Autore: Daniele Manigrasso

Traduzione: Solly Kamkhaji

Revisione: Peretz Green & Davide Levi

 

 

Io amo il vero Gesù

 

Dedico questo libro

al mio amato padre

Domenico Manigrasso

 

Prefazione

 

Io amo il vero Gesù è una testimonianza personale ma rappresentativa di un grande ‘sfogo storico’, un grande lamento, un urlo che viene insieme ad enormi dubbi e importantissime e vere domande irrisolte, celato nel cuore di milioni di cristiani. Si tratta di una grande confusione fra la vera fede monoteista dell’Antica Tradizione Ebraica, fedelmente seguita dall'ebreo Gesù, e fra la Teologia Cristiana, completamente falsa ed idolatra. Alla maggioranza dei cristiani sono sempre mancate, e certamente non per colpa loro,  le basi per esprimere le inquietudini interiori su tutta la questione della Divinità di Cristo. Soprattutto manca ed è mancata  la conoscenza della vera Tradizione di Israele, specialmente quella del fondamento essenziale della fede, il Secondo Comandamento, del tutto falsificato dalla Chiesa nella sua basilare verità:  insomma, miliardi di cristiani in tutti questi  secoli, con molti dubbi nel cuore, ma senza la benchè minima possibilità di esprimere, e quindi di ‘sfogare’, tali dubbi.

Ora, però, il tempo ‘profetico’ è del tutto diverso rispetto al passato. Qui Daniele Manigrasso (Leo Sonai) risponde con stupefacente semplicità e con ragionamenti chiarissimi a questo lungamente-aspettato discorso nei confronti della netta dicotomia fra il Gesù deificato della cristianità, il falso idolo che ha confuso per duemila lunghi anni i cuori e le menti di milioni di credenti, e fra il vero Gesù Messianico, l'umile ebreo servo di Dio, timoroso di Dio.  Tocca al lettore decidere quale Gesù scegliere. 

 

Questo testo risveglia la mente di cristiani intelligenti a delle 'nuove' realtà che stanno per cambiare la cristianità, a passo storico spedito, nella direzione di quella verità inevitabile ed assolutamente necessaria che vede Gesù  uomo come tutti gli uomini, riportato alla sua vera Missione Messianica, quella di un uomo, non Dio nè Figlio di Dio, bensì un servo di Dio, un figlio di Israele che non ha mai insegnato una fede diversa dalla fede monoteista, pilastro basilare di tutta la vera Tradizione ebraica e monoteista.

Il vero Gesù Messianico non ha nulla a che fare con qualsiasi forma del Cristianesimo Tradizionale. Le dottrine della Divinità di Gesù provengono dai Padri della Chiesa che inserirono a loro piacere aggiunte idolatre, come lo stesso Prologo sul Verbo, ed altre tendenti a dimostarare  la Divinità di Cristo. Per quasi 2000 anni, milioni e milioni di cristiani sono stati  ingannati con tali falsità idolatre e perfino il Secondo Comandamento stesso è stato, senza alcuna vergogna, distorto e falsificato dai Padri della Chiesa.

 

La Nuova meravigliosa Rivelazione della Terza Redenzione Finale, spiegata a          lungo in altri nostri testi,  fa da sostegno costante a questo testo: si tratta della

Redenzione Finale di cui Daniele, da allievo fedele ed illuminato nella purezza della fede,  fa parte da più di vent’anni.

Questa Rivelazione è ancora sconosciuta al pubblico, così come pure lo è la persona scelta da Dio come il Terzo Redentore Finale della storia, il Morè Haim, dopo Mosè e dopo Gesù, così come visto in sogno da Giuseppe, fratello di Daniele, che sentì  l'Arcangelo Michael che disse: "Tre sono gli uomini della Redenzione, Mosè, Gesù e Haim, e così come Solly sentì in sogno dire da Peretz, in risposta alla domanda postagli dallo Tzadik, 'Peretz, chi sono io? ", " Il Morè è il Goel, anche se pochi ancora lo sanno".

 

Egli si chiama Haim ben Moshe, ebreo yemenita, nato a San'a, Yemen, nel 1914. Egli visse dall'età di 16 anni ad Aden per 3 anni, poi si trasferì al Cairo per 27 anni ed infine visse per più di vent'anni a Milano, dove, dopo una lunga sofferenza, morì.

Io, Peretz (Paul) Green, ho avuto il grande privilegio di essere stato e di essere il primo allievo dello Tzadik Haim, il Capo dei 36 Giusti Nascosti della Generazione, per tredici anni prima dalla sua dipartita nel Giugno 1982.  In seguito a tale scelta ed alla Nuova Rivelazione che ne è conseguita, io, Peretz, sono diventato il primo Asino che mangia il Pane, dopo la terribile ed indescrivibile ultima sofferenza dello Tzadik Haim, che fu accolta da Dio Benedetto come il Sacrificio Finale necessario per rivelare la Terza Redenzione Finale e Completa agli uomini.

Dalla dipartita dello Tzadik Haim e sino ad ora, al momento di scrivere questo testo,  dopo 27  anni, sono scesi e continuano a scendere, principalmente  in sogni, a tutti gli allievi coinvolti nella Nuova Rivelazione, i Segni Completi Finali, Messianici e Redenzionali, per merito del Goel (Redentore) Haim. Con essi sono anche arrivati ed arrivano i Segni Profetici, della Tradizione Profetica del grande Profeta Elia, di benedetta menzione, che riguardano questa Quarta Generazione, (dall'Aprile 1983 al Giugno 2047), in cui avranno luogo gli avvenimenti 'apocalittici' che caratterizzano gli Ultimi Giorni del Giudizio (specialmente dal 2024 al 2042) e soprattutto il Giorno Grande e Terribile del Signore. 

Le migliaia di Sogni e Segni ricevuti vengono registrati in iscritto e spiegati, in preparazione per l’eventuale divulgazione. La Scuola responsabile in terra per ricevere, raccogliere e mettere in iscritto le testimonianze si chiama la Scuola della Rosa, diretta dall 'Asino che Mangia il Pane. Daniele ne fa parte ed ha ricevuto centinaia di Sogni Redenzionali e Profetici. Siamo, quindi, Asini, cavalcati e guidati dal Maestro Haim, il Goel Finale, dal Regno dei Cieli. Mangiamo il Pane dei Segni Completi e lo prepariamo per gli altri.

Grazie a Dio Benedetto, ragliamo per iscritto da 27 anni le notizie meravigliose della Resurrezione e la Venuta dello scelto Goel della Redenzione Finale. Tutto ciò non fa parte di questo testo ma da queste poche parole si potrà capire a che cosa si riferiscono molte affermazioni di Daniele e quale è la radice di esse.

Daniele Manigrasso, chiamato Daniele Sonai nei Segni, è arrivato alla Missione nel 1987, portando poi suo fratello gemello Giuseppe. All’inizio di questo testo, Daniele racconta con gusto eccellente  la sua storia personale.

 

Daniele è un vero fratello che ha sofferto molto negli anni passati ed ha dovuto subire anche molti pesi per la sua scelta di insegnare la vera Tradizione del Secondo Comandamento di Dio, in contrapposizione alla falsa Cristianità Teologica. Daniele sente i terribili mali che sono stati creati dai falsi insegnamenti che deviano dal Secondo Comandamento. 

 

E' stata quindi per me una grandissima gioia che Daniele abbia ricevuto dal Maestro Haim le chiavi per scrivere "Io amo il vero Gesù". Ah, ho pensato, finalmente Daniele avrà un suo testo di guerra contro le dottrine errate del cristianesimo tradizionale che sono tutte in contraddizione con la vera fede di Gesù.

 

Come spiega Daniele nell'Introduzione, gli è stato dato il nome di Daniele Sonai. La parola ‘Sonai’, che viene dal Secondo Comandamento, in ebraico, significa 'coloro che Mi odiano'. Il compito di Daniele è di combattere l'idolatria che verrà comunque distrutta durante questa Quarta Generazione: "a coloro che Mi odiano".

 

Anche Giuseppe, fratello gemello di Daniele, è un mio vero fratello, e prende il titolo di Asino-Dolce-Bambino Profetico. Giuseppe ha ricevuto  finora più di 800 Sogni redenzionali.  In un sogno di Daniele, il loro padre, Domenico Manigrasso, la pace sia con lui, disse ai suoi figli, Daniele e Giuseppe: "Senza di voi, non c'è redenzione".

 

Come detto in precedenza, Giuseppe ha ricevuto in sogno questa incredibile affermazione dichiarata dall'arcangelo Michael: "Tre sono gli uomini della redenzione: Mosè, Gesù e Haim".

 

Questa nuova verità rivelata rappresenta la nascita di un nuovo mondo che si rivelerà dalla Quinta Generazione in poi. I Segni Completi, però, iniziano a scendere subito dopo la morte e la resurrezione dello scelto Goel Haim.

Molti sono i modi e gli aspetti dei Segni Completi. Tutti, comunque, rientrano in 6 Grandi Segni Generali:

 

 1) Segni delle Stelle Redenzionali

 

2) Segni del Giudice Unto del Regno dei Cieli

 

3) Segni della Nuova Luce di Hhanucat ha-Hhanucot

 

4) Segni dell'Asino che mangia il Pane

 

5) Segni della Quarta Generazione e della Nuova Costruzione

 

6) Segni della Resurrezione dello Tzadik Haim, nel Segno Finale della   Resurrezione dei Morti.

 

Quando Dio Benedetto sceglie il Goel Finale, entra in vigore il verso, 'Io sono il Primo ed Io sono l'Ultimo ed all'infuori di Me non vi è altro Dio'. 'Io sono il Primo' – nella prima redenzione, per  mano di Mosè, redenzione nella quale la fede in Dio non si è confusa con la fede in Mosè, Suo servo; 'ed Io sono l'Ultimo' – nella redenzione finale, in cui non ci potrà mai essere confusione fra la Fede in Dio e la fede nel terzo redentore finale. Nella seconda redenzione di Gesù, però, quella  in cui si creò un terribile errore con la sua deificazione, è necessaria la Grande Correzione del Cristianesimo e a ciò allude il verso:  "ed all'infuori di Me, non vi è altro Dio".

 

Nella questione del Messia figlio di Davide, anche nel campo ebraico c’è grande confusione, ma di un altro genere. La Tradizione non sa né che il Goel non è il mashiah ed il mashiah non è il Goel, né tantomeno che il Goel è risorto dai Morti e che egli è il Giudice Unto del Regno dei Cieli, da cui dirige la Redenzione Finale in terra.

 

Nel Cristianesimo, invece, al povero Messia ebreo sono stati affibbiati tutti i termini possibili: Messia, Redentore, Cristo, Dio, Figlio di Dio, il Verbo di Dio ecc. La Grande Mescolanza del Cristianesimo Teologico ha creato un altro Vitello d'Oro Storico. Tale mescolanza idolatra non può ovviamente risolversi  tramite il Cristianesimo. Ci vogliono la Redenzione Finale ed i Segni Completi che completano anche i Cicli dei Segni Messianici e Redenzionali iniziali che erano presso Gesù, e che rivelano la sua vera storia, ristabilendolo, questa volta per sempre, come Secondo Uomo della Redenzione, dopo Mosè e prima di Haim.

 

Solo quando tutte queste nuove verità sull'uomo Gesù verranno intese nella luce della vera e pura fede monoteista, si potrà parlare del vero messianismo di Gesù, che si può spiegare in 4 punti cardinali:

 

1) la realizzazione storica dell'Ariete Sacrificato al posto di Isacco, nostro     padre

 

2) la missione fallita della Riconciliazione dei cuori, profetizzata nell'ultima             profezia di Malachia

 

3)  il servo sofferente di cui si parla in Isaia 53

 

4)  Gesù, il secondo uomo della Redenzione, dopo Mosè e prima di Haim.

 

Menziono tutto ciò nella prefazione a questo testo "Io amo il vero Gesù", in modo che a nessuno venga l'idea che Daniele voglia in qualche modo sminuire  Gesù o la sua missione messianica storica di Cristo delle nazioni cristiane. Il testo di Daniele sta nella Grande Correzione della teologia cristiana, basata sul Secondo Comandamento e sulle stesse parole di Gesù nei Vangeli. Gesù fu un uomo scelto per una Missione Messianica Storica; un uomo, però, un essere umano come tutti noi, con un corpo umano, non Dio fattosi carne!

"Arrivò un vento che stava per capovolgere la barca; Gesù era di sotto che dormiva. Lo svegliarono ecc".

Forse Dio dorme?! E sta scritto nei Salmi "Dio non sonnecchia, né dorme. Vedete quanto Gesù era umano, dormiva!

 

1 febbraio 2010, Fara Gera D’Adda

Peretz Green

 

Introduzione

Diario di Daniele Sonai:

18 gennaio 2005

 

Grazie a Dio, in questo giorno è stata ufficializzata la Scuola del Secondo Comandamento. Presenti alla scuola: Peretz, Giuseppe (mio fratello), Abram, Hadassa, mia moglie Yael ed io. Ci sono voluti diciotto anni per stabilire la Scuola del Secondo Comandamento.

La Scuola del Secondo Comandamento insegna la vera fede nell’unico Dio Vivente, la fede ricevuta dai Patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe, la fede santificata sul Sinai nella Rivelazione di Dio. 

 

Cari lettori, anche a volerlo, non potreste immaginare le difficoltà che abbiamo incontrato in tutti questi anni per realizzare un sogno mandato dal Cielo. Sì, è proprio così. Ho visto il primo Segno di ciò in un sogno. Prima di scriverlo, però, vorrei premettere alcuni episodi che mi sono capitati ancor prima di conoscere Peretz ed il Nuovo Messaggio.

 

La mia storia inizia nel lontano 1987, un anno per me indimenticabile, un anno che ha cambiato la mia vita. In quello stesso anno ho conosciuto Peretz ed il Nuovo Messaggio arrivato tramite Sogni Redenzionali arrivati ai primi allievi dello scelto Tzadik Haim. Il Nuovo Messaggio non è un sogno bensì una nuova realtà che, grazie a Dio,  ho potuto toccare con mano e vivere in prima persona.

Nella mia vita, fino a nove mesi prima di conoscere Peretz, tutto era normale. Giocavo a calcio, andavo in discoteca ed avevo una compagnia di brave persone con cui passavo tutto il mio tempo libero. E tutto questo fino a quando vissi episodi particolari che mi misero sulla ruota della retta via. C’era come una Guida invisibile che guidava i miei passi verso ciò che sentivo dentro il mio cuore, servire Dio.

Tutto iniziò nel novembre del 1986 quando mi resi conto di avere delle premonizioni su dei fatti ancor prima che accadessero. Non chiedetemi che cosa fosse. Francamente non so rispondere. In quel periodo, comunque, ero sicuro che ogni evento che mi capitava  era come se fosse già previsto dentro la mia mente.

Il primo segnale accadde nel dicembre 1986, subito dopo la separazione da una ragazza. Ero sicuro che avrei conosciuto un’altra giovane con la quale avrei vissuto un periodo intenso. Incredibilmente, con una combinazione di circostanze, dopo un mese circa, (11 gennaio 1987) in una discoteca a Milano conobbi questa ragazza. Non avevo mai provato un sentimento cosi intenso verso una persona. Il mio morale era alle stelle. Credevo di aver trovato la donna della mia vita. I miei pensieri erano pieni della sua immagine ed il mio cuore pulsava d’amore per lei. Era troppo avvenente. Gli innamorati conoscono molto bene tale sentimento.      

L’altra indicazione mi arrivò in un modo, per cosi dire, ‘violento’. In quel periodo giocavo a calcio, a livello amatoriale. In una partita serale, rimediai un calcio violentissimo allo stinco. Sapete quale fu allora il primo pensiero che mi passò per la testa?  "Questo è un segno che cambierà i passi della mia vita: la relazione con questa ragazza finirà tra poco e tutto ciò mi condurrà lungo un percorso difficile della mia vita ma tutto ciò sarà  la Volontà di Dio.

 

Ancora oggi, dopo tanti anni, mi meraviglia l’esattezza di quelle premonizioni. Chiedevo a Dio il perché di tutto ciò. Cari lettori, non è bello presentire un presagio triste in un momento magnifico della propria vita. Questa, però, è la mia storia. Pazienza, ognuno ha la sua.

 

In quel periodo vivevo la mia fede in un modo nascosto da chi mi conosceva.  Non la manifestavo. Tutto era nel mio intimo con Dio con Cui parlavo direttamente sempre, fin da bambino. Per me, Dio era in ogni luogo e non avevo dei punti di riferimento dove cercarLo. Sapevo che era sufficiente parlare e Lui ascoltava. Nessuno mi aveva insegnato ciò. Lo sapevo fin da quando ero piccolo.

 

Ho un ricordo che è sempre vivo nei miei pensieri da quando avevo cinque anni e che spesso mi riaffiora in mente. Quando, all’asilo, sentii per la prima volta il nome Gesù, ebbi  la cognizione che quel nome era una strada che portava a Dio. Non so spiegarmelo. Lo sapevo. Ci sono dei concetti che nascono con  l’uomo senza che egli sappia il perché. Tanto vero che tutte le parole dette su di Gesù dai maestri dell’Asilo non mi dicevano nulla, solo la parola Gesù mi colpiva.

 

Da adolescente frequentavo l’oratorio e dentro di me capivo che avevo una missione da compiere per Dio. Un pomeriggio, rivelai ad un prete questo mio desiderio: “Io so che devo fare una missione per Dio. E’ da qualche tempo che medito su ciò. Sento che sono stato scelto per un qualcosa di cui per adesso non ho nessun indizio”. Il prete rimase sbalordito dalle mie parole e mi consigliò di seguire dei gruppi di giovani cristiani che vivevano il Vangelo alla lettera.

Provai per un po’ a frequentare alcuni gruppi ma non trovavo la verità di Dio che cercavo. Le loro parole non mi dicevano nulla. I loro discorsi giravano sempre intorno a Gesù e ciò non mi soddisfaceva. Ero un cristiano insoddisfatto dai ragionamenti della Chiesa. La fede cristiana non trovava riscontro con la fede che avevo nel mio cuore. Non sapevo, però, che cosa cercavo. Una notte, a Milano, in viale Monza, mi affidai a Dio, come sempre facevo. Non dimenticherò mai le parole che sono uscite dalla sorgente del mio animo: “Sia fatta la Tua volontà. A Te do il mio cuore, la mia anima e la mia forza. La mia vita è nelle Tue mani”.

Mai  avevo avuto il pensiero che Gesù fosse un Dio. La mia parola era diretta a Dio, il Creatore di tutti gli uomini. Già d'allora ero convinto che ci fossero tanti uomini che hanno la vera fede dentro il cuore, una fede semplice in Dio nata con la persona e non legata alle parole della Chiesa. 

Tornando al 1987, quel calcio allo stinco aveva dato inizio ad una serie di episodi che hanno guidato i miei passi nella strada voluta da Dio.

Il 6 marzo 1987, quasi un mese dopo, la mia benamata mi lasciò, lacerandomi il cuore. D’altro canto, era proprio da ciò che mi resi conto che quei segnali premonitori erano veri. Quella ragazza aveva riempito il mio cuore. Era entrata in tutti i miei pensieri. Il suo volto aveva riempito tutti gli spazi della mia mente, giorno e notte. Ero innamorato pazzo di lei. Ogni cosa che mi chiedeva veniva esaudita.

Negli anni successivi, quando mi si presentava l’occasione di raccontare quei momenti di follia d’amore, dicevo sempre, “Se lei mi avesse chiesto di raccogliere un fiore in cima alla montagna, l’avrei fatto senza esitare”.

Potete, quindi, immaginare il mio stato d'animo e la relativa discesa d’umore. Dalla felicità assoluta alla tristezza nel cuore. Chi è passato per le pene d'amore mi potrà capire. La malinconia d’amore è un sentimento forte, in cui i canali dell’acqua sono sempre aperti. I miei occhi erano diventati come una fontana che faceva sgorgare lacrime senza sosta. Ero arrivato all’ultimo stadio della ragione e bastava poco per far pazzie.  

D’altro canto, però, le sue ultime parole, grazie a Dio, furono una correzione importante per me; lei mi disse: “Se tu mi avessi ‘maltrattata’ ti avrei anche sposato”. Sentire la verità dalle sue parole non fu facile. Mi diede, però, lo stimolo di capire i miei errori. Da ciò intesi il vero motivo della sua delusione, la mia debolezza di carattere. 

Dopo quelle parole, passai i sei mesi più difficili della mia vita. In quei momenti di tormento, cercavo Dio più volte. Mi difendevo da quella sofferenza con dei concetti buoni e riflettevo su ciò che succedeva nel mondo. Non riuscivo a comprendere come mai il mondo fosse pieno di malvagità e di cattiverie. Vedevo comportamenti odiosi che mi portavano a domandarmi: Com’era possibile che ciò passasse inosservato davanti al Cielo? Poi intuii che nel mondo esistevano, forse, alcuni uomini particolari nascosti, che per amore della verità di Dio avrebbero dovuto subire su di sé molte sofferenze, allo scopo di togliere la rabbia dal Cielo contro gli uomini. Sinceramente non so come arrivai a questa consapevolezza, però, intuivo che non ero tanto lontano dalla verità.

Da tali pensieri e riflessioni percepivo che la volontà di Dio mi avrebbe indicato la strada del mio destino. Non avevo, però, la più pallida idea di quale strada fosse.

Il 5 marzo 1987, giorno precedente la rottura, c’era a Milano il carnevale ed avevamo deciso di passarlo in un locale dove si era organizzata una festa mascherata. Era stato Nino, fratello di Paolo, che mi aveva fatto sapere di quella festa. In quella serata erano presenti, senza che io lo sapessi, Peretz, Paolo, Nino e Nodà. Poteva essere un’opportunità per conoscerci, ma come ha scritto Peretz nella sua poesia sulla Storia di Esther:

E come vedremo nel corso d’ogni evento,

per la verità ci vuole il giusto momento.”.

Negli anni successivi compresi che in quel momento della mia vita non ero ancora pronto a sentire le notizie della Terza Redenzione Finale. Il mio cuore vedeva soltanto lei. La mia mente non era libera dal momento che era sovrastata da un sentimento che chiudeva tutti i canali della mia realtà. Ero prigioniero del mio amore. Forse, se tale amore fosse durato anche un solo giorno di più, ne sarei rimasto intrappolato per il resto della mia vita. Dio è Grande. Egli mi ha salvato dai miei stessi errori. 

Pochi giorni dopo la separazione, accadde un fatto inspiegabile. Era il 12 marzo 1987; io, da uno stato di malessere, a sorpresa, provai un'euforia indescrivibile ma anche incomprensibile. In quei giorni non avevo motivi per giustificare tale gioia interna.                                       

In quel periodo lavoravo come manovale presso una ditta edile che aveva appaltato la manutenzione di ristrutturazione in una prestigiosa banca nel cuore di Milano. Lì conobbi Salvatore. Lui era idraulico ed io un manovale. Con Salvatore avevo instaurato un ottimo rapporto di amicizia. I nostri discorsi inizialmente erano concentrati sulle partite di calcio. Un giorno, all’ora di pausa, Salvatore mi rivolse una domanda:  “Per te, Gesù chi è?” Io gli risposi “Gesù per me è un uomo. La mia preghiera la rivolgo soltanto a Dio, il numero Uno. Chi meglio di Lui potrebbe aiutarmi?”

Salvatore rimase meravigliato dalla mia risposta e colse l’occasione per esporre qualcosa del Nuovo Messaggio, il cui il responsabile era un Asino di nome Peretz. Mentre Salvatore mi spiegava il Segno dell’Asino, sentivo dentro di me che le notizie erano vere. La concezione della fede dei cristiani mi aveva deluso per la sua incapacità di dare risposte alle mie domande. I ‘dogma’ della Chiesa mi avevano deluso. A parer della Chiesa dovevo credere nel ‘mistero della fede’. Ciò distruggeva la mia fede nel Dio Uno che, in verità, era sempre stata con me sin dall’infanzia.

Desiderai subito conoscere Peretz. Grazie a Dio, quel giorno tanto atteso, a mia insaputa, stava arrivando. Non sono mai stato ansioso come in quei giorni. Avrei dovuto aspettare quattro lunghissimi giorni. E il momento arrivò. Dopo avrei potuto constatare  che quell' '8 settembre del 1987 era stato il giorno più fortunato della mia vita. Il mio destino finalmente combaciava con la Volontà di Dio. Dio aveva esaudito le mie preghiere.

Ho conosciuto Peretz a Cernusco sul Naviglio, una bellissima cittadina della provincia di Milano. Nella casa in cui abitava, da ospite, la mia prima impressione fu: ‘qui si trova  la continuazione della Bibbia".

In quella casa, l’Asino che mangia il Pane, insieme ad altri, pregava il Dio dell’Antico Testamento. Sentivo fortemente che potevo finalmente condividere con altre persone la mia fede, una fede che è cresciuta con me come una compagna inseparabile da quando ero piccolo. Percepivo che Dio era con le persone di quella casa. Dopo, quel giorno rappresentò per me il giorno in cui feci i miei primi passi nella strada voluta dal Signore Iddio, Creatore dei cieli e della terra.

Per la prima volta, le mie orecchie sentivano insegnamenti sulla storia della Redenzione e, grazie a Dio, le mie domande trovarono le risposte che nessuno, in precedenza, era stato in grado di darmi. Proprio in quella serata, sentii per la prima volta il Secondo Comandamento di Dio per intero. Tutto era stupendo: le notizie della Redenzione Finale, la fede nell’Unico Dio Vivente per non parlare poi del Segno dell’Asino che dava gioia alla mia anima. Il Secondo Comandamento, però, mi aveva lasciato senza parole.

La mia reazione interiore fu sorprendente anche per me stesso. Non riuscivo a comprendere come mai la Chiesa non avesse mai fatto conoscere ai suoi fedeli il Secondo Comandamento di Dio nella sua interezza. Ciò fu per me un motivo di ulteriore e grande delusione e sfiducia nella Chiesa. 

E per colpa della Chiesa, avevo sempre temuto che la mia fede nell’Unico Dio fosse incompleta. Perciò non l’avevo mai manifestata. Tale timore scomparve d'incanto quando venni a conoscenza del Secondo Comandamento per intero, presso l’Asino. Da quel giorno mi resi conto che la mia fede nell’Unico Dio era coerente con la parola di Dio. La Chiesa Cattolica mi aveva tradito ed ingannato privandomi della verità degli insegnamenti di Dio.

