che ha l'età
della terra, e il suo nome è "My Old Flame". Anche questo
è un segno importante che viene dopo che ho finito di spiegare la
"pietra" in base al Grande Pesce. Inoltre, poiché questo
titolo probabilmente si riferisce alla femmina e allude alla Leviatanit. Si
tratta di un ottimo segno e, a Dio piacendo, il Goel ci manderà nuovi
sapori e nuove lezioni dal Grande Pesce Leviatan.
Pesce 2: Il sogno di Solly
è venuto proprio quando ho finito di scrivere del settimo pozzo della
Colonna del Cuore delal Rosa e ho intrapreso qui la Colonna del Cuore del
Leviatan. Dal momento che "My Old Flame" è una canzone jazz, è
un segno che arriveranno una o più canzoni nuove, forse sulle Mazalot
del Leviatan.
Pesce 3: Perché la
Torà ci rivela che nostro padre Isacco chiamò i pozzi come suo
padre Abramo, senza rivelarcene i nomi? E inoltre, che senso ha il fatto che
Abramo li chiamò in un certo modo e i Filistei li ricoprirono di terra e
Isacco ritornò e li riattivò chiamandoli come suo padre?
C'è qui un'allusione al fatto che i nomi dei pozzi scavati da Abramo
erano noti a tutti. I Filistei nella loro invidia e cattiveria li disattivarono,
ma quando tornarono in possesso ad Isacco, che conosceva i loro nomi, li
chiamò con gli stessi nomi, senza rivelarli, per cui la Torà non
li indica. Allusione bella e precisa, e in effetti da tale allusione si evolve
un altro argomento. Isacco e la Torà non ci hanno rivelato i nomi dei
pozzi, ma quei nomi sono importanti, perché, altrimenti, che importanza avrebbe
tutta questa faccenda? È noto infatti che la Torà non viene per raccontare
cose senza senso, ma sempre ci sono insegnamenti da trarre, sia in forma
manifesta che in forma allusiva. A volte la cosa recondita si rivela solo
quando giunge il suo momento, come avviene al tempo della Gheulà
Shlemà, quando tramite i Segni Redenzionali vengono rivelati dei punti oscuri
della Torà. Per merito del Goel Haim, vengono rivelati nuovi studi, come
il Libro del Commento di Beer Sheba e il Libro di "Vayishakehu", in
cui abbiamo rivelato, grazie a Dio, il significato dei 6 puntini sopra il verbo
"e si baciarono" (Genesi, 34, 4), riguardante la riconciliazione dei
cuori fra Esaù e nostro padre Giacobbe.
Pesce 4: I segni oscuri nella Torà
possono essere interpretati secondo il Leviatan e i nomi delle sue Mazalot, così
come li abbiamo ricevuti, secondo le questioni dei Segni Redenzionali e dei
nomi dei Sette Cerchi Profetici. È importante sottolineare che le
Mazalot del Leviatan, le Stelle della Redenzione, i Cerchi Profetici e i Segni Redenzionali
esistevano da sempre, dalla creazione del mondo o forse ancor prima, e furono
rivelati a nostro padre Abramo. Il "Libro delle Stelle", per esempio,
fu trasmesso in eredità ad Abramo, ed è il libro per mezzo del
quale lo Tzadik Haim ci insegna i nomi e le questioni delle stelle redenzionali.
Pesce 5: (Isaia, 48, 6 – 8):
"Tu ne hai udito l'annuncio; considerale avvenute tutte quante. Non lo
proclamerete voi stessi? Ora io ti annuncio delle cose nuove , delle cose
occulte, a te ignote. Esse stanno per avvenire adesso, non da tempo antico; e,
prima d'oggi, non ne avevi mai sentito parlare, perché tu non abbia a
dire "ecco, io già le avevo sentite". No, tu non le hai mai
udite, né sapute, nulla in passato te ne era mai venuto agli orecchi,
perché sapevo che ti saresti comportato slealmente poiché ti
chiami ribelle fin dal ventre materno". Queste sono le cose nuove: i segni
messianici e redenzionali della Gheulà Shlemà. Solo con
l'elezione fatta da Ha Shem del Goel Haim i segni vengono chiamati Completi, e
si può dire che sono stati "creati" ora e non un giorno prima,
ossia: non prima del giorno in cui Ha Shem ha scelto il Goel Finale. Questo perché
prima della scelta del Goel i segni messianici e redenzionali non erano in uno
stato di Gheulà Shlemà, mentre i segni iniziali coperti dal
cristianesimo erano ben lontani dall'essere "completi", come la
distanza esistente fra ebraismo e cristianesimo. Con l'elezione del Goel Haim,
i segni si completano, scendono nel mondo e vengono capiti con una nuova
comprensione.
Pesce 6: Con l'avvento dei Segni
Redenzionali, si annullano i Segni Iniziali che uscirono contorti nel
Cristianesimo, per cui rimangono solo per lo studio e la comprensione della
missione di Yeshua. Così tutto cambia completamente, quando i Segni
Redenzionali sono come "nuova creazione" proprio nel momento della
loro rivelazione, anche se i segni stessi furono creati da Dio in passato ed
esistevano ancor prima del Cristianesimo, perché la dottrina dei segni
è un retaggio del profeta Elia, di benedetta menoria. Noi li chiamiamo i
Segni Iniziali solo nel contesto della missione di Yeshua e di tutto ciò
che ricevette nella scuola essena, mentre presso il profeta Elia i Segni erano
già redenzionali, sebbene la condizione storica per rivelarli era ancora
lontana. Inoltre, l'eredità era occultata con il profeta Elia; i segni
erano stati creati ma erano nascosti all'interno della Torà.
Pesce 7: Torat ha Simanim
è così chiamata, perché nella rivelazione dei Segni c'è
tutta una dottrina, nella quale si rinnova anche la stessa santa Torà,
perché anche la Torà si completa con il Segno delle Stelle, con
il Segno del Regno dei Cieli, con il Segno della Casa di Preghiera, con il Segno
dell'Asino, con il Segno della Quarta Generazione e con il Segno della
Resurrezione dello Tzadik Haim. Torat ha Simanim ha Shlemim tratta questioni del
tutto nuove (come il Nuovo Rito e i testi della Gheulà Shlemà) o
rinnovate nel suo contesto (come la Nuova Sukkà). Questo è il senso
della vicinanza di "Ricordati della Torà di Mosè, mio servitoreo"
(Malachia 3, 22) a "Ecco, Io vi mando il profeta Elia" (ibid. 23)
nella profezia di Malachia. Poiché sebbene la Torà dei Segni Messianici
e Redenzionali sia una Torà completa, non bisogna confondersi e pensare
erroneamente che non sia collegata alla Torà di Mosè, la pace sia
su di lui. Basta considerare che cosa fece il Cristianesimo dopo la rivelazione
dei Segni Iniziali, soprattutto per mano di Paolo. La Torà fu allora
considerata "nulla" di fronte alla nuova "Torà di
Cristo", ma noi dobbiamo ricordare che la Santa Torà esiste ed
esisterà in eterno con le sue leggi e i suoi statuti così
come tutta la tradizione di Israele (e notate che Gesù stesso ne
comprese l'equilibrio dicendo: "non sono venuto per annullare la Torà
o le parole dei profeti, ma per adempierle"(Matteo 5, 17).
Pesce 8: È importante
capire che i segni messianici e redenzionali sono nella Torà e quindi
sono ad essa associati e complementari sotto alcuni aspetti. Non la negano assolutamente,
nemmeno una punta di una YOD, ma poiché nella loro rivelazione ne viene
fuori una grande e ampia Torà, ci potrebbe essere lo spazio per
l'errore, per cui Ha Shem avverte alla fine del libro di Malachia:
"Ricordatevi della legge di Mosè, Mio servitore, al quale Io diedi
in Horev leggi e statuti per tutto Israele. Ecco, Io vi mando Elia, il profeta,
prima che venga il giorno grande e terribile del Signore. Egli
ricondurrà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i
padri, ond'io, venendo, non abbia a colpire il paese con anatema (herem)".
Questa è la Torà di Mosè e questa è la Torà
dei Segni, e insieme si crea una perfezione desiderata. La Torà dei
segni nascosti nella Torà è passata in eredità al profeta
Elia. Alla scuola degli Esseni Yeshua ricevette i Segni Iniziali che, dopo la
sua missione, vennero manipolati nel Cristianesimo (e ribadiamo qui il
concetto: se la missione di Yeshua fosse stata accettata da tutto il popolo
d'Israele, supponendo che ne fosse stato meritevole, la Redenzione Completa sarebbe
potuta avvenire, ma così non fu). Solo alla fine, dopo che Ha Shem ha
scelto il Goel Haim, verranno rivelati i Segni Redenzionali. "Ora
creati": perché solo ora tutte le forme dei segni, che esistevano
anche prima, sono perfezionate dal Goel e la prova di ciò è che
tutto ciò che spieghiamo è sconosciuto e mai prima sentito.
Pesce 9: Nostro padre Abramo
ricevette da Ha Shem il Libro delle Stelle, e nel Segno delle Stelle della
Redenzione è stato rivelato il segno del Libro delle Stelle. Questo
segno è il primo nel Segno delle Stelle, che è generale e
rappresenta una chiave per tutti i segni delle Stelle Redenzionali,
perché tutti i segni della Torà hanno una connessione stellare
con le Stelle Redenzionali. Questo fatto di interpretare le questioni della
Torà secondo i loro segni si apre solo adesso con la rivelazione del
Libro delle Stelle, e quindi ogni nuova interpretazione che portiamo secondo i
Segni Redenzionali o le Nuove Mazalot è del tutto nuova e rivela
ciò che era occultato all'interno della Torà. Ad esempio: tutte
le nuove spiegazioni sul rapporto messianico-redenzionale tra la Stella di
Malchitzedek e la Stella di Abramo vengono rivelate adesso per merito del Goel
Haim, che ci dà le lezioni sul Libro delle Stelle.
Pesce 10: Le azioni dei padri sono
segni per i loro figli. Questa vera saggezza, nota ai Saggi d'Israele, trova
conferma durante la Gheulà Shlemà e ne fa esempio il significato
del nome EHEYE ASHER EHEYE riguardo ai Patriarchi d'Israele. In generale, le
vicende di nostro padre Abramo sono i segni inclusi nel primo EHEYE, le vicende
di nostro padre Isacco sono i segni inclusi nel nome ASHER, e le vicende di
nostro padre Giacobbe sono le segni inclusi nel secondo EHEYE. Per quanto
riguarda i pozzi di Be'er Sheva, anche i pozzi che scavò Abramo sono
segni, per cui l'allusione summenzionata continua, dopo che i Filistei avevano
ricoperto di sabbia i pozzi e Isacco li aveva riattivati chiamandoli con gli
stessi nomi di suo padre, che nella Torà non vengono però
nominati. In altre parole: come Isacco ne occultò i nomi così
anche la Torà non ce li rivela.
Pesce 11: Poiché i pozzi
sono pozzi d'acqua e l'acqua nei pozzi è correlata alle mazalot e alle
stelle. L'obiettivo è spiegare (le'baer) i pozzi (be'erot) con le
spiegazioni (bi'urim) di acqua secondo le Stelle Redenzionali e le Mazalot del
Leviatan, per cui i pozzi hanno bisogno di nomi, che vanno associati alle
Stelle della Gheulà Shlemà e alle Mazalot del Leviatan. Per
questo ho collegato sette pozzi alle Mazalot del Leviatan che hanno nomi di
animali, sette pozzi alle Stelle di Ester nel regno di Ahashverosh e sette
pozzi alle Mazalot del Leviatan che non hanno nomi di animali, con il segno del
Rifugio dell'Armadillo viene elencato sia nei primi che negli ultimi pozzi.
Questo perché gli ultimi pozzi vengono occultati nella Torà e
devono essere rivelati dai loro collegamenti con i pozzi rivelati. Con l'aiuto
di Ha Shem, tutte le Mazalot del Leviatan avranno effetti sui pozzi di Beer Sheva
ed eleveranno la città dei Patriarchi, che è la città del
patto e la città dei Cohanim.
Pesce 12: Ho anche collegato i 21
pozzi che ho trovato con le vicende dei Patriarchi, affinché le Mazalot
del Leviatan e le Stelle della Gheulà Shlemà siano connesse ai
versi della Torà. Questo perché l'acqua in cui cerchiamo le
spiegazioni sono i segni occultati nella Torà. Dopotutto, il fatto
stesso che nostro padre Abramo diede dei nomi ai pozzi allude al fatto che egli
ricevette in eredità da Ha Shem il Libro delle Stelle, per cui i nomi
sono secondo il Libro delle Stelle. Anche l'acqua in quei pozzi era benedetta e
aveva virtù, poiché i nomi dei pozzi erano collegati alle Stelle
Redenzionali ed alle tredici Mazalot del Grande Pesce Leviatan.
Pesce 13: E tuttavia i Filistei,
pervasi da cattiveria d'animo e invidia, vedendo quei pozzi benedetti, li
ricoprirono di sabbia. Nostro padre Abramo capì che non doveva più
rivelare pubblicamente i nomi, per cui li trasmise in segret a suo figlio
Isacco. E quando Isacco riattivò i pozzi non rivelò i nomi,
poiché sapeva che i malvagi avrebbero sabotato nuovamente quello che era
benedetto; i malvagi, infatti, quando ricevono il bene lo usano per scopi
disonesti e non per l'amor del cielo.
Pesce 14: Trattandosi di una vera
tradizione, la Torà ha voluto che conoscessimo questo particolare,
perché al tempo della Gheulà Shlemà, quando Ha Shem
sceglierà il Goel, scenderà coi Segni Redenzionali il Libro delle
Stelle ricevuto da nostro padre Abramo e il Goel stesso ci impartirà
delle importanti lezioni rivelando i nomi delle Stelle Redenzionali e delle
Tredici Mazalot del Leviatan. Vedete dunque come viene occultato questo
argomento nella nostra santa Torà e quanto importante sia il
collegamento dei pozzi di Beer Sheva con i nomi delle Stelle Redenzionali e
delle Mazalot del Leviatan. Questo collegamento è fondamentale per
venire a conoscenza della nuova e vera Kabalà nella Terra d'Israele, che
sarà diffusa tra gli ebrei e le nazioni del mondo.
Pesce 15: Abbiamo scritto nella
prefazione che "barà sheva" allude al fatto che la
città di Beer Sheva simboleggia la completezza della Gheulà
Shlemà, così come il settimo giorno completa i sei giorni della
Creazione. E ho anche accennato al "segreto" rivelatomi dallo Tzadik
Abuhatzera, secondo il quale la città di Beer Sheva è speciale
perché è il "punto d'incontro" dei sette cieli e delle
sette terre. Abbiamo anche appreso dai Segni Redenzionali che il Bet Hamikdash
con la Casa di Preghiera di Sette Piani, Tredici Altari e Tappeto dell'Islam,
oltre a Gerusalemme, sarà eretto anche a Beer Sheva. La Casa di
Preghiera da costruire a Beer Sheva sarà di modello per altre case di
preghiera per tutti i popoli, dove tutti potranno pregare a Dio soltanto nelle
generazioni della Gheulà Shlemà.
Pesce 16: A questo proposito,
diciamo che le Casa di Preghiera saranno costruite secondo le necessità
del luogo. Ad esempio, il Tappeto dell'Islam sarà comune nei paesi
musulmani, l'Altare di Malchitzedek nei paesi cristiani, l'Altare di Giuda e
l'Altare di Efraim nei luoghi dove ci sono ebrei, che vogliono pregare sugli
altari della Casa di Preghiera secondo i bisogni delle comunità.
Pesce 17: Sono del parere che da
Beer Sheva si diffonderà il modello della Casa di Preghiera per tutti i
popoli, poiché si tratta di una novità universale assoluta.
Pertanto, uno degli scopi principali di questo scritto è quello di
elevare la città di Beer Sheba, la città dei Patriarchi e dei Cohanim,
collegandola alle questioni redenzionali, tramite le connessioni fra i pozzi e
le Stelle della Redenzione e le Mazalot del Leviatan.
Pesce 18: Bisogna qui far presente
che la comprensione della Torà si rinnova ai tempi della
Gheulà Shlemà e questo verbo "si rinnova" è
importante, poiché bisogna capire in che cosa consiste tale
rinnovamento. Abbiamo già sottolineato che le cose nuove sono nel
contesto della Torà e non si discostano assolutamente da essa.E' un grande
portento che dopo 4000 anni dal nostro antenato Abramo e 3500 anni dopo il dono
della Torà, arrivano segni e spiegazioni che aggiungono nuova conoscenza
alla Torà. E in effetti non si tratta di nuove conoscenze, ma anche del
fatto che la Torà si completa nel Patto Completo Finale e una nuova
comprensione viene per i figli d'Israele e per le nazioni del mondo. A
ciò allude il nome EHEYE ASHER EHEYE, in cui il secondo EHEYE si rinnova
e non si distacca dal primo EHEYE (cioè: non cadiamo nell'errore
pensando che il secondo EHEYE sia separato dal primo).
Pesce 19: Inoltre, Ha Shem non
rivelò a Mosè soltanto il primo EHEYE e il secondo EHEYE, (come
se fosse EHEYE EHEYE) ma li unì tra loro con il nome ASHER per farci
capire che la Sua rivelazione nella Prima Redenzione è collegata alla Sua
rivelazione nella Completa Redenzione Finale e il nome di unione ASHER è
eterno come tutto il nome di Dio, come sta scritto (Isaia 42, 6): "Io sono
il Primo e Io sono l'Ultimo, e all'infuori di Me non esiste altro Dio".
