Autore: Daniele Manigrasso
Traduzione: Solly Kamkhaji
Revisione: Peretz Green & Davide Levi
Io amo il vero Gesù
Dedico questo libro
al mio amato padre
Domenico Manigrasso
Prefazione
Io amo il vero Gesù è una
testimonianza personale ma rappresentativa di un grande ‘sfogo storico’, un
grande lamento, un urlo che viene insieme ad enormi dubbi e importantissime e
vere domande irrisolte, celato nel cuore di milioni di cristiani. Si tratta di
una grande confusione fra la vera fede monoteista dell’Antica Tradizione
Ebraica, fedelmente seguita dall'ebreo Gesù, e fra la Teologia Cristiana,
completamente falsa ed idolatra. Alla maggioranza dei cristiani sono sempre
mancate, e certamente non per colpa loro, le basi per esprimere le inquietudini
interiori su tutta la questione della Divinità di Cristo. Soprattutto
manca ed è mancata la conoscenza
della vera Tradizione di Israele, specialmente quella del fondamento essenziale
della fede, il Secondo Comandamento, del tutto falsificato dalla Chiesa nella
sua basilare verità: insomma,
miliardi di cristiani in tutti questi secoli, con molti dubbi nel cuore, ma senza la
benchè minima possibilità di esprimere, e quindi di ‘sfogare’,
tali dubbi.
Ora, però, il tempo ‘profetico’ è del
tutto diverso rispetto al passato. Qui Daniele Manigrasso (Leo Sonai) risponde
con stupefacente semplicità e con ragionamenti chiarissimi a questo lungamente-aspettato
discorso nei confronti della netta dicotomia fra il Gesù deificato della
cristianità, il falso idolo che ha confuso per duemila lunghi anni i
cuori e le menti di milioni di credenti, e fra il vero Gesù Messianico, l'umile
ebreo servo di Dio, timoroso di Dio. Tocca
al lettore decidere quale Gesù scegliere.
Questo testo risveglia la mente di cristiani
intelligenti a delle 'nuove' realtà che stanno per cambiare la
cristianità, a passo storico spedito, nella direzione di quella
verità inevitabile ed assolutamente necessaria che vede Gesù uomo come tutti gli uomini, riportato alla
sua vera Missione Messianica, quella di un uomo, non Dio nè Figlio di
Dio, bensì un servo di Dio, un figlio di Israele che non ha mai
insegnato una fede diversa dalla fede monoteista, pilastro basilare di tutta la
vera Tradizione ebraica e monoteista.
Il vero Gesù Messianico non ha nulla a che
fare con qualsiasi forma del Cristianesimo Tradizionale. Le dottrine della
Divinità di Gesù provengono dai Padri della Chiesa che inserirono
a loro piacere aggiunte idolatre, come lo stesso Prologo sul Verbo, ed altre tendenti
a dimostarare la Divinità di
Cristo. Per quasi 2000 anni, milioni e milioni di cristiani sono stati ingannati con tali falsità idolatre e perfino
il Secondo Comandamento stesso è stato, senza alcuna vergogna, distorto
e falsificato dai Padri della Chiesa.
La Nuova meravigliosa Rivelazione della Terza Redenzione Finale, spiegata a lungo in altri nostri testi, fa da sostegno costante a questo testo: si
tratta della
Redenzione Finale di cui Daniele, da allievo fedele
ed illuminato nella purezza della fede, fa parte da più di vent’anni.
Questa Rivelazione è ancora sconosciuta al
pubblico, così come pure lo è la persona scelta da Dio come il
Terzo Redentore Finale della storia, il Morè Haim, dopo Mosè e
dopo Gesù, così come visto in sogno da Giuseppe, fratello di
Daniele, che sentì l'Arcangelo
Michael che disse: "Tre sono gli uomini della Redenzione, Mosè,
Gesù e Haim, e così come Solly sentì in sogno dire da
Peretz, in risposta alla domanda postagli dallo Tzadik, 'Peretz, chi sono io?
", " Il Morè è il Goel, anche se pochi ancora lo sanno".
Egli si chiama Haim ben Moshe, ebreo yemenita, nato
a San'a, Yemen, nel 1914. Egli visse dall'età di 16 anni ad Aden per 3
anni, poi si trasferì al Cairo per 27 anni ed infine visse per
più di vent'anni a Milano, dove, dopo una lunga sofferenza, morì.
Io, Peretz (Paul) Green, ho avuto il grande
privilegio di essere stato e di essere il primo allievo dello Tzadik Haim, il
Capo dei 36 Giusti Nascosti della Generazione, per tredici anni prima dalla sua
dipartita nel Giugno 1982. In seguito a
tale scelta ed alla Nuova Rivelazione che ne è conseguita, io, Peretz, sono
diventato il primo Asino che mangia il Pane, dopo la terribile ed
indescrivibile ultima sofferenza dello Tzadik Haim, che fu accolta da Dio
Benedetto come il Sacrificio Finale necessario per rivelare la Terza Redenzione
Finale e Completa agli uomini.
Dalla dipartita dello Tzadik Haim e sino ad ora, al
momento di scrivere questo testo, dopo
27 anni, sono scesi e continuano a
scendere, principalmente in sogni, a
tutti gli allievi coinvolti nella Nuova Rivelazione, i Segni Completi Finali,
Messianici e Redenzionali, per merito del Goel (Redentore) Haim. Con essi sono
anche arrivati ed arrivano i Segni Profetici, della Tradizione Profetica del
grande Profeta Elia, di benedetta menzione, che riguardano questa Quarta
Generazione, (dall'Aprile 1983 al Giugno 2047), in cui avranno luogo gli
avvenimenti 'apocalittici' che caratterizzano gli Ultimi Giorni del Giudizio
(specialmente dal 2024 al 2042) e soprattutto il Giorno Grande e Terribile del
Signore.
Le migliaia di Sogni e Segni ricevuti vengono
registrati in iscritto e spiegati, in preparazione per l’eventuale
divulgazione. La Scuola responsabile in terra per ricevere, raccogliere e
mettere in iscritto le testimonianze si chiama la Scuola della Rosa, diretta
dall 'Asino che Mangia il Pane. Daniele ne fa parte ed ha ricevuto centinaia di
Sogni Redenzionali e Profetici. Siamo, quindi, Asini, cavalcati e guidati dal
Maestro Haim, il Goel Finale, dal Regno dei Cieli. Mangiamo il Pane dei Segni
Completi e lo prepariamo per gli altri.
Grazie a Dio Benedetto, ragliamo per iscritto da 27
anni le notizie meravigliose della Resurrezione e la Venuta dello scelto Goel
della Redenzione Finale. Tutto ciò non fa parte di questo testo ma da
queste poche parole si potrà capire a che cosa si riferiscono molte
affermazioni di Daniele e quale è la radice di esse.
Daniele Manigrasso, chiamato Daniele Sonai nei
Segni, è arrivato alla Missione nel 1987, portando poi suo fratello
gemello Giuseppe. All’inizio di questo testo, Daniele racconta con gusto
eccellente la sua storia personale.
Daniele è un vero fratello che ha sofferto
molto negli anni passati ed ha dovuto subire anche molti pesi per la sua scelta
di insegnare la vera Tradizione del Secondo Comandamento di Dio, in
contrapposizione alla falsa Cristianità Teologica. Daniele sente i
terribili mali che sono stati creati dai falsi insegnamenti che deviano dal
Secondo Comandamento.
E' stata quindi per me una grandissima gioia che
Daniele abbia ricevuto dal Maestro Haim le chiavi per scrivere "Io
amo il vero Gesù". Ah, ho pensato, finalmente Daniele avrà
un suo testo di guerra contro le dottrine errate del cristianesimo tradizionale
che sono tutte in contraddizione con la vera fede di Gesù.
Come spiega Daniele nell'Introduzione, gli è
stato dato il nome di Daniele Sonai. La parola ‘Sonai’, che viene dal Secondo
Comandamento, in ebraico, significa 'coloro che Mi odiano'. Il compito di
Daniele è di combattere l'idolatria che verrà comunque distrutta
durante questa Quarta Generazione:
"a coloro che Mi odiano".
Anche Giuseppe, fratello gemello di Daniele,
è un mio vero fratello, e prende il titolo di Asino-Dolce-Bambino
Profetico. Giuseppe ha ricevuto finora più
di 800 Sogni redenzionali. In un sogno
di Daniele, il loro padre, Domenico Manigrasso, la pace sia con lui, disse ai
suoi figli, Daniele e Giuseppe: "Senza di voi, non c'è
redenzione".
Come detto in precedenza, Giuseppe ha ricevuto in
sogno questa incredibile affermazione dichiarata dall'arcangelo Michael: "Tre sono gli uomini
della redenzione: Mosè, Gesù e Haim".
Questa nuova verità rivelata rappresenta la
nascita di un nuovo mondo che si rivelerà dalla Quinta Generazione in
poi. I Segni Completi, però, iniziano a scendere subito dopo la morte e
la resurrezione dello scelto Goel Haim.
Molti sono i modi e gli aspetti dei Segni Completi.
Tutti, comunque, rientrano in 6 Grandi Segni Generali:
1) Segni
delle Stelle Redenzionali
2) Segni del Giudice Unto del Regno dei Cieli
3) Segni della Nuova Luce di Hhanucat ha-Hhanucot
4) Segni dell'Asino che mangia il Pane
5) Segni della Quarta Generazione e della Nuova
Costruzione
6) Segni della Resurrezione dello Tzadik Haim, nel
Segno Finale della Resurrezione dei
Morti.
Quando Dio Benedetto sceglie il Goel Finale, entra
in vigore il verso, 'Io sono il Primo ed Io sono l'Ultimo ed all'infuori di Me
non vi è altro Dio'. 'Io sono il Primo' – nella prima redenzione, per mano di Mosè, redenzione nella quale la
fede in Dio non si è confusa con la fede in Mosè, Suo servo; 'ed
Io sono l'Ultimo' – nella redenzione finale, in cui non ci potrà mai
essere confusione fra la Fede in Dio e la fede nel terzo redentore finale.
Nella seconda redenzione di Gesù, però, quella in cui si creò un terribile errore con
la sua deificazione, è necessaria la Grande Correzione del Cristianesimo
e a ciò allude il verso: "ed
all'infuori di Me, non vi è altro Dio".
Nella questione del Messia figlio di Davide, anche
nel campo ebraico c’è grande confusione, ma di un altro genere. La
Tradizione non sa né che il Goel non è il mashiah ed il mashiah
non è il Goel, né tantomeno che il Goel è risorto dai
Morti e che egli è il Giudice Unto del Regno dei Cieli, da cui dirige la
Redenzione Finale in terra.
Nel Cristianesimo, invece, al povero Messia ebreo sono
stati affibbiati tutti i termini possibili: Messia, Redentore, Cristo, Dio,
Figlio di Dio, il Verbo di Dio ecc. La Grande Mescolanza del Cristianesimo
Teologico ha creato un altro Vitello d'Oro Storico. Tale mescolanza idolatra non
può ovviamente risolversi tramite
il Cristianesimo. Ci vogliono la Redenzione Finale ed i Segni Completi che
completano anche i Cicli dei Segni Messianici e Redenzionali iniziali che erano
presso Gesù, e che rivelano la sua vera storia, ristabilendolo, questa
volta per sempre, come Secondo Uomo della Redenzione, dopo Mosè e prima
di Haim.
Solo quando tutte queste nuove verità sull'uomo
Gesù verranno intese nella luce della vera e pura fede monoteista, si potrà
parlare del vero messianismo di Gesù, che si può spiegare in 4
punti cardinali:
1) la realizzazione storica dell'Ariete Sacrificato
al posto di Isacco, nostro padre
2) la missione fallita della Riconciliazione dei
cuori, profetizzata nell'ultima profezia di Malachia
3) il servo
sofferente di cui si parla in Isaia 53
4) Gesù,
il secondo uomo della Redenzione, dopo Mosè e prima di Haim.
Menziono tutto ciò nella prefazione a questo
testo "Io amo il vero Gesù", in
modo che a nessuno venga l'idea che Daniele voglia
in qualche modo sminuire Gesù o la
sua missione messianica storica di Cristo delle nazioni cristiane. Il testo di
Daniele sta nella Grande Correzione della teologia cristiana, basata sul
Secondo Comandamento e sulle stesse parole di Gesù nei Vangeli.
Gesù fu un uomo scelto per una Missione Messianica Storica; un uomo,
però, un essere umano come tutti noi, con un corpo umano, non Dio
fattosi carne!
"Arrivò un vento che stava per
capovolgere la barca; Gesù era di sotto che dormiva. Lo svegliarono ecc".
Forse Dio dorme?! E sta scritto nei Salmi "Dio
non sonnecchia, né dorme. Vedete quanto Gesù era umano, dormiva!
1 febbraio 2010, Fara Gera D’Adda
Peretz Green
Introduzione
Diario di Daniele Sonai:
18 gennaio 2005
Grazie a Dio, in questo giorno è stata ufficializzata la Scuola
del Secondo Comandamento. Presenti alla scuola: Peretz, Giuseppe (mio
fratello), Abram, Hadassa, mia moglie Yael ed io. Ci sono voluti diciotto anni
per stabilire la Scuola del Secondo Comandamento.
La
Scuola del Secondo Comandamento insegna la vera fede nell’unico Dio Vivente, la
fede ricevuta dai Patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe, la fede santificata sul
Sinai nella Rivelazione di Dio.
Cari lettori, anche a volerlo, non potreste immaginare le
difficoltà che abbiamo incontrato in tutti questi anni per realizzare un
sogno mandato dal Cielo. Sì, è proprio così. Ho visto il
primo Segno di ciò in un sogno. Prima di scriverlo, però, vorrei
premettere alcuni episodi che mi sono capitati ancor prima di conoscere Peretz
ed il Nuovo Messaggio.
La mia storia inizia nel lontano 1987, un anno per me indimenticabile,
un anno che ha cambiato la mia vita. In quello stesso anno ho conosciuto Peretz
ed il Nuovo Messaggio arrivato tramite Sogni Redenzionali arrivati ai primi
allievi dello scelto Tzadik Haim. Il Nuovo Messaggio non è un sogno
bensì una nuova realtà che, grazie a Dio, ho potuto toccare con mano e vivere in prima
persona.
Nella mia vita, fino a nove mesi prima di conoscere Peretz, tutto era
normale. Giocavo a calcio, andavo in discoteca ed avevo una compagnia di brave
persone con cui passavo tutto il mio tempo libero. E tutto questo fino a quando
vissi episodi particolari che mi misero sulla ruota della retta via. C’era come
una Guida invisibile che guidava i miei passi verso ciò che sentivo
dentro il mio cuore, servire Dio.
Tutto iniziò nel novembre del 1986 quando mi resi conto di avere
delle premonizioni su dei fatti ancor prima che accadessero. Non chiedetemi che
cosa fosse. Francamente non so rispondere. In quel periodo, comunque, ero sicuro
che ogni evento che mi capitava era come
se fosse già previsto dentro la mia mente.
Il primo segnale accadde nel dicembre 1986, subito dopo la separazione da
una ragazza. Ero sicuro che avrei conosciuto un’altra giovane con la quale
avrei vissuto un periodo intenso. Incredibilmente, con una combinazione di
circostanze, dopo un mese circa, (11 gennaio 1987) in una discoteca a Milano conobbi
questa ragazza. Non avevo mai provato un sentimento cosi intenso verso una
persona. Il mio morale era alle stelle. Credevo di aver trovato la donna della
mia vita. I miei pensieri erano pieni della sua immagine ed il mio cuore
pulsava d’amore per lei. Era troppo avvenente. Gli innamorati conoscono molto
bene tale sentimento.
L’altra
indicazione mi arrivò in un modo, per cosi dire, ‘violento’. In quel
periodo giocavo a calcio, a livello amatoriale. In una partita serale, rimediai
un calcio violentissimo allo stinco. Sapete quale fu allora il primo pensiero
che mi passò per la testa? "Questo
è un segno che cambierà i passi della mia vita: la relazione con
questa ragazza finirà tra poco e tutto ciò mi condurrà lungo un percorso
difficile della mia vita ma tutto ciò sarà la Volontà di Dio.
Ancora oggi,
dopo tanti anni, mi meraviglia l’esattezza di quelle premonizioni. Chiedevo a
Dio il perché di tutto ciò. Cari lettori, non è bello
presentire un presagio triste in un momento magnifico della propria vita.
Questa, però, è la mia storia. Pazienza, ognuno ha la sua.
In quel periodo
vivevo la mia fede in un modo nascosto da chi mi conosceva. Non la manifestavo. Tutto era nel mio intimo
con Dio con Cui parlavo direttamente sempre, fin da bambino. Per me, Dio era in
ogni luogo e non avevo dei punti di riferimento dove cercarLo. Sapevo che era
sufficiente parlare e Lui ascoltava. Nessuno mi aveva insegnato ciò. Lo
sapevo fin da quando ero piccolo.
Ho un ricordo
che è sempre vivo nei miei pensieri da quando avevo cinque anni e che
spesso mi riaffiora in mente. Quando, all’asilo, sentii per la prima volta il
nome Gesù, ebbi la cognizione che
quel nome era una strada che portava a Dio. Non so spiegarmelo. Lo sapevo. Ci
sono dei concetti che nascono con l’uomo
senza che egli sappia il perché. Tanto vero che tutte le parole dette su
di Gesù dai maestri dell’Asilo non mi dicevano nulla, solo la parola
Gesù mi colpiva.
Da adolescente frequentavo l’oratorio e dentro di me capivo che avevo
una missione da compiere per Dio. Un pomeriggio, rivelai ad un prete questo mio
desiderio: “Io so che devo fare una missione per Dio. E’ da qualche tempo che
medito su ciò. Sento che sono stato scelto per un qualcosa di cui per
adesso non ho nessun indizio”. Il prete rimase sbalordito dalle mie parole e mi
consigliò di seguire dei gruppi di giovani cristiani che vivevano il
Vangelo alla lettera.
Provai per un po’ a frequentare alcuni gruppi ma non trovavo la
verità di Dio che cercavo. Le loro parole non mi dicevano nulla. I loro
discorsi giravano sempre intorno a Gesù e ciò non mi
soddisfaceva. Ero un cristiano insoddisfatto dai ragionamenti della Chiesa. La
fede cristiana non trovava riscontro con la fede che avevo nel mio cuore. Non
sapevo, però, che cosa cercavo. Una notte, a Milano, in viale Monza, mi
affidai a Dio, come sempre facevo. Non dimenticherò mai le parole che
sono uscite dalla sorgente del mio animo: “Sia fatta la Tua volontà. A
Te do il mio cuore, la mia anima e la mia forza. La mia vita è nelle Tue
mani”.
Mai avevo avuto il pensiero che
Gesù fosse un Dio. La mia parola era diretta a Dio, il Creatore di tutti
gli uomini. Già d'allora ero convinto che ci fossero tanti uomini che
hanno la vera fede dentro il cuore, una fede semplice in Dio nata con la
persona e non legata alle parole della Chiesa.
Tornando al 1987, quel calcio allo stinco aveva dato inizio ad una serie
di episodi che hanno guidato i miei passi nella strada voluta da Dio.
Il 6 marzo 1987, quasi un mese dopo, la mia benamata mi lasciò,
lacerandomi il cuore. D’altro canto, era proprio da ciò che mi resi
conto che quei segnali premonitori erano veri. Quella ragazza aveva riempito il
mio cuore. Era entrata in tutti i miei pensieri. Il suo volto aveva riempito
tutti gli spazi della mia mente, giorno e notte. Ero innamorato pazzo di lei.
Ogni cosa che mi chiedeva veniva esaudita.
Negli anni successivi, quando mi si presentava l’occasione di raccontare
quei momenti di follia d’amore, dicevo sempre, “Se lei mi avesse chiesto di
raccogliere un fiore in cima alla montagna, l’avrei fatto senza esitare”.
Potete, quindi, immaginare il mio stato d'animo e la relativa discesa d’umore.
Dalla felicità assoluta alla tristezza nel cuore. Chi è passato
per le pene d'amore mi potrà capire. La malinconia d’amore è un
sentimento forte, in cui i canali dell’acqua sono sempre aperti. I miei occhi
erano diventati come una fontana che faceva sgorgare lacrime senza sosta. Ero
arrivato all’ultimo stadio della ragione e bastava poco per far pazzie.
D’altro canto, però, le sue ultime parole, grazie a Dio, furono
una correzione importante per me; lei mi disse: “Se tu mi avessi
‘maltrattata’ ti avrei anche sposato”. Sentire la verità dalle sue
parole non fu facile. Mi diede, però, lo stimolo di capire i miei
errori. Da ciò intesi il vero motivo della sua delusione, la mia
debolezza di carattere.
Dopo quelle parole, passai i sei mesi più difficili della mia
vita. In quei momenti di tormento, cercavo Dio più volte. Mi difendevo
da quella sofferenza con dei concetti buoni e riflettevo su ciò che
succedeva nel mondo. Non riuscivo a comprendere come mai il mondo fosse pieno
di malvagità e di cattiverie. Vedevo comportamenti odiosi che mi portavano
a domandarmi: Com’era possibile che ciò passasse inosservato davanti al
Cielo? Poi intuii che nel mondo esistevano, forse, alcuni uomini particolari
nascosti, che per amore della verità di Dio avrebbero dovuto subire su
di sé molte sofferenze, allo scopo di togliere la rabbia dal Cielo
contro gli uomini. Sinceramente non so come arrivai a questa consapevolezza,
però, intuivo che non ero tanto lontano dalla verità.
Da tali pensieri e riflessioni percepivo che la volontà di Dio mi
avrebbe indicato la strada del mio destino. Non avevo, però, la
più pallida idea di quale strada fosse.
Il 5 marzo 1987, giorno precedente la rottura, c’era a Milano il
carnevale ed avevamo deciso di passarlo in un locale dove si era organizzata
una festa mascherata. Era stato Nino, fratello di Paolo, che mi aveva fatto
sapere di quella festa. In quella serata erano presenti, senza che io lo
sapessi, Peretz, Paolo, Nino e Nodà. Poteva essere un’opportunità
per conoscerci, ma come ha scritto Peretz nella sua poesia sulla Storia di
Esther:
E come vedremo nel corso d’ogni evento,
per la verità ci vuole il giusto momento.”.
Negli anni successivi compresi che in quel momento della mia vita non
ero ancora pronto a sentire le notizie della Terza Redenzione Finale. Il mio
cuore vedeva soltanto lei. La mia mente non era libera dal momento che era
sovrastata da un sentimento che chiudeva tutti i canali della mia
realtà. Ero prigioniero del mio amore. Forse, se tale amore fosse durato
anche un solo giorno di più, ne sarei rimasto intrappolato per il resto
della mia vita. Dio è Grande. Egli mi ha salvato dai miei stessi
errori.
Pochi giorni dopo la separazione, accadde un fatto inspiegabile. Era il
12 marzo 1987; io, da uno stato di malessere, a sorpresa, provai un'euforia
indescrivibile ma anche incomprensibile. In quei giorni non avevo motivi per
giustificare tale gioia interna.
In quel periodo lavoravo come manovale presso una ditta edile che aveva
appaltato la manutenzione di ristrutturazione in una prestigiosa banca nel
cuore di Milano. Lì conobbi Salvatore. Lui era idraulico ed io un
manovale. Con Salvatore avevo instaurato un ottimo rapporto di amicizia. I
nostri discorsi inizialmente erano concentrati sulle partite di calcio. Un
giorno, all’ora di pausa, Salvatore mi rivolse una domanda: “Per te, Gesù chi è?” Io gli risposi
“Gesù per me è un uomo. La mia preghiera la rivolgo soltanto a
Dio, il numero Uno. Chi meglio di Lui potrebbe aiutarmi?”
Salvatore rimase meravigliato dalla mia risposta e colse l’occasione per
esporre qualcosa del Nuovo Messaggio, il cui il responsabile era un Asino di
nome Peretz. Mentre Salvatore mi spiegava il Segno dell’Asino, sentivo dentro
di me che le notizie erano vere. La concezione della fede dei cristiani mi
aveva deluso per la sua incapacità di dare risposte alle mie domande. I ‘dogma’
della Chiesa mi avevano deluso. A parer della Chiesa dovevo credere nel
‘mistero della fede’. Ciò distruggeva la mia fede nel Dio Uno che, in
verità, era sempre stata con me sin dall’infanzia.
Desiderai subito conoscere Peretz. Grazie a Dio, quel giorno tanto
atteso, a mia insaputa, stava arrivando. Non sono mai stato ansioso come in
quei giorni. Avrei dovuto aspettare quattro lunghissimi giorni. E il momento
arrivò. Dopo avrei potuto constatare
che quell' '8 settembre del 1987 era stato il giorno più
fortunato della mia vita. Il mio destino finalmente combaciava con la
Volontà di Dio. Dio aveva esaudito le mie preghiere.
Ho conosciuto Peretz a Cernusco sul Naviglio, una bellissima cittadina
della provincia di Milano. Nella casa in cui abitava, da ospite, la mia prima
impressione fu:
‘qui si trova la continuazione della
Bibbia".
In quella casa, l’Asino che mangia il Pane, insieme ad altri, pregava il
Dio dell’Antico Testamento. Sentivo fortemente che potevo finalmente
condividere con altre persone la mia fede, una fede che è cresciuta con
me come una compagna inseparabile da quando ero piccolo. Percepivo che Dio era
con le persone di quella casa. Dopo, quel giorno rappresentò per me il
giorno in cui feci i miei primi passi nella strada voluta dal Signore Iddio,
Creatore dei cieli e della terra.
Per la prima volta, le mie orecchie sentivano insegnamenti sulla storia
della Redenzione e, grazie a Dio, le mie domande trovarono le risposte che
nessuno, in precedenza, era stato in grado di darmi. Proprio in quella serata,
sentii per la prima volta il Secondo Comandamento di Dio per intero. Tutto era
stupendo: le notizie della Redenzione Finale, la fede nell’Unico Dio Vivente
per non parlare poi del Segno dell’Asino che dava gioia alla mia anima. Il
Secondo Comandamento, però, mi aveva lasciato senza parole.
La mia reazione interiore fu sorprendente anche per me stesso. Non
riuscivo a comprendere come mai la Chiesa non avesse mai fatto conoscere ai
suoi fedeli il Secondo Comandamento di Dio nella sua interezza. Ciò fu
per me un motivo di ulteriore e grande delusione e sfiducia nella Chiesa.
E per colpa della Chiesa, avevo sempre temuto che la mia fede nell’Unico
Dio fosse incompleta. Perciò non l’avevo mai manifestata. Tale timore
scomparve d'incanto quando venni a conoscenza del Secondo Comandamento per
intero, presso l’Asino. Da quel giorno mi resi conto che la mia fede nell’Unico
Dio era coerente con la parola di Dio. La Chiesa Cattolica mi aveva tradito ed
ingannato privandomi della verità degli insegnamenti di Dio.
Notai che Peretz aveva predisposto la casa con dei segni. Ovviamente non
conoscevo il loro significato. Salvatore mi fece un’introduzione spiegandomi
che “La missione, essendo all’inizio, viene aiutata con segni. Ogni oggetto che
vedi è un segno. Vedi quelle pietre, non sono lì per caso. Quelle
pietre e gli altri oggetti che vedi
simboleggiano ciò che sarà nel futuro”. Ancora non comprendevo
bene le sue parole eppure ero certo che le notizie che avevo sentito erano
vere, com’era vero il Secondo Comandamento.
Alla fine della serata, ero entusiasta. Non riuscivo a mantenere la
felicità che avevo nel cuore. Mi sembrava di rinnovarmi in un mondo vero,
contornato dalla verità di Dio. La serata, purtroppo, passò in
fretta. Non volevo andare via. Ero troppo eccitato. Volevo restare tutta la
notte da Peretz, ma non era possibile. Erano già le tre del mattino, e,
dopo qualche ora, avrei dovuto andare al lavoro. Pensavo che la serata fosse
finita nel migliore dei modi. Non fu così. Mentre tornavo a casa, i miei
pensieri non seguirono la contentezza del mio cuore.
All’improvviso la mia mente si allontanò dall’entusiasmo che avevo
vissuto in quei momenti e provai dell'agitazione. Non ne comprendevo il motivo.
Ad ogni modo, dovevo rivedermi con Peretz dopo qualche giorno. C’era tempo per
riordinare i miei pensieri. La mia impazienza, però, non mi faceva
aspettare e quindi decisi di andare da Peretz da solo la sera di quello stesso
giorno.
Da quell’istante incominciai ad aver a che fare con il ben-noto
Tentatore. Ovviamente, non ero ancora in grado di riconoscerlo. La mia mente si
era riempita d’immagini infide che mi facevano vedere Peretz come un impostore
che abusava della mia buona fede. Addirittura sentivo delle voci che dicevano
di non fidarmi di lui. Tali pensieri negativi su Peretz, col passar delle ore,
si consolidavano sempre di più, fino a convincermi del tutto. Nonostante
questi conflitti interiori, avevo ancora, però, la lucidità di
distinguere fra realtà e apparenza.
Tanto è vero che quando sentii parlare Peretz quella prima volta,
subito percepii che il suo modo di esprimersi era collegato con il Vecchio
Testamento. Il suo linguaggio mi ricordava i Precettori del passato che erano
uomini saggi e umili. Ciò per me era una realtà che non lasciava
dubbi, una realtà che demoliva i falsi pensieri. Vedevo una marcata
differenza tra i miei illusori ragionamenti e l’esperienza vissuta con l’Asino.
La contraddizione mi assaliva. Dovevo essere sicuro! Perciò decisi di
andare a Cernusco da solo quella sera stessa.
Verso le 9 di sera parcheggiai sotto l’abitazione di Peretz. Anche in
quel momento fui assalito da pensieri e voci che mi mostravano Peretz come un
uomo pericoloso. C’era una voce che diceva che, se fossi salito, avrei potuto
essere plagiato senza che me n’accorgessi. Per due lunghe ore rimasi in
macchina, combattendo con quelle immagini mentali. C’era solo un modo per
liberarmene: conoscere meglio Peretz. Poi avrei valutato.
Salii. Appena entrai, vidi Peretz che stava facendo scuola a dei suoi
allievi: nel vedermi, si fermò e mi abbracciò come un fratello. Le prime parole uscite dalla
mia bocca furono: “Peretz, non sai le difficoltà che ho avuto per
arrivare qua in casa. Avevo molti pensieri negativi su di te”.
Peretz mi spiegò che questo era il lavoro del Grande Serpente che
mi metteva alla prova. In quel momento, mi successe un qualcosa di strano, una
voce mi parlava dall’orecchio sinistro dicendomi: “Questo qui sta dicendo il falso”. Subito,
interruppi Peretz per dirgli ciò che avevo appena sentito e Peretz mi
rispose con un sorriso rassicurante: “Ciò è una conferma di
quanto ti ho appena detto ”.
Intanto si era fatta notte inoltrata. Le persone presenti avevano
lasciato la casa. Peretz mi chiese di restare perché c’era un Segno da
fare. Prima di fare il Segno, Peretz mi informò che tutti i Segni che si
fanno vengono fatti nella fede nell’unico Dio Vivente. Essi non hanno nulla a
che fare con la fede trinitaria del Cristianesimo. I Segni portano a terra le
notizie del Regno dei Cieli per merito dello Tzadik Haim.
Di natura, tutto ciò che si fa in nome dell’unico Dio mi piace.
Peretz, con molta calma, mi spiegava alcune novità di quel momento
storico della Redenzione: “Daniele, che tu sia benvenuto nella casa di
preghiera in cui ebrei, cristiani corretti e musulmani possono pregare insieme il
Dio di Abramo, ognuno nel suo altare”.
La spiegazione di Peretz mi era piaciuta assai. Finalmente, grazie a
Dio, c’era un luogo dove anche altri Cristiani con la mia stessa fede
nell’unico Dio potevano pregare. Peretz metteva in risalto che tutto questo
sviluppo era arrivato per merito del suo Maestro, lo Tzadik Haim e spiegava
che: “Gran parte delle nuove notizie
sono arrivate tramite Sogni Redenzionali. L’umanità è entrata in
un nuovo tempo. Ogni Segno che si fa è collegato con le stelle della
Terza Redenzione Finale”.
I segni che l’Asino faceva in quel periodo erano una novità
assoluta, non solo per me, ma per tutti quanti. Una grande novità era
scesa dal Regno dei Cieli, novità
la cui comprensione era destinata agli asini della terra. Peretz era il
primo Asino che faceva Segni in quel periodo ed infatti aveva il titolo di
“Peretz, l’uomo dei Segni”. La stessa sera, dopo quella prima lezione ricevuta
da Peretz, feci il mio primo segno d’asino davanti a Dio Altissimo, salendo
sull’Altare della Chiesa Universale (oggi l’Altare di Malchizedek).
Il segno fu molto semplice. Peretz mi fece una benedizione, mentre
teneva tra le mani un bicchiere d'acqua. Dopodiché mi bagnò un
po’ i capelli. Finito il Segno, mentre scendevo dall’Altare, egi spostò
involontariamente, con il suo piede sinistro, lo Shofar (il corno d'ariete che
si suona) del Popolo. Peretz vedendo ciò mi disse: Questo è un
segno profetico. In un tempo futuro sposterai un popolo.
Peretz mi conosceva soltanto da qualche giorno. Su quale base egli
s’informava?
Negli anni successivi potei capire meglio le parole di Peretz,
cioè che per capire certe cose bisogna diventare Asini. Non abbiamo
nulla contro gli uomini; diceva Peretz. Loro sono esseri superiori rispetto
agli Asini. Gli Asini, però, sono più semplici e non complicano
le cose con tanti ragionamenti umani. Perciò gli Asini sanno leggere i
Segni del Nuovo Tempo mentre gli uomini invece si confondono.
Dopo il segno, tornai a casa mia: durante il tragitto, riflettevo su
quei pensieri negativi che avevo avuto su di Peretz. Mi resi conto che tutto
era falso. Non c’era stata neanche una piccola conferma di ciò che mi
era passato per la testa in ciò che avevo sperimentato nella
realtà. Poi mi ricordai le parole di Peretz: “Questo è il lavoro
del Grande Serpente”.
Tutte quelle immagini si frantumavano dentro la mia mente. Perché
una forza che non conoscevo voleva che giudicassi Peretz senza neppure
conoscerlo? Ciò andava contro tutti i miei principi. Sì, è
vero, succede spesso nella quotidianità della vita di avere dei
pregiudizi su persone che nenache si conoscono.
Questa volta, però, era diverso. Le visioni apparivano reali ed
opprimenti e non mi permettevano di contrastarle. E tutti quei pensieri,
perché non mi erano venuti alla mente alla presenza di Peretz.? Peretz
mi spiegò che: “Il motivo è che quei pensieri non sono i tuoi
pensieri. Tutto ciò che ti è passato per la testa, non si conciliava
con la realtà, neanche la tua realtà!”
Peretz aggiunse che “La caratteristica dell’Angelo Tentatore è
quella di far sembrare i tuoi ragionamenti farina del tuo sacco; in genere, le
persone non associano i loro pensieri ad un suggeritore del male esterno, che
invece li crea”.
Peretz non era un impostore e neanche un plagiatore. Egli era soltanto
un Asino carico di buone novelle dal Regno dei Cieli. Egli faceva la
volontà del Signore. In un sogno,
ricevuto da Nino, fratello di Paolo, si vedeva la testata di un giornale
importante in cui c’era scritto “DIO ESISTE? SI', DIO ESISTE E PERETZ NE E’ IL
PORTAVOCE”.
22 settembre
1987 Milano.
In quella notte feci il mio
primo sogno della Redenzione.
Nel sogno mi trovavo al lavoro. Davanti a me vidi un uomo vestito di
bianco. Il suo viso era raggiante ed aveva capelli corti biondi e ricci. I suoi
occhi avevano una luce azzurra simile a quella di un cielo sereno. Questa
persona mi si presentò dicendo: “Io sono l’Angelo della Terza
Redenzione Finale”.
Poi puntò il suo dito verso di me e disse “Tra un anno ti
succederà qualcosa”. Nel sogno l’anno passò molto velocemente.
Dopodiché vidi una luce uscire dal mio corpo che si espandeva, simile ad
un’esplosione di stelle. Mi svegliai.
Il mio primo pensiero da sveglio fu quello di raccontare questo sogno a
Peretz al piu' presto possibile. Peretz mi spiegò, “Ci sono angeli
nuovi che fanno parte della Terza Redenzione Finale. Tu non ne avevi nessuna
nozione. Altri allievi hanno visto in sogno angeli nuovi come hai visto tu. Non
è stupefacente ciò?”
In effetti, il sogno mi stupì e mi chiedevo dove ero capitato per
vedere un sogno così elevato! Comprendevo pian piano che Dio mi aveva
aiutato a guidare i miei passi sulla strada voluta da Lui. Tutte quelle
percezioni precedenti avevano avuto lo scopo di farmi riconoscere la
verità. Dopo aver conosciuto Peretz, arrivò una nuova chiarezza.
In quella serata c’erano Paolo, Nodà ed altre persone che non
avevo ancora conosciuto. Paolo mi fece una domanda: “Tu, Daniele, conosci la
verità?”. Ci pensai un attimo. Prima di rispondere, riflettei: "Sono
nato e cresciuto nel cristianesimo tradizionale. Nonostante ciò ho avuto
molti dubbi sui dogmi della Chiesa. C’erano troppe falsità in ciò
che dicevano. Perciò cercavo altrove risposte che la Chiesa non aveva
potuto darmi. Sentivo la vicinanza di Dio. Delle Sue parole, però, non
sapevo quasi nulla". - Risposi
a Paolo: “Non so cosa sia la verità. Non la conosco. L’unica cosa di
cui sono sicuro è che non c’è meglio per un uomo che l'essere
servo di Dio”. Tale risposta stupì
i presenti. Peretz commentò “Saggia risposta”.
Intanto, dentro di me, cresceva sempre piu' forte il mio distacco dalle
istituzioni cattoliche. Il motivo principale era che la Chiesa Cattolica non aveva
mai insegnato il Secondo Comandamento ai suoi fedeli. Non riuscivo a concepire
come fosse stato possibile che la Chiesa avesse nascosto alle masse il Secondo
Comandamento per tutti i secoli. La Chiesa, poi, permetteva che nei luoghi di
culto ci fossero idoli ed immagini a cui i fedeli facevano voti ed offerte e a
cui s’inchinavano come gli antichi pagani: esattamente il contrario di
ciò che Dio comandò sul Monte Sinai. Da quel momento capii cosa
stavo lasciando: un' istituzione idolatra!!!
Dopo
qualche giorno, di sera, andai da Peretz per incominciare le prime lezioni
sulla Terza Redenzione Finale. La mia attenzione cadde su un foglio appoggiato
su un piccolo mobile sul quale c’era scritto il Secondo Comandamento per
intero. Chiesi a Paolo se potevo averlo, perché volevo imparare a
memoria questo fondamentale Precetto di Dio.
Ormai conoscevo Peretz da un
mese. La mia comprensione faceva passi da gigante. Le meravigliose notizie che
ricevevo dall’Asino mi soddisfacevano immensamente. Poi, l'8 ottobre del 1987 ricevetti
il sogno che cambiò la mia vita.
Prima di scrivere il sogno, chiedo al lettore di avere una pagina di
pazienza. Prima di tutto ringrazio Dio Onnipotente per avermi dato la fortuna
più grande che si possa avere, quella di sapere della scelta da parte di Dio
Benedetto del terzo Redentore dell’umanità, lo Tzadik Haim. Poi devo
riconoscere la grande pazienza dello Tzadik Haim e di Peretz nei miei
confronti.
Io non sono un santo. Ho un milione di difetti, quasi tutti caratteriali
e poi quelli acquisiti nell’età giovanile. Avevo un pessimo carattere. Spesso
i miei atteggiamenti erano indisponenti verso il prossimo. Ero molto testardo
nel non voler i miei errori ed ero riluttante a sentire le ragioni di chi mi
ammoniva. Il rimprovero mi faceva sentire ‘screditato’ rispetto a ciò
che credevo di essere. In altre parole, mi giudicavo pulito dentro.
Credevo che il mio modo di agire con il prossimo non facesse una pecca
perché mi ritenevo umile. Ovviamente il mio concetto di umiltà
era molto superficiale. Infatti rispondevo in tono brusco a chi m’infastidiva.
Anche il mio morale era pessimo e spesso ero di cattivo umore. Forse il mio
peggiore difetto era quello di arrabbiarmi con le persone che mi volevano bene.
La prima vittima a subire la mia arroganza era il mio fratello gemello,
Giuseppe. Povero Giuseppe. Sono sempre stato un po’ cattivello con lui. Ero
geloso di lui perché era più fortunato di me. Lui aveva le
occasioni migliori delle mie. Ad esempio, quando si presentava
un’opportunità, mio fratello arrivava prima di me e la faceva sua.
Giuseppe non aveva colpa. Le circostanze di quel momento facevano sì che
mio fratello avesse un passo più veloce del mio.
Il mio comportamento con le persone non era di sicuro un buon esempio.
In apparenza sembravo educato. Riuscivo a mascherare i miei difetti. Era
sufficiente un niente, però, per far uscire tutti quei difetti ‘nascosti’.
Quante volte mi sono sentito dire: "Non pensavo che tu fossi
così complicato!". – Si',
è vero, non sono semplice. Perdonatemi. Ci sto lavorando e vi garantisco
che il Segno dell’Asino mi sta aiutando molto.
Chi pensa che Dio scelga uomini senza difetti, si
sbaglia. Ogni persona ha in sè due inclinazioni, una buona ed una
cattiva. L’unico modo per combattere quella cattiva è la conoscenza
della Legge di Mosè, la Torà.
Da quando la Legge di Mosè entrò in
vigore, è stata l’unica forza di contrasto contro il male. Nelle
Tentazioni, Gesù ne dà un buon esempio. Egli risponde con la
Legge di Mosè, con le parole di Dio. I Dieci Comandamenti sono le basi
eterne su cui l’uomo deve appoggiarsi per difendersi dal male. Il Secondo
Comandamento è la base della purezza della vera fede nell’unico Dio
Vivente.
Ma ecco il sogno, il secondo ricevuto, dopo aver conosciuto Peretz.
8 ottobre 1987 - Milano
Nel sogno ero a Milano con mio fratello. Entrambi avevamo ricevuto la
cartolina di chiamata al servizio militare. Io dissi a Giuseppe: "No,
non è giusto ritornare. Il servizio militare l’abbiamo già fatto
tre anni fa. Io voglio ora il congedo."
Nella seconda fase del sogno, ci trovavamo alla stazione ferroviaria di
Savona (come nella realtà di tre anni fa). Lì sul posto c'erano i
caporali istruttori, che avevano l’incarico di reclutare i richiamati
provenienti da tutta l’Italia destinati alla città di Savona. Questa
volta, però, io dissi a mio fratello, “Andiamo a cercare un posto dove
ci danno il congedo”. Giuseppe era d’accordo. Poi ci incamminammo per una strada di montagna. In quella strada
Giuseppe aveva un passo piu' spedito del
mio: lo vidi allontanarsi sino a scomparire dalla mia vista. Ora mi trovavo da
solo, con questa cartolina in mano, in una strada che portava chissà
dove.
Sapevo di dover andare avanti lo stesso. Poco più in là,
infatti, vidi una piccola caserma
militare con un gran cartello su cui era scritto: Ufficio Reclami.
Vedendo ciò mi rallegrai e dissi a me stesso: “Sono capitato nel
posto giusto al momento giusto”.
All’ingresso c’era una sentinella alla quale spiegai il mio problema
dicendo :“Sono stato richiamato alle armi. Ho fatto il soldato tre anni fa.
Voglio il congedo”.
Il soldato mi indicò la persona che mi avrebbe aiutato. Pochi istanti
dopo, vidi aprirsi una porta e da essa uscì un mio collega di lavoro di
nome Vittorio. Capii di trovarmi in buone mani. Entrai ed incontrai una persona
che, da com’era vestito, non sembrava un militare. Egli indossava degli abiti
stravaganti. Anche a lui espressi il mio problema: “Questa è la
cartolina che ho ricevuto che mi richiama a fare il servizio militare. Io,
però, l'ho già fatto tre anni fa. Voglio il congedo”.
Senza indagare, questo signore, prese la cartolina, la firmò, la
timbrò e mi disse, “Adesso sarai libero”. Poi aggiunse, “Io
conosco Peretz. Conosco il Nuovo Messaggio. Non conosco, però, il
Secondo Comandamento”. Io gli risposi: “Come si fa a non conoscere il Secondo
Comandamento? Il Secondo Comandamento è la base del Nuovo Messaggio”. Poi
pensavo dentro di me, “Se dice di non saperlo, certamente non lo sa”.