Notai che Peretz aveva predisposto la casa con dei segni. Ovviamente non conoscevo il loro significato. Salvatore mi fece un’introduzione spiegandomi che “La missione, essendo all’inizio, viene aiutata con segni. Ogni oggetto che vedi è un segno. Vedi quelle pietre, non sono lì per caso. Quelle pietre e gli altri oggetti che vedi  simboleggiano ciò che sarà nel futuro”. Ancora non comprendevo bene le sue parole eppure ero certo che le notizie che avevo sentito erano vere, com’era vero il Secondo Comandamento.                                               

Alla fine della serata, ero entusiasta. Non riuscivo a mantenere la felicità che avevo nel cuore. Mi sembrava di rinnovarmi in un mondo vero, contornato dalla verità di Dio. La serata, purtroppo, passò in fretta. Non volevo andare via. Ero troppo eccitato. Volevo restare tutta la notte da Peretz, ma non era possibile. Erano già le tre del mattino, e, dopo qualche ora, avrei dovuto andare al lavoro. Pensavo che la serata fosse finita nel migliore dei modi. Non fu così. Mentre tornavo a casa, i miei pensieri non seguirono la contentezza del mio cuore.

All’improvviso la mia mente si allontanò dall’entusiasmo che avevo vissuto in quei momenti e provai dell'agitazione. Non ne comprendevo il motivo. Ad ogni modo, dovevo rivedermi con Peretz dopo qualche giorno. C’era tempo per riordinare i miei pensieri. La mia impazienza, però, non mi faceva aspettare e quindi decisi di andare da Peretz da solo la sera di quello stesso giorno.

Da quell’istante incominciai ad aver a che fare con il ben-noto Tentatore. Ovviamente, non ero ancora in grado di riconoscerlo. La mia mente si era riempita d’immagini infide che mi facevano vedere Peretz come un impostore che abusava della mia buona fede. Addirittura sentivo delle voci che dicevano di non fidarmi di lui. Tali pensieri negativi su Peretz, col passar delle ore, si consolidavano sempre di più, fino a convincermi del tutto. Nonostante questi conflitti interiori, avevo ancora, però, la lucidità di distinguere fra realtà e apparenza.

Tanto è vero che quando sentii parlare Peretz quella prima volta, subito percepii che il suo modo di esprimersi era collegato con il Vecchio Testamento. Il suo linguaggio mi ricordava i Precettori del passato che erano uomini saggi e umili. Ciò per me era una realtà che non lasciava dubbi, una realtà che demoliva i falsi pensieri. Vedevo una marcata differenza tra i miei illusori ragionamenti e l’esperienza vissuta con l’Asino. La contraddizione mi assaliva. Dovevo essere sicuro! Perciò decisi di andare a Cernusco da solo quella sera stessa.

Verso le 9 di sera parcheggiai sotto l’abitazione di Peretz. Anche in quel momento fui assalito da pensieri e voci che mi mostravano Peretz come un uomo pericoloso. C’era una voce che diceva che, se fossi salito, avrei potuto essere plagiato senza che me n’accorgessi. Per due lunghe ore rimasi in macchina, combattendo con quelle immagini mentali. C’era solo un modo per liberarmene: conoscere meglio Peretz. Poi avrei valutato.

Salii. Appena entrai, vidi Peretz che stava facendo scuola a dei suoi allievi: nel vedermi, si fermò e mi abbracciò come un fratello. Le prime parole uscite dalla mia bocca furono: “Peretz, non sai le difficoltà che ho avuto per arrivare qua in casa. Avevo molti pensieri negativi su di te”.

Peretz mi spiegò che questo era il lavoro del Grande Serpente che mi metteva alla prova. In quel momento, mi successe un qualcosa di strano, una voce mi parlava dall’orecchio sinistro dicendomi:  “Questo qui sta dicendo il falso”. Subito, interruppi Peretz per dirgli ciò che avevo appena sentito e Peretz mi rispose con un sorriso rassicurante: “Ciò è una conferma di quanto ti ho appena detto ”.

Intanto si era fatta notte inoltrata. Le persone presenti avevano lasciato la casa. Peretz mi chiese di restare perché c’era un Segno da fare. Prima di fare il Segno, Peretz mi informò che tutti i Segni che si fanno vengono fatti nella fede nell’unico Dio Vivente. Essi non hanno nulla a che fare con la fede trinitaria del Cristianesimo. I Segni portano a terra le notizie del Regno dei Cieli per merito dello Tzadik  Haim. 

Di natura, tutto ciò che si fa in nome dell’unico Dio mi piace. Peretz, con molta calma, mi spiegava alcune novità di quel momento storico della Redenzione: “Daniele, che tu sia benvenuto nella casa di preghiera in cui ebrei, cristiani corretti e musulmani possono pregare insieme il Dio di Abramo, ognuno nel suo altare”.      

La spiegazione di Peretz mi era piaciuta assai. Finalmente, grazie a Dio, c’era un luogo dove anche altri Cristiani con la mia stessa fede nell’unico Dio potevano pregare. Peretz metteva in risalto che tutto questo sviluppo era arrivato per merito del suo Maestro, lo Tzadik Haim e spiegava che:  “Gran parte delle nuove notizie sono arrivate tramite Sogni Redenzionali. L’umanità è entrata in un nuovo tempo. Ogni Segno che si fa è collegato con le stelle della Terza Redenzione Finale”.

I segni che l’Asino faceva in quel periodo erano una novità assoluta, non solo per me, ma per tutti quanti. Una grande novità era scesa dal Regno dei Cieli, novità

la cui comprensione era destinata agli asini della terra. Peretz era il primo Asino che faceva Segni in quel periodo ed infatti aveva il titolo di “Peretz, l’uomo dei Segni”. La stessa sera, dopo quella prima lezione ricevuta da Peretz, feci il mio primo segno d’asino davanti a Dio Altissimo, salendo sull’Altare della Chiesa Universale (oggi l’Altare di Malchizedek). 

 

Il segno fu molto semplice. Peretz mi fece una benedizione, mentre teneva tra le mani un bicchiere d'acqua. Dopodiché mi bagnò un po’ i capelli. Finito il Segno, mentre scendevo dall’Altare, egi spostò involontariamente, con il suo piede sinistro, lo Shofar (il corno d'ariete che si suona) del Popolo. Peretz vedendo ciò mi disse: Questo è un segno profetico. In un tempo futuro sposterai un popolo. 

Peretz mi conosceva soltanto da qualche giorno. Su quale base egli s’informava?

Negli anni successivi potei capire meglio le parole di Peretz, cioè che per capire certe cose bisogna diventare Asini. Non abbiamo nulla contro gli uomini; diceva Peretz. Loro sono esseri superiori rispetto agli Asini. Gli Asini, però, sono più semplici e non complicano le cose con tanti ragionamenti umani. Perciò gli Asini sanno leggere i Segni del Nuovo Tempo mentre gli uomini invece si confondono.

Dopo il segno, tornai a casa mia: durante il tragitto, riflettevo su quei pensieri negativi che avevo avuto su di Peretz. Mi resi conto che tutto era falso. Non c’era stata neanche una piccola conferma di ciò che mi era passato per la testa in ciò che avevo sperimentato nella realtà. Poi mi ricordai le parole di Peretz: “Questo è il lavoro del Grande Serpente”.

Tutte quelle immagini si frantumavano dentro la mia mente. Perché una forza che non conoscevo voleva che giudicassi Peretz senza neppure conoscerlo? Ciò andava contro tutti i miei principi. Sì, è vero, succede spesso nella quotidianità della vita di avere dei pregiudizi su persone che nenache si conoscono.

Questa volta, però, era diverso. Le visioni apparivano reali ed opprimenti e non mi permettevano di contrastarle. E tutti quei pensieri, perché non mi erano venuti alla mente alla presenza di Peretz.? Peretz mi spiegò che: “Il motivo è che quei pensieri non sono i tuoi pensieri. Tutto ciò che ti è passato per la testa, non si conciliava con la realtà, neanche la tua realtà!” 

Peretz aggiunse che “La caratteristica dell’Angelo Tentatore è quella di far sembrare i tuoi ragionamenti farina del tuo sacco; in genere, le persone non associano i loro pensieri ad un suggeritore del male esterno, che invece li crea”.

Peretz non era un impostore e neanche un plagiatore. Egli era soltanto un Asino carico di buone novelle dal Regno dei Cieli. Egli faceva la volontà del Signore.  In un sogno, ricevuto da Nino, fratello di Paolo, si vedeva la testata di un giornale importante in cui c’era scritto “DIO ESISTE? SI', DIO ESISTE E PERETZ NE E’ IL PORTAVOCE”.

                                                   22 settembre 1987  Milano.

In quella notte feci il mio primo sogno della Redenzione.

Nel sogno mi trovavo al lavoro. Davanti a me vidi un uomo vestito di bianco. Il suo viso era raggiante ed aveva capelli corti biondi e ricci. I suoi occhi avevano una luce azzurra simile a quella di un cielo sereno. Questa persona mi si presentò dicendo: “Io sono l’Angelo della Terza Redenzione Finale”.

Poi puntò il suo dito verso di me e disse “Tra un anno ti succederà qualcosa”. Nel sogno l’anno passò molto velocemente. Dopodiché vidi una luce uscire dal mio corpo che si espandeva, simile ad un’esplosione di stelle. Mi svegliai.

Il mio primo pensiero da sveglio fu quello di raccontare questo sogno a Peretz al piu' presto possibile. Peretz mi spiegò, “Ci sono angeli nuovi che fanno parte della Terza Redenzione Finale. Tu non ne avevi nessuna nozione. Altri allievi hanno visto in sogno angeli nuovi come hai visto tu. Non è stupefacente ciò?”

In effetti, il sogno mi stupì e mi chiedevo dove ero capitato per vedere un sogno così elevato! Comprendevo pian piano che Dio mi aveva aiutato a guidare i miei passi sulla strada voluta da Lui. Tutte quelle percezioni precedenti avevano avuto lo scopo di farmi riconoscere la verità. Dopo aver conosciuto Peretz, arrivò una nuova chiarezza.

In quella serata c’erano Paolo, Nodà ed altre persone che non avevo ancora conosciuto. Paolo mi fece una domanda: “Tu, Daniele, conosci la verità?”. Ci pensai un attimo. Prima di rispondere, riflettei: "Sono nato e cresciuto nel cristianesimo tradizionale. Nonostante ciò ho avuto molti dubbi sui dogmi della Chiesa. C’erano troppe falsità in ciò che dicevano. Perciò cercavo altrove risposte che la Chiesa non aveva potuto darmi. Sentivo la vicinanza di Dio. Delle Sue parole, però, non sapevo quasi nulla". -  Risposi a Paolo: “Non so cosa sia la verità. Non la conosco. L’unica cosa di cui sono sicuro è che non c’è meglio per un uomo che l'essere servo di Dio”. Tale risposta stupì  i presenti. Peretz commentò “Saggia risposta”.

Intanto, dentro di me, cresceva sempre piu' forte il mio distacco dalle istituzioni cattoliche. Il motivo principale era che la Chiesa Cattolica non aveva mai insegnato il Secondo Comandamento ai suoi fedeli. Non riuscivo a concepire come fosse stato possibile che la Chiesa avesse nascosto alle masse il Secondo Comandamento per tutti i secoli. La Chiesa, poi, permetteva che nei luoghi di culto ci fossero idoli ed immagini a cui i fedeli facevano voti ed offerte e a cui s’inchinavano come gli antichi pagani: esattamente il contrario di ciò che Dio comandò sul Monte Sinai. Da quel momento capii cosa stavo lasciando: un' istituzione idolatra!!!

     Dopo qualche giorno, di sera, andai da Peretz per incominciare le prime lezioni sulla Terza Redenzione Finale. La mia attenzione cadde su un foglio appoggiato su un piccolo mobile sul quale c’era scritto il Secondo Comandamento per intero. Chiesi a Paolo se potevo averlo, perché volevo imparare a memoria questo fondamentale Precetto di Dio.

 Ormai conoscevo Peretz da un mese. La mia comprensione faceva passi da gigante. Le meravigliose notizie che ricevevo dall’Asino mi soddisfacevano immensamente. Poi, l'8 ottobre del 1987 ricevetti il sogno che cambiò la mia vita.

Prima di scrivere il sogno, chiedo al lettore di avere una pagina di pazienza. Prima di tutto ringrazio Dio Onnipotente per avermi dato la fortuna più grande che si possa avere, quella  di sapere della scelta da parte di Dio Benedetto del terzo Redentore dell’umanità, lo Tzadik Haim. Poi devo riconoscere la grande pazienza dello Tzadik Haim e di Peretz nei miei confronti.

Io non sono un santo. Ho un milione di difetti, quasi tutti caratteriali e poi quelli acquisiti nell’età giovanile. Avevo un pessimo carattere. Spesso i miei atteggiamenti erano indisponenti verso il prossimo. Ero molto testardo nel non voler i miei errori ed ero riluttante a sentire le ragioni di chi mi ammoniva. Il rimprovero mi faceva sentire ‘screditato’ rispetto a ciò che credevo di essere. In altre parole, mi giudicavo pulito dentro.

Credevo che il mio modo di agire con il prossimo non facesse una pecca perché mi ritenevo umile. Ovviamente il mio concetto di umiltà era molto superficiale. Infatti rispondevo in tono brusco a chi m’infastidiva. Anche il mio morale era pessimo e spesso ero di cattivo umore. Forse il mio peggiore difetto era quello di arrabbiarmi con le persone che mi volevano bene.

La prima vittima a subire la mia arroganza era il mio fratello gemello, Giuseppe. Povero Giuseppe. Sono sempre stato un po’ cattivello con lui. Ero geloso di lui perché era più fortunato di me. Lui aveva le occasioni migliori delle mie. Ad esempio, quando si presentava un’opportunità, mio fratello arrivava prima di me e la faceva sua. Giuseppe non aveva colpa. Le circostanze di quel momento facevano sì che mio fratello avesse un passo più veloce del mio.

Il mio comportamento con le persone non era di sicuro un buon esempio. In apparenza sembravo educato. Riuscivo a mascherare i miei difetti. Era sufficiente un niente, però, per far uscire tutti quei difetti ‘nascosti’. Quante volte mi sono sentito dire: "Non pensavo che tu fossi così complicato!".  Si', è vero, non sono semplice. Perdonatemi. Ci sto lavorando e vi garantisco che il Segno dell’Asino mi sta aiutando molto.

Chi pensa che Dio scelga uomini senza difetti, si sbaglia. Ogni persona ha in sè due inclinazioni, una buona ed una cattiva. L’unico modo per combattere quella cattiva è la conoscenza della Legge di Mosè, la Torà.

Da quando la Legge di Mosè entrò in vigore, è stata l’unica forza di contrasto contro il male. Nelle Tentazioni, Gesù ne dà un buon esempio. Egli risponde con la Legge di Mosè, con le parole di Dio. I Dieci Comandamenti sono le basi eterne su cui l’uomo deve appoggiarsi per difendersi dal male. Il Secondo Comandamento è la base della purezza della vera fede nell’unico Dio Vivente.

 

Ma ecco il sogno, il secondo ricevuto, dopo aver conosciuto Peretz.

8 ottobre 1987 -  Milano

 

Nel sogno ero a Milano con mio fratello. Entrambi avevamo ricevuto la cartolina di chiamata al servizio militare. Io dissi a Giuseppe: "No, non è giusto ritornare. Il servizio militare l’abbiamo già fatto tre anni fa. Io voglio ora il congedo."

Nella seconda fase del sogno, ci trovavamo alla stazione ferroviaria di Savona (come nella realtà di tre anni fa). Lì sul posto c'erano i caporali istruttori, che avevano l’incarico di reclutare i richiamati provenienti da tutta l’Italia destinati alla città di Savona. Questa volta, però, io dissi a mio fratello, “Andiamo a cercare un posto dove ci danno il congedo”. Giuseppe era d’accordo. Poi ci incamminammo  per una strada di montagna. In quella strada Giuseppe  aveva un passo piu' spedito del mio: lo vidi allontanarsi sino a scomparire dalla mia vista. Ora mi trovavo da solo, con questa cartolina in mano, in una strada che portava chissà dove.

Sapevo di dover andare avanti lo stesso. Poco più in là, infatti, vidi  una piccola caserma militare con un gran cartello su cui era scritto: Ufficio Reclami. Vedendo ciò mi rallegrai e dissi a me stesso: “Sono capitato nel posto giusto al momento giusto”.

All’ingresso c’era una sentinella alla quale spiegai il mio problema dicendo :“Sono stato richiamato alle armi. Ho fatto il soldato tre anni fa. Voglio il congedo”.

Il soldato mi indicò la persona che mi avrebbe aiutato. Pochi istanti dopo, vidi aprirsi una porta e da essa uscì un mio collega di lavoro di nome Vittorio. Capii di trovarmi in buone mani. Entrai ed incontrai una persona che, da com’era vestito, non sembrava un militare. Egli indossava degli abiti stravaganti. Anche a lui espressi il mio problema: “Questa è la cartolina che ho ricevuto che mi richiama a fare il servizio militare. Io, però, l'ho già fatto tre anni fa. Voglio il congedo”.

Senza indagare, questo signore, prese la cartolina, la firmò, la timbrò e mi disse, “Adesso sarai libero”. Poi aggiunse, “Io conosco Peretz. Conosco il Nuovo Messaggio. Non conosco, però, il Secondo Comandamento”. Io gli risposi: “Come si fa a non conoscere il Secondo Comandamento? Il Secondo Comandamento è la base del Nuovo Messaggio”. Poi pensavo dentro di me, “Se dice di non saperlo, certamente non lo sa”.

Subito dopo incominciai a dire il Secondo Comandamento. Questa persona, però, mi fermò e mi disse: “Aspetta. Non qui. C’è un altro luogo, migliore di questo”. Dopodiché, nella visione, mi vedi al centro di una grande stanza con dei tavoli sparsi qua e là. Alzando la testa vidi una meravigliosa volta stellata. Uno spettacolo di luci stellari stupefacente. (Non dimenticherò mai questa stupenda visione).

Mi trovai, come detto, al centro della stanza con quell’uomo: eravamo uno di fronte all’altro. A voce alta iniziai a pronunciare il Secondo Comandamento. Dopo qualche parola, fui costretto a fermarmi perché non lo ricordavo bene a memoria. In quel momento mi venne in mente che avevo nel mio borsello il foglio in cui c’era scritto il Secondo Comandamento per intero. Chiesi a lui se potevo leggerlo. Egli sorrise e mi diede il consenso a procedere.

Allora, presi il mio borsellino, lo aprii e tirai fuori il foglio. Aprendolo, però, mi accorsi che il tutto era cancellato, all’infuori della frase ‘Per coloro che Mi odiano’. In quel momento, arrivò un vento fortissimo che, soffiando dal basso verso l’alto, mi strappò il foglio dalla mano. Provai a trattenerlo ma non ci riuscii. Sembrava che ci fosse una mano invisibile che con forza tolse dalle mie mani il foglio, facendolo arrivare in alto sino alle stelle del cielo.

Rimasi spaventato. Non avevo scelta. Sentivo che quell’uomo doveva sentire il Secondo Comandamento, in ogni sua parola.

Continuai: ‘Non avere un altro dio all’infuori di Me’. In quel medesimo istante, vidi alcune stelle spostarsi. Continuai: ‘Non ti fare nessuna scultura. Non ti fare nessuna immagine di ogni cosa che sta in cielo, sulla terra e nelle acque sotto la terra. Non t’inchinar ad esse e non servire loro’. 

Con la coda dell’occhio, notai che alcune stelle incominciavano a cadere dal cielo. Cionostante, andai avanti con molta determinazione.

‘Poiché, Io Sono il Signore, Dio Vostro, Dio Geloso, che punisce i peccati dei padri sui figli sulla terza e fino alla quarta generazione per  coloro che Mi odiano’.

Ormai le stelle cadevano a milioni. Era molto difficile continuare. Sulla mia testa avveniva un terribile spettacolo innaturale. Dovevo a tutti i costi completare ciò che avevo iniziato e dissi, ‘ma uso clemenza per mille generazioni a coloro che Mi amano e osservano i Miei comandamenti”.

Appena ebbi finito, vidi sopra di me una cascata enorme di stelle. Il cielo non esisteva più. I miei occhi non sopportavano quella terrificante visione.

Mi svegliai con un balzo improvviso. Da sveglio mi ricordai che ogni stella cadente corrispondeva ad una persona che moriva.      

Dio mio, che sogno! Questo è un sogno mandato da Dio! Mi sorse spontaneo domandarmi: "Che c'entro  io con il Secondo Comandamento? E perché le stelle cadevano mentre declamavo il Secondo Comandamento? E come mai quella persona si era comportata in modo così misterioso, dicendo che conosceva Peretz,  il Nuovo Messaggio ma non conosceva il Secondo Comandamento? E poi, come facevo a conoscere a memoria il Secondo Comandamento?".

Nella realtà avevo preso il foglio su cui c’era scritto tutto il Secondo Comandamento. Perché, nel sogno, nel momento in cui mi serviva, tutto era cancellato tranne la frase ‘Per coloro che Mi odiano’?

Infine, che cosa ci faceva mai in questo sogno mio fratello Giuseppe? E perché aveva un passo piu' veloce del mio? Non capivo niente. Dovevo parlare a Peretz  di tale sogno, il più presto possibile.

Il giorno dopo, la sera, andai da Peretz per raccontargli il sogno. Peretz mi disse: "Tu ricorderai questo sogno per tutta la vita. Sicuramente è da studiare. Ci sono molte indicazioni importanti.”

La prima attenzione di Peretz, però, fu per la presenza, nel sogno, di mio fratello Giuseppe. Egli mi domandò: “Hai parlato del Nuovo Messaggio a tuo fratello”? – “Non ancora”, gli risposi. “In ogni caso, troverò il momento opportuno per farlo”. - 

Ciò che vidi era una visione profetica, che avrebbe iniziato a realizzarsi   quando Giuseppe sarebbe diventato anche lui un allievo. (Capisco adesso, mentre sto scrivendo, il motivo per cui perché Peretz mi rivolse tale domanda).

Questo sogno forniva la base, capita e spiegata da Peretz, per il mio compito di stabilire la Scuola del Secondo Comandamento.

Dopo quel sogno, nonostante i ripetuti avvertimenti dell’Asino a non montarmi la testa, il mio ex spirito di vanità colse l’occasione per mettersi ancora  in mostra.

I miei primi contatti con le persone avevano atteggiamenti di superiorità. Ho ammesso i miei tanti difetti. Per esempio, quando parlavo con gli amici, del Nuovo Messaggio, mi esprimevo come se io fossi uno istruito. “Io so molti segreti che spiegano gli errori del cristianesimo”.

Potevo ostentare la mia vanità con parole vere ma non mie: provo ora vergogna scrivendo ciò.  Dov’era mai la mia umiltà? Dio mio, perdonami per aver messo me stesso davanti alla Tua verità.

Le mie parole con i miei coetanei sul Nuovo Messaggio arrivarono ben presto all’orecchio di mio fratello che un bel giorno mi disse: “Perché tu parli con altre persone di cose che io non conosco e non me le dici anche a me?”.

Da quel momento in poi, anche Giuseppe diventò un allievo dell’Asino e si elevò nella fede nell’Unico Dio mostrando una maggiore velocità di apprendimento dei Segni Completi della Terza Redenzione Finale rispetto alla mia, come visto da me nel sogno ed i suoi primi passi da allievo lo confermavano.

Penso che l'insistere a volere il congedo, concetto che nel sogno fu ribadito per ben cinque volte, significasse che, per poter affrontare l' impegno, avrei dovuto essere libero e non vincolato a niente.  

Peretz spiegò che questo sogno era un segno mandato dal Regno dei Cieli, per merito dello Tzadik Haim.

Grazie a Dio, ci sono più di duemila sogni registrati, ricevuti da persone diverse. Chi era diventato allievo aveva una sua storia da raccontare che dimostra come Dio Benedetto avesse operato su tale individuo.

 

18 febbraio 1988

 

In quella notte sognai di trovarmi in un luogo, forse fra il cielo e la terra, in cui erano impressi i volti di alcuni noti personaggi biblici su delle facciate di enormi costruzioni. Nel sogno, riconoscevo soltanto il volto di Mosè. Poi sentii una voce dal cielo che diceva: "Devi scendere sul pianeta souno (o qualcosa di simile) perché in quel posto regna la confusione".

Quindi mi trovai su quel pianeta. Intorno a me c’erano case che bruciavano e vedevo persone che correvano in preda al panico. Regnava il caos. Il cielo era oscurato di giorno e spaventava ancor piu' le persone. Vedendo tutto ciò, salii su di una piccola collinetta e gridai : “Ciò non è la fine del mondo, ma la fine del male”

Da questo sogno, Peretz mi spiegò che dovevo cambiare nome.  Non riuscivo a collegare le parole di Peretz con il sogno. Non avevo ancora la giusta comprensione della sua preparazione ricevuta dallo Tzadik Haim per tredici anni. Peretz è stato, e lo è ancora, il suo primo allievo diretto.

Le prime lezioni ricevute da Peretz, hanno trattato i sogni. Nella Torà ci fu un sogno redenzionale che salvò i figli di Giacobbe da una terribile carestia. Ciò accadde circa 250 anni prima di Mosè. Perciò, cari lettori, impariamo dalla storia come Dio, il Padrone del mondo, mandò la salvezza ai Suoi figli.   

Negli scritti di Peretz  è citata in molti argomenti  la profezia di Gioele. (cap. 3, ver. 1, 2.) ‘E dopo tali cose Io diffonderò il Mio spirito su ogni mortale. I figli vostri e le vostre figlie profeteranno, i vostri anziani avranno dei sogni, e i vostri giovani delle visioni. Anzi, in quei giorni anche sui servi e sulle serve effonderò il Mio spirito’.

Questa profezia si realizza nella Terza Redenzione Finale. Ogni persona che si avvicina all'Asino che Mangia il Pane riceve Sogni collegati  ai Segni Completi della Redenzione Finale. Ci sono state persone che hanno ricevuto sogni e visioni, anche se erano lontane dalle questioni redenzionali.

Appena io finii di scrivere questa profezia di Dio, espressa tramite il Suo Profeta Gioele, mi ricordo un particolare importante. Il 12 marzo 1987 era il sesto giorno della separazione dalla mia ex amata. La depressione era arrivata ai limiti della sopportazione. Inspiegabilmente percepii un benessere ed una gioia dentro alla mia anima e ciò non sfuggì all’attenzione di Paolo. Il Cavallo bianco dei Segni stava scrivendo in quel periodo un diario (che vi consiglio di leggere) in cui descriveva e spiegava per i futuri allievi che sarebbero arrivati i  Segni eseguiti  da Peretz.

Ciò avvenne in un tempo storico unico nel suo genere. Il 1987, nella nuova fase dei Segni, fu l’anno nel Segno delle Stelle sotto il Segno della Quarta Generazione e della Nuova Costruzione. Essi rappresentano il primo ed il quarto dei sei grandi Segni generali della Terza Redenzione Finale, ricevuti tramite sogni dalla famiglia Levi. Gino non è ebreo. Egli si unì alla famiglia Levi, avendo sposato una loro figlia. Gino ebbe il gran privilegio di vedere in sogno il primo dei sei grandi Segni generali- IL SEGNO DELLE STELLE-. Non possiamo comprendere quanto sia amata e benedetta dal Cielo questa famiglia che ebbe il grande privilegio di frequentare il Maestro di Peretz, lo Tzadik, (Giusto), Haim, di persona. Dopo la dipartita dello Tzadik Haim, nel giugno del 1982,  precisamente nel periodo da Pasqua 1983 sino alla Pasqua 1984, i componenti di tale famiglia ricevettero i primi sei grandi Segni generali che hanno aperto la Terza Redenzione Finale.