Tuttavia, il nome ASHER è il più nascosto, perché non
è considerato come un nome (ma come una congiunzione), per cui gli
eventi della Storia avvenuti sotto l'ASHER nascondono molto. Possiamo elencare:
la missione miracolosa e l'ascesa in cielo da vivo del profeta Elia, di
benedetta memoria, la salvezza di Purim, in cui il nome di Dio è
occultato (Libro di Ester), e la missione messianica di Yeshua, la cui vera storia
viene rivelata solo ora con i Segni Redenzionali.
Pesce 20: Per questo il nome ASHER
è collegato al "segreto delle correzioni" e infatti le
correzioni non possono essere apportate fino a quando non siano scesi i Segni
Redenzionali che rivelano la storia di Yeshua, le Stelle della Meghilat Ester e
il ruolo del profeta Elia. In effetti, in questi ultimi 26 anni mi sono
occupato delle questioni del nome ASHER a cui si riferiscono molti capitoli dei
libri dei Profeti. In realtà, il nome ASHER non poteva essere associato
alsecondo EHEYE se non dopo la correzione della RESH nel Cristianesimo e alla correzione
nell'Ebraismo, che si deve riformare sotto il potere della Torà e dei
Profeti che devono infondere uno spirito nuovo al popolo d'Israele.
Pesce 21: Riassumiamo qui i nomi
dei 21 pozzi: (Colonna del Cuore del Profeta): (1) Il Pozzo della Resurrezione
dell'Uccello (2) Il Pozzo della Battaglia del Pesce (3) Il Pozzo dei Pesi
dell'Asino (4) Il Pozzo della Tartaruga Illuminata (5 ) Il Pozzo del Regno della
Giraffa (6) Il Pozzo del Rifugio dell'Armadillo (7) Il Pozzo della Tana del
Leone. (Colonna del Cuore della Rosa): (8) Il Pozzo di Ah (9) Il Pozzo di Hash
(10) Il Pozzo di Shor (11) Il Pozzo di Rosh (12) Il Pozzo della Regina Ester
(13) Il Pozzo della Modestia (14) Il Pozzo della Modestia interiore (Il Cuore
del Grande Pesce Leviatan). (Colonna del Cuore del Grande Pesce): (15) Il Pozzo
del Progetto (16) Il Pozzo del rifugio dell'Armadillo (17) Il Pozzo del Lago di
Sale (18) Il Pozzo della Valle di Mercurio (19) Il Pozzo della Fine del Minuto
(20) Il Pozzo del Profumo Celeste (21) Il Pozzo della Bellezza del Paradiso.
La Torà menziona: Il Pozzo di Lachai
Roì, Questo Pozzo scavato da nostro padre Abramo, Il Pozzo di
Sitnà, Il Pozzo di Esek, Il Pozzo di Rehovot, Il Pozzo di Acqua Viva e
il Pozzo della Grande Pietra. Questi pozzi sono inclusi nei pozzi secondo i
nomi suddetti. Sì, non ho menzionato il Pozzo della vicenda di Eliezer e
di Rebecca nostra madre, che forse ha bisogno di un'interpretazione speciale.
DIARIO: Lag Ba'omer 5769: Ho acceso un
lume nel nome del vero rabbino Shimon bar Yochai e non di quello falso a cui
viene attribuito falsamente il Libro dello Zohar con tutta la falsa Kabbalah,
che è piena di idolatria e di dèi emanati inesistenti, che
esistono solo nella fantasia malata e distorta di chi ci crede. Il santo
Tanà, Shimon bar Yochai, non ha nulla a che fare con tutto questo culto
insano! Che il Signore Santo Benedetto, nella Sua gelosia possa estirpare per
sempre questa menzogna dal popolo d'Israele e riaccreditare il vero Tanà,
Rabbi Shimon bar Yochai. Amen.
SEDICESIMO CAPITOLO
La Colonna del Grande Pesce
Leviatan
Il Secondo Pozzo è il
Pozzo di acqua viva
Esso è collegato con il
settimo Mazal delle Mazalot del Leviatan, il Rifugio dell'Armadillo
"E i servitori di Isacco
scavarono nella valle e vi trovarono un pozzo di acqua viva"(Genesi 26,
18).
Pesce 1: Questo pozzo allude alla
Gheulà Shlemà per merito dello Tzadik Nistar, il Goel Haim.
Cercherò di chiarire alcune cose sul contenuto dell'acqua viva. Lo
Tzadik Haim ci ha detto in sogno che "agli allievi non devono venire a
mancare i Segni di Isacco" e ciò ha più significati. I Segni
di nostro padre Isacco sono racchiusi nel nome ASHER che è collegato al
livello di "ruach" (abbiamo ricevuto dallo Tzadik che possiamo
riferire il Nefesh, il Ruach e la Neshamà al nome EHEYE ASHER EHEYE, che
si può interpretare anche con l'ordine inverso Neshamà, Ruach e
Nefesh; ciò dipende dall'argomento che si sta trattando); possiamo dire
che le virtù che dipendono dallo spirito del cuore sono le virtù
amate nel Regno dei Cieli.
Pesce 2: Ed è sottinteso
che il raggiungimento delle virtù del cuore dipendono dall'impegno che
ci mette la persona. Interessante è il fatto che solo nella vicenda di
nostro padre Isacco (e non di Abramo o Giacobbe) si parla di questo pozzo, il
pozzo di acqua viva. L'acqua viva che desideriamo bere è associata ai
Segni di Isacco sotto il nome di ASHER che collega il Nefesh alla
Neshamà o la Neshamà al Nefesh perché la maggior parte del
lavoro dell'uomo per servire Ha Shem consiste nel collegare il cuore allo
spirito. E la persona dovrebbe sempre impegnarsi e sforzarsi a raggiungere le
virtù amate: l'umiltà, la pietà e la compassione per il
prossimo, il derech eretz, la modestia interiore e altro.
Pesce 3: La persona non
sarà in grado di raggiungere uno spirito giusto se la sua anima è
difettosa, per i peccati che compie con il corpo o con la bocca, perché
è noto che la maggior parte dei peccati dipende dalla lingua. La cosa
è simile ad una nave che ha delle falle sul fondo, per cui non importa
che cosa vi si mette a bordo, poiché sarà comunque destinata ad
affondare e, anzi, quanto più la si caricherà tanto prima
colerà a picco. Così avviene con l'animo umano: se una persona
persiste nel peccato con le sue azioni e il suo linguaggio, non ci sarà
modo che uno spirito vero si posi su di lui, e anche se si sforzerà non avrà
successo. Questo perché ciò che ha il sopravvento nella persona sono
i suoi vizi. E non per niente è scritto nei Proverbi (21, 23): "Chi
tiene a bada la sua bocca e la sua lingua, tiene lontana dai guai la sua
anima"; infatti, è la lingua che media tra il Ruach e il Nefesh e
tra il Ruach e la Neshamà.
Pesce 4: - La Torà dice in
forma allusiva che se volete trovare il pozzo di acqua viva, dovete servire Ha
Shem, scavare nel cuore e trovare le virtù desiderate, l'opera del cuore
del Mio servitore Isacco. "Il mio servitore Isacco" sono i fedeli di
Ha Shem che cercano di elevare il livello delle virtù del cuore per
comunicare sempre con il loro spirito, per mezzo del quale si attingono le
acque dal pozzo di acqua viva. Chi è mancante non può attingere
questa acqua, perché non merita di essere considerato servitore di Ha
Shem e non riuscirà ad esplorare il suo cuore per trovare, migliorare e raffinare
le sue virtù. Ecco perché il Goel ha detto che ai Talmidim non
dovrebbero msncare i Segni di Isacco - che permettono di migliorarsi nello
spirito, nel corpo e nella lingua.
Pesce 5: Abbiamo più volte
spiegato che il nome ASHER è un nome nascosto che racchiude la
tradizione del profeta Elia, la tradizione di Mordechai ha Tzadik e della
regina Ester e la tradizione della missione messianica di Yeshua, nel contesto
dei Segni Iniziali. La questione del profeta Elia, di benedetta memoria,
è occultata e lo Tzadik Haim, Capo dei trentasei Tzadikim Nascosti della
sua generazione, ci ha rivelato che in tutte le generazioni (da Mordechai il
Giusto in avanti) il profeta Elia ha presieduto l'istituzione degli Tzadikim
Nistarim, pur non essendo conteggiato tra di essi. Nella parte nascosta della
ALEF del nome ASHER ci sono le questioni dei trentasei Tzadikim Nistarim in
ogni generazione, mentre la SHIN di ASHER racchiude gli ordini nascosti di EL
MISTATER nella Sua redenzione del popolo d'Israele tramite le Stelle della Redenzione.
Il fatto che il nome di Ha Shem non sia menzionato nel Libro di Ester mostra il
Suo occultamento secondo la Sua volontà per mezzo del segreto delle
Stelle della Redenzione. Il Libro di Ester contiene anche la Stella di Ester, e
la ALEF e la SHIN sono il fuoco (esh) espresso nell'"esh dat
lamò" della Torà secondo i suoi livelli superiori e nascosti
e il livello segreto di EL MISTATER tramite le Stelle della Redenzione.
Pesce 6: Parliamo qui del vero
fuoco delle cose rivelate e delle cose nascoste, alla base del quale si
può rivelare la RESH del nome ASHER, perché la RESH non rientra
nelle cose nascoste, ma in un grande luce che si rivela al popolo d'Israele e
si diffonde fino alle isole lontane. Pertanto proprio nella RESH di ASHER
c'è la missione messianica, che può elevarsi come uno stendardo
fra i popoli e fare uscire la giustizia fra di loro. E per le corna del montone
rimaste impigliate fra i grovigli teologici della storia, ha avuto il
sopravvento l'occultamento del nome ASHER e solo con la rivelazione dei Segni
Redenzionali le questioni saranno chiarite. Tuttavia, Yeshua, da parte sua,
volle rivelare e spiegare le cose dal pozzo di acqua viva riguardanti la vita
eterna del Regno dei Cieli tramite le virtù del cuore, e, in effetti, la
maggior parte dei suoi insegnamenti dimostra che l'inizio della scoperta del
pozzo di acqua viva era già nei Segni Iniziali, per cui la missione di
Yeshua era sotto la RESH del nome ASHER nei Segni di Isacco.
Pesce 7: In effetti, il
sacrificio di Isacco si è completato con il sacrificio finale dello
Tzadik Haim che annullò un terribile decreto sul mondo. Dopo la sua
morte terrena, lo Tzadik è stato portato da risorto nella sua sede nel
Regno dei Cieli. Da quel momento si è stabilito il Regno dei Cieli
Completo che comunica con i cuori degli esseri umani nel mondo, affinché
chi lo raggiunge ottenga la vita eterna associata al Pozzo di Acqua Viva. Con
la sofferenza finale dello Tzadik Haim si è conclusa la sofferenza degli
Tzadikim Nistarim di ogni generazione, e questa è una questione grande e
segreta che in ogni generazione passata i veri Tzadikim Nascosti garantivano
con la loro sofferenza la sopravvivenza del mondo e per questo erano chiamati
"Tzadik yesod ha 'olam" , Tzadik fondamento del mondo. Il Santo Benedetto
fondò, a partire da Mordechai il Giusto l'istituzione dei trentasei
Tzadikim Nistarim in ogni generazione, affinché in ogni momento ci
fossero degli Tzadikim per il cui merito e sofferenza venissero annullati
terribili decreti del Tribunale Supremo. (nota 1). Questo ordine
è dovuto al Fuoco (esh) dell'ALEF e della SHIN del nome ASHER.
Nota 1: Lo Tzaddik ci rivelò che
agli Tzadikim Nistarim non fu permesso di intervenire nel decreto
dell'Olocausto e anche se avessero voluto farlo non avrebbero potuto informare
perché il decreto era definitivo e nessuno poteva interferire con esso.
Pesce 8: Quando il lungo
sacrificio di nostro padre Isacco finì, con il sacrificio dello Tzadik
Haim, fu deciso in Alto che a causa delle enormi e terribili sofferenze dello
Tzadik Haim, i Giusti Nascosti non avrebbero più avuto il permesso di
prendere su di sé i decreti pesanti. Questa decisione è coincisa
con l'inizio della Quarta Generazione, perché se gli Tzadikim Nistarim
avessero continuato ad assumersi il peso dei decreti, il giudizio finale non
sarebbe sceso sul mondo nel Giorno grande e terribile, impedendo così
l'avvento della Gheulà Shlemà. Come parte di questo cambiamento,
abbiamo ricevuto che è stato istituito un ordine del tutto nuovo per gli
Tzadikim Nistarim, che consiste nell'istituzione di 250 Giusti Nascosti (in ghematria
= NER, candela), e quindi il suo nome è: "La candela del Giusti Nascosti
che vivono nella loro fede".
Pesce 9: I Segni di nostro padre
Isacco del nome ASHER, come detto, si sono completati con la sofferenza finale
dello Tzadik Haim, il Giudice, unto da Ha Shem, che presiede il Regno dei Cieli
e guida la Gheulà Shlemà nel mondo. Notate anche come il pozzo di
Maim Haim (acqua viva), nel suo nome, allude al Goel (Haim) e che la valle (NAHAL)
con l'acqua viene per collegare il Pozzo alle Mazalot del Leviatan: la NUN nel Mazal
della Resurrezione dell'Uccello, la HET nel Mazal del Lago di Sale, che
è il Mazal del Patto Completo e la LAMED nel Mazal della Tana del Leone;
il NAHAL è collegato con la Nuova Legge della Gheulà
Shlemà, che esce tra le nazioni del mondo per portare il giudizio di
verità.
Pesce 10: Perciò scavate
nella valle della Gheulà Shlemà, credete nella resurrezione del Goel
Haim, entrate nel Patto Finale della Gheulà Shlemà, studiate gli
scritti del Mishnat Haim, cercate uno spirito veramente nuovo che sarà per
voi un Pozzo di Acqua Viva. Bisogna chiarire cosa c'è tra la valle in
cui scavarono i servitori di Isacco e la valle della Gheulà
Shlemà. I Segni di Isacco sono collegati, come detto, al nome ASHER,
mentre i Segni Redenzionali sono i segni di nostro padre Giacobbe, i Segni
della Gloria d'Israele. Abbiamo ricordato prima che bisogna associare Nefesh,
Ruach e Neshamà al nome EHEYE ASHER EHEYE, quindi il primo EHEYE è
collegato all'anima dei Tempi Redenzionali, il nome ASHER allo spirito e il
secondo EHEYE all'anima nel contesto dell'esistenza della Gheulà Shlemà
nel mondo. Nel collegamento del primo EHEYE all'anima, si intende la forma
dell'anima dei figli d'Israele, che è collegata alle azioni del corpo,
perché il nefesh è la vitalità del corpo che risiede nel
sangue, poiché senza di essa l'uomo cessa di vivere.
Pesce 11: Poiché l'intera
Torà è racchiusa nel primo EHEYE dall'atto della Creazione
attraverso le storie dei Patriarchi, l'Esodo e il dono della Torà, con i
portenti sul monte Sinai e la santificazione delle anime dei figli d'Israele,
come si può dire di tutto ciò che è il Nefesh dei Tempi
Redenzionali? Tuttavia, ciò non dipende dal livello della Torà,
ma da quello dei figli d'Israele, perché il mondo del Ruach non si
stabilisce nei figli d'Israele se essi non sono integri nel Nefesh, ossia nella
perfezione dell'azione e del linguaggio. La Torà ha racchiuso tutto in
essa, ma i figli d'Israele non sono riusciti a ricevere il suo spirito, per non
parlare della sua anima, e magari avessero potuto ricevere il Nefesh della
Torà, ossia i precetti positivi e negativi in essa presenti.
Pesce 12: La Sacra Tora ha dato ai
figli d'Israele una vera forma di vita, dal comportamento quotidiano dell'individuo
fino alla santità delle azioni del Sommo Sacerdote durante il Giorno di Kippur,
con tutte le leggi e i precetti positivi e negativi; tuttavia poiché i
figli d'Israele, in generale, disattesero con le loro azioni la volontà
di Ha Shem, ecco che non furono degni di ricevere il Ruach. Va sottolineata la
difficoltà di questa questione, poiché a motivo della responsabilità
reciproca imposta al popolo di Israele (tutto Israele è garante l'uno
dell'altro), il popolo non ha raggiunto la perfezione, dato che ci sono sempre
i trasgressori che abbassano il livello generale, come avvenne con la moltitudine
mista nell'episodio del Vitello d'oro, oppure con la vicenda di Acan
(Giosuè, 7), per la cui colpa il popolo dovette sostenere dure e lunghe
battaglie.
In questo contesto abbiamo ricevuto, Baruch
Ha Shem, una nuova mishnà riguardante la seconda ascesa di Moshè
Rabbenu, secondo la quale, dopo il peccato del Vitello, Mosè chiese al Santo
Benedetto di concedere ai figli d'Israele un'altra via rappresentata dalle virtù
del cuore, che infondono uno spirito nuovo. Ha Shem gli rispose che se avesse
comandato ciò, come parte di una nuova via dello spirito, il popolo
sarebbe subito caduto nell'errore e la situazione sarebbe peggiorata.