Subito dopo incominciai a
dire il Secondo Comandamento. Questa persona, però, mi fermò e mi
disse: “Aspetta. Non qui. C’è un altro luogo, migliore di questo”. Dopodiché,
nella visione, mi vedi al centro di una grande stanza con dei tavoli sparsi qua
e là. Alzando la testa vidi una meravigliosa volta stellata. Uno
spettacolo di luci stellari stupefacente. (Non dimenticherò mai questa
stupenda visione).
Mi trovai, come detto, al centro della stanza con quell’uomo: eravamo uno di fronte all’altro.
A voce alta iniziai a pronunciare il Secondo Comandamento. Dopo qualche parola,
fui costretto a fermarmi perché non lo ricordavo bene a memoria. In quel
momento mi venne in mente che avevo nel mio borsello il foglio in cui c’era
scritto il Secondo Comandamento per intero. Chiesi a lui se potevo leggerlo.
Egli sorrise e mi diede il consenso a procedere.
Allora, presi il mio borsellino, lo aprii e tirai fuori il foglio.
Aprendolo, però, mi accorsi che il tutto era cancellato, all’infuori
della frase ‘Per coloro che Mi odiano’. In quel momento, arrivò un vento
fortissimo che, soffiando dal basso verso l’alto, mi strappò il foglio
dalla mano. Provai a trattenerlo ma non ci riuscii. Sembrava che ci fosse una
mano invisibile che con forza tolse dalle mie mani il foglio, facendolo
arrivare in alto sino alle stelle del cielo.
Rimasi spaventato. Non avevo scelta. Sentivo che quell’uomo doveva
sentire il Secondo Comandamento, in ogni sua parola.
Continuai: ‘Non avere un altro dio all’infuori di Me’. In quel medesimo istante, vidi alcune stelle spostarsi. Continuai: ‘Non
ti fare nessuna scultura. Non ti fare nessuna immagine di ogni cosa che sta in
cielo, sulla terra e nelle acque sotto la terra. Non t’inchinar ad esse e non
servire loro’.
Con la coda dell’occhio, notai che alcune stelle incominciavano a cadere
dal cielo. Cionostante, andai avanti con molta determinazione.
‘Poiché, Io Sono il Signore, Dio Vostro, Dio Geloso, che punisce
i peccati dei padri sui figli sulla terza e fino alla quarta generazione per coloro che Mi odiano’.
Ormai le stelle cadevano a milioni. Era molto difficile continuare.
Sulla mia testa avveniva un terribile spettacolo innaturale. Dovevo a tutti i
costi completare ciò che avevo iniziato e dissi, ‘ma uso clemenza
per mille generazioni a coloro che Mi amano e osservano i Miei comandamenti”.
Appena ebbi finito, vidi sopra di me una cascata enorme di stelle. Il
cielo non esisteva più. I miei occhi non sopportavano quella terrificante
visione.
Mi svegliai con un balzo improvviso. Da sveglio mi ricordai che ogni
stella cadente corrispondeva ad una persona che moriva.
Dio mio, che sogno! Questo è un sogno mandato da Dio! Mi sorse
spontaneo domandarmi: "Che c'entro
io con il
Secondo Comandamento? E perché le stelle cadevano mentre declamavo il
Secondo Comandamento? E come mai quella persona si era comportata in modo così
misterioso, dicendo che conosceva Peretz, il Nuovo Messaggio ma non conosceva il Secondo
Comandamento? E poi, come facevo a conoscere a memoria il Secondo Comandamento?".
Nella realtà avevo preso il foglio su cui c’era scritto tutto il
Secondo Comandamento. Perché, nel sogno, nel momento in cui mi serviva,
tutto era cancellato tranne la frase ‘Per coloro che Mi odiano’?
Infine, che cosa ci faceva mai in questo sogno mio fratello Giuseppe? E
perché aveva un passo piu' veloce del mio? Non capivo niente. Dovevo parlare
a Peretz di tale sogno, il più
presto possibile.
Il giorno dopo, la sera, andai da Peretz per raccontargli il sogno.
Peretz mi disse: "Tu ricorderai questo sogno per tutta la vita.
Sicuramente è da studiare. Ci sono molte indicazioni importanti.”
La prima attenzione di Peretz, però, fu per la presenza, nel
sogno, di mio fratello Giuseppe. Egli mi domandò: “Hai parlato del
Nuovo Messaggio a tuo fratello”? – “Non ancora”, gli risposi. “In ogni
caso, troverò il momento opportuno per farlo”. -
Ciò che vidi era una visione profetica, che avrebbe iniziato a
realizzarsi quando Giuseppe sarebbe diventato
anche lui un allievo. (Capisco adesso, mentre sto scrivendo, il motivo per cui perché
Peretz mi rivolse tale domanda).
Questo sogno forniva la base, capita e spiegata da Peretz, per il mio
compito di stabilire la Scuola del Secondo Comandamento.
Dopo quel sogno, nonostante i ripetuti avvertimenti dell’Asino a non
montarmi la testa, il mio ex spirito di vanità colse l’occasione per
mettersi ancora in mostra.
I miei primi contatti con le persone avevano atteggiamenti di
superiorità. Ho ammesso i miei tanti difetti. Per esempio, quando
parlavo con gli amici, del Nuovo Messaggio, mi esprimevo come se io fossi uno
istruito. “Io so molti segreti che spiegano gli errori del cristianesimo”.
Potevo ostentare la mia vanità con parole vere ma non mie: provo ora
vergogna scrivendo ciò. Dov’era
mai la mia umiltà? Dio mio, perdonami per aver messo me stesso davanti
alla Tua verità.
Le mie parole con i miei coetanei sul Nuovo Messaggio arrivarono ben
presto all’orecchio di mio fratello
che un bel giorno mi disse: “Perché tu parli con altre
persone di cose che io non conosco e non me le dici anche a me?”.
Da quel momento in poi, anche Giuseppe diventò un allievo
dell’Asino e si elevò nella fede nell’Unico Dio mostrando una maggiore velocità
di apprendimento dei Segni Completi della Terza Redenzione Finale rispetto alla
mia, come visto da me nel sogno ed i suoi primi passi da allievo lo
confermavano.
Penso che l'insistere a volere il congedo, concetto che nel sogno fu ribadito
per ben cinque volte, significasse che, per poter affrontare l' impegno, avrei dovuto
essere libero e non vincolato a niente.
Peretz spiegò che questo sogno era un segno mandato dal Regno dei
Cieli, per merito dello Tzadik Haim.
Grazie a Dio, ci sono più di duemila sogni registrati, ricevuti
da persone diverse. Chi era diventato allievo aveva una sua storia da
raccontare che dimostra come Dio Benedetto avesse operato su tale individuo.
18 febbraio 1988
In quella notte sognai di trovarmi in un luogo, forse fra il cielo e la
terra, in cui erano impressi i volti di alcuni noti personaggi biblici su delle
facciate di enormi costruzioni. Nel sogno, riconoscevo soltanto il volto di
Mosè. Poi sentii una voce dal cielo che diceva: "Devi scendere
sul pianeta souno (o qualcosa di simile) perché in quel posto
regna la confusione".
Quindi mi trovai su quel pianeta. Intorno a me c’erano case che
bruciavano e vedevo persone che correvano in preda al panico. Regnava il caos.
Il cielo era oscurato di giorno e spaventava ancor piu' le persone. Vedendo tutto
ciò, salii su di una piccola collinetta e gridai : “Ciò non
è la fine del mondo, ma la fine del male”
Da questo sogno, Peretz mi spiegò che dovevo cambiare nome. Non riuscivo a collegare le parole di Peretz
con il sogno. Non avevo ancora la giusta comprensione della sua preparazione
ricevuta dallo Tzadik Haim per tredici anni. Peretz è stato, e lo è
ancora, il suo primo allievo diretto.
Le prime lezioni ricevute da Peretz, hanno trattato i sogni. Nella
Torà ci fu un sogno redenzionale che salvò i figli di Giacobbe da
una terribile carestia. Ciò accadde circa 250 anni prima di Mosè.
Perciò, cari lettori, impariamo dalla storia come Dio, il Padrone del
mondo, mandò la salvezza ai Suoi figli.
Negli scritti di Peretz è
citata in molti argomenti la profezia di
Gioele. (cap. 3, ver. 1, 2.) ‘E dopo tali cose Io diffonderò il Mio
spirito su ogni mortale. I figli vostri e le vostre figlie profeteranno, i
vostri anziani avranno dei sogni, e i vostri giovani delle visioni. Anzi, in
quei giorni anche sui servi e sulle serve effonderò il Mio spirito’.
Questa profezia si realizza nella Terza Redenzione Finale. Ogni persona
che si avvicina all'Asino che Mangia il Pane riceve Sogni collegati ai Segni Completi della Redenzione Finale. Ci
sono state persone che hanno ricevuto sogni e visioni, anche se erano lontane
dalle questioni redenzionali.
Appena io finii di scrivere questa profezia di Dio, espressa tramite il Suo
Profeta Gioele, mi ricordo un particolare importante. Il 12 marzo 1987 era il
sesto giorno della separazione dalla mia ex amata. La depressione era arrivata
ai limiti della sopportazione. Inspiegabilmente percepii un benessere ed una
gioia dentro alla mia anima e ciò non sfuggì all’attenzione di
Paolo. Il Cavallo bianco dei Segni stava scrivendo in quel periodo un diario (che
vi consiglio di leggere) in cui descriveva e spiegava per i futuri allievi che
sarebbero arrivati i Segni
eseguiti da Peretz.
Ciò avvenne in un tempo storico unico nel suo genere. Il 1987,
nella nuova fase dei Segni, fu l’anno nel Segno delle Stelle sotto il Segno
della Quarta Generazione e della Nuova Costruzione. Essi rappresentano il primo
ed il quarto dei sei grandi Segni generali della Terza Redenzione Finale,
ricevuti tramite sogni dalla famiglia Levi. Gino non è ebreo. Egli si unì
alla famiglia Levi, avendo sposato una loro figlia. Gino ebbe il gran
privilegio di vedere in sogno il primo dei sei grandi Segni generali- IL SEGNO
DELLE STELLE-. Non possiamo comprendere quanto sia amata e benedetta dal Cielo
questa famiglia che ebbe il grande privilegio di frequentare il Maestro di
Peretz, lo Tzadik, (Giusto), Haim, di persona. Dopo la dipartita dello Tzadik
Haim, nel giugno del 1982, precisamente
nel periodo da Pasqua 1983 sino alla Pasqua 1984, i componenti di tale famiglia
ricevettero i primi sei grandi Segni generali che hanno aperto la Terza
Redenzione Finale.
E’ ARRIVATO IL TEMPO
IL SEGNO DELLE STELLE.
IL SEGNO DEL REGNO DEI CIELI.
IL SEGNO DELLA NUOVA LUCE DI HANNUCAT HA HANNUCOT.
IL SEGNO DELL’ASINO CHE MANGIA IL PANE ED IL SEGNO DEL CAVALLO BIANCO.
IL SEGNO DELLA QUARTA GENERAZIONE E DELLA NUOVA COSTRUZIONE.
IL SEGNO DELLA RESURREZIONE.
Questi sono i sei Segni sui quali è basato il nuovo calcolo dei
tempi. (Tutto ciò è spiegato nei testi di Peretz.)
Paolo divenne allievo circa un anno prima di me e vidi in lui una grande fede in Dio. Nei Segni,
Paolo è il Cavallo Bianco. Egli è l'allievo di Peretz. Paolo, dai
Segni, è diventato un appassionato di calcoli stellari redenzionali. Con
umiltà ha dedicato la sua vita alla Scuola dell’Asino che mangia il
pane, rivelando capacità organizzative nella fede dei Segni stessi. Una
dote senza pari. Paolo lasciò il passato al passato e diventò un
perno vitale della Scuola.
Peretz nel frattempo si trasferì a Milano in Via Vipacco. Dopo
aver ascoltato il sogno, rimase in silenzio per qualche minuto. Poi lo vidi
aprire il Pentateuco (i cinque Libri di Mosè in ebraico) a caso e
appoggiò il dito sulla pagina.
In quel momento, nella stanza era calata un'atmosfera innaturale. E dopo
qualche minuto Peretz mi disse: “Sai, ho appoggiato il dito sulla Parola
Le-sonai , parola che tradotta dall’ebraico in italiano significa: Per coloro
che Mi odiano-. Ciò si trova
proprio nel cuore del Secondo Comandamento, in Esodo cap. 20”. Ed aggiunse
ancora:" “Ti ricordi il nome di quel pianeta su cui dovevi scendere?”
Io gli risposi :" Il nome è un po’ strano, credo sonu o qualcosa
di simile”. – Peretz: “Ecco i
significati dei tuoi sogni. Da quest’ultimo sogno e dal Segno fatto con
l’apertura del Pentateuco, capisco che quella frase ‘Per coloro che Mi
odiano’ sarà il tuo nuovo nome”.
Chiesi a Peretz: “Perché il mio nome, scritto su quel foglio
nel sogno, era salito tra le stelle del cielo?” Peretz rispose: “Perché il nome,
Le-Sonai, è scritto nelle stelle del nuovo tempo. Il tuo nome è
il nome della terra chiamato dal Cielo durante la Quarta Generazione. In questo
pianeta, Dio farà giustizia verso coloro che Lo odiano”.
Da quel momento il mio nome divenne Leo Sonai ed in seguito Daniele
Sonai.
Cari lettori, non potete immaginare le battaglie che feci sul lavoro per
far accettare il mio nuovo nome. Sapevo gia' in principio che non sarebbe stato
facile. Tutti mi conoscevano con il nome
di Vincenzo.
Con grande fede e senza vergogna dovetti cozzare contro il muro della
mentalità conservatrice dei miei colleghi. Nessuno di loro accettava il
mio nuovo nome. Dentro di me, però, sentivo l’importanza del cambiamento
ed il peso su di me se non avessi fatto nulla per farmi chiamare Leo Sonai.
Comprendevo la loro ostinazione. Se io mi fossi trovato al posto loro,
mi sarei comportato come loro. Perciò non avevo scelta, dovevo insistere
se avessi voluto ottenere dei risultati. Dopo giorni di battaglia arrivai a
dire: “Se non mi chiamate Leo Sonai io non vi rispondo più”.
Ormai, nelle ore di pausa, questa esagerata ma necessaria mia
determinazione era diventata l’argomento dominante del momento. Quasi tutti i
miei colleghi, mi davano del matto. Nessuno di loro approvava questo mio
cambiamento cosi' repentino e determinato. Sembrava quasi impossibile far
uscire dalle loro bocche la parola Sonai. Da solo, con le mie parole soltanto,
non riuscivo a rompere la barriera che si era creata fra me e loro.
Questo finchè un giorno, durante la sosta, successe un miracolo.
Un collega di nome Carmelo, con cui non avevo alcun legame, disse: “Sì,
lui è veramente Leo Sonai”. I colleghi, gli risposero in tono di
scherno: “Perché tu affermi ciò che noi neghiamo? Forse ti ha
convertito? Sei impazzito anche tu, come lui ?”.
Carmelo, con semplicità disse loro, “No, nessuno mi ha
convertito ed io non sono un pazzo. Stanotte, però, ho fatto un sogno. -
- Ho visto Sonai che era davanti ad un popolo che lo seguiva, fino ad arrivare su
una piccola montagna. Sonai era in una posizione che tutti lo potevano vedere. I
membri di quella moltitudine, vedendolo, bisbigliarono tra loro, “Guardate
c’è Leo Sonai. Chi è Leo Sonai?” Nel
frattempo io, l'autore del sogno, mi trovavo in mezzo a loro e, dopo essermi
separato, ho detto “Sì, lui
è veramente Leo Sonai”.- -
Le loro bocche si chiusero e regnò il silenzio. Da quel sogno di Carmelo, le cose si
facilitarono e tutti quelli che mi conoscevano si misero a chiamarmi Leo Sonai.
Carmelo è l’unica persona, tra i miei ex compagni di lavoro che mi manca
ed in questo momento non ho più notizie di lui.
Buon studio a tutti
voi.
Io amo il vero Gesù
Io amo il vero Gesù, l’ebreo che si fece strada fra il suo popolo
con parole di Torà ricevute dalla Tradizione della sua gente, che gran
parte del mondo ha odiato nei secoli. Sin da bambino, consideravo Gesù
un uomo vero che esprimeva parole vere provenienti dalla sua semplice e
incredibile fede nel Dio di Israele. Con questa comprensione, cresciuta in me
sempre di piu' negli anni, io parlavo
con Dio e Lui pregavo, non Gesù. Perché dico questo?
Perché analizzando le sue parole in questo testo, ho trovato conferma
che la vera fede si lega a Dio soltanto
e non agli uomini che la insegnano. Io credo nell’unico Dio e a Lui soltanto
rivolgo le mie preghiere. La deificazione del povero Gesù non l'ho mai
concepita come verità misteriosa, bensì come un fatto illogico e
privo di ogni fondamento nella natura umana. Solo il vero Gesù poteva
darmi delle risposte alle mie ricerche. Per questo tipo di lavoro avevo bisogno
dell’aiuto di Dio che è arrivato per merito dello Tzadik Haim. Nel mio
diario, ho descritto gli eventi più significativi che mi hanno portato
lungo una strada di cui vedo l’inizio e non la fine. Da quando la percorro,
vedo che sono sempre all’inizio del suo tragitto. Inizialmente questo testo aveva
il titolo ‘I Difetti di Gesù’. Titolo preso alla lettera da un mio sogno
fatto nel quattordicesimo giorno del mese di Aprile del 2004.
14 aprile 2004
Nella notte di quel giorno sognai di vedere il Goel Haim di fronte a me.
Egli si trovava in un luogo aperto sotto le stelle e disse, “C’ è da
fare un segno”. Mentre lo diceva, lo Tzadik Haim con il suo braccio
sinistro fece un movimento da destra in basso verso l’alto, a sinistra,
puntando l’indice verso le stelle. Io, senza sapere di che cosa si trattasse,
esposi su un tavolo un milione di difetti personali. I miei difetti erano
simili a dei vermi schifosi e viscidi. Poi il Maestro mi disse: “Devi
cercare da un’altra parte”. Successivamente, nel sogno, mi ritrovai in casa di un mio
collega di lavoro per cercare ciò che lo Tzadik Haim mi aveva chiesto di
cercare. Dopo un po' trovai un dischetto con il contenuto di un testo molto
importante con il titolo: ‘I difetti di Gesù’.
1
'I difetti di Gesù' poteva essere un titolo provocatorio e
sembrare offensivo per i cari cristiani. Dopo qualche anno, si decise con
Peretz, Nodà, Giuseppe, Paolo, di dare il vero titolo al testo, "
IO AMO IL VERO GESÙ", e questo perché il vero Gesù,
di per sè, non fu in difetto per ciò che insegnò. Allora
di quali difetti stiamo parlando? Essendo allievo, a chi avrei dovuto
rivolgermi per la spiegazione di questo importantissimo sogno? La risposta fu
semplice, all' Asino che è il primo allievo diretto dello Tzadik Haim.
Ascoltando il sogno, Peretz mi
disse che avrei dovuto scrivere un libro su Gesù. Per poterlo
realizzare, continuò Peretz, bisognava leggere con la massima attenzione
i quattro Vangeli riconosciuti dalla Chiesa. In essi c'erano moltissime
contraddizioni. "Tu commenterai tali lacune per iscritto - mi disse Peretz
- Alla fine, risulterà un testo pieno di incongruenze, create dai Padri
della Chiesa, dei quali Gesù, purtroppo, porta il peso fino ad ora".
All’inizio, però, trovai inopportuna la proposta di Peretz. Chi ero io
per scrivere un testo che va contro la religione cristiana? I Cristiani vedono
in Gesù una divinità perfetta. Io ho un milione di difetti. Non
sono degno di scrivere un tale testo. La mia riluttanza ad iniziare questo
testo era causata dal fatto che io non volevo offendere Gesù, perché
io lo amo come milioni di persone in tutto il mondo. Come al solito, non capii
niente. Peretz mi spiegò di non prendere alla lettera il titolo "I difetti
di Gesù" apparso nel sogno. In realtà, i difetti di
Gesù, erano quelli di matrice teologica nati dalle interpretazioni dei
Padri della Chiesa. Allora capii meglio lo scopo del libro.
2
Leggendo le loro interpretazioni, infatti, vidi morire la natura umana
di Gesù. Egli era stato deificato dopo la sua resurrezione. La
deificazione di Gesù fu operata dai suoi primissimi seguaci, Giovanni l’Evangelista
e Paolo di Tarso. Sono stati loro i primi a "togliere" a Gesù
la sua natura umana. La fede nell'unicità di Dio si era eclissata dai
loro cuori per essere sostituita con la deificazione di Cristo. Le loro parole
andavano contro i precetti insegnati da Dio nel Secondo Comandamento. La vera
fede di Gesù nell’unico Dio vivente venne dimenticata. Cari lettori, ascoltate le parole del vero
Gesù che colmano gli animi della vera comprensione del suo messaggio. Io
amo il vero Gesù.
3
Prima di entrare nel vivo delle varie argomentazioni, vorrei chiarire un
punto. Questo libro mi fu indicato dallo Tzadik Haim nel sogno summenzionato. Mi
trovo nelle questioni redenzionali da 19 anni e non mi era mai passato per la
testa di analizzare le parole di Gesù per confrontarle con quelle pronunciate
dai Padri della Chiesa e vedere chi era in errore, in difetto.
Questo libro non era una mia idea che nutrivo da tempo, né era
nei programmi di Peretz. Tale genere di testo non esisteva nel mondo fino a quando,
il 14 aprile 2004, il Goel Haim, il terzo uomo della Redenzione, mi
incaricò nel sogno di fare un segno che rendesse note in modo
inequivocabile tutte le contraddizioni che si trovano nei Vangeli.
C'è già un grande fermento nell'aria. Molti giovani
vogliono capire le fondamenta della vera
fede in Dio e su quale basi essa poggia. Vogliono capire chi era veramente Gesù. Le false interpretazioni
dei Padri della Chiesa hanno confuso i cuori di molti giovani. Molti giovani si
domandano come sia possibile che la storia della Chiesa, quella stessa Chiesa
che avrebbe dovuto essere l'esempio per il mondo di alta moralità, si sia macchiata
di così tanti crimini contro l’umanità. Quale Dio potrebbe mai
permettere che i Suoi fedeli, per ingrandire il Suo nome, viòlino la legge con azioni abominevoli? Fu forse
Gesù a chiederlo? Qui c'è un problema la cui soluzione si trova
nei Vangeli stessi.
La chiave della soluzione stava nelle parole di Peretz. Egli mi fece
capire che lo scopo del mio lavoro era di far vedere al lettore le tante contraddizioni
nei Vangeli. “Analizza l'insegnamento di Gesù e vedrai che non si concilia
per niente con la teologia espressa dai suoi seguaci più fedeli”.
Questo sogno mi autorizzò a procedere, con il permesso del Goel
Haim, ed ogni parola scritta sarà visionata dal suo allievo, Peretz, affinché
non ci siano errori d’interpretazione.
4
Dal libro ‘Il Messaggio dell’Asino che Mangia il Pane’ (Scritto da
Peretz. Finito di stampare il 30 aprile 1988 ed edito da "'Editrice Italia
Letteraria".
Riporto alcuni cenni sulla vita dello Tzadik Haim. Prima d’incominciare,
vorrei precisare che non ho mai conosciuto lo Tzadik Haim nella realtà. Come altri allievi,
però ho avuto il grande privilegio di vederlo nei sogni. Ogni allievo ha
ricevuto Segni nella forma di Sogni. I Sogni sono il Pane dell'Asino. Essi,
infatti, hanno avuto un ruolo determinante nell' aiutare Peretz a capire le
direttive del Goel Haim. Nel mio caso, le indicazioni sono state quelle di formare
e stabilire la Scuola del Secondo Comandamento.
5
Lo Tzadik Haim nacque a Saana, capitale dello Yemen, nel giugno 1914.
All’età di 17 anni, egli lasciò Saana e andò nella
città di Aden, dove rimase tre anni. Si recò, in seguito, al
Cairo, dove visse per 26 anni. Quando in Egitto, a seguito del conflitto arabo
israeliano, incominciarono le persecuzioni anti-ebraiche, lo Tzadik Haim e sua
moglie Mazal si trasferirono in Italia, a Milano. Il Giusto scelto visse a
Milano per ventidue anni fino alla sua dipartita avvenuta nel giugno 1982.
6
Ora è impossibile, in questa sede, spiegare chi è stato il
Goel Haim; ciò che si potrà dire, infatti, non sarà capito
fino a quando tutto ciò che è accaduto non diverrà
patrimonio dell’umanità e per arrivare a questo punto, ci vorrà
del tempo. Per sapere qualcosa del Goel Haim, è necessario conoscere un
segreto che esiste nel mondo dal tempo del profeta Elia. Questo segreto è
vagamente noto agli ebrei, e dai più viene considerato una leggenda, ed è
nel caso in cui tale segreto trovi credito, si pensa non abbia nessuna influenza
con la vita religiosa e quotidiana degli uomini.
7
Si tratta dei Giusti Nascosti, il numero dei quali è sempre fisso
a 36. NON SI TRATTA DI UNA LEGGENDA. Essi esistono dal tempo del profeta Elia,
fino ad ora. Essi sono i ‘Pilastri’ del mondo, nascosti agli occhi
dell’umanità, illuminati dalla Santità Superiore tramite la quale
conoscono i segreti del mondo- Essi non svelano la loro vera identità a
nessuno, se non ad un solo allievo al quale viene tramandata la tradizione
segreta. Il Goel Haim, dopo aver ricevuto la tradizione segreta da suo padre,
lo Tzadik Moshè Wenna, divenne il Capo dei Giusti Nascosti.
8
I Giusti nascosti sono anche i Giusti sofferenti che espiano con la loro
sofferenza i peccati dell’umanità. Questi Tzadikim Nascosti sono tutti
ebrei maschi, circoncisi nel Patto d’Abramo e si chiamano anche ‘I figli
dell’ascesa’ perché conoscono il segreto dell’ascesa dell’anima tramite la
quale possono ‘ascendere’, elevarsi cioè ad un tale livello da sapere
ciò che non può essere ricevuto da nessun altro in questo mondo. Grande e nascosto
è il loro segreto nella potenza della loro Santità.
9
Essi sono gli eredi della Santità del profeta Elia,
Santità che ha origine nella benedizione particolare che ricevette
Pinhas, figlio di Elazaro, figlio di Aronne, nel Patto della Pace. Il Capo dei
Giusti Nascosti, oltre ad essere l’erede diretto di quella benedizione che ha
inizio dal tempo del profeta Elia, è anche l’erede della benedizione ad Abramo,
che si realizza, appunto, nel compimento della promessa ad Abramo e ciò
significa che soltanto uno dei Giusti Nascosti riceve i segreti della Redenzione.
10
Fino alla sua dipartita, era severamente proibito allo Scelto Tzadik
parlare dei segreti della Redenzione, questo perché la parola del Giusto
Haim diventa operativa nel mondo. I Segreti della Redenzione sono tramandati in
segreto tramite la benedizione stessa. Sono passati 27 secoli circa dal tempo
del profeta Elia; il conflitto sorto intorno alla missione di Gesù ha
creato inoltre un tale solco nelle due tradizioni della Redenzione, ebraica e
cristiana, da far sì che non si potesse assolutamente parlare prima che
fosse terminato il decreto di due millenni: solo a questo punto viene dato il
permesso di far conoscere il Goel Finale, Haim, ed i veri Segni della Redenzione arrivati per suo
merito.
11
I Giusti nascosti esistevano anche al tempo di Gesù ma non
potevano parlare: non ne avevano il permesso. Analogamente, dopo che il
conflitto aveva già preso piede, non si poteva più parlare
perché per gli ebrei non era più possibile collegarsi a quella
missione a causa dell'idolatria di tutto il Cristianesimo. Diciamo questo a
livello di come sono andati i fatti nella storia. Al livello del Disegno
Divino, però, fu decretato che ebrei e cristiani sarebbero stati in
conflitto per due millenni a causa della missione messianica di Gesù.
12
Quando, però, arriva finalmente il tempo in cui dal Cielo viene ‘rotto’
e termina quel lungo decreto, lo Scelto Tzadik amato da Dio si trova nel mondo
per subire l’ultima terribile sofferenza a beneficio dell’umanità,
affinché gli aspettati Segni della Redenzione possano scendere sulla
terra per gli uomini. Quando lo Tzadik Haim passò attraverso quella
terribile sofferenza, non poteva più restare in questo mondo
perché il suo merito era necessario per quel mondo preparato per il
tempo della Redenzione, mondo chiamato il Regno dei Cieli.
13
Nel momento in cui il Giusto Scelto lascia questa vita, come verranno
poi gli uomini a conoscenza del suo merito? Il Signore manda all’umanità
i Segni della Redenzione che racchiudono in loro tutto quanto riguarda la
Redenzione ed il merito dello Scelto Agnello di Dio. I Segni arrivano
principalmente sotto forma di sogni meravigliosi a tutti gli allievi dello Tzadik
Haim, anche a coloro che sono diventati suoi allievi tramite il Nuovo
Messaggio, pur non avendolo conosciuto di persona. Tutti i Segni della
Redenzione contengono le spiegazioni del Nuovo Messaggio.
14
Il Nuovo Messaggio è arrivato, dunque, duemila anni dopo Cristo e
quattromila dopo Abramo, nostro padre. Esso rappresenta nella storia della
Redenzione un nuovo equilibrio così perfetto che la sua chiarezza non
potrà non destare stupore, interesse, entusiasmo, fede e studio a
livello internazionale.
15
Paul (Peretz) Green nasce a Newark (New Jersey, USA). Formatosi inizialmente alla scuola rabbinica della Yeshivah University,
fondata da rav Y. Elhanan, continua i suoi studi nel collegio Lubavitch. Nel
1969, in Italia, a Milano, incontra il Maestro yemenita Haim Wenna, erede della
tradizione segreta orale: il Capo dei trentasei Giusti Nascosti. Dopo la morte,
avvenuta nel 1982, il Maestro è designato Terzo Redentore
dell’umanità.
16
Il Goel Haim dirige la Terza Redenzione Finale dal Regno dei Cieli .
Peretz è il suo primo allievo. Dai Segni rivelati dallo Tzadik Haim,
tramite Sogni Redenzionali, è stato dato a Peretz un compito ed una
responsabilità di cui nessun uomo vorrebbe farsi carico: spiegaree
correggere gli errori del passato. Per farlo, è necessario un
segno fondamentale della Redenzione, Il Segno dell’Asino che Mangia il Pane.
17
Peretz è un Asino ed io sono un suo allievo. L’unica mia
ambizione è quella di diventare un Asino trasparente ed imparziale. Ad
ogni modo, uno dei compiti dell’Asino che Mangia il Pane è quello di
dare incarichi ai suoi allievi, in base ai Segni che ricevono. Nel mio caso i Segni
mandati dal Cielo hanno diretto Peretz ad istruirmi per formare e stabilire la Scuola
del Secondo Comandamento.
18
Grazie a Dio, la Scuola del Secondo Comandamento fu stabilita il 18
gennaio 2005. Dieci mesi prima, lo Tzadik Haim, nel sogno, mi incaricò
di fare un segno. Non sapevo ancora che segno dovessi fare e misi fra il
Maestro e me un milione di difetti su di un tavolo. Lo Tzadik Haim mi disse
ancora di cercare da un’altra parte. Dopodiché mi trovai nella casa di
un mio collega, a cercare...
, finché
arrivò fra le mie mani un dischetto da computer su cui c’era scritto ‘I
Difetti di Gesù’.
19
Bisogna diventare Asini per scrivere ciò. Per diventare Asini,
bisogna disfarsi di tutte le parole che non provengono dal Regno dei Cieli. Ciò
perché gli Asini portano a terra, per merito dello Tzadik Haim, i
meravigliosi messaggi del Regno dei Cieli così come li ricevono. Una parte
di questi messaggi spiega le incoerenze che hanno fatto nascere il
Cristianesimo. Nel testo attuale verranno esposte le vere parole di Gesù,
quelle parole che rappresentano i suoi grandi pregi di vero uomo e Messia. Io
amo il vero Gesù. In verità i difetti appartengono ai Padri della
Chiesa che hanno totalmente falsato la persona di Gesù. E’ arrivato il tempo della verità,
senza più misteri o incoerenze che la falsificano. La vera comprensione
viene soltanto come conseguenza
di una base vera e solida.
20
Mi viene in mente un mio sogno fatto il 2 gennaio 1989. Nel sogno mi vedo
dentro in una stanza con una signora con la quale non ho intesa: entrambi
rimaniamo sulle nostre rispettive posizioni. A sorpresa arriva Peretz ed entra
dentro il mio corpo. Egli, tramite la mia bocca, disse: “Per arrivare alla
giusta comprensione, bisogna annullarsi di tutte le cose apprese dal passato e
ricominciare da zero. Soltanto così si possono individuare gli errori
alla radice.” - Poi, Peretz disse ancora, “Per capire meglio il
significato delle mie parole, faccio un esempio. Guardate fuori dalla finestra.
Riuscite a vedere quella piccola cosa bianca, posata sul ramo di quell’albero? Ebbene,
per comprendere la sua funzione, non bisogna mettersi al suo livello ma è
necessario farsi ancora più piccoli. Soltanto così si può
vedere quanto sia Grande e Meraviglioso il Santo Benedetto Egli Sia che ha dato
uno scopo ad ogni cosa da Lui creata.” - -
21
Questo sogno indica con quale
spirito bisogna impostare questo testo. Voglio separare le parole di
Gesù dalle false interpretazioni dei Padri della Chiesa. Voi ed io amiamo
il vero Gesù. Io vorrei cercare con voi il vero Gesù, un uomo, un
servo di Dio, per apprezzarlo e per amarlo per tutto ciò che ha fatto
nella sua umiltà davanti a Dio. Le teorie dei Padri della Chiesa hanno
scavalcato la voce di Gesù. Le parole deificanti dette in suo nome sono
sfociate nell’idolatria. Io amo il vero Gesù e non voglio offenderlo. Non
ci penso nemmeno. Ho un gran rispetto per lui e gli voglio molto bene.
22
Il Messia preannunciato dai Profeti di Israele si riferisce ad un uomo, non
ad una divinità, contrariamente a quanto dicono gli studiosi delle
antiche e moderne Chiese Cristiane.
23
Gesù parla ed il lettore ascolta. Da parte mia, leggo i Vangeli e
cercherò di farmi piccolo, piccolo e di camminare tra le sue parole per
scoprire il vero Gesù.
24
Gesù era diventato noto in tutta la Galilea. La sua fama era
giunta sino in Giudea e aveva fatto spostare molte persone che andavano ad
ascoltare la buona novella del buon Maestro. Fra queste ci fu anche un giovane ricco,
fedele alla legge di Mosé, che decise di andare da Gesù per
completarsi nei suoi comandamenti.
Nel Vangelo di Luca, nel cap. 18, ver. 18, leggiamo: Ed un capo lo
interrogò: “Maestro buono, che cosa devo fare per ottenere la vita
eterna?”. Gesù gli rispose: "Perché mi chiami buono?
Nessuno è buono, tranne Dio". Queste parole dette da
Gesù sono anche confermate nei Vangeli di Marco e Matteo.
25
Dal Vangelo secondo Matteo (cap. 19, ver. 16):
Ed ecco, un tale gli si avvicinò e disse: “Maestro buono, che
cosa devo fare di bene per acquistare la vita eterna?”. Egli a lui: “Perché
mi chiami buono? Uno solo è il buono”.
Dal Vangelo secondo Marco cap. 10, ver. 17:
"Uscito sulla strada, un tale gli corse incontro e gettandosi ai
suoi piedi gli domandò: “Maestro Buono, che cosa devo fare per avere la
vita eterna?”. Gli disse Gesù: “Perché mi chiami buono?
Nessuno è buono, all’infuori di Uno solo: Dio”.
26
Cari lettori, voi non sapete quante domande mi sono passate per la
testa. Sono cresciuto nel Cristianesimo tradizionale.
I preti mi hanno insegnato a credere che Gesù fosse come Dio. Adesso, però,
Gesù mi ha confuso. Come può "Dio" affermare di avere
del non-buono? Solo gli uomini hanno dentro di sé del non- buono. Cosa ci
sta dicendo Gesù? Egli non può dire ciò! Non posso neanche
dire che sia il serpente che parla. Se Gesù è Dio, come mi
è stato insegnato, perché allora parla di un altro Dio che
è buono? Non capisco il senso che ha questa parola, detta da Gesù.
27
La teologia cristiana afferma che Dio è Uno e Trino. Ciò è
meglio definito con tre aspetti ben distinti. C’è un Padre, un Figlio ed
uno Spirito Santo. Queste tre Entità distinte formano un'unità. Questa
falsa teologia sulla natura di Dio, dichiarata ed insegnata dai Padri della Chiesa,
mi confonde sempre di più. Se Gesù è Uno con Dio, per
quale ragione egli afferma, “Perché mi dici buono, nessuno è
buono all’infuori di un solo: Dio”. Questo piccolo passo testimoniato da
Gesù rappresenterà un punto chiave per la disfatta della
Trinità, del Verbo e del Figlio di Dio in terra. Non sto esagerando, cari
lettori. Per capire la parola del vero Gesù, bisogna essere imparziali per
avere quella giusta capacità di valutare cosa sta dicendo. Come
può il Divino in terra disonorarsi con una giusta considerazione?
28
Questa risposta, detta da Gesù a quel giovane, è difettosa
per tutti i Cristiani e fa di Gesù il primo miscredente della storia del
cristianesimo.
Un cattolico può accettare che il suo Dio dichiari di avere in
sè del non buono, come tutti gli uomini? Ciò significa che per
Gesù c’è un solo buono, Dio. Un Cristiano ha il diritto di
contestare chiunque pronunci tale frase. Tali parole, in effetti, sono
offensive nei confronti della Divinità di Cristo. Il problema è che
Gesù stesso ha pronunciato tali parole, non un suo seguace.
29
Tale affermazione è molto pesante da digerire per un cristiano. La
risposta di Gesù è devastante ed annulla tutta la costruzione
idolatra edificata dal Cristianesimo nella sua storia. Che cosa dobbiamo capire
dalle sue parole? Egli non parla a vanvera. La testimonianza propria di una
persona vale cento testimoni, dicono i Saggi di Israele, di benedetta memoria. Il
vero Gesù svela qui chiaramente che egli non è Dio e questo è
ciò in cui io credo. Il vero
Gesù che io amo è questo, un uomo che parla con un linguaggio
chiaro di ciò che egli è: un uomo amato dal Signore, Dio nostro,
che camminò con passi coerenti nella sua fede nell’Unico Dio Vivente e che
riconobbe con umiltà che nessun uomo è buono in assoluto come Dio.. E’ il vero
Gesù che ci insegna a non considerarci buoni, poiché le
inclinazioni sono molte più numerose di quanto possiamo immaginare. Solo
Dio Altissimo è buono e nessun altro.
30
Il giovane ricco si avvicina ad un uomo pensando che egli sia buono. Lo
chiama buon Maestro, ma ciò non piace a Gesù. Perché? Gesù
ha voluto dare al giovane ricco una lezione importante. Prima di rispondere
alla domanda, egli vuole chiarire un punto fondamentale. “Perché mi dici
buono, nessuno è buono, all’infuori di un solo, Dio”.
31
Non si può rimanere indifferenti a tali parole. Il non-buono di
Gesù rimette in discussione e fa cadere tutte le teorie nate intorno alla
sua deificazione.
32
Un cattolico che vuole capire la sua fede avrà delle
difficoltà nel trovare risposte chiare che soddisfano il suo
intelletto. Ci si deve rassegnare ad accettare le risposte canoniche di Madre Chiesa.
Gesù è un uomo Divino nato dalla vergine Maria. Per la Chiesa, dunque,
il fedele deve credere nella Divinità di Cristo e nella verginità di sua madre.
33
La fede di Gesù, invece, è basata sulle fondamenta dell’Unità
Assoluta di Dio. Solo Uno è buono, Dio. Nessun uomo è buono come
Dio. Gesù sta dichiarando la sua fede nell’unico vero Buono esistente in
assoluto, Dio. Con queste parole, Gesù si separa completamente dalle interpretazioni
soggettive dei Padri della Chiesa, ancora prima che esse venissero formulate.
Molto probabilmente egli presentiva odore di idolatria intorno a lui. Questo
è un mio pensiero. Di sicuro, comunque, Gesù disse la
verità, cioè di avere del non-buono in lui, così come
tutti gli uomini.
34
Se mettiamo a confronto la fede di Gesù con la fede di un
qualsiasi cristiano, si vedrà l’effetto del difetto. Una fede dice la
verità e l’altra no. A chi, dunque, bisogna credere, alla fede di
Gesù che crede che solo Dio è buono o alla fede dei cristiani che
credono nella Divinità di Gesù? Vedete, cari lettori, che
qualcuno ha alterato la verità. Chi è in difetto ?!
35
Cari lettori, non c’è nessun riferimento nella parola di Dio data
al popolo d’Israele che il Messia sia un Dio in terra, che il Messia sia il
Figlio di Dio, che il Messia annulli la parola di Dio (Legge di Mosé),
che il Messia si creda buono come Dio, che il Messia insegni a venerare sua madre
vergine, che il Messia abbia partecipato alla creazione del mondo prima della
sua venuta nel mondo o che il Messia prima era un Verbo e che poi si è
fatto Carne.
36
Il Messia deve essere ebreo e Gesù era ebreo. Il Messia deve
essere circonciso nel Patto di Abramo e Gesù era stato circonciso dopo
otto giorni dalla sua nascita. Il Messia deve discendere dalla Casa di Davide, e
come si legge nel Vangelo di Matteo: (cap. 1, ver. 1) “Genealogia di Gesù Cristo, figlio di
Davide, figlio d’Abramo”. In una sola frase nella lettera scritta a Gabriella,
Peretz completa la comprensione di ciò: “La questione messianica
è strettamente ebraica”.
37
Anche se nel popolo c’erano ebrei che volevano riconoscere Gesù come
Messia, tale possibilità veniva preclusa del tutto dalle primissime e
già idolatre interpretazioni dei Padri
della Chiesa. La nuova dottrina nascente non si basava più sulle parole
della Torà ma neanche sulle parole di Gesù. La dottrina cristiana
non deriva da Gesù. Essa fu ‘ideata’ dai Padri della Chiesa.
38
Le loro dottrine, piene di
concetti idolatri, costrinsero gli ebrei di allora a separarsi dal ‘Buon Divino
Gesù’, per non contaminarsi di idolatria. Così egli fu
abbandonato al suo destino. Prima di morire sulla croce, Gesù disse:
“Dio mio, Dio mio, perché mi ha abbandonato?”. Peretz ritiene che
Gesù in quel momento ebbe una visione profetica del culto idolatra che i
popoli avrebbero poi fatto alla sua persona. Per duemila anni, Gesù ha
alimentato una fede idolatra.
Subito dopo, Gesù disse: “Padre, perdona loro, perché non
sanno ciò che fanno”. E’ proprio così ! Senza volerlo, i
cristiani, con la fede ricevuta dai Padri della Chiesa, hanno messo per duemila
anni Gesù in grave imbarazzo davanti a Dio.
39
Immaginiamo, cari lettori, di vedere davanti a noi
due uomini che si incontrano per la prima volta. Uno è famoso, l’altro
è ricco. Entrambi sono ebrei. Essi credono nei Comandamenti di Dio. Il
giovane ricco inizia il dialogo chiamando Gesù ‘buon maestro’ e pochi
istanti dopo continua, “Cosa devo fare per meritare la vita eterna?” Gesù gli rispose: “Perché mi
dici buono, nessuno è buono, all’infuori di un solo, Dio”.
40
Analizzando questa frase suppongo che Gesù volesse dire: -Perché
mi dici che sono buono, quando uno solo è buono, Dio. Io sono un uomo
come te che ha del non buono come tutti gli uomini. Il vero buono, non sono io,
ma Dio. Soltanto Lui è il vero Maestro buono. Tu, o giovane ricco, mi
chiedi cosa devi fare per meritare la vita eterna, sebbene tu osservi i Comandamenti di Dio! Bene! Io ti
dico di lasciare tutte le tue ricchezze ai poveri e poi di seguirmi. Vedo,
però, che mi hai girato la faccia e te ne sei andato via. Avete visto la
sua ipocrisia?‘E’ più facile che passi un cammello fra la cruna di un
ago che un ricco entri nel Regno dei Cieli’. Questo uomo ricco vedeva in me un
buon maestro, ed io gli ho risposto come un uomo buono in terra si dovrebbe
comportare, ma lui se n’andato-.