                                  

                                       E’ ARRIVATO IL TEMPO

 

IL SEGNO DELLE STELLE.

IL SEGNO DEL REGNO DEI CIELI.

IL SEGNO DELLA NUOVA LUCE DI HANNUCAT HA HANNUCOT.

IL SEGNO DELL’ASINO CHE MANGIA IL PANE ED IL SEGNO DEL CAVALLO BIANCO.

IL SEGNO DELLA QUARTA GENERAZIONE E DELLA NUOVA COSTRUZIONE.

IL SEGNO DELLA RESURREZIONE.

 

Questi sono i sei Segni sui quali è basato il nuovo calcolo dei tempi. (Tutto ciò è spiegato nei testi di Peretz.)

Paolo divenne allievo circa un anno prima di me e vidi  in lui una grande fede in Dio. Nei Segni, Paolo è il Cavallo Bianco. Egli è l'allievo di Peretz. Paolo, dai Segni, è diventato un appassionato di calcoli stellari redenzionali. Con umiltà ha dedicato la sua vita alla Scuola dell’Asino che mangia il pane, rivelando capacità organizzative nella fede dei Segni stessi. Una dote senza pari. Paolo lasciò il passato al passato e diventò un perno vitale della Scuola.      

Peretz nel frattempo si trasferì a Milano in Via Vipacco. Dopo aver ascoltato il sogno, rimase in silenzio per qualche minuto. Poi lo vidi aprire il Pentateuco (i cinque Libri di Mosè in ebraico) a caso e appoggiò il dito sulla pagina.

In quel momento, nella stanza era calata un'atmosfera innaturale. E dopo qualche minuto Peretz mi disse: “Sai, ho appoggiato il dito sulla Parola Le-sonai , parola che tradotta dall’ebraico in italiano significa: Per coloro che Mi odiano-. Ciò  si trova proprio nel cuore del Secondo Comandamento, in Esodo cap. 20”. Ed aggiunse ancora:" “Ti ricordi il nome di quel pianeta su cui dovevi scendere?” Io gli risposi :" Il nome è un po’ strano, credo sonu o qualcosa di simile”. – Peretz:  “Ecco i significati dei tuoi sogni. Da quest’ultimo sogno e dal Segno fatto con l’apertura del Pentateuco, capisco che quella frase ‘Per coloro che Mi odiano’ sarà il tuo nuovo nome”.

Chiesi a Peretz: “Perché il mio nome, scritto su quel foglio nel sogno, era salito tra le stelle del cielo?”  Peretz rispose: “Perché il nome, Le-Sonai, è scritto nelle stelle del nuovo tempo. Il tuo nome è il nome della terra chiamato dal Cielo durante la Quarta Generazione. In questo pianeta, Dio farà giustizia verso coloro che Lo odiano”.

Da quel momento il mio nome divenne Leo Sonai ed in seguito Daniele Sonai.

 

Cari lettori, non potete immaginare le battaglie che feci sul lavoro per far accettare il mio nuovo nome. Sapevo gia' in principio che non sarebbe stato  facile. Tutti mi conoscevano con il nome di Vincenzo.

Con grande fede e senza vergogna dovetti cozzare contro il muro della mentalità conservatrice dei miei colleghi. Nessuno di loro accettava il mio nuovo nome. Dentro di me, però, sentivo l’importanza del cambiamento ed il peso su di me se non avessi fatto nulla per farmi chiamare Leo Sonai.

Comprendevo la loro ostinazione. Se io mi fossi trovato al posto loro, mi sarei comportato come loro. Perciò non avevo scelta, dovevo insistere se avessi voluto ottenere dei risultati. Dopo giorni di battaglia arrivai a dire: “Se non mi chiamate Leo Sonai io non vi rispondo più”.   

Ormai, nelle ore di pausa, questa esagerata ma necessaria mia determinazione era diventata l’argomento dominante del momento. Quasi tutti i miei colleghi, mi davano del matto. Nessuno di loro approvava questo mio cambiamento cosi' repentino e determinato. Sembrava quasi impossibile far uscire dalle loro bocche la parola Sonai. Da solo, con le mie parole soltanto, non riuscivo a rompere la barriera che si era creata fra me e loro.

Questo finchè un giorno, durante la sosta, successe un miracolo. Un collega di nome Carmelo, con cui non avevo alcun legame, disse: “Sì, lui è veramente Leo Sonai”. I colleghi, gli risposero in tono di scherno: “Perché tu affermi ciò che noi neghiamo? Forse ti ha convertito? Sei impazzito anche tu, come lui ?”. 

Carmelo, con semplicità disse loro, “No, nessuno mi ha convertito ed io non sono un pazzo. Stanotte, però, ho fatto un sogno. - - Ho visto Sonai che era davanti ad un popolo che lo seguiva, fino ad arrivare su una piccola montagna. Sonai era in una posizione che tutti lo potevano vedere. I membri di quella moltitudine, vedendolo, bisbigliarono tra loro, “Guardate c’è Leo Sonai. Chi è Leo Sonai?” Nel frattempo io, l'autore del sogno, mi trovavo in mezzo a loro e, dopo essermi separato, ho detto  “Sì, lui è veramente Leo Sonai”.- -

Le loro bocche si chiusero e regnò il silenzio.  Da quel sogno di Carmelo, le cose si facilitarono e tutti quelli che mi conoscevano si misero a chiamarmi Leo Sonai. Carmelo è l’unica persona, tra i miei ex compagni di lavoro che mi manca ed in questo momento non ho più notizie di lui.      

Buon studio a tutti voi.  

 

Io amo il vero Gesù

    

Io amo il vero Gesù, l’ebreo che si fece strada fra il suo popolo con parole di Torà ricevute dalla Tradizione della sua gente, che gran parte del mondo ha odiato nei secoli. Sin da bambino, consideravo Gesù un uomo vero che esprimeva parole vere provenienti dalla sua semplice e incredibile fede nel Dio di Israele. Con questa comprensione, cresciuta in me sempre di piu' negli anni,  io parlavo con Dio e Lui pregavo, non Gesù. Perché dico questo? Perché analizzando le sue parole in questo testo, ho trovato conferma che la vera fede si lega a  Dio soltanto e non agli uomini che la insegnano. Io credo nell’unico Dio e a Lui soltanto rivolgo le mie preghiere. La deificazione del povero Gesù non l'ho mai concepita come verità misteriosa, bensì come un fatto illogico e privo di ogni fondamento nella natura umana. Solo il vero Gesù poteva darmi delle risposte alle mie ricerche. Per questo tipo di lavoro avevo bisogno dell’aiuto di Dio che è arrivato per merito dello Tzadik Haim. Nel mio diario, ho descritto gli eventi più significativi che mi hanno portato lungo una strada di cui vedo l’inizio e non la fine. Da quando la percorro, vedo che sono sempre all’inizio del suo tragitto. Inizialmente questo testo aveva il titolo ‘I Difetti di Gesù’. Titolo preso alla lettera da un mio sogno fatto nel quattordicesimo giorno del mese di Aprile del 2004.

 

14 aprile 2004

 

Nella notte di quel giorno sognai di vedere il Goel Haim di fronte a me. Egli si trovava in un luogo aperto sotto le stelle e disse, “C’ è da fare un segno”. Mentre lo diceva, lo Tzadik Haim con il suo braccio sinistro fece un movimento da destra in basso verso l’alto, a sinistra, puntando l’indice verso le stelle. Io, senza sapere di che cosa si trattasse, esposi su un tavolo un milione di difetti personali. I miei difetti erano simili a dei vermi schifosi e viscidi. Poi il Maestro mi disse: “Devi cercare da un’altra parte”. Successivamente,  nel sogno, mi ritrovai in casa di un mio collega di lavoro per cercare ciò che lo Tzadik Haim mi aveva chiesto di cercare. Dopo un po' trovai un dischetto con il contenuto di un testo molto importante con il titolo: ‘I difetti di Gesù’.

1

'I difetti di Gesù' poteva essere un titolo provocatorio e sembrare offensivo per i cari cristiani. Dopo qualche anno, si decise con Peretz, Nodà, Giuseppe, Paolo, di dare il vero titolo al testo, " IO AMO IL VERO GESÙ", e questo perché il vero Gesù, di per sè, non fu in difetto per ciò che insegnò. Allora di quali difetti stiamo parlando? Essendo allievo, a chi avrei dovuto rivolgermi per la spiegazione di questo importantissimo sogno? La risposta fu semplice, all' Asino che è il primo allievo diretto dello Tzadik Haim.   

 Ascoltando il sogno, Peretz mi disse che avrei dovuto scrivere un libro su Gesù. Per poterlo realizzare, continuò Peretz, bisognava leggere con la massima attenzione i quattro Vangeli riconosciuti dalla Chiesa. In essi c'erano moltissime contraddizioni. "Tu commenterai tali lacune per iscritto - mi disse Peretz - Alla fine, risulterà un testo pieno di incongruenze, create dai Padri della Chiesa, dei quali Gesù, purtroppo, porta il peso fino ad ora". All’inizio, però, trovai inopportuna la proposta di Peretz. Chi ero io per scrivere un testo che va contro la religione cristiana? I Cristiani vedono in Gesù una divinità perfetta. Io ho un milione di difetti. Non sono degno di scrivere un tale testo. La mia riluttanza ad iniziare questo testo era causata dal fatto che io non volevo offendere Gesù, perché io lo amo come milioni di persone in tutto il mondo. Come al solito, non capii niente. Peretz mi spiegò di non prendere alla lettera il titolo "I difetti di Gesù" apparso nel sogno. In realtà, i difetti di Gesù, erano quelli di matrice teologica nati dalle interpretazioni dei Padri della Chiesa. Allora capii meglio lo scopo del libro.

2

Leggendo le loro interpretazioni, infatti, vidi morire la natura umana di Gesù. Egli era stato deificato dopo la sua resurrezione. La deificazione di Gesù fu operata dai suoi primissimi seguaci, Giovanni l’Evangelista e Paolo di Tarso. Sono stati loro i primi a "togliere" a Gesù la sua natura umana. La fede nell'unicità di Dio si era eclissata dai loro cuori per essere sostituita con la deificazione di Cristo. Le loro parole andavano contro i precetti insegnati da Dio nel Secondo Comandamento. La vera fede di Gesù nell’unico Dio vivente venne dimenticata.  Cari lettori, ascoltate le parole del vero Gesù che colmano gli animi della vera comprensione del suo messaggio. Io amo il vero Gesù. 

3

Prima di entrare nel vivo delle varie argomentazioni, vorrei chiarire un punto. Questo libro mi fu indicato dallo Tzadik Haim nel sogno summenzionato. Mi trovo nelle questioni redenzionali da 19 anni e non mi era mai passato per la testa di analizzare le parole di Gesù per confrontarle con quelle pronunciate dai Padri della Chiesa e vedere chi era in errore, in difetto.

Questo libro non era una mia idea che nutrivo da tempo, né era nei programmi di Peretz. Tale genere di testo non esisteva nel mondo fino a quando, il 14 aprile 2004, il Goel Haim, il terzo uomo della Redenzione, mi incaricò nel sogno di fare un segno che rendesse note in modo inequivocabile tutte le contraddizioni che si trovano nei Vangeli.  

C'è già un grande fermento nell'aria. Molti giovani vogliono capire le  fondamenta della vera fede in Dio e su quale basi essa poggia. Vogliono capire chi era  veramente Gesù. Le false interpretazioni dei Padri della Chiesa hanno confuso i cuori di molti giovani. Molti giovani si domandano come sia possibile che la storia della Chiesa, quella stessa Chiesa che avrebbe dovuto essere l'esempio per il mondo di alta moralità, si sia macchiata di così tanti crimini contro l’umanità. Quale Dio potrebbe mai permettere che i Suoi fedeli, per ingrandire il Suo nome, viòlino  la legge con azioni abominevoli? Fu forse Gesù a chiederlo? Qui c'è un problema la cui soluzione si trova nei Vangeli stessi.

La chiave della soluzione stava nelle parole di Peretz. Egli mi fece capire che lo scopo del mio lavoro era di far vedere al lettore le tante contraddizioni nei Vangeli. “Analizza l'insegnamento di Gesù e vedrai che non si concilia per niente con la teologia espressa dai suoi seguaci più fedeli”.

Questo sogno mi autorizzò a procedere, con il permesso del Goel Haim, ed ogni parola scritta sarà visionata dal suo allievo, Peretz, affinché non ci siano errori d’interpretazione.     

 4

Dal libro ‘Il Messaggio dell’Asino che Mangia il Pane’ (Scritto da Peretz. Finito di stampare il 30 aprile 1988 ed edito da "'Editrice Italia Letteraria".

Riporto alcuni cenni sulla vita dello Tzadik Haim. Prima d’incominciare, vorrei precisare che non ho mai conosciuto lo Tzadik Haim  nella realtà. Come altri allievi, però ho avuto il grande privilegio di vederlo nei sogni. Ogni allievo ha ricevuto Segni nella forma di Sogni. I Sogni sono il Pane dell'Asino. Essi, infatti, hanno avuto un ruolo determinante nell' aiutare Peretz a capire le direttive del Goel Haim. Nel mio caso, le indicazioni sono state quelle di formare e stabilire la Scuola del Secondo Comandamento.

5

Lo Tzadik Haim nacque a Saana, capitale dello Yemen, nel giugno 1914. All’età di 17 anni, egli lasciò Saana e andò nella città di Aden, dove rimase tre anni. Si recò, in seguito, al Cairo, dove visse per 26 anni. Quando in Egitto, a seguito del conflitto arabo israeliano, incominciarono le persecuzioni anti-ebraiche, lo Tzadik Haim e sua moglie Mazal si trasferirono in Italia, a Milano. Il Giusto scelto visse a Milano per ventidue anni fino alla sua dipartita avvenuta nel giugno 1982.

6

Ora è impossibile, in questa sede, spiegare chi è stato il Goel Haim; ciò che si potrà dire, infatti, non sarà capito fino a quando tutto ciò che è accaduto non diverrà patrimonio dell’umanità e per arrivare a questo punto, ci vorrà del tempo. Per sapere qualcosa del Goel Haim, è necessario conoscere un segreto che esiste nel mondo dal tempo del profeta Elia. Questo segreto è vagamente noto agli ebrei, e dai più viene considerato una leggenda, ed è nel caso in cui tale segreto trovi credito, si pensa non abbia nessuna influenza con la vita religiosa e quotidiana degli uomini.

 7

Si tratta dei Giusti Nascosti, il numero dei quali è sempre fisso a 36. NON SI TRATTA DI UNA LEGGENDA. Essi esistono dal tempo del profeta Elia, fino ad ora. Essi sono i ‘Pilastri’ del mondo, nascosti agli occhi dell’umanità, illuminati dalla Santità Superiore tramite la quale conoscono i segreti del mondo- Essi non svelano la loro vera identità a nessuno, se non ad un solo allievo al quale viene tramandata la tradizione segreta. Il Goel Haim, dopo aver ricevuto la tradizione segreta da suo padre, lo Tzadik Moshè Wenna, divenne il Capo dei Giusti Nascosti.

 8

I Giusti nascosti sono anche i Giusti sofferenti che espiano con la loro sofferenza i peccati dell’umanità. Questi Tzadikim Nascosti sono tutti ebrei maschi, circoncisi nel Patto d’Abramo e si chiamano anche ‘I figli dell’ascesa’ perché conoscono il segreto dell’ascesa dell’anima tramite la quale possono ‘ascendere’, elevarsi cioè ad un tale livello da sapere ciò che non può essere ricevuto da nessun  altro in questo mondo. Grande e nascosto è il loro segreto nella potenza della loro Santità.   

9

Essi sono gli eredi della Santità del profeta Elia, Santità che ha origine nella benedizione particolare che ricevette Pinhas, figlio di Elazaro, figlio di Aronne, nel Patto della Pace. Il Capo dei Giusti Nascosti, oltre ad essere l’erede diretto di quella benedizione che ha inizio dal tempo del profeta Elia, è anche l’erede della benedizione ad Abramo, che si realizza, appunto, nel compimento della promessa ad Abramo e ciò significa che soltanto uno dei Giusti Nascosti riceve i segreti della Redenzione.

10

Fino alla sua dipartita, era severamente proibito allo Scelto Tzadik parlare dei segreti della Redenzione, questo perché la parola del Giusto Haim diventa operativa nel mondo. I Segreti della Redenzione sono tramandati in segreto tramite la benedizione stessa. Sono passati 27 secoli circa dal tempo del profeta Elia; il conflitto sorto intorno alla missione di Gesù ha creato inoltre un tale solco nelle due tradizioni della Redenzione, ebraica e cristiana, da far sì che non si potesse assolutamente parlare prima che fosse terminato il decreto di due millenni: solo a questo punto viene dato il permesso di far conoscere il Goel Finale, Haim, ed i  veri Segni della Redenzione arrivati per suo merito.

 11

I Giusti nascosti esistevano anche al tempo di Gesù ma non potevano parlare: non ne avevano il permesso. Analogamente, dopo che il conflitto aveva già preso piede, non si poteva più parlare perché per gli ebrei non era più possibile collegarsi a quella missione a causa dell'idolatria di tutto il Cristianesimo. Diciamo questo a livello di come sono andati i fatti nella storia. Al livello del Disegno Divino, però, fu decretato che ebrei e cristiani sarebbero stati in conflitto per due millenni a causa della missione messianica di Gesù.

12

Quando, però, arriva finalmente il tempo in cui dal Cielo viene ‘rotto’ e termina quel lungo decreto, lo Scelto Tzadik amato da Dio si trova nel mondo per subire l’ultima terribile sofferenza a beneficio dell’umanità, affinché gli aspettati Segni della Redenzione possano scendere sulla terra per gli uomini. Quando lo Tzadik Haim passò attraverso quella terribile sofferenza, non poteva più restare in questo mondo perché il suo merito era necessario per quel mondo preparato per il tempo della Redenzione, mondo chiamato il Regno dei Cieli. 

  13

Nel momento in cui il Giusto Scelto lascia questa vita, come verranno poi gli uomini a conoscenza del suo merito? Il Signore manda all’umanità i Segni della Redenzione che racchiudono in loro tutto quanto riguarda la Redenzione ed il merito dello Scelto Agnello di Dio. I Segni arrivano principalmente sotto forma di sogni meravigliosi a tutti gli allievi dello Tzadik Haim, anche a coloro che sono diventati suoi allievi tramite il Nuovo Messaggio, pur non avendolo conosciuto di persona. Tutti i Segni della Redenzione contengono le spiegazioni del Nuovo Messaggio.

14

Il Nuovo Messaggio è arrivato, dunque, duemila anni dopo Cristo e quattromila dopo Abramo, nostro padre. Esso rappresenta nella storia della Redenzione un nuovo equilibrio così perfetto che la sua chiarezza non potrà non destare stupore, interesse, entusiasmo, fede e studio a livello internazionale.

  15

Paul (Peretz) Green nasce a Newark (New Jersey, USA). Formatosi inizialmente alla scuola rabbinica della Yeshivah University, fondata da rav Y. Elhanan, continua i suoi studi nel collegio Lubavitch. Nel 1969, in Italia, a Milano, incontra il Maestro yemenita Haim Wenna, erede della tradizione segreta orale: il Capo dei trentasei Giusti Nascosti. Dopo la morte, avvenuta nel 1982, il Maestro è designato Terzo Redentore dell’umanità.

16

Il Goel Haim dirige la Terza Redenzione Finale dal Regno dei Cieli . Peretz è il suo primo allievo. Dai Segni rivelati dallo Tzadik Haim, tramite Sogni Redenzionali, è stato dato a Peretz un compito ed una responsabilità di cui nessun uomo vorrebbe farsi carico: spiegaree correggere gli errori del passato.  Per farlo, è necessario un segno fondamentale della Redenzione, Il Segno dell’Asino che Mangia il Pane.  

17

Peretz è un Asino ed io sono un suo allievo. L’unica mia ambizione è quella di diventare un Asino trasparente ed imparziale. Ad ogni modo, uno dei compiti dell’Asino che Mangia il Pane è quello di dare incarichi ai suoi allievi, in base ai Segni che ricevono. Nel mio caso i Segni mandati dal Cielo hanno diretto Peretz ad istruirmi per formare e stabilire la Scuola del Secondo Comandamento.

18

Grazie a Dio, la Scuola del Secondo Comandamento fu stabilita il 18 gennaio 2005. Dieci mesi prima, lo Tzadik Haim, nel sogno, mi incaricò di fare un segno. Non sapevo ancora che segno dovessi fare e misi fra il Maestro e me un milione di difetti su di un tavolo. Lo Tzadik Haim mi disse ancora di cercare da un’altra parte. Dopodiché mi trovai nella casa di un mio collega, a cercare... , finché arrivò fra le mie mani un dischetto da computer su cui c’era scritto ‘I Difetti di Gesù’.

19                  

Bisogna diventare Asini per scrivere ciò. Per diventare Asini, bisogna disfarsi di tutte le parole che non provengono dal Regno dei Cieli. Ciò perché gli Asini portano a terra, per merito dello Tzadik Haim, i meravigliosi messaggi del Regno dei Cieli così come li ricevono. Una parte di questi messaggi spiega le incoerenze che hanno fatto nascere il Cristianesimo. Nel testo attuale verranno esposte le vere parole di Gesù, quelle parole che rappresentano i suoi grandi pregi di vero uomo e Messia. Io amo il vero Gesù. In verità i difetti appartengono ai Padri della Chiesa che hanno totalmente falsato la persona di Gesù.  E’ arrivato il tempo della verità, senza più misteri o incoerenze che la falsificano. La vera comprensione viene soltanto come conseguenza di una base vera e solida.

 20

Mi viene in mente un mio sogno fatto il 2 gennaio 1989. Nel sogno mi vedo dentro in una stanza con una signora con la quale non ho intesa: entrambi rimaniamo sulle nostre rispettive posizioni. A sorpresa arriva Peretz ed entra dentro il mio corpo. Egli, tramite la mia bocca, disse: “Per arrivare alla giusta comprensione, bisogna annullarsi di tutte le cose apprese dal passato e ricominciare da zero. Soltanto così si possono individuare gli errori alla radice.” - Poi, Peretz disse ancora, “Per capire meglio il significato delle mie parole, faccio un esempio. Guardate fuori dalla finestra. Riuscite a vedere quella piccola cosa bianca, posata sul ramo di quell’albero? Ebbene, per comprendere la sua funzione, non bisogna mettersi al suo livello ma è necessario farsi ancora più piccoli. Soltanto così si può vedere quanto sia Grande e Meraviglioso il Santo Benedetto Egli Sia che ha dato uno scopo ad ogni cosa da Lui creata.” - -    

21

 Questo sogno indica con quale spirito bisogna impostare questo testo. Voglio separare le parole di Gesù dalle false interpretazioni dei Padri della Chiesa. Voi ed io amiamo il vero Gesù. Io vorrei cercare con voi il vero Gesù, un uomo, un servo di Dio, per apprezzarlo e per amarlo per tutto ciò che ha fatto nella sua umiltà davanti a Dio. Le teorie dei Padri della Chiesa hanno scavalcato la voce di Gesù. Le parole deificanti dette in suo nome sono sfociate nell’idolatria. Io amo il vero Gesù e non voglio offenderlo. Non ci penso nemmeno. Ho un gran rispetto per lui e gli voglio molto bene.

22

Il Messia preannunciato dai Profeti di Israele si riferisce ad un uomo, non ad una divinità, contrariamente a quanto dicono gli studiosi delle antiche e moderne Chiese Cristiane.

23

Gesù parla ed il lettore ascolta. Da parte mia, leggo i Vangeli e cercherò di farmi piccolo, piccolo e di camminare tra le sue parole per scoprire il vero Gesù.

 24

Gesù era diventato noto in tutta la Galilea. La sua fama era giunta sino in Giudea e aveva fatto spostare molte persone che andavano ad ascoltare la buona novella del buon Maestro. Fra queste ci fu anche un giovane ricco, fedele alla legge di Mosé, che decise di andare da Gesù per completarsi nei suoi comandamenti.

Nel Vangelo di Luca, nel cap. 18, ver. 18, leggiamo: Ed un capo lo interrogò: “Maestro buono, che cosa devo fare per ottenere la vita eterna?”. Gesù gli rispose: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne Dio". Queste parole dette da Gesù sono anche confermate nei Vangeli di Marco e Matteo. 

 25

Dal Vangelo secondo Matteo (cap. 19, ver. 16):

Ed ecco, un tale gli si avvicinò e disse: “Maestro buono, che cosa devo fare di bene per acquistare la vita eterna?”. Egli a lui: “Perché mi chiami buono? Uno solo è il buono”.

Dal Vangelo secondo Marco cap. 10, ver. 17:

"Uscito sulla strada, un tale gli corse incontro e gettandosi ai suoi piedi gli domandò: “Maestro Buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. Gli disse Gesù: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, all’infuori di Uno solo: Dio”.

 26

Cari lettori, voi non sapete quante domande mi sono passate per la testa. Sono  cresciuto nel Cristianesimo tradizionale. I preti mi hanno insegnato a credere che Gesù fosse come Dio. Adesso, però, Gesù mi ha confuso. Come può "Dio" affermare di avere del non-buono? Solo gli uomini hanno dentro di sé del non- buono. Cosa ci sta dicendo Gesù? Egli non può dire ciò! Non posso neanche dire che sia il serpente che parla. Se Gesù è Dio, come mi è stato insegnato, perché allora parla di un altro Dio che è buono? Non capisco il senso che ha questa parola, detta da Gesù.

 27

La teologia cristiana afferma che Dio è Uno e Trino. Ciò è meglio definito con tre aspetti ben distinti. C’è un Padre, un Figlio ed uno Spirito Santo. Queste tre Entità distinte formano un'unità. Questa falsa teologia sulla natura di Dio, dichiarata ed insegnata dai Padri della Chiesa, mi confonde sempre di più. Se Gesù è Uno con Dio, per quale ragione egli afferma, “Perché mi dici buono, nessuno è buono all’infuori di un solo: Dio”. Questo piccolo passo testimoniato da Gesù rappresenterà un punto chiave per la disfatta della Trinità, del Verbo e del Figlio di Dio in terra. Non sto esagerando, cari lettori. Per capire la parola del vero Gesù, bisogna essere imparziali per avere quella giusta capacità di valutare cosa sta dicendo. Come può il Divino in terra disonorarsi con una giusta considerazione?

 28

Questa risposta, detta da Gesù a quel giovane, è difettosa per tutti i Cristiani e fa di Gesù il primo miscredente della storia del cristianesimo.