Perciò Ha Shem non accolse la richiesta di Mosè e gli rispose
(Esodo 34, 1): "Scolpisci due tavole di pietra come le prime"; ossia:
il modo con il quale ho dettato le leggi nella Torà è il modo tramite
il quale essi dovrebbero perfezionare le loro anime, e solo per mezzo delle loro
anime corrette potranno poi ricevere un nuovo spirito. Questa mishnà ci
fa capire che il primo EHEYE venne per modellare la forma del Nefesh dei figli
d'Israele.
Pesce 13: Tuttavia, il popolo nel
suo insieme si degradò dopo la spartizione del Regno: le dieci
tribù si prostituirono con il culto del Ba'al e furono punite con l'esilio;
anche i figli di Giuda peccarono ma sopravvissero grazie al Bet Ha Mikdash. Lo
stato spirituale del popolo in quel tempo era ai minimi termini e lo stesso
profeta Elia dovette ammettere (1 Re, 19, 14): "Perché io non sono
migliore dei miei padri". In altre parole: così come i miei
antenati non riuscirono a far pentire il popolo facendolo tornare sulla retta
via, così io non sono riuscito a cambiare il loro cuore col rimorso, il
pentimento e la correzione. Tuttavia, il profeta Elia, di benedetta memoria, non
era come i suoi antenati, poiché era particolare e di un livello superiore.
Egli fu l'unico che non conobbe la morte fisica e fu fatto salire vivo in cielo,
ed è noto dalla Tradizione che egli scende nel mondo per svolgere i
compiti assegnatigli da Dio, perché è amato in quanto
dimostrò il suo sacro zelo contro l'idolatria dei Be'alim. Elia è
anche nel Patto dei Segni Redenzionali e la ALEF del nome ASHER è collegato
alla sua tradizione. Il profeta è menzionato anche nell'ultima profezia
di Malachia (3, 22-24), che parla della Redenzione Finale, dato che Elia rappresenta
il collegamento storico con la Gheulà Shlemà tramite i punti
sopra il verbo "Vayeshakehu" e la riconciliazione dei cuori fra padri
e figli. Nell'ascesa del profeta Elia si trova la radice del legame sia con il Regno
dei Cieli che con il Segno della Resurrezione dei morti.
Pesce 14: I segni del primo EHEYE
furono a tutti manifesti nell'Esodo dall'Egitto, nel dono della Torà sul
Sinai, nel passaggio miracoloso attraverso il Mar Rosso, nei quarant'anni di
vita nel deserto; tuttavia, il popolo cadde nelle trappole idolatre tese dai
popoli vicini, sia nel periodo dei Giudici che in quello dei Re. Dopo la spartizione
del Regno, il popolo continuò a degradarsi in ogni senso. Per questo, la
lettera HE del primo EHEYE, che racchiudeva una missione messianica e aveva
permesso di portare a termine la costruzione del Bet ha Mikdash, non si
completò per la mancanza di meriti dei figli d'Israele, per cui fu con
il profeta Elia che si manifestò l'influenza del nome ASHER che indicava
un processo più nascosto nella storia dei Tempi Redenzionali. Così
come il primo EHEYE si collegava con la correzione del Nefesh del popolo, il
nome ASHER si collegava con il Ruach dei Tempi Redenzionali.
Pesce 15: So che ci sono molti
modi per interpretare il nome EHEYE ASHER EHEYE (Sarò quel che
Sarò), ma qui io mi soffermo sul parallelismo con Nefesh, Ruach e Neshamà
e trovo una conferma proprio dall'episodio dei servitori di Isacco che
trovarono il Pozzo di Acqua Viva. Abbiamo spiegato che l'Acqua Viva allude al
Goel Haim e all'acqua buona e meravigliosa dei Segni Redenzionali che sono i Segni
di Giacobbe e i Segni della Gloria d'Israele, in particolare all'interno dei Segni
del secondo EHEYE. Abbiamo anche spiegato che la sofferenza finale dello Tzadik
Haim ha rappresentato la fine del lungo sacrificio di nostro padre Isacco e
questo fa già parte della risposta, poiché i Segni di Isacco non
potevano realizzarsi e raggiungere la perfezione, se non dopo la fine del lungo
sacrificio di Isacco.
Pesce 16: I Segni di nostro padre
Giacobbe che visse per venti anni in esilio presso Labano, l'arameo
imbroglione, alludono ai due millenni di esilio di Israele tra le nazioni e si
accompagnano ai Segni di suo padre Isacco, perché entrambi erano in vita
durante quei venti anni. È interessante notare che a nostro padre
Giacobbe fu comunicato dall'angelo, ministro di Esaù, che avrebbe
ricevuto il nome di Israele; tuttavia, anche se la benedizione sottolineava che
il suo nome non sarebbe più stato Giacobbe, in effetti, non fu così,
dato che anche dopo il nome Giacobbe viene menzionato (a differenza di nostro
padre Abramo, che dopo l'aggiunta della HE non fu più chiamato Abram, ma
solo Abraham). Pertanto, non sembra che l'intenzione fosse quella di chiamare
Giacobbe con un'accezione negativa (come fece Esaù, quando disse:
"e mi ha imbrogliato due volte" veya'akveni ze pa'amaim, Genesi, 27,
36), per cui dopo duemila anni di persecuzioni per l'odio delle nazioni, Giacobbe
diventerà la Gloria d'Israele agli occhi di tutti i popoli al tempo
della Gheulà Shlemà.
Pesce 17: I Segni redenzionali e
messianici di cui stiamo parlando sono legati al nome ASHER (c'è
un'allusione anche nel numero riduttivo 6 di ASHER (1 + 300 + 200, se togliamo
i due zeri di 300 e 200 otteniamo il 3 e il 2; sei sono infatti i Segni
Redenzionali), mentre i Segni che sono sotto il primo EHEYE e racchiudono la
riconciliazione dei cuori e l'unificazione del popolo sono l'eredità del
profeta Elia. Ricordiamo qui che, sebbene i segni non fossero allora chiamati
"Segni Completi", (sono chiamati così solo al tempo della
Gheulà Shlemà), erano anche allora potenzialmente completi,
perché se a quel tempo il popolo avesse avuto il merito e fosse avvenuta
la riconciliazione dei cuori, si sarebbe verificato un cambiamento radicale per
tutto il popolo d'Israele e si sarebbe risvegliato lo spirito del cuore. Se
allora fosse avvenuta la riconciliazione dei cuori, non si sarebbe realizzata
la seconda parte della profezia di Malachia "affinché io non venga
e colpisca il paese con un anatema" (la profezia fu data dopo il tempo di
Elia) e la missione del profeta Elia sarebbe sfociata nella Gheulà
Shlemà.
Pesce 18: Tuttavia, fu decretato
l'anatema sul popolo poiché non si era realizzata la riconciliazione dei
cuori, e così le profezie messianiche e redenzionali non si realizzarono
e avvennero i due esilii, l'ultimo dei quali durò duemila anni. E
così come non si realizzò più volte l'avvento del profeta
Elia con la riconciliazione dei cuori (poiché l'essenza della Gheulà
Shlemà è racchiusa in questo termine), allo stesso modo anche le
profezie redenzionali non poterono avverarsi al loro tempo.
Pesce 19: Non dimentichiamo che Ha
Shem ha promesso che sarà il profeta Elia ad aprire la Gheulà
Shlemà prima del Giorno grande e terribile del Signore e a portare le
chiavi della riconciliazione dei cuori, e dal momento che la distruzione del
Secondo Tempio e il lungo esilio sono collegati al "pen avò –
affinché io non venga" (Malachia, 3, 24), risulta chiaro che la
promessa di Ha Shem al profeta Elia avverrà in un altro tempo, poiché
mai una promessa benevola di Dio potrebbe non realizzarsi.
Pesce 20: Anche la missione
messianica di Yeshua che aveva lo scopo di elevare il popolo fu caratterizzata
dall'anatema; il sacrificio di Yeshua, che era amato da Ha Shem, fu accettato
ed ebbe il potere di attenuare in modo significativo il decreto di sterminio
sul popolo che fu cambiato nei decreti di distruzione del Tempio e della
diaspora bimillenaria tra le nazioni del mondo. Pertanto la missione e il
sacrificio del Nazareno sono collegati al sacrificio di Isacco, e Yeshua viene
paragonato al montone che venne immolato al posto di Isacco, che, dal suo
altare, risorse a nuova vita. E sebbene nostro padre Isacco abbia mantenuto il
diritto sulla terra d'ìsraele, anche quando i figli di Israele erano in
esilio, ecco che la gran parte dei Segni di Isacco si collegano ai figli
d'Israele quando risiedono nella Terra d'Israele, per cui la missione di Yeshua
avvenne sotto i segni di Isacco, nel contesto della RESH del nome ASHER.
Pesce 21: Anche la profezia (cap.
53) di Isaia si ricollega a Yeshua, per cui quando avremo capito le questioni
della Gheulà Shlemà potremo anche capire i motivi della missione
di Yeshua e sapremo che in quell'epoca egli, con il suo sacrificio, prese su di
sé ed espiò i nostri peccati.
DICIASSETTESIMO CAPITOLO
La Colonna del Cuore del Grande
Pesce Leviatan
Il Pozzo di Esek (Rissa)
Esso è collegato con l'ottavo
Mazal delle Mazalot del Leviatan, il Lago di Sale
"E i pastori di Gherar
litigarono con quelli di Isacco perché dicevano "l'acqua è
nostra" ed egli diede al pozzo il nome di Esek poiché litigarono
con lui" (Genesi 26, 20).
Pesce 1: Altre tematiche relative
alla missione di Yeshua sono la salvezza del gregge disperso della Casa
d'Israele e la questione della luce per i popoli, espressa nella parabola di
Yeshua (Matteo 5), secondo la quale la lampada deve essere vista quando
è sulla tavola. Il Santo Benedetto vide che la maggior parte delle
nazioni del mondo non avrebbe potuto raggiungere la luce se non attraverso un
lungo processo storico, dato che aveva difficoltà a credere in un Dio
invisibile (come avvenne con il Cristianesimo che considera Gesù
l'incarnazione di Dio).
Pesce 2: Ma, tuttavia, il
Misericordioso e il Longanime ama le Sue creature e aspetta il loro pentimento.
Il Cristianesimo, a parte le sue carenze teologiche, ha trasmesso, nel corso
dei secoli, molte buone virtù in molti suoi fedeli, insegnando loro il
valore della carità ed avvicinandoli alla Bibbia e alla conoscenza della
storia del popolo ebraico. In questo modo ha elevato lo spirito nei cuori delle
masse cristiane, che si sono sforzate di apprendere l'amore tramite gli
insegnamenti di Yeshua. Si tratta di due millenni, non di due settimane! Tuttavia,
e soprattutto, il Santo Benedetto vide l'obiettivo finale e creò i mezzi
per raggiungerlo in modo che tutti potessero ammettere la giustezza e la
verità delle Sue opere.
La missione di Yeshua, collegata alla RESH
del nome ASHER è, come detto, correlata allo spirito del cuore, così
come nella storia di Purim la SHIN del nome ASHER rappresentava il pentimento
ed il ritorno alla Torà e il digiuno con il conseguente miracolo del
"Na'afoch hu" sfociò nell'elevazione dello spirito del cuore.
Pesce 3: Così anche la
santità del profeta Elia eleva lo spirito del cuore dei figli d'Israele
ogni volta che lo menzionano o ne parlano, perché la sua menzione
dà loro la speranza che presto venga il tempo della Gheulà
Shlemà. Anche il fatto che non sia morto e sia salito da vivo in cielo
stupisce i fedeli ed eleva il loro spirito. Ribadiamo anche che il nome ASHER
riguarda per lo più lo spirito del cuore, ma non si completa fino
all'avvento del Goel Haim che porta i Segni Redenzionali, che sono il retaggio
del profeta Elia nella loro forma storica finale. I Segni Redenzionali sono
racchiusi nel contesto del secondo EHEYE, dove la ALEF riceve le nuove
spiegazioni prima sconosciute. Ad esempio: dove salì il profeta Elia,di
benedetta memoria? Nel Regno dei Cieli, come da noi spiegato.
Pesce 4: Anche il fatto di essere
stato a capo dei 36 Tzadikim Nistarim in ogni generazione non era noto in
passato. Inoltre, per la prima volta, vengono rivelati i nomi delle stelle del
sistema del Tribunale di Mordechai lo Tzadik e del sistema della regina Ester
nel Regno di Ahashverosh come parte della SHIN del nome ASHER. Il segreto del
sistema di Ester è che per mezzo delle virtù del cuore di Ester
il Ruach del cuore umano sale i gradini di marmo bianco del Palazzo del Regno
dei Cieli, per cui il nuovo spirito del Regno dei Cieli passa tramite le
quattro Stelle di Shoshan ha Birà che sono: Ah, Hash, Shor e Rosh. La
RESH del nome ASHER include, come detto, la grande correzione del Cristianesimo
e la riforma nell'Ebraismo, affinché tutte le spiegazioni e le correzioni
rinnovino e correggano il nome ASHER, collegato ai Segni di nostro padre
Isacco.
Pesce 5: Un'altra questione
connessa alla missione di Yeshua è il linguaggio chiaro dei Segni
messianici e redenzionali Iniziali della storia. Vediamo di chiarire questo
punto. Se il profeta Elia, di benedetta memoria, possedeva i segni "completi",
come fu possibile che fossero "iniziali"? Inoltre, se i segni furono
manomessi dal Cristianesimo, come poterono poi diventare i Segni della
Gheulà Shlemà? La risposta è che i segni di per sé
erano completi già ai giorni di Elia, come spiegato, perché se ipotizziamo
che fosse riuscita a suo tempo la sua missione, sia per mezzo suo o per mezzo
di un suo "shaliach", allora si sarebbe realizzata la riconciliazione
dei cuori e tutti i segni avrebbero portato nel mondo la Gheulà
Shlemà. Ma poiché, purtroppo, ebbe il sopravvento il "pen
avò (altrimenti non venga)" della profezia di Malachia, la
Redenzione Completa fu rinviata di altri duemila anni, per cui i segni che Yeshua
aveva preso dalla Scuola degli Esseni divennero i Segni messianici e redenzionali
Iniziali della storia.
Pesce 6: Tramite la missione di
Yeshua, quei Segni Iniziali divennero fondamentali nel cristianesimo, come la
Stella di Cristo, il Regno dei Cieli, la nuova luce del nuovo annuncio, la
missione messianica profetizzata nel Libro di Zaccaria (9, 9), il Segno del
Giorno del Giudizio del Signore con la discesa del Regno dei Cieli sulla terra
e la resurrezione di Yeshua dai morti. Tutti questi Segni erano reali e
"completi" (e la loro connessione si vede tramite i Segni
Redenzionali che abbiamo ricevuto), perché avevano il potere di attirare
a sé la Gheulà Shlemà, ma per il fatto che il
Cristianesimo deviò dalla fede nell'Unità di Ha Shem, i Segni assunsero
una veste menzognera che portò i fedeli a credere ad una dottrina
idolatra. Pertanto non fu possibile che quei Segni portassero la Redenzione
Finale. D'altra parte, sarà più facile per i cristiani comprendere
e accettare il linguaggio dei Segni Redenzionali Finali quando arriveranno.
Pesce 7: Per lo spirito dei
cristiani, quei Segni erano molto grandi, perché, come detto, i Segni
erano sostanzialmente veri. E la frase pronunciata da Yeshua sulla croce:
"Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?" (Matteo 27,46),
può essere anche letta: Mio Dio, perché hai abbandonato quei
Segni veri nelle mani di chi ha deviato dalla verità? Tuttavia noi, per
merito del Goel Haim, per mezzo dei Segni Redenzionali scaviamo nuovi pozzi
sotto i Segni di Isacco e portiamo alla luce i Segni Iniziali, chiarendo il
loro rapporto con i S Redenzionali. Solo adesso si può capire la
missione messianica di Yeshua, figlio di Giuseppe e Miriam, il secondo uomo
della redenzione.
Pesce 8: Se torniamo alla
questione dei Segni di Isacco, ecco che tutti i suoi segni nel contesto del
nome ASHER sono correlati al suo nome (Yitzhak = riderà) che esprime per
sempre la vera gioia per la sua nascita. Facendo riferimento a questa gioia,
abbiamo notato che anche il nome ASHER è pieno di questioni spirituali e
del risveglio dello spirito del cuore nel contesto della tradizione del profeta
Elia, della tradizione di Purim e della missione di Yeshua. Non a caso il Goel
Haim ha detto che "ai Talmidim non devono venire a mancare i Segni di
Isacco", perché essi comportano il risveglio dello spirito e l'entusiasmo
del cuore, e in loro assenza c'è solo aridità. Ricordate che
bisogna servire Ha Shem con la gioia del cuore, con amore e con timore, per cui
è essenziale che tutti gli allievi del Morè Haim imparino e considerino
i Segni di Isacco nel nome di ASHER, perché da essi sgorga l'acqua viva per
lo spirito. Se non si attinge e si beve da tale acqua, l'anima non potrà
compenetrare l'essenza ed il valore della Gheulà Shlemà. L'acqua
viva è l'anima della Redenzione Completa, perché quando lo
spirito è corretto secondo il nome ASHER, si può attingere e bere
dall'acqua di vita completa ed eterna secondo le rivelazioni del secondo nome EHEYE.