Anche la Madre Chiesa ha voltato la faccia a Gesù, come il
giovane ricco, quando chiama il suo Dio Gesù, ‘Buono’ e non dà
tutti i suoi averi ai poveri.
41
La fede di Gesù in Dio non era in contraddizione con la fede di Israele.
La fede dei Padri della Chiesa era in totale contraddizione con i principi ed i
fondamenti della pura fede monoteista di Abramo, nostro padre, trasmessa ai
suoi discendenti.
42
Dalle parole del vero Gesù impariamo una grande lezione. Qui il vero
Gesù dimostra i suoi limiti e ci insegna
che solo Dio è perfetto. La nostra bontà non è da
paragonare alla bontà di Dio. Egli ama tutte le Sue creature con grande
amore. I Padri della Chiesa, invece, indottrinarono i cristiani con l’idea
totalmente stupida che il Dio degli ebrei era cattivo mentre il loro Signore,
Gesù Cristo, era un Dio buono. Questo concetto è tanto odioso
quanto totalmente falso.
43
Mi dispiace, Gesù, non sei un buon cristiano: sei in difetto con
i Padri della Chiesa, sei in difetto con la fede dei cristiani, sei in difetto
con coloro che ti credono Dio e sei in difetto perché sostieni che
c’è un Unico Dio, e che Lui soltanto è il vero ‘Buono’. Questo
tuo linguaggio non è degno della tua Divinità!
44
I Padri della Chiesa non hanno tramandato la fede di Gesù. Da
Paolo in poi, la loro priorità è stata quella di convincere i
popoli pagani sulla Divinità di Gesù, interpretando le sue parole
con concetti contrari alla sua fede.
Comprendo meglio ora le parole di Peretz nel sogno: (ved, 17) “Per capire quella cosa insignificante, non bisogna
mettersi al suo livello bensì farsi più piccoli. Soltanto
così si può vedere di quanto è meraviglioso il Santo
Benedetto Egli Sia che ha dato uno scopo ad ogni cosa da Lui creata”. Dalla
bocca di Gesù è uscita una parola che sembra piccola ed
insignificante ma non lo è. Tale parola è come un codice del Dna che
contiene tante informazioni di come Gesù si considerava davanti a Dio.
Io amo il vero Gesù.
45
Nel corso della diffusione del Cristianesimo, nacque un culto nuovo. Si
iniziava a pregare e a beatificare la madre di Gesù. Cosa c'entra adesso
il culto alla Madonna con questo testo? Cari lettori, volete sapere cosa disse il
vero Gesù ad una donna che voleva onorare ‘la futura presunta madre di
Dio’?
- Mentre parlava così, una donna, dalla folla alzò la voce
e disse: “Beato il ventre che ti ha portato ed il seno che ti ha allattato!”.
Gesù disse: “Beati piuttosto
quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”. (Luca, cap.
11, ver. 27,)
46
Laddove regna il Cattolicesimo, il culto alla Madonna attira milioni di
fedeli che non sanno, però, che stanno idolatrando colei al cui culto il
vero Gesù era contrario. Gesù sapeva che le lodi e le preghiere vanno
rivolte soltanto a Dio. Egli spiega poi come
si onora Dio: mettendo in pratica la Sua parola. I Padri della Chiesa fecero il
contrario con il risultato che molti Cattolici venerano ' la madre di Dio'. La
sua immagine è diventata oggetto di culto negli innumerevoli santuari dentro
cui i fedeli fanno idolatria, inchinandosi a Lei.
47
Ha trionfato la fede dei Padri della Chiesa, una fede idolatra! C’è idolatria dovunque. Tutti i luoghi
di culto sono pieni di immagini e di statue. I fedeli si inchinano ad esse in venerazione
con preghiere ecc. Qualcosa non è
andato per il verso giusto. Dove sono le parole del vero Gesù nel
cristianesimo?
“Perché mi dici buono. Nessuno è buono tranne Uno, Dio.”
“Beati piuttosto quelli che mettono in pratica la parola di Dio”.
48
Dio proibisce di fare statue ma il Cattolicesimo ne è pieno. Dio
proibisce di fare culto alle immagini ma il mondo cattolico ne è zeppo.
49
Non potevi stare zitto con quella donna Gesù! Perché dovevi
complicare tutto? Con quella frase hai distrutto il futuro culto alla Madonna!
La Chiesa beatifica tua madre mentre tu dici che la vera beatitudine è
quella di mettere in pratica la parola di Dio. Perché non osservi la
fede dei cattolici? Perché non hai esaltato l’opera di tua madre?
50
A quella donna ed al giovane ricco, Gesù rispose da vero maestro
della fede. Egli sapeva che le loro parole andavano contro i principi della
vera fede in Dio.
Dio, Benedetto, parlò chiaro nel Secondo Comandamento “Non
mettere altri dei davanti al Mio Cospetto”.
Gesù non voleva l’onore che appartiene a Dio soltanto. Egli sapeva
di essere imperfetto e limitato davanti a Dio. Gesù dimostrò un chiaro
dissenso verso chi osava venerare sua madre. Nessuno è buono, solo Dio.
Soltanto Dio bisogna lodare e nessun altro. I Padri della Chiesa misero un Gesù
Divino ed anche la Madre di Dio al cospetto di Dio!! Essi crearono ‘altri dei’
al cospetto del Creatore!
“Non mettere altri dei davanti al Mio cospetto”.
51
Per la Chiesa, dunque, tale comandamento non ha nessun valore. Il
cristiano può pregare le molteplici divinità che si trovano al
cospetto di Dio. Come mai, nel cristianesimo tradizionale, il fedele rende
onore ad altri dei? Forse Dio è
troppo lontano? Si tratta di un comportamento del tutto contrario alla parola
di Dio. Quale beatitudine ricevono i cristiani, quando non mettono in pratica
la parola di Dio? “Non mettere altri dei davanti al Mio cospetto”.
52
Quando frequentavo catechismo, ricordo la confusione che si creava in me
mentre ascoltavo le lezioni di teologia.
Il prete spiegava che Gesù era stato concepito per opera dello Spirito
Santo nel corpo della Vergine Maria.
Questa tesi non è mai stata pronunciata da Gesù nei
Vangeli e ancor di meno da Dio nell’Antico Testamento.
53
Nell’Antico Testamento, nel Decalogo ci sono due Comandamenti che fanno
cadere in difetto le parole sentite nella mia ex scuola di catechismo. Sul
Settimo Comandamento c’è scritto: “Non commettere adulterio”. E sul
Decimo Comandamento, “Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare
la moglie del tuo prossimo, il suo servo, la sua serva, il suo bue, il suo
asino e tutto ciò che è del tuo prossimo”. Gesù stesso
parla contro l’adulterio, “Avete inteso
che fu detto: Non commettere adulterio. Io invece vi dico che chiunque guarda
una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo
cuore”. (Matteo, cap. 5 ver. 27).
54
Per Gesù, dunque, il peccato inizia quando la persona desidera
nel suo cuore ciò che appartiene ad altri. E, allora, perché Dio,
per incarnarsi nel mondo, scelse una donna che apparteneva ad un altro? Maria,
in quel momento, era fidanzata con Giuseppe, per cui non era libera. Il fatto
non è pulito. Perché Maria per mettere in pratica la ‘volontà’
di ‘Dio’, trasgredì il Settimo Comandamento ed il Decimo Comandamento di
Dio? Ciò è inammissibile. La concezione per cui Gesù fu
concepito per opera dello Spirito Santo, se presa alla lettera, lascia dietro
di sé molte tracce difettose.
55
I Padri
della Chiesa dissero che “Dio si incarnò nel corpo di una donna
vergine”. Il prete mi insegnava che la ‘Carne di Cristo’ fu generata dallo
Spirito Santo, mentre sul monte Sinai Dio disse, “Non mettere altri dèi davanti al mio cospetto”, e Gesù disse che “carne genera carne e spirito genera spirito”.
Sta a voi, cari lettori, capire chi è in difetto.
56
Che cosa dovrei credere? Che Dio sia
nato da una donna di un altro? Ciò è impossibile. Sarebbe un
cattivo esempio dal Cielo. Inoltre, tutti gli altri comandamenti perderebbero
la loro forza proibitiva, nel senso che se Dio si fosse fatto uomo, la
proibizione divina di non farsi nessuna immagine di Dio, si sarebbe invalidata
con l’avvento di Cristo, che è rappresentato da una immagine divina in
terra che si può adorare. Ciò vuol dire che il culto all’immagine,
proibito da Dio nel Secondo Comandamento, diventa legale nel cristianesimo. L’avvertimento,
quindi, dato da Dio con la massima severità nel Secondo Comandamento non
fu preso in considerazione dai Padri della Chiesa.
57
In altre parole, la Chiesa, per affermare un proprio dogma, distrugge la
parola di Dio annullando la Legge di Mosé. Bisogna giudicare con
obbiettività la sincerità di Gesù quando dice, “Perché
mi chiami buono, nessuno è buono tranne Uno: Dio”. Tale espressione non
è detta da uno che crede nella Trinità! Tutt’altro, in queste
parole riconosco il vero Gesù che io amo, un uomo che mostra la sua fede
all’unico Buono Vivente degno di essere encomiato ed esaltato, Dio.
58
Se Gesù è Dio, come dice Madre Chiesa, perché
risponde a quella donna: “Beati, piuttosto, quelli che ascoltano la parola di Dio”, e non beati quelli che
ascoltano la “mia” parola? Forse la parola di Gesù davanti a quella
donna non era convincente? Perché
Gesù antepone la parola di Dio alla sua, quando egli e Dio sono uguali?
59
Peretz ha spiegato che, nonostante
le distorsioni teologiche dei Padri della Chiesa, il cristianesimo, nella sua
espansione, realizzò molti scopi importanti davanti al Cielo. Uno di
questi era di far conoscere ai popoli dell'epoca la Rivelazione sul Sinai dei
Dieci Comandamenti.
60
I Dieci Comandamenti sono i fondamenti eterni per tutta
l'umanità, e, in primo luogo, per i discendenti di Abramo, nostro padre,
per far scendere la Redenzione Finale. I Padri della Chiesa, invece, divulgarono
una fede che non si basava più sui Comandamenti eterni di Dio.
Ciò che era proibito persino pensare divenne lecito nella nuova fede in
cui essi credevano, una fede che metteva in difetto l’assoluta unicità
di Dio.
61
Credere nella divinità di Cristo è contro la fede di
Abramo, nostro padre. La divinità di Cristo non si concilia con la fede di Abramo, nostro padre. La divinità
di Cristo disobbedisce alla parola di Dio nel Secondo Comandamento. O
c’è la divinità di Cristo o c’è la Legge di Mosé.
Non si può aver fede in un Uomo-Dio e credere nel Dio della Torà.
62
In verità, la divinità di Cristo non discende dalla Fede
di Abramo, nostro Padre, bensì dal seme di un pensiero di Giovanni che
con il suo Verbo diede inizio alla nascita di un Messia-Divino. Ciò
rappresenta una totale distorsione della vera natura di Gesù. Il Verbo
dei Padri della Chiesa trascura la parola di Dio scritta nella Legge di
Mosé! Non la trascura soltanto, la annulla! La fede dei Padri della
Chiesa è di una tale ‘tolleranza’ nei riguardi del Secondo Comandamento
che essa finisce per distruggere la vera ed unica Sorgente dell'Unicità
di Dio, la Sacra Torà!
63
A pagarne le spese più di tutti, purtroppo, furono i fratelli di
Gesù. Specialmente dopo la sua morte, dopo la distruzione del secondo
Tempio e la successiva diaspora, la fede degli ebrei rappresentava una minaccia
per la Chiesa. Nella Tradizione di Israele ci sono parole che avrebbero potuto risvegliare
moltitudini alla fede nell’unico Dio Vivente. I termini trinitari non potevano
reggere la potenza proibitiva del Secondo Comandamento, proclamato da Dio
direttamente sul Monte Sinai.
64
Sul Monte Sinai, il Dio di Israele parlò direttamente al Suo
popolo, dicendo nel Secondo Comandamento che Egli non è un idolo, non
è un'immagine e non c’è niente in cielo o in terra che Lo possa contenere
o rappresentare.
In cosa credono i cristiani, se 'non c'è niente simile a Dio'? Ve
lo dico io, essi credono a ciò in cui Gesù stesso non credeva,
cioè, a un uomo buono come Dio.
65
Se qualche lettore è arrivato a leggere fino a qui, ciò mi
rallegra il cuore, sia che abbia avuto un giudizio negativo o un giudizio
positivo. Il vero Gesù non si mangia e non si beve. Il vero Gesù
è un uomo amato da Dio. Il messaggio del vero Gesù rappresenta,
in verità, una guarigione per il cervello e una gioia per il cuore. Le
parole di Gesù hanno la forza di ripulire le acque torbide e false
create dalla teologia cristiana. Il vero Gesù è venuto per
innalzare i cuori a Dio nella preghiera diretta a Lui soltanto ed ha insegnato
come farlo tramite il Padre Nostro. Credo che Gesù in questa preghiera
speciale dimostri la sua umanità governata da un cuore fedele, semplice
e pieno di amore per il suo Dio che ordinò al Suo popolo di servirLo con
tutto il cuore con tutta l’anima e con tutte le facoltà. Io amo il vero
Gesù.
66
Nella notte del 7 aprile 2005, ho letto l’introduzione al Vangelo di
Giovanni scritta nella Bibbia San Paolo. Un noto commentatore, F. Pasquero, mi
stupisce per una sua ammissione: “E’ un Vangelo completamente diverso dagli
altri tre, sia per il contenuto che per il modo di esposizione: si dilunga in
discorsi, sempre assai sublimi, molte volte polemici; narra pochi miracoli,
sempre con fine chiaramente apologetico, che chiama segni; contiene parecchie
autorivelazioni di Gesù; fa svolgere il ministero di Gesù specialmente
in Giudea, invece che in Galilea, come fanno gli altri tre Evangelisti. Tutto
ciò ha contribuito a far dubitare dell’autenticità di esso e del
suo valore storico”.
67
Quest’ultima frase mi ha meravigliato. Le mie orecchie sono ancora
incredule. Un commentatore cattolico che, in base alla sua lettura del quarto Vangelo,
arriva a concludere che 'tutto ciò ha contribuito a far dubitare
dell’autenticità di esso e del suo valore storico'.
Un vero cristiano dovrebbe scandalizzarsi. No, non bisogna
scandalizzarsi. Pasquero ha scritto il vero. Egli, con onestà, ha
evidenziato la diversità di questo Vangelo rispetto agli altri tre, sia
per il contenuto che per il modo di esposizione. Qui sta la sua sincerità.
Le troppe contraddizioni esistenti lo inducono a dubitare dell’autenticità
e del valore storico di esso.
68
Mi incuriosisce il fatto che è proprio il quarto Vangelo, che 'lascia
molteplici dubbi' a dare il via alla deificazione di Cristo.
“In principio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio, ed il Verbo si
fece Carne e dimorò con noi”.
Giovanni sta dichiarando al mondo intero la sua fede nella Divinità
di Cristo.
69
Il vero Gesù, invece, ci dice: “Perché mi dici buono,
nessuno è buono, all’infuori di un solo, Dio”. Vediamo così che Giovanni
descrive Gesù come una divinità mentre il vero Gesù si annulla
dinnanzi all’unico Buono esistente. La dicotomia è evidente. Uno contraddice l’altro. Chi dice la
verità? Il vero Gesù o Giovanni?
70
No, qui non ci siamo! Le parole del vero Gesù non si conciliano
con la testimonianza di Giovanni. Il problema è Gesù. Egli nel
suo linguaggio non mostra i termini di fede di Giovanni. Anzi, il vero
Gesù che io amo mostra parole
di fede basate sulle proibizioni della Torà riguardanti l'idolatria.
71
Non esiste un altro buono all’infuori di Dio.
Uno solo è Buono, Dio. L’onore va dato soltanto all’unico Buono
esistente. Non esistono tramiti degni di ricevere l'onore e la gloria di Dio. Nessuna
creazione esistente è buona quanto Dio. Davanti a Dio non esiste nessuna
bontà che possa eguagliare la Sua bontà.
72
Sinceramente vedo molti difetti nella fede cristiana contrari alla fede
del vero Gesù. Credere nell’unico Dio Vivente non è un concetto
esatto per i cristiani, a motivo di due aggiunte ‘Divine’: lo Spirito Santo ed il
Figlio di Dio.
73
Chiaramente le parole di Gesù specificano che il vero buono non
è lui bensì Dio. Questa auto-testimonianza di Gesù rende
ancora più discutibile l’autenticità delle parole di Giovanni
l’evangelista sulla natura del Cristo.
74
Come posso dubitare di ciò che diceva Gesù? Egli è
stato il mio primo gradino nell'avvicinarmi a Dio. Gesù pregava Dio
chiamandoLo Padre. Nei Vangeli, Gesù insegnò alti valori di
moralità, di giusto comportamento verso il prossimo. Ed egli
insegnò a rivolgere le preghiere a Dio soltanto.
75
Senza dubbio, l’insegnamento del vero Gesù contrasta con le
parole di Giovanni e con le lettere di Paolo di Tarso. Nei Sinottici, invece,
si vede l’ebreo Gesù che fa di tutto per far conoscere il giusto
comportamento ed i giusti atteggiamenti a chi cammina nella Legge di
Mosé, insegnando ciò che è amato e ciò che è odiato, ciò
che è permesso e ciò che è proibito.
Se entro, però, nella dottrina filosofica di Giovanni, mi cadono
le braccia a terra e perdo la fede.
76
Nel Vangelo di Giovanni, Gesù è un uomo dalla natura divina.
'Ed il Verbo si fece carne'. Questa non è un'espressione del vero
Gesù. Gesù testimonia che lui non è buono come Dio. La
testimonianza di Giovanni l’Evangelista è falsa. Il vero Gesù non
è un'emanazione bensì un uomo in carne ed ossa. Il vero Gesù
non è stato concepito dallo Spirito bensì dal seme che genera
carne. Il vero Gesù non è il Figlio di Dio, concepito dai Padri
della Chiesa, ma un figlio di Dio, il figlio carnale di Giuseppe e di Maria.
77
In ogni caso, credo nella buona fede di Giovanni e non so se egli avesse
mai sentito dalla bocca del suo Maestro che solo Dio è buono. Giovanni, comunque,
nel suo Vangelo non lo testimonia.
Che sia ben chiaro, non intendo affatto togliere Gesù ai
cristiani! Io amo il vero Gesù e se non fosse stato per il cristianesimo,
pur con tutte le sue contraddizioni, non avrei potuto conoscere Gesù e
studiarne le parole.
E’ Giovanni l’Evangelista che tolse il vero Gesù al mondo
sostituendolo con il suo Verbo. Le parole di Giovanni hanno stabilito nel mondo
una fede ‘estranea’, che oscura il vero insegnamento del vero Gesù. “Perché ‘Cristiani’ mi chiamate 'Buono',
nessuno è buono, all’infuori di un solo, Dio”.
78
Dai corso della storia non ho visto consolidarsi nel cristianesimo il
messaggio amorevole di Gesù verso il suo popolo. Al contrario, è
sempre emerso, purtroppo, con un consenso quasi unanime, un odio verso i
fratelli di Gesù che sono ebrei come lui. Nel passato, i cristiani,
stimolati dagli insegnamenti antisemiti, hanno fatto tanto male agli ebrei.
Perché ciò non fu impedito dai responsabili? Ve lo dico io, perché
proprio i responsabili furono i mandanti di quell’odio ingiustificato!
Dove non c’è amore per il popolo d’Israele, non c’è Dio.
79
Il vero Gesù era ebreo, figlio di ebrei, ed amava il suo popolo. Il
vero Gesù insegnò le misure intime delle virtù del cuore, l'
essere misericordioso persino con i nemici. Il vero Gesù insegnò a
non giudicare per non essere giudicati; il vero Gesù insegnò a
perdonare per essere perdonati, il vero Gesù insegnò a mettere in
pratica la parola di Dio con un cuore giusto per avere una ricompensa nel Regno
dei Cieli, il vero Gesù insegnò che esiste un solo Dio buono, e
che nessun uomo è buono come Dio. Questi sono i veri insegnamenti del
vero Gesù che ho imparato ad amare nel tempo.
80
L’odio fa dimenticare l’amore verso il prossimo. Se poi questo odio si
rivolge verso gli ebrei, il vero Gesù non potrà mai camminare con
coloro che lo fomentano. Poiché il vero Gesù era ebreo. L’antisemitismo
è un sentimento di gelosia che odia le scelte di Dio. L’antisemitismo
è servo soltanto dell’odio per chi è ebreo. Nella storia del
cristianesimo, tale profonda ostilità lasciò molte vittime sul
suo percorso. Dio non risiede nei cuori degli antisemiti. Egli ama i Suoi
figli. Dio è sempre vicino al Suo popolo. L’amore di Dio verso Israele
è incommensurabile. E chi odia gli ebrei odia il vero Gesù,
così come odia la scelta di Dio e le Sue promesse, fatte tramite i
Profeti di Israele.
81
Grazie a Dio, nel 1948, il Dio d’Israele chiamò i suoi figli dai
quattro angoli della terra. Egli li stabilì per sempre nella terra
promessa. Ciò avvenne dopo che l’antisemitismo nazista ed europeo mise in
atto il più grande genocidio della storia, uccidendo spietatamente sei milioni
di ebrei. Da dove originò questo odio verso il popolo scelto da Dio? Chiedetelo
ai Padri della Chiesa che riuscirono ad inculcare nel cuore delle masse tale rancore
verso il popolo che 'uccise' il loro Dio. La falsa teologia comporta sempre
false conclusioni che coinvolgono l'odio. La storia ne è testimone.
Scusatemi per lo sfogo. Il mio cuore è triste. Il cristianesimo
non può durare nel tempo. Esso ha lasciato troppo male dietro di
sé. Il vero Gesù aveva ragione quando diceva: "Non pensiate
che io sia venuto a portare la pace bensì la spada". Parole
profetiche e veraci. La Divinità di Cristo ha formato molti fedeli
antisemiti nei secoli. Costoro hanno commesso milioni di soprusi contro gli
ebrei in ogni generazione.
I Padri della Chiesa, cosa pensavano di ottenere deificando Gesù?
La Redenzione Finale! La pace! L’armonia fra le Nazioni! Questi obbiettivi non
si possono realizzare in un contesto cristiano poiché l’antisemitismo e l’idolatria
sono elementi anti-redenzionali. I Padri della Chiesa hanno usato strumenti e
concetti falsi, idolatri, disonesti contro il vero Gesù che faceva parte
del popolo chiamato Israele. Tutto ciò dimostrò che il vero
Gesù fu strumentalizzato, idolatrato e nascosto per duemila anni. La
vera fede riconosce ciò che è buono da ciò che è
malvagio, ciò che è vero da ciò che è falso,
ciò che è proibito da ciò che è lecito.
82
E’ interessante, cari lettori, osservare in che modo sì sia
diffuso il cristianesimo dalle sue origini, leggendo gli Atti degli Apostoli.
Qui spicca un personaggio di importante spessore, Paolo di Tarso. Egli con la
sua parola diffuse tra le nazioni la fede nella Divina Figliolanza di Cristo. Non
racconto qui la sua storia. Tutto è gia scritto. La mia intenzione
è soltanto far notare ai lettori la incompatibilità delle
affermazioni di San Paolo con l’insegnamento di Gesù. Anche qui, qualcuno
mostra i suoi difetti. Vediamo come.
83
Nel Vangelo di Luca, (cap. 16, ver. 19), c’è una parabola molto
interessante raccontata da Gesù. Quando la lessi, compresi quanto le
parole dette da Paolo di Tarso fossero in difetto nei confronti della parabola
stessa.
84
La parabola del ricco epulone - C’era un uomo
ricco, che portava abiti di porpora e di bisso e faceva festa ogni giorno con
grandi banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, sedeva alla sua porta a
mendicare, tutto coperto di piaghe; bramoso di sfamarsi con gli avanzi che
cadevano dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue
piaghe. Un giorno, il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno
d’Abramo. Poi, morì anche il ricco e fu sepolto. Finito nell’ade tra i
tormenti, alzando lo sguardo verso l’alto, vide da lontano Abramo e Lazzaro che
era con lui. Allora gridò: “Padre Abramo, abbi pietà di me e
manda Lazzaro ad intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua,
perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo gli rispose “Figlio, ricordati che avevi ricevuto
la tua parte dei beni durante la vita e Lazzaro parimenti le sofferenze,
però, adesso lui è consolato, tu, invece, sei tormentato. Per di
più, tra noi e voi c’è un grande abisso; se qualcuno di noi vuole
passare da voi, non lo può fare, così pure, nessuno di voi
può venire da noi”. Quello disse “Allora, Padre, ti supplico di mandarlo
a casa da mio Padre. Ho cinque fratelli e vorrei che li ammonisse a non venire
in questo luogo di tormento”. Abramo rispose “Hanno Mosé ed i Profeti,
che li ascoltino”. Quello replicò “No, Padre Abramo, se qualcuno dai
morti andrà da loro, cambieranno”. Abramo disse: “Se non ascoltano Mosé
ed i Profeti non si lasceranno convincere neppure se qualcuno risorgesse dai
morti”.
85
Dal Diario di
Daniele Sonai
In questo giorno, 10 aprile 2005, il mondo cristiano è in lutto
per la morte del Papa Paolo Giovanni II. Un funerale gigantesco, quasi la
metà degli abitanti del mondo vi ha partecipato e ha pianto la scomparsa
di questa brava persona, un uomo di pace che voleva il dialogo e la
riconciliazione e che cercava di
trasmettere ai giovani questi valori. Egli è stato l’unico Papa nella
storia del cristianesimo che ha chiesto perdono agli ebrei, l’unico Papa a chiamarli
'fratelli maggiori', il primo Papa ad entrare in una Sinagoga.
86
Questo ultimo evento si concilia con i Segni della Terza Redenzione
Finale. Il Pontefice non sapeva che, con quel suo entrare in Sinagoga, veniva
annullato il conflitto tra ebrei e cristiani che durava nel mondo da duemila
anni. (vedasi: Il messaggio nel sogno del sig. Remo Levi, la pace sia con lui).
Il Papa, nella sua fede, operò per favorire questo atto di
riconciliazione, sfidando l’antisemitismo. Egli con questa azione prese un gran
merito davanti al Cielo. Spero che Dio Benedetto Egli Sia, lo accolga nel suo
Regno con i giusti amati della terra. Poiché Dio ama coloro che hanno un
cuore rispettoso verso il prossimo.
Non lo si sa ancora, ma il mondo intero stava facendo il funerale ad un
cristianesimo agonizzante.
87
Nel pomeriggio, mentre dormivo, sono stato svegliato da un tuono
violentissimo. Stavo sognando che era arrivato il tempo di Abramo, nostro padre,
e vedevo la sua Stella che brillava in cielo. Nel sogno mi facevano vedere la
luce della Stella di Abramo che arrivava direttamente sulla terra. Poi vidi la
Stella di Cristo che, davanti alla luce della Stella di Abramo, perdeva la sua
lucentezza.
Questo sogno, a Dio piacendo, verrà spiegato altrove. In essenza,
si tratta del riproporzionamento delle misure della Missione Messianica di
Gesù.
88
Dopo questa parentesi, torniamo alla parabola del ricco epulone. In
questa parabola, il vero Gesù ci sta dando un insegnamento che annulla le basi teologiche di Paolo di
Tarso nelle sue lettere. E' la Legge di Mosé che determina il Giudizio.
Nella prima parte di questa parabola, Gesù descrive lo stile di
vita di un uomo ricco e di un uomo povero. Il primo si veste con abiti pregevoli
e passa gran parte del suo tempo a gozzovigliare. Il povero, invece, siede
all’ingresso della sua casa cercando di sfamarsi
con gli avanzi dei cibi gettati. Non basta la povertà a rendergli la
vita difficile: egli è affetto anche da piaghe e pustole che lo
tormentano.
89
Dopo la morte di entrambi, il ricco è mandato nell’ade tra i
tormenti mentre il povero è portato dagli Angeli nel seno di Abramo. La
parabola mostra la ricompensa delle loro azioni dopo la morte. Tutto, infatti,
si svolge nell’altro mondo. Cosa voleva dirci Gesù? Perché accennava
all'altro mondo? Ricordiamoci, cari lettori, che la saggezza degli insegnamenti
di Gesù era l'eredità della tradizione del popolo di Israele. Ogni
sua parola è perfettamente in linea con i Maestri della Tradizione di
Israele. Gesù spesso, nei suoi insegnamenti, prende spunto dalla
Tradizione orale.
90
Scusate, cari lettori, ma i preti nelle scuole di catechismo non
insegnano mai ai bambini che gli insegnamenti di Gesù derivano dalla Tradizione
dei Saggi di Israele! Nel mondo cattolico non c’è la base su cui
Gesù poggiava, la Torà. La fede cattolica è una fede
condizionata dalle dottrine di Giovanni l’Evangelista e dalle lettere di Paolo
di Tarso. Gesù, invece, insegnava la tradizione dei suoi maestri con un
cuore amorevole amato da Dio. Il cuore dell’insegnamento di Gesù si
basò sempre sulla Legge di Mosé. Spesso egli riportava citazioni
dalla Tradizione scritta o dalla Tradizione orale.
91
La Tradizione scritta è la Bibbia mentre la Tradizione orale riporta
i commenti dei Maestri di Israele della Torà. Il Talmud è la
GRANDE COMPRENSIONE dei Saggi di Israele della parola scritta di Dio. Essi la
commentano e la spiegano nelle case di studio. Per dare più
capacità d’intendimento al loro insegnamento, spesso fanno aforismi. Il
Talmud è un mare di saggezza senza tempo.
92
Nella parabola del ricco epulone Gesù spiegò ciò
che fu chiarito dai Saggi d’Israele nel Talmud. Lo trovo nel libro 'Il Talmud'
di Abraham Cohen, una sintesi del Talmud in versione economica, pubblicato
dalla casa editrice Laterza.
93
Nella parte terza del testo, l’argomento di base è 'la dottrina
dell’uomo'. Essa è suddivisa in otto trattati in questo ordine: 1-
l’essere umano, 2- l’anima, 3- fede e preghiera, 4- le due inclinazioni, 5- il libero
arbitrio, 6- il peccato, 7 pentimento ed espiazione, 8- il premio e la pena. Nel
nostro caso, riporto alcune parole dall’argomento 'pentimento ed espiazione',
per far vedere, ai lettori, la similitudine che c’è tra le parole di
Gesù ed i Saggi d’Israele.
94
Dal Talmud: Il pensiero
che non è mai troppo tardi per emendarsi è espresso in Kid, 40 b-
Se qualcuno è stato del tutto malvagio nella vita e si pente alla fine,
la sua malvagità non sarà mai più ricordata da Dio contro
di lui. Però, come vedremo, l’atto di penitenza non deve essere
differito per timore che non sopraggiunga prima la morte. E possibile pentirsi
dopo la morte? Il Talmud dichiara “Il malvagio non può pentirsi nemmeno
all’ingresso del Ghehinom (inferno)”.
95
Una notevole
trattazione della questione si trova nel Midrash ad Eccles. 1, 15 – Ciò
che è curvato non può essere raddrizzato, e ciò che manca
non può essere contato. – In questo mondo, chi è curvato (moralmente)
può essere raddrizzato e ciò che manca (nelle azioni virtuose)
può essere contato. – Immagina due malvagi che siano stati associati in
questo mondo. Uno di loro fece penitenza per tempo, in vita, prima di morire, e
l’altro tardò a farla.
96
Il primo, per merito
del suo atto di pentimento, prende posto nella compagnia dei giusti. L’altro,
stando nella compagnia dei malvagi, vede il suo compagno e grida: – “Guai a me,
qui c’è parzialità! Noi due vivemmo insieme, insieme rubammo e
commettemmo rapine, e perpetrammo insieme ogni sorta di ribalderie,
perché, allora, egli è fra i giusti e io fra i malvagi?”- Gli
Angeli, dal di sopra replicarono - “
Pazzo! Tu fosti disprezzato due o tre giorni dopo la morte, quando la gente non
ti dette onorevole sepoltura in una cassa, ma trascinò il tuo corpo alla
tomba con funi. Il tuo compagno vide il disprezzo per te e giurò di
tornare dalla sua cattiva strada. Sì pentì come un giusto, e
l’effetto della sua penitenza è che riceve, qui, vita ed onore, ed una
parte coi giusti. Tu, anche, avevi
l’opportunità di pentirti, e se ciò avessi fatto, sarebbe stato
meglio per te”.
97
Allora egli disse a
loro: - Permettetemi di andare e di pentirmi.- E loro – O pazzo! Non sai che
questo mondo è simile allo Shabbat e il mondo da cui sei venuto è
simile alla vigilia dello Shabbat? Un uomo, se non prepara il suo pasto alla
vigilia dello Shabbat, che cosa mangerà nel giorno dello Shabbat? Non
sai che il mondo donde vieni è come terra asciutta e questo mondo
è simile al mare? Un uomo, se non prepara il suo cibo sulla terra
asciutta, che cosa mangerà sul mare? Non sai che questo mondo è
come il deserto e il mondo donde vieni è terra coltivata? Un uomo, se
non prepara il suo cibo sulla terra coltivata, che cosa mangerà nel
deserto?
98
Il malvagio,
digrignando i denti e mordendosi la carne disse: "Permettetemi di guardare
la gloria del mio compagno.- E loro:" O pazzo! L’Onnipotente ci ha
comandato d’impedire che i giusti stessero in mezzo ai malvagi, o i malvagi in
mezzo ai giusti, i puri accanto agli impuri o gli impuri accanto ai puri."
Benché il pentimento sia possibile fino all’ultimo, non è saggio
differirlo. R. Eliezer diceva: “Pentiti un giorno prima della tua morte”. I
suoi discepoli gli chiesero: “Allora uno potrà sapere in che giorno
morrà?”. – “ A più forte ragione”- replicò egli- “pentiti
oggi, per timore di essere morto domani; per conseguenza, tutti i nostri giorni
devono trascorrere nel pentimento”.
99
Infine, per completare questo argomento, c’è un sogno fatto da
me, qualche anno fa. Tale sogno è in linea con i Saggi di Israele, si
conforma alla dottrina del vero Gesù e si completa nella scuola del Goel
Haim.
100
Nel sogno mi trovavo a poca distanza da un detenuto che stava per essere
condannato a morte a causa dei suoi innumerevoli delitti. Ormai era giunta la
sua ora, gli erano rimasti pochi minuti di vita. Egli aspettava con
rassegnazione questo momento. Con molta cautela, mi avvicinai a lui e gli dissi:
"A questo punto, nessuno ti può togliere o fermare la condanna. Sappi,
però, che c’è ancora una speranza per te. Se tu ti pentirai di ciò
che hai fatto, forse dal Cielo la misericordia di Dio scenderà su di te
e sarai perdonato. Nel Talmud è scritto che 'i cancelli del pentimento
sono sempre aperti fino all' ultimo respiro della persona'". Dissi questa ultima
frase con le lacrime. Mi svegliai piangendo.
101
Il sogno mostra l'infinita misericordia di Dio. Tramite il Talmud, si
apprende a non chiudere mai il cancello della speranza. Se la persona si pente,
può avere una porzione nell’altro mondo con i giusti. Non si può
dare una misura alla misericordia di Dio. Essa è inconcepibile per la
nostra mente. Perciò vengono dati molti insegnamenti per farci capire quanto
Egli sia Misericordioso. Egli è il Misericordioso. I nostri pensieri non sono i
pensieri di Dio ed il nostro modo di giudicare non è minimamente paragonabile
al giudizio di Dio. Spesso gli uomini godono nel vedere la giustizia fatta a
qualcuno per i suoi crimini. Dal cielo, invece, c’è gioia quando la
persona si pente con un cuore sincero delle sue malefatte.
102
Osservate, cari lettori, come questo commovente sogno mandato dallo Tzadik
Haim sia in linea con l'insegnamento del Talmud e con la parabola di
Gesù. Il ricco chiede ad Abramo che
gli mandi Lazzaro per avere da lui un po’ di conforto con dell’acqua sulla punta
di un dito che gli rinfreschi la lingua. Gesù dà una risposta in
nome di Abramo, nostro padre, che si trova nell’altro mondo: “Tra noi e voi c’è un grande abisso;
se qualcuno di noi vuol passare da voi, non lo può fare, così
pure, nessuno di voi può venire da noi”. Così è anche confermato
dai Saggi di Israele nel Talmud, per bocca degli angeli: L’Onnipotente ci ha comandati d’impedire che i giusti stessero in mezzo
ai malvagi, o i malvagi in mezzo ai giusti, i puri accanto agli impuri o gli
impuri accanto ai puri".
103
Abramo, nella parabola di
Gesù, espone all'ex ricco i motivi per i quali si è trovato
nell’ade fra i tormenti. - “Figlio,
ricordati che avevi ricevuto la tua parte dei beni durante la vita e Lazzaro
parimenti le sofferenze, però, adesso lui è consolato, tu,
invece, sei tormentato.”
104
Adesso che hai visto la tua ricompensa, la sofferenza, il tormento, il
caldo insopportabile dell’inferno, ti sei reso conto dei tuoi errori. Lazzaro
non può venire. Ciò non è possibile. In questo mondo, un
giusto non può stare con un malvagio ed un malvagio non può stare
con un giusto.
Tali lezioni fanno parte dell’insegnamento della tradizione orale dei Saggi
d’Israele, tradizione su cui Gesù si basava sempre. Io amo il vero
Gesù.
105
Questa spiegazione, però, non è altro che l’introduzione alla
vera intenzione del vero Gesù nel raccontare questa parabola. Noi non
dobbiamo dimenticare che il fatto è ambientato, per così dire,
nel mondo dei morti, in cui non c’è più la libertà di
scegliere o di fare ciò che si vuole. Perciò Gesù sta parlando
del mondo in cui le persone ricevono quello che hanno seminato nella vita
terrena.
106
Il ricco, preoccupato per le parole sentite da Abramo, si ricorda dei
suoi fratelli e chiede al Patriarca di mandare da loro Lazzaro per metterli in
guardia a non fare gli stessi suoi errori, onde evitare l’inferno. Lettori,
fermate il pensiero ed aprite il cuore. Gesù si sta rendendo difettoso
perché non esprime neanche una parola dei futuri seguaci influenzati da
Paolo di Tarso. Gesù sta parlando in nome d’Abramo, il Padre di una
moltitudine di nazioni che giustamente gli attribuisce il merito di questa
risposta, un'esortazione: "HANNO MOSE' ED I PROFETI, CHE LI ASCOLTINO."
107
Questa esortazione è l’essenza della parabola. Gesù sta
dichiarando la sua fede nella legge di Mosè e questa non si concilia con
ciò che diceva Paolo di Tarso. Ecco il problema: il vero Gesù
smentisce San Paolo, o San Paolo smentisce il vero Gesù?
108
Gesù, non a caso, sceglie Abramo per raccontare questa parabola.
Egli riconosce la forza redentrice della
legge di Dio che sta sopra a tutti gli uomini. Se ascolteranno Mosè e i
Profeti, non cadranno nell’ade fra i tormenti. L'ha detto Gesù, non io!
E' l’insegnamento di un ebreo, figlio d’Abramo.
109
Dal Diario di Daniele Sonai. 11 aprile 2005
Oggi, grazie a Dio, sì è fatta la quarta seduta della Scuola
del Secondo Comandamento a casa nostra. Presenti: Peretz, Giuseppe, Sharon, Esther,
Abraham, Hadassa e mia moglie Yael. Prima della lezione, Peretz ha spiegato che
il funerale del Papa corrispondeva alla testa di Esaù che rotolò
per terra fino ad arrivare nella tomba, la Caverna di Machpelà, il posto
di sepoltura dei Patriarchi e di suo fratello Giacobbe.
110
Dalla tradizione orale, Peretz riporta il modo con cui morì il
gemello di Giacobbe. Esaù, al funerale, stava impedendo la sepoltura di
suo fratello Giacobbe, creando molti disagi ai presenti. Hush, figlio di Dan,
nipote di Giacobbe, che tra l’altro era sordo e muto, prese allora una spada e
lo uccise tagliandogli la testa che rotolò per terra e si infilò
nella tomba, la famosa Me'arat ha Machpelà. La testa d’Esaù (non
il corpo) meritò di entrare nella tomba con suo fratello a motivo del
gran rispetto ed onore che aveva fatto in vita ai suoi genitori, Isacco e
Rebecca.
111
Solo la testa d’Esaù potè entrare, non il suo corpo
perché egli non aveva i meriti sufficienti per entrare con tutto il
corpo. Il giusto rispetto verso i suoi genitori fu amato dal Cielo.
Esaù, per tali meriti, grandi davanti al Cielo, rappresentò i
meriti che i cristiani avrebbero ereditato per queste virtù amate dal Cielo.
Papa Giovanni, 'il grande', possedeva tale eredità che si era
manifestata molte volte nel suo pontificato. Il Papa era la 'Testa
d’Esaù', con le sue buone azioni di rispetto, mentre la Chiesa è
stata il 'Corpo' che muore e non risorge più e che non merita di entrare
nella Caverna dei Patriarchi. Il cristianesimo teologico morirà; esso forma
un corpo morto. La Chiesa Cristiana che insegna idolatria, - Gesù è
Dio, Figlio di Dio - non può entrare nella Machpelà; senza Abramo
e i Profeti, non ha una vera autorità da ascoltare.
Essa non ha né Abramo, né i Profeti da ascoltare.
Con questa affermazione
Gesù testimonia in modo chiaro che Mosè ed i Profeti sono una
guida sicura per evitare l’inferno. Per dare più efficacia alle sue
dichiarazioni, Gesù continua in questo modo il suo racconto sul ricco
epulone: "No, padre Abramo, se mandi Lazzaro dai miei fratelli per
avvertirli, loro cambieranno il modo di vivere e non cadranno nell’ade fra i
tormenti".
113
Per due volte, Gesù insiste nel far sentire 'Mosè ed i Profeti'
dalla bocca di Abramo, nostro padre, il primo maestro della vera fede
nell’Unico Dio Vivente. Gesù fa riconoscere da Abramo l’autorità
della legge di Mosè e la veridicità della parola di Dio nei
Profeti d’Israele. Non c’è altra via per la salvezza dell’uomo. La
benedizione di Dio, data ad Abramo, si completa quando si estende a quei suoi
figli che ascoltano Mosè ed i veri Profeti di Israele, i profeti di Dio.
Se metteranno in pratica la Legge, non cadranno nell’ade fra i tormenti e
risorgeranno dai morti nell’altro mondo. Non c’è nessuno al di sopra della
legge di Dio.
114
Paolo di Tarso, invece, nella lettera ai Galati, vanifica le parole di
Gesù con i suoi discorsi. Paolo era un fariseo, che divenne cittadino
romano per dei favori fatti dalla sua famiglia verso Roma. San Paolo di Tarso
era istruito nella tradizione d’Israele, ma, alla fine, manipolò la vera
fede monoteista.
115
Paolo scrive ai Galati nel cap. 3, ver. 5 queste parole: "Colui,
dunque, che vi dona con abbondanza lo spirito e opera miracoli, in mezzo a voi,
fa tutto questo perché osserviate la Legge o perché crediate
nella predicazione? Così, come Abramo credette in Dio, e questo fu per
lui un titolo di merito, sappiate allora che quelli che sono nella fede,
costoro sono i figli d’Abramo, e la scrittura, prevedendo che Dio avrebbe dato
merito ai gentili, per mezzo della fede, annunciò in anticipo ad Abramo
"Saranno in te benedette tutte le nazioni".
116
Paolo di Tarso, purtroppo, sebbene in buona fede (buona, ma non giusta)
si sta contraddicendo con le sue stesse parole, in quanto esorta a non
osservare più le prescrizioni della Legge. La domanda che presenta ai
gentili non è giusta. Essa non considera Gesù l’ebreo. Ingannevolmente,
la pone nella misura per cui un pagano non sarebbe in grado di rispondere
perché i pagani non conoscono la Legge e non hanno la benchè
minima comprensione dell'Unità di Dio.
O Paolo di Tarso, se tu fossi stato un discepolo di Gesù quando
era in vita, non avresti potuto formulare una simile domanda. Gesù,
nella sua missione, insegnò ad ascoltare Mosé ed i Profeti senza
dubbi di sorta. Ciò predicava Gesù. Io amo il vero Gesù.