Un cattolico può accettare che il suo Dio dichiari di avere in sè del non buono, come tutti gli uomini? Ciò significa che per Gesù c’è un solo buono, Dio. Un Cristiano ha il diritto di contestare chiunque pronunci tale frase. Tali parole, in effetti, sono offensive nei confronti della Divinità di Cristo. Il problema è che Gesù stesso ha pronunciato tali parole, non un suo seguace.

29

Tale affermazione è molto pesante da digerire per un cristiano. La risposta di Gesù è devastante ed annulla tutta la costruzione idolatra edificata dal Cristianesimo nella sua storia. Che cosa dobbiamo capire dalle sue parole? Egli non parla a vanvera. La testimonianza propria di una persona vale cento testimoni, dicono i Saggi di Israele, di benedetta memoria. Il vero Gesù svela qui chiaramente che egli non è Dio e questo è ciò in cui io credo.  Il vero Gesù che io amo è questo, un uomo che parla con un linguaggio chiaro di ciò che egli è: un uomo amato dal Signore, Dio nostro, che camminò con passi coerenti nella sua fede nell’Unico Dio Vivente e che riconobbe con umiltà che nessun uomo è buono in assoluto come Dio.. E’ il vero Gesù che ci insegna a non considerarci buoni, poiché le inclinazioni sono molte più numerose di quanto possiamo immaginare. Solo Dio Altissimo è buono e nessun altro.

 30    

Il giovane ricco si avvicina ad un uomo pensando che egli sia buono. Lo chiama buon Maestro, ma ciò non piace a Gesù. Perché? Gesù ha voluto dare al giovane ricco una lezione importante. Prima di rispondere alla domanda, egli vuole chiarire un punto fondamentale. “Perché mi dici buono, nessuno è buono, all’infuori di un solo, Dio”.

31

Non si può rimanere indifferenti a tali parole. Il non-buono di Gesù rimette in discussione e fa cadere tutte le teorie nate intorno alla sua deificazione.

32

Un cattolico che vuole capire la sua fede avrà delle difficoltà nel trovare risposte chiare che soddisfano il suo intelletto. Ci si deve rassegnare ad accettare le risposte canoniche di Madre Chiesa. Gesù è un uomo Divino nato dalla vergine Maria. Per la Chiesa, dunque, il fedele deve credere nella Divinità di Cristo  e nella verginità di sua madre.

33

La fede di Gesù, invece, è basata sulle fondamenta dell’Unità Assoluta di Dio. Solo Uno è buono, Dio. Nessun uomo è buono come Dio. Gesù sta dichiarando la sua fede nell’unico vero Buono esistente in assoluto, Dio. Con queste parole, Gesù si  separa completamente dalle interpretazioni soggettive dei Padri della Chiesa, ancora prima che esse venissero formulate. Molto probabilmente egli presentiva odore di idolatria intorno a lui. Questo è un mio pensiero. Di sicuro, comunque, Gesù disse la verità, cioè di avere del non-buono in lui, così come tutti gli uomini.

34

Se mettiamo a confronto la fede di Gesù con la fede di un qualsiasi cristiano, si vedrà l’effetto del difetto. Una fede dice la verità e l’altra no. A chi, dunque, bisogna credere, alla fede di Gesù che crede che solo Dio è buono o alla fede dei cristiani che credono nella Divinità di Gesù? Vedete, cari lettori, che qualcuno ha alterato la verità. Chi è in difetto ?!

35

Cari lettori, non c’è nessun riferimento nella parola di Dio data al popolo d’Israele che il Messia sia un Dio in terra, che il Messia sia il Figlio di Dio, che il Messia annulli la parola di Dio (Legge di Mosé), che il Messia si creda buono come Dio, che il Messia insegni a venerare sua madre vergine, che il Messia abbia partecipato alla creazione del mondo prima della sua venuta nel mondo o che il Messia prima era un Verbo e che poi si è fatto Carne.

36

Il Messia deve essere ebreo e Gesù era ebreo. Il Messia deve essere circonciso nel Patto di Abramo e Gesù era stato circonciso dopo otto giorni dalla sua nascita. Il Messia deve discendere dalla Casa di Davide, e come si legge nel Vangelo di Matteo: (cap. 1, ver. 1)  “Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio d’Abramo”. In una sola frase nella lettera scritta a Gabriella, Peretz completa la comprensione di ciò: “La questione messianica è strettamente ebraica”.

37

Anche se nel popolo c’erano ebrei che volevano riconoscere Gesù come Messia, tale possibilità veniva preclusa del tutto dalle primissime e già idolatre  interpretazioni dei Padri della Chiesa. La nuova dottrina nascente non si basava più sulle parole della Torà ma neanche sulle parole di Gesù. La dottrina cristiana non deriva da Gesù. Essa fu ‘ideata’ dai Padri della Chiesa.

 38

 Le loro dottrine, piene di concetti idolatri, costrinsero gli ebrei di allora a separarsi dal ‘Buon Divino Gesù’, per non contaminarsi di idolatria. Così egli fu abbandonato al suo destino. Prima di morire sulla croce, Gesù disse: “Dio mio, Dio mio, perché mi ha abbandonato?”. Peretz ritiene che Gesù in quel momento ebbe una visione profetica del culto idolatra che i popoli avrebbero poi fatto alla sua persona. Per duemila anni, Gesù ha alimentato una fede idolatra.

Subito dopo, Gesù disse: “Padre, perdona loro, perché non sanno ciò che fanno”. E’ proprio così ! Senza volerlo, i cristiani, con la fede ricevuta dai Padri della Chiesa, hanno messo per duemila anni Gesù in grave imbarazzo davanti a Dio.

 39

Immaginiamo, cari lettori, di vedere davanti a noi due uomini che si incontrano per la prima volta. Uno è famoso, l’altro è ricco. Entrambi sono ebrei. Essi credono nei Comandamenti di Dio. Il giovane ricco inizia il dialogo chiamando Gesù ‘buon maestro’ e pochi istanti dopo continua, “Cosa devo fare per meritare la vita eterna?”  Gesù gli rispose: “Perché mi dici buono, nessuno è buono, all’infuori di un solo, Dio”.

40

Analizzando questa frase suppongo che Gesù volesse dire: -Perché mi dici che sono buono, quando uno solo è buono, Dio. Io sono un uomo come te che ha del non buono come tutti gli uomini. Il vero buono, non sono io, ma Dio. Soltanto Lui è il vero Maestro buono. Tu, o giovane ricco, mi chiedi cosa devi fare per meritare la vita eterna, sebbene tu  osservi i Comandamenti di Dio! Bene! Io ti dico di lasciare tutte le tue ricchezze ai poveri e poi di seguirmi. Vedo, però, che mi hai girato la faccia e te ne sei andato via. Avete visto la sua ipocrisia?‘E’ più facile che passi un cammello fra la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei Cieli’. Questo uomo ricco vedeva in me un buon maestro, ed io gli ho risposto come un uomo buono in terra si dovrebbe comportare, ma lui se n’andato-.

Anche la Madre Chiesa ha voltato la faccia a Gesù, come il giovane ricco, quando chiama il suo Dio Gesù, ‘Buono’ e non dà tutti i suoi averi ai poveri. 

 41

La fede di Gesù in Dio non era in contraddizione con la fede di Israele. La fede dei Padri della Chiesa era in totale contraddizione con i principi ed i fondamenti della pura fede monoteista di Abramo, nostro padre, trasmessa ai suoi discendenti.

42

Dalle parole del vero Gesù impariamo una grande lezione. Qui il vero Gesù  dimostra i suoi limiti e ci insegna che solo Dio è perfetto. La nostra bontà non è da paragonare alla bontà di Dio. Egli ama tutte le Sue creature con grande amore. I Padri della Chiesa, invece, indottrinarono i cristiani con l’idea totalmente stupida che il Dio degli ebrei era cattivo mentre il loro Signore, Gesù Cristo, era un Dio buono. Questo concetto è tanto odioso quanto totalmente falso.

43

Mi dispiace, Gesù, non sei un buon cristiano: sei in difetto con i Padri della Chiesa, sei in difetto con la fede dei cristiani, sei in difetto con coloro che ti credono Dio e sei in difetto perché sostieni che c’è un Unico Dio, e che Lui soltanto è il vero ‘Buono’. Questo tuo linguaggio non è degno della tua Divinità! 

44

I Padri della Chiesa non hanno tramandato la fede di Gesù. Da Paolo in poi, la loro priorità è stata quella di convincere i popoli pagani sulla Divinità di Gesù, interpretando le sue parole con concetti contrari alla sua fede.

Comprendo meglio ora le parole di Peretz nel sogno: (ved, 17) “Per capire quella cosa insignificante, non bisogna mettersi al suo livello bensì farsi più piccoli. Soltanto così si può vedere di quanto è meraviglioso il Santo Benedetto Egli Sia che ha dato uno scopo ad ogni cosa da Lui creata”. Dalla bocca di Gesù è uscita una parola che sembra piccola ed insignificante ma non lo è. Tale parola è come un codice del Dna che contiene tante informazioni di come Gesù si considerava davanti a Dio. Io amo il vero Gesù.

 45

Nel corso della diffusione del Cristianesimo, nacque un culto nuovo. Si iniziava a pregare e a beatificare la madre di Gesù. Cosa c'entra adesso il culto alla Madonna con questo testo? Cari lettori, volete sapere cosa disse il vero Gesù ad una donna che voleva onorare ‘la futura presunta madre di Dio’?

- Mentre parlava così, una donna, dalla folla alzò la voce e disse: “Beato il ventre che ti ha portato ed il seno che ti ha allattato!”. Gesù disse: “Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”. (Luca, cap. 11, ver. 27,)

46

Laddove regna il Cattolicesimo, il culto alla Madonna attira milioni di fedeli che non sanno, però, che stanno idolatrando colei al cui culto il vero Gesù era contrario. Gesù sapeva che le lodi e le preghiere vanno rivolte soltanto a Dio.  Egli spiega poi come si onora Dio: mettendo in pratica la Sua parola. I Padri della Chiesa fecero il contrario con il risultato che molti Cattolici venerano ' la madre di Dio'. La sua immagine è diventata oggetto di culto negli innumerevoli santuari dentro cui i fedeli fanno idolatria, inchinandosi a Lei.

47

Ha trionfato la fede dei Padri della Chiesa, una fede idolatra!  C’è idolatria dovunque. Tutti i luoghi di culto sono pieni di immagini e di statue. I fedeli si inchinano ad esse in venerazione con preghiere ecc.  Qualcosa non è andato per il verso giusto. Dove sono le parole del vero Gesù nel cristianesimo?

“Perché mi dici buono. Nessuno è buono tranne Uno, Dio.”

 “Beati piuttosto quelli che mettono in pratica la parola di Dio”.

48

Dio proibisce di fare statue ma il Cattolicesimo ne è pieno. Dio proibisce di fare culto alle immagini ma il mondo cattolico ne è zeppo. 

49

Non potevi stare zitto con quella donna Gesù! Perché dovevi complicare tutto? Con quella frase hai distrutto il futuro culto alla Madonna! La Chiesa beatifica tua madre mentre tu dici che la vera beatitudine è quella di mettere in pratica la parola di Dio. Perché non osservi la fede dei cattolici? Perché non hai esaltato l’opera di tua madre?

50

A quella donna ed al giovane ricco, Gesù rispose da vero maestro della fede. Egli sapeva che le loro parole andavano contro i principi della vera fede in Dio.

Dio, Benedetto, parlò chiaro nel Secondo Comandamento “Non mettere altri dei davanti al Mio Cospetto”.

Gesù non voleva l’onore che appartiene a Dio soltanto. Egli sapeva di essere imperfetto e limitato davanti a Dio. Gesù dimostrò un chiaro dissenso verso chi osava venerare sua madre. Nessuno è buono, solo Dio. Soltanto Dio bisogna lodare e nessun altro. I Padri della Chiesa misero un Gesù Divino ed anche la Madre di Dio al cospetto di Dio!! Essi crearono ‘altri dei’ al cospetto del Creatore!

“Non mettere altri dei davanti al Mio cospetto”.

51

Per la Chiesa, dunque, tale comandamento non ha nessun valore. Il cristiano può pregare le molteplici divinità che si trovano al cospetto di Dio. Come mai, nel cristianesimo tradizionale, il fedele rende onore ad altri dei?  Forse Dio è troppo lontano? Si tratta di un comportamento del tutto contrario alla parola di Dio. Quale beatitudine ricevono i cristiani, quando non mettono in pratica la parola di Dio? “Non mettere altri dei davanti al Mio cospetto”.

52

Quando frequentavo catechismo, ricordo la confusione che si creava in me  mentre ascoltavo le lezioni di teologia. Il prete spiegava che Gesù era stato concepito per opera dello Spirito Santo nel corpo della Vergine Maria.

Questa tesi non è mai stata pronunciata da Gesù nei Vangeli e ancor di meno da Dio nell’Antico Testamento.

53

Nell’Antico Testamento, nel Decalogo ci sono due Comandamenti che fanno cadere in difetto le parole sentite nella mia ex scuola di catechismo. Sul Settimo Comandamento c’è scritto: “Non commettere adulterio”. E sul Decimo Comandamento, “Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, il suo servo, la sua serva, il suo bue, il suo asino e tutto ciò che è del tuo prossimo”. Gesù stesso parla contro l’adulterio, “Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio. Io invece vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. (Matteo, cap. 5 ver. 27).

54

Per Gesù, dunque, il peccato inizia quando la persona desidera nel suo cuore ciò che appartiene ad altri. E, allora, perché Dio, per incarnarsi nel mondo, scelse una donna che apparteneva ad un altro? Maria, in quel momento, era fidanzata con Giuseppe, per cui non era libera. Il fatto non è pulito. Perché Maria per mettere in pratica la ‘volontà’ di ‘Dio’, trasgredì il Settimo Comandamento ed il Decimo Comandamento di Dio? Ciò è inammissibile. La concezione per cui Gesù fu concepito per opera dello Spirito Santo, se presa alla lettera, lascia dietro di sé molte tracce difettose.

55

  I Padri della Chiesa dissero che “Dio si incarnò nel corpo di una donna vergine”. Il prete mi insegnava che la ‘Carne di Cristo’ fu generata dallo Spirito Santo, mentre sul monte Sinai Dio disse, “Non mettere altri dèi davanti al mio cospetto”,  e Gesù disse che “carne genera carne e spirito genera spirito”. Sta a voi, cari lettori, capire chi è in difetto.

56

Che cosa dovrei credere?  Che Dio sia nato da una donna di un altro? Ciò è impossibile. Sarebbe un cattivo esempio dal Cielo. Inoltre, tutti gli altri comandamenti perderebbero la loro forza proibitiva, nel senso che se Dio si fosse fatto uomo, la proibizione divina di non farsi nessuna immagine di Dio, si sarebbe invalidata con l’avvento di Cristo, che è rappresentato da una immagine divina in terra che si può adorare. Ciò vuol dire che il culto all’immagine, proibito da Dio nel Secondo Comandamento, diventa legale nel cristianesimo. L’avvertimento, quindi, dato da Dio con la massima severità nel Secondo Comandamento non fu preso in considerazione dai Padri della Chiesa.

57

In altre parole, la Chiesa, per affermare un proprio dogma, distrugge la parola di Dio annullando la Legge di Mosé. Bisogna giudicare con obbiettività la sincerità di Gesù quando dice, “Perché mi chiami buono, nessuno è buono tranne Uno: Dio”. Tale espressione non è detta da uno che crede nella Trinità! Tutt’altro, in queste parole riconosco il vero Gesù che io amo, un uomo che mostra la sua fede all’unico Buono Vivente degno di essere encomiato ed esaltato, Dio.  

58

Se Gesù è Dio, come dice Madre Chiesa, perché risponde a quella donna: “Beati, piuttosto, quelli che ascoltano la  parola di Dio”, e non beati quelli che ascoltano la “mia” parola? Forse la parola di Gesù davanti a quella donna non era convincente?  Perché Gesù antepone la parola di Dio alla sua, quando egli e Dio sono uguali?

59

 Peretz ha spiegato che, nonostante le distorsioni teologiche dei Padri della Chiesa, il cristianesimo, nella sua espansione, realizzò molti scopi importanti davanti al Cielo. Uno di questi era di far conoscere ai popoli dell'epoca la Rivelazione sul Sinai dei Dieci Comandamenti.

60

I Dieci Comandamenti sono i fondamenti eterni per tutta l'umanità, e, in primo luogo, per i discendenti di Abramo, nostro padre, per far scendere la Redenzione Finale. I Padri della Chiesa, invece, divulgarono una fede che non si basava più sui Comandamenti eterni di Dio. Ciò che era proibito persino pensare divenne lecito nella nuova fede in cui essi credevano, una fede che metteva in difetto l’assoluta unicità di Dio.

61

Credere nella divinità di Cristo è contro la fede di Abramo, nostro padre. La divinità di Cristo non si concilia con  la fede di Abramo, nostro padre. La divinità di Cristo disobbedisce alla parola di Dio nel Secondo Comandamento. O c’è la divinità di Cristo o c’è la Legge di Mosé. Non si può aver fede in un Uomo-Dio e credere nel Dio della Torà.

62

In verità, la divinità di Cristo non discende dalla Fede di Abramo, nostro Padre, bensì dal seme di un pensiero di Giovanni che con il suo Verbo diede inizio alla nascita di un Messia-Divino. Ciò rappresenta una totale distorsione della vera natura di Gesù. Il Verbo dei Padri della Chiesa trascura la parola di Dio scritta nella Legge di Mosé! Non la trascura soltanto, la annulla! La fede dei Padri della Chiesa è di una tale ‘tolleranza’ nei riguardi del Secondo Comandamento che essa finisce per distruggere la vera ed unica Sorgente dell'Unicità di Dio, la Sacra Torà!  

63

A pagarne le spese più di tutti, purtroppo, furono i fratelli di Gesù. Specialmente dopo la sua morte, dopo la distruzione del secondo Tempio e la successiva diaspora, la fede degli ebrei rappresentava una minaccia per la Chiesa. Nella Tradizione di Israele ci sono parole che avrebbero potuto risvegliare moltitudini alla fede nell’unico Dio Vivente. I termini trinitari non potevano reggere la potenza proibitiva del Secondo Comandamento, proclamato da Dio direttamente sul Monte Sinai.

64

Sul Monte Sinai, il Dio di Israele parlò direttamente al Suo popolo, dicendo nel Secondo Comandamento che Egli non è un idolo, non è un'immagine e non c’è niente in cielo o in terra che Lo possa contenere o rappresentare.

In cosa credono i cristiani, se 'non c'è niente simile a Dio'? Ve lo dico io, essi credono a ciò in cui Gesù stesso non credeva, cioè, a un uomo buono come Dio.

65

Se qualche lettore è arrivato a leggere fino a qui, ciò mi rallegra il cuore, sia che abbia avuto un giudizio negativo o un giudizio positivo. Il vero Gesù non si mangia e non si beve. Il vero Gesù è un uomo amato da Dio. Il messaggio del vero Gesù rappresenta, in verità, una guarigione per il cervello e una gioia per il cuore. Le parole di Gesù hanno la forza di ripulire le acque torbide e false create dalla teologia cristiana. Il vero Gesù è venuto per innalzare i cuori a Dio nella preghiera diretta a Lui soltanto ed ha insegnato come farlo tramite il Padre Nostro. Credo che Gesù in questa preghiera speciale dimostri la sua umanità governata da un cuore fedele, semplice e pieno di amore per il suo Dio che ordinò al Suo popolo di servirLo con tutto il cuore con tutta l’anima e con tutte le facoltà. Io amo il vero Gesù.

66

Nella notte del 7 aprile 2005, ho letto l’introduzione al Vangelo di Giovanni scritta nella Bibbia San Paolo. Un noto commentatore, F. Pasquero, mi stupisce per una sua ammissione: “E’ un Vangelo completamente diverso dagli altri tre, sia per il contenuto che per il modo di esposizione: si dilunga in discorsi, sempre assai sublimi, molte volte polemici; narra pochi miracoli, sempre con fine chiaramente apologetico, che chiama segni; contiene parecchie autorivelazioni di Gesù; fa svolgere il ministero di Gesù specialmente in Giudea, invece che in Galilea, come fanno gli altri tre Evangelisti. Tutto ciò ha contribuito a far dubitare dell’autenticità di esso e del suo valore storico”.

67

Quest’ultima frase mi ha meravigliato. Le mie orecchie sono ancora incredule. Un commentatore cattolico che, in base alla sua lettura del quarto Vangelo, arriva a concludere che 'tutto ciò ha contribuito a far dubitare dell’autenticità di esso e del suo valore storico'.

Un vero cristiano dovrebbe scandalizzarsi. No, non bisogna scandalizzarsi. Pasquero ha scritto il vero. Egli, con onestà, ha evidenziato la diversità di questo Vangelo rispetto agli altri tre, sia per il contenuto che per il modo di esposizione. Qui sta la sua sincerità. Le troppe contraddizioni esistenti lo inducono a dubitare dell’autenticità e del valore storico di esso.

68

Mi incuriosisce il fatto che è proprio il quarto Vangelo, che 'lascia molteplici dubbi' a dare il via alla deificazione di Cristo.

“In principio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio, ed il Verbo si fece Carne e dimorò con noi”.

Giovanni sta dichiarando al mondo intero la sua fede nella Divinità di Cristo.

69

Il vero Gesù, invece, ci dice: “Perché mi dici buono, nessuno è buono, all’infuori di un solo, Dio”. Vediamo così che Giovanni descrive Gesù come una divinità mentre il vero Gesù si annulla dinnanzi all’unico Buono esistente. La dicotomia è evidente.  Uno contraddice l’altro. Chi dice la verità? Il vero Gesù o Giovanni? 

70

No, qui non ci siamo! Le parole del vero Gesù non si conciliano con la testimonianza di Giovanni. Il problema è Gesù. Egli nel suo linguaggio non mostra i termini di fede di Giovanni. Anzi, il vero Gesù che io amo mostra parole di fede basate sulle proibizioni della Torà riguardanti l'idolatria.

71

Non esiste un altro buono all’infuori di Dio. Uno solo è Buono, Dio. L’onore va dato soltanto all’unico Buono esistente. Non esistono tramiti degni di ricevere l'onore e la gloria di Dio. Nessuna creazione esistente è buona quanto Dio. Davanti a Dio non esiste nessuna bontà che possa eguagliare la Sua bontà.

72

Sinceramente vedo molti difetti nella fede cristiana contrari alla fede del vero Gesù. Credere nell’unico Dio Vivente non è un concetto esatto per i cristiani, a motivo di due aggiunte ‘Divine’: lo Spirito Santo ed il Figlio di Dio.

73

Chiaramente le parole di Gesù specificano che il vero buono non è lui bensì Dio. Questa auto-testimonianza di Gesù rende ancora più discutibile l’autenticità delle parole di Giovanni l’evangelista sulla natura del Cristo.

74

Come posso dubitare di ciò che diceva Gesù? Egli è stato il mio primo gradino nell'avvicinarmi a Dio. Gesù pregava Dio chiamandoLo Padre. Nei Vangeli, Gesù insegnò alti valori di moralità, di giusto comportamento verso il prossimo. Ed egli insegnò a rivolgere le preghiere a Dio soltanto.

75

Senza dubbio, l’insegnamento del vero Gesù contrasta con le parole di Giovanni e con le lettere di Paolo di Tarso. Nei Sinottici, invece, si vede l’ebreo Gesù che fa di tutto per far conoscere il giusto comportamento ed i giusti atteggiamenti a chi cammina nella Legge di Mosé, insegnando ciò che è amato e  ciò che è odiato, ciò che è permesso e ciò che è proibito.

Se entro, però, nella dottrina filosofica di Giovanni, mi cadono le braccia a terra e perdo la fede.

76

Nel Vangelo di Giovanni, Gesù è un uomo dalla natura divina. 'Ed il Verbo si fece carne'. Questa non è un'espressione del vero Gesù. Gesù testimonia che lui non è buono come Dio. La testimonianza di Giovanni l’Evangelista è falsa. Il vero Gesù non è un'emanazione bensì un uomo in carne ed ossa. Il vero Gesù non è stato concepito dallo Spirito bensì dal seme che genera carne. Il vero Gesù non è il Figlio di Dio, concepito dai Padri della Chiesa, ma un figlio di Dio, il figlio carnale di Giuseppe e di Maria.

77

In ogni caso, credo nella buona fede di Giovanni e non so se egli avesse mai sentito dalla bocca del suo Maestro che solo Dio è buono. Giovanni, comunque, nel suo Vangelo non lo testimonia.

Che sia ben chiaro, non intendo affatto togliere Gesù ai cristiani! Io amo il vero Gesù e se non fosse stato per il cristianesimo, pur con tutte le sue contraddizioni, non avrei potuto conoscere Gesù e studiarne le parole.

E’ Giovanni l’Evangelista che tolse il vero Gesù al mondo sostituendolo con il suo Verbo. Le parole di Giovanni hanno stabilito nel mondo una fede ‘estranea’, che oscura il vero insegnamento del vero Gesù. “Perché ‘Cristiani’ mi chiamate 'Buono', nessuno è buono, all’infuori di un solo, Dio”.

78

Dai corso della storia non ho visto consolidarsi nel cristianesimo il messaggio amorevole di Gesù verso il suo popolo. Al contrario, è sempre emerso, purtroppo, con un consenso quasi unanime, un odio verso i fratelli di Gesù che sono ebrei come lui. Nel passato, i cristiani, stimolati dagli insegnamenti antisemiti, hanno fatto tanto male agli ebrei. Perché ciò non fu impedito dai responsabili? Ve lo dico io, perché proprio i responsabili furono i mandanti di quell’odio ingiustificato!

Dove non c’è amore per il popolo d’Israele, non c’è Dio.

79

Il vero Gesù era ebreo, figlio di ebrei, ed amava il suo popolo. Il vero Gesù insegnò le misure intime delle virtù del cuore, l' essere misericordioso persino con i nemici. Il vero Gesù insegnò a non giudicare per non essere giudicati; il vero Gesù insegnò a perdonare per essere perdonati, il vero Gesù insegnò a mettere in pratica la parola di Dio con un cuore giusto per avere una ricompensa nel Regno dei Cieli, il vero Gesù insegnò che esiste un solo Dio buono, e che nessun uomo è buono come Dio. Questi sono i veri insegnamenti del vero Gesù che ho imparato ad amare nel tempo.

80

L’odio fa dimenticare l’amore verso il prossimo. Se poi questo odio si rivolge verso gli ebrei, il vero Gesù non potrà mai camminare con coloro che lo fomentano. Poiché il vero Gesù era ebreo. L’antisemitismo è un sentimento di gelosia che odia le scelte di Dio. L’antisemitismo è servo soltanto dell’odio per chi è ebreo. Nella storia del cristianesimo, tale profonda ostilità lasciò molte vittime sul suo percorso. Dio non risiede nei cuori degli antisemiti. Egli ama i Suoi figli. Dio è sempre vicino al Suo popolo. L’amore di Dio verso Israele è incommensurabile. E chi odia gli ebrei odia il vero Gesù, così come odia la scelta di Dio e le Sue promesse, fatte tramite i Profeti di Israele.