Pesce 9: E cosa è racchiuso
nelle rivelazioni del secondo nome EHEYE? Le questioni della Casa di Preghiera
durante la Gheulà Shlemà, le questioni della vera nuova
Kabalà della Gheulà Shlemà, le Guerre di Ha Shem contro il
Libro dello Zohar e contro il falso messianesimo di Chabad, la Nuova Legge e il
Nuovo Rito. In questo contesto il Segno dell'Asino che mangia il pane è
lo spirito della Gheulà Shlemà che risveglia lo spirito umano, fa
gioire il cuore e indica la via della semplicità della fede e della
rettitudine. Hi ha, hi ha! L'Asino suscita la misericordia del Cielo,
perché scende dal Regno dei Cieli, dove si trova la sua stalla, in cui
ha atteso l'arrivo dell'uomo che lo cavalcasse per scendere nel mondo. Infatti,
al tempo della Gheulà Shlemà, il Goel Haim, che è l'anima
scelta dal Santo Benedetto per fare da Maestro alle generazioni della
Redenzione Finale, cavalca l'Asino che porta nel mondo i Segni dell'Asino che
mangia il pane redenzionale.
Pesce 10: Il Goel Haim è
anche la Gloria di Israele e tutti i meritevoli che vivranno dalla quinta
generazione in poi riconosceranno le sue virtù, la sua umiltà e
il suo amore per tutti gli esseri umani, perché siamo tutti una sola
carne. E sapranno che è un ebreo yemenita della tribù di
Beniamino. Per merito suo, tutto il popolo d'Israele verrà apprezzato tra
le nazioni, che vorranno apprendere i suoi insegnamenti ed essere considerati
suoi discepoli. Chi avrà bisogno di consiglio riceverà da lui
consigli miracolosi, e tutti sapranno che il Santo Benedetto gli ha conferito
la forza di agire per l'umanità, come sta scritto: "consigliere
miracoloso" (Isaia 9, 5) e "il volere di Ha Shem sarà
realizzato tramite la sua opera" (Isaia 53, 10) e il Signore gli infonde
la forza per portare la Gheulà Shlemà nel mondo. Inoltre, grazie
al potere dell'amore di Ha Shem su di lui, il Goel consolerà le vedove, aiuterà
gli orfani, chiederà la misericordia per gli ammalati ed
illuminerà il cuore dei saggi, che umilieranno il loro spirito per
ricevere la vera luce.
Pesce 11: Molti sentiranno che il
Morè Haim è come un padre amorevole e lo chiameranno "padre
per sempre" (avi-ad), e sapranno che per merito suo sono scesi nel mondo i
Segni Redenzionali, che porteranno alla vera pace, per cui sarà chiamato
"ministro della pace" (sar shalom). Poiché è ebreo,
quanto più i popoli riconosceranno quanto sia amato dal Santo Benedetto,
tanto più il nome di Israele sarà elevato e apprezzato. Per
questo, l'umanità si eleverà spiritualmente e molti si
sforzeranno di raggiungere le virtù del cuore sui gradini di marmo
bianco, poiché la Gheulà Shlemà esige che dal Segno della Resurrezione
del Goel Haim la Neshamà di ogni uomo e di ogni donna si connetta con il
Nefesh, ed è per questo che il Morè ha detto che agli allievi non
devono mancare i Segni di Isacco, poiché tramite loro il Ruach si
collega alla Neshamà e la Neshamà al Nefesh e il Nefesh alla
Neshamà.
Pesce 12: Il Nefesh è nel
sangue e dà la vita fisica al corpo, il Ruach dà la vita ai
sentimenti del cuore ed ha una vitalità superiore rispetto al Nefesh,
mentre la Neshamà dà la vita spirituale alla persona, per cui, delle
tre, la Neshamà è quella più vicina al Santo Benedetto,
come sta scritto (Genesi, II, 7): "e Dio gli (ad Adamo) ispirò
nelle narici il soffio vitale – nishmat haim". È l'anima che
discende più volte nel mondo in un altro corpo ed è quella che
rimane nella sua forma originaria, anche se ha sempre margini di miglioramento,
di elevazione, di crescita e ogni livello di elevazione avviene tramite il
pensiero, il linguaggio e le azioni in questo mondo. Per questo, ai figli
d'Israele, le cui anime furono santificate sul Sinai, il Santo Benedetto diede
in dono la Torà e le mitzvot, per purificarli e ricompensarli, così
da aggiungere luce, santità e virtù alle loro Neshamot.
Pesce 13: Ovviamente, tutti gli
esseri umani hanno una Neshamà, un Ruach ed un Nefesh. Il popolo
d'Israele è stato scelto per fungere da "reame di Sacerdoti",
affinché la salvezza di Ha Shem raggiunga tutte le nazioni del mondo
fino alle isole lontane del mare, e non a caso il Goel, lo Tzadik Haim ha
dichiarato: "Siamo tutti una sola carne", poiché tutti hanno
una Neshamà, un Ruach e un Nefesh. Da tutto ciò si
comprenderà che con l'avvento della Gheulà Shlemà e
l'inizio dei nuovi ordini dei Segni Redenzionali sotto il secondo nome EHEYE, i
Segni di Isacco del nome ASHER dovranno essere rinnovati. Una volta rinnovato,
esso si associa alla verità del primo EHEYE e ai nuovi ordini del
secondo EHEYE per raggiungere il completamento di EHEYE ASHER EHEYE. È
importante approfondire questa questione e comprendere il salto di
qualità della Gheulà Shlemà in rapporto agli eventi del
passato. Nella rivelazione del secondo EHEYE, il nome ASHER si corregge e si
rinnova, per cui il primo EHEYE ritorna al suo splendore attraverso la rivelazione
dei Segni Redenzionali che rinnovano la Tradizione e la vera Kabalà.
Pesce 14: A volte sono testardo
come un asino e mi rifiuto di raccontare le azioni meravigliose del Signore
Benedetto verso l'umanità, perché dico in cuor mio: "In che
cosa differisco io dai primi asini che non sapevano parlare?". E vedo
anche che nel mondo molti sono confusi o privi di spirito verso le questioni
redenzionali. Perché dovrei dire che con la venuta del Goel Haim si
è completato il nome EHEYE ASHER EHEYE nella storia? Perché dovrei
ragliare le novità della vera Kabalà della Gheulà
Shlemà? Dopotutto, crederanno per sbaglio che io sia un uomo vestito da
asino e non capiranno che nella discesa dell'Asino dal Regno dei Cieli sono io
che mi travesto ed è lui che raglia. Tuttavia, mi viene poi in mente che
il Leviatan sarebbe dispiaciuto se non continuassi a raccontarvi le sue
allusioni, per cui continuo a farlo, perché non voglio rattristarlo;
eppoi, ho anche bisogno di lui per spiegare i pozzi di Beer Sheva.
Pesce 15: Pertanto, occupatevi,
cari fratelli, del ritorno delle greggi disperse della Casa d'Israele che si
trovano per lo più in campo cristiano, mentre io, l'Asino, servo da tramite
per attingere l'acqua viva dal pozzo di nostro padre Isacco. Venite e ridete per
il Piano Redenzionale di Ha Shem e rallegratevi per le spiegazioni dei pozzi,
che collegano i Segni Completi nascosti nella Torà al Nuovo Patto
Completo, nel cui contesto la Torà viene rivelata alla luce dei Segni
Redenzionali. Ricordate anche che è impossibile ricevere i Segni senza contestualizzarli
nel nome ASHER, che è la chiave per comprendere la vera risata storica
che rimane nel tempo e cioè la missione messianica di Yeshua, figlio di
Miriam e Giuseppe.
Pesce 16: La grande risata storica
nei campi di Israele è che in realtà Yeshua fu il Messia figlio
di Giuseppe, l'Ariete immolato al posto di Isacco ed il secondo uomo della
redenzione dopo Moshè Rabbenu e prima del Goel Haim. La grande risata
storica nei campi cristiani è che Yeshua era un uomo in carne ed ossa,
un servitore di Ha shem e che tutta la teologia cristiana è destinata a
scomparire. E tuttavia "mussar shlomenu alav" (il castigo, per cui
abbiamo pace, è stato su di lui, Isaia 53, 5) perché venendo a
conoscenza del perché della sua missione, ci umilieremo tutti davanti al
Piano Redenzionale di Ha Shem, poiché nessuno ha capito niente in tutte
le generazioni passate. Rimpiangeremo anzitutto di non averlo conosciuto,
quando egli, umilmente davanti a Dio, portava i nostri peccati; solo più
avanti avremo sufficiente umiltà per capire e rallegrarci della saggezza
di Ha Shem, che disse (Isaia 55, 8): "Perché i Miei pensieri non
sono i vostri pensieri, e le vostre vie non sono le Mie vie". Soltanto
così una grande risata storica scenderà nel mondo nello spirito
di umiltà.
Pesce 17: Non dite che mi sto
paragonando (mai sia!) a Moshè Rabbenu, che ha chiarito la Torà, dato
che io sono soltanto un asino che mangia il pane, che non arriva neppure
all'altezza dei suoi piedi! Io non sono altro che un asino nuovo che si rinnova
secondo i propositi dei Segni Redenzionali, per merito del Goel Haim. Hi-ah, hi-ah.
Non tornerò al Pozzo di Esek per discutere con i cristiani o al pozzo di
Sitnà per argomentare con i musulmani, perché chi lo vorrà
si recherà al Pozzo di Rehovot per ascoltare le parole della
Gheulà Shlemà, per merito del Goel amato e prescelto da Ha Shem,
e da lì arriveranno al Pozzo di Acqua Viva per conoscere e amare il Giudice
Unto nel Regno dei Cieli, lo Tzadik Haim, nato a San'a, Yemen.
DIARIO: 44esimo giorno del conteggio
dell'Omer 5769, Fara Gera d'Adda, Bergamo, Italia: Prima di partire per gli
Stati Uniti, be ezrat Ha Shem, io e Nodà (la Coda dell'Asino) abbiamo
fatto il segno "Na'afoch hu" affinché la Stella della Nuca
(Kochav ha Oref) si trasformi nella Stella della NUN (Kochav ha NUN).
Pesce 18: Grazie a Dio, Santo
Benedetto, tramite questi commenti, i pozzi di Beer Sheva si sono rinnovati per
essere fonti di acqua viva della Gheulà Shlemà, per merito del
Goel Haim, per cui sono stati spostati dai confini del passato ai confini del
presente e del futuro della Redenzione Finale. Stiamo parlando di Be'er Lachai
Roì, di Be'er Zot, di Be'er Esek, di Be'er Sitnà, di Be'er
Rehovot, di Be'er Maim Haim e di Be'er Ha Even ha G'dolà. In tutto sette
pozzi, che includono tutti i pozzi che Abramo scavò e i Filistei
ricoprirono di terra e, in seguito, Isacco riscavò e riattivò,
chiamandoli con gli stessi nomi dati da suo padre Abramo. Li abbiamo menzionati
tutti in questo libro, secondo i nomi delle Mazalot del Leviatan e secondo i
nomi del sistema di Ester. Una volta che la Sacra Torà è entrata entra
nel Patto Completo, ci vogliono le interpretazioni secondo i Segni Redenzionali.
Le interpretazioni sono collegate anche alle Stelle Redenzionali, all'ottavo
nuovo cielo e alle Mazalot del Leviatan, per cui, tramite esse, la Torà
si rinnova nella nuova luce del secondo EHEYE.
Pesce 19: Uno dei Talmidim ha
sognato il profeta Elia che era molto felice delle interpretazioni sulle
allusioni delle Stelle Redenzionali e delle Mazalot, perché così,
diceva, si realizza la riconciliazione dei cuori. Quest'ultima, menzionata
nella profezia di Malachia, non riguarda solo i figli d'Israele, ma
l'umanità intera, dato che tutte le profezie redenzionali hanno un
valore universale. Riconciliare i cuori a livello universale richiede la fede
in tutti i fondamenti della Torà, e, in effetti, ciò non avviene
in modo diretto, dal momento che le nazioni del mondo non possiedono la
tradizione della Torà basata sulla prima santità che riguarda le
mitzvot dei figli d'Israele; ed, infatti, la maggior parte dell'umanità
non è collegata alla Halachà ebraica. Pertanto, i fondamenti della
Torà saranno assimilati tramite i Segni Redenzionali, che consentiranno
a chi vuole entrare a far parte del Nuovo Patto Completo di conoscere la Sacra
Torà tramite gli scritti del Sefer Mishnat Haim.
Pesce 20: Il commento di Beer
Sheva è il settimo tipo dei segni nascosti nella Torà, che
vengono rivelati attraverso i Segni Redenzionali. I sei tipi precedenti sono: (1)
I collegamenti della Torà e della tradizione rabbinica halachica
(principalmente "Hilchot Melahim" nel Mishnè Torà del
Rambam, alav ha shalom) riguardanti il Mashiah ben David, chiariti nel libro
"Nuova luce sul Rambam". (2) Lo "Herem mi Deoraita" contro
il peccato di Atzilut del Libro dello Zohar e la spiegazione delle radici dell'idolatria
delle quattro generazioni: i padri, i figli, la terza generazione e la quarta
generazione di coloro che Mi odiano (il peccato dell'Albero della Conoscenza
del bene e del male, l'errore della generazione di Enosh, il peccato della generazione
della Torre di Babele e il Peccato del Vitello d'oro). Si tratta di nuove
spiegazioni delle parole della Torà, che approfondiscono la comprensione
del Secondo Comandamento e collegano la profezia di Mosè nella
parashà di "Ha'azinu" al peccato di Atzilut (Emanazione):
(Deut. 32, 17): "hanno sacrificato a dèi che non avevano
conosciuto, dèi nuovi, venuti di recente, che i vostri padri non avevano
temuto", associandola alla tragedia della Shoà, perpetrata da una
"nazione stolta" (ibid. 21), ossia il popolo tedesco-nazista, sia
maledetto e cancellato il suo ricordo in eterno!
Pesce 21: (3) La rivelazione del
Libro delle Stelle (Sefer ha Kochavim) di nostro padre Abramo, laddove si fa
allusione nella Torà nel "Sfor ha kochavim" (Genesi, 15, 5) è
lo studio di molti segni che ne derivano impartiti dal Goel Haim. In questo
contesto vengono rivelate per la prima volta le allusioni nascoste
nell'incontro di Malchitzedek con nostro padre Abramo. È questo tipo di
segni nascosti nella Torà che apre il nuovo studio sulle stelle. (4) Le
allusioni dell'Asino che mangia il pane, come: "E sellò il suo
asino" (Ibid. 22, 3), "Restate seduti qui con l'asino" (ibid.
5), "un asino robusto" ( ibid. 49, 14) e altri. (5) I sei puntini
sopra il verbo "Vayeshakehu, che alludono ai sei Segni Redenzionali nella
Torà e che dopo la loro rivelazione la Torà entra nel quadro dei
Segni Redenzionali con i Segni di Abramo, Isacco e Giacobbe associati al nome
EHEYE ASHER EHEYE. (6) Tutti i grandi segni collegati al sacrificio di Isacco, al
Segno dell'Ariete nella missione di Yeshua ai Segni dei pozzi di Beer Sheva e alla
rivelazione dei loro nomi secondo le Stelle Redenzionali e le Mazalot del
Leviatan. C'è anche un ottavo tipo per i segni nascosti nella Torah, e
sebbene sia generale a tutte le questioni della Gheulà tramite esso si
rivelano nuovi aspetti. Si tratta di nuove interpretazioni delle lettere del
nome EHEYE ASHER EHEYE e la questione è collegata al nuovo ottavo cielo
della Redenzione Finale, per merito del prescelto Goel Haim.
DICIOTTESIMO CAPITOLO
La Colonna del Cuore del Grande
Pesce Leviatan
Il Quarto Pozzo è il Pozzo
di Sitnà (Disputa)
Esso è collegato con il
nono Mazal delle Mazalot del Leviatan, la Valle di Mercurio
"E scavarono un altro pozzo
e disputarono anche su questo; e lo chiamarono Sitnà" (Genesi 26,
21).
Pesce 1: DIARIO: 19 luglio
2009, 27 Tammuz 5669: Yehoel Yehoel ed io siamo partiti con l'aereo per gli
Stati Uniti.
A tutt'oggi, ovunque nel mondo regna la
conflittualità (sitnà) e l'odio. L'odio è nascosto nel
cuore ed è radicato nel Satan, il grande angelo che infonde i cattivi
pensieri nel cuore (che diventano poi parole e anche azioni); pertanto, Satan
non sarà estirpato facilmente, certamente non sarà trasformato
nel bene, se non per mezzo di una forza immane che riesce a rivoluzionare
l'interno stesso del cuore. "E disputarono anche su questo":
"anche" allude all'interiorità, cioè la Sitnà
permeava la parte interna dei cuori di quei filistei, e non solo la parte
manifesta. Del resto, tutto ciò che genera odio, nasce, si alimenta e si
sviluppa all'interno del cuore.
Pesce 2: Ecco perché
nostro padre Isacco evitò di disputare con loro, perché chi
litiga con qualcuno che ha un odio interno non farà che aggiungere altro
odio nella disputa. La Sitnà è più dura della
Sin'à' (odio), perché l'odio può generare da ragioni
diverse che scaturiscono dai pensieri, per cui se non tocca l'intimo del cuore,
si può convincere chi la prova a cambiare atteggiamento, e se la persona
è dotata di buon senso, quell'odio può anche trasformarsi in
amore. La Sitnà, invece, è diversa perché ha origine da
Satana, e se Satan ha infuso Sitnà nel pensiero della persona, quella
sarà sua schiava e non vorrà sentire ragioni. Pertanto, per
quanto riguarda la riconciliazione dei cuori, è detto: "E
farà tornare il cuore dei padri verso i figli, e il cuore dei figli
verso i padri" (Malachia 3, 24), perché di solito la consanguineità
non permette a Satana di causare Sitnà.