117
Poi, o Paolo, parli di Abramo dicendo che egli credette in Dio e questo fu
per lui un titolo di merito e quelli che sono nella fede sono essi i figli
d’Abramo. Mio caro amico, Paolo, ascolta il vero Gesù ebreo. I figli di
Abramo sono i figli che osservano la Legge di Dio. I figli di Abramo sono i
figli che credono nell’Unità di Dio e che la dichiarano ogni giorno, nel
cuore, nella mente e nell’anima. I figli di Abramo sono i figli che riconoscono
la scelta di Dio, l'elezione del Suo popolo Israele, come un popolo santo, come
un popolo di Sacerdoti e come il popolo comandato da Dio a seguire la Sua Legge
che dette sul monte Sinai. Abramo, nostro Padre, ricevette e stabilì per
i suoi figli la vera fede nell'Unico Dio Vivente.
118
Gesù, nella parabola del ricco epulone, predicò per bocca di
Abramo che parlava ad un suo figlio gia condannato e gli riferì che nel
mondo dei vivi i suoi figli, se non avessero voluto cadere nei tormenti
infernali, avrebbero dovuto ascoltare Mosè ed i Profeti. Gesù, da
vivo, esortò ad ascoltare Mosè ed i Profeti. Paolo, invece, nel suo spirito, insegnò
ad ascoltare soltanto Cristo e chi avesse creduto che Gesù era il Figlio
di Dio, si sarebbe salvato, riscattato dalla Legge e non sarebbe caduto sotto
la maledizione; disse anche che tale fede era meritoria e giustificata dalle Scritture
stesse che prevedevano in anticipo che Dio avrebbe salvato i gentili per mezzo
della fede annunciata ad Abramo e perciò la Torà lo chiama 'Padre
di una moltitudine di nazioni'.
119
Per Gesù, la Legge salva. Per Paolo, quelli che si basano sulle
opere della Legge sono soggetti alla maledizione. Chi ha ragione, Gesù o
Paolo? Ecco il problema, le parole di Gesù annullano quelle di Paolo e quelle
di Paolo annullano quelle di Gesù. Due dottrine completamente diverse che
si contraddicono a vicenda.
120
Lettori, guardate bene come Paolo di Tarso mantiene il suo pensiero
negativo verso la Legge (sempre nella lettera ai Galati nel cap. 2, ver. 21) - "Non
rendo vana la grazia di Dio; se, infatti, la giustizia proviene dalla Legge,
allora Cristo è morto per nulla".
121
O caro Paolo, non sono d’accordo con te. Stai falsificando tutto il
lavoro di Gesù. Gesù,
secondo te, sarebbe morto per l'inosservanza della Legge?
Non è così. Gesù è risorto per dare
testimonianza che la Legge, se ascoltata, fa risorgere i morti; in essa ci sono
le parole di Dio che danno la vita a chi le ascolta. Questo tuo modo di esprimerti
sulla Legge ha generato molta idolatria. Hai allontanato la verità dai
cristiani, insegnando esattamente il contrario degli insegnamenti di
Gesù. Hai divinizzato Gesù con parole proibite dalla Legge che
insegna a non deificare nessun uomo.
122
Forse la tua missione non era quella di insegnare la vera fede del Sinai.
Il tuo compito era quello d’innalzare le nazioni dalle loro vecchie e aberranti
abitudini, sia nella fede che nel comportamento, con la moralità che apprendesti
dalla Legge stessa. Lo Spirito della Legge sarebbe stata una maledizione per i
popoli d’allora che non ne avrebbero retto l’incorruttibilità. Le
nazioni erano molto lontane dai principi della vera fede.
123
La disobbedienza del popolo d’Israele non era stata verso Gesù,
ma verso Dio. I figli di Giacobbe, purtroppo, erano caduti in basso in quel
periodo e fra di loro non c’era il giusto comportamento amato da Dio. Il loro atteggiamento
creava molte ingiustizie e sofferenze. Il Tempio, purtroppo, era diventato un
mercato d’affari ed i Sacerdoti erano corrotti.
124
Tante furono le cause di quel degrado. Gesù ne aveva individuata una
fondamentale: i figli d'Israele non ascoltavano Mosé ed i Profeti. Caro
San Paolo, non è stata la Legge a far cadere i Figli di Dio bensì
l’inadempienza del popolo alla Legge ed ai Profeti.
125
Gesù capì questa lacuna e la proclamò tramite
Abramo: "Hanno Mosè ed i Profeti, che li ascoltano. - Tu, invece,
Paolo, per duemila anni hai reso la morte di Gesù vana, rendendo vana la
Legge e togliendola alle nazioni. Come mai Dio manda Suo Figlio, il tuo maestro
spirituale, a dire che la Legge di suo Padre in Cielo non è più valida e che essa non salva dal
peccato, quando Gesù insegnava ad
ascoltare Mosè ed i Profeti?
126
Per amore di verità, devo dichiarare inequivocabilmente che la Chiesa,
con la sua professione della fede, accettò le parole di Giovanni e di
Paolo ma solo una minima, ma proprio minima parte dell’insegnamento di
Gesù. E della parola di Dio nel Secondo Comandamento, nulla! Questa
è una mia opinione basata sulla ricerca del vero Gesù nei
Vangeli. E non intendo affatto offendere i cristiani, perché ho visto
moltissimi di loro operare con un cuore pieno di carità e di amore per
il prossimo. Le loro virtù sono amate davanti al Cielo. Io amo il vero
Gesù e sono grato al Cristianesimo per avermi fatto conoscere Gesù
e le sue parole.
127
Se non per Gesù non avrei capito chi era il vero Dio. Dalla sua
Scuola ho riconosciuto che egli serviva il vero ed unico Dio. E tale fede
entrò nel mio cuore come un fuoco ardente e non si spense più. Si
dice che "tutte le strade portano a Dio". Il Cristianesimo è stata una di queste
per me. Si è vero, sono nato cattolico ma non sono cresciuto con un
pensiero da cattolico. Sono state le mie domande giuste a darmi le risposte
giuste. Grazie a Dio, ho trovato le risposte giuste nella ‘Casa dell’Asino che
mangia il Pane’. Il Pane dell’Asino è delizioso e gustoso per chi lo
mangia.
Grazie a Dio quanto è buono il Pane dell’Asino! Pieno di Buone
Novelle possa diffondersi e stabilirsi
nel mondo per poter saziare gli umili e i semplici della terra, ai quattro
angoli del mondo, affinché ognuno sappia, specialmente nel campo della
fede, ciò che è permesso e ciò che è proibito dal
Cielo.
128
Le informazioni ricevute da Gesù hanno spinto la mia fede a
cercare la verità delle sue parole. Chi crede nelle parole del vero
Gesù, si lega con il suo ed unico Dio e crederà in Mosè,
crederà nei Profeti di Israele e non cadrà negli abissi dei
tormenti infernali. Ho l’impressione che la fede di Paolo dimostri di non
conoscere bene Gesù. Cè troppa differenza tra loro. Gesù fu
coerente con la religione del suo popolo mentre Paolo di Tarso, per mantenere
la sua nuova fede, dovette demolire la sua radice di Fariseo. Gesù disse
chiaramente ciò che pensava dei Farisei: “Fate ciò che essi
dicono ma non fate ciò che essi fanno”. Dunque, per Gesù, la
contraddizione dei Farisei non era nella loro fede bensì nel loro
comportamento. Gesù sperava in una correzione del cuore presso il suo popolo,
ma mai, proprio mai, negò la Legge di Mosè e dei Profeti.
129
Il Dio di Gesù, tramite il Profeta Geremia, disse: (cap. 17, ver.
5, 7) "Maledetto l’uomo che confida nell’uomo. Benedetto è l’uomo
che confida nel Signore." Il Signore, Dio nostro, non è un uomo ed
un uomo non è il Signore, Dio nostro. Un uomo che ripone la sua fede in
un altro uomo e lo chiama 'nostro Signore' commette un peccato odioso davanti
al Cielo. Nessun uomo è degno della lode che appartiene a Dio. Nessun
uomo ha del divino che gli permetta di accettare la gloria da altri uomini e
nessun uomo si deve mettere davanti a Dio per prendere le confidenze dei suoi
simili e perciò 'Maledetto l’uomo che confida nell' uomo'.
130
Il Signore, Dio nostro, è Uno e non ci sono altri simili sui
quali l'uomo possa confidare. Egli è Uno e non c’è nessun altro
che ha del divino. Benedetto chi si rivolge a Lui soltanto, direttamente, senza
mediatori dalle gambe d’argilla appoggiate sulle sabbie mobili, perché tali
impostori saranno inghiottiti dalle viscere della terra.
131
Le Nazioni però accettarono le parole di Paolo, dato che erano
abituate a confidare in uomini-dei! Per questo tu, Paolo, ricevesti uno spirito
da un altro Spirito e non da Dio. Dio Benedetto, Egli, Sia, ha legato, per
così dire, la sua Parola a Mosè ed ai Profeti d’Israele. La
Parola di Dio è una sola: eterna ed immutabile. La tua fede, invece,
è scesa al livello di chi antepone altri dèi a Dio e di chi crede
che esista un uomo buono e perfetto come Dio. Nella tua fede, invece, ti sei
inchinato a Gesù ed in lui ti sei confidato.
132
Gesù confidava soltanto nel Signore, suo Dio, come tanti uomini
giusti che vivevano nella loro fede. L’Asino spiega che il quarto vangelo diventa
comprensibile quando si toglie quel brutto spirito del Verbo incarnato che
copre la parola del Dio sul Sinai e che ha il potere di distruggere il vero
linguaggio del Messia. Il 'dio' spiegato da Paolo non riconosce la parola di
Dio, non ascolta Mosè e i Profeti e falsifica l’insegnamento dei suoi
servi diretti.
133
Soltanto chi conosce la vera Tradizione ed i fondamenti dell’Unita di
Dio non cade in questa trappola teologica, non associa nessun Verbo a Dio, non
associa nessun socio alla creazione, non associa a Dio nessun Figlio Divino,
non associa nessuna carne a Dio, non associa nessuna nascita a Dio, non associa
nessuna morte a Dio e non associa nessuna resurrezione a Dio, poiché
Egli non è mai nato, non è mai morto e non è mai risorto.
134
Nel Vangelo di Giovanni, cap. 5, ver. 40, 47, il vero Gesù si
rende difettoso per i Padri della Chiesa con queste parole: "Ma voi non
volete venire a me per avere la vita. Io non accetto la gloria degli uomini. Ma
io vi ho conosciuto, non avete in voi l’amore di Dio. Io venni nel nome del
Padre e voi non m’accoglieste. Se venisse un altro nel suo proprio nome, lo
accogliereste. Come potete credere voi, che vi glorificate gli uni con gli
altri e non cercate la Gloria che viene dal solo Dio? Non pensiate che vi
accuserò davanti al Padre: il vostro accusatore è Mosè,
nel quale voi avete riposto la vostra speranza".
135
Queste parole espresse dal vero Gesù perdono di valore quando lo
Spirito del Verbo di Giovanni si posa sulla sua persona e quando Paolo di Tarso
mette il Cristo sopra alla Legge, favorendo la fede in un altro uomo. Da questo
brano, se fatto apparire senza lo spirito del Verbo, possiamo ricevere un grande
insegnamento.
136
In questo brano, Gesù rilevò l’importanza delle scritture
di Mosè, Magister Noster. Un cristiano, per arrivare a credere alle
parole di Gesù, doveva prima conoscere le scritture di Mosè. Paolo
di Tarso tolse questa possibilità ai popoli. Inoltre, il vero Gesù
dice, in un modo chiaro, comprensibile ed inequivocabile, una frase che rompe
lo spirito idolatra e tutta la falsa divinità di Cristo costruita dai
Padri della Chiesa: IO, NON ACCETTO LA GLORIA DEGLI UOMINI.
137
Un' enorme verità è uscita dalla bocca del vero
Gesù Come può sopravvivere lo spirito trinitario senza la gloria degli
uomini? Io amo il vero Gesù.
138
Gesù, che parlava in nome del Padre e non di se stesso, non fu
accolto dai suoi fratelli. Egli fece un altro esempio: "se un altro venisse
col proprio nome, sarà ascoltato, amato e glorificato". Con
quest’affermazione, Gesù criticò chi antepone il proprio nome a quello
di Dio per ricevere la gloria dagli uomini che sono abituati a glorificarsi fra
di loro. Tale condotta fu condannata dalle sue parole: “Io non accetto la
gloria degli uomini che si glorificano gli uni con gli altri”.
139
Su quale base Gesù non accetta la gloria degli uomini? Sulle
parole della Legge o sulle parole degli uomini? Gli uomini, dopo di lui, lo
hanno glorificato, lo hanno deificato, lo hanno adorato, lo hanno anteposto a
Dio, lo hanno fatto scendere dallo Spirito e lo hanno reso Dio fattosi carne,
degno di ricevere le preghiere e le lodi dai suoi fedeli. I cristiani, non
avendo la Legge nei loro cuori, hanno ascoltato i propri istinti idolatri. Non certo
Gesù, che non accettò mai la gloria dagli uomini!
140
Chi è in difetto? Di sicuro non il vero Gesù che
ascoltò e credette nelle parole di Mosè e dei Profeti. La
parabola del ricco epulone è un insegnamento del vero Gesù forse
tra i più importanti. Chi chiude il cuore alla Legge di Dio, non ascolta
Mosè e neanche i Profeti d’Israele e finisce per peccare ed allontanarsi
da Dio. La verità di Gesù non piace a nessuno, infatti il vero Gesù
non fu creduto da nessuno, anzi, umiliato da una parte e divinizzato
dall’altra. Non ascoltare Mosè è come non credere alla Legge di
Dio e perciò non seguire Dio.
141
Il popolo d’Israele non credette alle parole di Gesù
perché, in verità, era lontano dalla Legge di Mosè. E le
nazioni, dopo, come avrebbero potuto capire Gesù, senza la Legge di
Mosè, senza la Tradizione del popolo d’Israele e senza le proibizioni ed
i comandamenti di Dio? E con quali parole di figliolanza sono state sostituite
queste mancanze!!! O Paolo, l'hai
combinata grossa! Le tue parole hanno fatto sì che molti uomini abbiano glorificato
un uomo, ciò che Gesù non accettava; tu hai cambiato i comandi di
Dio con le tue parole. Tu hai affermato che chi sta sotto la Legge è
soggetto alla maledizione! Per amore della tua fede in Cristo-Dio, hai
disobbedito a Dio, a Mosè ed a Gesù stesso e hai fatto cadere in
errore le Nazioni. Cosa potevi fare? Non avevi scelta. Eri ormai entrato in un vicolo
cieco, senza la vera luce della Torà. Alla fine, anche tu hai
abbandonato l'ebreo Gesù e le Leggi della Torà. Tu, stesso lo
dicesti nella Lettera ai Romani, (cap. 11, ver. 32) “Dio, infatti, ha racchiuso
tutti nella disobbedienza, per usare alla fine misericordia con tutti”. Cosa
significa tutti o Paolo? Forse la parola 'tutti' era riferita a tutti tranne
che a te?
142
Ti rendi conto, Paolo, che tu hai annullato la Legge di Dio? C'è
maggiore disobbedienza di questa? Inoltre, nella Lettera ai Romani, rendi
evidente con mille parole finalizzate che la fede supera le opere della Legge.
Basta credere o, meglio, aver fede in Cristo e si viene esentati da tutte
quelle prescrizioni. E' esattamente il
contrario di quanto insegnò Gesù e cioè che la persona
deve riporre la propria fiducia ed il proprio cuore nella Legge di Dio.
143
Il cuore di per sè non sa leggere né scrivere. Ci vogliono
i maestri della Legge. La persona ha bisogno di un maestro che a sua volta sia
stato istruito da un maestro della Legge ed un maestro senza la Legge non sa
insegnare la fede né il comportamento amato da Dio.
144
L’uomo senza legge è in balìa delle proprie azioni e non
sa distinguere il vero dal falso, ciò che è giusto da ciò
che è sbagliato. Se non ci fosse stato bisogno della Legge, perché Dio la
rivelò ?
145
O Paolo, fosti tu a dire "La legge dello spirito salva e la legge
della carne fa cadere nel peccato, ma se uno crede in Cristo costui viene riscattato
dal peccato". Gesù invece aveva detto: "Bisogna credere nelle Scritture
per poter credere alle mie parole". Senza Mosè, non c’è
Legge, e se non c’è Legge, non c’è il Messia. E se si esce dai
principi della vera fede nell’unico Dio Vivente, tutti cadono in errore e tutto
l'edificio crolla. Gli uomini che credono in altri uomini non fanno scendere la
benedizione divina sul mondo.
146
Comunque, amico mio, non posso negare che sia stata la buona fede ad
averti indotto a fare ciò che hai fatto. Di sicuro hai parlato in buona
fede. Sono convinto pure che c'era anche del vero amore nelle tue intenzioni. L'hai
fatto per il bene dei popoli e, a parte gli errori teologici, il tuo
cristianesimo ha portato loro anche tanto bene. Moltitudini hanno trovato la speranza.
Molti hanno acquisito dalle tue parole la sete di giustizia e l'amore per il prossimo.
Ora, però, i popoli sono pronti per ritornare alla vera fede. E'
ARRIVATO IL TEMPO.
147
Io non sono niente, carne e ossa, pieno di difetti. Non lo dico per far
la vittima. E' vero, sono mancante davanti al Cielo, davanti al mio prossimo e davanti
a me stesso. Che Dio mi dia la forza di correggermi ogni giorno dai miei errori
e che mi perdoni i miei peccati.
Grazie El Shaddai, El Shaddai e Grande, El Shaddai e Uno.
148
Il Santo, Benedetto, Egli Sia, conosce i difetti di tutti gli uomini di
tutte le generazioni, passate e future. Egli dichiarò che la Sua Legge
è eterna. Essa è la guida per gli uomini di buona volontà.
La Legge è la vera ed eterna medicina dell'uomo. Anche Gesù
disse:" E' più facile che cadano i cieli e la terra che una sola
iota della Legge". Io amo il vero Gesù.
149
L’insegnamento di Gesù sulla fede è tutta un'altra cosa
rispetto al Verbo di Giovanni e alla figliolanza del Cristo. Se oggi domando ad
un cristiano istruito qual è il primo comandamento, mi risponde, "Io
credo nell’unico Dio, Creatore dei cieli e della terra… egli discese dal cielo
e si fece Uomo generato dalla stessa sostanza del Padre, generato prima del
mondo ecc. ecc."
150
A Gesù fu rivolta la stessa domanda nel Vangelo di Luca (cap. 12,
ver. 28) - "Qual è il primo
di tutti comandamenti?"- Secondo voi, che credete nella fede trinitaria, come
rispose Gesù ? Con le parole dogmatiche di Giovanni, senza la legge di
Mosè oppure secondo le parole della Torà?
151
Nella legge di Mosè viene dichiarata l’Unicità di Dio due
volte al giorno: Ascolta Israele, Il Signore, Dio nostro, il Signore è
Uno - e continua - E amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con
tutta la tua anima e con tutta la tua forza.
Sorpresa! Non troviamo qui un Dio con il Figlio Unigenito, un’altra
Divinità all'interno della Sua Unità, scesa nel mondo per farsi
carne nell'uomo Gesù.
La legge di Dio proclama che Dio è Uno e non esiste emanazione alcuna
al di fuori della sua Unità. Chi ha ragione? L’uomo che confida nella
Trinità o l’uomo che confida nel Dio Uno e Vivente?
152
Se mi baso sul Vangelo di Giovanni, dovrei rispondere che Dio si è fatto uomo. Se
mi baso sulla fede di Paolo, dovrei rispondere che Gesù è il nostro
Signore che ci ha riscattati dalla Legge, togliendoci dalla maledizione e dovrei
credere in Dio tramite nostro Signore Gesù Cristo che trascende l’opera
della Legge.
153
Dal Vangelo di Marco, leggiamo cosa rispose Gesù (cap. 12, ver.
28, 34): "Allora gli si avvicinò uno scriba che li aveva sentiti
discutere e, avendo visto che Gesù aveva risposto bene, gli
domandò: Qual è il primo di tutti i Comandamenti?-. Gesù gli
rispose: Il primo è: 'Ascolta, Israele, il Signore, Dio nostro, il
Signore è Uno. Ed amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Ed
amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento
maggiore di questi. "
Quanto amo il vero Gesù!
154
Gli disse lo scriba: "Bene, Maestro. Hai detto giustamente che Egli
è Unico e che non c’è altri all’infuori di Lui, e amarLo con
tutto il cuore, con tutta l’intelligenza, con tutta la forza, e amare il
prossimo come se stessi sono due comandi che valgono di più di tutti i
sacrifici offerti. Vedendo che aveva risposto saggiamente, Gesù gli
disse: "Non sei lontano dal Regno di Dio"-. E nessuno osava fargli
più domande.
155
Non posso crederci! Il maestro di Giovanni e Paolo non rispose con il
suo pensiero o con una sua opinione, ma secondo la parola di Dio scritta
tramite Mosè e data al Suo popolo. Gesù, con tale risposta, dichiarò
l’Unità di Dio come fa ogni appartenente alla fede ebraica. Vorrei proprio
sapere quale spirito sì interpose fra Gesù e i cristiani!
156
Gesù non fece mai professione di un’altra fede. Egli mise al
primo posto l’unicità di Dio e, dopo, l'amore per il prossimo,
rispettando i Comandamenti di Dio sul Sinai.
E dopo duemila anni, Gesù lo dichiara in un sogno a mio fratello, Giuseppe:
Gesù scendeva dal Cielo molto arrabbiato e disse più volte "Io
sono ebreo e la mia fede è come tutti gli ebrei e non ho insegnato
un’altra fede".
157
La fede dei seguaci di Gesù è una fede associata-trinitaria,
in cui Dio si divide in tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo, come una
grande scatola divisa internamente in tre parti mentre la scatola è una.
Quando entro in questa scatola tradizionale, vedo statue di Gesù,
scolpite con il suo volto, con i fedeli che s’inchinano davanti a tali simulacri
senza vita facendo preghiere e richieste nel nome del loro Signore, Gesù
Cristo. Costoro confidano in un uomo spirituale rappresentato da un idolo. E
con la loro mente essi proiettano questa figura su nel cielo, fra Dio e l'uomo,
proprio un altro dio al cospetto di Dio.
158
Il vero Gesù chiama il suo Dio "l’Unico Signore", il
vero"'Buono", la parola del quale porta la speranza e la salvezza nel
mondo. Gesù non aggiunge altro perché non c’è niente altro
d’aggiungere e non c’è niente da togliere. Dio è Uno,
indivisibile e non esistono altre entità divine che operano nel mondo. I
Suoi servi fanno la Sua volontà. Essi vivono, muoiono e risorgono con la
parola della Legge di Dio dentro il loro cuore.
159
La verità della fede è una sola, e Dio l’ha fatta conoscere
ad Abramo, nostro Padre. Egli la trasmise ad Isacco e poi a Giacobbe e Giacobbe
in seguito ai suoi dodici figli. Poi i figli di Israele si moltiplicarono in
terra d’Egitto e dopo duecentodieci anni, in mezzo alla sofferenza e alla
schiavitù, Dio scelse il primo uomo della redenzione, Mosè,
magister noster.
160
Spesso nei vangeli, Gesù cita parole di Mosè o risponde
con le parole di Mosè, dichiarando la stessa fede di Mosè e
quella dei suoi fratelli:" 'Ascolta Israele, il Signore, Dio nostro, il Signore
è Uno' e "Lo amerai con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima,
e con tutta la tua forza”.
Questo è il primo Comandamento per Gesù davanti a Dio, e
poi continua con un altro grande comandamento, quello di amare il tuo prossimo come se stessi.
Al primo posto, per Gesù, c’è la dichiarazione
dell’Unità di Dio in assoluto, non la trinità. Grande è la
fede di Gesù davanti a Dio. Io amo questo Gesù.
Cari lettori, non potete immaginare come il mio cuore si rallegri
sentendo parlare Gesù da ebreo. Io non sono ebreo, e neanche figlio di
ebrei, ma per mia fortuna ho imparato la vera fede in Dio. Ringrazio Dio che mi
ha tolto lo spirito del Verbo di Giovanni dalla mia mente e dalla mia anima.
Non credo nella deificazione di un uomo da quando il mio cuore ha appreso il
Secondo Comandamento.
162
Questo è il problema: tra le parole del vero Gesù e le
parole di Giovanni ci sono due scuole di pensiero completamente diverse ed una
esclude l’altra. Se si segue la fede di Giovanni, si rinnega la fede di
Gesù, e se, invece, si segue la fede di Gesù, si rinnega la fede
di Giovanni con il suo Verbo. Chi dice la verità, Gesù, o
Giovanni? Se Giovanni dice la verità, Gesù è in difetto
davanti a tutto il Cristianesimo. Ringrazio Dio perché il problema non
è più mio. Prego Iddio perchè risvegli i cristiani alla
pura fede monoteista. Il problema è vostro.
163
Non arrabbiatevi, voi che credete nella divinità di Cristo. Non
è colpa vostra e non è colpa del vero Gesù. E' colpa del
falso Gesù di Giovanni e di Paolo! Questo testo s’intitola :"Io amo
il vero Gesù". Il vero Gesù scompone il falso Gesù.
Il vero Gesù insegna che lui non vuole essere chiamato buono,
perché nessuno è buono, all’infuori di Uno solo, Dio. Il falso
Gesù è l’immagine divina concepita e descritta da Giovanni Evangelista
nel prologo del suo quarto Vangelo.
164
Gesù non ha contestato il commento dello scriba sulla
dichiarazione dell’unicità di Dio. Gesù non ha screditato la fede
di quell’ebreo, anzi, gli ha persino detto che egli non è tanto lontano
dal Regno di Dio. I primi due comandamenti per Gesù sono: Ascolta
Israele, il Signore, Dio nostro, Dio è Uno - ed amerai il tuo prossimo
come te stesso. Con queste parole Gesù riconosce che c’è un solo
Signore e che non esiste nessun altro Dio, e che si deve amarLo con tutto il
cuore, con tutta la anima e con tutta la forza.Questo amore si manifesta
attraverso l’amore per il prossimo.
165
Con questo insegnamento, Gesù onora suo Padre, compiendo l’opera
della Legge. Gesù ha conosciuto Dio nel linguaggio della Legge e nelle parole dei Profeti, come un figlio
d’Israele che ascolta suo Padre che è nei cieli. Con questo insegnamento
amato davanti al Cielo, Gesù
inculcava il grande amore di Dio verso chi osserva la Legge di Mosè
nella fede e nel giusto comportamento.
166
Gesù insegnava che chi non osserva la Legge di Mosè non
conosceva la Volontà di Dio, Padre di tutti gli uomini. Nella disputa di
Gesù con i suoi fratelli, egli spiegava loro l’importanza delle
scritture di Mosè e della scelta di Dio del Suo popolo per stabilire nel
cuore la Legge. Un ebreo, se non segue la Legge e i Profeti, non conosce la
Volontà del Padre.
167
Gli ebrei, al tempo di Gesù, conoscevano la legge di Mosè
ma la legge non era entrata dentro i loro cuori; se la legge di Dio non entra
nel cuore, il comportamento degli uomini viene sopraffatto dai loro istinti e
cadono nelle tentazioni. Gesù sì e annullato davanti a Dio e lo
spirito della Legge gli è entrato nel cuore, facendogli così
conoscere così la Volontà del Padre d’Israele. Uno degli scopi
principali della sua missione fu quello di insegnare ai suoi fratelli come deve
comportarsi un figlio del popolo scelto.
168
Gesù si trovava in una posizione delicata e difficile; nonostante
ciò, andò fino in fondo, credendo in quello che faceva, guidato
dallo spirito di Dio, affrontando la sua missione con coraggio, senza paura e
con un’imperitura fede nell’Unico Padre Onnipotente. Dio ha reso merito a
Gesù che sì è comportato da vero ebreo, ed ha avuto il merito
di cambiare le sorti del mondo.
169
Lo scopo di Giovanni e di Paolo era quello di presentare Gesù
come il Figlio di Dio che veniva nel mondo per salvare gli uomini dai loro
peccati e per togliere i peccati a coloro che lo avrebbero seguito ed avrebbero
avuto fede in lui. Gesù, d’altro canto, parlando al popolo di Israele,
disse di ascoltare la Legge di Mosè e i Profeti; il compito di giudicare
apparteneva a Mosè, legislatore di Israele dalla parte di Dio;
perciò è Mosè che accusa davanti a Dio, nell’altro mondo,
chi non ascolta la Legge." Io non
vi accuserò, ma Mosè davanti al Padre, perché non avete
creduto in Lui."
170
Queste parole significano che Gesù non è venuto per
accusare nessuno, né in questo mondo, né nell’altro. Non era
questo il suo compito. Gesù vedeva l’inosservanza della legge dei suoi
fratelli davanti a Dio. Mancavano le opere buone con il prossimo; il cuore era vuoto dello Spirito di Dio e non
permetteva la vera pratica dei Suoi Comandamenti od il vero ascolto dei
Profeti. Perciò la mente era chiusa ed insensibile al prossimo ed alle
sue sofferenze.
171
Il cuore era incline alle tenebre della propria inclinazione; l'egoismo
prevaleva sull'amore per il prossimo come un re che domina i suoi sudditi
pretendendo onore e rispetto da loro; la fede in Dio era persa a causa delle
iniquità. Questa fu una delle
tante sofferenze interiori di quell'ebreo che vedeva tanti suoi correligionari lontani dalla vera
Torà di Mosè. Gesù cercava di spiegarlo nella parabola del
ricco epulone :"Hanno Mosè e i Profeti, che li ascoltino!"-.
172
Gesù qui non esortava ad ascoltare lui bensì Mosè
ed i Profeti!! Per comprendere meglio il
vero Gesù, bisogna entrare nel suo cuore, nella fede e nel linguaggio
della tradizione mosaica. La fede in Dio si completava con Mosè, i
Profeti e la Tradizione. Se essi fossero
stati ascoltati, i cuori dei figli d’Israele si sarebbero colmati dello Spirito
di Dio: "e credettero in Dio, e in Mosè, Suo servo"(Esodo, 14,
verso 31).
173
Come può Paolo di Tarso affermare che la Legge porti la
maledizione e faccia cadere nel peccato, quando Gesù stesso era morto con
l'intenzione di adempiere e completare la Legge di Mosè? Gesù,
nella sua comprensione dell’importanza della Legge di Mosè, era
superiore a Paolo, non da ‘divino’, ma
perché aveva messo nel proprio cuore la Legge e i Comandamenti di Dio.
174
Ringrazio Iddio d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe, per avermi dato, per
merito dello Tzadik Haim, la possibilità di conoscere il vero
Gesù, figlio di Giuseppe e di Maria, ebreo dalla nascita, circonciso
come prescritto dalla Legge, il Secondo Uomo della Redenzione, colui che sta in
mezzo tra Mosè e Haim.
175
Dal Diario di Daniele Sonai. 17 aprile 2005
E’ notte fonda. I miei occhi sono pesanti. Non ce la faccio più, mi
addormento. Nel sogno mi trovo a Milano davanti alla Chiesa del Redentore di
Via Palestrina. Entro, sono in mezzo al sagrato, e vedo una bara esposta ai
fedeli con dentro il corpo di Papa Giovanni Paolo Il. Prima del funerale, i
fedeli litigano per prendere i posti in prima fila. Questo mi disgusta ed esco
dalla Chiesa. Salgo poi sulla macchina di Paolo per tornare a casa ma e, dopo
qualche metro, la macchina sì ferma. Nella macchina ci sono alcuni libri
di catechismo, forse dei Vangeli; in ogni caso, il disgusto per quella mancanza
di rispetto verso il Papa è tanta che strappo i fogli di quei libri. Poi
vedo Paolo di Tarso e Giovanni L’Evangelista che s’accusano a vicenda per aver
falsificato alcune parole di Gesù.
176
Paolo, tutte le tue parole sull’amore, sulla fratellanza, sul giusto
comportamento, sono stupende, meravigliose e sublimi, però, io, qui non
ti seguo più. Tu fai sembrare che
il popolo d’Israele abbia una fede mancante, con una legge transitoria, valida
solo fino all’arrivo di Cristo. Noi dobbiamo aver fede in Cristo perché
ci toglie dal dominio della Legge. Inoltre dichiari che la discendenza d’Abramo
è in Cristo. Queste parole, caro Paolo, ingannano sia i semplici di
cuore che i filosofi di mestiere.
177
Gesù stesso ha insegnato (cap. 15, ver. 17, Luca): "E’
più facile che finiscano il cielo e la terra, piuttosto che scompaia una
sola parola della Legge, anche la più piccola". Gesù
dichiara che la legge dura più del mondo, mentre, tu dici che la legge si
annulla con l’arrivo di Cristo. Si può, forse, seguire due ‘principi’
contrastanti?! Secondo Gesù, i
cieli e la terra finiscono prima della Legge mentre, secondo Paolo, la Legge si annulla con la
fede in Cristo. La Legge non c’è più e cieli e la terra ci sono
ancora. Caro Paolo, quanto è difettosa la tua parola se messa a confronto
con quella del vero Gesù!!!
178
Vedi, caro lettore, che c’è un abisso tra la fede di Gesù
e quella di Paolo. La fede da sola non
bastava, senza Mosè e senza la Legge Scritta dal Cielo. Dopo i miracoli
di Dio in terra d’Egitto e la liberazione del Suo popolo dalle tirannie del
faraone, il Signore portò i Suoi figli sul monte Sinai e diede loro
leggi e statuti tramite il Suo servo Mosè.
179
La stramaggioranza del popolo, purtroppo, non ascoltò Mosè
ed i Profeti. Ciò causò un declino della loro Santità
verso il loro Padre in cielo. Tale fatto non piacque a Dio.
180
La dottrina di Paolo non chiuse le porte all’idolatria, anzi, creò
delle nuove forme di idolatria che non esistevano prima. Gesù non
sì è mai rivolto ad un idolo. Questa azione è proibita
dalla Legge che Paolo ha tolto alle nazioni. Come mai, Paolo, le persone che
hanno creduto alle tue parole si rivolgono in preghiera davanti a delle figure
scolpite? Oggi, dopo duemila anni, le chiese di Cristo sono piene di statue ed
immagini, come i pagani d’una volta.
181
Questo è il risultato di una fede in Cristo senza Legge. La
storia n’è testimone. Il Cristianesimo storico per duemila anni ha visto
solo diversità nelle fedi una
contro l’altra ma tutti, o quasi, si sono opposti alla fede del popolo scelto,
dimenticando Gesù e i suoi insegnamenti. Paolo ha distrutto la vera
tradizione ebraica del vero Gesù.
182
In ogni caso, Paolo, non avevi scelta. Dio è Grande. Egli non ti
ha dato la vera comprensione. Ciò per amore dei popoli senza legge ed
anche tu eri schiavo di una Volontà superiore alla tua. Non per niente
la tua missione iniziò con un segno di cecità. Dovevi essere
cieco di fronte alla Volontà di Dio per poter fare il tuo lavoro.
183
Gesù diventò
difettoso a causa delle tue parole. Non tanto il rifiuto di Israele quanto i
tuoi errori divennero quella grazia alle nazioni di cui scrivi nella tua Lettera
ai Romani.
184
Dal Diario: 19 aprile 2005: Oggi è stato proclamato il
nuovo Papa Ratzinger.
185
Abbiamo appreso dalle parole di Gesù che egli non è buono
come Dio e che non c’è nessuno che Lo possa eguagliare con la propria
bontà, perché in ogni uomo c’è del non buono. Ciò
fa intendere che Gesù non è Dio e Dio non è Gesù. Il cristiano tradizionale, però,
afferma che Gesù è il Figlio di Dio.
186
Quando nei Vangeli Gesù fa profezie su di sé, sulla sua
morte e resurrezione, usa il termine Il Figlio dell’Uomo. Quando, invece, viene
interrogato dai suoi fratelli, egli risponde con parole di Torà. Peretz,
nella lettera a Gabriella, spiega bene questo punto cruciale della figliolanza
di Gesù. Cito qui un brano della lettera.
187
...come la risposta di Gesù, quando i farisei lo accusavano di essere
blasfemo perché diceva di essere figlio di Dio, egli rispose: "Non
è forse scritto nella Torà –"Figli siete al Signore, vostro
Dio’ - e ‘il Mio figlio, Mio primogenito Israele’ ?- Gesù spiegò
così di non essere blasfemo, perché lo stava dicendo in senso
figurato e non in senso letterale. Se si tolgono gli occhiali trinitari, si
capisce benissimo la chiarezza di questa risposta.
188
I Farisei, nonostante tutti i difetti che potevano avere in quell'epoca,
erano veramente istruiti nella legge della Torà. Gesù non disse
che la domanda era falsa, anzi, egli rispose con la spiegazione che, se avesse
detto di essere lui il figlio di Dio, sarebbe stato senza alcun dubbio blasfemo.
Gesù, invece, lo diceva come uno dei vari titoli degli scopi della sua
missione, per insegnare agli ebrei d’allora di comportarsi come figli di Dio,
come sta scritto: - Figli siete al Signore, vostro Dio. (fin qui la citazione)
189
Anche in questa risposta, Gesù contraddice tutti i cristiani che
credono che lui sia il Figlio di Dio. Scusate, cari lettori, non è colpa
mia se Gesù non usava termini cristiani nel suo linguaggio e parlava,
invece, come un ebreo fedelissimo alla legge di Mosè.
190
Gesù sta insegnando come avvicinarsi al Creatore di tutte le cose
esistenti, seguendo le Sue leggi. Nella sua saggezza, Gesù chiama Iddio
di tutti gli uomini, Padre, e si lega a Lui, come se fosse, per così
dire, una cosa sola. Magari si imitasse veramente tale insegnamento di
Gesù. La cecità d’Israele, però, non poteva riconoscere
quell’uomo. Gesù era troppo diverso da loro, troppo lontano dal male dei
soldi e del potere. Non sapevano come contrastarlo.
191
Con falsa accusa, purtroppo, i suoi fratelli sono riusciti a fermarlo,
diffamandolo davanti a molti istruiti ed agli ignoranti, con parole false,
facendo credere che Gesù si ritenesse il Figlio diretto di Dio e che
ciò sarebbe stato un grande pericolo.
192
Il cuore, purtroppo, era con i valori falsi nel mondo e non con la Legge
vera del Cielo. Israele era arrivato al punto più basso della sua storia.
Erano pronti a notare errori e peccati negli altri. Le loro accuse erano false.
Avrebbero avuto ragione solo sé Gesù avesse dichiarato di essere
una divinità in terra. E neanche loro capirono la saggezza di
Gesù che riportava le parole di Dio come sta scritto: "Figli siete
al Signore, vostro Dio, il Mio Figlio, il Mio primogenito, Israele".
193
Vedete, cari lettori, che la Legge di Dio annulla ogni parola che
deifica un uomo e fa star zitta ogni bocca che la proclama! La legge di Dio,
quando entra nel cuore, eleva la persona, dà coraggio, fa camminare
lungo la retta via e protegge dal peccato. Con questa comprensione, Gesù
sì è lasciato dominare dalla Legge di Mosè, suo Maestro.
194
O Paolo, perché Gesù risponde con parole di Torà,
la legge che tu hai tolto alle Nazioni!? Con le parole della legge, Gesù
ha chiuso le bocche dei farisei che pensavano che Gesù si credesse un
Dio, Figlio di Dio.
195
Per opera tua, le Nazioni hanno fatto lo stesso errore dei fratelli di
Gesù, non capendolo quando egli si dissociava da qualsiasi appartenenza
divina con il suo Creatore: - "Perché mi chiamate buono, nessuno
è buono, all’infuori di uno solo, Dio -. - Sta scritto: –"Figli
siete al Signore, vostro Dio’ e ‘il Mio Figlio, Mio Primogenito Israele".
196
Le teologie di Giovanni e di Paolo di Tarso hanno gettato le basi della
cultura cristiana; gli insegnamenti di Gesù, invece, rappresentano la
disfatta del cristianesimo teologico. Giovanni l’Evangelista creò il
Verbo che diventava carne in Cristo. E nella sua Apocalisse, Giovani
creò un nemico-antitesi del Verbo. Quando esso diventa carne nel mondo,
prende il nome dell’Anticristo. Se Gesù è Dio Incarnato, il
Perfetto, come può temere un antagonista, un rivale di livelli inferiori
con cui deve combattere per sopravvivere?
197
Il Verbo, forse, ha dei punti deboli? Perché mai Dio dovrebbe mettere
alla prova il Suo Verbo? Perché la guerra fra bene e male deve essere
combattuta fra il Figlio di Dio ed il Figlio di Satana, due entità
concepite, non dalla carne, ma dai loro rispettivi padri spirituali? Domande
senza senso, vero? Vedete, cari lettori, la conseguenza di un ragionamento assurdo!
198
Nei Vangeli, Gesù parla del suo legame con Dio, suo Padre nei
Cieli. A volte dice: "Quello che sa il Padre, lo sa anche il Figlio, e il
Figlio sa quello che il Padre sa perché sono una cosa sola." I cristiani, in genere, non trovano nulla di
strano in quest’affermazione. Ciò perché, se presa alla lettera,
confermerebbe la fede trinitaria. Padre,
Figlio e Spirito Santo. Sembra qui che Gesù sia in linea con il pensiero
del suo più amato apostolo, Giovanni. C’è, però, un limite:
il Figlio non conosce del tutto la volontà del Padre. Com’è
possibile?
199
Gesù, il Dio-Figlio, non conosce del tutto la Volontà del
Padre! Alla fine, Gesù non conosce quando avverrà il Giorno
Grande e Terribile del Signore. Gesù, quindi, non sa quando si
realizzerà questo grande momento della storia. Da ‘cristiano’ non me lo
so spiegare. Rivolgo le mie preghiere al Figlio di Dio che non conosce il tempo
finale conosciuto soltanto dal Padre. No! Non ci credo. Non è
concepibile quest’oscurità profetica! Eppure, nel Vangelo di Marco (cap.
13, ver. 32) Gesù dice: "Quanto, a quel giorno o l’ora, nessuno ne
sa niente, neppure gli Angeli del Cielo e neppure il figlio, se non il Padre.
State attenti e vigili poiché non sapete quando sarà il
tempo".
200
Gesù in questa frase conferma che Dio sa cose che neppure il
Figlio sa. Tale affermazione ci fa capire che egli non possedeva la conoscenza
dei tempi. Ciò limita la ‘divinità’ di Cristo, che, di
conseguenza, cade nell’imperfezione come tutti gli esseri viventi.
201
Gesù profetizzò di un tempo futuro in cui "il Figlio
dell'Uomo giungerà dalle nuvole con grande potenza e gloria":
nessuno, però, sa il giorno e l’ora, nemmeno il Figlio. Perché
Gesù, in questa profezia, non profetizza il ritorno di se stesso
bensì del Figlio dell’Uomo? Dalle parole di Gesù si apprende
anche che i veri scelti di Dio sono degli uomini, figli di uomini; uomini che
hanno ricevuto la Torà dentro il cuore e la conoscenza dei messaggi di
Dio tramite i Profeti d’Israele.
202
Il Figlio dell’Uomo era un termine usato spesso
nelle profezie di Gesù. Lo troviamo anche quando Gesù profetizzò
la sua morte e la sua resurrezione.
(Marco, cap. 10, ver. 33-35) “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il
figlio dell'Uomo sarà dato in mano ai principi dei sacerdoti e agli
scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno in mano ai gentili, lo
scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, ma
egli dopo tre giorni risorgerà”.
203
Il linguaggio della falsa fede nasce quando si modifica, si aggiunge, e
si manipola la parola originale, senza il permesso di chi l’ha pronunciata.
Così hanno fatto i Padri della Chiesa e, come dice Peretz: "La
tradizione è diventata più forte della verità".
204
Come mai Dio non ha rivelato ad una parte di ‘Se Stesso’ il giorno in
cui sarebbe arrivato il Figlio dell’Uomo? Forse Dio non si fida del tutto del Suo
unico Figlio? Perché mai Gesù profetizza che il Figlio dell’Uomo sarebbe
giunto dalle nuvole? E non che sarebbe venuto il Figlio di Dio, mandato dal
Padre? Si vede che Gesù, il Figlio di Dio inteso dai cristiani, non fa
parte delle rivelazioni espresse da Dio, rivelate dai Profeti d’Israele! Il
termine Figlio di Dio, inteso dai cristiani, non era nel linguaggio di
Gesù; esso nacque dopo, dal falso linguaggio di Giovanni e Paolo e si
radicò nelle menti dei primi cristiani.