81

Grazie a Dio, nel 1948, il Dio d’Israele chiamò i suoi figli dai quattro angoli della terra. Egli li stabilì per sempre nella terra promessa. Ciò avvenne dopo che l’antisemitismo nazista ed europeo mise in atto il più grande genocidio della storia, uccidendo spietatamente sei milioni di ebrei. Da dove originò questo odio verso il popolo scelto da Dio? Chiedetelo ai Padri della Chiesa che riuscirono ad inculcare nel cuore delle masse tale rancore verso il popolo che 'uccise' il loro Dio. La falsa teologia comporta sempre false conclusioni che coinvolgono l'odio. La storia ne è testimone.

Scusatemi per lo sfogo. Il mio cuore è triste. Il cristianesimo non può durare nel tempo. Esso ha lasciato troppo male dietro di sé. Il vero Gesù aveva ragione quando diceva: "Non pensiate che io sia venuto a portare la pace bensì la spada". Parole profetiche e veraci. La Divinità di Cristo ha formato molti fedeli antisemiti nei secoli. Costoro hanno commesso milioni di soprusi contro gli ebrei in ogni generazione.

I Padri della Chiesa, cosa pensavano di ottenere deificando Gesù? La Redenzione Finale! La pace! L’armonia fra le Nazioni! Questi obbiettivi non si possono realizzare in un contesto cristiano poiché l’antisemitismo e l’idolatria sono elementi anti-redenzionali. I Padri della Chiesa hanno usato strumenti e concetti falsi, idolatri, disonesti contro il vero Gesù che faceva parte del popolo chiamato Israele. Tutto ciò dimostrò che il vero Gesù fu strumentalizzato, idolatrato e nascosto per duemila anni. La vera fede riconosce ciò che è buono da ciò che è malvagio, ciò che è vero da ciò che è falso, ciò che è proibito da ciò che è lecito.    

82

E’ interessante, cari lettori, osservare in che modo sì sia diffuso il cristianesimo dalle sue origini, leggendo gli Atti degli Apostoli. Qui spicca un personaggio di importante spessore, Paolo di Tarso. Egli con la sua parola diffuse tra le nazioni la fede nella Divina Figliolanza di Cristo. Non racconto qui la sua storia. Tutto è gia scritto. La mia intenzione è soltanto far notare ai lettori la incompatibilità delle affermazioni di San Paolo con l’insegnamento di Gesù. Anche qui, qualcuno mostra i suoi difetti. Vediamo come. 

83

Nel Vangelo di Luca, (cap. 16, ver. 19), c’è una parabola molto interessante raccontata da Gesù. Quando la lessi, compresi quanto le parole dette da Paolo di Tarso fossero  in difetto nei confronti della parabola stessa.

84

La parabola del ricco epulone - C’era un uomo ricco, che portava abiti di porpora e di bisso e faceva festa ogni giorno con grandi banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, sedeva alla sua porta a mendicare, tutto coperto di piaghe; bramoso di sfamarsi con gli avanzi che cadevano dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno, il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d’Abramo. Poi, morì anche il ricco e fu sepolto. Finito nell’ade tra i tormenti, alzando lo sguardo verso l’alto, vide da lontano Abramo e Lazzaro che era con lui. Allora gridò: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro ad intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo gli  rispose “Figlio, ricordati che avevi ricevuto la tua parte dei beni durante la vita e Lazzaro parimenti le sofferenze, però, adesso lui è consolato, tu, invece, sei tormentato. Per di più, tra noi e voi c’è un grande abisso; se qualcuno di noi vuole passare da voi, non lo può fare, così pure, nessuno di voi può venire da noi”. Quello disse “Allora, Padre, ti supplico di mandarlo a casa da mio Padre. Ho cinque fratelli e vorrei che li ammonisse a non venire in questo luogo di tormento”. Abramo rispose “Hanno Mosé ed i Profeti, che li ascoltino”. Quello replicò “No, Padre Abramo, se qualcuno dai morti andrà da loro, cambieranno”. Abramo disse: “Se non ascoltano Mosé ed i Profeti non si lasceranno convincere neppure se qualcuno risorgesse dai morti”.

85

Dal Diario di Daniele Sonai

In questo giorno, 10 aprile 2005, il mondo cristiano è in lutto per la morte del Papa Paolo Giovanni II. Un funerale gigantesco, quasi la metà degli abitanti del mondo vi ha partecipato e ha pianto la scomparsa di questa brava persona, un uomo di pace che voleva il dialogo e la riconciliazione e che cercava  di trasmettere ai giovani questi valori. Egli è stato l’unico Papa nella storia del cristianesimo che ha chiesto perdono agli ebrei, l’unico Papa a chiamarli 'fratelli maggiori', il primo Papa ad entrare in una Sinagoga.

86

Questo ultimo evento si concilia con i Segni della Terza Redenzione Finale. Il Pontefice non sapeva che, con quel suo entrare in Sinagoga, veniva annullato il conflitto tra ebrei e cristiani che durava nel mondo da duemila anni. (vedasi: Il messaggio nel sogno del sig. Remo Levi, la pace sia con lui). Il Papa, nella sua fede, operò per favorire questo atto di riconciliazione, sfidando l’antisemitismo. Egli con questa azione prese un gran merito davanti al Cielo. Spero che Dio Benedetto Egli Sia, lo accolga nel suo Regno con i giusti amati della terra. Poiché Dio ama coloro che hanno un cuore rispettoso verso il prossimo.

Non lo si sa ancora, ma il mondo intero stava facendo il funerale ad un cristianesimo agonizzante.

87

Nel pomeriggio, mentre dormivo, sono stato svegliato da un tuono violentissimo. Stavo sognando che era arrivato il tempo di Abramo, nostro padre, e vedevo la sua Stella che brillava in cielo. Nel sogno mi facevano vedere la luce della Stella di Abramo che arrivava direttamente sulla terra. Poi vidi la Stella di Cristo che, davanti alla luce della Stella di Abramo, perdeva la sua lucentezza.

Questo sogno, a Dio piacendo, verrà spiegato altrove. In essenza, si tratta del riproporzionamento delle misure della Missione Messianica di Gesù.

88

Dopo questa parentesi, torniamo alla parabola del ricco epulone. In questa parabola, il vero Gesù ci sta dando un insegnamento  che annulla le basi teologiche di Paolo di Tarso nelle sue lettere. E' la Legge di Mosé che determina il Giudizio.

Nella prima parte di questa parabola, Gesù descrive lo stile di vita di un uomo ricco e di un uomo povero. Il primo si veste con abiti pregevoli e passa gran parte del suo tempo a gozzovigliare. Il povero, invece, siede all’ingresso della  sua casa cercando di sfamarsi con gli avanzi dei cibi gettati. Non basta la povertà a rendergli la vita difficile: egli è affetto anche da piaghe e pustole che lo tormentano.

89

Dopo la morte di entrambi, il ricco è mandato nell’ade tra i tormenti mentre il povero è portato dagli Angeli nel seno di Abramo. La parabola mostra la ricompensa delle loro azioni dopo la morte. Tutto, infatti, si svolge nell’altro mondo. Cosa voleva dirci Gesù? Perché accennava all'altro mondo? Ricordiamoci, cari lettori, che la saggezza degli insegnamenti di Gesù era l'eredità della tradizione del popolo di Israele. Ogni sua parola è perfettamente in linea con i Maestri della Tradizione di Israele. Gesù spesso, nei suoi insegnamenti, prende spunto dalla Tradizione orale.

90

Scusate, cari lettori, ma i preti nelle scuole di catechismo non insegnano mai ai bambini che gli insegnamenti di Gesù derivano dalla Tradizione dei Saggi di Israele! Nel mondo cattolico non c’è la base su cui Gesù poggiava, la Torà. La fede cattolica è una fede condizionata dalle dottrine di Giovanni l’Evangelista e dalle lettere di Paolo di Tarso. Gesù, invece, insegnava la tradizione dei suoi maestri con un cuore amorevole amato da Dio. Il cuore dell’insegnamento di Gesù si basò sempre sulla Legge di Mosé. Spesso egli riportava citazioni dalla Tradizione scritta o dalla Tradizione orale.  

91

La Tradizione scritta è la Bibbia mentre la Tradizione orale riporta i commenti dei Maestri di Israele della Torà. Il Talmud è la GRANDE COMPRENSIONE dei Saggi di Israele della parola scritta di Dio. Essi la commentano e la spiegano nelle case di studio. Per dare più capacità d’intendimento al loro insegnamento, spesso fanno aforismi. Il Talmud è un mare di saggezza senza tempo.

92

Nella parabola del ricco epulone Gesù spiegò ciò che fu chiarito dai Saggi d’Israele nel Talmud. Lo trovo nel libro 'Il Talmud' di Abraham Cohen, una sintesi del Talmud in versione economica, pubblicato dalla casa editrice Laterza.   

93

Nella parte terza del testo, l’argomento di base è 'la dottrina dell’uomo'. Essa è suddivisa in otto trattati in questo ordine: 1- l’essere umano, 2- l’anima, 3- fede e preghiera, 4- le due inclinazioni, 5- il libero arbitrio, 6- il peccato, 7 pentimento ed espiazione, 8- il premio e la pena. Nel nostro caso, riporto alcune parole dall’argomento 'pentimento ed espiazione', per far vedere, ai lettori, la similitudine che c’è tra le parole di Gesù ed i Saggi d’Israele.

94

Dal Talmud: Il pensiero che non è mai troppo tardi per emendarsi è espresso in Kid, 40 b- Se qualcuno è stato del tutto malvagio nella vita e si pente alla fine, la sua malvagità non sarà mai più ricordata da Dio contro di lui. Però, come vedremo, l’atto di penitenza non deve essere differito per timore che non sopraggiunga prima la morte. E possibile pentirsi dopo la morte? Il Talmud dichiara “Il malvagio non può pentirsi nemmeno all’ingresso del Ghehinom (inferno)”.

95

Una notevole trattazione della questione si trova nel Midrash ad Eccles. 1, 15 – Ciò che è curvato non può essere raddrizzato, e ciò che manca non può essere contato. – In questo mondo, chi è curvato (moralmente) può essere raddrizzato e ciò che manca (nelle azioni virtuose) può essere contato. – Immagina due malvagi che siano stati associati in questo mondo. Uno di loro fece penitenza per tempo, in vita, prima di morire, e l’altro tardò a farla.

96

Il primo, per merito del suo atto di pentimento, prende posto nella compagnia dei giusti. L’altro, stando nella compagnia dei malvagi, vede il suo compagno e grida: – “Guai a me, qui c’è parzialità! Noi due vivemmo insieme, insieme rubammo e commettemmo rapine, e perpetrammo insieme ogni sorta di ribalderie, perché, allora, egli è fra i giusti e io fra i malvagi?”- Gli Angeli, dal di sopra replicarono -  “ Pazzo! Tu fosti disprezzato due o tre giorni dopo la morte, quando la gente non ti dette onorevole sepoltura in una cassa, ma trascinò il tuo corpo alla tomba con funi. Il tuo compagno vide il disprezzo per te e giurò di tornare dalla sua cattiva strada. Sì pentì come un giusto, e l’effetto della sua penitenza è che riceve, qui, vita ed onore, ed una parte coi giusti.  Tu, anche, avevi l’opportunità di pentirti, e se ciò avessi fatto, sarebbe stato meglio per te”.

97

Allora egli disse a loro: - Permettetemi di andare e di pentirmi.- E loro – O pazzo! Non sai che questo mondo è simile allo Shabbat e il mondo da cui sei venuto è simile alla vigilia dello Shabbat? Un uomo, se non prepara il suo pasto alla vigilia dello Shabbat, che cosa mangerà nel giorno dello Shabbat? Non sai che il mondo donde vieni è come terra asciutta e questo mondo è simile al mare? Un uomo, se non prepara il suo cibo sulla terra asciutta, che cosa mangerà sul mare? Non sai che questo mondo è come il deserto e il mondo donde vieni è terra coltivata? Un uomo, se non prepara il suo cibo sulla terra coltivata, che cosa mangerà nel deserto?

98

Il malvagio, digrignando i denti e mordendosi la carne disse: "Permettetemi di guardare la gloria del mio compagno.- E loro:" O pazzo! L’Onnipotente ci ha comandato d’impedire che i giusti stessero in mezzo ai malvagi, o i malvagi in mezzo ai giusti, i puri accanto agli impuri o gli impuri accanto ai puri." Benché il pentimento sia possibile fino all’ultimo, non è saggio differirlo. R. Eliezer diceva: “Pentiti un giorno prima della tua morte”. I suoi discepoli gli chiesero: “Allora uno potrà sapere in che giorno morrà?”. – “ A più forte ragione”- replicò egli- “pentiti oggi, per timore di essere morto domani; per conseguenza, tutti i nostri giorni devono trascorrere nel pentimento”.

99

Infine, per completare questo argomento, c’è un sogno fatto da me, qualche anno fa. Tale sogno è in linea con i Saggi di Israele, si conforma alla dottrina del vero Gesù e si completa nella scuola del Goel Haim.

100

Nel sogno mi trovavo a poca distanza da un detenuto che stava per essere condannato a morte a causa dei suoi innumerevoli delitti. Ormai era giunta la sua ora, gli erano rimasti pochi minuti di vita. Egli aspettava con rassegnazione questo momento. Con molta cautela, mi avvicinai a lui e gli dissi: "A questo punto, nessuno ti può togliere o fermare la condanna. Sappi, però, che c’è ancora una speranza per te. Se tu ti pentirai di ciò che hai fatto, forse dal Cielo la misericordia di Dio scenderà su di te e sarai perdonato. Nel Talmud è scritto che 'i cancelli del pentimento sono sempre aperti fino all' ultimo respiro della persona'". Dissi questa ultima frase con le lacrime. Mi svegliai piangendo.

101

Il sogno mostra l'infinita misericordia di Dio. Tramite il Talmud, si apprende a non chiudere mai il cancello della speranza. Se la persona si pente, può avere una porzione nell’altro mondo con i giusti. Non si può dare una misura alla misericordia di Dio. Essa è inconcepibile per la nostra mente. Perciò vengono dati molti insegnamenti per farci capire quanto Egli sia Misericordioso. Egli è il Misericordioso. I nostri pensieri non sono i pensieri di Dio ed il nostro modo di giudicare non è minimamente paragonabile al giudizio di Dio. Spesso gli uomini godono nel vedere la giustizia fatta a qualcuno per i suoi crimini. Dal cielo, invece, c’è gioia quando la persona si pente con un cuore sincero delle sue malefatte.

102

Osservate, cari lettori, come questo commovente sogno mandato dallo Tzadik Haim sia in linea con l'insegnamento del Talmud e con la parabola di Gesù. Il  ricco chiede ad Abramo che gli  mandi Lazzaro per avere da lui  un po’ di conforto con dell’acqua sulla punta di un dito che gli rinfreschi la lingua. Gesù dà una risposta in nome di Abramo, nostro padre, che si trova nell’altro mondo: “Tra noi e voi c’è un grande abisso; se qualcuno di noi vuol passare da voi, non lo può fare, così pure, nessuno di voi può venire da noi”. Così è anche confermato dai Saggi di Israele nel Talmud, per bocca degli angeli: L’Onnipotente ci ha comandati d’impedire che i giusti stessero in mezzo ai malvagi, o i malvagi in mezzo ai giusti, i puri accanto agli impuri o gli impuri accanto ai puri".   

103

 Abramo, nella parabola di Gesù, espone all'ex ricco i motivi per i quali si è trovato nell’ade fra i tormenti. - “Figlio, ricordati che avevi ricevuto la tua parte dei beni durante la vita e Lazzaro parimenti le sofferenze, però, adesso lui è consolato, tu, invece, sei tormentato.”

104

Adesso che hai visto la tua ricompensa, la sofferenza, il tormento, il caldo insopportabile dell’inferno, ti sei reso conto dei tuoi errori. Lazzaro non può venire. Ciò non è possibile. In questo mondo, un giusto non può stare con un malvagio ed un malvagio non può stare con un giusto.

Tali lezioni fanno parte dell’insegnamento della tradizione orale dei Saggi d’Israele, tradizione su cui Gesù si basava sempre. Io amo il vero Gesù.

105

Questa spiegazione, però, non è altro che l’introduzione alla vera intenzione del vero Gesù nel raccontare questa parabola. Noi non dobbiamo dimenticare che il fatto è ambientato, per così dire, nel mondo dei morti, in cui non c’è più la libertà di scegliere o di fare ciò che si vuole. Perciò Gesù sta parlando del mondo in cui le persone ricevono quello che hanno seminato nella vita terrena.

106

Il ricco, preoccupato per le parole sentite da Abramo, si ricorda dei suoi fratelli e chiede al Patriarca di mandare da loro Lazzaro per metterli in guardia a non fare gli stessi suoi errori, onde evitare l’inferno. Lettori, fermate il pensiero ed aprite il cuore. Gesù si sta rendendo difettoso perché non esprime neanche una parola dei futuri seguaci influenzati da Paolo di Tarso. Gesù sta parlando in nome d’Abramo, il Padre di una moltitudine di nazioni che giustamente gli attribuisce il merito di questa risposta, un'esortazione: "HANNO MOSE' ED I PROFETI, CHE LI ASCOLTINO."

107

Questa esortazione è l’essenza della parabola. Gesù sta dichiarando la sua fede nella legge di Mosè e questa non si concilia con ciò che diceva Paolo di Tarso. Ecco il problema: il vero Gesù smentisce San Paolo, o San Paolo smentisce il vero Gesù?

108

Gesù, non a caso, sceglie Abramo per raccontare questa parabola. Egli  riconosce la forza redentrice della legge di Dio che sta sopra a tutti gli uomini. Se ascolteranno Mosè e i Profeti, non cadranno nell’ade fra i tormenti. L'ha detto Gesù, non io! E' l’insegnamento di un ebreo, figlio d’Abramo.

109

Dal Diario di Daniele Sonai.                      11 aprile 2005

Oggi, grazie a Dio, sì è fatta la quarta seduta della Scuola del Secondo Comandamento a casa nostra. Presenti: Peretz, Giuseppe, Sharon, Esther, Abraham, Hadassa e mia moglie Yael. Prima della lezione, Peretz ha spiegato che il funerale del Papa corrispondeva alla testa di Esaù che rotolò per terra fino ad arrivare nella tomba, la Caverna di Machpelà, il posto di sepoltura dei Patriarchi e di suo fratello Giacobbe.

110

Dalla tradizione orale, Peretz riporta il modo con cui morì il gemello di Giacobbe. Esaù, al funerale, stava impedendo la sepoltura di suo fratello Giacobbe, creando molti disagi ai presenti. Hush, figlio di Dan, nipote di Giacobbe, che tra l’altro era sordo e muto, prese allora una spada e lo uccise tagliandogli la testa che rotolò per terra e si infilò nella tomba, la famosa Me'arat ha Machpelà. La testa d’Esaù (non il corpo) meritò di entrare nella tomba con suo fratello a motivo del gran rispetto ed onore che aveva fatto in vita ai suoi genitori, Isacco e Rebecca.

111

Solo la testa d’Esaù potè entrare, non il suo corpo perché egli non aveva i meriti sufficienti per entrare con tutto il corpo. Il giusto rispetto verso i suoi genitori fu amato dal Cielo. Esaù, per tali meriti, grandi davanti al Cielo, rappresentò i meriti che i cristiani avrebbero ereditato per queste virtù amate dal Cielo. Papa Giovanni, 'il grande', possedeva tale eredità che si era manifestata molte volte nel suo pontificato. Il Papa era la 'Testa d’Esaù', con le sue buone azioni di rispetto, mentre la Chiesa è stata il 'Corpo' che muore e non risorge più e che non merita di entrare nella Caverna dei Patriarchi. Il cristianesimo teologico morirà; esso forma un corpo morto. La Chiesa Cristiana che insegna idolatria, - Gesù è Dio, Figlio di Dio - non può entrare nella Machpelà; senza Abramo e i Profeti, non ha una vera autorità da ascoltare.

Essa non ha né Abramo, né i Profeti da ascoltare.

Con  questa affermazione Gesù testimonia in modo chiaro che Mosè ed i Profeti sono una guida sicura per evitare l’inferno. Per dare più efficacia alle sue dichiarazioni, Gesù continua in questo modo il suo racconto sul ricco epulone: "No, padre Abramo, se mandi Lazzaro dai miei fratelli per avvertirli, loro cambieranno il modo di vivere e non cadranno nell’ade fra i tormenti".

113

Per due volte, Gesù insiste nel far sentire 'Mosè ed i Profeti' dalla bocca di Abramo, nostro padre, il primo maestro della vera fede nell’Unico Dio Vivente. Gesù fa riconoscere da Abramo l’autorità della legge di Mosè e la veridicità della parola di Dio nei Profeti d’Israele. Non c’è altra via per la salvezza dell’uomo. La benedizione di Dio, data ad Abramo, si completa quando si estende a quei suoi figli che ascoltano Mosè ed i veri Profeti di Israele, i profeti di Dio. Se metteranno in pratica la Legge, non cadranno nell’ade fra i tormenti e risorgeranno dai morti nell’altro mondo. Non c’è nessuno al di sopra della legge di Dio.

114

Paolo di Tarso, invece, nella lettera ai Galati, vanifica le parole di Gesù con i suoi discorsi. Paolo era un fariseo, che divenne cittadino romano per dei favori fatti dalla sua famiglia verso Roma. San Paolo di Tarso era istruito nella tradizione d’Israele, ma, alla fine, manipolò la vera fede monoteista.

115

Paolo scrive ai Galati nel cap. 3, ver. 5 queste parole: "Colui, dunque, che vi dona con abbondanza lo spirito e opera miracoli, in mezzo a voi, fa tutto questo perché osserviate la Legge o perché crediate nella predicazione? Così, come Abramo credette in Dio, e questo fu per lui un titolo di merito, sappiate allora che quelli che sono nella fede, costoro sono i figli d’Abramo, e la scrittura, prevedendo che Dio avrebbe dato merito ai gentili, per mezzo della fede, annunciò in anticipo ad Abramo "Saranno in te benedette tutte le nazioni".

116

Paolo di Tarso, purtroppo, sebbene in buona fede (buona, ma non giusta) si sta contraddicendo con le sue stesse parole, in quanto esorta a non osservare più le prescrizioni della Legge. La domanda che presenta ai gentili non è giusta. Essa non considera Gesù l’ebreo. Ingannevolmente, la pone nella misura per cui un pagano non sarebbe in grado di rispondere perché i pagani non conoscono la Legge e non hanno la benchè minima comprensione dell'Unità di Dio.

O Paolo di Tarso, se tu fossi stato un discepolo di Gesù quando era in vita, non avresti potuto formulare una simile domanda. Gesù, nella sua missione, insegnò ad ascoltare Mosé ed i Profeti senza dubbi di sorta. Ciò predicava Gesù. Io amo il vero Gesù.

117

Poi, o Paolo, parli di Abramo dicendo che egli credette in Dio e questo fu per lui un titolo di merito e quelli che sono nella fede sono essi i figli d’Abramo. Mio caro amico, Paolo, ascolta il vero Gesù ebreo. I figli di Abramo sono i figli che osservano la Legge di Dio. I figli di Abramo sono i figli che credono nell’Unità di Dio e che la dichiarano ogni giorno, nel cuore, nella mente e nell’anima. I figli di Abramo sono i figli che riconoscono la scelta di Dio, l'elezione del Suo popolo Israele, come un popolo santo, come un popolo di Sacerdoti e come il popolo comandato da Dio a seguire la Sua Legge che dette sul monte Sinai. Abramo, nostro Padre, ricevette e stabilì per i suoi figli la vera fede nell'Unico Dio Vivente.

118

Gesù, nella parabola del ricco epulone, predicò per bocca di Abramo che parlava ad un suo figlio gia condannato e gli riferì che nel mondo dei vivi i suoi figli, se non avessero voluto cadere nei tormenti infernali, avrebbero dovuto ascoltare Mosè ed i Profeti. Gesù, da vivo, esortò ad ascoltare Mosè ed i Profeti.  Paolo, invece, nel suo spirito, insegnò ad ascoltare soltanto Cristo e chi avesse creduto che Gesù era il Figlio di Dio, si sarebbe salvato, riscattato dalla Legge e non sarebbe caduto sotto la maledizione; disse anche che tale fede era meritoria e giustificata dalle Scritture stesse che prevedevano in anticipo che Dio avrebbe salvato i gentili per mezzo della fede annunciata ad Abramo e perciò la Torà lo chiama 'Padre di una moltitudine di nazioni'.

119

Per Gesù, la Legge salva. Per Paolo, quelli che si basano sulle opere della Legge sono soggetti alla maledizione. Chi ha ragione, Gesù o Paolo? Ecco il problema, le parole di Gesù annullano quelle di Paolo e quelle di Paolo annullano quelle di Gesù. Due dottrine completamente diverse che si contraddicono a vicenda.

120

Lettori, guardate bene come Paolo di Tarso mantiene il suo pensiero negativo verso la Legge (sempre nella lettera ai Galati nel cap. 2, ver. 21) - "Non rendo vana la grazia di Dio; se, infatti, la giustizia proviene dalla Legge, allora Cristo è morto per nulla".

121

O caro Paolo, non sono d’accordo con te. Stai falsificando tutto il lavoro di Gesù.  Gesù, secondo te, sarebbe morto per l'inosservanza della Legge?

Non è così. Gesù è risorto per dare testimonianza che la Legge, se ascoltata, fa risorgere i morti; in essa ci sono le parole di Dio che danno la vita a chi le ascolta. Questo tuo modo di esprimerti sulla Legge ha generato molta idolatria. Hai allontanato la verità dai cristiani, insegnando esattamente il contrario degli insegnamenti di Gesù. Hai divinizzato Gesù con parole proibite dalla Legge che insegna a non deificare nessun uomo.

122

Forse la tua missione non era quella di insegnare la vera fede del Sinai. Il tuo compito era quello d’innalzare le nazioni dalle loro vecchie e aberranti abitudini, sia nella fede che nel comportamento, con la moralità che apprendesti dalla Legge stessa. Lo Spirito della Legge sarebbe stata una maledizione per i popoli d’allora che non ne avrebbero retto l’incorruttibilità. Le nazioni erano molto lontane dai principi della vera fede.

123

La disobbedienza del popolo d’Israele non era stata verso Gesù, ma verso Dio. I figli di Giacobbe, purtroppo, erano caduti in basso in quel periodo e fra di loro non c’era il giusto comportamento amato da Dio. Il loro atteggiamento creava molte ingiustizie e sofferenze. Il Tempio, purtroppo, era diventato un mercato d’affari ed i Sacerdoti erano corrotti.

124

Tante furono le cause di quel degrado. Gesù ne aveva individuata una fondamentale: i figli d'Israele non ascoltavano Mosé ed i Profeti. Caro San Paolo, non è stata la Legge a far cadere i Figli di Dio bensì l’inadempienza del popolo alla Legge ed ai Profeti.  