Pesce 3: Il Satan non
cambierà, perché è un angelo il cui ruolo è ben
definito, quello di far cadere l'uomo nel peccato attraverso i pensieri, i
sentimenti e le azioni. Satana non può essere "buono",
perché il suo pane sono i peccati e non le mitzvot, per cui non
può cambiare la sua essenza. Per svolgere il suo ruolo gli viene
conferito il potere di causare il male secondo la sua volontà e la
questione verte intorno al libero arbitrio, poiché proprio come la
persona ha la possibilità di scegliere (che è il dono più
grande che Dio gli ha concesso), così anche Satana ha il potere di
scegliere i modi e i mezzi per farla cadere nel peccato. Tuttavia, il tipo di
scelta del Satan non è simile a quello dell'uomo, perché egli non
può scegliere il bene, a differenza dell'uomo che può optare tra
il bene ed il male e per sua libera scelta può anche cambiare.
Pesce 4: È possibile anche
che Satana agisca in un modo che sembra buono, ma in realtà ciò
ha lo scopo di causare il male. Un esempio di questo tipo è la persona
che impara cose buone e utili, per poi inorgoglirsi e considerarsi superiore
agli altri. Di per sé, ogni studio vero è utile e positivo,
tuttavia, chi usa lo studio per insuperbirsi, disonora se stesso davanti al Cielo
e davanti alla gente che non vede di buon occhio chi è superbo e arrogante.
Così facendo, il Satan userà una strategia a prima vista buona
che, in fin dei conti, si dimostrerà cattiva.
Pesce 5: Il fatto che ci siano poi
anche cose buone che derivano dal Satan è un'altra questione, e lo
testimonia lo stimolo sessuale tra l'uomo e la donna, perché senza di
esso nessuno avrebbe il desiderio di accoppiarsi e la gente non osserverebbe la
mitzvà del "prolificate e moltiplicatevi". Tuttavia, questo
non è per il bene che è in Satana, perché non c'è
del bene in lui, ma perché così fu stabilito dal Creatore, sia
lodato, e rientra tra le cose che favoriscono la procreazione. Se ci fate caso,
le quattro lettere di "Sitnà" (שטנה) sono le stesse di "Ha-Satan" (השטן) e anche se nostro padre Isacco se ne partì da quel
pozzo ed evitò di litigare con i Filistei, nella Sacra Torà si fa
allusione che quando verrà il tempo attingeremo dalle acque di quel
pozzo, collegato con il Mazal della Valle di Mercurio.
Pesce 6: Il pozzo di Esek e il
pozzo di Sitnà erano sotto il regno di Avimelech, re dei Filistei, che
nel racconto biblico non dimostrò particolare ostilità verso
Abramo e Isacco ma, anzi, stipulò con loro un'alleanza. Comunque sia,
Avimelech era un re importante a quei tempi e ho scoperto che il suo nome viene
menzionato nella Torà ventiquattro volte. Avimelech ebbe il privilegio
di vedere in sogno il Signore che lo mise in guardia sul sequestro di nostra
madre Sara, e non è una cosa da poco che un re filisteo abbia parlato in
sogno con Ha Shem. Nello stesso sogno, Avimelech disse al Signore (Genesi 20,
4): "Uccideresti forse un popolo innocente?"; per cui è un
grande merito "discutere", per così dire, con Dio, come nostro
padre Abramo che "discusse" con Dio sulla punizione imminente a
Sodoma e Gomorra.
Pesce 7: In questo contesto si
comprenderà che la Stella di Avimelech è una grande stella nei
sistemi che portano il mondo alla giustizia richiesta nei tempi della Gheulà
Shlemà, e secondo quanto ho ricevuto dal Goel Haim, che ci dà
lezioni molto importanti dal Libro delle Stelle di nostro padre Abramo, la Stella
di Avimelech è la quinta tra le sette stelle del sistema della Grande Tribunale
di Mordechai ha Tzadik. È una stella molto grande, e ho ricevuto che si
chiama anche "la Stella delle settanta nazioni del mondo". Nello
stesso sistema, c'è una grande stella sottostante, che si chiama la
Stella di Pichol. Come è noto, Pichol era il portavoce di Abimelech ed
il generale del suo esercito, per cui le settanta nazioni (che si sono diffuse
nel mondo in numero sempre maggiore) sono come gli eserciti di Avimelech.
Pesce 8: Ora i sistemi stellari
della Gheulà Shlemà vengono "rafforzati" per mettere in
atto i loro influssi nel mondo, perché prima della venuta del Goel
scelto, lo Tzadik Nistar Haim, i loro nomi e i nomi delle loro stelle erano sconosciuti
e non si poteva "comunicare" con loro. La mancanza di tale
comunicazione stellare (in termini di conoscenza, di scrittura e di
comprensione delle loro realtà) si è sentita nel mondo, a tutti i
livelli. Solo dopo l'avvento del Goel Haim, la discesa dei Segni Redenzionali e
la rivelazione del Libro delle Stelle, il Morè Haim ci ha rivelato i
nomi dei sistemi e delle stelle della Gheulà Shlemà, per cui ha
avuto inizio il legame tra le stelle del cielo e la terra, che ha permesso ai
primi Asini del Goel Haim di ricevere le novità redenzionali.
Pesce 9: Avimelech era, come
detto, il re dei Filistei, e, a detta di molti, i palestinesi discendono da
loro (secondo me, questo non è vero storicamente, ma, nei Segni, il
collegamento è interessante). Per questo, l'episodio dei pozzi di Esek e
di Sitnà ritorna ai nostri giorni, e tra breve tratterò la
questione e attiverò la speranza racchiusa nel Pozzo di Rehovot,
perché uno degli scopi di questo libro è di collegare i pozzi
menzionati nella Torà al periodo della Gheulà Shlemà e
chiarire ai presunti discendenti di Avimelech che i pozzi furono scavati dagli
uomini di nostro padre Abramo e consegnati a nostro padre Isacco, che detiene
il retaggio della Terra di Israele per sempre.
Pesce 10: In questo modo, davanti
al Grande Tribunale di Mordechai ha Tzadik, che comprende la Stella di
Avimelech e la Stella di Pichol, il ministro del suo esercito, si
determinerà, per via legale, la situazione esistente tra israeliani e
palestinesi. Dal momento in cui il popolo palestinese ha eletto a maggioranza Hamas,
esso ha optato per la via della guerra contro Israele, perché il suo
obiettivo è di eliminare "l'entità sionista" e di
uccidere quanti più israeliani, e non per niente le acque del Pozzo di
Esek (il loro astio e la loro falsa propaganda) e del Pozzo di Sitnà (l'odio
di molti musulmani verso Israele) abbeverano continuamente le loro menti. Fin
dalla nascita dello Stato ebraico, gli arabi hanno più volte tentato di
distruggere Israele, ma, grazie alla misericordia di Elohei Israel verso il Suo
popolo eletto, Israele ha sempre saputo difendersi e vincere. E i giorni messianici
sono già iniziati, lo Stato d'Israele è un fatto compiuto e le
profezie del ritorno a Sion si sono realizzate.
Pesce 11: Al presente, la Stella
di Avimelech e la Stella di Pichol operano nel Tribunale insieme alla Stella
della Pietra della Bilancia (che si collega alla tradizione di Moshè
Rabbenu), alla Stella della Pietra sulla Pietra della Bilancia (che si collega
alla tradizione del profeta Elia), alla Stella della Gloria (che si collega
alla tradizione di Aharon, il Sommo Sacerdote), alla Stella della Vittoria (che
si collega alla tradizione di Yehoshua bin Nun) e alla Stella di Mordechai ha
Tzadik (che si collega alla tradizione dell'ebreo Mordechai). Il popolo di
Israele ha ragione nel giudizio e il torto ricade su quei musulmani che odiano
Israele. Ecco, che la Stella di Avimelech veda e che parli la Stella di Pichol,
ministro del suo esercito, perché il giudizio è aperto e il
popolo d'Israele. dopo la terribile Shoà, è tornato nella Terra Promessa
per realizzare le profezie di ADONAI TZEVAOT per bocca dei Suoi profeti.
Pesce 12: E anche se i figli
d'Israele, come il resto del mondo, non sanno ancora che è stato scelto
il Goel Haim, e che gli ordini stellari sono completamente cambiati, dopo
l'entrata delle Stelle della Gheulà Shlemà, ecco che queste hanno
già iniziato a mandare i loro influssi generali ed individuali. In
questo contesto, le Stelle della Redenzione influenzano anche i nostri scritti,
perché il permesso di rivelare le verità redenzionali si trova
presso di noi, che mangiamo e annunciamo il pane redenzionale.
Pesce 13: Avimelech stabilì
a Beer Sheva, sotto giuramento, un'alleanza con Abramo nostro padre che in
seguito ribadì con Isacco nostro padre, ed è vero che per
completare i collegamenti tra la Stella di Avimelech e la Stella di Pichol con
Abramo e Isacco e per stabilire un legame di "mano forte" (yad
hazakà) riguardo alle clausole del patto, ecco che il Tribunale di
Mordechai lo Tzadik non sarà sufficiente, e quindi bisogna completare il
collegamento con l'intero sistema del Grande Carro ("il Grande
Mestolo") delle novità della Gheulà Shlemà, che
include la Stella di Abramo, la Stella di Isacco e la Stella di Giacobbe.
Pesce 14: Pertanto, ci sarà
un legame completo per diventare una "mano forte" (in ghematria mano
è yad=14) quando il numero e l'ordine delle sette stelle del sistema del
Grande Carro comunicherà con le sette stelle del sistema del Tribunalr
(7+7). Il collegamento è il seguente:
Pesce 15: La Stella di Abramo - la
Stella della Pietra dell'equilibrio.
La Stella di Isacco – La Stella della Pietra
sulla Pietra dell'equilibrio
La Stella di Giacobbe - La Stella della
Gloria
La Quarta Stella Staccata - La Stella della
Vittoria
La Stella di Ester – La Stella di Avimelech
La Stella di Mordechai ha Tzadik – La Stella
di Mordechai
La Stella di Pichol – La Stella del Goel
Haim.
Pesce 16: Queste coppie di stelle
si uniscono per diventare una "mano forte" nella mano di Dio,
Benedetto Egli sia, per stabilire la vera giustizia nel mondo durante la Quarta
Generazione. Nella loro unione, si completano nella potenza, anche se il loro
influsso non è immediato e questo perché il Signore prima di
attuare definitivamente un decreto negativo dà tempo sufficiente agli
esseri umani affinché lo possano revocare con le loro azioni; e
così che si creano nuove azioni affinché si instauri la
Gheulà Shlema sullo sfondo della terribile oscurità che regna
nella Quarta Generazione. Dai nomi delle Stelle si può capire qualcosa
del giudizio che scende sulle nazioni e io sto qui chiarendo dei concetti
generali: la Stella di Abramo rappresenta innanzitutto l'intera tradizione monoteistica
e la sua fede nell'unità del Creatore, sia lodato in eterno il Suo nome.
Pesce 17: A nostro padre Abramo fu
donato il vero equilibrio intellettuale per considerare ogni argomento con il
buon senso e la perfetta fede in EL SHADDAI. I Saggi, di benedetta memoria, dissero
che Abramo mise in atto tutte le mitzvot, il ché significa che, grazie
all'intelligenza, alla purezza di cuore e alla benedizione di Ha Shem su di
lui, fu in grado di adempiere ogni precetto di Dio comprendone le motivazioni.
Abramo è il padre di molti popoli e lui stesso rappresenta una Torà
completa, perché ebbe il merito di ricevere il Libro della Creazione
secondo le lettere della Kabalà Ma'assit (non si tratta di un libro
scritto, ma di una conoscenza "scritta" nella mente di chi la riceve,
e quello che oggi viene chiamato il Libro della Creazione, Sefer ha
Yetzirà, non ha niente a che fare con ciò che ricevette Abramo
nostro padre. Ho sentito questa spiegazione direttamente dallo Tzadik Haim).
Pertanto, il Libro delle Stelle è una conoscenza segreta in materia di
stelle, in generale, e di Stelle della Redenzione in particolare. E dalla
Tradizione è noto che la nascita di Abramo si accompagnò ad un
fenomeno portentoso: la sua stella toccò i quattro punti cardinali del
cielo e "inghiottì" la stella più grande che brillava
ad ogni angolo.
Pesce 18: Nostro padre Abramo
racchiude in sé la Gheulà Shlemà, per cui ricevette il
Patto tra le Parti (Brit bein ha betarim), che è il Patto della
Redenzione. Abramo era un uomo puro e privo di qualsiasi impurità. Era
molto scrupoloso nel Derech Eretz con il prossimo ed era molto umile nella sua
condotta e nelle sue parole. Per questo il ciclo di 4000 anni è associato
alla sua stella e con questa Quarta Generazione (che dura 65 anni, 1982-2047) ha
fine il ciclo di quattro millenni.
Pesce 19: La Stella di Abramo
comunica con la Stella della Pietra dell'Equilibrio. Una volta ereditato il
Libro delle Stelle, Abramo riconobbe questa stella e la completezza del
collegamento fra le due stelle si realizzò con Moshè Rabbenu e
con la saggezza rivelata della Torà e della sua santità.
Pesce 20: La Stella di Isacco nel
sistema del Grande Carro è chiamata anche "la Stella della
Costruzione che rimane nel tempo". C'è qualcosa in nostro padre
Isacco che è al di sopra della natura del mondo, dato che tutta la storia
della sua nascita avvenne in modo innaturale: a sua madre Sara tornò
miracolosamente il ciclo femminile all'età di 90 anni, per cui
già dalla sua uscita dal grembo materno, egli era santificato e separato
dalla natura degli eventi. Anche il suo nome, che è sottolineato in
diversi modi nella Torà, allude a cose occulte che saranno rivelate in
futuro, come la risata del popolo ebraico dopo la fondazione dello Stato
d'Israele e il ritorno a Sion, e la risata gioiosa destinata alla Gheulà
Shlemà. Nostro padre Isacco possiede anche il retaggio sulla Terra
d'Israele, che è un diritto soprannaturale, che si fonda sulla
benedizione e sulla promessa del Signore, Benedetto Egli sia, e sul merito di
suo padre Abramo.
Pesce 21: E anche vero,
però, che la risata gioiosa di nostro padre Isacco non fu completa
durante la sua vita, perché soffrì molto (aveva allora 37 anni)
per la morte di nostra madre Sara, alla quale era particolarmente legato, dopo
che sua madre venne a sapere del suo sacrificio sul monte Moriyà. Questo
evento lo scosse molto e la consolazione venne solo dopo che conobbe nostra
madre Rebecca. Nostro padre Isacco era un uomo di virtù e sentimenti
profondi, e, nel contesto di El Norà Alilà, divenne cieco, per
cui fu Giacobbe e non Esaù a ricevere la sua benedizione. Questa
cecità non fu certo facile, e in seguito patì anche perché
suo figlio Giacobbe fu costretto a stargli lontano per venti anni.
DICIANNOVESIMO CAPITOLO
La Colonna del Cuore del Grande
Pesce Leviatan
Il Quinto Pozzo è il Pozzo
di Rehovot
Esso è collegato con il
decimo Mazal delle Mazalot del Leviatan, la Fine del Minuto
"Di là si
trasferì e scavò un altro pozzo per il quale non ci furono
contestazioni e lo chiamò Rehovot poiché disse: "Ora il Signore
ci ha fatto spazio e potremo prosperare nel paese"(Genesi 26, 21).
Pesce 1: La Stella di Isacco
comunica con la Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio, che è
collegata alla tradizione del profeta Elia, di benedetta memoria, che era
anch'egli separato dalla natura del mondo e non poche delle sue azioni erano
soprannaturali. Dopotutto, il profeta Elia è il simbolo vivente dei livelli
nascosti e dei segreti superiori, zelante per l'Unità di Dio e contrario
ad ogni forma di idolatria. Elia soffrì in vita per il degrado morale
dei figli d'Israele, disposti a seguire i culti idolatri del Ba'al, a tal punto
che chiese al Signore di farlo morire: "Perché io non sono migliore
dei miei padri" (1 Re 19, 4). In segreto, il profeta Elia è associato
alla questione dell'eternità, perché è collegato al Regno
dei Cieli al quale ascese e nel quale risiede per sempre. Altrove abbiamo
spiegato che Elia, tramite i Segni Redenzionali, ci ha fatto conoscere il
significato dei sei punti sopra la parola "Vayeshakehu"), per cui
è lui il responsabile dell'avvento della Gheulà Shlemà.
Pesce 2: I sei Segni Redenzionali
sono chiamati i Segni della Riconciliazione dei cuori, dato che sono le chiavi
che alla fine portano la pace nel mondo, ma anche i Segni del Regno dei Cieli.