205
Il Figlio, se non lo sa, non lo sa. Egli non può neanche
chiederlo agli angeli, perché anche loro non sanno quando
arriverà quel giorno. I Saggi d’Israele dicono che persino gli Angeli
Servitori, la cui vita è lunga come il mondo, non possono vedere la Sua
Gloria. Allora come la mettiamo? Il termine ‘Figlio di Dio’, inteso
letteralmente, non è neanche menzionato nei discorsi di Gesù.
Inoltre Gesù non conosce il tempo, il giorno e l’ora in cui
arriverà il Figlio dell’Uomo. Gesù non conosceva quel giorno;
egli, però, affermava che anche lui sarebbe ritornato.
Grazie a Dio, si comprende meglio il linguaggio di Gesù con il
ritorno della Stella di Cristo annunciata dallo Tzadik Haim nel primo grande
Segno delle Stelle. In quella visione profetica, Gesù vedeva che quando sarebbe
arrivato il tempo, il suo nome sarebbe stato scritto nelle stelle redenzionali.
Nonostante ciò, sarà il Figlio dell’uomo a scendere dalle nubi
dal Regno dei Cieli per portare la
Redenzione Finale.
206
In molte lezioni Peretz ha spiegato che non c’è stata mai e mai ci
sarà una storia ingarbugliata come quella della missione di Gesù.
Insomma, senza le chiavi della Terza Redenzione Finale, non si può
capire la storia del vero Gesù. Un cristiano onesto che vuole capire chi
era il vero Gesù avrà dei problemi perché il linguaggio di
Gesù contraddice la sua fede e lo confonde sempre di più.
Gesù è Dio ma Gesù non ha mai detto di essere Dio.
Gesù è lo strumento usato da Dio nella creazione dei cieli e
della terra ma tale affermazione viene testimoniata da un uomo chiamato
Giovanni l’Evangelista non da Gesù.
“In principio Dio creò i cieli e la terra”. Questo è
l’inizio della Genesi. Come potete notare, cari lettori, il Verbo di Giovanni
non esiste. Il linguaggio del prologo di Giovanni non si concilia con la parola
di Dio e neanche con la fede di Gesù. Carissimi cristiani, Giovanni l’Evangelista ha
creato un dio tutto suo che mostra molte lacune e contraddice il vero
Gesù.
207
Il Dio di Giovanni Evangelista, infatti, era tutt'altro che chiaro. Egli
non conosceva, come gli angeli e come gli uomini, quando sarebbe arrivato quel
giorno. Il Dio di Giovanni annuncia al mondo intero che ci sarà il
Figlio dell’Uomo. Intanto Gesù affermava ad un ricco che lui non doveva essere chiamato ‘buono’, dato che solo
Dio è Buono. Gesù predicava la Legge di Mosè e dei Profeti
ma non sapeva quando sarebbe arrivato il tempo finale. Insomma, il dio cristiano
è alquanto limitato!!!
208
Non sto più nella pelle. Potrei io, forse, entrare in Chiesa?
Forse, cancello le parole di Gesù ed entro nella Chiesa di Paolo? Sto scherzando!
In verità, sono entrato in Chiesa stanotte in sogno, ed ho visto il buon
Papa Woitilla disteso dentro ad un feretro, attorniato da fedeli che non
seguivano il momento solenne, perché impegnati a conquistare i primi
posti.
209
Questo comportamento ipocrita non fa onore a nessun morto. L’ipocrisia
è odiosa. Gesù l’ha definita nel Vangelo di Matteo (cap. 23, ver.
28) con queste parole:"Guai a voi scribi e farisei che siete come sepolcri
imbiancati che all’esterno appaiono belli a vedersi, ma che dentro invece sono
pieni d’ossa di morti e d’ogni putredine".
Troppo spesso nel mondo cristiano la parola ‘ipocrisia’ è stata associata
solo agli scribi ed ai farisei! Forse Gesù, quando rimproverava i
farisei, pensava che fossero gli unici a
peccare di tale odioso difetto? Forse credeva che il mondo intero non avesse
nulla a che fare con questo peccato ma solo gli scribi ed i farisei del popolo
d’Israele?
210
Le accuse di Gesù sono state prese alla lettera dalle nazioni,
fin troppo ! Esse si sono considerate perfette davanti al Cielo, esenti da ipocrisia;
e con questa convinzione hanno lapidato il popolo d’Israele per duemila anni!!!
211
Noi cristiani abbiamo fatto gli stessi errori: con le parole siamo con
Gesù mentre con il cuore siamo con noi stessi. Quando le cose vanno
bene, diciamo grazie a Dio. Se vanno male, giudichiamo il Cielo come se di
sopra non sapessero quello che stanno facendo. Questo comportamento, un esempio
fra mille, è ipocrita davanti a Dio. Un vero cristiano non potrebbe
entrare in Chiesa a causa dell’ipocrisia dei fedeli e sarebbe disgustato nel
vedere l'ostentazione dei vestiti migliori in prima fila.
212
Grazie agli insegnamenti dello Tzadik Haim si impara a comprendere il
vero valore della missione messianica di Gesù, cardine indispensabile
della storia dell’umanità. La vera comprensione arriva con le chiavi
della Terza Redenzione Finale.
213
Gesù mi ha avvicinato alla fede. Il Maestro Haim, tramite gli
scritti di Peretz nel Sefer Mishnat Haim e tramite i sogni, mi ha fornito la
conoscenza della verità dell’Unicità di Dio. Oltre a ciò,
il Goel Haim ci insegna a correggere i nostri difetti di comportamento e di atteggiamenti.
214
La verità si comprende quando la persona impara a distinguere ciò
che amato e ciò che odiato dal Cielo. Gesù fu amato dal Cielo per
l'amore verso i suoi fratelli che voleva correggere e salvare. Purtroppo, i Padri
della Chiesa hanno invece manipolato i suoi messaggi e hanno sparso il seme
dell'antigiudaismo che ha causato così tante sciagure ai fratelli di
Gesù, per generazioni intere. Dov’era l’insegnamento di Gesù :"
Perdonate, se volete essere perdonati dal Cielo" ai tempi dell'Inquisizione?
215
Solo Papa Giovanni Paolo II, ha chiesto perdono agli ebrei per i gravi
crimini commessi dalla Chiesa nei loro confronti durante i secoli. Si è
trattato di un gesto umile fatto dal Vicario di Cristo. Questo gesto è
UN ESEMPIO DA SEGUIRE per un cattolico che ha il cuore sincero e cerca meriti
davanti al Cielo. Il corpo del Pontefice, però, nel mio sogno, è
disteso senza vita in una bara senza dei veri fedeli intorno a lui, che sono
indaffarati ad accappararsi i primi posti.
216
La parte migliore del cristianesimo è salita con il Papa. La
parte ipocrita del cristianesimo cadrà insieme alla falsa teologia. Nel
sogno, poi, io straccio gli scritti di Paolo e Giovanni. Ciò
perché i frutti del loro insegnamento sono in totale contrasto con le
parole del vero e amato Gesù.
217
Il grande problema, comunque, è questo: come potranno le nazioni
cristiane imparare la fede nell’Unico Dio Vivente quando Paolo di Tarso ha ‘accecato"
la verità separando il Cristianesimo dalla Legge di Mosè? La fede
di Gesù è stata soppressa, purtroppo, dai dogmi della teologia
trinitaria.
218
Nei Vangeli, inoltre, le risposte di Gesù sulla Legge di
Mosè invalidano le lettere di Paolo.
"Maestro, qual è il precetto più grande della legge?
– Egli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con
tutta la tua anima e con tutta la tua forza. Questo è il più
grande ed il primo dei precetti. Ma il secondo è simile ad esso "Amerai
il tuo prossimo come te stesso. DA QUESTI DUE PRECETTI DIPENDONO LA LEGGE E I
PROFETI. (Matteo, cap. 22, ver. 37, 40)
219
“HANNO MOSE' E
I PROFETI, CHE LI ASCOLTINO”.
220
Il vero Gesù risponde da vero ebreo istruito nella saggezza della
Legge dalla quale ha appreso e compreso che l’amare Dio e l’amare il nostro
prossimo sono l’essenza della Torà stessa. I cristiani, perciò,
senza saperlo, credendo alle teologie formulate dai Padri della Chiesa, si sono
allontanati da molti insegnamenti di Gesù.
221
Grazie a Dio, dopo venti secoli di buio fitto, Gesù potrà
rallegrarsi dal suo posto, perché per merito dello Tzadik Haim, la sua
missione è stata ripulita da tutti i difetti teologici. Tutto quello che
è falso sarà cancellato e tutto quello che è vero
sarà messo in luce; cosicché le persone potranno vedere il vero
Gesù con una luce nuova. Io amo il vero Gesù
222
Tutto ciò, comunque, fa parte del Disegno di Dio. Tutti dovevano
essere ciechi e sordi alle parole di Gesù. Secondo Paolo di Tarso, la
cecità di Israele sulla missione messianica di Gesù fece
sì che le nazioni ricevessero la fede in Cristo.
223
Tale fede, però, non si basava più sui principi della Legge di Mosè
bensì sulla ‘Nuova Legge’ di Cristo, basata sulle interpretazioni dei
Padri della Chiesa.
224
Tutti caddero nella cecità senza poter vedere i propri difetti.
Peretz ha spiegato che se gli ebrei di allora avessero capito Gesù, la
salvezza sarebbe stata per pochi e non per tutti. La chiave di comprensione
è nella lettera di Paolo ai Romani: " Dio ha messo tutti
nell’errore per poi avere misericordia di tutti".
225
Come poteva il vero Gesù accettare una fede estranea alla sua? O
trasgredire il Secondo Comandamento di Dio e fare peccare i popoli? O
sopportare una nuova dottrina senza Mosè? O gioire davanti a Dio, quando
proprio il suo nome era diventato motivo di idolatria nel mondo, a causa dei
Padri della Chiesa?
226
In verità, la divinità di Cristo ha estromesso il vero
Gesù, amato da Dio, dal Cristianesimo. Gesù per duemila anni
è rimasto solo con Dio, che conosceva la sua vera fede. Solo Dio
conosceva il cuore amorevole di Gesù verso il popolo di Israele e conosceva la sua saggezza. Gesù era un
uomo giusto davanti a Dio.
227
Tale comportamento fu a tal punto amato da Dio che lo avvolse nel Suo
Spirito Profetico affinché mettesse in guardia il popolo di Israele:
stava arrivando dal Cielo la Sua ira nei confronti dei Suoi
figli così mancanti verso il loro Padre nei cieli.
228
La fede dei cristiani, infatti, nacque in difetto a motivo di Giovanni e
Paolo di Tarso che fece loro credere che Gesù fosse ‘il vero Uomo, il vero
Dio’, un Uomo-Dio in terra senza peccato e, addirittura, che le forze del male
non avrebbero avuto nessun potere su
Gesù, dato che il male non avrebbe osato tentare Dio.
229
Come mai Giovanni nel suo Vangelo non ci informò che il suo Verbo
era stato tentato dal Diavolo in persona? Come mai un episodio tanto fondamentale
vissuto da Gesù non fu scritto da Giovanni? Lo aveva forse dimenticato?
Oppure il Verbo Incarnato aveva dimenticato di dirlo a Giovanni! Credetemi,
cari lettori, più entrate nei Vangeli e più vedrete i difetti dei
loro autori.
230
Giovanni credeva che Gesù fosse Dio incarnato. Il Verbo era il
massimo del bene che poteva essere attribuito a Gesù, rendendolo,
così, un Uomo-Dio, senza libero arbitrio, comandato direttamente dal
Padre. Giovanni paragonò Gesù ad un ‘Dio-Uomo’ cosi potente da
non poter essere tentato dal male.
231
Forse Dio può essere tentato?! Chi oserebbe tentare il Verbo?
Regge la logica della non-logica del Verbo. Nessun tentatore potrebbe avere il
potere di far cadere il Verbo escogitato da Giovanni. Non può esistere
una tentazione che il Verbo non possa superare! Che scopo ha la tentazione se
il soggetto non ha punti deboli?
232
Nei Sinottici, invece, la tentazione nei riguardi di Gesù fu una
prova voluta dal Cielo. Da uomo, Gesù ebbe libero arbitrio, altrimenti
la tentazione non avrebbe avuto senso. E quale arma usò Gesù per
sconfiggere Satana? La forza della Torà! Gesù usò la
potenza dei versi della Legge di Mosè, non la forza della propria inesistente
divinità! Gesù, da uomo ordinario, aveva le sue debolezze che erano
del buon pane per il palato del Satana.
233
In ogni caso, Gesù fu tentato da Satana. La cosa curiosa è che Satana non lo
chiama Gesù ma si rivolge a lui sempre: "Se tu sei il Figlio di Dio", e non dice "se Tu
sei Dio". Dalle parole di Satana, di sicuro, non c’è mai da
fidarsi. La Tradizione spiega che il Satan conosce tutta la Legge di
Mosè, in ogni sua parte, e conosce perfettamente tutte le proibizioni
sull’idolatria. Secondo me, l’intenzione di Satana era di convincere
Gesù a credersi veramente il Figlio di Dio: cercherò di spiegare
questo punto in seguito.
234
Le tentazioni del Satana sono molto interessanti da analizzare per
l’ambiguità delle sue offerte. Nella seconda tentazione, ad esempio, il
Satana fa intenzionalmente, un errore nella domanda: "Il diavolo condusse
Gesù più in alto, gli fece vedere, in un solo istante, tutti i
regni della terra, dicendo “perché a me sono stati dati ed io li do a
chi voglio, se tu t’inginocchierai davanti a me, tutto sarà tuo”. ( Luca,
cap. 4, ver. 5, 7). La proposta del Satan è scaltra. Forse a Satana sono
stati dati tutti i regni della terra? Perché il Satana avrebbe offerto
tutti i regni di questo mondo a Gesù, se Gesù è Dio?
235
Il Satan può barattare con il Dio-Figlio di tutti i regni? Il Verbo di Giovanni, forse, per riavere
quello che aveva dato a Satan doveva inchinarsi al ‘Re’ del male? Vedete, cari
lettori, che la tentazione che subì il Verbo Incarnato non può
aver mai avuto luogo per Giovanni. Il Verbo non ha bisogno dei regni proposti
da Satana. Forse le opere create dal Verbo avrebbero potuto far cader il Verbo
nel peccato? La richiesta del Satana non si adegua alla divinità di
Cristo, il Verbo di Dio Incarnato. Il
tentatore è stato creato da Dio per mettere alla prova gli uomini, non
Dio.
236
Il Satan conosce bene il suo mestiere. Il suo intento fu quello di far
sbagliare Gesù con un peccato idolatra. Tutti i regni in cambio di un semplice inchino. Un
atto di idolatria comporta una trasgressione del Secondo Comandamento.
Gesù, se fosse stato Dio o Figlio
di Dio veramente, avrebbe risposto da Divino con queste parole: - Perché
mi proponi quello che è mio? Perché devo inchinarMi a te? Io sono
quella parte visibile di Dio, in terra, a cui tutti gli uomini si devono inchinare,
poiché Dio ha creato tutte le cose per mano Mia.
237
La tentazione, per aver una minima speranza di riuscita, deve basarsi
sull’inclinazione della persona e sfruttarne i punti deboli. Così lo si
mette alla prova per vedere cosa sceglie, il bene o il male. Si tratta del
libero arbitrio che solo l’uomo, figlio della carne, ha ricevuto in dono da
Dio.
238
Il desiderio di Gesù era quello di mettere in pratica e di
insegnare il cuore giusto nei confronti della Legge e dei Profeti. Gesù
risponde al Satana: "Sta scritto, Adorerai il Signore, Dio Tuo, a Lui solo
rivolgerai la preghiera". La
preghiera diretta a Dio è per
Gesù il punto centrale della fede, e non c’è diavolo che gliela possa
demolire o cristianesimo che gliela faccia cambiare. La Legge di Mosè
è la roccia della fede di Gesù che sgretola le parole di Satana.
Non c’è nessun regno o ricchezza che possano corrompere la vera fede
nell’Unico Dio.
239
La FEDE di Gesù ha respinto il SATAN, non la divinità del
Cristo.
240
Cari lettori, guardate l’astuzia sottile del Satana. Che cosa chiede a
Gesù? Gli chiede di inchinarsi a lui. Che scopo ha tale proposta, se non
quella di farlo cadere in errore? Satana
sapeva benissimo come far allontanare Gesù da Dio e dalla Legge di
Mosè. Bastava un semplice inchino.
241
Ma Gesù trova nella Torà le parole esatte per buttare
giù Satana. Sta scritto di adorare soltanto Dio, e solo a Lui bisogna
rivolgere le preghiere. Gesù sta ricordando a Satana che tale inchino
è un’azione proibita dalla Torà di Mosè. La Torà proibisce
di inchinarsi a scopo di ‘servizio’ a tutto ciò che esiste nell’universo,
tranne che a Dio. La risposta di Gesù a Satana avrebbe dovuto far
meditare i Padri della Chiesa sulla fondamentale verità che le preghiere
vanno rivolte a Dio soltanto.
242
Nei Vangeli, Gesù insegna a
rivolgere tutte le preghiere all’unico Dio. Gesù mette in pratica tale precetto
davanti a Satana e a tutti quelli che incontra sulla sua strada. Gesù fu
tradito, però, dai Padri della Chiesa che permisero una fede indiretta, una
fede idolatra che allontanava i fedeli dal Secondo Comandamento. Riflettiamo,
dunque: chi è caduto nella trappola tesa da Satana, Gesù o i
Cristiani???
243
Se Gesù, per così dire, non fosse stato istruito nella
Torà di Mosè, avrebbe potuto fare anche lui la stessa fine dei
Cristiani.
244
Mi dispiace, Giovanni, che il tuo Maestro non ti abbia informato del
fatto che era stato tentato da Satana. Può darsi che le risposte di
Gesù a Satana ti avrebbero aiutato a non cadere nella trappola idolatra
del Verbo. Oggi, milioni di cristiani pregano Gesù e non Dio
direttamente. Purtroppo. Essi credono che Gesù sia il Verbo Incarnato di
Dio e si inchinano a ciò che Dio ha proibito nella Torà. E’
proprio vero, basta che salti una lezione del maestro che l’allievo falsa la
predica.
Quando Gesù pregava, si rivolgeva forse a se stesso !!! ????
245
Anche la terza tentazione è a misura d’uomo (Luca cap. 4, ver. 9,
13) "Satana lo condusse a Gerusalemme e lo pose sulla parte più
alta del Tempio e gli disse: "Se tu sei il figlio di Dio, gettati da qui,
poiché è scritto “Dio comanderà ai Suoi Angeli che ti
proteggano”. E ancora “ Ti sosterranno con le mani perché il tuo piede
non abbia a inciampare in una pietra”. Gesù gli rispose: “E stato anche
detto: "Non mettere alla prova il Signore, tuo Dio".
246
Satana con questa tentazione vuole convincere Gesù a fare
qualsiasi azione spericolata. “Se tu sei
il Figlio di Dio, gettati dal Tempio, tanto, Dio manderà degli angeli per
evitare che il tuo piede inciampi sulla pietra” Se Gesù fosse stato una divinità, avrebbe
avuto bisogno degli angeli per evitare di sfracellarsi sulla pietra? Ma Gesù
era un uomo come tutti, di carne e ossa. Egli era, però, un ebreo
osservante ed istruito nella Legge di Mosè. Non era facile per Satana,
quindi, far cadere Gesù dal Tempio.
247
Se Gesù, non avesse avuto del non buono, con che cosa avrebbe mai
potuto il Satana tentarlo? Come poteva Satana ingannare Gesù? La richiesta
di Satana è molto chiara: se tu sei il figlio di Dio, gettati da qui.
Gesù, per dimostrare a Satana che era veramente il Figlio di Dio, avrebbe
dovuto buttarsi per essere eventualmente salvato dagli angeli mandati da Dio.
Tutto ciò non mi convince. Penso che, dietro a tale tentazione, Satana
con l’inganno voleva uccidere Gesù. Satana per convincere Gesù a
saltare giù dal Tempio doveva fargli credere che fosse Figlio di Dio. Se
Gesù si fosse creduto veramente
il Figlio di Dio, avrebbe ascoltato Satana e sarebbe morto. Da quando mai Dio
manda la redenzione ad un uomo, quando costui sceglie di ascoltare la parola di
Satana? Gesù, invece, nella sua saggezza, vide nelle parole del Satana
un’arma a doppio taglio.
248
La tentazione spiegata in questi termini ha un senso davanti ad un uomo
di grande fede come Gesù. Per il Verbo di Giovanni, la tentazione,
invece, fece solo perdere del tempo ad entrambi, sia a Gesù che al
Satana! Il Verbo per mostrare che è Figlio di Dio davanti a Satana, deve
saltare per essere poi salvato dagli angeli? Il Verbo di Giovanni ha bisogno
della protezione di Dio? Il Figlio di Dio ha bisogno di una salvezza? Il Figlio
di Dio, se è vero ‘Uomo’ e vero ‘Dio’, deve subire delle prove da
Satana? Il Figlio di Dio può cadere in tentazione?
249
Satana sa benissimo che Iddio non avrebbe mandato nessuna salvezza a chi
si crede di essere il Figlio di Dio Unigenito. Perciò, se Gesù
fosse saltato giù dal Tempio non sarebbe stato salvato da Dio. Con una
menzogna, Satana voleva convincere Gesù a credersi il Figlio di Dio, per
ucciderlo. Gesù, invece, si salvò perché sapeva bene chi
era il vero figlio di Dio, una conoscenza, questa, ricevuta dalla tradizione della sua gente che proclama
"Israele, il Mio Figlio Unigenito – e – Figli siete al Signore vostro Dio".
250
Gesù risponde con la fede basata sulla Torà. L’istruzione
ricevuta dalla Torà proibiva a Gesù di fare azioni che lo
mettessero in pericolo. Gesù ha risposto con la saggezza della sua
cultura al Tentatore: “E stato anche detto: "Non mettere alla prova il
Signore Dio tuo”.
251
Da Gesù si impara inoltre che chiunque usi la Torà come
difesa dal male non cade nelle trappole del Tentatore. La forza della Legge
respinse Satana. Cosa significa? Significa che Gesù ci sta insegnando
quale arma serve per respingere Satana:
La Legge di Mosè, magister noster.
252
Il lavoro del Tentatore è quello di far peccare l’uomo davanti a
Dio. Le Tentazioni di Gesù rappresentano spine che fanno male allo
Spirito Cristiano. Non esiste nessun Figlio di Dio, concepito dallo Spirito
Santo. Gesù non è il ‘Figlio’, non è il ‘Padre’ e non
è lo ‘Spirito’, bensì un uomo che ha messo tutta la sua fede in
Dio. Io sono martellante; lo so! Questo è il lavoro che Dio mi ha
commissionato. Nel Cristianesimo, purtroppo, l’idolatria è molto fitta e
contagiosa.
253
Le nazioni, infatti, divennero cristiane con le parole di Giovanni e di
Paolo. Pochi secoli erano passati e lo Spirito del Verbo non si incarnava
solamente in un uomo, ma si pietrificò in idoli a forma d’uomo. Il
Secondo Comandamento di Dio rimase cosa sconosciuta alle masse, ma non agli
studiosi delle teologie del passato.
254
Ho appreso dal testo - Enciclopedia delle Religioni – di Gerhard J.
Bellinger che: "all’inizio del cristianesimo non esisteva ancora il culto
alle immagini perché tale culto era considerato idolatra. Ciò rappresentava un grosso
problema. Un certo Giovanni di Damasco lo risolse in questo modo: Dio sì
è incarnato in Gesù, quindi, lo possiamo vedere. Se Dio si
è reso visibile, lo possiamo raffigurare con immagini". L’autore
del testo rileva che questa versione piacque molto ai teologi di allora. Cosi
in poco tempo vennero introdotti nei luoghi di culto le varie immagini
dell’Incarnato.
255
Guardate, cari lettori, il disastro della conseguenza della dottrina del
Verbo di Giovanni. Tale dottrina è in completa contraddizione con la dottrina
di Dio del Secondo Comandamento. Quel Giovanni di Damasco prese per vero il
concetto falso dell’Evangelista e disobbedì a Dio. Il Peccato del Verbo
cadde sui figli di quella fede. Tale fede permetteva ciò che fu proibito
da Dio. Il peccato idolatra del Verbo divenne tangibile e visibile quando i
suoi seguaci lo trasferirono sulle immagini e sugli idoli.
256
Perché i Padri della Chiesa non considerarono Gesù un
essere umano? Ah! Penso d’aver capito!
Secondo i Padri della Chiesa, gli esseri umani non possono essere
scolpiti né dipinti per essere venerati, come fanno i Greci ed i Romani!
Gesù, invece, è il Verbo che diventa Carne; la ‘Carne concreta di
Dio’ visibile in terra, la ‘Carne concreta
di Dio’ che diventerà cibo delle masse,
la ‘Carne concreta di Dio’ che può essere raffigurata. I fedeli,
dunque, possono tranquillamente fare delle statue che rappresentano il loro
Dio. Infatti, è più facile adorare ciò che si vede!!!
Gesù è il Dio visibile dei Cristiani. Una tesi che piace a chi non sa distaccarsi
dall'idolatria.
257
Questa teoria resta solida, solo se non si conosce la Rivelazione sul
Sinai. La fede del cristianesimo non si appoggia sulla parola di Dio nei Dieci
Comandamenti. Se il cristiano riconosce sì la Rivelazione del Sinai come
un fatto storico accaduto realmente, senza sapere e capire, però, quasi
nulla di ciò che Dio proclamò, come potrà mai capire di
essere giusto o in difetto nella fede davanti a Dio?
258
Farsi un’immagine o un idolo di Dio è proibito dalla Torà.
Dio non ha nessuna immagine e non esiste niente nell’Universo che Lo possa
rappresentare, sia in cielo che in terra.
259
Quel Giovanni di Damasco ragionò come Giovanni l’Evangelista. Ed
il Verbo divenne Carne, l’immagine di Dio in terra. Tale tesi non si concilia,
però, con la parola di Dio, non si concilia con la parola dei Profeti
d’Israele e non si concilia neanche con
la parola di Gesù stesso che insegnò che lo spirito genera
spirito e che la carne genera carne, e non che lo spirito diventa carne.
260
Gesù, tu sei ebreo e preghi solamente Dio, l’Unico Signore dei
Cieli e della Terra. Hai chiesto a Dio di perdonare i tuoi fratelli
perché non sapevano ciò che facevano. Tale preghiera,
però, manda in confusione il cristianesimo di Giovanni. E voi,
cristiani, se, per voi Gesù è il Dio Incarnato, perché
avete sempre condannato il popolo di Israele invece di perdonarlo!? Il Verbo,
però, divenne dipendente da una volontà oscura e sovrastante. Non
solo, ma il Verbo non sapeva quando sarebbe arrivato il giorno del Signore! La Divinità di Cristo doveva pure
pregare un Dio superiore a lui. Forse che il Dio di Giovanni in terra prega il
Dio che sta su nei cieli? Dio ha forse
due nature, una superiore e una inferiore?
261
Perché la Divinità di Cristo, in croce, non mette in pratica
ciò che ha insegnato: il perdono? Forse il perdono in quel momento non
era di sua competenza? Gesù, invece, nei Vangeli manifestò un
comportamento da uomo. Ciò farà sfigurare alla fine il Verbo di
Giovanni davanti ai fedeli, quando essi conosceranno il vero Gesù.
Allora si accorgeranno che Gesù, come Divinità, è molto,
ma molto difettoso. Il vero Gesù conosceva la bontà di Dio e
sapeva che la misericordia di Dio avrebbe perdonato ogni cosa.
262
Le teologie sorte dopo Gesù si sono basate sulla parola di
Giovanni. Giovanni l’Evangelista divinizzò il suo maestro e oscurò
il vero Gesù sotto la falsa luce del suo Verbo. Il Verbo era il nuovo
Dio che sradicava la radice ebraica di Gesù. L’Ombra Teologica di
Giovanni, purtroppo, tolse l’ebraicità da Gesù, tolse la vera
identità etnica di Gesù e, soprattutto, tolse il rispetto dei
suoi fratelli verso Gesù. Tutto ciò creò dei fedeli
cristiani che non sapevano ciò che insegnavano e non capivano ciò
che stavano facendo. Anch’io sono molto ignorante; ho solo la fortuna di aver
ricevuto, grazie a Dio, questo compito di aiutare a salvare le pecore smarrite
dalle storture teologiche cristiane. Gesù...
perdona Giovanni perché non sapeva ciò che scriveva.
263
Un errore teologico, necessario, comunque, per innalzare le nazioni. Ci
voleva una nuova forma di idolatria, 'gentile' e amorevole, per conquistare i
buoni di cuore nascosti nelle masse di allora.
264
Paolo di Tarso tolse la Legge di Mosè e favorì la
deificazione di Cristo. Giovanni l’Evangelista creò il Verbo e il mondo
pagano potè adottare un Dio corporeo da venerare. Iddio ci sta dando una
lezione storica. Tutti noi siamo mancanti e presuntuosi di sapere la
verità. Tutti noi dobbiamo riconoscere i nostri errori. Iddio ci ha
lasciato sbagliare con lo scopo di riconoscere i nostri errori.
265
Per merito del Goel Haim, ho appreso dai Segni Completi la vera storia
di Gesù. Gesù è risorto dalla morte, è vero.
Nessuno sapeva, però, che Gesù stabilì nel mondo il Segno
Iniziale della Resurrezione dai Morti e che lo Tzadik Haim l’ha completato.
266
Dal Diario di Daniele Sonai - 27 aprile 2005
Qualche giorno fa, ho sognato di trovarmi in cima ad una scogliera con
mia figlia. Entrambi eravamo attaccati ad una roccia. Dietro di noi il vuoto ci separava dal mare.
Bastava un niente per precipitare giù. C’era, però, una via
d’uscita che era rappresentata da una porta. Sapevo che quella porta era la
porta di Paolo di Tarso. Ogni tanto usciva qualcuno da quella porta e mi
proponeva di entrarvi a condizione di accettare le loro regole. La
curiosità, però, mi ha spinto ad entrare. Sembrava un ambiente
irreale. C’erano guardie ovunque che vigilavano davanti a innumerevoli porte.
Una guardia mi invitò ad entrare in una porta dicendo che avrei dovuto fare
qualcosa di illecito. Io mi sono rifiutato e ho preferito restare attaccato
alla roccia, fino alla fine del sogno.
267
Questo sogno m’invita a non entrare nel mondo di Paolo di Tarso.
C’è troppa filosofia nel suo linguaggio. Io non ho studiato e non
intendo studiare le sue lettere. Ho solo riportato alcuni passi. Intendevo solo
far notare ai lettori che la Legge di Mosè è stata tolta da Paolo
di Tarso e non da Gesù.
268
12 ottobre 2005 - Appena ho finito di scrivere questo ultimo brano, ho
fatto una preghiera a Dio Altissimo. "Padre Onnipotente, aiutami a
riconoscere i miei sbagli per non subire ‘pesi’ dal Cielo'. Poco dopo mi sono
addormentato ed ho fatto un sogno.
Nel sogno vedo che sto scrivendo. Quando finisco, sento una voce dal
Cielo dirmi: “Con questa lettera si è completato il segno di Paolo di
Tarso. Ora, il testo può cominciare ad essere tradotto in francese ed in
spagnolo”.
269
Nella Terza Redenzione Finale, Dio Benedetto risponde spesso alle preghiere in Sogni Redenzionali. Ti
ringrazio EL SHADDAY per avermi messo sulla Tua strada che porta direttamente a
Te. Grazie allo Tzadik Haim ho imparato ad assaporare il Pane del Regno dei
Cieli e a godere i veri gusti della Tua Verità. Il mio piacere è
di far sentire agli altri il Profumo del Pane Celeste per poi gustarlo con
tutti quelli che hanno fame di verità.
270
Il Verbo di Giovanni ha impedito il compimento delle promesse di Dio per
la Redenzione Finale. Le sue parole hanno causato idolatria. Ormai quel che
è scritto è scritto. Le migliori parole di Gesù, sono state rese
immortali proprio nel Vangelo di Giovanni; basta togliere il suo Verbo e tutto
torna nello splendore della sua natura. Pensate, cari lettori, il Verbo nel
mondo è finalmente costretto a subire l’umiliazione, e da chi? Proprio
da Gesù.
271
Dal Vangelo di Giovanni: "Fino a quando ci tieni con l’animo
sospeso? Se sei il Cristo, diccelo apertamente". Rispose loro Gesù:
"Ve l’ho detto e non credete. Le opere che faccio in nome del Padre mio,
esse mi rendono testimonianza. Ma voi non mi credete, perché non siete
delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco e mi
seguono. Io do loro la vita eterna e non periranno mai; nessuno le
strapperà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è
più grande di tutti e nessuno le può strappare dalla mano del
Padre. Io e il Padre, siamo uno". ( cap. 10, ver. 24, 30.)
272
In questo passo, Gesù era pieno dello Spirito di Dio. Dio era con
Gesù. Tramite la sua bocca, Dio esprimeva, purtroppo, le mancanze dei
Pastori nei confronti del Gregge di Dio. Un terribile peso portava Gesù
su di sé: il lamento di Dio per i pastori che non credevano e non
ascoltavano la Sua parola. Il vero Gesù soffriva con Dio, per
così dire, perché i pastori non ascoltavano Mosè ed i
Profeti di Israele.
273
Il Dio di Israele dà vita eterna a chi ascolta Mosè ed i
suoi Profeti. Dio Benedetto protegge il suo gregge direttamente nella Sua mano.
Nessuno riuscirà a staccarlo da Lui. Subito dopo, giudiziosamente,
Gesù spiega che sta parlando in nome di Dio, suo Padre, il più
grande di tutti. Iddio si è servito di Gesù per avvisare i capi
del popolo delle loro mancanze. Non per niente Gesù è il secondo
uomo della Redenzione.
274
Gesù sapeva bene quale gregge doveva essere salvato; sapeva bene
che solo il popolo di Israele era comandato ed in grado di far conoscere la
volontà di Dio in terra. Gesù sapeva perfettamente che il popolo
di Israele era lo Scelto Figlio di Dio. Se il gregge, guidato da buoni pastori,
cammina bene davanti a suo Padre, la Santità e la Benedizione scendono
sul popolo e sulla terra di Israele. Nel verso, Gesù paragona questo
legame ad una mano forte che tiene stretta la cosa che gli sta più a
cuore: il legame fra Dio è il suo popolo, come se fossero, per cosi
dire, una cosa sola in mano Sua.
275
Gesù in quell’epoca era sicuramente uno dei pochi uomini vicini a
Dio ma ancor di più, l’unico a tradurre quella vicinanza in una missione
di salvezza. La correzione e la salita del popolo d’Israele di allora erano
impossibili a compiersi. Non c’era la vera comprensione della Volontà di
Dio.
276
Gesù stesso si rese conto del suo fallimento (la missione fallita
profetizzata in Malachia). Non c’era ormai più nulla da fare. Entrava in
vigore ciò che era stato decretato. Israele stava per affrontare il suo destino.
Il Figlio Primogenito di Dio, Israele, avrebbe dovuto subire le umiliazioni
dalle nazioni pagane per espiare le sue iniquità. Il Goel Haim ci ha
spiegato che tale decreto era meno pesante di quello assai più amaro di annientamento
del popolo scelto, Dio ci salvi, che fu mitigato per merito del sacrificio
messianico di Gesù.
277
Il sacrificio di quell'ebreo fedele a Dio, che si caricò addosso
i peccati dei suoi fratelli, venne accettato. Grazie a ciò, Israele
poteva sopravvivere. Il popolo di Dio veniva sparso fra i popoli, compiendo la
profezia: "Ed Io vi disperderò fra le nazioni".
278
Questa nuova comprensione viene grazie al Goel Haim, l’ultimo Capo dei
36 Giusti Nascosti. Egli nella sua ultima sofferenza, morte e resurrezione nel
Regno dei Cieli ha tolto un terribile decreto di distruzione dal mondo. Lo
Tzadik Haim è risorto nel mondo per portare la Redenzione rivelando i
Sei Segni Completi della Terza Redenzione Finale.
279
Il linguaggio di Gesù trova il suo equilibrio nella bocca di un
uomo. Tale linguaggio diventa difettoso, invece, se un Divino lo pronuncia. Ad
esempio, che senso ha per il Verbo Incarnato dire che ha un Padre più
grande di tutti? Oppure che senso ha per il Verbo Incarnato dire che ha
ricevuto dal Padre tutto quello che ha detto? Forse il Dio Padre ha dovuto
riempire un Figlio Divino di notizie ed insegnamenti? Come sarebbe stata questa
Divinità se il Padre non l’avesse riempita? Una Divinità vuota ed
ignorante? Una divinità dipendente di una volontà Superiore?
Perché noi comuni mortali
dobbiamo chiamare Gesù Nostro Signore, quando costui dipende da
un Essere superiore, per poter operare?
280
Perché Il Gesù Divino deve chiedere l’autorizzazione a chi
sta più in alto di Lui? Perché il Gesù, Verbo Divino, non
può agire con una propria indipendenza? Gesù aveva o non aveva
campo libero per fare ciò che voleva? Se il potere di Gesù Dio
dipende da Dio, allora che razza di Divinità è?! Svegliatevi,
pecore smarrite della casa di Israele e buoni Cristiani di tutto il mondo. La
verità è che Gesù si annulla davanti a Dio riconoscendo la
Sua grandezza che è superiore a tutto ciò che esiste. La fede
nell’unico Dio spezza le parole false di Giovanni che ha dato onore a chi l’ha
rifiutato.
281
Riportiamo le parole di Gesù (Giovanni, Cap. 10, ver. 32, 39) "Vi
ho mostrato molte opere buone da parte dal Padre. Per quale di queste opere mi
lapidate? E i suoi fratelli gli risposero: “Non ti lapidiamo per un'opera, ma
per una bestemmia; perché tu che sei uomo, ti fai Dio?”. Gesù
rispose a loro: “ Non è scritto nella vostra legge, Io ho detto, siete dei?. Se ha detto
dei a coloro che fu rivolta la parola di Dio, e la scrittura, non si può
abolire, a colui che il Padre ha santificato e ha mandato nel mondo voi dite:
“Tu bestemmi”, perché ho detto io sono il figlio di Dio? Se non faccio
le opere del Padre mio non credetemi. Ma se le faccio, anche se non credete a
me, credete alle opere, cosi che cominciate a comprendere che il Padre è
in me ed io nel Padre".
282
Le parole di Gesù stupiscono. Si intravede, comunque, l’enfasi
sulle sue opere più che su se stesso. La missione di Gesù fu
un’opera voluta da Dio! Per Gesù è importante che si creda alle
sue opere perché tramite esse si vede il vero servizio a Dio. Se
contemplate le mie opere, vedrete come un figlio di Israele dovrebbe
comportarsi davanti al suo Padre in cielo. Non giudicate, quindi, l’espressione
‘figlio del mio Padre’ bensì le mie opere che dimostrano come
comportarsi da figli di Dio. E se capite le mie opere, capirete che sto facendo
la volontà del mio Padre in cielo. Ed allora capirete questa mia
espressione ‘ figlio del mio Padre’ e che non è blasfemo e che è
perfettamente in linea con la volontà di mio Padre e del vostro Padre in
cielo.
283
Certamente queste parole vanno capite. Perché le ha dette? Forse
la Divinità di Cristo è meno credibile delle sue opere?
Perché la Divinità di Cristo non ha levato la propria immagine
davanti alle sue opere? Sia che dica il falso, sia che dica il vero, o cari
lettori, non vi pare che tutto ciò sia un comportamento assurdo per la
Divinità Cristo! Il vero
Gesù, invece, cosa dice? SE NON FACCIO LE OPERE DEL PADRE MIO, NON
CREDETEMI. MA SE LE FACCIO, ANCHE SE NON CREDETE A ME, CREDETE ALLE OPERE.
284
Gesù sta spiegando che se lui insegna una dottrina che non
è di Dio, è giusto non credergli. Egli precisa, poi, che anche se
insegna ciò che è giusto, non importa tanto credergli, se non di
riflesso alle opere che fa. Parole vere, dette da un uomo come tutti gli
uomini. Il Cristianesimo dalla fede idolatra non fu un'opera di Gesù
bensì un'opera nata dalla mancanza di comprensione, da parte dei Padri
della Chiesa, della natura umana di Gesù.
294
Siamo sempre alle solite. Un cristiano tradizionale non può
accettare la parola di Gesù nel vero valore in cui viene detta. Le sue
parole non hanno dato origine al cristianesimo teologico tradizionale! Le
parole di Gesù, se fossero state intese, avrebbero impedito lo sviluppo
teorico del Verbo di Giovanni. Perciò, un cristiano tradizionale non
potrebbe mai accettare le parole di Gesù che vanno contro la teologia
cristiana, a meno che non sia un cristiano pensante che mette in dubbio i falsi
dogmi della Chiesa. Il problema è
che i cristiani coraggiosi dovranno studiare già da questa generazione i
discorsi di Gesù, e non i discorsi dei teologi.
295
La verità è che Gesù s’annulla mentre i Cristiani
lo deificano. Gesù mette Dio davanti a tutto e a tutti, mentre i
Cristiani mettono davanti il Cristo-Deificato dal Verbo di Giovanni.
Gesù apprende dalle Scritture di Mosè mentre i Cristiani mettono
davanti il Verbo del Quarto Vangelo.
296
Gesù non pensava che il suo linguaggio potesse creare degli
attriti con i suoi fratelli. Per quale di queste opere mi lapidate, sebbene vi abbia
mostrato molte opere da parte del Padre? Essi gli risposero che non lo lapidavano
per un' opera, ma per una bestemmia. Tu che sei uomo, ti fai Dio!? Gesù
rispose ‘Sta scritto nella Torà: Io ho detto, siete dei’. La risposta di
Gesù ai suoi fratelli è da studiare.
297
A chi era riferito : "Io ho detto, siete Dei"? Era riferito al popolo di Israele. Nella
Torà, Dio si rivolse al Suo popolo e gli concesse il permesso di
chiamarLo Padre. Ciò rappresentava una maggiore vicinanza fra Dio ed il Suo
popolo, come un padre che si rivolge ai suoi figli. – ‘Figli siete al Signore
Vostro Dio’ e ‘il Mio Figlio, il Mio
Primogenito Israele.
298
Tali espressioni della Torà, assieme a quest’ultima, “Io ho
detto, siete dei”, sono di Dio. Gesù sta dicendo ai suoi fratelli che
Dio considera il popolo di Israele il suo Figlio Primogenito, e che il
riferimento non è alla sua persona. La parola di Dio è
verità assoluta e Gesù cita parole di Torà per demolire le
false accuse secondo le quali si sarebbe creduto Figlio di Dio, o peggio
ancora, Dio.
299
Le parole ‘Figli siete al Signore, Dio vostro’ e ‘Mio Figlio, il Mio
Primogenito, Israele’ sono chiare per Gesù. Per lui, esse si riferiscono
all’intera nazione che Dio chiama ‘Israele, il mio Figlio Primogenito’. Gesù
non si era mai minimamente considerato il Figlio Primogenito di Dio più
del popolo di Israele stesso. Gesù, nella semplicità, ci
insegna che Dio ha chiamato il Suo popolo Israele, il Mio Figlio Unigenito. Che
male c’e, quindi, dire che noi siamo Figli dell’unico Padre?- Voi pensate che io stia bestemmiando, avendo
io detto figlio di Dio. Come fate, fratelli miei, a non ricordare che il nostro
Padre ci ha chiamati Figli! Anch’io sono un figlio di Israele che cerca di
compiere, quanto meglio possibile, le opere del Padre nostro che rappresentano
la Sua volontà. Io rispondo con un linguaggio di Torà e,
perciò, parlo come un figlio del Signore, nostro Dio, che segue la
nostra Legge e la mette in pratica.
300
Il Secondo Comandamento inizia proprio con: - Non mettere altri dei
davanti al Mio cospetto.- Ciò significa che non c’è niente di
‘Divino’ che sta in mezzo tra l’uomo e Dio. – ‘Io ho detto ‘siete Dei’ ’ significa, invece, che da Figli di Dio siete
potenti, con poteri e facoltà concessi da Dio, ma che non siete delle
Divinità.