125

Gesù capì questa lacuna e la proclamò tramite Abramo: "Hanno Mosè ed i Profeti, che li ascoltano. - Tu, invece, Paolo, per duemila anni hai reso la morte di Gesù vana, rendendo vana la Legge e togliendola alle nazioni. Come mai Dio manda Suo Figlio, il tuo maestro spirituale, a dire che la Legge di suo Padre in Cielo non è  più valida e che essa non salva dal peccato, quando Gesù insegnava  ad ascoltare Mosè ed i Profeti?

126

Per amore di verità, devo dichiarare inequivocabilmente che la Chiesa, con la sua professione della fede, accettò le parole di Giovanni e di Paolo ma solo una minima, ma proprio minima parte dell’insegnamento di Gesù. E della parola di Dio nel Secondo Comandamento, nulla! Questa è una mia opinione basata sulla ricerca del vero Gesù nei Vangeli. E non intendo affatto offendere i cristiani, perché ho visto moltissimi di loro operare con un cuore pieno di carità e di amore per il prossimo. Le loro virtù sono amate davanti al Cielo. Io amo il vero Gesù e sono grato al Cristianesimo per avermi fatto conoscere Gesù e le sue parole.

127

Se non per Gesù non avrei capito chi era il vero Dio. Dalla sua Scuola ho riconosciuto che egli serviva il vero ed unico Dio. E tale fede entrò nel mio cuore come un fuoco ardente e non si spense più. Si dice che "tutte le strade portano a Dio".  Il Cristianesimo è stata una di queste per me. Si è vero, sono nato cattolico ma non sono cresciuto con un pensiero da cattolico. Sono state le mie domande giuste a darmi le risposte giuste. Grazie a Dio, ho trovato le risposte giuste nella ‘Casa dell’Asino che mangia il Pane’. Il Pane dell’Asino è delizioso e gustoso per chi lo mangia.

Grazie a Dio quanto è buono il Pane dell’Asino! Pieno di Buone Novelle  possa diffondersi e stabilirsi nel mondo per poter saziare gli umili e i semplici della terra, ai quattro angoli del mondo, affinché ognuno sappia, specialmente nel campo della fede, ciò che è permesso e ciò che è proibito dal Cielo.

128

Le informazioni ricevute da Gesù hanno spinto la mia fede a cercare la verità delle sue parole. Chi crede nelle parole del vero Gesù, si lega con il suo ed unico Dio e crederà in Mosè, crederà nei Profeti di Israele e non cadrà negli abissi dei tormenti infernali. Ho l’impressione che la fede di Paolo dimostri di non conoscere bene Gesù. Cè troppa differenza tra loro. Gesù fu coerente con la religione del suo popolo mentre Paolo di Tarso, per mantenere la sua nuova fede, dovette demolire la sua radice di Fariseo. Gesù disse chiaramente ciò che pensava dei Farisei: “Fate ciò che essi dicono ma non fate ciò che essi fanno”. Dunque, per Gesù, la contraddizione dei Farisei non era nella loro fede bensì nel loro comportamento. Gesù sperava in una correzione del cuore presso il suo popolo, ma mai, proprio mai, negò la Legge di Mosè e dei Profeti.  

129

Il Dio di Gesù, tramite il Profeta Geremia, disse: (cap. 17, ver. 5, 7) "Maledetto l’uomo che confida nell’uomo. Benedetto è l’uomo che confida nel Signore." Il Signore, Dio nostro, non è un uomo ed un uomo non è il Signore, Dio nostro. Un uomo che ripone la sua fede in un altro uomo e lo chiama 'nostro Signore' commette un peccato odioso davanti al Cielo. Nessun uomo è degno della lode che appartiene a Dio. Nessun uomo ha del divino che gli permetta di accettare la gloria da altri uomini e nessun uomo si deve mettere davanti a Dio per prendere le confidenze dei suoi simili e perciò 'Maledetto l’uomo che confida nell' uomo'.

130

Il Signore, Dio nostro, è Uno e non ci sono altri simili sui quali l'uomo possa confidare. Egli è Uno e non c’è nessun altro che ha del divino. Benedetto chi si rivolge a Lui soltanto, direttamente, senza mediatori dalle gambe d’argilla appoggiate sulle sabbie mobili, perché tali impostori saranno inghiottiti dalle viscere della terra.

131

Le Nazioni però accettarono le parole di Paolo, dato che erano abituate a confidare in uomini-dei! Per questo tu, Paolo, ricevesti uno spirito da un altro Spirito e non da Dio. Dio Benedetto, Egli, Sia, ha legato, per così dire, la sua Parola a Mosè ed ai Profeti d’Israele. La Parola di Dio è una sola: eterna ed immutabile. La tua fede, invece, è scesa al livello di chi antepone altri dèi a Dio e di chi crede che esista un uomo buono e perfetto come Dio. Nella tua fede, invece, ti sei inchinato a Gesù ed in lui ti sei confidato.  

132

Gesù confidava soltanto nel Signore, suo Dio, come tanti uomini giusti che vivevano nella loro fede. L’Asino spiega che il quarto vangelo diventa comprensibile quando si toglie quel brutto spirito del Verbo incarnato che copre la parola del Dio sul Sinai e che ha il potere di distruggere il vero linguaggio del Messia. Il 'dio' spiegato da Paolo non riconosce la parola di Dio, non ascolta Mosè e i Profeti e falsifica l’insegnamento dei suoi servi diretti.

133

Soltanto chi conosce la vera Tradizione ed i fondamenti dell’Unita di Dio non cade in questa trappola teologica, non associa nessun Verbo a Dio, non associa nessun socio alla creazione, non associa a Dio nessun Figlio Divino, non associa nessuna carne a Dio, non associa nessuna nascita a Dio, non associa nessuna morte a Dio e non associa nessuna resurrezione a Dio, poiché Egli non è mai nato, non è mai morto e non è mai risorto.

134

Nel Vangelo di Giovanni, cap. 5, ver. 40, 47, il vero Gesù si rende difettoso per i Padri della Chiesa con queste parole: "Ma voi non volete venire a me per avere la vita. Io non accetto la gloria degli uomini. Ma io vi ho conosciuto, non avete in voi l’amore di Dio. Io venni nel nome del Padre e voi non m’accoglieste. Se venisse un altro nel suo proprio nome, lo accogliereste. Come potete credere voi, che vi glorificate gli uni con gli altri e non cercate la Gloria che viene dal solo Dio? Non pensiate che vi accuserò davanti al Padre: il vostro accusatore è Mosè, nel quale voi avete riposto la vostra speranza".  

135

Queste parole espresse dal vero Gesù perdono di valore quando lo Spirito del Verbo di Giovanni si posa sulla sua persona e quando Paolo di Tarso mette il Cristo sopra alla Legge, favorendo la fede in un altro uomo. Da questo brano, se fatto apparire senza lo spirito del Verbo, possiamo ricevere un grande insegnamento.      

136

In questo brano, Gesù rilevò l’importanza delle scritture di Mosè, Magister Noster. Un cristiano, per arrivare a credere alle parole di Gesù, doveva prima conoscere le scritture di Mosè. Paolo di Tarso tolse questa possibilità ai popoli. Inoltre, il vero Gesù dice, in un modo chiaro, comprensibile ed inequivocabile, una frase che rompe lo spirito idolatra e tutta la falsa divinità di Cristo costruita dai Padri della Chiesa: IO, NON ACCETTO LA GLORIA DEGLI UOMINI.

137

Un' enorme verità è uscita dalla bocca del vero Gesù Come può sopravvivere  lo spirito trinitario senza la gloria degli uomini? Io amo il vero Gesù.

138

Gesù, che parlava in nome del Padre e non di se stesso, non fu accolto dai suoi fratelli. Egli fece un altro esempio: "se un altro venisse col proprio nome, sarà ascoltato, amato e glorificato". Con quest’affermazione, Gesù criticò chi antepone il proprio nome a quello di Dio per ricevere la gloria dagli uomini che sono abituati a glorificarsi fra di loro. Tale condotta fu condannata dalle sue parole: “Io non accetto la gloria degli uomini che si glorificano gli uni con gli altri”.

139

Su quale base Gesù non accetta la gloria degli uomini? Sulle parole della Legge o sulle parole degli uomini? Gli uomini, dopo di lui, lo hanno glorificato, lo hanno deificato, lo hanno adorato, lo hanno anteposto a Dio, lo hanno fatto scendere dallo Spirito e lo hanno reso Dio fattosi carne, degno di ricevere le preghiere e le lodi dai suoi fedeli. I cristiani, non avendo la Legge nei loro cuori, hanno ascoltato i propri istinti idolatri. Non certo Gesù, che non accettò mai la gloria dagli uomini!

140

Chi è in difetto? Di sicuro non il vero Gesù che ascoltò e credette nelle parole di Mosè e dei Profeti. La parabola del ricco epulone è un insegnamento del vero Gesù forse tra i più importanti. Chi chiude il cuore alla Legge di Dio, non ascolta Mosè e neanche i Profeti d’Israele e finisce per peccare ed allontanarsi da Dio. La verità di Gesù non piace a nessuno, infatti il vero Gesù non fu creduto da nessuno, anzi, umiliato da una parte e divinizzato dall’altra. Non ascoltare Mosè è come non credere alla Legge di Dio e perciò non seguire Dio.

141

Il popolo d’Israele non credette alle parole di Gesù perché, in verità, era lontano dalla Legge di Mosè. E le nazioni, dopo, come avrebbero potuto capire Gesù, senza la Legge di Mosè, senza la Tradizione del popolo d’Israele e senza le proibizioni ed i comandamenti di Dio? E con quali parole di figliolanza sono state sostituite queste mancanze!!!  O Paolo, l'hai combinata grossa! Le tue parole hanno fatto sì che molti uomini abbiano glorificato un uomo, ciò che Gesù non accettava; tu hai cambiato i comandi di Dio con le tue parole. Tu hai affermato che chi sta sotto la Legge è soggetto alla maledizione! Per amore della tua fede in Cristo-Dio, hai disobbedito a Dio, a Mosè ed a Gesù stesso e hai fatto cadere in errore le Nazioni. Cosa potevi fare? Non avevi scelta. Eri ormai entrato in un vicolo cieco, senza la vera luce della Torà. Alla fine, anche tu hai abbandonato l'ebreo Gesù e le Leggi della Torà. Tu, stesso lo dicesti nella Lettera ai Romani, (cap. 11, ver. 32) “Dio, infatti, ha racchiuso tutti nella disobbedienza, per usare alla fine misericordia con tutti”. Cosa significa tutti o Paolo? Forse la parola 'tutti' era riferita a tutti tranne che a te?

142

Ti rendi conto, Paolo, che tu hai annullato la Legge di Dio? C'è maggiore disobbedienza di questa? Inoltre, nella Lettera ai Romani, rendi evidente con mille parole finalizzate che la fede supera le opere della Legge. Basta credere o, meglio, aver fede in Cristo e si viene esentati da tutte quelle prescrizioni.  E' esattamente il contrario di quanto insegnò Gesù e cioè che la persona deve riporre la propria fiducia ed il proprio cuore nella Legge di Dio.

143

Il cuore di per sè non sa leggere né scrivere. Ci vogliono i maestri della Legge. La persona ha bisogno di un maestro che a sua volta sia stato istruito da un maestro della Legge ed un maestro senza la Legge non sa insegnare la fede né il comportamento amato da Dio.

144

L’uomo senza legge è in balìa delle proprie azioni e non sa distinguere il vero dal falso, ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Se non ci fosse stato  bisogno della Legge, perché Dio la rivelò ?

145   

O Paolo, fosti tu a dire "La legge dello spirito salva e la legge della carne fa cadere nel peccato, ma se uno crede in Cristo costui viene riscattato dal peccato". Gesù invece aveva detto: "Bisogna credere nelle Scritture per poter credere alle mie parole". Senza Mosè, non c’è Legge, e se non c’è Legge, non c’è il Messia. E se si esce dai principi della vera fede nell’unico Dio Vivente, tutti cadono in errore e tutto l'edificio crolla. Gli uomini che credono in altri uomini non fanno scendere la benedizione divina sul mondo.

146

Comunque, amico mio, non posso negare che sia stata la buona fede ad averti indotto a fare ciò che hai fatto. Di sicuro hai parlato in buona fede. Sono convinto pure che c'era anche del vero amore nelle tue intenzioni. L'hai fatto per il bene dei popoli e, a parte gli errori teologici, il tuo cristianesimo ha portato loro anche tanto bene. Moltitudini hanno trovato la speranza. Molti hanno acquisito dalle tue parole  la sete di giustizia e l'amore per il prossimo. Ora, però, i popoli sono pronti per ritornare alla vera fede. E' ARRIVATO IL TEMPO.

147

Io non sono niente, carne e ossa, pieno di difetti. Non lo dico per far la vittima. E' vero, sono mancante davanti al Cielo, davanti al mio prossimo e davanti a me stesso. Che Dio mi dia la forza di correggermi ogni giorno dai miei errori e che mi perdoni i miei peccati.

Grazie El Shaddai, El Shaddai e Grande, El Shaddai e Uno.

148

Il Santo, Benedetto, Egli Sia, conosce i difetti di tutti gli uomini di tutte le generazioni, passate e future. Egli dichiarò che la Sua Legge è eterna. Essa è la guida per gli uomini di buona volontà. La Legge è la vera ed eterna medicina dell'uomo. Anche Gesù disse:" E' più facile che cadano i cieli e la terra che una sola iota della Legge". Io amo il vero Gesù.

149

L’insegnamento di Gesù sulla fede è tutta un'altra cosa rispetto al Verbo di Giovanni e alla figliolanza del Cristo. Se oggi domando ad un cristiano istruito qual è il primo comandamento, mi risponde, "Io credo nell’unico Dio, Creatore dei cieli e della terra… egli discese dal cielo e si fece Uomo generato dalla stessa sostanza del Padre, generato prima del mondo ecc. ecc."

150

A Gesù fu rivolta la stessa domanda nel Vangelo di Luca (cap. 12, ver.  28) - "Qual è il primo di tutti comandamenti?"- Secondo voi, che credete nella fede trinitaria, come rispose Gesù ? Con le parole dogmatiche di Giovanni, senza la legge di Mosè oppure secondo le parole della Torà?

151

Nella legge di Mosè viene dichiarata l’Unicità di Dio due volte al giorno: Ascolta Israele, Il Signore, Dio nostro, il Signore è Uno - e continua - E amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza.

Sorpresa! Non troviamo qui un Dio con il Figlio Unigenito, un’altra Divinità all'interno della Sua Unità, scesa nel mondo per farsi carne nell'uomo Gesù.

La legge di Dio proclama che Dio è Uno e non esiste emanazione alcuna al di fuori della sua Unità. Chi ha ragione? L’uomo che confida nella Trinità o l’uomo che confida nel Dio Uno e Vivente?

152

Se mi baso sul Vangelo di Giovanni, dovrei  rispondere che Dio si è fatto uomo. Se mi baso sulla fede di Paolo, dovrei rispondere che Gesù è il nostro Signore che ci ha riscattati dalla Legge, togliendoci dalla maledizione e dovrei credere in Dio tramite nostro Signore Gesù Cristo che trascende l’opera della Legge.

153

Dal Vangelo di Marco, leggiamo cosa rispose Gesù (cap. 12, ver. 28, 34): "Allora gli si avvicinò uno scriba che li aveva sentiti discutere e, avendo visto che Gesù aveva risposto bene, gli domandò: Qual è il primo di tutti i Comandamenti?-. Gesù gli rispose: Il primo è: 'Ascolta, Israele, il Signore, Dio nostro, il Signore è Uno. Ed amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Ed amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento maggiore di questi. "

 Quanto amo il vero Gesù!

154

Gli disse lo scriba: "Bene, Maestro. Hai detto giustamente che Egli è Unico e che non c’è altri all’infuori di Lui, e amarLo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza, con tutta la forza, e amare il prossimo come se stessi sono due comandi che valgono di più di tutti i sacrifici offerti. Vedendo che aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: "Non sei lontano dal Regno di Dio"-. E nessuno osava fargli più domande.

155

Non posso crederci! Il maestro di Giovanni e Paolo non rispose con il suo pensiero o con una sua opinione, ma secondo la parola di Dio scritta tramite Mosè e data al Suo popolo. Gesù, con tale risposta, dichiarò l’Unità di Dio come fa ogni  appartenente alla fede ebraica. Vorrei proprio sapere quale spirito sì interpose fra Gesù e i cristiani!

156

Gesù non fece mai professione di un’altra fede. Egli mise al primo posto l’unicità di Dio e, dopo, l'amore per il prossimo, rispettando i Comandamenti di  Dio sul Sinai. E dopo duemila anni, Gesù lo dichiara in un sogno a mio fratello, Giuseppe: Gesù scendeva dal Cielo molto arrabbiato e disse più volte "Io sono ebreo e la mia fede è come tutti gli ebrei e non ho insegnato un’altra fede".

157

La fede dei seguaci di Gesù è una fede associata-trinitaria, in cui Dio si divide in tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo, come una grande scatola divisa internamente in tre parti mentre la scatola è una. 

Quando entro in questa scatola tradizionale, vedo statue di Gesù, scolpite con il suo volto, con i fedeli che s’inchinano davanti a tali simulacri senza vita facendo preghiere e richieste nel nome del loro Signore, Gesù Cristo. Costoro confidano in un uomo spirituale rappresentato da un idolo. E con la loro mente essi proiettano questa figura su nel cielo, fra Dio e l'uomo, proprio un altro dio al cospetto di Dio.

158

Il vero Gesù chiama il suo Dio "l’Unico Signore", il vero"'Buono", la parola del quale porta la speranza e la salvezza nel mondo. Gesù non aggiunge altro perché non c’è niente altro d’aggiungere e non c’è niente da togliere. Dio è Uno, indivisibile e non esistono altre entità divine che operano nel mondo. I Suoi servi fanno la Sua volontà. Essi vivono, muoiono e risorgono con la parola della Legge di Dio dentro il loro cuore.

159

La verità della fede è una sola, e Dio l’ha fatta conoscere ad Abramo, nostro Padre. Egli la trasmise ad Isacco e poi a Giacobbe e Giacobbe in seguito ai suoi dodici figli. Poi i figli di Israele si moltiplicarono in terra d’Egitto e dopo duecentodieci anni, in mezzo alla sofferenza e alla schiavitù, Dio scelse il primo uomo della redenzione, Mosè, magister noster.

160    

Spesso nei vangeli, Gesù cita parole di Mosè o risponde con le parole di Mosè, dichiarando la stessa fede di Mosè e quella dei suoi fratelli:" 'Ascolta Israele, il Signore, Dio nostro, il Signore è Uno' e "Lo amerai con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, e con tutta la tua forza”.

Questo è il primo Comandamento per Gesù davanti a Dio, e poi continua con un altro grande comandamento, quello di amare il  tuo prossimo come se stessi.

Al primo posto, per Gesù, c’è la dichiarazione dell’Unità di Dio in assoluto, non la trinità. Grande è la fede di Gesù davanti a Dio. Io amo questo Gesù.

Cari lettori, non potete immaginare come il mio cuore si rallegri sentendo parlare Gesù da ebreo. Io non sono ebreo, e neanche figlio di ebrei, ma per mia fortuna ho imparato la vera fede in Dio. Ringrazio Dio che mi ha tolto lo spirito del Verbo di Giovanni dalla mia mente e dalla mia anima. Non credo nella deificazione di un uomo da quando il mio cuore ha appreso il Secondo Comandamento.

162

Questo è il problema: tra le parole del vero Gesù e le parole di Giovanni ci sono due scuole di pensiero completamente diverse ed una esclude l’altra. Se si segue la fede di Giovanni, si rinnega la fede di Gesù, e se, invece, si segue la fede di Gesù, si rinnega la fede di Giovanni con il suo Verbo. Chi dice la verità, Gesù, o Giovanni? Se Giovanni dice la verità, Gesù è in difetto davanti a tutto il Cristianesimo. Ringrazio Dio perché il problema non è più mio. Prego Iddio perchè risvegli i cristiani alla pura fede monoteista. Il problema è vostro.

163

Non arrabbiatevi, voi che credete nella divinità di Cristo. Non è colpa vostra e non è colpa del vero Gesù. E' colpa del falso Gesù di Giovanni e di Paolo! Questo testo s’intitola :"Io amo il vero Gesù". Il vero Gesù scompone il falso Gesù. Il vero Gesù insegna che lui non vuole essere chiamato buono, perché nessuno è buono, all’infuori di Uno solo, Dio. Il falso Gesù è l’immagine divina concepita e descritta da Giovanni Evangelista nel prologo del suo quarto Vangelo.

164

Gesù non ha contestato il commento dello scriba sulla dichiarazione dell’unicità di Dio. Gesù non ha screditato la fede di quell’ebreo, anzi, gli ha persino detto che egli non è tanto lontano dal Regno di Dio. I primi due comandamenti per Gesù sono: Ascolta Israele, il Signore, Dio nostro, Dio è Uno - ed amerai il tuo prossimo come te stesso. Con queste parole Gesù riconosce che c’è un solo Signore e che non esiste nessun altro Dio, e che si deve amarLo con tutto il cuore, con tutta la anima e con tutta la forza.Questo amore si manifesta attraverso l’amore per il prossimo. 

165

Con questo insegnamento, Gesù onora suo Padre, compiendo l’opera della Legge. Gesù ha conosciuto Dio nel linguaggio della Legge  e nelle parole dei Profeti, come un figlio d’Israele che ascolta suo Padre che è nei cieli. Con questo insegnamento amato  davanti al Cielo, Gesù inculcava il grande amore di Dio verso chi osserva la Legge di Mosè nella fede e nel giusto comportamento.

166

Gesù insegnava che chi non osserva la Legge di Mosè non conosceva la Volontà di Dio, Padre di tutti gli uomini. Nella disputa di Gesù con i suoi fratelli, egli spiegava loro l’importanza delle scritture di Mosè e della scelta di Dio del Suo popolo per stabilire nel cuore la Legge. Un ebreo, se non segue la Legge e i Profeti, non conosce la Volontà del Padre.

167

Gli ebrei, al tempo di Gesù, conoscevano la legge di Mosè ma la legge non era entrata dentro i loro cuori; se la legge di Dio non entra nel cuore, il comportamento degli uomini viene sopraffatto dai loro istinti e cadono nelle tentazioni. Gesù sì e annullato davanti a Dio e lo spirito della Legge gli è entrato nel cuore, facendogli così conoscere così la Volontà del Padre d’Israele. Uno degli scopi principali della sua missione fu quello di insegnare ai suoi fratelli come deve comportarsi un figlio del popolo scelto.

168

Gesù si trovava in una posizione delicata e difficile; nonostante ciò, andò fino in fondo, credendo in quello che faceva, guidato dallo spirito di Dio, affrontando la sua missione con coraggio, senza paura e con un’imperitura fede nell’Unico Padre Onnipotente. Dio ha reso merito a Gesù che sì è comportato da vero ebreo, ed ha avuto il merito di cambiare le sorti del mondo.

169

Lo scopo di Giovanni e di Paolo era quello di presentare Gesù come il Figlio di Dio che veniva nel mondo per salvare gli uomini dai loro peccati e per togliere i peccati a coloro che lo avrebbero seguito ed avrebbero avuto fede in lui. Gesù, d’altro canto, parlando al popolo di Israele, disse di ascoltare la Legge di Mosè e i Profeti; il compito di giudicare apparteneva a Mosè, legislatore di Israele dalla parte di Dio; perciò è Mosè che accusa davanti a Dio, nell’altro mondo, chi non ascolta la Legge."  Io non vi accuserò, ma Mosè davanti al Padre, perché non avete creduto in Lui."

170

Queste parole significano che Gesù non è venuto per accusare nessuno, né in questo mondo, né nell’altro. Non era questo il suo compito. Gesù vedeva l’inosservanza della legge dei suoi fratelli davanti a Dio. Mancavano le opere buone con il prossimo;  il cuore era vuoto dello Spirito di Dio e non permetteva la vera pratica dei Suoi Comandamenti od il vero ascolto dei Profeti. Perciò la mente era chiusa ed insensibile al prossimo ed alle sue sofferenze.

171

Il cuore era incline alle tenebre della propria inclinazione; l'egoismo prevaleva sull'amore per il prossimo come un re che domina i suoi sudditi pretendendo onore e rispetto da loro; la fede in Dio era persa a causa delle iniquità.  Questa fu una delle tante sofferenze interiori di quell'ebreo che vedeva  tanti suoi correligionari lontani dalla vera Torà di Mosè. Gesù cercava di spiegarlo nella parabola del ricco epulone :"Hanno Mosè e i Profeti, che li ascoltino!"-.

172

Gesù qui non esortava ad ascoltare lui bensì Mosè ed i Profeti!!  Per comprendere meglio il vero Gesù, bisogna entrare nel suo cuore, nella fede e nel linguaggio della tradizione mosaica. La fede in Dio si completava con Mosè, i Profeti e la Tradizione. Se essi  fossero stati ascoltati, i cuori dei figli d’Israele si sarebbero colmati dello Spirito di Dio: "e credettero in Dio, e in Mosè, Suo servo"(Esodo, 14, verso 31).

173

Come può Paolo di Tarso affermare che la Legge porti la maledizione e faccia cadere nel peccato, quando Gesù stesso era morto con l'intenzione di adempiere e completare la Legge di Mosè? Gesù, nella sua comprensione dell’importanza della Legge di Mosè, era superiore a Paolo, non da ‘divino’,  ma perché aveva messo nel proprio cuore la Legge e i Comandamenti di Dio.

174

Ringrazio Iddio d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe, per avermi dato, per merito dello Tzadik Haim, la possibilità di conoscere il vero Gesù, figlio di Giuseppe e di Maria, ebreo dalla nascita, circonciso come prescritto dalla Legge, il Secondo Uomo della Redenzione, colui che sta in mezzo tra Mosè e Haim.

175

Dal Diario di Daniele Sonai.                          17 aprile 2005 

E’ notte fonda. I miei occhi sono pesanti. Non ce la faccio più, mi addormento. Nel sogno mi trovo a Milano davanti alla Chiesa del Redentore di Via Palestrina. Entro, sono in mezzo al sagrato, e vedo una bara esposta ai fedeli con dentro il corpo di Papa Giovanni Paolo Il. Prima del funerale, i fedeli litigano per prendere i posti in prima fila. Questo mi disgusta ed esco dalla Chiesa. Salgo poi sulla macchina di Paolo per tornare a casa ma e, dopo qualche metro, la macchina sì ferma. Nella macchina ci sono alcuni libri di catechismo, forse dei Vangeli; in ogni caso, il disgusto per quella mancanza di rispetto verso il Papa è tanta che strappo i fogli di quei libri. Poi vedo Paolo di Tarso e Giovanni L’Evangelista che s’accusano a vicenda per aver falsificato alcune parole di Gesù.