Il Regno Completo dei Cieli è stato rivelato dopo che il Santo Benedetto
ha scelto lo Tzadik amato, lo ha resuscitato dopo la morte e lo ha nominato
Giudice Unto. Il Regno dei Cieli diventa completo poiché con l'ascesa
dello Tzadik Haim, si completano le questioni redenzionali e il Regno dei Cieli
scende nel mondo nel periodo della Gheulà Shlemà. In altre
parole, si può dire che l'ascesa dello Tzadik Haim nel Regno dei cieli
è il grande momento che attendeva il profeta Elia quando vi ascese lui
stesso.
Pesce 3: Il Goel Haim collega il
Regno dei Cieli al mondo, e questa nuova connessione si realizza principalmente
tramite sogni meravigliosi, che includono anche i sei Segni Redenzionali.
Pertanto possiamo dire che l'ascesa dello Tzadik Haim crea il grande momento
storico, a livello nascosto, in cui si incontrano e operano insieme il Goel
scelto Haim ed il profeta Elia, di benedetta memoria.
Pesce 4: Il passo del libro di
Malachia (3, 1) comprova questa unità salvifica quando lo Tzadik eletto
sale nella sua "sede", allusione questa al Regno dei Cieli: "E
improvvisamente arriverà nella sua sede il signore che voi richiedete e
l'angelo del patto che voi desiderate, ecco, viene, parola del Signore". Il
Goel viene chiamato "signore" perché è il Giudice Unto
responsabile del "messianesimo" nel mondo, collegato alla Casa di Preghiera
della Gheulà Shlemà mentre il profeta Elia è
"l'angelo del patto", perché la sua eredità dei Segni Completi
coincide e si completa con l'avvento del Goel prescelto. Con la loro discesa nel
mondo, i Segni sono scritti e suggellati nel contesto del Nuovo Patto Completo,
profetizzato nel libro di Geremia (31, 30-34).
Pesce 5: Questo è quindi
il collegamento tra la Stella di Isacco, che è la Stella della
Costruzione che rimane nel tempo, e la Stella della Pietra sulla Pietra
dell'Equilibrio, che rappresenta la Tradizione del profeta Elia. Chi
approfondisce la questione scoprirà che la terribile sofferenza
terminale dello Tzadik Haim è chiamata la fine del lungo sacrificio di nostro
padre Isacco; si tratta della fine storica del periodo del sacrificio e
l'inizio di una nuova fase storica: il periodo della nuova, completa e
vittoriosa costruzione che coincide con la discesa nel mondo del Regno dei
Cieli per le generazioni future della Gheulà Shlemà. Troviamo
allusione a ciò nell'"altro pozzo" (be'er aheret) intorno al
quale non ci fu contesa, perché tutta la questione del Regno dei Cieli
della Gheulà Shlemà è distaccata, in virtù del suo
elevato livello, dal resto delle cose del mondo. In altre parole: "un
altro pozzo": perché il Regno dei Cieli è del tutto diverso
e non c'è niente di simile in tutta la tradizione di Israele. Il pozzo
è anche chiamato "Rehovot", perché mostra in generale
la pace e l'armonia che verranno nel mondo dopo che la nazione d'Israele si
sarà liberata dei problemi della disputa (Esek) e dell'odio
(Sitnà) che la circonda e (Genesi 26, 22) "ora il Signore ci ha fatto
spazio e ci ha resi fecondi nel paese».
Pesce 6: E intorno a tale pozzo
non c'è disputa, perché quando il Regno dei Cieli si
rivelerà nel mondo, non ci sarà più motivo di litigare,
perché il Santo Benedetto mostrerà la Sua volontà al mondo
intero. Se possiamo associare il pozzo di Esek al Cristianesimo ed il pozzo di
Sitnà all'Islam radicale, ecco che dopo il Giorno Grande e Terribile di
questa Quarta Generazione, tutti riconosceranno la virtù particolare del
popolo ebraico e accoglieranno le novità della Gheulà
Shlemà e l'amato e umile Tzadik, il Morè Haim. E a proposito di
questo futuro momento storico è scritto: "ora il Signore ci ha
fatto spazio e ci ha resi fecondi nel paese".
Pesce 7: La Stella di Giacobbe
viene chiamata la Stella della Redenzione e nella profezia di Bil'am se ne fa
allusione (Numeri 24, 17): "Lo vedo, ma non ora, lo contemplo, ma non vicino:
sorge un stella da Giacobbe, si eleva uno scettro da Israele che ferirà
i fianchi di Moav e abbatterà tutti i figli di Sceth".
Poiché Bil'am vide che al momento della Gheulà Shlemà
sarebbe stato rivelato il Goel Finale, il Giacobbe della Storia nei segni della
Gloria d'Israele. I segni di nostro padre Giacobbe comprendono anche i duemila
anni di esilio, e abbiamo già spiegato che i vent'anni di permanenza
presso Labano alludono ai duemila anni di esilio.
Pesce 8: E cosa significa che il
Goel Haim è collegato ai Segni di nostro padre Giacobbe? La Redenzione
Completa, nel segno del Goel Haim, è collegata, come detto, al secondo
EHEYE, che racchiude i Segni di nostro padre Giacobbe. Durante i venti anni di
soggiorno di Giacobbe presso Labano, suo padre Isacco viveva a Beer Sheva. In
quegli anni, Isacco mantenne l'eredità promessa, dato che per tutta la
vita non si spostò e rimase nel paese, come gli aveva comandato il Santo
Benedetto. Allo stesso modo, in questi ultimi duemila anni, il popolo ebraico
è stato in esilio e il diritto di ereditare la terra d'Israele è
rimasto presso nostro padre Isacco. La fondazione dello Stato di Israele nel
1948 rappresenta l'inizio della risata storica proveniente dai Segni di Isacco,
mentre la Torà allude al ritorno nella terra di Canaan di nostro padre
Giacobbe dopo il soggiorno ventennale presso Lavano l'arameo (ארמי), il grande imbroglione (רמאי). Fu questo un momento molto importante nella vita di Giacobbe,
ed anche rischioso, sia per la fuga da Lavano che per l'incontro atteso con suo
fratello Esaù; tuttavia, in quel frangente, Giacobbe fu benedetto dall'angelo
ministeriale di Esaù, che gli comunicò che sarebbe arrivato a Bet
El e il suo nome non sarebbe stato più Giacobbe bensì Israele.
Pesce 9: E abbiamo spiegato che
non sarà chiamato Giacobbe a causa di coloro che non apprezzano le sue
sante virtù o si attengono alla logica di Esaù, che ebbe a dire
(Genesi 27, 36): "Per questo è stato chiamato Ya'akov! mi ha
soppiantato (akav) già due volte; mi aveva già preso la primogenitura
ed ora ha preso la mia benedizione", bensì sarà chiamato
Israele per la sua vittoria storica su tutti gli ostacoli che ha incontrato
fino al suo arrivo Bet El e all'edificazione del Tempio. Solo allora Israele
sarà riconosciuto in modo positivo ed esaltato da tutte le nazioni. Tra
l'ingresso di Giacobbe nella Terra d'Israele e il suo arrivo nella Casa del
Signore (Bet El), trascorsero diversi anni durante i quali non mancarono i
problemi (come l'episodio di Shimon e Levi riguardo a Dina e l'idolatria
presente nelle sue tende). Durante questo periodo, egli dovette combattere per
rimuovere gli dèi stranieri dalle tende della sua casa. Tutto questo
allude al popolo d'Israele dei nostri giorni fino a quando potrà salire
a Bet El e costruirvi il Terzo Tempio che non sarà più destinato
alla distruzione, e ciò dopo aver conosciuto le meravigliose
novità della Gheulà Shlemà, per merito del Goel scelto
Haim, nato a San'a, Yemen.
Pesce 10: Un'altra interpretazione
dei Segni della Gloria di Israele è che essi appartengono
all'istituzione dello Stato dopo la Shoà, che è la fine degli
ultimi giorni per Israele, perché la fondazione di israele è
l'inizio dei "tempi messianici", un periodo che dura un secolo
(1948-2047).
Pesce 11: Osservate come le storie
dei nostri tre Patriarchi siano racchiuse nella lettera ALEF del primo EHEYE,
così come l'episodio dell'Akidat Yitzhak e del sacrificio dell'ariete,
mentre l'adempimento storico redenzionale del sacrificio dell'ariete si
è realizzato tramite la missione di Yeshua, che è collegata alla
RESH del nome ASHER. Questa novità è stata rivelata tramite i
Segni Redenzionali, che ci hanno spiegato il senso del secondo EHEYE. Inoltre, tramite
i Simanim sappiamo che il primo EHEYE racchiude i Segni di nostro padre Abramo,
il nome ASHER racchiude i Segni di nostro padre Isacco e il secondo EHEYE
racchiude i Segni di nostro padre Giacobbe; ed è pur vero che tutte le
questioni dei Patriarchi sono racchiuse nella ALEF del primo EHEYE, così
come ogni azione di Mosè.
Pesce 12: Allo stesso modo, la
fede associata al primo EHEYE è chiamata la Santa Fede; la fede
associata al nome ASHER è chiamata la Fede Nascosta e la fede associata
al secondo EHEYE è chiamata la Grande Fede, anche se le cose non vanno
prese in modo univoco, perché la Santa Fede, la Fede Nascosta e la
Grande Fede sono racchiuse nel primo EHEYE.
Pesce 13: Tutto avviene secondo le
fasi storiche e i livelli di santità che vengono rivelati e accettati,
per cui bisogna fare attenzione alle regole generali e ai dettagli per non
confondersi, perché in ogni fase e in ogni nome si trova un livello
speciale che dobbiamo cercare di capire; è questo il lento procedere
nella Triplice Contemplazione.
Pesce 14: Ricordate sempre che
anche il nome completo EHEYE ASHER EHEYE è un nome unico, che è
diviso in undici lettere e tre nomi nei suoi contesti redenzionali. Dopo tutto,
il Santo Benedetto ègli sia è Uno, Santo d'Israele e suo
Redentore.
Pesce 15: La Redenzione ha inizio
con Abramo, nostro padre, e nel programma redenzionale ci sono quattromila anni
di storia. Ricordiamoci che il secondo EHEYE racchiude in sé le sette
lettere che lo hanno preceduto, ed anche per questo nel suo nome è
associata la Grande Fede, perché in esso sono compresi tutti i livelli
di fede che lo hanno preceduto. Pertanto, nei Segni di Giacobbe sono inclusi
anche i Segni di Isacco e i segni di Abramo.
Pesce 16: Ma perché la Grande
Fede non è associata al primo EHEYE e la Santa Fede al secondo EHEYE? La
ragione principale è che la rivelazione del primo EHEYE fu appannaggio
del solo popolo di Israele, perché è una nazione santa, mentre
quando arrivano i Segni Completi, la Redenzione non riguarda i soli figli
d'Israele ma tutta l'umanità, come promesso dal Santo Benedetto tramite
i Suoi profeti. E se anche nostro padre Giacobbe fu chiamato il santo defra i
nostri Padri, ecco che anche nostro padre Isacco aveva un livello elevato e
distinto di santità, in virtù della sua nascita miracolosa e della
sua purezza di vita che lo fece arrivare integro al sacrificio sul monte
Moriyà. Certo, non possiamo parlare di una santità superiore ad
un'altra, perché ogni santità ha le sue peculiarità. Per
questo la santità di Isacco nostro padre è speciale così
come la santità di Giacobbe è speciale.
Pesce 17: Poiché la santità
di nostro padre Giacobbe apparteneva all'istituzione della Casa d'Israele dalle
12 Tribù, egli fu chiamato il santo tra i Patriarchi. Dopotutto,
attraverso la sua santità continuò anche quella dei figli
d'Israele, che vengono così chiamati grazie a lui. La santità di
nostro padre Isacco è di un tipo diverso, perché i Segni di
Isacco sono associati al nome ASHER, che è nascosto tra i due EHEYE, per
cui e i suoi ruoli sono occultati alla vista del mondo (per esempio: il profeta
Elia, di benedetta memoria, è la figura più nascosta di tutta la
Bibbia, tuttavia, per il bene di stabilire alla fine la redenzione nel mondo,
il Santo Benedetto permise che nel Libro dei Re fossero rivelate alcune grandi
questioni, comprese le sue opere ed il suo livello di santità. Altri due
esempi sono la tradizione segreta di Mordechai ha Tzadik e la missione
incompresa di Yeshua).
Pesce 18: Poiché i Segni di
Isacco sono associati al nome ASHER, è proprio da lì che il mondo
dovrà finalmente pervenire alla vera risata e alla gioia, che
storicamente appartiene esclusivamente alla Gheulà Shlemà.
Pesce 19: Il Pozzo di Rehovot
è chiamato "un altro pozzo" proprio perché allude
all'aumento, all'espansione e alla diffusione della luce che viene con
l'avvento del Goel Haim e con la discesa dei Segni Redenzionali dopo molti anni
di "occultamento". Gli stessi Segni interpretano le cose nuove che
appartengono alle questioni nascoste del passato.
Pesce 20: I Segni di nostro padre Giacobbe
cominciarono a scendere dal Pesach 1983 e da allora sono iniziate le correzioni
necessarie per chiarire la missione di Yeshua, per rivelare le stelle del Libro
di Ester e spiegare il ruolo eccelso e redenzionale del profeta Elia, di
benedetta memoria.
Pesce 21: Pertanto le questioni
nascoste nelle lettere del nome ASHER nei Segni di Isacco si realizzano sotto
il secondo EHEYE nei Segni di Giacobbe. La terza stella, che è la Stella
di Giacobbe, viene anche chiamata la Stella della Redenzione. Essa è
collegata alla Stella della Gloria, che racchiude la tradizione del sacerdozio
di Aharon, il Sommo Sacerdote, e questo legame deriva dal fatto che Giacobbe
è, come detto, il santo tra i nostri padri; i suoi segni sono associati
al Nuovo Sacerdozio che sarà stabilito nel Terzo Tempio, che è la
Casa di Preghiera di 7 Piani, 13 Altari di preghiera e Tappeto dell'Islam.
VENTESIMO CAPITOLO
La Colonna del Cuore del Grande
Pesce Leviatan
Il Sesto Pozzo è il Pozzo
dell'Altare
Esso è collegato con
l'undicesimo Mazal delle Mazalot del Leviatan, il Profumo Celeste
"E vi costruì un
altare, e invocò il nome del Signore e si attendò e i suoi
servitori scavarono un pozzo"(Genesi 26, 25).
Pesce 1: La santità della
Gheulà Shlemà è chiamata la Nuova Santità,
perché tutte le cose ed i riti della Nuova Casa di Preghiera necessitano
di una nuova santità che include quella del nuovo sacerdozio. Ecco
perché è molto importante che la Stella di Giacobbe, la Stella
della Redenzione, sia collegata alla tradizione del sacerdozio di Aharon ha
Cohen. Dopotutto, deve esserci un forte legame tra la Nuova Santità
della Gheulà Shlemà e la santità che appartiene all'intera
tradizione della Casa d'Israele. Il collegamento tra la Stella della Redenzione
e la Stella della Gloria assicura che nulla manchi alla Nuova Santità in
rapporto alla santità del sacerdozio di Aharon ha Cohen. Allo stesso
modo, la santità proviene comunque dal Santo Benedetto, dato che esistono
due tipi di santità, entrambi provenienti da Ha Shem. Pertanto, la Sinagoga
continuerà a fare la sua parte e la Casa di Preghiera della Gheulà
Shlemà a fare la sua dal momento che entrambe sono gradite al Santo
Benedetto.
Pesce 2: L'Altro Pozzo (be'er
aheret) di Rehovot allude alla Gheula Shlemà mentre il Pozzo dell'Altare
(be'er ha mizbeah) di Beer Sheva allude al Bet ha Mikdash. Perché fu a
Beer Sheva che il Signore apparve a Isacco e lo benedisse (Genesi 26, 24): "Ed
il Signore gli apparve in quella notte e gli disse: Io sono il Dio di tuo padre
Abramo; non temere, perché Io sono con te, ti benedirò e
moltiplicherò la tua discendenza, per merito di Abramo, mio servo".
Solo adesso si possono capire le allusioni, perché se il Pozzo di Esek
può anche alludere al Primo Tempio, e il Pozzo di Sitnà al
Secondo Tempio, ecco che Rehovot in questo contesto allude al tempo della Gheulà
Shlemà. All'epoca Isacco fu benedetto da Dio a Beer Sheva e qui
costruì un altare che allude al Terzo Tempio, per cui noi che abbiamo ricevuto
dal Goel Haim, che il Tempio della Gheulà Shlemà non sarà
solo a Gerusalemme ma anche a Beer Sheva, possiamo dedurre che i pozzi citati
negli episodi dei Patriarchi alludono ai tre Santuari.
Pesce 3: Due patti furono
stipulati a Beer Sheva; il primo tra Avimelech e Abramo ed il secondo tra
Avimelech e Isacco; Isacco costruì in quel posto un altare, pregò
e invocò il nome di Ha Shem e allestì una tenda per apprendere ed
insegnare le Sue vie. Ma gli eventi della vita dei nostri padri Abramo e Isacco
sono questioni a parte, ancora molto lontani dai tempi della Gheulà
Shlemà. E, in generale, salvo pochi e brevi episodi descritti, le
vicessitudini dei nostri Padri presentano molti punti oscuri. Questo è
ciò a cui allude la Sacra Torà quando dice "in quella
notte", la notte lunga della storia dei figli d'Israele. A quel punto, i
patti di Beer Sheva non si erano ancora realizzati e gli eventi sotto i Segni
di Isacco dovevano ancora attuarsi e completarsi. Tuttavia, il Santo Benedetto
vide già allora che il popolo d'Israele avrebbe avuto bisogno di tre
padri e di tutti i loro segni per raggiungere la completezza della
Gheulà Shlemà, perché il mondo senza la luce della Torà
è nelle tenebre e "quella notte" sarebbe stata ancora molto
lunga.