301
La Torà non ha fatto lievitare Gesù, non lo ha reso pieno
di se stesso: al contrario. La Torà non si apprende in un giorno. Ci vogliono anni di
studio per stabilirla dentro il cuore. Lo studio della Torà è
profondo. La Torà entra nel cuore della persona quando la studia con
umiltà. Allora, si percepisce l’amore di Dio che ama tutte le Sue
creature che Lo ascoltano. La Torà è il cuore pulsante della
persona che lo fa vivere in questo mondo e non lo fa cadere nell’inferno, fra i
tormenti dell’altro mondo. La Torà distrugge i falsi desideri di gloria,
distrugge lo spirito della vanità e distrugge gli dei nati dalle parole
degli uomini. La Torà è il perno della fede di Gesù. La
Torà ha guidato Gesù e gli ha fato dire: Uno soltanto è
buono, Dio. L’uomo ha del non buono. C’è solo un modo per superare il
non buono, ascoltare Mosè ed i Profeti. Gesù lo espresse
così: "Hanno Mosè ed i Profeti, che
li ascoltino". Ed è dalla
Torà che Gesù insegna ‘Ed amerai il tuo prossimo come te
stesso.
302
Poteva forse il mondo pagano, dopo le manipolazioni dei Padri della
Chiesa, ascoltare Mosè ed i
Profeti di Israele? Credo proprio di no. Il fatto è che i popoli pagani
non erano pronti a ricevere la vera fede monoteista. La severità del
Secondo Comandamento non permise, non permette e non permetterà mai nessuna
giustificazione per tollerare l’idolatria.
303
Il linguaggio di Gesù, in verità, demolisce il
cristianesimo e brucia il paganesimo! La verità di Mosè e dei
Profeti avrebbe impedito la nascita del cristianesimo ed i popoli sarebbero
rimasti pagani, se avessero ascoltato Gesù direttamente! Si. Avete letto
bene, cari lettori. I popoli pagani, se avessero ascoltato direttamente
Gesù, sarebbero rimasti pagani e non lo avrebbero seguito. Le parole di
Gesù mi hanno convinto a scriverlo.
304
Gesù non accettò che un giovane ricco lo chiamasse Maestro
buono: non solo non accettò il titolo di buon maestro ma dichiarò
a più riprese in modo inequivocabile che nessuno era buono, tranne Dio.
Potevano i pagani accettare un Dio in
terra che dichiarava di avere del non buono, come tutti quanti? Oppure avrebbe accettato il Cristiano che la
sua ‘Trinità’ avesse una parte in sè non buona!?
305
Potevano i nuovi Cristiani accettare direttamente la dottrina di
Gesù che insegnava che Mosè ed i Profeti di Israele non fanno
cadere la persona nel peccato?! Paolo di
Tarso insegnò di credere in Cristo, senza ormai più la Legge di
Mosè, ormai ' obsoleta', perché, a suo dire, la Legge racchiudeva tutte le cose sotto il
peccato.
306
Potevano forse i Cristiani tradizionali nel corso dei secoli accettare
direttamente da Gesù la verità che non bisognava beatificare,
nè tantomeno idolatrare la propria madre? Nel Cristianesimo ci sono
milioni di fedeli che fanno idolatria alla madre di Gesù. La parola di
Gesù proibisce di fare idolatria a qualsiasi cosa e persona, compresa
ovviamente anche la madre. La gente non sa che tale ‘beatificazione’, non
è altro che pura idolatria che allontana la benedizione di Dio.
Gesù lo sapeva. La Madre Chiesa ha sempre insegnato alle masse
esattamente il contrario.
307
Nel cristianesimo vigeva una fede ormai corrotta da falsi principi. Chi
poteva contrastare tale fede? Erano forse i popoli pagani di allora in grado di
ricevere una fede senza immagini da venerare? Coloro che sono abituati agli
idoli vogliono idoli! I concetti della teologia cristiana sono simili a quelli
pagani. Ed in tutta la storia, chi provava a contestare tale fede, faceva una
brutta fine. La Chiesa non accettava mai opinioni che la contraddivano e che,
se accettate, avrebbero ‘demolito’ le sue ‘fondamentà’! Quanti 'eretici'
furono messi al rogo! Il risultato fu il lungo silenzio dei popoli,
inconsapevoli di seguire una fede che andava contro la Legge di Mosè,
magister noster. I veri significati delle parole di Gesù, offuscati dai
Padri della Chiesa, non c’entravano ormai più!
308
Grazie a Dio, le parole testimoniate nei Vangeli da Gesù ci
rivelano chi è veramente Gesù. Con umiltà egli mostra i
suoi limiti, dicendo di non sapere quando arriverà il giorno in cui
giungerà il Figlio dell’Uomo. E ancora con umiltà egli rifiuta la
gloria degli uomini. Egli predica di credere nelle Sacre Scritture, i Cinque
Libri di Mosè ed i Profeti. Egli insegna ad inchinarsi a Dio soltanto e a rivolgere le preghiere soltanto a Lui, il Creatore
dell’Universo. Questi veri insegnamenti diventano difettosi davanti alla
deificazione del Cristianesimo. E' necessaria soltanto dell'onestà intellettuale per
vedere la differenza fra il vero Gesù, uomo, ed il falso Gesù divino
inventato dalla Chiesa. Non fu mai permesso ai Cristiani, purtroppo, di
‘vedere’ le parole di Gesù e di conoscere la fede da lui insegnata o di
parlare di una fede che avrebbe invalidato già in principio la nascita
di un Figlio-Divino di Dio. Tutte le strade stabilite dai Padri della Chiesa
condussero ad una sola via: la deificazione! La via dell'idolatria fu l’unica
strada consentita dalla Chiesa a tutti i Cristiani credenti!
309
Dal Diario di Daniele Sonai 1 maggio
2005
Troppo facile vedere gli sbagli degli altri. Io non sono migliore di
loro. Anch’io ho un mio errore da segnalare al lettore. In genere, quando
finisco di scrivere, il mio primo pensiero va a Dio, perché ho paura di
sbagliare. Le parole di Peretz mi fanno eco sempre nella mente, ‘Gli scritti
della Terza Redenzione Finale devono essere precisi ed equilibrati. Sbagli una
virgola ed il ‘peso’ di quella ‘leggerezza’ ti cade addosso.’
310
La mattina del 28 aprile 2005 ho letto le ultime quaranta pagine del
testo a voce alta. Ero arrivato quasi alla fine. Durante la lettura,
però, avvertii una sensazione di peso che si faceva sempre più
forte fino a diventare in pochi minuti insopportabile. Ciò mi costrinse
a tralasciare ciò che stavo facendo e pertanto decisi di mettermi a
dormire. Feci un sogno.
311
Nel sogno, mi trovavo nel mezzo di una festa insieme a Peretz. Di questa
festa, però, avevo solo il ricordo di aver bevuto un bicchiere di birra.
Poi mi sono risvegliato, ma sempre nel sogno, in un luogo all’aperto, nel cuore
di un bosco. Al risveglio, il primo pensiero fu: -" Come sono arrivato in
questo posto?" Ricordai, poi, la
festa e capii che dovevo ritornare da Peretz. Alla fine, dopo molta fatica
dovuta ad un tragitto tortuoso, trovai la strada e rividi Peretz, il quale mi
disse che l’avevo messo in imbarazzo per il mio comportamento da ubriaco. “E’
bastato un bicchiere di birra per farti perdere il controllo di te stesso. Tale
atteggiamento non rispecchia ciò che io insegno ai miei allievi.” - Non
riuscivo a credere a ciò che Peretz mi diceva. Fine sogno.
312
Mi svegliai con il mal di testa. La prima cosa che mi domandai fu: “Dove ho sbagliato?” Dovevo risolvere subito il
problema. Così in quello stesso giorno andai da Peretz e la prima
persona che incontrai fu Nodà. Lei, senza sapere nulla, mi disse, “Hai
fatto un errore nel tuo scritto. Ho avuto un flash a riguardo appena ti ho
visto.” La stessa cosa mi fu detta anche da Peretz. A quel punto, allora, gli chiesi:
“In questi casi, quando ci si rende conto dai segni di aver commesso un errore
nel testo, come fare per trovarlo?"
313
La mia fortuna fu quella di aver posto la domanda alla persona giusta, a
chi aveva una grande esperienza sui
possibili errori negli scritti: Peretz che, se in buona fede, sbagliava
qualcosa veniva quasi subito corretto dal Cielo. Ciò succede da oltre un
ventennio. Perciò chi meglio di Peretz poteva aiutarmi! Peretz, infatti,
mi rispose: "In questi casi di solito l’errore si trova nelle ultime
pagine. Comunque, se non riesci ad individuarlo, lo troveremo insieme".
314
Dopo qualche ora ho un flash. Mi era apparsa la frase: - In
verità siamo tutti della stessa carne.- Un errore gravissimo, questo:
questa frase non è mia. Io non avevo specificato da dove era stata presa
tale frase e chi l’aveva pronunciata. Tale frase fu ricevuta da Solly in un
sogno nel Gennaio 1990, a Beer-Sheva, in Israele. Solly sognò una
moltitudine di persone, forse in Sud America, appartenenti a molte razze
diverse. Solly vide lo Tzadik Haim che abbracciava tutti indistintamente con grande
trasporto, dicendo: : Siamo tutti della
stessa carne."
315
Così l’errore, grazie a Dio, è stato corretto. Avevo
sbagliato nel riportare una grande verità al mio nome e non al nome del
Maestro. Ho preso una cosa altrui ed ho lasciato intendere che fosse farina del
mio sacco, che Dio ci salvi. Tale frase fu detta dal Terzo Redentore, lo Tzadik
Haim, e da nessun altro prima di lui e
diventerà patrimonio di tutta l'umanità. Adesso comprendo il
sogno. Davanti al Cielo sono come un ubriaco che tira fuori il peggio di sè. Tanti anni di
insegnamenti che si bruciano per vanità. Peretz sa che quella frase che
io ho scritto è stata pronunciata dallo Tzadik Haim, nel sogno di Solly.
Perciò io lo misi in imbarazzo, non nei confronti dei presenti della
festa, ma nei confronti del suo Maestro.
316
Non ho ascoltato ciò che Peretz ha sempre insegnato… "quando la persona parla in nome del suo
Maestro, avvicina la Redenzione. Se la persona, però, parla a proprio
nome, e non nel nome del suo maestro, ciò fa allontanare la
Redenzione..." Chiedo scusa a Dio Onnipotente. Ho sbagliato. Non ho
ascoltato Peretz e mi sono ubriacato con l’onore che ho dato a me stesso. (Sembrava
nel sogno che la mia cattiva inclinazione facesse festa perché avevo
fatto ciò che è odioso davanti al Cielo).
317
La mia ubriachezza aveva rovinato la gioia e la felicità della
festa. Nel Regno dei Cieli c’è festa quando il messaggio dello Tzadik
Haim incomincia ad entrare nel cuore delle persone. Dio mio, che lezione! Quel
non aver riportato il nome dello Tzadik uscì subito nel giudizio nella
forma di un peso terribile. Esso rappresentava un allontanamento da Peretz e
dalla Redenzione. Il sogno mi si chiarisce sempre di più: esso mi dice
di ritornare alla vera natura degli insegnamenti di Peretz. Perciò mi
ritrovavo in un luogo sconosciuto, tutto solo in mezzo alla natura.
Quell’ambiente mi aiutava a vedere le cose in un modo naturale ed a ricordarmi
che la mia strada è quella di seguire gli insegnamenti dello Tzadik
Haim, tramite il suo primo allievo. Dovevo mettermi sulla strada che mi
riportava da Peretz che mi stava e mi sta insegnando gli insegnamenti dello
Tzadik Haim. Non devo mai dimenticarlo.
Posso testimoniare che da quando sono entrato nel Patto Nuovo Finale ho
visto una precisione sino alla virgola nei testi scritti dall’Asino. Non
conosco tutti gli scritti della Terza Redenzione Finale ma, negli anni della
loro stesura ho avuto la fortuna di partecipare ad alcune correzioni arrivate
dal Cielo. La garanzia di tale precisione nei testi della Terza Redenzione
Finale si ottiene soltanto con le correzioni segnalate
dal Cielo.
Diario di Daniele Sonai, Anno
1988, seconda parte
Nel 1988, passavo le mie ore libere all’Oratorio della Chiesa del
Redentore, a Milano. Le mie conversazioni di allora con i miei coetanei erano
concentrate spesso sulle spiegazioni del Secondo Comandamento. Nessuno di loro non conosceva per intero questo fondamentale precetto
di Dio. E quando lo sentivano, si meravigliavano del fatto che la Chiesa non avesse
mai insegnasto la verità di un Comandamento
così importante. Caro lettore, a me interessava soltanto far conoscere
ciò che la Chiesa non insegnava; poi l’individuo doveva trarre le proprie
conclusioni.
In quell'anno mio fratello Giuseppe conobbe Peretz ed andava a trovarlo insieme
a Pier Paolo, un ragazzo della mia comitiva di allora che, sentendo i miei
discorsi, decise di voler conoscere Peretz. Quella prima volta di Giuseppe e
Pier Paolo rappresentò un’altra serata memorabile tra le migliaia che ho
vissuto. Il ricordo di quella volta fu per merito di Giuseppe, Non l'ho mai
visto ridere cosi tanto come in quella serata e, tra una risata e l’altra,
Peretz fece un Segno molto importante a Pier Paolo (tutto documentato nel
diario di Giuseppe Bambino).
Situazione generale: Giuseppe ed io abitavamo ancora con i nostri
genitori e con le nostre due sorelle, a
Milano. Mio padre era malato di cuore. (Mi ricordo che Peretz aveva dato a mio
padre una pietra che aveva in rilievo il numero dieci.) Giuseppe, intanto,
stava facendo i suoi primi passi da allievo ed anche lui fu testimone di segni
molto particolari.
Nel mio Diario ho riportato soltanto un episodio. Spero che la memoria
non m’inganni. Qualche giorno dopo il primo incontro con Peretz, Giuseppe aveva
deciso di andare da lui, da solo. Quella sera si caratterizzò con alcuni
'segni' capitatigli. Giuseppe, quella notte, senza volerlo, portò a casa
i Sei Segni della Terza Redenzione Finale. In che modo? Curiosi? Cari lettori,
seguite tale vicenda con attenzione poiché ciò è solo l’inizio.
Tutto si svolse dopo che Giuseppe aveva lasciato Peretz; erano le tre di
notte. A quell’ora, ovviamente, tutti stavamo dormendo. Mi ricordo che stavo
facendo un brutto sogno: stavo scappando da una persona che mi voleva uccidere
con un coltello. Il sogno era cosi vivo che, al contatto della lama, mi svegliai
urlando. Quando aprii gli occhi, vidi a sorpresa Giuseppe che mi toccava la
gamba con la sua mano. E fra un grido all’altro, in pochi minuti, tutta la
famiglia si svegliò. Chiedemmo a Giuseppe cos’era accaduto, dato che non
si entra in casa correndo dall’ingresso alla camera a luci spente!
Giuseppe ci raccontò che, mentre rincasava da Cernusco sul
Naviglio con la macchina, all’altezza di Via Palmanova, a Milano, aveva visto
alcuni cani dalle cattive intenzioni che erano entrati nella superstrada.
Giuseppe spiegava che questi cani, abbaianti e ringhianti, inseguivano la sua
macchina al punto di spaventarlo, convinto che i cani ce l’avessero con lui.
Una volta arrivato a casa, prima di aprire la porta d'ingresso, Giuseppe
avvertì alcune presenze negative che lo spaventarono. Ciò gli fece
aprire la porta di scatto e attraversò la sala fino ad arrivare in
camera da letto. Nel momento in cui
Giuseppe appoggiò la sua mano sulla mia gamba, io gridai. Anna,
mia sorella minore, aggiunse che anche lei stava facendo un brutto sogno in cui
vedeva me, Daniele, che stavo per essere ucciso. E nel momento in cui lei
sentì i suoi fratelli che urlavano, si impaurì pure lei ed
aprì gli occhi. Insomma, ci fu una una convergenza di segni negativi,
una notte da vero e proprio incubo familiare.
Come conseguenza di questo fatto, si era creata un'occasione per
spiegare ai miei genitori ed alle mie sorelle che Giuseppe ed io eravamo
diventati allievi di un Asino di nome Peretz. Quella convergenza negativa ci
aveva portato a trovarci tutti insieme, svegliati, alle quattro del mattino.
Dopo una breve introduzione di ciò che era la Redenzione Finale (per
ciò che potevo dire), ci prendemmo per mano formando un cerchio e dicemmo
i Sei Segni della Terza Redenzione Finale, ad alta voce. Dopo il Segno, vidi che mio padre piangeva. Era la prima volta che
lo vedevo piangere e credo che fu cosi anche per Giuseppe e per le mie sorelle.
Papà ci disse con le lacrime agli occhi: “ Vi voglio bene”.
Pochi giorni dopo quella notte, i miei genitori e le mie due sorelle conobbero
Peretz. Ricordo le prime parole di mio padre a Peretz, “Io non credo nella
Chiesa e non ci metto piede. E non mi fido neanche dei preti perché
tradiscono Dio”.
Una volta che stavo spiegando a mio padre il Segno dell’Asino, egli mi tolse
la parola e, alzatosi in piedi, disse :“Nessun uomo, o asino che sia,
può mettersi al posto di Dio”. Cosa potevo rispondere a questa
verità! Mio padre non sapeva né leggere né scrivere, ma la
sua fede in Dio parlava per lui. Egli sapeva nel suo cuore che nessun uomo
è uguale a Dio.
Cari lettori, tanto per chiarire, mio padre non sopportava la Madonna.
La odiava proprio e la bestemmiava con sincera ferocia. Il fatto è
questo. Mio padre, nella sua semplicità, aveva una chiara cognizione
dentro di sè della vera fede nell’Unico Dio. Egli, però, non la
manifestava perché non conosceva le esatte parole per testimoniarla.
Nel frattempo, mio fratello era del tutto cambiato. Giuseppe era
diventato un Bambino Nuovo del Regno dei Cieli.
Mia madre, senza sapere nulla di ciò, aveva sognato di vedere
Giuseppe all’età di un bambino di circa un anno che stava attraversando
la strada gattonando.
A casa dove abitava Peretz arrivò una telefonata da un bambino
che cercava l'amico Giuseppe. Poche persone sapevano di questo segno e nessuna
di queste ha fatto questa misteriosa telefonata. Si vede che qualche bambino aveva
sbagliato numero ma aveva azzeccato il
segno.
5 maggio 2005.
Stanotte ho sognato Beniamino noster, la pace sia con lui, ma non lo
ricordo. Beniamino è stato il mio primo vero amico ma, purtroppo, non
c’è più in questo mondo da dieci anni. Il suo ricordo,
però, è sempre vivo. Ho conosciuto Beniamino nella banca dove
lavoravo. Il mio primo incontro con lui fu ‘visivo’ poi, essendo colleghi di
lavoro della stessa ditta:
avemmo tante occasioni per lavorare assieme e per conoscerci
meglio. Beniamino era di poche parole ed aveva dei modi fini nel parlare, una
caratteristica questa che rafforzò nel tempo la nostra amicizia.
Intanto con Salvatore, si conversava spesso sugli insegnamenti
dell’Asino, assieme a Nino, fratello di Paolo, ed al nuovo arrivato, Beniamino.
Nino, per noi, era un punto di riferimento per la sua capacità di trasmettere
tranquillità a chi lo ascoltava. Parlare del Nuovo Messaggio era, e lo
è ancora, l’argomento in cui riesco ad esprimere meglio la mia fede
nella Redenzione Finale con frasi e concetti chiari, acquisiti dai nuovi
termini provenienti dal messaggio stesso.
Già dall'inizio, il Nuovo Linguaggio sulla mia lingua mi frenava
dal dire parolacce. Questo cambiamento in me creava stupore da parte dei miei
colleghi di lavoro. Alcuni mi davano del pazzo per aver intrapreso questa nuova
strada, altri invece mi rispettavano di più, non tanto per il mio
comportamento quanto per le parole del Nuovo Messaggio.
Torno a parlare di ciò che successe in quella banca, la mia
‘famosa’ banca piena di ricordi forti. Ho due ‘Segni forti’ da segnalare. Quei
segni coinvolsero due seguaci dei Testimoni di G.
In quel periodo (1988), la Banca aveva appaltato molte ditte; ognuna di
esse operava in un settore specifico. Io ero ancora un manovale e la mia
Impresa, di tanto in tanto, mi affiancava altri operai di queste ditte esterne.
Il mio responsabile mi aveva incaricato di dare assistenza ad una ditta che
installava impianti di aria condizionata.
L’operaio di questa ditta era una persona molto educata. Tra me e lui
sì instaurò un ottimo rapporto e quando la situazione lo
permetteva, si parlava di argomenti interessanti. Lavoravo con lui per parecchi
giorni e, spesso, nell’ora di pausa, parlavo contro l’idolatria della Chiesa
Cattolica. Lui mi dava ragione, ma io non avevo ancora capito che avevo a che
fare con un Testimone di G.
Il nostro rapporto aveva un suo equilibrio; entrambi parlavamo, senza
dire di più di ciò che si doveva dire. A dire il vero, sono io
che iniziavo a parlare contro le idolatrie dei Cattolici e notavo che lui non
si opponeva, ma approvava ciò che dicevo. Da ciò mi era venuta
una strana ‘idea’ per la testa che mi aveva convinto che costui mi considerasse
anche un ‘testimone di G’.
Era una questione di tempo. All’apparenza avevamo alcune opinioni in
comune, una di queste era, appunto, il disgusto per l’idolatria dei Cattolici.
Lui non sapeva, però, quali pensieri nutrivo io sui Testimoni d G.
Erano passati pochi giorni quando, nell’ora di pausa, in piazza della
Scala a Milano, mi fece questa domanda, “Tu sei un testimone di G”? Senza
pensarci risposi “Magari”. In quel
momento vidi sul suo volto un'espressione di gioia che subito gli smorzai
dicendo “Io spero di essere un testimone,
ma non come tu l‘intendi. Spero di essere presente come testimone nel Giorno
Grande e Terribile del Signore, per vedere la vostra distruzione per aver
nominato il Nome di Dio invano durante la vostra vita”.
In seguito a questa mia risposta, vidi in lui un cambiamento radicale:
il suo viso era diventato pallido. Le mie parole avevano cancellato le sue. Lui
era stato preparato per fare un nuovo adepto ed invece le parole uscite dalla
bocca di un Asino gli avevano annunciato la fine dei testimoni di G. Lui rimase
zitto. Il suo silenzio esprimeva la morte del suo spirito ed anche una
sconfitta interiore totale. (Non avevo mai pensato a tale risposta, che uscì
spontaneamente). Da quella volta, il
nostro rapporto si limitò alle sole questioni di lavoro e niente di
più.
Nell’altro caso, il protagonista era un muratore. Anche lui era un testimone
di G. Con lui non si poteva parlare. Lui parlava, come soleva dire, solo con chi
aveva la Bibbia in mano. Ciò è pura arroganza, come per dire:
"Io non parlo con gli ignoranti".
Infatti, non c'era mai un dialogo fra di noi, ma da questo fatto arrivò
un Segno dal Cielo nella forma di un sogno.
La notte di quello stesso giorno, l'11 luglio 1988, sognai di trovarmi
in via Case Rotte, a Milano, con Nino e questo testimone di G. Il testimone,
che teneva nella mano destra la sua Bibbia personale, ci chiese: “Voi, con
quale nome chiamate Iddio”? Sia Nino che io gli rispondemmo: “Noi chiamiamo
Iddio con il nome di EL SHADDAI, come gli ebrei”. Il Testimone, sentendo la
nostra risposta, ci derise e disse in tono arrogante: “Io, invece, il mio Dio
lo chiamo Geo…”, e, all’improvviso, la sua bocca si paralizzò. Il Cielo
si fece grigio ed una voce dall’Alto, con un tono inclemente, ammonì il testimone
con queste parole: "Non nominare il Nome di Dio invano, poiché Io
non perdonerò chi invoca il nome di Dio invano”.
I primi 6 anni della Redenzione sono stati così pieni di sogni,
di segni e di testimonianze da far sembrare, come dice Peretz, che la
Redenzione fosse sulle nostre teste. Intanto, la mia vita si era completamente
rinnovata. La ragazza che mi aveva lasciato era diventata soltanto un ricordo lontano
che non mi provocava più alcun
dolore. Tale esperienza aveva costituito un passaggio essenziale della mia vita
sulla strada della conoscenza della Volontà di Dio, tramite gli Asini
che ricevono il Nuovo Linguaggio dei Segni che provengono da Dio, per merito dello scelto Tzadik Haim.
Peretz ci dava lezioni secondo il
Nuovo Linguaggio. Il primo pensiero di noi allievi era di andar a
studiare dall’Asino le meravigliose notizie del Regno dei Cieli che scendevano
costantemente ogni giorno nella forma di sogni Redenzionali.
Peretz, in una delle sue lezioni, ci spiegò che noi allievi
avevamo ricevuto una luce interiore. Tale luce avrebbe dato fastidio a quelle
persone che avevano delle impurità dentro di loro. Anche se le persone
non lo sanno, ci sono molti spiriti impuri che si insediano dentro agli
individui (i peccati della persona aprono le porte agli spiriti impuri). Quando
vi capiterà, spiegava Peretz, di incontrare queste persone, vedrete che
loro o abbasseranno lo sguardo o urleranno o, a volte, cercheranno di non farsi
vedere.
Non ero tanto convinto delle parole di Peretz. Mi sembrava quasi
impossibile che noi allievi in poco tempo avessimo potuto acquisire tale facoltà.
La mia perplessità venne presto smentita da due episodi che mi capitarono.
Il primo episodio-segno ebbe luogo dopo qualche giorno da quella lezione
e sinceramente già non ci pensavo più. Allora, per andare a
lavorare, prendevo la metropolitana tutti i giorni. Una mattina, giù
nella banchina, mentre stavo aspettando il treno, poco distante da me, sentii
una voce maschile che parlava in un modo strano e senza un senso logico. Questa
voce attirò la mia attenzione. Così mi avvicinai e constatai che quella
voce maschile usciva dalla bocca di una donna. Nel frattempo, il treno stava
entrando in stazione e decisi di salire sulla stessa carrozza della donna. Sul
treno ero a circa un metro e mezzo da lei. La mia intenzione era di ascoltare
le sue parole soltanto, senza interagire. Senza un motivo, improvvisamente,
questa donna tacque, e voltando il suo sguardo verso di me, abbassò la
testa. Il tutto si era svolto in una manciata di secondi. Lei rimase in
silenzio per tutto il tempo che io rimasi sul treno. Alla mia fermata, scesi e
mi avviai verso l’uscita. Per salire in superficie, dovevo prendere la scala
mobile. Durante la salita sentii una donna dietro a me, un'altra, che urlò
per lo spavento. Istintivamente, girai la testa e vidi quella donna dalla voce
maschile proprio di fronte alla mia faccia. In quell'attimo, notai un
cambiamento radicale nell’espressione del suo viso e della sua voce. In
pochissimi secondi, il suo sguardo si era tramutato, assieme alla sua voce, ed
una voce delicata femminile disse: “Permette, ho fretta, La ringrazio”. Dopo
qualche passo, lei tornò come prima, maschile, così come l’avevo
vista e sentita la prima volta. Con quell'urlo
la signora che aveva gridato voleva, molto probabilmente, mettermi in
guardia da qualcosa. Penso che lei stesse parlando con una sua conoscente, e sentii
poi i loro commenti su ciò che
era accaduto; diceva che aveva visto salire quell'altra donna (spiritata) di
gran fretta verso di me, con un atteggiamento che faceva paura. Temendo che
avesse cattive intenzioni verso di me, strillò in quel modo. Anche lei,
poi, come me, aveva notato la metamorfosi avvenuta in quella donna.
Vissi l’altro episodio con Beniamino che ormai si era integrato nella
Redenzione. I nostri discorsi erano prevalentemente sulle lezioni ricevute
dall’Asino. Un giorno, dopo il lavoro, stavamo passeggiando in una via del
centro di Milano. Tra la folla, sentimmo una voce di uomo che sbraitava,
dicendo frasi senza senso. Dissi a Beniamino: “Quest' uomo ha uno spirito dentro”. Non feci in
tempo a finire la frase che questo tizio si piazzò davanti a noi e dalla
sua bocca uscì un urlo disumano; poi, si allontanò velocemente.
Questi due avvenimenti erano una conferma di ciò che Peretz ci aveva
detto.
In quel periodo, anch’io dovevo affrontare le mie prime correzioni.
L’Asino fu una guida essenziale in ogni passo che facevo ed era ancora
più perseverante quando voleva correggere le mie lacune, per il mio
bene. L’Asino ci insegnava a non guardare i difetti degli altri ma i nostri,
quelli personali, i più intimi che si nascondono nelle nostre
giustificazioni. Non era facile, ma non impossibile. Anche qui i Sogni ebbero
un ruolo importante. Non ho mai visto niente del genere in altri posti. Io
sbagliavo e mio fratello Giuseppe riceveva un sogno sulla correzione del mio
errore. E’ così, cari lettori, ogni nostro errore diventava la nostra
medicina per essere corretto. L’Asino ci insegnava a vedere i nostri errori con
imparzialità e autocritica, ed anche oggi è così, grazie a
Dio.
Oggi, amo la mia correzione più del complimento. Allora,
però, non avevo la maturità per poter apprezzare il bene che
ricevevo dal mio maestro Peretz. Avevo ancora la mentalità di accettare
soltanto ciò che stava bene a me. Il mio ragionamento spesso seguiva il
mio sentimento. A distanza di anni, purtroppo, possiedo ancora molti residui di
questi brutti miei difetti, ed il sogno che ha dato via libera per scrivere
questo testo lo conferma.
Le mie correzioni, col tempo, disfacevano gradualmente le vecchie
abitudini che impedivano la mia crescita come allievo dell’Asino. Stupidamente,
in quel periodo, reagivo senza comprendere nulla del beneficio che ricevevo.
Anzi, avevo delle reazioni forti contro l’Asino. Quando non capivo una
correzione, mi deprimevo e mi faceva allontanavo dall'Asino per parecchi giorni.
Sapevo che l’Asino insegnava il giusto, ma, la cattiva inclinazione, con
ragionamenti ‘perfetti’, mi convinceva ad allontanarmi da lui.
Quando stavo lontano da Peretz, passavo il mio tempo al bar con i miei
amici. Ad un amico avevo confidato che ero un po’ in crisi a motivo di alcuni
episodi che io ritenevo ingiusti nei miei confronti. Ciò, però,
era il contrario di ciò che Peretz diceva. Ricevevo il bene ma il
livello della mia comprensione non riconosceva o meglio non accettava le parole
di Peretz.
Il mio amico sentendo le mie parole disse: “Secondo me, hai fatto bene a
distaccarti dall’Asino”. Gli risposi, “No! Non è come dici tu. Se adesso
sono lontano dall’Asino e perché sono confuso. La verità richiede
coraggio per essere affrontata, ed io, invece, ne sto scappando. So che l’Asino
è giusto con me, e perciò non posso parlare male di lui, semmai
di me stesso”.
Vissi per due mesi con questa contraddizione interiore. I miei
atteggiamenti erano presuntuosi con chi mi stava vicino. Non accettavo di
essere limitato nella mia comprensione, e ciò mi turbava molto. I miei
pensieri soffocavano le parole di Peretz, mandandomi in confusione. Il mio
cuore, però, sapeva che le parole di Peretz erano vere e giuste.
Nonostante ciò, non avevo ancora la forza di contrastarle. Sapete cosa
mi convinse a tornare da Peretz? Un sogno. Sì, proprio un sogno.
In quel sogno, ricordo che mi trovavo nell’androne delle scale del
palazzo in cui abita mia madre. Guardavo il cielo e all’improvviso vedevo in
lontananza una piccola nuvola che variava di aspetto con forme curiose. Tale nuvola,
tale sostanza, senza definizione si avvicinava verso di me molto
rapidamente. Subito dopo vidi questa
massa gassosa posta di fronte a me e prese la forma di Peretz. Il suo sguardo
metteva in evidenza un'espressione di tenerezza che quasi, quasi mi commuoveva.
Quando, però, questa presenza apri la bocca mi accorsi che la sua voce
non era quella di Peretz. Capii immediatamente che questo spettro era stato
mandato da Satana ed allora con rabbia mi scagliai contro di lui con un
coltello che mi trovai nella mano destra ed improvvisamente dissi: “In nome di
Dio ed in nome del Goel, io ti distruggo”. Puntai il pugnale diritto nel cuore
e questa cosa sì solidificò e si frantumò in miriadi di
pezzi. Dopo questo sogno, andai da Peretz che con grande gioia mi accolse
dicendomi: “Sei soltanto andato al bar a prendere un caffé”....
11 maggio 2005.
Stanotte ho sognato di vedere la scritta “I difetti di Gesù”. Il
suo contenuto era composto da molte domande.
Dopo aver ricevuto il nome Leo Sonai e in seguito
Daniele Sonai, ho incominciato a ricevere i primi segni contro l’idolatria
nella forma di sogni.
Ottobre 1988
Vedo nel sogno un venditore di
immaginette della madonna a cui pongo una domanda: “Secondo te, Dio Benedetto
Egli Sia, può avere una madre?” Il venditore risponde “Guarda, a me
interessa solo vendere!”. In quel momento, un ragazzo si avvicina e gli pongo
la stessa domanda. L’interpellato risponde parlando a favore della Chiesa
Cattolica. Io gli sorrido e gli chiedo: “Conosci il Secondo Comandamento?” Il
ragazzo annuisce. Io lo incalzo chiedendogli se lo conosce per intero e comincio
a recitarlo in modo che tutti quelli che sono vicini lo possano sentire: “Non
avrai altro Dio all’infuori di Me, non ti fare nessuna scultura né
immagine di ciò che è nel cielo, sulla terra, e nelle acque sotto
la terra, non ti prostrar ad essi e non servir loro. Poiché sono il
Signore, Dio vostro, un Dio Geloso che punisce l’iniquità dei Padri sui
Figli sulla Terza e fino alla Quarta Generazione a coloro che Mi odiano, ma uso
clemenza fino alla millesima generazione nei confronti di coloro che Mi amano e
osservano i Miei Comandamenti”, ed aggiungo: "Dio ha proibito
tassativamente di fare sculture ed immagini per inchinarsi a loro e prestare
loro culto, perché allora voi vendete immagini e statuette che diventano
poi oggetto di culto? - -
Non capisco, cosa sta succedendo? Per la seconda volta sogno di dire il
Secondo Comandamento per intero. In conformità a questi due sogni
ricevuti, capii che il Secondo Comandamento non è per niente la base
della fede dei cristiani. Se avessi capito l’importanza di questa mancanza, non
avrei aspettato diciotto anni per stabilire la Scuola di questo precetto.
D’altro canto, ero ancora immaturo. Dovevo passare molte fasi e prove per
prendermi questa responsabilità. Non avevo ancora l’esperienza
necessaria per arrivare ad un equilibrio. Avevo ancora una indole troppo
complicata e pericolosa. Bastava un niente perchè mi montassi la testa.
Il Segno dell’Asino non era ancora entrato nella mia comprensione. La scuola
della vita vissuta mi aveva dato le basi dell’errore, non quelle della
correzione.
L’Asino, in ogni caso, mostrava pazienza nei miei confronti. Non solo
l’Asino, anche lo Tzadik Haim. In un sogno vidi il Maestro Haim e Peretz ed io
che eravamo dentro ad un'astronave nello spazio. Io ero sdraiato su di un
lettino. Il Goel Haim e Peretz, con grande pazienza, facevano dei Segni sul di
me. Nonostante ciò, non mi lasciavo fare. Vedevo la difficoltà
che avevano a svolgere il loro lavoro, però, alla fine, grazie a Dio, riuscirono
a completare il Segno e vidi nei loro volti gioia e soddisfazione.
In molte lezioni, Peretz, mi aveva spiegato e mi spiegava i mali
derivati dai culti idolatri. Per esempio, il culto alla madonna è una
piaga che distoglie la persona dalla vera fede in Dio. La prima cosa da capire è
che la madonna che appare ai fedeli, non è Maria, la madre di
Gesù. Esso è solo uno spirito impuro che toglie l’onore a Dio e lo
prende per sé. Chi si lega a questo spirito immondo tradisce il Creatore di tutte le cose
esistenti. Dal Cielo stanno mandando molti segni per dare comprensione del male che nasce
attorno a questo culto odioso, come odiosi sono anche tutti i culti idolatri.
Le lezioni di Peretz hanno sempre avuto delle conferme nella
realtà. Voglio raccontarvi un segno legato a questo spirito schifoso ed
impuro della madonna. Siamo nel mese di giugno 1989, a casa di mia madre. Un
pomeriggio ci fu una conversazione molto animata con le mie due sorelle proprio
sull’argomento del culto della Madonna. Voglio precisare che Anna, la
più piccola, non ama la Chiesa, le sue funzioni ed i suoi culti in
genere, però, in quella discussione, era diventata l’avvocato difensore
della madonna e di tutti i santi. Ad ogni modo, chiusi l’argomento con queste
parole: “Se la madonna dice di essere una Divinità, che si presenti qui,
in questa casa all’istante”. Dissi tale frase quattro volte. In quel momento
sapevo che stavo facendo un Segno contro lo spirito della Madonna, ed ero
sicuro che le mie parole non sarebbero passate inascoltate.
Due mesi dopo quell'episodio, in una notte d’agosto, non riuscivo a
prendere sonno. Attorno a me vedevo dei riflessi rossi dalle sfumature nere e
percepivo che nell’aria c'era qualcosa di strano. In pochi istanti il mio corpo
s’immobilizzò e di fronte a me vidi apparire lo spirito della madonna
molto triste e sofferente. I suoi occhi mi guardavano, cercando misericordia.
La mia rabbia era cosi' forte che sentii il mio spirito uscire dal corpo. Con
le mie mani l’afferrai al petto e con voce decisa le dissi: “Lo sai che
è arrivato il tempo?” Lei rispose “Sì'”. Le dissi ancora “Lo
sai che siamo nel Segno delle Stelle”.
Lei “Sì', lo so”. Poi con un tono furibondo aggiunsi: “Allora
perché permetti che ti facciano culto?”
Lei, da quel momento, non rispose più. Ho provato solo odio per
questa schifezza dalla forma di donna. Ma il Segno non era completo, dovevo
finire ciò che avevo iniziato. “Lo sai che siamo nel Segno del Regno dei
Cieli! Lo sai che siamo nel Segno della Nuova Luce! Lo sai che siamo che nel Segno dell’Asino che mangia il pane! Lo sai
che siamo nel Segno della Quarta Generazione e della Nuova Costruzione! Lo sai
che c’è il Segno della Risurrezione!" Questa madonna rimase
ammutolita dalle mie parole come uno spirito morto, ed infine conclusi dicendo:
“In nome di Dio ed in nome del Goel (redentore), ti distruggo”. Questo spirito
impuro si solidificò e dopo
qualche secondo si frantumò in mille pezzi.
Dopo, sognai il buon Papa Carol Wojtila che aveva mal di testa. Nel
sogno vidi distruggersi molteplici madonne fra cui una nera. Il mio corpo, dopo
questa visione, si liberò facendomi svegliare. Questa incredibile
esperienza fu la mia prima battaglia contro l’idolatria cristiana. Spero di
avere tante occasioni, con l’aiuto di Dio, di distruggere questi spiriti
impuri. Sono convinto che la migliore offesa non è tanto demolire
l’idolo, quanto insegnare il Secondo Comandamento nella Scuola del Secondo
Comandamento.
Intanto con Nino, Paolo, Giuseppe, Nodà e Beniamino studiavamo a
trecentosessanta gradi gli insegnamenti dell’Asino. Non menziono qui Salvatore
perché tradì l’Asino insieme ad un suo degno compare del sud
Italia, un ladro. Egli rubò i Sei Segni della Redenzione. E si
proclamò il Cristo Eterno. Ovviamente il Segno dell’Asino gli era scomodo.
Cosa fece? Lo sostituì con il Segno di Cristo. Costui è un ladro,
un impostore arrogante che con scaltrezza abusò della buona fede di
Peretz. Nel testo che segue, dimostro quanto sia ridicola la fede nel Verbo di
Giovanni davanti alla verità della fede del Secondo Comandamento di Dio.
Peretz, in Esther 4,
descrive per filo e per segno tutta la vicenda del muccanese, del cristo sceso
dalla croce di Genzano di Lucania.
Peretz spiegava che i primi sei
anni della Redenzione erano stati
importanti, unici e speciali. Ogni allievo dell’Asino vedeva Segni nei
luoghi in cui camminava. Le notizie del Regno dei Cieli scendevano ininterrottamente
e con forza straordinaria su tutti gli allievi che poi riferivano con
meraviglia all’Asino quanto da loro visto. Che tempo incredibile! Soltanto chi lo
ha vissuto in prima persona lo può testimoniare ed apprezzare. Come ogni
persona di questo mondo, avevo anch'io dei momenti negativi. La mia cattiva inclinazione
era impegnata al massimo per farmi sbagliare, e lo facevo spesso. Ricevevo
Segni alti, come gli altri allievi, ma nella vita di tutti i giorni non avevo
un comportamento giusto. Ed ecco che, grazie a Dio, arrivavano segni di correzione
contenuti nei Sogni Redenzionali.
La conoscenza del Secondo Comandamento di Dio, nel tempo,
sviluppò una forza nuova in me, quella di distruggere i tramiti che si
mettono tra l’uomo e Dio. Il Secondo Comandamento sul Sinai è la base
della vera fede nell’Unico Dio Vivente. Ogni persona che pronuncia il Secondo
Comandamento sta pronunciando le parole di Dio rivelate direttamente al Suo
popolo, Israele.
Ciò portò felicità nel mio cuore ed il grande
desiderio era di rendere noto questo precetto a più persone possibili.
Tale felicità, però, era accompagnata da un sentimento di sofferenza
nel vedere le persone intrappolate nei culti idolatri alla madonna. Dovevo fare
qualcosa di concreto. Un giorno dissi a Salvatore: “C’è da fare un Segno
in Chiesa, nel Duomo di Milano”.
Non sapete che difficoltà ho avuto nel mio avvicinarmi alla Chiesa,
prima di entrarci dentro. Avvertivo presenze intorno a me. Il mio cuore batteva
forte. La mia bocca tremava ed ogni passo che facevo diventava sempre
più pesante. Avevo l’impressione che ci fosse un muro invisibile che
sbarrava il mio cammino. La mia determinazione, però, rompeva qualsiasi
impedimento e mi dava la forza di andare avanti per fare ciò che avrei
dovuto fare, anche se non sapevo cosa fare. Quando entrai mi accorsi che Salvatore
non c'era più,
mi aveva lasciato solo.
A quel punto mi lasciai guidare dall' istinto, fino a che alla mia
sinistra vidi un’enorme immagine della madonna e alcuni devoti che erano
inchinati ad essa in segno di adorazione. Mi fermai lì e le rivolsi il
mio sguardo.
Rimasi qualche minuto in silenzio. Non riuscivo a parlare, ma il mio
sguardo sprigionava odio verso questa immagine. Cosi incominciai a parlare:
“Tanto tempo fa, Dio rivelò sul monte Sinai all’uomo il Secondo
Comandamento: “Non avere un altro dio all’infuori di Me. Non mettere altri dei
davanti al Mio Cospetto. Non ti fare nessuna statua, non ti fare nessuna
immagine di ogni cosa che sta in cielo, in terra e nelle acque sotto la terra.
Non ti inchinare ad esse e non servirle ecc”. Ogni parola del Secondo
Comandamento fu da me pronunciata molto lentamente. Ciò per dare
comprensione a chi era vicino. Appena finii di dire il precetto, aggiunsi: “Com’è possibile che nel
cristianesimo esista tale culto? Dio proibì di fare culto alle statue,
alle immagini, di inchinarsi ad esse e servirle. Eppure, in questo momento vedo
persone inchinate davanti ad un'immagine. Il fatto è che voi siete del
tutto ignari di ciò che Dio disse sul monte Sinai. E non sapete anche
che ciò che voi fate è un peccato idolatra davanti al Cielo.
Soltanto un essere impuro permette che tale culto abbia luogo, mettendosi al posto di
Dio: che tu sia maledetto, serpente vestito da donna”.
In seguito dissi i Sei Segni della Redenzione Finale. Alla fine del
segno una persona sì alzò e mi disse: “Io, questo non lo sapevo”.
E se n’andò via.
Questo segno fatto nel duomo di Milano ebbe un seguito tredici anni dopo,
poiché coinvolse Abramo (mio allievo) e la sua ex ragazza. Il segno ebbe
inizio nel pomeriggio della vigilia di Natale del 2001. Abramo, in quel periodo
era fidanzato con Anastasia da pochi mesi. Con Anastasia parlavo di tutto,
tranne che delle questioni della Redenzione, perché rispettavo il suo
scetticismo.