176

Paolo, tutte le tue parole sull’amore, sulla fratellanza, sul giusto comportamento, sono stupende, meravigliose e sublimi, però, io, qui non ti seguo più.  Tu fai sembrare che il popolo d’Israele abbia una fede mancante, con una legge transitoria, valida solo fino all’arrivo di Cristo. Noi dobbiamo aver fede in Cristo perché ci toglie dal dominio della Legge. Inoltre dichiari che la discendenza d’Abramo è in Cristo. Queste parole, caro Paolo, ingannano sia i semplici di cuore che i filosofi di mestiere.

177

Gesù stesso ha insegnato (cap. 15, ver. 17, Luca): "E’ più facile che finiscano il cielo e la terra, piuttosto che scompaia una sola parola della Legge, anche la più piccola". Gesù dichiara che la legge dura più del mondo, mentre, tu dici che la legge si annulla con l’arrivo di Cristo. Si può, forse, seguire due ‘principi’ contrastanti?!  Secondo Gesù, i cieli e la terra finiscono prima della Legge mentre,  secondo Paolo, la Legge si annulla con la fede in Cristo. La Legge non c’è più e cieli e la terra ci sono ancora. Caro Paolo, quanto è difettosa la tua parola se messa a confronto con quella del vero Gesù!!!      

178

Vedi, caro lettore, che c’è un abisso tra la fede di Gesù e quella di Paolo.  La fede da sola non bastava, senza Mosè e senza la Legge Scritta dal Cielo. Dopo i miracoli di Dio in terra d’Egitto e la liberazione del Suo popolo dalle tirannie del faraone, il Signore portò i Suoi figli sul monte Sinai e diede loro leggi e statuti tramite il Suo servo Mosè.

179

La stramaggioranza del popolo, purtroppo, non ascoltò Mosè ed i Profeti. Ciò causò un declino della loro Santità verso il loro Padre in cielo. Tale fatto non piacque a Dio. 

180

La dottrina di Paolo non chiuse le porte all’idolatria, anzi, creò delle nuove forme di idolatria che non esistevano prima. Gesù non sì è mai rivolto ad un idolo. Questa azione è proibita dalla Legge che Paolo ha tolto alle nazioni. Come mai, Paolo, le persone che hanno creduto alle tue parole si rivolgono in preghiera davanti a delle figure scolpite? Oggi, dopo duemila anni, le chiese di Cristo sono piene di statue ed immagini, come i pagani d’una volta.

181

Questo è il risultato di una fede in Cristo senza Legge. La storia n’è testimone. Il Cristianesimo storico per duemila anni ha visto solo  diversità nelle fedi una contro l’altra ma tutti, o quasi, si sono opposti alla fede del popolo scelto, dimenticando Gesù e i suoi insegnamenti. Paolo ha distrutto la vera tradizione ebraica del vero Gesù.

182

In ogni caso, Paolo, non avevi scelta. Dio è Grande. Egli non ti ha dato la vera comprensione. Ciò per amore dei popoli senza legge ed anche tu eri schiavo di una Volontà superiore alla tua. Non per niente la tua missione iniziò con un segno di cecità. Dovevi essere cieco di fronte alla Volontà di Dio per poter fare il tuo lavoro.

183

 Gesù diventò difettoso a causa delle tue parole. Non tanto il rifiuto di Israele quanto i tuoi errori divennero quella grazia alle nazioni di cui scrivi nella tua Lettera ai Romani.

184

Dal Diario: 19 aprile 2005: Oggi è stato proclamato il nuovo Papa Ratzinger.

 

185

Abbiamo appreso dalle parole di Gesù che egli non è buono come Dio e che non c’è nessuno che Lo possa eguagliare con la propria bontà, perché in ogni uomo c’è del non buono. Ciò fa intendere che Gesù non è Dio e Dio non è Gesù.  Il cristiano tradizionale, però, afferma che Gesù è il Figlio di Dio.

186

Quando nei Vangeli Gesù fa profezie su di sé, sulla sua morte e resurrezione, usa il termine Il Figlio dell’Uomo. Quando, invece, viene interrogato dai suoi fratelli, egli risponde con parole di Torà. Peretz, nella lettera a Gabriella, spiega bene questo punto cruciale della figliolanza di Gesù. Cito qui un brano della lettera.

187

...come la risposta di Gesù, quando i farisei lo accusavano di essere blasfemo perché diceva di essere figlio di Dio, egli rispose: "Non è forse scritto nella Torà –"Figli siete al Signore, vostro Dio’ - e ‘il Mio figlio, Mio primogenito Israele’ ?- Gesù spiegò così di non essere blasfemo, perché lo stava dicendo in senso figurato e non in senso letterale. Se si tolgono gli occhiali trinitari, si capisce benissimo la chiarezza di questa risposta.

188

I Farisei, nonostante tutti i difetti che potevano avere in quell'epoca, erano veramente istruiti nella legge della Torà. Gesù non disse che la domanda era falsa, anzi, egli rispose con la spiegazione che, se avesse detto di essere lui il figlio di Dio, sarebbe stato senza alcun dubbio blasfemo. Gesù, invece, lo diceva come uno dei vari titoli degli scopi della sua missione, per insegnare agli ebrei d’allora di comportarsi come figli di Dio, come sta scritto: - Figli siete al Signore, vostro Dio. (fin qui la citazione)

189

Anche in questa risposta, Gesù contraddice tutti i cristiani che credono che lui sia il Figlio di Dio. Scusate, cari lettori, non è colpa mia se Gesù non usava termini cristiani nel suo linguaggio e parlava, invece, come un ebreo fedelissimo alla legge di Mosè.

190

Gesù sta insegnando come avvicinarsi al Creatore di tutte le cose esistenti, seguendo le Sue leggi. Nella sua saggezza, Gesù chiama Iddio di tutti gli uomini, Padre, e si lega a Lui, come se fosse, per così dire, una cosa sola. Magari si imitasse veramente tale insegnamento di Gesù. La cecità d’Israele, però, non poteva riconoscere quell’uomo. Gesù era troppo diverso da loro, troppo lontano dal male dei soldi e del potere. Non sapevano come contrastarlo.

191

Con falsa accusa, purtroppo, i suoi fratelli sono riusciti a fermarlo, diffamandolo davanti a molti istruiti ed agli ignoranti, con parole false, facendo credere che Gesù si ritenesse il Figlio diretto di Dio e che ciò sarebbe stato un grande pericolo.   

192

Il cuore, purtroppo, era con i valori falsi nel mondo e non con la Legge vera del Cielo. Israele era arrivato al punto più basso della sua storia. Erano pronti a notare errori e peccati negli altri. Le loro accuse erano false. Avrebbero avuto ragione solo sé Gesù avesse dichiarato di essere una divinità in terra. E neanche loro capirono la saggezza di Gesù che riportava le parole di Dio come sta scritto: "Figli siete al Signore, vostro Dio, il Mio Figlio, il Mio primogenito, Israele".

193

Vedete, cari lettori, che la Legge di Dio annulla ogni parola che deifica un uomo e fa star zitta ogni bocca che la proclama! La legge di Dio, quando entra nel cuore, eleva la persona, dà coraggio, fa camminare lungo la retta via e protegge dal peccato. Con questa comprensione, Gesù sì è lasciato dominare dalla Legge di Mosè, suo Maestro.

194

O Paolo, perché Gesù risponde con parole di Torà, la legge che tu hai tolto alle Nazioni!? Con le parole della legge, Gesù ha chiuso le bocche dei farisei che pensavano che Gesù si credesse un Dio, Figlio di Dio.

195

Per opera tua, le Nazioni hanno fatto lo stesso errore dei fratelli di Gesù, non capendolo quando egli si dissociava da qualsiasi appartenenza divina con il suo Creatore: - "Perché mi chiamate buono, nessuno è buono, all’infuori di uno solo, Dio -. - Sta scritto: –"Figli siete al Signore, vostro Dio’ e ‘il Mio Figlio, Mio Primogenito Israele".

196

Le teologie di Giovanni e di Paolo di Tarso hanno gettato le basi della cultura cristiana; gli insegnamenti di Gesù, invece, rappresentano la disfatta del cristianesimo teologico. Giovanni l’Evangelista creò il Verbo che diventava carne in Cristo. E nella sua Apocalisse, Giovani creò un nemico-antitesi del Verbo. Quando esso diventa carne nel mondo, prende il nome dell’Anticristo. Se Gesù è Dio Incarnato, il Perfetto, come può temere un antagonista, un rivale di livelli inferiori con cui deve combattere per sopravvivere?

197

Il Verbo, forse, ha dei punti deboli? Perché mai Dio dovrebbe mettere alla prova il Suo Verbo? Perché la guerra fra bene e male deve essere combattuta fra il Figlio di Dio ed il Figlio di Satana, due entità concepite, non dalla carne, ma dai loro rispettivi padri spirituali? Domande senza senso, vero? Vedete, cari lettori, la conseguenza di un ragionamento assurdo!

198

Nei Vangeli, Gesù parla del suo legame con Dio, suo Padre nei Cieli. A volte dice: "Quello che sa il Padre, lo sa anche il Figlio, e il Figlio sa quello che il Padre sa perché sono una cosa sola."  I cristiani, in genere, non trovano nulla di strano in quest’affermazione. Ciò perché, se presa alla lettera, confermerebbe la fede trinitaria.  Padre, Figlio e Spirito Santo. Sembra qui che Gesù sia in linea con il pensiero del suo più amato apostolo, Giovanni. C’è, però, un limite: il Figlio non conosce del tutto la volontà del Padre. Com’è possibile?

199

Gesù, il Dio-Figlio, non conosce del tutto la Volontà del Padre! Alla fine, Gesù non conosce quando avverrà il Giorno Grande e Terribile del Signore. Gesù, quindi, non sa quando si realizzerà questo grande momento della storia. Da ‘cristiano’ non me lo so spiegare. Rivolgo le mie preghiere al Figlio di Dio che non conosce il tempo finale conosciuto soltanto dal Padre. No! Non ci credo. Non è concepibile quest’oscurità profetica! Eppure, nel Vangelo di Marco (cap. 13, ver. 32) Gesù dice: "Quanto, a quel giorno o l’ora, nessuno ne sa niente, neppure gli Angeli del Cielo e neppure il figlio, se non il Padre. State attenti e vigili poiché non sapete quando sarà il tempo".

 200

Gesù in questa frase conferma che Dio sa cose che neppure il Figlio sa. Tale affermazione ci fa capire che egli non possedeva la conoscenza dei tempi. Ciò limita la ‘divinità’ di Cristo, che, di conseguenza, cade nell’imperfezione come tutti gli  esseri viventi.

 201

Gesù profetizzò di un tempo futuro in cui "il Figlio dell'Uomo giungerà dalle nuvole con grande potenza e gloria": nessuno, però, sa il giorno e l’ora, nemmeno il Figlio. Perché Gesù, in questa profezia, non profetizza il ritorno di se stesso bensì del Figlio dell’Uomo? Dalle parole di Gesù si apprende anche che i veri scelti di Dio sono degli uomini, figli di uomini; uomini che hanno ricevuto la Torà dentro il cuore e la conoscenza dei messaggi di Dio tramite i Profeti d’Israele.    

 202

Il Figlio dell’Uomo era un termine usato spesso nelle profezie di Gesù. Lo troviamo anche quando Gesù profetizzò la sua morte e la sua resurrezione.

(Marco, cap. 10, ver. 33-35) “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il figlio dell'Uomo sarà dato in mano ai principi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno in mano ai gentili, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, ma egli dopo tre giorni risorgerà”.   

 203

Il linguaggio della falsa fede nasce quando si modifica, si aggiunge, e si manipola la parola originale, senza il permesso di chi l’ha pronunciata. Così hanno fatto i Padri della Chiesa e, come dice Peretz: "La tradizione è diventata più forte della verità".  

204

Come mai Dio non ha rivelato ad una parte di ‘Se Stesso’ il giorno in cui sarebbe arrivato il Figlio dell’Uomo? Forse Dio non si fida del tutto del Suo unico Figlio? Perché mai Gesù profetizza che il Figlio dell’Uomo sarebbe giunto dalle nuvole? E non che sarebbe venuto il Figlio di Dio, mandato dal Padre? Si vede che Gesù, il Figlio di Dio inteso dai cristiani, non fa parte delle rivelazioni espresse da Dio, rivelate dai Profeti d’Israele! Il termine Figlio di Dio, inteso dai cristiani, non era nel linguaggio di Gesù; esso nacque dopo, dal falso linguaggio di Giovanni e Paolo e si radicò nelle menti dei primi cristiani.

 205

Il Figlio, se non lo sa, non lo sa. Egli non può neanche chiederlo agli angeli, perché anche loro non sanno quando arriverà quel giorno. I Saggi d’Israele dicono che persino gli Angeli Servitori, la cui vita è lunga come il mondo, non possono vedere la Sua Gloria. Allora come la mettiamo? Il termine ‘Figlio di Dio’, inteso letteralmente, non è neanche menzionato nei discorsi di Gesù. Inoltre Gesù non conosce il tempo, il giorno e l’ora in cui arriverà il Figlio dell’Uomo. Gesù non conosceva quel giorno; egli, però, affermava che anche lui sarebbe ritornato.

Grazie a Dio, si comprende meglio il linguaggio di Gesù con il ritorno della Stella di Cristo annunciata dallo Tzadik Haim nel primo grande Segno delle Stelle. In quella visione profetica, Gesù vedeva che quando sarebbe arrivato il tempo, il suo nome sarebbe stato scritto nelle stelle redenzionali. Nonostante ciò, sarà il Figlio dell’uomo a scendere dalle nubi dal Regno dei Cieli per portare la  Redenzione Finale.

206

In molte lezioni Peretz ha spiegato che non c’è stata mai e mai ci sarà una storia ingarbugliata come quella della missione di Gesù. Insomma, senza le chiavi della Terza Redenzione Finale, non si può capire la storia del vero Gesù. Un cristiano onesto che vuole capire chi era il vero Gesù avrà dei problemi perché il linguaggio di Gesù contraddice la sua fede e lo confonde sempre di più. Gesù è Dio ma Gesù non ha mai detto di essere Dio. Gesù è lo strumento usato da Dio nella creazione dei cieli e della terra ma tale affermazione viene testimoniata da un uomo chiamato Giovanni l’Evangelista non da Gesù.

“In principio Dio creò i cieli e la terra”. Questo è l’inizio della Genesi. Come potete notare, cari lettori, il Verbo di Giovanni non esiste. Il linguaggio del prologo di Giovanni non si concilia con la parola di Dio e neanche con la fede di Gesù.  Carissimi cristiani, Giovanni l’Evangelista ha creato un dio tutto suo che mostra molte lacune e contraddice il vero Gesù. 

207

Il Dio di Giovanni Evangelista, infatti, era tutt'altro che chiaro. Egli non conosceva, come gli angeli e come gli uomini, quando sarebbe arrivato quel giorno. Il Dio di Giovanni annuncia al mondo intero che ci sarà il Figlio dell’Uomo. Intanto Gesù affermava ad un ricco che lui  non doveva essere chiamato ‘buono’, dato che solo Dio è Buono. Gesù predicava la Legge di Mosè e dei Profeti ma non sapeva quando sarebbe arrivato il tempo finale. Insomma, il dio cristiano è alquanto limitato!!!

208

Non sto più nella pelle. Potrei io, forse, entrare in Chiesa? Forse, cancello le parole di Gesù ed entro nella Chiesa di Paolo? Sto scherzando! In verità, sono entrato in Chiesa stanotte in sogno, ed ho visto il buon Papa Woitilla disteso dentro ad un feretro, attorniato da fedeli che non seguivano il momento solenne, perché impegnati a conquistare i primi posti.

 209

Questo comportamento ipocrita non fa onore a nessun morto. L’ipocrisia è odiosa. Gesù l’ha definita nel Vangelo di Matteo (cap. 23, ver. 28) con queste parole:"Guai a voi scribi e farisei che siete come sepolcri imbiancati che all’esterno appaiono belli a vedersi, ma che dentro invece sono pieni d’ossa di morti e d’ogni putredine".

Troppo spesso nel mondo cristiano la parola ‘ipocrisia’ è stata associata solo agli scribi ed ai farisei! Forse Gesù, quando rimproverava i farisei, pensava che  fossero gli unici a peccare di tale odioso difetto? Forse credeva che il mondo intero non avesse nulla a che fare con questo peccato ma solo gli scribi ed i farisei del popolo d’Israele?

210

Le accuse di Gesù sono state prese alla lettera dalle nazioni, fin troppo ! Esse si sono considerate perfette davanti al Cielo, esenti da ipocrisia; e con questa convinzione hanno lapidato il popolo d’Israele per duemila anni!!!

211

Noi cristiani abbiamo fatto gli stessi errori: con le parole siamo con Gesù mentre con il cuore siamo con noi stessi. Quando le cose vanno bene, diciamo grazie a Dio. Se vanno male, giudichiamo il Cielo come se di sopra non sapessero quello che stanno facendo. Questo comportamento, un esempio fra mille, è ipocrita davanti a Dio. Un vero cristiano non potrebbe entrare in Chiesa a causa dell’ipocrisia dei fedeli e sarebbe disgustato nel vedere l'ostentazione dei vestiti migliori in prima fila. 

212

Grazie agli insegnamenti dello Tzadik Haim si impara a comprendere il vero valore della missione messianica di Gesù, cardine indispensabile della storia dell’umanità. La vera comprensione arriva con le chiavi della Terza Redenzione Finale.

213

Gesù mi ha avvicinato alla fede. Il Maestro Haim, tramite gli scritti di Peretz nel Sefer Mishnat Haim e tramite i sogni, mi ha fornito la conoscenza della verità dell’Unicità di Dio. Oltre a ciò, il Goel Haim ci insegna a correggere i nostri difetti di comportamento e di atteggiamenti. 

214

La verità si comprende quando la persona impara a distinguere ciò che amato e ciò che odiato dal Cielo. Gesù fu amato dal Cielo per l'amore verso i suoi fratelli che voleva correggere e salvare. Purtroppo, i Padri della Chiesa hanno invece manipolato i suoi messaggi e hanno sparso il seme dell'antigiudaismo che ha causato così tante sciagure ai fratelli di Gesù, per generazioni intere. Dov’era l’insegnamento di Gesù :" Perdonate, se volete essere perdonati dal Cielo" ai tempi dell'Inquisizione?

215

Solo Papa Giovanni Paolo II, ha chiesto perdono agli ebrei per i gravi crimini commessi dalla Chiesa nei loro confronti durante i secoli. Si è trattato di un gesto umile fatto dal Vicario di Cristo. Questo gesto è UN ESEMPIO DA SEGUIRE per un cattolico che ha il cuore sincero e cerca meriti davanti al Cielo. Il corpo del Pontefice, però, nel mio sogno, è disteso senza vita in una bara senza dei veri fedeli intorno a lui, che sono indaffarati ad accappararsi i primi posti.

 216

La parte migliore del cristianesimo è salita con il Papa. La parte ipocrita del cristianesimo cadrà insieme alla falsa teologia. Nel sogno, poi, io straccio gli scritti di Paolo e Giovanni. Ciò perché i frutti del loro insegnamento sono in totale contrasto con le parole del vero e amato Gesù.

217

Il grande problema, comunque, è questo: come potranno le nazioni cristiane imparare la fede nell’Unico Dio Vivente quando Paolo di Tarso ha ‘accecato" la verità separando il Cristianesimo dalla Legge di Mosè? La fede di Gesù è stata soppressa, purtroppo, dai dogmi della teologia trinitaria.  

218

Nei Vangeli, inoltre, le risposte di Gesù sulla Legge di Mosè invalidano le lettere di Paolo.  "Maestro, qual è il precetto più grande della legge? – Egli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza. Questo è il più grande ed il primo dei precetti. Ma il secondo è simile ad esso "Amerai il tuo prossimo come te stesso. DA QUESTI DUE PRECETTI DIPENDONO LA LEGGE E I PROFETI. (Matteo, cap. 22, ver. 37, 40)

 

219

“HANNO MOSE'  E  I  PROFETI, CHE LI ASCOLTINO”.

220  

Il vero Gesù risponde da vero ebreo istruito nella saggezza della Legge dalla quale ha appreso e compreso che l’amare Dio e l’amare il nostro prossimo sono l’essenza della Torà stessa. I cristiani, perciò, senza saperlo, credendo alle teologie formulate dai Padri della Chiesa, si sono allontanati da molti insegnamenti di Gesù.

 221

Grazie a Dio, dopo venti secoli di buio fitto, Gesù potrà rallegrarsi dal suo posto, perché per merito dello Tzadik Haim, la sua missione è stata ripulita da tutti i difetti teologici. Tutto quello che è falso sarà cancellato e tutto quello che è vero sarà messo in luce; cosicché le persone potranno vedere il vero Gesù con una luce nuova. Io amo il vero Gesù

222

Tutto ciò, comunque, fa parte del Disegno di Dio. Tutti dovevano essere ciechi e sordi alle parole di Gesù. Secondo Paolo di Tarso, la cecità di Israele sulla missione messianica di Gesù fece sì che le nazioni ricevessero la fede in Cristo.

223

Tale fede, però, non si basava più sui  principi della Legge di Mosè bensì sulla ‘Nuova Legge’ di Cristo, basata sulle interpretazioni dei Padri della Chiesa. 

224

Tutti caddero nella cecità senza poter vedere i propri difetti. Peretz ha spiegato che se gli ebrei di allora avessero capito Gesù, la salvezza sarebbe stata per pochi e non per tutti. La chiave di comprensione è nella lettera di Paolo ai Romani: " Dio ha messo tutti nell’errore per poi avere misericordia di tutti".

225

Come poteva il vero Gesù accettare una fede estranea alla sua? O trasgredire il Secondo Comandamento di Dio e fare peccare i popoli? O sopportare una nuova dottrina senza Mosè? O gioire davanti a Dio, quando proprio il suo nome era diventato motivo di idolatria nel mondo, a causa dei Padri della Chiesa?

 226

In verità, la divinità di Cristo ha estromesso il vero Gesù, amato da Dio, dal Cristianesimo. Gesù per duemila anni è rimasto solo con Dio, che conosceva la sua vera fede. Solo Dio conosceva il cuore amorevole di Gesù verso il popolo di Israele e  conosceva la sua saggezza. Gesù era un uomo giusto davanti a Dio.

227

Tale comportamento fu a tal punto amato da Dio che lo avvolse nel Suo Spirito Profetico affinché mettesse in guardia il popolo di Israele: stava arrivando   dal Cielo la Sua ira nei confronti dei Suoi figli così mancanti verso il loro Padre nei cieli.

228

La fede dei cristiani, infatti, nacque in difetto a motivo di Giovanni e Paolo di Tarso che fece loro credere che Gesù fosse ‘il vero Uomo, il vero Dio’, un Uomo-Dio in terra senza peccato e, addirittura, che le forze del male non avrebbero avuto  nessun potere su Gesù, dato che il male non avrebbe osato tentare Dio.

229

Come mai Giovanni nel suo Vangelo non ci informò che il suo Verbo era stato tentato dal Diavolo in persona? Come mai un episodio tanto fondamentale vissuto da Gesù non fu scritto da Giovanni? Lo aveva forse dimenticato? Oppure il Verbo Incarnato aveva dimenticato di dirlo a Giovanni! Credetemi, cari lettori, più entrate nei Vangeli e più vedrete i difetti dei loro autori.

230

Giovanni credeva che Gesù fosse Dio incarnato. Il Verbo era il massimo del bene che poteva essere attribuito a Gesù, rendendolo, così, un Uomo-Dio, senza libero arbitrio, comandato direttamente dal Padre. Giovanni paragonò Gesù ad un ‘Dio-Uomo’ cosi potente da non poter essere tentato dal male.

231

Forse Dio può essere tentato?! Chi oserebbe tentare il Verbo? Regge la logica della non-logica del Verbo. Nessun tentatore potrebbe avere il potere di far cadere il Verbo escogitato da Giovanni. Non può esistere una tentazione che il Verbo non possa superare! Che scopo ha la tentazione se il soggetto non ha punti deboli?

232

Nei Sinottici, invece, la tentazione nei riguardi di Gesù fu una prova voluta dal Cielo. Da uomo, Gesù ebbe libero arbitrio, altrimenti la tentazione non avrebbe avuto senso. E quale arma usò Gesù per sconfiggere Satana? La forza della Torà! Gesù usò la potenza dei versi della Legge di Mosè, non la forza della propria inesistente divinità! Gesù, da uomo ordinario, aveva le sue debolezze che erano del buon pane per il palato del Satana.

233

In ogni caso, Gesù fu tentato da Satana.  La cosa curiosa è che Satana non lo chiama Gesù ma si rivolge a lui sempre: "Se tu sei il  Figlio di Dio", e non dice "se Tu sei Dio". Dalle parole di Satana, di sicuro, non c’è mai da fidarsi. La Tradizione spiega che il Satan conosce tutta la Legge di Mosè, in ogni sua parte, e conosce perfettamente tutte le proibizioni sull’idolatria. Secondo me, l’intenzione di Satana era di convincere Gesù a credersi veramente il Figlio di Dio: cercherò di spiegare questo punto in seguito.  

234

Le tentazioni del Satana sono molto interessanti da analizzare per l’ambiguità delle sue offerte. Nella seconda tentazione, ad esempio, il Satana fa intenzionalmente, un errore nella domanda: "Il diavolo condusse Gesù più in alto, gli fece vedere, in un solo istante, tutti i regni della terra, dicendo “perché a me sono stati dati ed io li do a chi voglio, se tu t’inginocchierai davanti a me, tutto sarà tuo”. ( Luca, cap. 4, ver. 5, 7). La proposta del Satan è scaltra. Forse a Satana sono stati dati tutti i regni della terra? Perché il Satana avrebbe offerto tutti i regni di questo mondo a Gesù, se Gesù è Dio?

235

Il Satan può barattare con il Dio-Figlio di tutti i regni?  Il Verbo di Giovanni, forse, per riavere quello che aveva dato a Satan doveva inchinarsi al ‘Re’ del male? Vedete, cari lettori, che la tentazione che subì il Verbo Incarnato non può aver mai avuto luogo per Giovanni. Il Verbo non ha bisogno dei regni proposti da Satana. Forse le opere create dal Verbo avrebbero potuto far cader il Verbo nel peccato? La richiesta del Satana non si adegua alla divinità di Cristo, il Verbo di Dio Incarnato.  Il tentatore è stato creato da Dio per mettere alla prova gli uomini, non Dio.

236

Il Satan conosce bene il suo mestiere. Il suo intento fu quello di far sbagliare Gesù con un peccato idolatra. Tutti  i regni in cambio di un semplice inchino. Un atto di idolatria comporta una trasgressione del Secondo Comandamento. Gesù, se  fosse stato Dio o Figlio di Dio veramente, avrebbe risposto da Divino con queste parole: - Perché mi proponi quello che è mio? Perché devo inchinarMi a te? Io sono quella parte visibile di Dio, in terra, a cui tutti gli uomini si devono inchinare, poiché Dio ha creato tutte le cose per mano Mia.