Pesce 4: Così fu per ogni
rivelazione personale ai nostri Padri, un grande sprazzo di luce divina in un
mondo avvolto dalle tenebre, e così furono le rivelazioni a Mosè,
le rivelazioni manifeste a tutti tramite le piaghe in Egitto e il miracolo del
Mar Rosso che si aprì in due, la rivelazione della Torà sul Sinai
e la discesa della Shehinà sui figli d'Israele. Sprazzi di luce in
un'epoca buia in cui regnavano le fitte tenebre dell'idolatria e dell'ignoranza.
Purtroppo l'oscurità che avvolse anche il popolo d'Israele, causò
la caduta del Primo Tempio, la suddivisione del regno, l'esilio in Babilonia e
la dispersione delle dieci Tribù. Purim fu una luce molto nascosta da
Dio in grado di accendere un fuoco per quei pochi che erano attaccati alla Torà,
grazie a Mordechai ha Tzadik e a sua nipote Ester, divenuta regina nel Regno di
Ahashverosh. Fu quella una luce portentosa nelle tenebre dell'esilio, ma
è pur vero che dopo il grande miracolo di Purim e dopo il ritorno a Sion
e la costruzione del Secondo Tempio, i figli d'Israele non furono in grado di
santificarsi e di portare la luce ai quattro angoli della terra.
Pesce 5: Nel racconto di Purim,
la Meghilà di Ester ci fa capire che l'intero miracolo avvenne nel
contesto di "quella notte", come è scritto (Ester, 6, 1):
"In quella notte, il re, non riuscendo a prendere sonno, ordinò che
gli si portasse il Libro delle Cronache, e ne fu fatta la lettura alla presenza
del re". Ecco, "quella notte" allude alla generale e lunga notte
della Storia, che culminerà nel grande miracolo di Purim che avverrà
nella Quarta Generazione Finale. Questo perché il "na'afoch hu"
(la svolta radicale) della festa di Purim coinvolgerà non solo Israele
ma l'umanità intera, portando alla salvezza redenzionale, perché
la benedizione di nostro padre Isacco continuerà con "quella
notte" ed i Segni di Isacco non saranno completi, fino a quando non si
realizzeranno i Segni di Giacobbe e i Segni della Gloria d'Israele.
Pesce 6: Con il completamento dei
Segni di Giacobbe, non si sono conclusi i Segni di Isacco, perché i Segni
Redenzionali del secondo EHEYE completano la rivelazione dei segni sotto il
nome di ASHER. Il nome ASHER fu rivelato solo tramite i portentosi sprazzi di
luce di "quella notte", ma con l'avvento della Gheulà
Shlemà e la discesa dei Segni Completi della Gloria di Israele, si
rivela il contenuto redenzionale finale dei Segni di Isacco. Scopriamo così,
come detto, le virtù e i compiti redenzionali del profeta Elia, le
stelle del Libro di Ester e tutta la grande complicazione storica della
missione di Yeshua figlio di Miriam e Joseph. In questo modo si rivelano e si completano
la ALEF, la SHIN e la RESH del nome ASHER, e si completa anche la vera
comprensione di tutti i segni del primo EHEYE nei Segni di nostro padre Abramo e
tutto il nome EHEYE ASHER EHEYE si completa con la Gheulà Shlemà.
Pesce 7: Capiremo così la
regola che abbiamo ricevuto dal Goel Haim, che ai Talmidim non devono mancare i
Segni di Isacco. Non si tratta di segni che vanno e vengono e si dileguano col
tempo, ma sono perenni, anche nella Quarta Generazione, quando si rivelano i
Segni di nostro padre Giacobbe fino alle generazioni della Gheulà Shlemà,
durante la quale si completa ognuna delle dieci lettere di EHEYE ASHER EHEYE.
Pesce 8: Nelle vicende dei pozzi
non c'è scritto "i servitori di Giacobbe" o "i servitori
di Israele" bensì "i servitori di Abramo" e "i
servitori di Isacco". "Servitori di Abramo" allude a coloro che
applicano le virtù di Abramo nell'operare il bene e la pietà
verso il prossimo e a coloro che credono nella fede di Abramo. "Servitori
di Isacco" allude a coloro che applicano le virtù interiori del
cuore, pervaso da buoni sentimenti che si manifestano con la preghiera a Dio,
con lo studio e la contemplazione, con l'agire per il bene altrui e con un
comportamento improntato al derech eretz.
Sappiate che se queste virtù, a cui si
fa allusione con i termini "servitori di Abramo" e "servitori di
Isacco" fossero state messe in atto, la Gheulà Shlemà si
sarebbe potuta realizzare già allora, anche se è vero che nostro
padre Giacobbe è il risultato del seme di Abramo e del seme di Isacco e,
in pratica, ha ereditato le loro virtù e grazie a lui sono scesi i Segni
della Gloria di Israele. La Redenzione Finale racchiude pertanto l'eredità
delle buone virtù, giuste e amate da Ha Shem, proprie dei Segni di
Abramo e dei Segni di Isacco. I segni di Abramo sono più semplici da ricevere
e la Tradizione ne è piena, mentre i Segni di Isacco sono più
nascosti e più intimi e non si rivelano facilmente (per questo il Goel
Haim avvertì che i suoi Talmidim non ne sarebbero dovuti rimanere privi);
tuttavia, con la rivelazione dei Segni della Gloria d'Israele, ai figli d'Israele
viene richiesto di "governare" sulle nazioni del mondo, non per mezzo
della forza militare ma per mezzo della forza dello spirito per portare all'umanità
la salvezza come promesso dai Profeti, tramite la Nuova Casa di Preghiera per
tutte le nazioni. Abbiamo quindi bisogno di una Nuova Santità e di un
Nuovo Sacerdozio, affinché i Segni di Abramo e i Segni di Isacco possano
essere accolti tra le nazioni del mondo e la Nuova Santità e il Nuovo
Sacerdozio siano nel contesto dei Segni di Abramo e dei segni di Isacco. Ecco
perché la Stella di Giacobbe è la Stella della Redenzione, deve
rimanere in contatto con la Stella della Gloria nella tradizione del Sommo
sacerdote Aharon.
Pesce 9: La Quarta Stella
Staccata dal Carro delle Novità Redenzionali è collegata nella
Costellazione del Tribunale alla Stella della Vittoria, che, a sua volta,
è collegata alla Tradizione di Yehoshua bin Nun. Tutte le Stelle
Redenzionali si collegano a questa stella della Quarta Generazione Finale,
perché esse raggiungono la loro completezza solo durante la
Gheulà Shlemà.
Pesce 10: Nel rinnovamento della
Torà nella Stella della Pietra dell'Equilibrio, con la rivelazione della
Stella della Pietra sulla Pietra dell'Equilibrio sotto la tradizione del
profeta Elia e con la rivelazione del nome ASHER, e nel rinnovamento del Nuovo
Sacerdozio nella Nuova Santità tramite la Stella della Gloria, si
manifesta un nuovo grande potere in grado di approntare un nuovo ordine di
Mishnà che spieghi con linguaggio chiaro le questioni redenzionali. Queste
nuove spiegazioni rappresentano la vittoria della Gheulà Shlemà,
che si affermerà attraverso il rinnovamento delle menti e dei cuori.
Questo potere nello spiegare le cose per la comprensione generale trova
allusione nelle parole dei Saggi sulle 50 Porte della Binà-Comprensione
(Talmud Bavlì, Nedarim, 38, 1) ed un'allusione si trova anche nel nome
Yehoshua bin Nun (Bin e non Ben, come è consuetudine scrivere), allusione
alla comprensione delle cose tramite le 50 (NUN in ghematria) Porte di Binà.
Il rinnovamento della mishnà di Yehoshua bin Nun nella Gheulà
Shlemà si collega alla Stella della Vittoria, così come il
linguaggio chiaro profetizzato nel libro del profeta Sofonia (3:9) si collega
principalmente alla suddetta stella.
Pesce 11: Le quattro stelle del
Grande Carro visibili nel Segno delle Stelle sono la Stella di Abramo, la
Stella di Isacco, la Stella di Giacobbe e la Quarta Stella Distaccata, mentre
le tre stelle non visibili sono la Stella di Ester, la Stella di Mordechai e la
Stella del Goel Haim. La quinta stella è la Stella di Ester collegata
alla Stella di Avimelech.
Pesce 12: La Stella di Ester
dispone il nuovo Purim in questa Quarta Generazione e porta la Nuova
Meghilà dei miracoli di Dio, perché chi merita in questa
generazione riceve il "na'afoch hu" della salvezza.
Pesce 13: Purim è
considerata una festa per i soli ebrei ed i Segni confermano che il grande e
terribile giorno del Signore sarà per loro un giorno con meravigliosi
miracoli, in cui si manifesterà la potenza di Dio e la Sua grande
misericordia. D'altro canto, la situazione nel mondo sarà molto dura e
Israele trionferà nel suo "na'afoch hu": sconfiggerà i
suoi nemici giurati e il mondo intero vedrà e converrà che il
Signore è il Dio d'Israele che non ha dimenticato il suo popolo eletto,
poiché (Geremia 31, 11) "il Signore ha riscattato Giacobbe e lo ha
redento dalla mano di uno più forte di lui". Tuttavia, il "na'afoch
hu" del nuovo Purim in questa generazione, a beneficio degli ebrei, coinvolge
l'umanità intera durante la Gheulà Shlemà; non
dimentichiamo, infatti, che la regina Ester andò sposa ad un re non
ebreo che regnava su 127 paesi, dall'India all'Africa, per cui la pietà,
la bontà e la grande saggezza di Ester si diffusero ben oltre i confini
d'Israele. Questo perché le virtù di Ester sono le virtù
del cuore che non sono prerogativa unica dei figli d'Israele. "Siamo tutti
una sola carne", disse il Goel Haim, e l'unica differenza fra un non ebreo
e un ebreo è che quest'ultimo è comandato all'osservanza dei
precetti della Torà.
Pesce 14: E nelle Stelle della
Redenzione, la Stella della regina Ester del Grande Carro comunica con la
Stella di Avimelech, che rappresenta il re delle settanta nazioni del mondo. La
sua presenza nel sistema del Grande Tribunale di Mordechai lo Tzadik ha lo
scopo di perorare i meriti dei popoli in virtù delle loro buone azioni ed
il suo legame con la Stella della regina Ester deriva dal fatto che Ester
è collegata alle virtù del cuore, in quanto ebrea, le cui radici
sono nella tradizione della Sacra Torà, appresa dallo zio Mordechai.
Tramite questo legame stellare, i meriti delle virtù si diffondono alle
settanta nazioni del mondo, in quanto Avimelech perora i meriti dei popoli ed
Ester quelli dei figli d'Israele. Nel giudizio sui popoli sono necessari entrambi,
per cui il loro legame durante questa generazione segue i parametri di giudizio
della Quarta Generazione.
Pesce 15: DIARIO: Shaul
ha sognato di essere in Sicilia e di vedere arrivare dal mare un'onda
gigantesca che devastava una biblioteca con migliaia di libri, che furono
risucchiati all'interno del mare. Saul, insieme ad altre, si spaventò e
pensò al peggio, ma poi vide il sole uscire tra le nuvole. Allora si
rasserenò e disse: "Benedetto è il Signore". È
un momento di onde enormi! Il sogno allude ai nostri sforzi di pubblicare, per
la prima volta, il libro intitolato "Il Codice Messianico che mancava alla
vera Bibbia, spiegato a Mattatiahu il Bambino" (o col suo nome aggiornato
e abbreviato: "Matteo Bambino"). Questo libro spiega la vera storia di
Yeshua, figlio di Miriam e Yosef, per cui la sua pubblicazione sarà come
un'onda gigantesca che distrugge migliaia di libri scritti su Gesù
secondo la teologia cristiana.
Pesce 16: Lo scontro (visto nel
sogno di Pina) fra la stella di Ester e quella di Avimelech è importante
e scuote la terra, perché in altri due sogni dei Talmidim si menziona
anche la correzione di 45 tratti di Adamo (Adam in ghematria è 45) e che
"EL SHADDAI non tollererà più tutti i libri di Ester".
La frase allude al fatto che la Stella di Ester non tollererà più
tutti i testi e i commenti del misticismo ebraico basato sullo Zohar, che ha
radici idolatre ed è rivolto ad "altri dèi, all'infuori di
Me" come espresso nel Secondo Comandamento (Esodo 20, 2), Dio perdoni il
Suo popolo.
Pesce 17: Sotto la stella di Avimelech
ci sono centinaia di migliaia di libri che rivelano il volto dell'idolatria.
Non dimentichiamo che tutti i pozzi che vengono chiamati "i pozzi di Beer
Sheva" sono collegati alla stella di Avimelech, e, allo stesso tempo,
tutti i nostri scritti trattano il peccato del sistema kabalistico di Atzilut
che oscura la Stella di Ester, nel suo manifestarsi nel Patto della
Gheulà Shlemà. Pertanto, l'attacco delle enormi onde, viste da
Pina nel suo sogno, non sarebbe potuto avvenire se non in concomitanza con i
Segni Redenzionali collegati ai pozzi Beer Sheva, dato che l'acqua attinta dai
pozzi con le spiegazioni completa sia il giuramento dell'alleanza fra Avimelech
ed Abramo che quello fra Avimelech e Isacco, che suggellano la pace e la
ritrovata concordia fra i popoli.
Pesce 18: In entrambe le alleanze
c'è anche il riconoscimento della virtù di Abramo e di Isacco, e,
di riflesso, dell'intera nazione di Israele, e questo riconoscimento è
fondamentale nei giudizi del Tribunale Supremo. E in tale contesto hanno la
loro importanza sia la Stella di Ester, che sa distinguere i buoni ebrei
secondo le virtù del cuore e le azioni degne e secondo la loro fede
semplice e genuina, che la Stella di Avimelech, che sa distinguere i buoni tra
le nazioni del mondo secondo le virtù del cuore e le azioni degne. Considerate
pertanto le acque nascoste nei pozzi di Beer Sheva, perché la capitale del
Neghev è la fonte degli antichi pensieri, ci sia permesso di dire, del
Santo Benedetto Egli sia, che ha voluto stabilire a Beer Sheva la città
dei Sacerdoti dove sarà eretta la Casa di Preghiera della Gheulà
Shlemà, con sette Piani, tredici Altari di preghiera e Tappeto
dell'Islam, così come avverrà nella Città Santa di
Gerusalemme. Ecco perché abbiamo chiamato il pozzo che i servitori di
Isacco scavarono nel luogo destinato alla futura costruzione dell'altare il
"Pozzo dell'altare", allusione agli altari della Casa di Preghiera
della Redenzione Finale che sarà costruita a Beer Sheva.
Pesce 19: La Stella di Mordechai
del Carro degli Annunci Redenzionali è collegata alla Stella di
Mordechai ha Tzadik del Tribunale, perché tutto ciò che scende
nel mondo è collegato al giudizio del Tribunale di Ha Shem, e nella
Gheulà Shlemà il Goel Haim ci rivela le questioni della legge
secondo il nuovo studio delle Stelle della Redenzione così come le
questioni delle virtù interiori del cuore, che sono in relazione con le
Stelle della Gheulà tramite il sistema delle Stelle della regina Ester
nel regno di Ahashverosh. E voglia il Cielo che presto possiamo assistere alla
caduta dei malvagi, degli Aman e degli odiatori di Israele. Amen e così
sia. Il "Pozzo dell'Altare" è collegato all'undicesimo Mazal
del Leviatan, il Profumo Celeste, che, a sua volta, è associato alle
preghiere, dato che la preghiera, quando è accolta dal Santo Benedetto
è come un profumo meraviglioso che sale al cielo.
Pesce 20: La Stella del Goel Haim
del Carro degli Annunci Redenzionali è collegato con la Stella di
Pichol, portavoce e ministro dell'esercito di Avimelech, nel sistema del
Tribunale. Per rispetto al Goel Haim, non avremmo potuto pensare al legame tra
queste due stelle, se non fosse stato per lo stesso Goel Haim che in un sogno
di Daniele ha dichiarato: "Io sono il Goel Haim e voi siete la Stella del
Goel", ossia gli allievi del Morè Haim sono la Stella del Goel Haim,
che influisce per il bene del mondo. Il Goel Haim dovrà alla fine essere
conosciuto in tutto il mondo e ciò avverrà attraverso i Segni
dell'Asino che mangia il pane, poiché il Goel Haim è nel Regno dei
Cieli, mentre i suoi Talmidim, ai quali è stato dato il grande
privilegio di annunciare il suo nome e le novità redenzionali, si
trovano nel mondo.
Pesce 21: Non c'è notizia
migliore e più gioiosa di questa. Ogni persona al mondo nasce e muore
sotto la sua stella. Tuttavia ora, dopo che la Stella del Goel Haim è
stata rivelata, chiunque diventi suo allievo possiede due stelle che
influenzano dal cielo l'allievo stesso. Infatti, non c'è stella al mondo
che abbia un effetto positivo sugli asini-allievi come quella del Goel Haim. In
questo modo, abbiamo finito di collegare le sette stelle del Grande Carro alle
sette stelle della Grande Corte di Mordechai il Giusto e ai pozzi di Beer
Sheva, in modo da poter attingere dalle loro acque e aprire nuove porte, che
grazie a Dio sono già state aperte. Possa Ha Shem gradire il nostro
lavoro. Amen e così sia.