Erano le 15.00 circa; Abramo, Anastasia ed io ci trovavamo all’ingresso
della portineria dell’ospedale San Raffaele. Sentivo il grande desiderio di
Anastasia di andare alla messa di mezzanotte nel duomo di Milano. Dissi ad
Abramo che era un’occasione per fare un segno davanti a quell'immagine della madonna,
la stessa di tredici anni prima. Gli avevo anche raccomandato di non disturbare
i fedeli. Anastasia aveva sentito tutto ma si dimostrava disinteressata.
L’importante per lei era andare a messa. Prima di lasciarci, ci mettemmo
d’accordo sul fatto che appena fatto il segno ci saremmo sentiti al telefono.
In quella sera ero di servizio e aspettavo che Abramo mi telefonasse. Quella
telefonata, però, non arrivò mai. Preoccupato, provai a chiamarlo
più volte, ma il telefonino era spento. La sera del 25 dicembre, ero
ancora convinto che i due fossero andati a messa. Mi chiamò Anastasia
con il suo telefonino: piena di stupore, non riusciva a credere a ciò
che aveva visto in sogno. Prima di raccontarmi il sogno, Anastasia mi raccontò
che verso le dieci di sera si stava preparando per andare a messa ma Abramo si era
addormentato profondamente. “Ho provato a svegliarlo, ma lui era già nel
mondo dei sogni. Mi indispetii anche perchè sentivo la voglia di andare al
Duomo. Poi - continuò a raccontarmi Anastasia- mi sono addormentata con
questo pensiero." Così ho sognato di trovarmi nel Duomo di Milano,
senza Abramo. La Cattedrale era gremita di fedeli che stavano ascoltando la
Messa di mezzanotte. Dentro la Chiesa
notai che al posto delle statue ed immagini non c’era più niente. La
Chiesa era svuotata da tutte le statue e i dipinti e questo mi
meravigliò e mi deluse. Così dissi: “Ma qui non c’è
niente, com’è possibile?” Non c’era nessun simbolo cristiano in tutta la
Chiesa. Poi ricordai le parole di Daniele che aveva detto ad Abramo di quella madonna
sulla quale si doveva fare un segno. Cosi mi recai sul posto, ma anche
lì non c’era niente e così mi sono svegliata.”
Anastasia non stava più nella pelle. Voleva sapere il significato
del suo sogno. Le spiegai che "questo è un sogno mandato dallo
Tzadik Haim per farti capire cosa c’è veramente di sacro dentro una chiesa
cristiana. Il desiderio di andare in questo luogo di culto proveniva dalla tua
anima, che voleva dimostrarti la verità e cioè che regna il vuoto nei posti in cui ci sono
statue ed immagini. Se tu ci fossi andata in realtà, non avresti
compreso che le tue preghiere si disperdevano nel nulla. Abramo fu preso da un sonno pesante per
impedirti di andare in chiesa. I fedeli cattolici non sanno nulla della
proibizione di Dio di fare culto alle figure scolpite che rappresentano le divinità cristiane. Tu, nel sogno,
dovevi vedere con gli “occhi” della tua anima il vuoto della fede cristiana.
Nonostante ciò, non eri ancora convinta del tutto. E’ cosi ti sei
ricordata delle parole che avevo detto ad Abramo, sperando di vedere qualche
immagine. In verità, tu non hai visto niente perché non
c’è nulla di santo davanti a Dio nei luoghi di culto cristiani. Allora
avevo fatto un segno forte contro l’immagine impura della madonna che inganna
le persone, ma tu credevi che io avessi fatto una cosa sbagliata; la tua delusione,
nel sogno, viene dal tuo aver creduto in qualcosa di inesistente".
Dopo questa piccola ma significativa parentesi del Natale 2001, ritorno al
1989 in cui i segni erano visibili per chi sosteneva e parlava del Nuovo
Messaggio. Nell’estate di quell’anno, mi capitò un fatto assai curioso. Una
sera, passeggiavo nel centro di Milano. Per
strada, vidi un signore di media età che aveva messo su un piedistallo
un cartellone su cui c’era una frase incompleta. Poi costui si mise a parlare
e, in breve, affermava la divinità di Cristo come punto cardinale della
fede. Durante il suo sermone, pensai,
“Com’è possibile che il Cielo ascolti tali falsità su Gesù?
Che possa bruciare tutto, il suo cartellone e le sue parole!”. All’improvviso,
vidi uscire del fumo che usciva da una grata sulla quale aveva appoggiato la
base del cartellone.. Poi si sprigionò una fiamma che bruciò una
parte del cartellone e mise in fuga il predicatore. Quando arrivarono i
pompieri, non riuscirono a spiegarsi
come fosse nato quel piccolo incendio. Ebbi la sensazione che il Cielo avesse esaudito,
per cosi dire, la mia invocazione. Credo che quel predicatore fosse un evangelista.
In piazza Duomo, c'era un suo collega di fede, con il suo cartellone,
che predicava, più o meno, le stesse cose. Egli diceva che “Cristo
è l’unica speranza dell’uomo”. Poi chiese ai presenti se qualcuno avesse
delle domande. Aspettai un po’ e poi gli domandai: “Tu confermi che Gesù
e Dio siano la stessa cosa?” Lui: “Sì'”. Io: “Tu credi nell’apocalisse
di Giovanni?” Lui:- “Certo". Io:
“Qui c’è un punto che non capisco”. Lui: “Spiegati meglio, vediamo se
posso aiutarti”. Io: “Nell’apocalisse di Giovanni si parla di una Bestia
(Anticristo) che è nemico della fede di Cristo. La domanda è
questa: “Se Gesù è Dio, come può temere che una Bestia possa
fare cadere la Sua Chiesa? Se esiste un tale pericolo, la Divinità di
Cristo è alquanto traballante e ha dei punti deboli”. Aspettavo una
risposta alla mia perplessità. Costui, invece, reagì in un modo
strano. Egli incominciò ad urlare, sì buttò per terra creando
scalpore fra i presenti. Sembrava un pazzo nella sua fede, un pazzo che non
accettava chi contraddiceva il suo credo: tale comportamento mi diede
un'ulteriore dimostrazione della fragilità della fede cristiana. Perché
le persone non accettano le contraddizioni della loro fede quando sono chiare
come il sole? Le notizie della Redenzione, quando usciranno, come saranno prese
dal mondo cristiano? La fede deve dare sicurezza alla persona e invece il ‘testimone’
tacque, l’evangelista impazzì e fu il Cattolico, invece, a differenza dei
primi due, che dimostrò con umiltà la sua mancanza di istruzione,
ammettendo la sua non conoscenza del Secondo Comandamento.
Non voglio offendere nessuno. Vorrei soltanto capire come mai il cristianesimo
sia potuto esistere nonostante le sue enormi contraddizioni.
In quel periodo si facevano Segni contro l’idolatria che falsava la fede
dei cristiani ed eravamo nel pieno di tale correzione. Ogni allievo dell’Asino
cresceva nell’insegnamento della verità del giusto comportamento amato
da Dio e non c’era giorno in cui dal Regno dei Cieli non scendevano le
novità nella forma di sogni con tutte le correzioni sia in campo
cristiano che ebraico. Peretz c’insegnava a fare segni d’Asino.
Il tempo era propizio per dare un Cuore Nuovo, un Nuovo Cervello e una
Nuova Lingua a chi voleva servire Dio nel Nuovo Tempo della Redenzione Finale.
Paolo, Nodà e Giuseppe ricevevano sogni meravigliosi e la loro
fede si rafforzava giorno dopo giorno. Molti si avvicinarono alle questioni, ma
i loro cuori non erano aperti alle novità della Terza Redenzione Finale.
Tanti sono arrivati per risolvere i propri problemi personali, ricevendo la
loro ricompensa, ma senza ricevere quei meriti che durano nel tempo. Quando
sono arrivato alla conoscenza dei Segni, c’erano alcune decine di persone che,
però, col tempo, si sono staccate ed il cerchio si stringeva sempre di
più. O si serve Dio o si serve se stessi !!
Siamo rimaste poche persone, provate dalle situazioni difficili, ma,
grazie a Dio, siamo arrivati fino a questo momento. Ringrazio Dio Altissimo che
diede a tutti noi la possibilità di conoscere il Redentore Finale, lo
Tzadik Haim, per il cui merito è arrivata nel mondo la Terza Redenzione
Finale.
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318
20 maggio 2005
Inizio questa seconda parte di "Io amo il vero Gesù"
con un sogno fatto due giorni fa, nella notte del 18 maggio 2005.
Nel sogno mi trovo al lavoro. E’ notte fonda. Alcuni giovani con le loro
macchine, sostano abusivamente davanti all’ingresso del garage delle
autoambulanze. Escono poi dalle loro vetture e cominciano a schiamazzare. Il
loro linguaggio è volgare. Fanno gesti osceni e tutto ciò crea
disturbo. Così decido di intervenire. Spiego loro che questi
atteggiamenti sono riprovevoli. Alcuni mi ascoltano, altri no. Capisco, nel
sogno, che mi viene data dal Cielo un’opportunità per creare un contatto
con questi giovani. Domando loro:" Voi conoscete la parabola del giovane
ricco?" Loro: " No!" Io: "Ragazzi, voi conoscete a memoria il
Secondo Comandamento nella sua interezza?
Tutti rispondono: "No". Con ironia gli dico: “Adesso capisco
perché esiste il cristianesimo”. Dopodichè aggiungo che
questi argomenti faranno parte del mio
testo 'Io amo il vero Gesù'. Uno di loro esclama: - Ah, il
cristianesimo! Io: "Non
cristianesimo, bensì paganesimo.
Fine sogno
La Terza Redenzione Finale inizia nel 1982 con il Segno "E’
arrivato il tempo". Tale segno arrivò in sogno a Peretz ad otto
giorni dalla dipartita del suo maestro, lo Tzadik Haim.
319
23 giugno 1982, Milano Peretz Green
Peretz sognò di trovarsi in piedi, all’interno di sette cerchi
bianchi disegnati su una piattaforma nera, di fronte ad una volta stellata. Un
po’ discosto, a circa trenta metri, il
suo Maestro fece un segno verso il cielo. In quel momento Peretz alzò il
viso e dalla sua bocca uscì una voce potentissima che urlò in
ebraico: BA- HA- ZMAN. (è arrivato il tempo).
320
Dal Libro dell’Asino che mangia il Pane, Peretz spiega: "Questo
è un Segno generale che rappresenta il permesso dato dallo scelto Tzadik
Haim, al suo primo allievo, Peretz, di annunciare al mondo (fuori all’aperto,
sotto le stelle) i Nuovi Segni della Redenzione, così come essi arrivano".
Grazie a Dio, sono arrivati tantissimi sogni redenzionali e nel corso di questi anni, a partire dal
1983, la nostra Anna Gasparotti, allieva di vecchia data dell'Asino, li ha
catalogati con meticolosità, formandone il Catalogo.
321
I Sogni sono la 'spina dorsale' del Nuovo Messaggio. In essi vengono
svelati anche i compiti che gli Asini della terra dovranno compiere. 'I Difetti
di Gesù' (cambiato poi in ‘Io amo il vero Gesù’ a motivo della
visione ricevuta da Nodà, visione nella quale Gesù stesso le
disse che con i cristiani bisogna usare un linguaggio di amore) è
anch’esso arrivato tramite un sogno fatto da me nell’aprile del 2004 (da me
riportato nella prima parte del testo).
322
Il Nuovo Messaggio è mandato da Dio nel mondo, per merito dello
Tzadik Haim. Questo è 'Lo Spartito di Dio', termine questo derivato da
un sogno. Di che cosa dobbiamo vantarci, quindi, essendo noi Asini soltanto i
portatori di buone novelle?
323
Non so quante volte ho sentito dire da Peretz che una scintilla di
verità potrebbe facilmente montare la testa di una persona. Senza il
Segno dell’Asino, si cade nella vanità di se stessi. Non siamo
niente, nove buchi soltanto e niente di più, così insegnava il
giusto Haim.
324
Il libro si basa sugli errori
fatti nel passato dai Padri della Chiesa, che non hanno seguito la scuola di
Gesù. Un maestro deve essere ascoltato in tutto ciò che dice. Se
poi il maestro si chiama Gesù, allora bisogna allungare le orecchie
(come le Orecchie d'Asino) ed aprire il cuore.
325
"L'ama il tuo prossimo come te stesso" è un
insegnamento che è entrato nei cuori di moltissimi cristiani. Tale
termine, però, non è di Gesù, che lo citò dalla
Torà. L’amor proprio si vede nel rapporto con il prossimo. Ciò
significa che il vero bene che uno fa a se stesso si acquista comportandosi
bene con gli altri. La Torà di Mosé era nel cuore di Gesù
e tramite essa Gesù apprese dai Saggi Maestri di Israele il bene amato
da Dio.
326
Nei vari istituti cristiani in cui sono stato, non ho mai percepito
l’insegnamento di Gesù. Nei loro discorsi di amore verso il Verbo,
trapelava l'astio verso le altre Chiese. Se ti trovi nell’ambiente dei Testimoni,
senti parole contro la Chiesa Cattolica. Così anche se ti trovi dai
Cattolici, si sentono parole di critica verso i Testimoni. E così via,
fra Cattolici e Protestanti, fra Cattolici ed Ortodossi, fra le moltissime
Chiese Protestanti, una contro l'altra.
327
Molti giovani, infatti, non
seguono il cristianesimo ed hanno le loro logiche. Meglio il divertimento,
ragionano, è più sincero. Tra questi giovani, ognuno fa
ciò che vuole e crede in ciò che vuole. Le scelte vengono
rispettate, non condannate.
328
Detto ciò, vediamo nel sogno che tra i giovani non ci sono
soltanto ragazzi educati. Il sogno suddetto mostra che una parte di loro passano
i limiti con divertimenti senza regole e dove tutto è lecito. Ma se non
c’è la giusta misura nel divertimento, si diventa incivili e, di
conseguenza, viene a mancare il rispetto verso il prossimo. Così
è evidenziato nel sogno, una buona parte dei giovani usa un linguaggio
volgare.
329
La speranza, però, è nei giovani. Sono loro il futuro. Non
tutti i mali vengono per nuocere; anzi, capivo, nel sogno, che quell’incontro
era, per cosi dire, ‘organizzato’ dal Cielo per creare un contatto con
loro.
330
Avevo una occasione, al di là dei loro difetti, e l'ho sfruttata
facendo due domande. Chiedo a loro se conoscono la parabola del giovane ricco
di Gesù e se conoscono a memoria il Secondo Comandamento per intero? Quale legame ci può essere fra questo
piccolo episodio della vita di Gesù e la rivelazione di Dio del Secondo
Comandamento? Perché chiedo ai
giovani se conoscono la parabola del giovane ricco? Tale parabola è
diventata famosa per il detto: "E’ più facile che un cammello passi
attraverso la cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel Regno dei Cieli.
"
331
Vedete, cari lettori, basterebbe soltanto approfondire due argomenti per
far franare il Verbo di Giovanni. Il mio scopo qui è proprio questo.
Prima di tutto, i giovani non sono stati istruiti a dovere sulle parole di
Gesù e sulle parole di Dio del Secondo Comandamento.
332
Domandai a loro: Voi conoscete la parabola del giovane ricco? Loro:"
No! "Ragazzi, voi conoscete a memoria il Secondo Comandamento nella sua
interezza? Tutti risposero,
"No". Con ironia dissi a loro: “Adesso capisco perché esiste
il cristianesimo”. La mancata conoscenza di questa parabola e del Secondo
Comandamento hanno permesso l’esistenza del cristianesimo. Se non l’avessi
sognato, non ci sarei mai arrivato da solo.
333
Il sogno indica anche su quale
strada devo battere il chiodo. Perciò inizio, come nella prima parte del
testo, con la parabola del giovane ricco. In essa c’è un dialogo
interessante fra Gesù ed il giovane ricco. Gesù fa
un'affermazione che demolisce il Verbo di Giovanni in una sola frase.
“PERCHE MI CHIAMI BUONO? NESSUNO è BUONO, ALL’INFUORI DI UNO
SOLO: DIO.”
334
Qui cade il cristianesimo, in questa piccola-grande frase di Gesù.
Tale risposta é completamente "ANTI-CRISTIANA".
335
Gesù sapeva bene ciò che stava dicendo, "solo Dio
è buono, e nessun altro". Non c’è traccia alcuna di umanità
in Dio. L’umanità ha in sé del non buono.
336
Come mai Gesù disapprova il giovane ricco? In fondo lo ha
chiamato soltanto: "buon maestro".
Ciò è un comportamento da studiare e da imitare, se
vogliamo capire la vera fede di Gesù. Spesso mi domando cosa ha a che
fare il cristianesimo con Gesù! "Ben poco", mi rispondo.
Vorrei vedere un cristiano rispondere come ha fatto Gesù al giovane
ricco! Non può, carissimi ricercatori della verità, non
può rispondere. La sua fede nella divinità di Cristo cadrebbe,
se usasse queste parole di Gesù!
337
Il nocciolo della questione è: il linguaggio
di Gesù non si concilia per niente con il linguaggio di Giovanni,
l’Evangelista. Come può essere credibile il Verbo di Giovanni? Egli
afferma e testimonia che in principio c’era il Verbo ed il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio. In verità, qualsiasi dottrina del genere fu del
tutto smentita da Gesù, in esistenza prima ancora che il Verbo fosse
scritto da Giovanni.
338
Il linguaggio di Giovanni va contro la parola di Dio, “In principio Dio
creò i cieli e la terra”. Questa è la parola di Dio. Solo Iddio
è il Creatore di ogni cosa esistente. Gesù dichiarò di
aver del non buono. Il ‘non buono’ non può stare in nessun
'principio'. Il ‘non buono’ si trova soltanto nella natura dell’uomo, non in
Dio. Perciò è impossibile conciliare Gesù con il Verbo di
Giovanni.
339
Ci sono milioni di persone che credono che Gesù sia Dio. Per i
cristiani, il culto alla divinità di Cristo non rappresenta un errore di
fede. Anche statue ed immagini aiutano a sostenere la Divinità di
Cristo. Tutto ciò, però, è aborrito da Dio nel Secondo
Comandamento.
"Non mettere altri dei
davanti al Mio cospetto. Non fare nessuna statua od immagine di ogni cosa che
sta nei cieli, in terra, e nelle acque sotto la terra. Non prostrarti ad esse e
non servire loro. Poiché Io sono il Signore Dio vostro, un Dio Geloso
che punisce i peccati dei padri sui figli sulla terza e fino alla quarta
generazione a di coloro che Mi odiano. Ma userò clemenza fino alla
millesima generazione per coloro che Mi amano e osservano i Miei comandamenti".
340
Il Verbo di Giovanni è l’anti-Gesù. Il Verbo di Giovanni
è una divinità odiata dal Cielo. Il Verbo di Giovanni è
solo un concetto idolatra che i Padri della Chiesa hanno sostenuto e divulgato.
Sono stati loro ad accettare e ad ingigantire il dio di Giovanni mettendolo nel
più alto dei cieli. Essi si sono inchinati a Gesù per servirlo e
per chiamarlo "Nostro Signore" che Dio ci salvi !! Alla fine, un
tramite solo non era più sufficiente, ci volevano altri intermediari per
soddisfare il desiderio delle menti e dei cuori idolatri.
341
E’ così ogni tramite di Cristo fu chiamato ‘santo’ e nacque il
"pantheon cattolico. Tali ‘santi’ furono messi fra l’uomo e il Cristo-Dio.
Costoro hanno il compito di intercedere presso il loro Signore, Gesù
Cristo. Essi sono venerati con lodi e preghiere. Dov’è l’insegnamento di
Gesù che diceva che la preghiera va rivolta soltanto all’unico Dio?
342
La verità è che Dio non ha un verbo dentro, fuori o con sé.
Egli è Solo. Egli è Uno. Uno soltanto. “In principio Dio
creò i Cieli e la Terra”. Il Signore dei cieli e della terra disse in
Isaia :"Così parla l’Eterno,
il Tuo Redentore, Colui che t’ha formato dal seno materno: Io sono Eterno, che
ha fatto tutte le cose; Io solo ho spiegato i cieli, ho disteso la terra, senza
che vi fosse nessuno con Me". (Isaia,
44, 24)
343
Dal monte Sinai, Dio parlò con il Suo popolo a viva voce. Dalla Sua
voce non uscì alcuna allusione sulla supposta esistenza del verbo di
Giovanni.
Neanche dai discorsi di Gesù si intravede il Verbo di Giovanni.
Io non ho un demonio,
ma onoro il Padre mio, e voi mi disonorate. Io non cerco la mia gloria.
Se io glorificassi me
stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Ma io conosco il Padre ed osservo la Sua
parola. (Giovanni,
cap. 8, ver. 49 e 54)
344
Giovanni ha scritto che il Verbo era Dio. Gesù nel mondo,
però, lo contraddice, quando afferma che si deve onorare Dio soltanto,
osservare le Sue parole e non glorificare se stessi poiché ciò
non ha senso alcuno.
345
L’autore del quarto Vangelo, per giustificare la divinità del
Cristo, degna di ricevere onore e gloria, ha posto il verbo prima della
creazione di ogni cosa. Secondo Giovanni, “in principio era il Verbo ed il
Verbo era presso Dio e Dio era il Verbo. Questo Verbo era in principio presso Dio. Tutto per mezzo di lui
fu fatto e senza di lui non fu fatto nulla di ciò che è stato
fatto”.
Il 'principio' di Giovanni è fuori dalla Genesi, fuori delle cose
dette da Dio a Mosé. Tale teologia è falsa. Egli ha FALSATO
la parola di Dio.
‘Io Solo ho spiegato i cieli, ho
disteso la terra, senza che vi fosse qualcuno con
Me.’ (Isaia, 44, 24)
346
I Saggi d’Israele ed i Profeti avevano ammonito a non indagare su
ciò che è prima della Creazione. Giovanni l’Evangelista, invece,
con le sue affermazioni, lo ha fatto ed è sconfinato nell'idolatria. Tutto
ciò che si riferisce a ciò che era prima della Creazione,
inserendo un 'principio' di Dio, è falso. - In principio Dio creò
i cieli e la terra. Da Solo. Questa è l'unica vera Fede.
347
Il Verbo, secondo Giovanni, era un'entità
divina presso Dio prima della creazione, che partecipò alla creazione stessa;
poi si fece carne nel corpo di Gesù e divenne Nostro Signore. Questa
tesi è completamente estranea alla testimonianza di Gesù. E' pura
idolatria!
348
Quanti cristiani di buona fede si sono soffermati sulle parole di
Gesù? Eppure le sue frasi non sono parole senza significato. Può
un essere "divino" che era presso Dio dire "perché mi chiami buono?"
Gesù rifiuta il titolo ‘buon Maestro’. Perché? A questa domanda
Gesù stesso dà la risposta: “Solo Dio è Buono e nessun
altro.
349
Qualche istruito cattolico, davanti a questa dichiarazione di
Gesù, mi risponde di non prendere tutto alla lettera. Allora,
perché devo prendere alla lettera il Verbo di Giovanni e trascurare le
parole di Gesù, che fino a prova contraria era il suo maestro?
Perché devo credere alla
lettera che un uomo è nato da una vergine per opera dello Spirito Santo,
quando Gesù stesso dichiarò che ‘la carne genera carne e lo
spirito genera spirito’?
350
Gesù osservò la Legge di Mosé in tutto e per tutto
e non uscì mai dai confini della fede santificata da Dio sul Sinai. Egli
proclamò la sua fede nell’unico Buono Dio vivente. ‘Perché mi
chiami buono? Nessuno è buono, tranne Uno, Dio’. Tale definizione non
è un’opinione bensì una chiarificazione di ciò che
Gesù non è. Perciò, cari cristiani, ogni volta che
chiamate Gesù 'Buono', egli vi risponderà, perché mi
chiamate buono?
351
In genere, i cattolici non conoscono nulla del Secondo Comandamento, a
parte la prima frase: “Non aver altro
Dio, all’infuori di Me”. Del seguito, nulla. Ciò è grave, anzi
gravissimo. Tale mancanza ha tolto la forza di contrasto contro l’idolatria.
D'altronde, l’intero Secondo Comandamento non poteva essere insegnato dalla Chiesa
dato che esso proibisce ogni forma di
culto a tutto ciò che esiste nell’universo. Tutto ciò che esiste
nel creato non deve essere oggetto di culto perché tutto ciò che
esiste nella creazione non esisteva prima. C'era soltanto Iddio.
352
Il Verbo di Giovanni molto presto conoscerà le sue bestie. Dio
farà sentire la Sua voce per bocca degli Asini, comandando loro di
annunciare che "è arrivato il Tempo". Ogni linguaggio teologico sarà giudicato dal
Cielo. Tutto ciò che concerne la fede e che va contro il Secondo Comandamento
verrà reso noto sino ai più semplici della terra. I cristiani
potranno sentire le parole di Gesù per la prima volta, le sue vere parole,
e non quelle distorte e falsificate dalla chiesa ed interpretate da altri in nome suo!
353
A distanza di anni, capisco meglio una parte del sogno che feci nel
1987.
"Nel
sogno incontrai una persona che, da com’era vestita, non sembrava un militare.
Egli indossava degli abiti stravaganti. Anche a lui espressi il mio problema,
“Questa è la cartolina che ho ricevuto per fare il servizio militare.
Io, però, il militare l'ho già fatto tre anni fa. Voglio il congedo”.
Senza indugiare, questo signore, prese la cartolina, la firmò, la
timbrò e mi disse, “Adesso sarai libero”. Poi aggiunse, “Io conosco
Peretz, conosco il Nuovo Messaggio, non conosco, però, il Secondo
Comandamento”. Io risposi: “Come fa a non conoscere il Secondo Comandamento? Il
Secondo Comandamento è la base del Nuovo Messaggio".
354
Il Secondo Comandamento è la base del Nuovo Messaggio. In esso ci
sono i principi della vera fede comandata da Dio. Non ci sono compromessi o
interpretazioni che permettano di fare ciò che è proibito. Le
proibizioni di Dio nel Secondo Comandamento sono categoriche e inconfutabili.
355
Il Verbo di Giovanni è una costruzione teologica odiata dal Cielo,
una falsità eclatante che viene smascherata dalla luce del Secondo Comandamento.
Ma la tradizione cattolica ha dato vita ad un nuovo Secondo Comandamento che rende impuri e contaminati i luoghi di culto con statue
ed immagini!
356
Dal Diario di Daniele Sonai. 23 maggio 2005
Ho appena ultimato di scrivere questa frase. Ho guardato l’ora. Erano le
due e trenta del mattino. Sono andato a dormire. Quando mi sono svegliato, ho
trascritto il sogno fatto.
Nel sogno mi trovo a casa di mia madre, a Milano. Dopo, sono in una via
gremita di gente in una grande città. Mi ci vogliono pochi istanti per
capire che sto aspettando qualcuno. Un mio collega si presenta puntuale con mia
madre. Egli racconta il suo sogno che, però, non ricordo. So soltanto
che era breve. Dopo averlo ascoltato, gli domando: "Lo sai che nei Vangeli
ci sono molti difetti? Lui risponde: Ma da quale Bibbia li hai presi? e io: "
Da una Bibbia Cattolica". Per convincerlo di ciò che dico, gli
mostro la Bibbia. Così, lui apre la Bibbia e, con stupore, vede che il
Nuovo Testamento è stato sostituito da un giornalino a fumetti (il cui protagonista
si fa chiamare: Lo Spirito con la Scure).
Il collega, vedendo ciò, si irrita al punto di strappare il
fumetto e dice:" Com’è possibile che esistano ancora queste
Bibbie?- Ed io: "Perché dentro ci sono i difetti di Gesù. Lui, con un tono
agitato, risponde: "Io non credo che Gesù abbia avuto dei difetti.
Io: "Il problema è Gesù. Egli, nelle sue affermazioni,
dichiara frasi che contraddicono la fede dei Cristiani. Lui può anche
non essere creduto ma dice la
verità e perciò non posso trascurare le sue parole".
Intanto, la nostra conversazione ha attirato l’attenzione di alcuni
passanti. I presenti, sentendo le mie parole, non riescono ad accettare che
Gesù abbia detto delle cose difettose nei confronti della tradizione
(teologia) cattolica.
357
Questo sogno farà arrabbiare i bollenti spiriti impuri che si
nascondono dietro alle bugie dei Padri della Chiesa. Nel sogno, il Nuovo
Testamento era stato sostituito con un fumetto!
Nei fumetti non ci sono regole. Tutto è possibile. La fantasia si
può mescolare con la storia. Cosa ci sta a
fare un fumetto al posto del Nuovo Testamento?
Tutti sappiamo che cos’è un fumetto, ma nessuno sapeva che i
Vangeli, a causa delle falsità dei Padri della Chiesa su Gesù,
sono diventati dei fumetti rispetto all’Antico Testamento.
358
Sia ben chiaro! GESU NON E’ UN FUMETTO. GESU' ERA UN UOMO REALE.
Più di un miliardo di persone, però, crede che Gesù sia divino.
Ciò deriva dai Vangeli, dalle menzogne sulla nascita di Gesù alle
falsità del Verbo di Giovanni. Nei confronti della Parola di Dio
dell’Antico Testamento, il Nuovo Testamento è simile ad un fumetto.
Strano che nessuno non se ne sia mai accorto! L’Antico Testamento è
integro; il Nuovo Testamento è un giornalino a fumetti....
359
La divinità di Cristo è una rappresentazione mentale di
pura fantasia, alla maniera dei fumetti. Non sto esagerando. La divinità
di Cristo, intrecciata nei racconti dei Vangeli, è un fumetto fantasioso
che manipola la vera fede. Gesù, purtroppo, è stato il primo a
pagarne le conseguenze.
360
Gesù è innocente. Egli non si è mai glorificato. Gli
esponenti della dottrina di Giovanni non hanno osservato il Secondo
Comandamento e non hanno ascoltato la parola di Gesù quando diceva,
"Perché mi chiami buono"?
361
L’idolatria alla fine trova sempre il modo per emergere. Essa, con la
sua impurità, si radica sulla lingua e nella mente degli uomini. Il
falso linguaggio è la trappola tesa dall’idolatria. L’idolatria separa
l’uomo dal vero ed unico Dio. L’idolatria è l'esatto contrario del
Secondo Comandamento: il lato impuro e diametralmente opposto alla purezza
della fede. Essa fa nascere dagli uomini divinità, visibili ed
invisibili, durante e prima della creazione.
362
Gesù non è una divinità. Egli
fu un uomo che si sottomise alla volontà del Suo Creatore. “Sia fatta la
Tua volontà e non la mia”. Nei Vangeli egli mostra la sua impotenza
davanti a Dio, il conflitto interiore e la rassegnazione al suo destino. Con
umiltà, Gesù non volle gloria, poiché egli si considerava indegno
di riceverla, in quanto, come tutti gli uomini, aveva in sé anche del
non buono,
363
Gesù predicava che la salvezza veniva dai Giudei. E Gesù
era un giudeo. Egli proclamava l’unità di Dio due volte al giorno, come
tutti gli ebrei. La Torà era nel suo cuore, nei suoi pensieri e sulle
sue labbra. Nelle tentazioni, Gesù usa i versi della Torà per
respingere Satana.
364
Cari lettori, sono solo un asino. Mi rendo conto che ciò che
scrivo farà arrabbiare tanti cristiani di ogni tipo. Ora mi domando, chi
oserebbe mettere un giornalino a fumetti sotto l’Antico Testamento? Dove sono
andati a finire i Vangeli? Ve lo sto spiegando in questo testo. Le spiegazioni
derivano dai Segni della Terza Redenzione Finale, per merito del Goel Haim.
Questo libro si è potuto realizzare, grazie a Dio, in virtù di un
sogno che fa parte della Terza Redenzione Finale.
365
Certamente qualcuno penserà che questo testo provenga da Satana.
Credere nell’Unico Dio Buono è un difetto davanti a Dio o davanti a
Satana? Quando Gesù risponde:"Perché mi chiami
buono?"da dove proviene quella risposta? Certamente non dal contesto
idolatra cristiano che deifica Gesù!
366
In moltissimi passi dei Vangeli le vere parole di Gesù contraddicono
il ‘Dio’ dei cristiani. O è forse Satana che vuole farci credere che
Gesù è una Divinità? Satana cercò di convincere Gesù a
pensare che fosse veramente il figlio di Dio. Questo mi fa ricordare quando
andavo al catechismo. Il compito dei catechisti era quello di convincerci che
Gesù era il Figlio di Dio.
367
Mi esprimo con una sola affermazione: senza la Torà non
c’è via di scampo dal Tentatore. Gesù non era caduto. Egli rimase
integro e puro nella sua fede nello scudo della Torà. Non è e non
fu cosi, invece, per i cristiani, che si sono privati dei principi e delle
fondamenta della Torà che si basano sull’unità di Dio. Iddio non
ha un figlio, tanto meno una madre. Egli è Uno.
368
Io dedico questo libro a tutti coloro che sono stati delusi dalla Chiesa,
chiusasi in falsi misteri, che pretende di convincere i fedeli a credere nella
verginità di una madre e all’incarnazione di Dio!
369
Questo condizionamento della fede nel cosiddetto 'mistero' toglie al
fedele cristiano LA FACOLTA' DI PENSARE. Si prega dinnanzi a statue ed immagini
convinti che esse rappresentino una specie di piccolo Dio in terra. Non
c’è una logica che tenga. Il mistero narcotizza il fedele che non si
rende conto di fare idolatria. La radice
del Verbo cresce laddove il Secondo Comandamento è sconosciuto ed fa crescere
frutti di idolatria. Guardate le processioni cattoliche dove il
protagonista è un idolo carico di gioielli che viene adorato dalla folla.
Non è forse idolatria?. E non è sconcertante il fatto che la
Chiesa permetta ed incoraggi tali abominazioni?
370
Non ho mai letto nei Vangeli che Gesù si metteva su un altare ambulante
o prendeva soldi ed oro dalla gente. Come
ha potuto la Chiesa custodire tali usanze pagane per tutti questi secoli? Dove
sono i responsabili della fede? La loro connivenza li ha resi complici del
peccato idolatra. Questo culto abominevole verso il Cristo-Dio ha radici nel
Verbo di Giovanni, che trasgredì il Secondo Comandamento di Dio in tutte
le sue parole.
371
Giovanni l’Evangelista violò tutte le norme contro l’idolatria. I
Padri della Chiesa sono stati una pietra di inciampo per moltitudini intere. L’idolatria
nel cristianesimo è la padrona, mentre il Secondo Comandamento di Dio
è uno sconosciuto forestiero
confinato nell’Antico Testamento.
372
Nel giorno Grande e Terribile del Signore, Dio non vuole più che
il Suo Santo Nome sia profanato. Egli non vuole più che in quel giorno
la Sua Gloria vada ad altri. Egli non vuole più che in quel giorno i Suoi
scelti siano deificati o idolatrati. Egli non vuole più che in quel
giorno ci siano ‘dei’ emanati al Suo Cospetto e non vuole più sentire
dalla bocca dell’uomo pronunciare che c’era un verbo divino vicino a Lui.
373
Cari lettori, con lo sviluppo di questo testo vedo sempre di più
che " Io amo il vero Gesù" rappresenta una speranza per i
cristiani. Quanti giovani hanno dei dubbi sulla divinità di Cristo!
Quanti giovani si fanno delle domande sui dogmi della Chiesa e sui misteri
della fede! Quanti giovani vorrebbero capire di più dove riporre la
propria fede!
374
La fede di Giovanni uscì dai confini del Secondo Comandamento di
Dio. La sua fede non può trovare nessun tipo di fondamento nel Secondo
Comandamento. Il ‘Dio Trino’ ha un suo fondatore. Egli si chiama Giovanni. Nel
quarto Vangelo, Giovanni trasforma Iddio in un Uomo Divino. Nei fumetti non
c’è molta differenza. Gli uomini vengono dotati di poteri eccezionali
dalla mano del loro creatore.
375
Non scandalizzatevi per questo paragone. Il fatto è che la
verità non sopporta più la violazione di Giovanni. Egli ha
violato l’Unicità di Dio. Tale trasgressione ha creato una fede
idolatra, nemica del Secondo Comandamento. Iddio nel Secondo Comandamento parla
direttamente e proibisce ogni tramite.
Giovanni, nel suo Vangelo, mette un tramite Divino tra l’uomo e Dio.
376
Forse la parola di Giovanni è più credibile della parola
di Dio espressa nel Secondo Comandamento? No! Il vero problema della pura fede
non si risolve con le parole di Giovanni. O si crede nel Dio del Secondo
Comandamento o si crede al Verbo di Giovanni. Si deve scegliere, perché
uno non supporta l'altro!
377
Dal Diario di Daniele Sonai. 27 maggio 2005
Stanotte, ho sognato di trovarmi nel
condominio di mia madre. Sono davanti all’ingresso di un portone che dà
l’accesso alle scale e all’ascensore. Poi, nel sogno, mi vedo dinanzi
all’ascensore e prima di schiacciare il tasto, con la coda dell’occhio sinistro,
vedo un serpente in posizione retta a spirale che mi fissa con quattro occhi.
All’improvviso, appare un leone che, appena s’accorge della presenza del
serpente, si spaventa. Il felino impaurito cerca una via di fuga e correper le
scale. Una volta arrivato al terzo piano, si proietta sul balcone. Nella
sequenza successiva del sogno, si vede il serpente che rincorre il leone ed io
cheinseguo il serpente. I due animali corrono più veloci di me, per cui
non posso stargli dietro. Cosi rallento e li perdo di vista. Il serpente,
vedendo che il leone è troppo veloce, si ferma, fa dietro front e con
decisione si dirige contro di me. Intanto, mi trovo sull’uscio dell’appartamento
di mia madre assieme a Giosuè, mio figlio. Ho un ombrello che apro per
difendermi. Di fronte, vedo il serpente a quattro occhi che mi fissa, pronto ad
attaccarmi. Passa qualche secondo e il serpente, con uno scatto improvviso,
tenta di mordermi. In quel momento, miracolosamente, tra il serpente e me, si
materializza uno scudo di plastica, molto flessibile, ma impenetrabile. Il
serpente si fa male alla testa e se ne va via.- -
378
I quattro occhi del serpente corrispondono alle quattro generazioni del
peccato idolatra. Il leone corrisponde al leone di Giuda. Il serpente è
la chiave del sogno. Il serpente danza nell’idolatria con le parole stonate dei
Padri della Chiesa. Con occhi attenti, questa bestia è riuscita a
conservare e proteggere il peccato idolatra dei Padri della Chiesa per quattro
lunghe generazioni. Il modo migliore per ottenere tale risultato era di non
mettere in comunicazione i cristiani con gli ebrei. In che modo? Semplice,
bastava, da una parte, tenerli ignoranti, lontani dalla vera Tradizione di Israele e far
sì, dall'altra parte, che ci fosse sempre, in tutta la storia della
Chiesa, l'odio per il popolo eletto.
379
Nel passato, ad esempio, esisteva un’accusa tanto stupida quanto
infondata e falsa nei confronti degli ebrei e cioè quella di deicidio. "Popolo
deicida" significa che "Dio’ è stato ucciso da un popolo. Cari lettori, si può
uccidere Dio? Questa accusa faceva parte della strategia del serpente di
separare le nazioni da Israele. Il popolo di Israele ha rappresentato da sempre
una minaccia per l’idolatria cristiana. Ogni contatto con gli ebrei sarebbe
stato pericoloso perchè gli ebrei avrebbero svegliato molte menti ed
acceso la vera fiamma della fede nell’unico Dio Vivente.
380
Il terzo piano nel sogno corrisponde alla Terza Redenzione Finale. Qui la situazione cambia. Il leone diventa
imprendibile. Nella Terza Redenzione Finale il pericolo non è più
rappresentato da Israele bensì da chi inizia a conoscere e studiare
tutte le proibizioni di Dio, tutto ciò che riguarda l’idolatria nel
campo cristiano.
381
Questo è ciò che non vuole il serpente. Finché
rimanevo al pian terreno, ignoravo la forza del Secondo Comandamento che
demolisce l’idolatria cristiana. Ecco perché il serpente all’inizio del
sogno non si preoccupa della mia presenza. Ed è anche significativo che
il serpente si indebolisca al terzo piano mentre il leone prende forza e
velocità. Il simbolo del Leone di Giuda si mette al sicuro nella Casa
della Redenzione Finale, in cui le forze del male non prevalgono. Il popolo di
Israele è protetto da Dio, poiché esso ha custodito la fede
dell’unità di Dio ereditata da Abramo, Isacco e Giacobbe.
382
Dentro le Chiese dei cristiani, invece, non c’è la Santità
dell’Unicità di Dio. La fede dei Patriarchi, purtroppo, è stata
profanata dalla falsa Trinità. L’idolatria è il cibo offerto dal
serpente. Prendete e mangiatene tutti. Chi non mangia la trinità, non
potrà entrare nel suo Regno pieno di Santi e Madonne, ma cadrà
nell’inferno per l’eternità. Cari lettori, capite adesso perché
il serpente mi attacca? Per poter scrivere questo testo, ho dovuto rincorrere
il serpente sino alle sue radici. Grazie a Dio, ho imparato dallo Tzadik Haim che
Dio protegge tutti coloro che custodiscono la Sua Unità. Se la bestia ci
prova, la bestia si fa male.
383
Giovani, non abbiate paura. Dio, Benedetto, manderà Segni che
tutti potranno vedere o ricevere. Dio si prenderà cura di ogni individuo
che vuole avvicinarsi a Lui, proteggendolo. Il serpente sarà reso
inoffensivo dalla protezione di Dio. Chi è assetato della verità
della fede, la cerchi nelle parole di Dio nel Secondo Comandamento.
384
La vera guerra non è contro il prossimo ma contro la propria
inclinazione. L’umanità, da sempre, tende a vedere i difetti altrui, ad
ogni livello. Nel tempo finale di questa Quarta Generazione è più
che mai voluto che le persone SI CORREGGANO.
385
La Correzione è la vera medicina per la salute del nostro corpo e
del nostro spirito. Tutti siamo mancanti davanti al Cielo. Tutti abbiamo del
non buono, nessuno è buono, tranne Uno: Dio. Gesù ha dato la
chiave del non buono per insegnarci a non crederci qualcosa al cospetto di
Dio.
386
Il desiderio di Dio è di vedere che i Suoi figli si comportino
bene fra di loro, con rispetto e umiltà, come insegnato da Gesù.
Il desiderio di Giovanni, invece, fu quello di fare del povero Messia un oggetto
di culto. Povero Gesù! Giovanni, per far ciò, escogitò un
pretesto per giustificare un Dio in terra, una nuova dottrina del Verbo
Incarnato. Giovanni, così, trasgredì la parola di Dio del Secondo
Comandamento.
387
L’amore verso il suo nuovo 'Dio' non gli fece più vedere le
proibizioni stabilite da Dio nella Sacra Torà. E così Giovanni
ruppe i 'sigilli' del Secondo Comandamento cadendo nella trappola del Serpente.
Ora c’è un Dio-Uomo al cospetto di Dio, concepito per opera dello
Spirito Santo dentro un corpo femminile. Non fare altri dei al cospetto di Dio,
per Giovanni, erano soltanto parole. Il falso disegno teologico di Giovanni
prese forma nella sua testimonianza di un Cristo-Dio nell’universo. Tale
creazione può solo esistere in un fumetto. Tale formazione non è
reale ma fantastica. Essa è soltanto una falsa visione che non ha
nessuna corrispondenza nei cieli o sulla terra.
388
Il cristianesimo è una religione senza le
fondamenta della parola di Dio dell’Antico Testamento. Esso si basa
principalmente sul linguaggio del 'prologo' di Giovanni l’Evangelista.
Grazie a Dio, per merito dello
Tzadik Haim, la parola di Dio entra nel mondo con il Nuovo Linguaggio Chiaro.
Questo linguaggio rompe l’idolatria cristiana. La dottrina del Verbo di
Giovanni sarà spazzata via dal mondo da Dio. Giovanni non potrà
fare nulla. Il suo Verbo non ha un potere che dura nel tempo perché il
Verbo è soltanto un disegno deificato che regna in un fumetto.
389
Diario
Qualche anno fa, sognai che avevo difficoltà ad arrivare alla
fine del mese. C’erano problemi da ogni parte. Nel mezzo delle
difficoltà, a sorpresa, arrivò un mio collega di lavoro con la
sua macchina e disse: "I vostri cuori aprono i cuori degli altri".
390
Di cosa mi devo lamentare? Cosa sono i problemi dinnanzi alla ricchezza
acquisita dai tesori del Regno dei Cieli? I nostri cuori sono stati riempiti
dal Nuovo Spirito di Dio. L’insegnamento dello Tzadik Haim è il Nuovo
Cuore, pieno della verità rivelata da Dio, che ha il potere di aprire il
cuore degli altri. Questo è il pensiero che deve dominare nelle
difficoltà quotidiane. Sono arrivato alla comprensione della vera fede per
merito dello Tzadik Haim. I suoi
insegnamenti divorano l’idolatria nel mondo e purificano il cuore dal falso
sentimento verso gli impostori della fede.
391
Nessuno è degno di lode, all'infuori di Dio. Chiunque accetti la
gloria degli uomini è un impostore. La lode spetta soltanto all’unico
vero Buono, Dio. Così insegnarono i tre uomini della Redenzione:
Mosé, Gesù, e Haim.
392
Il Verbo di Giovanni impedisce al fedele di sentire la presenza di Dio.
Esso è solo un falso tramite che ruba la gloria di Dio mettendola sul
povero Gesù.
393
Che piaccia o no, Gesù fu il
primo anti-cristiano che dichiarava che c’è un solo Dio Buono, e che
nessun'altro è del tutto buono. Egli non volle essere chiamato neanche
“Buon Maestro”. Perciò, lettori preziosi, chi ama Gesù veramente,
ascolti le sue parole!
394
Molti giovani non credono nella Chiesa. Molti di loro dicono che esiste
un Essere Supremo che ha dato inizio a tutto. Altri dicono che le loro anime
non si trovano a loro agio nel cristianesimo, a causa dei suoi misteri della
fede. Non tutti i cristiani accettano che il verbo diventi la carne di
Gesù nel mondo tramite una vergine. Che significa ciò? Significa
che, Grazie a Dio, il cristianesimo non è riuscito a spegnere, nei loro
cuori, la fiamma della vera fede nell’unico Dio vivente.
395
Solo l'ignoranza della
verità del Secondo Comandamento ha potuto tenere queste anime nell’errore
del peccato idolatra cristiano. La fede
vera non confonde la persona. Essa è semplice, chiara e soddisfa la
mente ed il cuore. Uno solo è Buono, Dio. Questa è la fede
insegnata da Gesù. I semplici la comprenderanno, mentre i 'difficili'
cercheranno di confondere i semplici con le loro parole.
396
Padre, Ti prego, perdona i cristiani. Essi non sanno cosa dicono. Mi
dispiace, Signore, sono poveretti! Sono stati confusi ed incantati dalle parole
ricevute da Giovanni e da Paolo di Tarso. Padre, Ti chiedo, togli ai cristiani
quel fardello della deificazione di un figlio del Tuo popolo. Gesù ha
dato la sua vita a Te, o Dio Altissimo, perché il Tuo popolo continuasse
ad esistere nel mondo. Ed egli è risorto per gli scopi della Tua
volontà.
397
31 maggio 2005
Stamattina stavo guardando un cartone animato alla televisione. Mi
colpii una scena. Vedevo alcuni insetti che suonavano degli strumenti musicali.
Ma guarda un po’, pensavo, nella fantasia si può fare davvero tutto.
Insetti che parlano e suonano strumenti musicali. E’ stupefacente! Tutto
ciò, però, non è reale. Tale immaginazione è
assurda nella realtà ma non nel mondo della immaginazione.
398
Voi direte: non si può paragonare un fumetto con la fede seguita
da più di un miliardo di persone! Si, è vero, non si può.
La fede non è un fumetto. Il problema è che il ‘fumetto’ del
Nuovo Testamento cristiano viene considerato fede sacra nonostante le
innumerevoli incongruenze rispetto alla vera fede.
399
Cosa lega il mio ragionamento al Verbo di Giovanni? Se l’uomo, nella sua
fantasia, è riuscito a far suonare uno strumento musicale ad un insetto,
allora si può anche fare nascere il Verbo-Incarnato da una donna vergine
concepito dallo Spirito Divino. Dobbiamo, però, essere concreti. Non
esiste un tale potere nella natura dell'uomo. E’ fuori dalla natura reale che
gli insetti suonino strumenti musicali. Tale assurdità è simile
alla teoria di Giovanni. Egli ha ‘materializzato’ Dio, che Dio ci salvi da tale
concezione. Non ci sono parole né forme che possano identificare Dio.
Poiché Egli è privo di ogni forma. Le forme hanno limiti e
possono essere concepite.
400
Giovanni, nel suo 'principio' del Prologo, fantasticò due
entità. Il Verbo e Dio, uno presso l’altro. Nella mente di Giovanni si
mescolano vera tradizione e fantasia, sfociando nell'assurdità. Tutto
è possibile nella fantasia, come una formica che suona il violino.
401
L’assurdo regna nel fumetto del Nuovo Testamento Cristiano. E’
impossibile che un uomo sia stato concepito per opera dello Spirito Santo, come
è impossibile per una donna rimanere incinta da uno Spirito. Quando le
formiche suoneranno gli strumenti musicali nel mondo reale, allora sarà
vero che Gesù nacque da una vergine! Non aspetteremo. Il potere della
fantasia umana è prigioniero nella sua fantasia, un mondo irreale. Il
Verbo esiste soltanto in un mondo immaginario. Nel mondo vero, creato da Dio,
non esiste! Nella Terza Redenzione Completa si svela la verità ed il
Verbo non esisterà più.
402
La teologia di Giovanni è fuori dal mondo creato da Dio. Le sue
teorie sono cosi assurde che non ci sono parole per correggerle. Il linguaggio
del Prologo non tocca la realtà della terra, nella stessa misura che non
esiste un Verbo-Deificato che si incarna in Gesù sulla terra. Esso
è confinato in un testo di pura fantasia.
403
Un individuo, se vuole diventare cristiano, dovrebbe uscire dalla
realtà per entrare in un mondo illusorio. Tale mondo esiste sulla carta
scritta, ed è un mondo fantastico che, però, è pieno di
contraddizioni, coperte dai termini dei misteri che vengono messi dalla Madre
Chiesa per far tacere il ragionamento logico. Così un aspirante
cristiano non ha scelta. Egli deve credere, al cento per cento, che Dio si
è fatto uomo nel mondo tramite il Verbo nella Vergine. Poi, una volta
accettata tale fede, l’interessato deve fare quadrare i suoi ragionamenti con i
dogmi della Chiesa.
404
Ogni cosa che non quadra si risolve con il mistero. Alla fine, il cristiano
deve mettere la sua fede soltanto nel mistero. Dico la sua fede, perché,
strano ma vero, proprio nel mistero regge la sua fede.
405
Non rattristatevi, anzi rallegratevi, il falso Spirito Divino di Cristo
è stato sigillato in un giornaletto a fumetti. Il Verbo è solo un'invenzione
di Giovanni. Il Verbo è un'idea associata a Gesù disegnata in un
fumetto al di fuori di ogni realtà od ogni verità. Qualcuno
potrebbe domandarsi: se il Verbo di Giovanni è falso, perché non
è stato distrutto e cancellato dall’ira di Dio? Non c’è bisogno
dell’ira di Dio per distruggere il Verbo. Basta soltanto strappare il
giornaletto. Questa è la vera correzione. Il sogno fa vedere bene la
Bibbia dei cristiani. Essa è composta dall’Antico Testamento e sotto di
esso c’è questo giornaletto del Nuovo Testamento a fumetti. Il
giornaletto viene strappato. Cosa rimane?
406
Grazie a Dio, ora si può parlare del vero Gesù, per merito
dello Tzadik Haim. La Stella di Cristo è venuta in virtù
all’umiltà. Tale informazione deriva dal primo Grande Segno Generale della
Terza Redenzione Finale, Il Segno delle Stelle.
GRANDE E’ IDDIO CHE HA RACCHIUSO L’IDOLATRIA CRISTIANA IN UN FUMETTO.
407
L’inganno consiste nel far credere al fedele che Gesù sia stato
veramente concepito per opera dello Spirito Santo. Questo è il primo
scoglio da superare. Chi accetta per fede tale concezione, entra in un mondo
in cui non si distingue più tra materia e spirito e viceversa. Il
risultato è testimoniato dalle opere del Cristianesimo, opere piene di
idoli ed immagini sacre nei luoghi di culto.
408
Il fedele non si domanda che cosa sta facendo inginocchiato dinnanzi ad
un pezzo di marmo. La cosa stupefacente è che il fedele si rivolge
all’idolo come se fosse vivo. La teologia cristiana toglie alle persone la
facoltà di distinguere una pietra da uno spirito o uno spirito da una
pietra. Per forza: il Verbo diventa Carne. Gesù nasce dallo Spirito.
Giovanni l’Evangelista col suo Verbo tolse la distinzione fra spirito e
materia, già 'in principio', confondendo Dio con il Verbo diventato
Carne. Egli creò una logica che non trova nessun fondamento nella logica
di questo mondo naturale.
409
Il cristianesimo teologico non ha le sue radici nell’ebraismo,
bensì nel paganesimo. Tutti i concetti formulati intorno alla
Divinità di Cristo sono analoghi ai concetti idolatri del mondo pagano.
Cambiano i nomi, ma il concetto è lo stesso. Il culto verso gli idoli o
le immagini sacre era una usanza comune fra i pagani.
410
Il popolo di Israele, pur sbagliando allora nei confronti di
Gesù, ha fatto da duemila anni ciò che è giusto nei
confronti del Cristianesimo: non ha mai riconosciuto la deificazione di Cristo.
Gli ebrei sono rimasti fedeli alla parola di Dio, nella fede diretta nell’unico
Dio Vivente.
411
Non per niente Gesù insegnava ad ascoltare Mosé ed i
Profeti di Israele, nella parabola del ricco epulone. Un amico cristiano mi ha
chiesto: "Voglio ascoltare Gesù, figlio di Giuseppe e Maria.
Perché mai Gesù disse di ascoltare Mosé"?
Rivolsi la stessa domanda a Peretz, che mi consigliò di leggere
Deuteronomio. Così feci. Riporto
alcuni passaggi di ciò che scrisse Mosé, nel Deuteronomio (cap.
4, ver. 10).
412
"Il giorno in cui sei stato alla presenza del Signore Tuo Dio sull’Oreb,
quando il Signore mi disse: - RadunaMi il popolo e farò sentire le Mie
parole, affinché imparino a temerMi per tutti i giorni della loro vita
sulla terra e le insegnino ai loro figli -, voi vi avvicinaste e rimaneste ai
piedi della montagna; il monte bruciava nel fuoco che saliva al cielo: tenebre,
nuvole e nembi.
413
Il Signore vi parlò in mezzo al fuoco; udiste il suono delle
parole senza vedere nessuna figura: soltanto una voce. Vi rivelò la Sua
alleanza, ordinandovi di praticarla: le dieci parole scritte su due tavole di
pietra. In quel tempo, mi ordinò di insegnarvi statuti e decreti
perché li possiate praticare sulla terra su cui state per passare e
prendere possesso.
414
Badate bene a voi stessi: non vedeste nessuna figura nel giorno in cui
il Signore vi parlò sull’Oreb, in mezzo al fuoco; non prevaricate
facendovi una figura scolpita di qualsiasi simulacro, immagine di maschio o
femmina, immagine di qualsiasi animale terrestre, immagine di qualsiasi uccello
che vola nel cielo, immagine di qualsiasi rettile che striscia sul suolo,
immagine di qualsiasi pesce che si trova nell’acqua sotto la terra.
415
Quando alzi gli occhi verso il cielo, e vedi il sole, la luna, le
stelle, tutto l’esercito del cielo, non lasciarti trascinare a prostrarti davanti
a loro, e a servirli, perché il Signore, Dio Tuo, li ha dati in sorte a
tutti i popoli che sono sotto il cielo".
416
Tali parole provengono da colui che Gesù ci raccomandò di
ascoltare, Mosé. Chi ascolterà Mosé e come se avesse
ascoltato Dio direttamente.
‘Nessuno di voi faccia
un simulacro con figura di maschio e femmina, che nessuno di voi si faccia immagini
di ogni essere vivente che sta su nel cielo in terra e nelle acque sotto la
terra. Nemmeno al sole, alla luna, alle
stelle e a tutto l’esercito del cielo,
non ci si deve prostrare, nè prestare culto.".
417
Colui che inventò un ‘altro Dio’ non ascoltò Mosé e
si allontanò dalla sorgente della salvezza, la Torà di
Mosé. Egli non superò la prova del Secondo Comandamento e fu
rimproverato da un servo di Dio. Ciò accadde verso la fine della sua
opera, l’Apocalisse: “Io, Giovanni, ho
udito e vedute tutte queste cose. Ora, quando le audizioni e le visioni ebbero
termine, caddi ai piedi dell’Angelo, in segno d’adorazione, ma, egli mi disse:
Guardati dal farlo! Anch’io sono servo come te e come i profeti, i tuoi
fratelli e come quelli che osservano le parole di questo libro. Dio solo
adorerai. (cap. 22, ver. 8)
418
Dal Diario
di Daniele Sonai. 2 giugno 2005
Stamani ho sognato di trovarmi nel medioevo. La Chiesa di Roma mi aveva
condannato a morte. A 48 ore dall’esecuzione, riflettevo su che cosa dovevo
fare. Se io muoio, non potrò più fare il mio lavoro comandato da
Dio. Poi, nel sogno, mi trovo sul patibolo, ed un cardinale mi dice, "Se
ti vuoi salvare, devi rinnegare tutto ciò che hai scritto". Avevo
pochi minuti per pensarci. Vogliono farmi morire perché dico la
verità. Se, però, muoio, molti non potrebbero svegliarsi alla
vera fede nell’Unico Dio Vivente. Per cui, la mia menzogna non è meno
nociva della loro. Poiché soltanto da vivo posso distruggere le loro
menzogne nascoste dietro ad una falsa fede. Cosi, nel sogno, accetto la loro
proposta e mi condannano ad esiliare in un Paese con dodici province. In questo
Paese, c’è libertà di parola. Ciò mi permetteva di
continuare il mio lavoro in un ambiente libero e civile.
419
Sono stato condannato a morte dalla Chiesa prima ancora di finire il
testo. Ho appena chiamato Peretz, gli ho raccontato il sogno e lui mi ha detto:
se questo testo fosse stato scritto nel medioevo, la Chiesa ti avrebbe
condannato a morte. Grazie a Dio, nei nostri tempi c’è libertà di
espressione. Le nuove generazioni non vorranno essere più manipolate
nell’ignoranza; vorranno decidere loro, dopo aver analizzato con cura tutte le
contraddizioni che ci sono sull'argomento.
420
Giovanni l’Evangelista non ascoltò Mosé. Egli non prese
neanche in considerazione gli avvertimenti dei Profeti di Israele. Chi disobbedisce
alla parola di Dio, Gesù che ascoltò Mosé ed i Profeti o
Giovanni che mise un altro Dio al cospetto di Dio? Valutate voi, cari lettori,
la differenza che c’è fra le parole dei Profeti e la dottrina di
Giovanni. Nel Libro dell’Asino che Mangia il Pane, ci sono alcune profezie
selezionate dall’Asino che riporto qui sotto:
421
Isaia, cap. 2, ver. 17, 18.
L’arroganza umana sarà umiliata, l’orgoglio dell’uomo sarà
abbassato: Il Signore solo sarà esaltato in quel giorno. Gli idoli
spariranno completamente.
Isaia, cap. 45,
ver. 18, 25.
Perché cosi parla il Signore che ha creato i cieli e la terra,
Egli che è Dio, che ha formato e fatto la terra; Egli l’ha stabilita,
non l’ha creata caotica e informe, ma l’ha formata perché sia abitata:
Io sono il Signore senza rivali.
Non ho parlato in segreto, in un angolo tenebroso della terra, non ho
detto alla stirpe di Giacobbe: Cercatemi nel deserto. Io sono il Signore che
dico giusto e annuncio ciò che è retto.
Radunatevi e venite, accostatevi tutti, sopravviventi delle nazioni!
Insensati sono quelli che innalzano un idolo di legno e pregano un dio che non
salva.
Annunciate, esponete, consultatevi pure assieme: Questo chi ve l’ha
fatto dire nel passato, chi prima che ve l’ha annunciato? Non forse Io, Il
Signore? Un altro dio non c’è all’infuori di Me!
Fuori di Me non c’è altro dio giusto e salvatore. Volgete a Me, e
sarete salvi, voi regioni di tutte le parti del mondo, perché Io sono
Dio e non ce ne sono altri!
Lo giuro per Me stesso! Dalla Mia bocca esce la verità e non
sarà revocata: Davanti a Me si piegherà ogni ginocchio, per Me
giurerà ogni lingua.
Di Me si dirà: - Nel Signore solo, si avrà la giustizia e
la forza! – Da Lui verranno svergognati tutti quelli che si oppongono. Nel
Signore la stirpe d’Israele sarà vittoriosa e gloriosa.
Isaia cap.
40, ver. 18
A chi vorreste voi paragonare Dio? E con quale immagine Lo
rappresentereste?
Isaia cap. 40, ver. 25
A chi, dunque, Mi vorreste paragonare perché Io gli sia pari?
Isaia cap. 41, ver. 4.
Chi ha operato, chi ha fatto questo? Colui che fin dal principio ha
chiamato le generazioni alla vita: Io l’Eterno, che Sono Primo e che
Sarò con gli ultimi sempre lo stesso.
Isaia cap. 42, ver. 8
Io sono l’Eterno: tale è il mio Nome e Io non darò la Mia gloria
a nessun altro, né la Mia lode appartiene agli idoli.
Isaia cap. 43, ver. 10
I Miei testimoni siete voi, dice l’Eterno, voi siete il Mio servo che Io
ho scelto, affinché voi lo sappiate, Mi crediate, e riconosciate che
Sono Io. Prima di Me, nessun dio fu formato e dopo di Me non v’è ne
sarà alcun altro.
Isaia cap. 44, ver. 6.
Così parla l’Eterno, Re d’Israele, l’Eterno degli eserciti: Io
sono il Primo e l’Ultimo e fuori di Me non c’è altro Dio.
Isaia cap. 44, ver. 24.
Così parla il Tuo Redentore, Colui che t’ha formato fin dal seno
materno: Io sono l’Eterno che ha fatto tutte le cose. Io solo ho spiegato i
cieli e la terra, senza che vi fosse alcun altro con me.
Isaia cap. 46, ver. 5.
A chi Mi assomigliereste, a chi Mi uguagliereste, a chi Mi
paragonereste, quasi fossimo pari?
Isaia cap. 46, ver. 9.
Ricordate il passato, le cose antiche, perché Io sono Dio, e non
v’è ne alcun altro. Sono Dio e nessuno è simile a Me.
422
Nella parola di Dio, pronunciata tramite i Profeti di Israele, non
c’è alcun accenno ad un verbo che era presso di Dio. Al contrario di
ciò che disse Giovanni, nei Profeti c’è una determinazione severa
di Dio contro coloro che vogliono innalzare un uomo al livello di Dio. Nessuno
è simile a Dio e nessun uomo assomiglia a Dio. Nessun uomo può
paragonarsi a Dio.
423
Dio non è né carne né spirito, bensì il
Creatore di tutte le carni e di tutti gli spiriti. Chi crede che Dio sia uno
spirito, sbaglia di grosso. Poiché lo spirito occupa un posto nel nostro
cosmo. I Saggi di Israele dissero che Dio non ha bisogno né di spazio,
né di posto. Poiché Egli è esistito prima di tutte le
altre esistenze.
424
Lo spirito di Dio non è Dio bensì un servo di Dio che fa
la Sua Volontà. La parola di Dio è la Volontà del nostro
Creatore espressa nel linguaggio degli uomini. Il Verbo di Giovanni non
è Dio bensì un fumetto da strappare. Esso non è una entità
Divina, né un'entità esistente. E’ solo la visione d'un artista
filosofico con molta fantasia. Esso proviene dal caos originale.
425
L’uomo deve rivolgere le sue preghiere soltanto a Colui che disse ed il
mondo fu. Abramo, nostro padre, riconobbe Dio dalle Sue opere e Dio Si
rivelò a lui con il Nome di EL SHADDAI.
In Egitto, il Dio di Abramo redense i figli di Giacobbe per mano di Mosè. In quel momento storico, il
Dio dei cieli e della terra mantenne la promessa fatta al primo Patriarca: (Genesi
cap. 15, ver. 13.) – Allora Il Signore
disse ad Abram: Devi sapere che la tua discendenza dimorerà come
forestiera, in una terra non sua; la lavoreranno e li opprimeranno per
quattrocento anni. Ma Io giudicherò la nazione che Essi hanno servito!
Dopo queste cose, essi usciranno con grandi beni. -
426
Dio non comandò né ad angelo né a profeta di redimere
il Suo popolo. Egli Stesso lo liberò con segni e prodigi. Il Dio degli
Eserciti scelse Mosé, un figlio di Israele che fu riempito di spirito
della conoscenza della Volontà di Dio. Dio testimoniò che "non
ci sarà mai un uomo più umile di Mosé in tutta la Mia casa".
Gesù credette nella Legge di Mosé e si ispirò alla sua
umiltà.
427
Gesù stesso insegnò che l’uomo non ha nessun potere, se
esso non gli viene dato dall’Alto. Dall’Alto è arrivata la Torà.
Essa dà la forza di sconfiggere l’idolatria ed il male che ne
deriva. Chi ascolta Mosé ed i
Profeti si protegge in Dio, si fortifica nello spirito e nel corpo, e non cade
nelle tentazioni dell’astuto serpente. Gesù fu un uomo indottrinato
dalla Legge di Dio e dalla parola dei Profeti. Questa conoscenza dette la forza
a Gesù di respingere l’instancabile martellatore del male.
428
Gesù mi stupisce con le sue parole:
Se io rendo testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non è
valida.
C’è un altro che testimonia di me e so che tale testimonianza
è vera, voi avete inviato una delegazione a Giovanni ed egli ha reso la
testimonianza alla verità.
Io, però, non accetto la testimonianza di un uomo, ma dico questo
perché voi siate salvati.
Egli era la lampada ardente e splendente e vi siete voluti rallegrare
per poco alla sua luce.
Ma io ho un’altra testimonianza, più grande di quella di
Giovanni, cioè le opere che il Padre mio ha dato da portare a
compimento, queste stesse opere che faccio, mi rendono testimonianza che il
Padre mi ha mandato; e anche il Padre che mi ha mandato mi rende testimonianza.
Voi non avete ascoltato la Sua voce, né avete mai visto la Sua
figura e non avete la Sua parola che rimane in voi, perché voi non
credete a colui che ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, perché per mezzo di esse pensate di
avere la vita eterna: sono proprio esse che mi rendono testimonianza. Ma voi
non volete venire a me per avere la vita. Io non accetto la gloria degli
uomini. (cap. 5, ver. 42)
Come potete credere voi, che vi glorificate gli uni gli altri e non
cercate la gloria che viene dal solo Dio? (cap. 5,ver. 44)
429
Sono passati duemila anni ed il cristianesimo è rimasto sordo
alle parole di Gesù. La colpa principale è del Verbo di Giovanni,
non dei cristiani. I cristiani non sanno distaccarsi dal Verbo. Essi sono
rimasti incantati del suo 'mistero' e si sono persi nel buio. Grazie a Dio, la
voce di Gesù è ritornata per chiedere giustizia a Dio. Egli vuole
separare il suo nome dalle parole peccaminose dei Padri della Chiesa.
Gesù non accetta la testimonianza degli uomini né la loro gloria.
Così sarà nel mondo. Poiché Iddio purificherà il
mondo dall’idolatria nella Terza Redenzione Finale.
430
Con occhi da cristiano risvegliato, finalmente vedo Gesù in difetto.
Le sue parole confondono il Cristianesimo. Lui non vuole la gloria di nessuno.
Egli non si glorifica, non accetta nemmeno la propria testimonianza, né
quella del Giovanni, il Battista. Sono da studiare tali affermazioni. Questo
Gesù è un osso duro, un ebreo tenace. Mi piace.
431
Comunque, è interessante capire come mai Gesù non accetta
la testimonianza del Giovanni il Battista. Faccio ancora fatica a credere a
ciò che disse Gesù. C’è un altro che mi rende
testimonianza e so che è vera, voi avete inviato una delegazione a
Giovanni ed egli ha reso la testimonianza alla verità.
Io, però, non accetto la testimonianza di un uomo, ma dico questo
perché voi siate salvati, ecc.
432
Ciò dà tanto da pensare perché la testimonianza di
Giovanni, il Battista, è scritta proprio nel prologo di Giovanni
nell’inno al Verbo: Questi era di colui di cui dissi: “Colui che viene dopo di
me, ebbe la precedenza davanti a me, poiché era prima di me”. (cap. 1,
ver. 15),
Non è possibile! O Gesù è in difetto o lo è
tutto il cristianesimo. Egli non accetta né la sua testimonianza, né
la testimonianza di Giovanni e nessun tipo di gloria dagli uomini.
Perché?
433
Con tali parole Gesù distrugge il Verbo di Giovanni, invalida le
lettere di Paolo di Tarso ed infine spacca la Trinità, ancor prima della
sua nascita. E’ incredibile! Chi l’avrebbe mai detto che Gesù avesse
detto tali parole!
434
Gesù, perché parla così? Forse si è montato
la testa? No, niente affatto. Egli era umile. Giovanni, il Battista, cercava di
mettere Gesù davanti a lui. Forse questo fatto non piacque a Gesù
per il troppo onore datogli? Perché lo dico? Perché Gesù antepone
Dio agli uomini. Gesù spiegò che c’è una testimonianza che
supera tutte le testimonianze degli uomini:
Ma, io ho un’altra
testimonianza, più grande di quella di Giovanni, cioè, le opere
che il mio Padre mi ha dato da portare a compimento.
435
A Gesù non interessa essere prima o dopo di Giovanni, il
Battista, ma di riuscire portare a termine un Comando di Dio. E’ solo della
riuscita della sua missione che Gesù si preoccupava. Poiché tale era
la volontà di Dio. Tutte le altre parole su di lui non avevano valore.
Se io rendo
testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non è valida.
Io, però, non
accetto la testimonianza di un uomo.
436
Il glorificarlo e testimoniarlo come un uomo divino sopra tutti irrita
Gesù. Questo culto, Gesù non l’ha mai voluto né cercato.
Quanti sanno che Gesù disse di non accettare la testimonianza di un
uomo, né la gloria degli uomini? E non è finita qui. Nel verso
successivo, egli ci avvisa che 'se dico questo voi siete salvati'. Lo riscrivo
perché non riesco a crederci, io
non accetto la testimonianza di un uomo, e se dico questo, voi siete salvati.
437
Grazie a Dio, Gesù mi ha scagionato da tutte le accuse dei
credenti nella parola di Giovanni l’Evangelista. Gesù, con la sua
testimonianza, mi ha salvato dalla condanna a morte dalla Chiesa. Non solo me,
ma anche a chiunque ascolti la sua parola. Yeshua sta dicendo: non date
testimonianza di me e non glorificatemi, perché chi fa così non
potrà essere salvato.
466
A questo punto bisogna fare una scelta. E per fare la scelta esatta, non
bisogna fidarsi delle interpretazioni dei Padri della Chiesa, anzi, bisogna non
fidarsi di loro. Essi non hanno insegnato l’insegnamento di Gesù
bensì una nuova teologia imparata dal prologo di Giovanni. Scusate se
insisto. Niente di personale. Ognuno crede in ciò che vuole. Il punto
è che i loro insegnamenti distorcono Gesù e tutti i suoi
insegnamenti.
467
Sono arrivato a concludere che Gesù sia stato tradito in buona
fede. Tolta la buona fede, però, il tradimento rimane. Giovanni, con il
suo Verbo, ha tradito il Dio di Gesù. Egli falsificò la persona
di Gesù davanti agli uomini, davanti agli animali, alle montagne, ai
sassi, alle formiche e a tutti gli esseri viventi di questo mondo.
468
Tu, Giovanni, hai reso falsa testimonianza all’umanità. Tu,
Giovanni, hai insegnato a glorificare Gesù come un Dio. Tu, Giovanni,
hai insegnato che questa fede salva. Ora, però, sei tu, Giovanni, che ti
devi salvare.
469
Gesù intuì che le sue parole sarebbero state travisate
dagli uomini. Egli, quindi, non ha colpa se gli uomini hanno dato una falsa
testimonianza delle sue opere, una testimonianza idolatra.
"Io non accetto la testimonianza di un uomo."
470
Il loro linguaggio non fu un'opera di Gesù. Egli è
innocente e senza colpa. Lui si era annullato nella sua umiltà, nel
timore di Dio, da uomo giusto che vive nella sua fede. Ma l’esultanza sfrenata
e squilibrata dei Padri della Chiesa chiuse i loro cuori alla comprensione del
linguaggio umano del Cristo uomo. Lo si capisce dalle loro conclusioni che
deviano della vera fede. La loro stessa fede è caduta nell’errore di 'un
altro Dio all’infuori di Dio'. E, con questo errore, si è creato, per sostenere
questo falso ‘Dio’, il pretesto di falsificare la creazione stessa. Ciò
non fu mai e poi mai l'intento di Gesù!!!! Tali distorsioni sono opere
idolatre che accecano il credente dal distinguere ogni verità della pura
fede nell'Unicità di Dio.
Le parole di Gesù sono vere perché sono radicate nella
Sacra Torà. Le parole di Giovanni, invece, sono false perché
deviano dal Secondo Comandamento.
471
Qual è la più grande opera voluta da Dio, secondo
Gesù? E', forse, che l’uomo accetti le testimonianze dei suoi simili?
Oppure che l’uomo accetti la gloria degli uomini? O, forse, che l’uomo
costruisca dei grandi templi? Niente di tutto ciò.
La più grande opera che un uomo possa compiere, secondo
Gesù, è di ricevere la legge di Dio dentro al proprio cuore,
perché essa dà la comprensione che Dio è Uno e che non
c’è altro dio all’infuori di Dio. E che gli uomini si amino gli uni con
gli altri e che tutti insieme amino l’unico Dio, con tutto il loro cuore, con
tutta la loro forza e con tutta la loro anima.
472
Gesù rispose in modo giusto alla domanda dello scriba: quale era
il primo Comandamento della Torà?
Il primo è "Ascolta, Israele, il Signore, Dio nostro, il
Signore è Uno. Ed amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: "Ed
amerai il tuo prossimo come te stesso. Non ci sono altri comandamenti maggiori
di questi".
Gesù svelò il suo cuore con queste parole. Questo ebreo
insegnò, a cuore aperto con tutti, la fede comandata da Dio nella
Torà di Mosè.
473
Il desiderio di Dio, Benedetto, sta nella Torà di Mosè e nelle
parole dei Profeti di Israele. Dio disse: "Sappi, dunque, oggi e medita in
cuor tuo che il Signore è Dio nei Cieli in alto ed in basso sulla terra;
Lui e nessun altro. Osserva le Sue prescrizioni e i Suoi Comandi che Io oggi
t’impongo, affinché abbia bene tu e i tuoi figli dopo di te e prolunghi
i tuoi giorni sul suolo che il Signore tuo Dio ti concede per sempre"
(Deuteronomio, cap. 4, ver. 39.)
474
L’altro ‘Dio’, per esistere, deve andare contro tutte le parole dei
Profeti di Israele. L’antica ed eterna parola di Dio viene considerata
‘vecchia’ dai Padri della Chiesa, ed essa viene sostituita da una ‘nuova’
Parola, il Nuovo Verbo. Il Nuovo Testamento, però, non viene dal Cielo,
come la Torà al tempo di Mosè, ed esso non proviene neanche dalla
madre terra della natura. Allora da dove proviene? Bella domanda! Esso proviene
dalle labbra di uomini, anche in buona fede, che per giustificare il Messia e
glorificarlo ed onorarlo, scavalcarono la vera e giusta fede della Torà
di Mosè e dei Profeti di Israele.
475
Il Serpente ha fatto bene il suo lavoro ed ha raggirato tutti. Niente di
male. Egli ha ingannato anche Paolo di Tarso facendogli dire ciò che non
poteva capire. Lo spirito di Paolo gli spiegò che la volontà di
Dio aveva messo tutti nella disobbedienza. Paolo aveva ragione, ma non lo
sapeva. Cosa non sapeva? Che tutti erano in errore, compreso lui ed il suo
cristianesimo. La divinità di Cristo cade nel peccato idolatra in base
alla Legge di Mosè. Cosa fece Paolo di Tarso? Tolse la Legge di
Mosè per togliere il peccato commesso nella deificazione di Cristo!
Così, l’altro ‘Dio’ incominciò a prendere piede, non avendo
più le proibizioni della Sacra Torà, l’antica ed eterna parola di
Dio.
476
Dio stesso avvisò, tramite Mosè ed i Profeti, che non
c'erano elementi visibili o invisibili nell’universo che possano assomigliarGli.
Egli è Uno, Uno soltanto, ed è l’unico vero Buono di tutto
ciò che esiste e tutto ciò che esiste non Lo può vedere
né concepire.
477
Basti vedere come la Chiesa giustifica il culto ai suoi 'dei', davanti
alle parole del Secondo Comandamento: Sentite un commentatore tradizionale
cristiano: E' qui rigidamente inculcato il monoteismo, ossia il culto al solo
vero Dio, e detestata l'idolatria, alla quale il popolo ebreo era tanto esposto
ed incline; per questo si proibisce a loro di farsi statue e delle immagini.
Oggi, che non vi è più questo pericolo, sono permesse
perché costituiscono un valido aiuto al culto esterno. Ci aiutano a
ricordare i veri servitori di Dio e ci invitano ad imitarne le
virtù."
Peretz dice che la religione, per giustificare
ciò che è falso, fa sì che i propri fedeli diventino
bugiardi, maledetti, scaltri e persone di malafede. Duemila anni di culti
idolatri della Chiesa ma solo il popolo ebraico è incline all'idolatria!!!!!!!!
478
Il tragitto dalla concezione astratta alla concreta materializzazione
dell’Entità Divina è breve. Cosi anche Giovanni confinò il
suo Verbo in un corpo facendo diventare quel corpo divino, il Corpus Cristi. Da
CORPUS a PIETRA SCOLPITA la strada fu breve.
479
Quando si arriva alla statua che rappresenta una divinità,
significa che l’idolatria ha completamente distaccato la persona dai comandi di
Dio. Moltissime energie vengono consumate dagli artigiani nel fare idoli. La
statua è l’idolatria nella maniera più grezza. E’ sufficiente che
un artigiano scolpisca sulla pietra una
figura a cui si è abituato a prestare culto. Costui, poi, con fatica
religiosa, l’appoggia su un piedistallo e tale statua è così pronta ad essere venerata.
480
Cosa sta facendo l’artigiano? Egli, con la opera delle sue mani, sta
modellando l’oggetto della sua fede su una pietra, simile allo spirito che
diventa carne. L’astratto viene immobilizzato nel fermo immagine su una tela o
scolpito nella pietra, 'un valido aiuto al culto esterno'. Alla fine gli dei
degli uomini non sono altro che delle figure senza vita.
481
Ovviamente, tali figure devono seguire l’immaginazione della credenza
del fedele. Voglio dire che la Divinità scolpita sulla pietra
rappresenta l’immagine di una Divinità mentale costruita nelle
inosservanze del Secondo Comandamento.
“Non ti farai nessuna statua e nessuna immagine”.
482
La parola “nessuna immagine”, purtroppo, non fu presa nella maniera
giusta da Giovanni, l’Evangelista. Come potè dare un'immagine a
ciò che è inimmaginabile? Come potè vedere due
entità oltre i confini dell’universo? Come potè vedere nella sua
mente il principio di Dio?
Egli testimonia nel quarto Vangelo che ‘In principio c’era il Verbo ed
il Verbo era presso Dio’. Seguendo le sue parole, si vedono 'in principio' due
Entità separate; una viene chiamata 'Verbo' e l'altra Dio.
483
Dio si rivelò al popolo di Israele sul Monte
Sinai con grandi miracoli. Ciò testimoniava la vicinanza fra Dio ed il
Suo popolo, come un padre che educa suo figlio. Nessun popolo può, e
dovrebbe, sentirsi figlio di Dio più del popolo d'Israele. Al tempo di
Gesù, gli ebrei non si comportavano da figli di Dio e non facevano il giusto
onore dinnanzi al loro Padre che è nei cieli. Ecco, appunto,
perché il Messia, Gesù, dovette ri-insegnare loro i giusti
atteggiamenti nei confronti del Padre in Cielo. "Non sono blasfemo,
spiegò Gesù ai Dottori della Legge, dico di essere figlio di Dio
nello stesso senso scritto nella Torà, 'Figli siete al Signore Dio
Vostro' e sta scritto 'Mio figlio, il Mio
primogenito, Israele'.
484
Le nazioni pagane, però, non erano migliori degli ebrei. Nei loro
regni, l’idolatria era comune ed anche crudele poiché richiedeva
sacrifici umani. Questa loro fede
idolatra aveva più valore della
vita. Tutto il mondo pagano era senza la guida del vero Dio perché
mancava lo splendore di Israele.
485
Gesù comprese che tale splendore mancava. Gran parte dei
rappresentanti della Torà, purtroppo, erano caduti nel desiderio di
splendore personale. Una luce, senza la Santità della Legge nel cuore,
non splende. Costoro, però, erano uomini della sua stessa fede, ebrei
come lui, figli di Dio ai quali Dio diede la Corona della Legge e la terra
d'Israele ed il Tempio. Ciò perchè il popolo di Dio santificasse
il Suo nome in un luogo Santo, nel Tempio a Gerusalemme. Gesù sapeva la
causa di questa luce senza splendore e cercò di spiegarla nella parabola
del ricco epulone. "Hanno Mosé ed i Profeti, che li ascoltino!".
486
Il quartiere generale delle immagini si trova
dentro la nostra mente. Nessuna di queste immagini, però, può
rappresentare Dio. Poiché Egli è privo di forme e di aspetti.
Egli è Uno. Un gran Saggio di Israele, Rav Eliezer di Worms, disse che, ‘Tutte le forme delle forme create, non sono
presenti in Lui. Tutto ciò che può essere immaginato o paragonato
nella creazione, non può essere tale con il Creatore. Poiché, Tu
sei Uno e Tu solo hai creato i cieli e la terra senza fatica e senza lavoro’.
487
Senza il Secondo Comandamento, non c’è vera
fede, e se non c’è la vera fede, l’immaginazione prende il sopravvento.
Il cristianesimo, infatti, ha costruito la sua fede sui termini di Giovanni e
sulle deduzioni di Paolo di Tarso. Sono state le loro stesse parole che hanno
indotto ad immaginare l’esistenza di due
Divinità, il Padre ed il Figlio, ancora prima di tutti i secoli.
488
Giovanni fece di Gesù il secondo vitello d’oro della storia e Paolo di Tarso lo offrì su un piatto
d’argento alle nazioni.
489
“Poiché Io
sono il Signore Dio Vostro, un Dio
Geloso”.
Il Creatore dei cieli e della terra è lo stesso Dio che redense i
discendenti di Abramo dall’Egitto, che aprì le acque del mar Rosso e che
guidò il popolo di Israele ai piedi della montagna per stringere
un’alleanza con loro. E, dal monte, il Dio di Abramo si rivelò alla Sua
nazione e disse: "Io sono il Signore, Dio Vostro, che vi ho tratti dalla
terra d’Egitto, dalla casa della schiavitù".
490
Il Santo Benedetto parlò per la prima volta a cielo aperto con il
Suo popolo mentre la montagna bruciava. Lampi, tuoni si scatenavano nel cielo e
fuoco scese dal cielo quando si udì la Voce di Dio. I Saggi spiegarono
che 'non c’era posto in cui la voce di Dio non penetrasse'.
491
Io sono un Dio Geloso. Non esiste nessun elemento vivente nell’universo
che possa raffigurarMi. Chiunque si associ a Me è un impostore. Io sono
il vero Padrone dell’universo e l’universo è nulla davanti a Me. Io sono
il Signore Dio Vostro che riempie l’universo intero, ma l’universo non Mi
riempie in nulla. Nessuno è simile a Me. Io sono Solo. Con Me non esiste
un altro Dio. Io riempio i cieli, la terra e tutto il creato. La Creazione
è Mia, con tutto ciò che essa contiene. In principio Dio
creò i cieli e la terra. Essa fu voluta soltanto da Me e da nessun
altro. Io sono un Dio Geloso di ciò che è Mio.
492
Ed Io vedo dove nascondete i dei degli uomini, e "punisco i peccati
dei padri sui figli sulla terza e fino alla quarta generazione".
Il Secondo Comandamento è profetico. Tutto ciò che
è scritto in esso si è in gran parte realizzato nel mondo. L’uomo
ha messo ‘altri dei’ davanti al cospetto di Dio. Egli ha fatto statue ed
immagini di entità presenti in cielo, in terra e nelle acque sotto la
terra. Giovanni l’Evangelista è uno di questi trasgressori. Egli
peccò di idolatria mettendo un Verbo-Dio-Gesù al cospetto di Dio.
493
Il peccato idolatra si commette disobbedendo alla parola di Dio del
Secondo Comandamento. Questo è stato l’errore di Giovanni. Dalle sue
parole sono nate nuove forme di idolatria. L’idolatria di Giovanni si è
estesa ai seguaci della sua fede sulla terza e fino alla quarta generazione. In
verità, Giovanni con il suo Verbo ha creato una nuova dottrina.
494
Come mai non è stato fermato dal cielo il peccato idolatra
cristiano? Dal Nuovo Messaggio ho appreso che il cristianesimo era la migliore
soluzione per le nazioni. Vedete le spiegazioni nel Libro che Stupisce. La
verità diretta sull’Unità di Dio era cosa impossibile da concepire per i pagani di allora (ed anche in seguito
per i cristiani) perché la loro fede era molto materiale. Essi dovevano
toccare i loro ‘dei’ con mano o 'vedere' l'oggetto del loro culto.
495
Settanta anni dopo la morte di Gesù, il popolo di Israele perse
la sua terra e si disperse fra i popoli. Il Giudaismo non potè
più rappresentare per gli altri, purtroppo, la vera parola di Dio.
Ciò avvantaggiò la diffusione del cristianesimo nel mondo pagano con
i concetti idolatri di Giovanni e Paolo.
496
Non c’è alcun dubbio che il cristianesimo abbia elevato le
nazioni ad una morale migliore di quella che vigeva prima. Alla condotta
cristiana, però, mancava il supporto dalla vera fede del Secondo
Comandamento. I Padri della Chiesa tramandarono ai loro seguaci il peccato
idolatra di Giovanni e di Paolo, che è arrivato fino al nostro tempo nel
pieno della Quarta Generazione.
497
L'idolatria odia il Secondo Comandamento perchè il Secondo
Comandamento la distrugge, così
come distrugge tutti i dei degli uomini. Il Secondo Comandamento
distrugge anche il Verbo di Giovanni. Il Secondo Comandamento distrugge il
Figlio di Dio creato da Paolo di Tarso. Il Secondo Comandamento distrugge la
Trinità ed il Secondo Comandamento distrugge lo spirito impuro della madonna.
La conoscenza del Secondo Comandamento è l’arma data da Dio per
distruggere l’idolatria, nel cristianesimo e nel mondo intero. Ma nei libri di
catechismo c'è scritto che "Oggi, che non vi è più
questo pericolo, le statue sono permesse perché costituiscono un valido
aiuto al culto esterno".
Aprite gli occhi, fratelli cristiani . La
farsa è finita.
498
"Ma Userò clemenza a coloro che Mi amano e osservano i Miei
Comandamenti". La Misericordia di Dio è per chi osserva i Suoi
Comandamenti. Il futuro dell’umanità è per coloro che osservano
la Sua Legge e la mettono in pratica.
Conclusione
499
Abbiamo così visto la grande contraddizione che esiste fra le
parole di Gesù e le parole di Giovanni, fra il Secondo Comandamento ed
il Verbo di Giovanni. Ho cercato di spiegare tale contraddizione in tutti i
modi possibili, per fare capire la vera
Fede a chi la vuole capire.
Ringrazio Dio Altissimo per avermi fatto conoscere il redentore finale,
il Goel Haim. Grazie ai suoi preziosi insegnamenti, ho potuto cominciare a
correggere i miei difetti personali. Per quel che riguarda la vera fede,
Gesù non c'entra nulla con la fede dei cristiani. I Padri della Chiesa hanno
tolto il vero Gesù dal mondo. Per merito del Goel Haim, è
arrivato il tempo di ritrovare il vero Gesù e la vera fede da lui
insegnata.
500
Dal Diario di Daniele Sonai.
I8 giugno 2005
Nel sogno vedo un foglio virtuale che scorreva davanti a me con molti
paragrafi stampati; in un punto mancava un paragrafo. Ad un certo punto, vedo
un tale di nome Canonico che arresta lo scorrimento ed inserisce il paragrafo
mancante. Nel sogno ho capito che questo segno mi indicava la conclusione del
testo
" Io amo il vero Gesù."