VENTUNESIMO CAPITOLO
La Colonna del Grande Pesce
Il Settimo Pozzo è il
"Pozzo dove abbiamo trovato acqua"
Esso è collegato con il
dodicesimo Mazal delle Mazalot del Leviatan, la Bellezza del Gan Eden
"In quel giorno i servitori
di Isacco gli si presentarono e gli riferirono del pozzo che avevano scavato e
gli dissero "Abbiamo trovato dell'acqua" (Genesi 26, 32).
Pesce 1: Dopo il banchetto e il
giuramento fatto con Avimelech e Pichol e il loro commiato da nostro padre
Isacco (Genesi, 26, 30-31), la Torà ci dà dei segni sulla
grandezza e l'importanza di "quel giorno", perché non
c'è nulla di più bello e di più buono nel mondo della
pace, per cui dobbiamo collegare questo pozzo al Mazal della bellezza del
Paradiso. Tuttavia, il verso avrebbe potuto essere abbreviato, come: "In
quel giorno i servitori di Isacco scavarono un pozzo e dissero 'abbiamo trovato
dell'acqua", ma siccome sono segni, ci troviamo davanti alla bellezza del Gan
Eden e con le parole che fanno da alberi e da frutti deliziosi.
Pesce 2: Il verso allude pertanto
alla pace finale, promessa per i tempi della Gheulà Shlemà, per
cui "in quel giorno" allude al giorno di gioia in cui il Santo Benedetto
ha prescelto il Goel. Dopo la resurrezione del Redentore sono cominciate a
scendere le preziose acque della Gheulà Shlemà, che hanno il
potere di infondere la gioia nel cuore di chi merita di berle. Per questo dopo
la parola "pace", il verso parla di una grande gioia, cosicché
le parole che a prima vista sembrano superflue, in realtà, aggiungono
felicità. Ciò è simile ad una persona che è molto
felice perché è in compagnia di buoni amici e ha piacere a
parlare con loro e a dilungarsi nella conversazione. Per questo dopo il
trattato di pace con Avimelech e con Pichol, i servitori di Isacco vengono a riferirgli
la buona notizia: "Abbiamo trovato l'acqua".
Pesce 3: Anche il numero delle
parole del verso, diciassette, allude al "bene" (17 è
"tov" in ghematria), dato che è un verso che allude alle buone
acque della Gheulà Shlemà, hi-ha, hi-ha !. Stella Forti
sognò nei primi anni dei segni che Haim significa pace, e qui stiamo
parlando del patto di pace con Avimelech, la cui stella fa da avvocato
difensore delle settanta nazioni del mondo, per cui il verso allude alla pace
che prevarrà durante i tempi redenzionali, coinvolgendo l'umanità
intera. La pace allude anche al prescelto Goel Haim dopo la sua morte e la sua
resurrezione nel Regno dei Cieli. "Vaiehì" (inizio verso 32):
sta per arrivare una cosa nuova, che allude al segno iniziale "è arrivato
il tempo", che annuncia l'apertura della Redenzione Finale nel mondo.
"In quel giorno" (ba-yom ha hu) allude al giorno in cui si rivela il Segno
delle Stelle con il Libro delle Stelle di Abramo e non dimentichiamo che il Segno
delle Stelle ci dà le chiavi per capire i tempi delle Stelle
Redenzionali. "E vennero i servitori di Isacco" (va-iavohu avdei
Yitzhak) allude al Segno del Regno dei Cieli.
Pesce 4: E abbiamo spiegato che
la radice del Regno dei Cieli si trova nel sacrificio di Isacco, anche se lo
studio in materia è sottile. Se nostro padre Isacco fosse stato
immolato, il Regno dei Cieli sarebbe esistito da allora, ma mancavano ancora
quattro millenni fino ad arrivare al tempo storico voluto da Ha Shem, in cui il
Regno dei Cieli sarebbe cominciato a scendere sul mondo. Fino a quel momento,
erano necessari dei "punti storici" in materia come l'istituzione del
pre-Regno dei Cieli al tempo di Elia, collegato poi alla missione di Yeshua e
alla sua resurrezione dai morti . "E gli si presentarono", "e
gli riferirono", "che avevano scavato", "e gli dissero":
sembra quasi che la Torà qui si diverta ad aggiungere dettagli...
Pesce 5: I servitori di Isacco
alludono, come accennato, a chi agisce con le virtù del cuore amate dal
Santo Benedetto, che sono associate ai Segni di nostro padre Isacco racchiuse
nel nome ASHER. Il Regno dei Cieli è anche collegato con i Segni di
Isacco, che sono i segni più nascosti, così come la vita di
Isacco è la più occultata nel racconto della Torà rispetto
a quella di Abramo e Giacobbe.
Pesce 6: "In quel
giorno": Tale giorno include l'intera Quarta Generazione, ma in
realtà inizia nel giorno della morte e della resurrezione del Goel Haim,
cosicché dopo la discesa del Segno del Libro delle Stelle, i Talmidim
hanno gioito perché il Santo Benedetto aveva scelto lo Tzadik Haim. Dopo
di che le loro virtù sono accresciute nell'amore di Dio e nel desiderio
di servirLo, e Renato Levi ha ricevuto il grande Segno del Regno dei Cieli. Ci fu
grande gioia in cielo, perché nella terra c'era chi aveva creduto nel
Goel e nella sua resurrezione nel Regno dei Cieli, e i Talmidim era come se
volessero già salire i gradini di marmo bianco con le virtù amate
da Ha Shem. "E porteranno i servi di Isacco": un'allusione al segno
del Regno dei Cieli.
Pesce 7: "E gli
riferirono": allude alle meravigliose novità redenzionali che
costituiscono la nuova Aggadà della Gheulà Shlemà, come è
scritto (Geremia 16, 14 – 15): "Perciò, ecco, i giorni vengono,
dice il Signore, e non si dirà più 'il Signore è vivo,
Egli che fece uscire i figli d'Israele dalla terra d'Egitto' bensì si
dirà: 'Il Signore è vivo, Egli che farà uscire i figli
d'Israele dai paesi del nord e da tutti i paesi nei quali li aveva dispersi' ed
Io li ricondurrò nella loro terra, che avevo dato ai loro padri".
Questo passo di Geremia è anche la fonte della nuova Aggadà per
il Nuovo Pesah della Gheulà Shlemà. "Del pozzo": allude
al Segno dell'Asino che mangia il pane, poiché l'Asino ha il compito di
scrivere le spiegazioni riguardanti la Gheulà Shlemà. "Pozzo
(be'er)": allude ai chiarimenti (biurim) scritti, perché
un'interpretazione (perush), una spiegazione (hesber) o un insegnamento
(hora'à) possono essere orali, ma un "biur" deve essere
scritto, come sta scritto (Deut. 27, 8): "E scriverai sulle pietre tutte
le parole di questa legge, in modo che siano bene chiarite (ba'er
heitev)", riferita al Libro del Deuteronomio, scritto da Moshè
Rabbenu. Quindi "del pozzo": allude alla gioia nei cieli per i libri
di testimonianza e di chiarimento del Sefer Mishnat Haim.
Pesce 8: Naturalmente, se un
asino come me pensa che il "pozzo" alluda, in generale, ai testi del
Sefer Mishnat Haim, alluda anche, in particolare, al presente scritto
"Perush Beer Sheva", e ancor di più a questo capitolo di
"Abbiamo trovato l'acqua nel pozzo", che è associato alla
Bellezza del Gan Eden, perché il "bi'ur" su di esso dovrebbe
essere scritto, ed è la prima volta che lo faccio. Hi-ha!, hi-ha! E non
è scritto solo "al ha be'er" (del pozzo) ma "al odot ha
be'er" (a proposito del pozzo). "Odot": allude al ringraziamento
(leodot) dovuto per la verità dei chiarimenti (biurim). Questo
perché sono molto importanti gli scritti e i commenti sulla Gheulà
Shlemà, che costituiscono la continuazione della vera tradizione della
Torà. "Che avevano scavato": allude alla spiegazione scritta
dai servitori di Isacco, perché credono nella resurrezione dello Tzadik
Haim, nel contesto del Segno dell'Asino che mangia il pane.
Pesce 9: "Che avevano
scavato – asher hafrù" allude anche al quinto Segno Redenzionale,
che è doppio e viene chiamato il Segno della Quarta Generazione e della
Nuova Costruzione. Tuttavia, poiché il verso esprime la grande gioia per
la venuta del Goel Haim e la discesa dei Segni Redenzionali, non ci sarà
qui che un solo accenno sui mali di questa quarta generazione e la correzione
finale del nome ASHER per il mondo, che avverrà quando l'umanità
riconoscerà che furono i servitori di Isacco a portare alla luce queste
spiegazioni (con ogni probabilità ciò avverrà al termine
della quarta generazione).
Pesce 10: La correzione del nome
ASHER accompagna la Gheulà Shlemà nel mondo, perché la
scelta di Dio dell'amato Tzadik è racchiusa nel secondo EHEYE. Infatti,
con la discesa dei Segni Redenzionali, due tipi di lavoro iniziano nell'ambito
dei Segni dell'Asino: portare le novità redenzionali che appartengono al
secondo nome EHEYE e scrivere le spiegazioni della correzione storica del nome
ASHER.
Pesce 11: Le innovazioni, le rivelazioni
meravigliose e le grandi correzioni associate al nome ASHER sono i segni che
realizzano il nuovo spirito della Gheulà Shlemà. Il nuovo spirito
del secondo EHEYE (nonostante i meravigliosi segni redenzionali e le innovazioni)
non può scendere sulle persone se non esiste un forte e costante
collegamento con il nome ASHER. Solo quando il nome ASHER e il secondo EHEYE sono
collegati, i Segni Redenzionali del secondo EHEYE possono connettersi agli
studi ed ai segni nascosti della Sacra Torà, che sono racchiusi nel nome
EHEYE.
Pesce 12: "Che (asher)
avevano scavato" allude pertanto alla correzione del nome ASHER, che
è stato dissotterrato negli scritti sulla Gheulà Shlemà
nonostante l'oscurità circostante. “E gli riferirono” è una
dichiarazione sulla Nuova Costruzione che verrà nel mondo per merito del
Goel Haim e nel segno della sua risurrezione, che disseta le generazioni future
della Redenzione Finale. Allora ci sarà una grande gioia, una nuova
comprensione e un nuovo spirito, e chi ha scavato e attinto dirà:
"Abbiamo trovato l'acqua".
Pesce 13: E chi negherà che
per grazia di Dio abbiamo trovato acqua in questo verso? Dopotutto, ci sono
segni all'interno della Torà che possono essere compresi solo dopo la
discesa dei Segni Redenzionali, che completano i segni nascosti nelle sue
parole. Questa è la questione del rinnovamento della Torà,
perché solo tramite la potenza dei Segni Redenzionali vengono rivelate
miracolose e vere innovazioni della Torà. "Abbiamo trovato
l'acqua": perché abbiamo attinto l'acqua da questo pozzo, che
è chiamato il "Pozzo dove abbiamo trovato l'acqua" o il "Pozzo
della Bellezza del Gan Eden". Poiché questo pozzo porta grande
gioia ed è probabilmente chiamato "il Pozzo di Isacco",
perché in esso Yitzchak (riderà) allude alla risata storica che avverrà
quando tutti gli errori del passato saranno corretti e l'umanità
crederà in Dio, Santo Benedetto Egli sia.
Pesce 14: Il nome Yitzhak allude
alla gioia futura che ci sarà nei tempi della Gheulà
Shlemà con tanti tipi di risata. Anche prima della nascita di Isacco,
annunciata dall'angelo ad Abramo e Sara ormai anziani, c'è la doppia
risata di Sara nostra madre e di Abramo nostro padre. Sara rise con una certa
incredulità, perché le sembrava miracoloso che potesse concepire
e partorire un figlio a 89 anni quando ormai era in menopausa da più
anni. Tuttavia, non volle riconoscere una sua pur minima mancanza di fede, ma
la grandezza dell'annuncio di un tale miracolo, impensabile da una normale
menta umana, le suscitò una risata spontanea. Dopotutto, a volte il
cervello non riesce ad assorbire un evento di tale portata e la risata è
più che giustificata.
Pesce 15: Nostra madre Sara disse
di non aver riso per l'incredulità, ma il pensiero per un qualcosa di
inimmaginabile le aveva suscitato una risata involontaria. Ed infatti l'angelo
del Signore le disse (Genesi 18, 14): "C'è forse cosa impossibile
per il Signore?". E dopo che Sara negò di aver riso, egli aggiunse:
"No, tu hai proprio riso". In altre parole, l'angelo non
accettò la sua negazione, in quanto aveva letto nel suo pensiero, e
infatti la Torà ci rivela il pensiero intimo di Sara (ibid. 12): "Ed
essa rise dentro di sé, pensando: Vecchia come sono, potrebbe forse
tornarmi il ciclo femminile?". L'angelo di Dio non si rivolse più a
lei dopo la sua risata interiore per non metterla ulteriormente in imbarazzo,
per cui continuò a parlare con Abramo usando tatto e benevolenza. Tuttavia,
quando Sara udì ciò che l'angelo di Dio disse ad Abramo, ebbe
paura e si giustificò, come spiegato. E dopo aver dato alla luce Isacco,
Sara dirà (Genesi 21, 6): "Dio mi ha dato di che ridere; chi
saprà il mio caso riderà".
Pesce 16: La risata proruppe per
la gioia completa che si manifestava dentro e fuori. Tutti quelli che verranno
a conoscenza del mio caso, rideranno di me, poiché la gioia e la
felicità sono così grandi che chiunque ne sente parlare ne
è emotivamente coinvolto. Dal verso summenzionato, si evince che la risata
associata al nome di nostro padre Isacco sgorga da una gioia vera, interiore ed
esteriore. E così anche in futuro, nella Gheulà Shlemà, il
riso e la gioia del cuore che lo accompagna, si manifesteranno nel contesto
dello spirito nuovo che scenderà nel mondo attraverso i Segni di nostro
padre Isacco racchiusi nel nome ASHER.
Pesce 17: Ci sono poi altri due
tipi di risata storica che uscirono da quel sacrificio: "la risata del
passato" e "la risata del presente che continua". La prima
è la risata che nasce dopo aver raggiunto una comprensione nuova, chiara
e illuminante, in antitesi al pensiero precedente. In quel momento, i pensieri
del passato appaiono come ingarbugliati, oscuri e diversi dalla concezione pura
della vera Torà.
Pesce 18: In questo contesto,
è dimostrato con idee corrette e prove evidenti che tutto ciò che
pensavamo di Yeshua e tutto ciò che riguardava la sua missione
messianica non corrispondeva al vero. Come ebrei, l'idea che c'eravamo fatti sul
Nazareno era sbagliata e non vera. Ancora oggi, è forte la resistenza di
un ebreo ad ammettere la verità, perché abbarbicato ad una forma
mentale pregiudiziale; se un ebreo legge senza pregiudizi i nostri scritti e
comprende le spiegazioni sulla missione di Yeshua, capirà che quell'evento
storico ha del meraviglioso e tutto è stato opera di El Norà
Alilà, nel Suo piano redenzionale finale. Comprenderà anche che
il capitolo 13 del libro del profeta Isaia tratta la missione di Yeshua e si
collega alla parte minacciosa dell'ultima profezia di Malachia; inoltre,
capirà anche che Yeshua sostituì con la sua tragica morte il
montone storico profetizzato nei Segni del sacrificio di nostro padre Isacco.
Pesce 19: E dopo aver superato la
sua precedente concezione e assimilato la virtù della verità,
l'ebreo potrà prorompere in una trionfale risata storica che non si
fermerà più e si unirà alla risata di nostro padre Abramo.
Pesce 20: Benedetto sia il Suo
nome in eterno! Ecco, abbiamo scavato e abbiamo trovato l'acqua dal pozzo di
Isacco, che è il pozzo originale nella Torà, che ci fa conoscere la
vera risata storica, che porta alla pace nelle generazioni della Gheulà
Shlemà, ed, una volta in pace, l'umanità potrà gradualmente
avvicinarsi al gan Eden in terra. Tutti vivranno al sicuro, comodamente e
felicemente, e regnerà l'amore tra gli individui e tra i popoli.
Pesce 21: Gli esseri umani allora
godranno del loro amore per Ha Shem e diventeranno saggi nel timore di Dio, e
bevendo dalle acque del Pozzo di Isacco trarranno beneficio per la loro salute
fisica e per le loro anime. Gente di tutte le nazioni verrà a pregare
nella Casa di Preghiera di sette Piani, tredici Altari di Preghiera e Tappeto
dell'Islam, sia a Gerusalemme, la Città Santa, che a Beer Sheva, la
città dei Patriarchi e dei Sacerdoti. Amen e sia voluto ciò
presto ai nostri giorni dal Signore nostro Dio, che completa i momenti e i
tempi nei quattro angoli della Terra.
Peretz Green
Settimo giorno di Hanukat Hahanukot. Capo
mese Tevet, 18.12.2009
10 Fine del Minuto 3962.
Fara Gera d'Adda (BG), Italia