237

La tentazione, per aver una minima speranza di riuscita, deve basarsi sull’inclinazione della persona e sfruttarne i punti deboli. Così lo si mette alla prova per vedere cosa sceglie, il bene o il male. Si tratta del libero arbitrio che solo l’uomo, figlio della carne, ha ricevuto in dono da Dio.

238

Il desiderio di Gesù era quello di mettere in pratica e di insegnare il cuore giusto nei confronti della Legge e dei Profeti. Gesù risponde al Satana: "Sta scritto, Adorerai il Signore, Dio Tuo, a Lui solo rivolgerai la preghiera".  La preghiera diretta a Dio è  per Gesù il punto centrale della fede, e non c’è diavolo che gliela possa demolire o cristianesimo che gliela faccia cambiare. La Legge di Mosè è la roccia della fede di Gesù che sgretola le parole di Satana. Non c’è nessun regno o ricchezza che possano corrompere la vera fede nell’Unico Dio.

239

La FEDE di Gesù ha respinto il SATAN, non la divinità del Cristo.

240

Cari lettori, guardate l’astuzia sottile del Satana. Che cosa chiede a Gesù? Gli chiede di inchinarsi a lui. Che scopo ha tale proposta, se non quella di farlo cadere  in errore? Satana sapeva benissimo come far allontanare Gesù da Dio e dalla Legge di Mosè. Bastava un semplice inchino.

 241

Ma Gesù trova nella Torà le parole esatte per buttare giù Satana. Sta scritto di adorare soltanto Dio, e solo a Lui bisogna rivolgere le preghiere. Gesù sta ricordando a Satana che tale inchino è un’azione proibita dalla Torà di Mosè. La Torà proibisce di inchinarsi a scopo di ‘servizio’ a tutto ciò che esiste nell’universo, tranne che a Dio. La risposta di Gesù a Satana avrebbe dovuto far meditare i Padri della Chiesa sulla fondamentale verità che le preghiere vanno rivolte a Dio soltanto.

242

Nei Vangeli, Gesù  insegna a rivolgere tutte le preghiere all’unico Dio. Gesù mette in pratica tale precetto davanti a Satana e a tutti quelli che incontra sulla sua strada. Gesù fu tradito, però, dai Padri della Chiesa che permisero una fede indiretta, una fede idolatra che allontanava i fedeli dal Secondo Comandamento. Riflettiamo, dunque: chi è caduto nella trappola tesa da Satana, Gesù o i Cristiani???

243

Se Gesù, per così dire, non fosse stato istruito nella Torà di Mosè, avrebbe potuto fare anche lui la stessa fine dei Cristiani.

244

Mi dispiace, Giovanni, che il tuo Maestro non ti abbia informato del fatto che era stato tentato da Satana. Può darsi che le risposte di Gesù a Satana ti avrebbero aiutato a non cadere nella trappola idolatra del Verbo. Oggi, milioni di cristiani pregano Gesù e non Dio direttamente. Purtroppo. Essi credono che Gesù sia il Verbo Incarnato di Dio e si inchinano a ciò che Dio ha proibito nella Torà. E’ proprio vero, basta che salti una lezione del maestro che l’allievo falsa la predica. 

Quando Gesù pregava, si rivolgeva forse a se stesso !!! ????

 

 

245

Anche la terza tentazione è a misura d’uomo (Luca cap. 4, ver. 9, 13) "Satana lo condusse a Gerusalemme e lo pose sulla parte più alta del Tempio e gli disse: "Se tu sei il figlio di Dio, gettati da qui, poiché è scritto “Dio comanderà ai Suoi Angeli che ti proteggano”. E ancora “ Ti sosterranno con le mani perché il tuo piede non abbia a inciampare in una pietra”. Gesù gli rispose: “E stato anche detto: "Non mettere alla prova il Signore, tuo Dio".

246

Satana con questa tentazione vuole convincere Gesù a fare qualsiasi azione spericolata.  “Se tu sei il Figlio di Dio, gettati dal Tempio, tanto, Dio manderà degli angeli per evitare che il tuo piede inciampi sulla pietra” Se Gesù  fosse stato una divinità, avrebbe avuto bisogno degli angeli per evitare di sfracellarsi sulla pietra? Ma Gesù era un uomo come tutti, di carne e ossa. Egli era, però, un ebreo osservante ed istruito nella Legge di Mosè. Non era facile per Satana, quindi, far cadere Gesù dal Tempio.  

 247

Se Gesù, non avesse avuto del non buono, con che cosa avrebbe mai potuto il Satana tentarlo? Come poteva Satana ingannare Gesù? La richiesta di Satana è molto chiara: se tu sei il figlio di Dio, gettati da qui. Gesù, per dimostrare a Satana che era veramente il Figlio di Dio, avrebbe dovuto buttarsi per essere eventualmente salvato dagli angeli mandati da Dio. Tutto ciò non mi convince. Penso che, dietro a tale tentazione, Satana con l’inganno voleva uccidere Gesù. Satana per convincere Gesù a saltare giù dal Tempio doveva fargli credere che fosse Figlio di Dio. Se Gesù si  fosse creduto veramente il Figlio di Dio, avrebbe ascoltato Satana e sarebbe morto. Da quando mai Dio manda la redenzione ad un uomo, quando costui sceglie di ascoltare la parola di Satana? Gesù, invece, nella sua saggezza, vide nelle parole del Satana un’arma a doppio taglio.

248

La tentazione spiegata in questi termini ha un senso davanti ad un uomo di grande fede come Gesù. Per il Verbo di Giovanni, la tentazione, invece, fece solo perdere del tempo ad entrambi, sia a Gesù che al Satana! Il Verbo per mostrare che è Figlio di Dio davanti a Satana, deve saltare per essere poi salvato dagli angeli? Il Verbo di Giovanni ha bisogno della protezione di Dio? Il Figlio di Dio ha bisogno di una salvezza? Il Figlio di Dio, se è vero ‘Uomo’ e vero ‘Dio’, deve subire delle prove da Satana? Il Figlio di Dio può cadere in tentazione?

249

Satana sa benissimo che Iddio non avrebbe mandato nessuna salvezza a chi si crede di essere il Figlio di Dio Unigenito. Perciò, se Gesù fosse saltato giù dal Tempio non sarebbe stato salvato da Dio. Con una menzogna, Satana voleva convincere Gesù a credersi il Figlio di Dio, per ucciderlo. Gesù, invece, si salvò perché sapeva bene chi era il vero figlio di Dio, una conoscenza, questa, ricevuta dalla tradizione della sua gente che proclama "Israele, il Mio Figlio Unigenito – e – Figli siete al Signore vostro Dio".

250

Gesù risponde con la fede basata sulla Torà. L’istruzione ricevuta dalla Torà proibiva a Gesù di fare azioni che lo mettessero in pericolo. Gesù ha risposto con la saggezza della sua cultura al Tentatore: “E stato anche detto: "Non mettere alla prova il Signore Dio tuo”.

251

Da Gesù si impara inoltre che chiunque usi la Torà come difesa dal male non cade nelle trappole del Tentatore. La forza della Legge respinse Satana. Cosa significa? Significa che Gesù ci sta insegnando quale arma serve per respingere Satana:  La Legge di Mosè, magister noster.

252

Il lavoro del Tentatore è quello di far peccare l’uomo davanti a Dio. Le Tentazioni di Gesù rappresentano spine che fanno male allo Spirito Cristiano. Non esiste nessun Figlio di Dio, concepito dallo Spirito Santo. Gesù non è il ‘Figlio’, non è il ‘Padre’ e non è lo ‘Spirito’, bensì un uomo che ha messo tutta la sua fede in Dio. Io sono martellante; lo so! Questo è il lavoro che Dio mi ha commissionato. Nel Cristianesimo, purtroppo, l’idolatria è molto fitta e contagiosa.

253

Le nazioni, infatti, divennero cristiane con le parole di Giovanni e di Paolo. Pochi secoli erano passati e lo Spirito del Verbo non si incarnava solamente in un uomo, ma si pietrificò in idoli a forma d’uomo. Il Secondo Comandamento di Dio rimase cosa sconosciuta alle masse, ma non agli studiosi delle teologie del passato.

254

Ho appreso dal testo - Enciclopedia delle Religioni – di Gerhard J. Bellinger che: "all’inizio del cristianesimo non esisteva ancora il culto alle immagini perché tale culto era considerato  idolatra. Ciò rappresentava un grosso problema. Un certo Giovanni di Damasco lo risolse in questo modo: Dio sì è incarnato in Gesù, quindi, lo possiamo vedere. Se Dio si è reso visibile, lo possiamo raffigurare con immagini". L’autore del testo rileva che questa versione piacque molto ai teologi di allora. Cosi in poco tempo vennero introdotti nei luoghi di culto le varie immagini dell’Incarnato.

255

Guardate, cari lettori, il disastro della conseguenza della dottrina del Verbo di Giovanni. Tale dottrina è in completa contraddizione con la dottrina di Dio del Secondo Comandamento. Quel Giovanni di Damasco prese per vero il concetto falso dell’Evangelista e disobbedì a Dio. Il Peccato del Verbo cadde sui figli di quella fede. Tale fede permetteva ciò che fu proibito da Dio. Il peccato idolatra del Verbo divenne tangibile e visibile quando i suoi seguaci lo trasferirono sulle immagini e sugli idoli. 

 256

Perché i Padri della Chiesa non considerarono Gesù un essere umano? Ah! Penso d’aver capito!  Secondo i Padri della Chiesa, gli esseri umani non possono essere scolpiti né dipinti per essere venerati, come fanno i Greci ed i Romani! Gesù, invece, è il Verbo che diventa Carne; la ‘Carne concreta di Dio’  visibile in terra, la ‘Carne concreta di Dio’ che diventerà cibo delle masse,  la ‘Carne concreta di Dio’ che può essere raffigurata. I fedeli, dunque, possono tranquillamente fare delle statue che rappresentano il loro Dio. Infatti, è più facile adorare ciò che si vede!!! Gesù è il Dio visibile dei Cristiani.  Una tesi che piace a chi non sa distaccarsi dall'idolatria.

257

Questa teoria resta solida, solo se non si conosce la Rivelazione sul Sinai. La fede del cristianesimo non si appoggia sulla parola di Dio nei Dieci Comandamenti. Se il cristiano riconosce sì la Rivelazione del Sinai come un fatto storico accaduto realmente, senza sapere e capire, però, quasi nulla di ciò che Dio proclamò, come potrà mai capire di essere giusto o in difetto nella fede davanti a Dio?  

258

Farsi un’immagine o un idolo di Dio è proibito dalla Torà. Dio non ha nessuna immagine e non esiste niente nell’Universo che Lo possa rappresentare, sia in cielo che in terra.

259

Quel Giovanni di Damasco ragionò come Giovanni l’Evangelista. Ed il Verbo divenne Carne, l’immagine di Dio in terra. Tale tesi non si concilia, però, con la parola di Dio, non si concilia con la parola dei Profeti d’Israele e non si  concilia neanche con la parola di Gesù stesso che insegnò che lo spirito genera spirito e che la carne genera carne, e non che lo spirito diventa carne.

260

Gesù, tu sei ebreo e preghi solamente Dio, l’Unico Signore dei Cieli e della Terra. Hai chiesto a Dio di perdonare i tuoi fratelli perché non sapevano ciò che facevano. Tale preghiera, però, manda in confusione il cristianesimo di Giovanni. E voi, cristiani, se, per voi Gesù è il Dio Incarnato, perché avete sempre condannato il popolo di Israele invece di perdonarlo!? Il Verbo, però, divenne dipendente da una volontà oscura e sovrastante. Non solo, ma il Verbo non sapeva quando sarebbe arrivato il giorno del Signore!  La Divinità di Cristo doveva pure pregare un Dio superiore a lui. Forse che il Dio di Giovanni in terra prega il Dio che sta su nei cieli?  Dio ha forse due nature, una superiore e una inferiore?  

261

Perché la Divinità di Cristo, in croce, non mette in pratica ciò che ha insegnato: il perdono? Forse il perdono in quel momento non era di sua competenza? Gesù, invece, nei Vangeli manifestò un comportamento da uomo. Ciò farà sfigurare alla fine il Verbo di Giovanni davanti ai fedeli, quando essi conosceranno il vero Gesù. Allora si accorgeranno che Gesù, come Divinità, è molto, ma molto difettoso. Il vero Gesù conosceva la bontà di Dio e sapeva che la misericordia di Dio avrebbe perdonato ogni cosa. 

262

Le teologie sorte dopo Gesù si sono basate sulla parola di Giovanni. Giovanni l’Evangelista divinizzò il suo maestro e oscurò il vero Gesù sotto la falsa luce del suo Verbo. Il Verbo era il nuovo Dio che sradicava la radice ebraica di Gesù. L’Ombra Teologica di Giovanni, purtroppo, tolse l’ebraicità da Gesù, tolse la vera identità etnica di Gesù e, soprattutto, tolse il rispetto dei suoi fratelli verso Gesù. Tutto ciò creò dei fedeli cristiani che non sapevano ciò che insegnavano e non capivano ciò che stavano facendo. Anch’io sono molto ignorante; ho solo la fortuna di aver ricevuto, grazie a Dio, questo compito di aiutare a salvare le pecore smarrite dalle storture teologiche cristiane. Gesù... perdona Giovanni perché non sapeva ciò che scriveva. 

263

Un errore teologico, necessario, comunque, per innalzare le nazioni. Ci voleva una nuova forma di idolatria, 'gentile' e amorevole, per conquistare i buoni di cuore nascosti nelle masse di allora.  

264

Paolo di Tarso tolse la Legge di Mosè e favorì la deificazione di Cristo. Giovanni l’Evangelista creò il Verbo e il mondo pagano potè adottare un Dio corporeo da venerare. Iddio ci sta dando una lezione storica. Tutti noi siamo mancanti e presuntuosi di sapere la verità. Tutti noi dobbiamo riconoscere i nostri errori. Iddio ci ha lasciato sbagliare con lo scopo di riconoscere i nostri errori.

265

Per merito del Goel Haim, ho appreso dai Segni Completi la vera storia di Gesù. Gesù è risorto dalla morte, è vero. Nessuno sapeva, però, che Gesù stabilì nel mondo il Segno Iniziale della Resurrezione dai Morti e che lo Tzadik Haim l’ha completato.

266

Dal Diario di Daniele Sonai - 27 aprile 2005            

Qualche giorno fa, ho sognato di trovarmi in cima ad una scogliera con mia figlia. Entrambi eravamo attaccati ad una roccia.  Dietro di noi il vuoto ci separava dal mare. Bastava un niente per precipitare giù. C’era, però, una via d’uscita che era rappresentata da una porta. Sapevo che quella porta era la porta di Paolo di Tarso. Ogni tanto usciva qualcuno da quella porta e mi proponeva di entrarvi a condizione di accettare le loro regole. La curiosità, però, mi ha spinto ad entrare. Sembrava un ambiente irreale. C’erano guardie ovunque che vigilavano davanti a innumerevoli porte. Una guardia mi invitò ad entrare in una porta dicendo che avrei dovuto fare qualcosa di illecito. Io mi sono rifiutato e ho preferito restare attaccato alla roccia, fino alla fine del sogno.

267

Questo sogno m’invita a non entrare nel mondo di Paolo di Tarso. C’è troppa filosofia nel suo linguaggio. Io non ho studiato e non intendo studiare le sue lettere. Ho solo riportato alcuni passi. Intendevo solo far notare ai lettori che la Legge di Mosè è stata tolta da Paolo di Tarso e non da Gesù.   

268

12 ottobre 2005 - Appena ho finito di scrivere questo ultimo brano, ho fatto una preghiera a Dio Altissimo. "Padre Onnipotente, aiutami a riconoscere i miei sbagli per non subire ‘pesi’ dal Cielo'. Poco dopo mi sono addormentato ed ho fatto un sogno. 

Nel sogno vedo che sto scrivendo. Quando finisco, sento una voce dal Cielo dirmi: “Con questa lettera si è completato il segno di Paolo di Tarso. Ora, il testo può cominciare ad essere tradotto in francese ed in spagnolo”.   

269

Nella Terza Redenzione Finale, Dio Benedetto risponde spesso  alle preghiere in Sogni Redenzionali. Ti ringrazio EL SHADDAY per avermi messo sulla Tua strada che porta direttamente a Te. Grazie allo Tzadik Haim ho imparato ad assaporare il Pane del Regno dei Cieli e a godere i veri gusti della Tua Verità. Il mio piacere è di far sentire agli altri il Profumo del Pane Celeste per poi gustarlo con tutti quelli che hanno fame di verità.  

270

Il Verbo di Giovanni ha impedito il compimento delle promesse di Dio per la Redenzione Finale. Le sue parole hanno causato idolatria. Ormai quel che è scritto è scritto. Le  migliori parole di Gesù, sono state rese immortali proprio nel Vangelo di Giovanni; basta togliere il suo Verbo e tutto torna nello splendore della sua natura. Pensate, cari lettori, il Verbo nel mondo è finalmente costretto a subire l’umiliazione, e da chi? Proprio da Gesù.

271 

Dal Vangelo di Giovanni: "Fino a quando ci tieni con l’animo sospeso? Se sei il Cristo, diccelo apertamente". Rispose loro Gesù: "Ve l’ho detto e non credete. Le opere che faccio in nome del Padre mio, esse mi rendono testimonianza. Ma voi non mi credete, perché non siete delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco e mi seguono. Io do loro la vita eterna e non periranno mai; nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno le può strappare dalla mano del Padre. Io e il Padre, siamo uno". ( cap. 10, ver. 24, 30.)

272

In questo passo, Gesù era pieno dello Spirito di Dio. Dio era con Gesù. Tramite la sua bocca, Dio esprimeva, purtroppo, le mancanze dei Pastori nei confronti del Gregge di Dio. Un terribile peso portava Gesù su di sé: il lamento di Dio per i pastori che non credevano e non ascoltavano la Sua parola. Il vero Gesù soffriva con Dio, per così dire, perché i pastori non ascoltavano Mosè ed i Profeti di Israele.

 273

Il Dio di Israele dà vita eterna a chi ascolta Mosè ed i suoi Profeti. Dio Benedetto protegge il suo gregge direttamente nella Sua mano. Nessuno riuscirà a staccarlo da Lui. Subito dopo, giudiziosamente, Gesù spiega che sta parlando in nome di Dio, suo Padre, il più grande di tutti. Iddio si è servito di Gesù per avvisare i capi del popolo delle loro mancanze. Non per niente Gesù è il secondo uomo della Redenzione.

274

Gesù sapeva bene quale gregge doveva essere salvato; sapeva bene che solo il popolo di Israele era comandato ed in grado di far conoscere la volontà di Dio in terra. Gesù sapeva perfettamente che il popolo di Israele era lo Scelto Figlio di Dio. Se il gregge, guidato da buoni pastori, cammina bene davanti a suo Padre, la Santità e la Benedizione scendono sul popolo e sulla terra di Israele. Nel verso, Gesù paragona questo legame ad una mano forte che tiene stretta la cosa che gli sta più a cuore: il legame fra Dio è il suo popolo, come se fossero, per cosi dire, una cosa sola in mano Sua.

275

Gesù in quell’epoca era sicuramente uno dei pochi uomini vicini a Dio ma ancor di più, l’unico a tradurre quella vicinanza in una missione di salvezza. La correzione e la salita del popolo d’Israele di allora erano impossibili a compiersi. Non c’era la vera comprensione della Volontà di Dio.  

276 

Gesù stesso si rese conto del suo fallimento (la missione fallita profetizzata in Malachia). Non c’era ormai più nulla da fare. Entrava in vigore ciò che era stato decretato. Israele stava per affrontare il suo destino. Il Figlio Primogenito di Dio, Israele, avrebbe dovuto subire le umiliazioni dalle nazioni pagane per espiare le sue iniquità. Il Goel Haim ci ha spiegato che tale decreto era meno pesante di quello assai più amaro di annientamento del popolo scelto, Dio ci salvi, che fu mitigato per merito del sacrificio messianico di Gesù.

277

Il sacrificio di quell'ebreo fedele a Dio, che si caricò addosso i peccati dei suoi fratelli, venne accettato. Grazie a ciò, Israele poteva sopravvivere. Il popolo di Dio veniva sparso fra i popoli, compiendo la profezia: "Ed Io vi disperderò fra le nazioni".

278

Questa nuova comprensione viene grazie al Goel Haim, l’ultimo Capo dei 36 Giusti Nascosti. Egli nella sua ultima sofferenza, morte e resurrezione nel Regno dei Cieli ha tolto un terribile decreto di distruzione dal mondo. Lo Tzadik Haim è risorto nel mondo per portare la Redenzione rivelando i Sei Segni Completi della Terza Redenzione Finale.  

279

Il linguaggio di Gesù trova il suo equilibrio nella bocca di un uomo. Tale linguaggio diventa difettoso, invece, se un Divino lo pronuncia. Ad esempio, che senso ha per il Verbo Incarnato dire che ha un Padre più grande di tutti? Oppure che senso ha per il Verbo Incarnato dire che ha ricevuto dal Padre tutto quello che ha detto? Forse il Dio Padre ha dovuto riempire un Figlio Divino di notizie ed insegnamenti? Come sarebbe stata questa Divinità se il Padre non l’avesse riempita? Una Divinità vuota ed ignorante? Una divinità dipendente di una volontà Superiore? Perché noi comuni mortali  dobbiamo chiamare Gesù Nostro Signore, quando costui dipende da un Essere superiore, per poter operare?

280

Perché Il Gesù Divino deve chiedere l’autorizzazione a chi sta più in alto di Lui? Perché il Gesù, Verbo Divino, non può agire con una propria indipendenza? Gesù aveva o non aveva campo libero per fare ciò che voleva? Se il potere di Gesù Dio dipende da Dio, allora che razza di Divinità è?! Svegliatevi, pecore smarrite della casa di Israele e buoni Cristiani di tutto il mondo. La verità è che Gesù si annulla davanti a Dio riconoscendo la Sua grandezza che è superiore a tutto ciò che esiste. La fede nell’unico Dio spezza le parole false di Giovanni che ha dato onore a chi l’ha rifiutato.

281

Riportiamo le parole di Gesù (Giovanni, Cap. 10, ver. 32, 39) "Vi ho mostrato molte opere buone da parte dal Padre. Per quale di queste opere mi lapidate? E i suoi fratelli gli risposero: “Non ti lapidiamo per un'opera, ma per una bestemmia; perché tu che sei uomo, ti fai Dio?”. Gesù rispose a loro: “ Non è scritto nella vostra  legge, Io ho detto, siete dei?. Se ha detto dei a coloro che fu rivolta la parola di Dio, e la scrittura, non si può abolire, a colui che il Padre ha santificato e ha mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto io sono il figlio di Dio? Se non faccio le opere del Padre mio non credetemi. Ma se le faccio, anche se non credete a me, credete alle opere, cosi che cominciate a comprendere che il Padre è in me ed io nel Padre".

282

Le parole di Gesù stupiscono. Si intravede, comunque, l’enfasi sulle sue opere più che su se stesso. La missione di Gesù fu un’opera voluta da Dio! Per Gesù è importante che si creda alle sue opere perché tramite esse si vede il vero servizio a Dio. Se contemplate le mie opere, vedrete come un figlio di Israele dovrebbe comportarsi davanti al suo Padre in cielo. Non giudicate, quindi, l’espressione ‘figlio del mio Padre’ bensì le mie opere che dimostrano come comportarsi da figli di Dio. E se capite le mie opere, capirete che sto facendo la volontà del mio Padre in cielo. Ed allora capirete questa mia espressione ‘ figlio del mio Padre’ e che non è blasfemo e che è perfettamente in linea con la volontà di mio Padre e del vostro Padre in cielo.

283

Certamente queste parole vanno capite. Perché le ha dette? Forse la Divinità di Cristo è meno credibile delle sue opere? Perché la Divinità di Cristo non ha levato la propria immagine davanti alle sue opere? Sia che dica il falso, sia che dica il vero, o cari lettori, non vi pare che tutto ciò sia un comportamento assurdo per la Divinità Cristo!  Il vero Gesù, invece, cosa dice? SE NON FACCIO LE OPERE DEL PADRE MIO, NON CREDETEMI. MA SE LE FACCIO, ANCHE SE NON CREDETE A ME, CREDETE ALLE OPERE.

284

Gesù sta spiegando che se lui insegna una dottrina che non è di Dio, è giusto non credergli. Egli precisa, poi, che anche se insegna ciò che è giusto, non importa tanto credergli, se non di riflesso alle opere che fa. Parole vere, dette da un uomo come tutti gli uomini. Il Cristianesimo dalla fede idolatra non fu un'opera di Gesù bensì un'opera nata dalla mancanza di comprensione, da parte dei Padri della Chiesa, della natura umana di Gesù.

294

Siamo sempre alle solite. Un cristiano tradizionale non può accettare la parola di Gesù nel vero valore in cui viene detta. Le sue parole non hanno dato origine al cristianesimo teologico tradizionale! Le parole di Gesù, se fossero state intese, avrebbero impedito lo sviluppo teorico del Verbo di Giovanni. Perciò, un cristiano tradizionale non potrebbe mai accettare le parole di Gesù che vanno contro la teologia cristiana, a meno che non sia un cristiano pensante che mette in dubbio i falsi dogmi della Chiesa. Il  problema è che i cristiani coraggiosi dovranno studiare già da questa generazione i discorsi di Gesù, e non i discorsi dei teologi.

295

La verità è che Gesù s’annulla mentre i Cristiani lo deificano. Gesù mette Dio davanti a tutto e a tutti, mentre i Cristiani mettono davanti il Cristo-Deificato dal Verbo di Giovanni. Gesù apprende dalle Scritture di Mosè mentre i Cristiani mettono davanti il Verbo del Quarto Vangelo.

296

Gesù non pensava che il suo linguaggio potesse creare degli attriti con i suoi fratelli. Per quale di queste opere mi lapidate, sebbene vi abbia mostrato molte opere da parte del Padre? Essi gli risposero che non lo lapidavano per un' opera, ma per una bestemmia. Tu che sei uomo, ti fai Dio!? Gesù rispose ‘Sta scritto nella Torà: Io ho detto, siete dei’. La risposta di Gesù ai suoi fratelli è da studiare.

297

A chi era riferito : "Io ho detto, siete Dei"?  Era riferito al popolo di Israele. Nella Torà, Dio si rivolse al Suo popolo e gli concesse il permesso di chiamarLo Padre. Ciò rappresentava una maggiore vicinanza fra Dio ed il Suo popolo, come un padre che si rivolge ai suoi figli. – ‘Figli siete al Signore Vostro Dio’  e ‘il Mio Figlio, il Mio Primogenito Israele. 

298

Tali espressioni della Torà, assieme a quest’ultima, “Io ho detto, siete dei”, sono di Dio. Gesù sta dicendo ai suoi fratelli che Dio considera il popolo di Israele il suo Figlio Primogenito, e che il riferimento non è alla sua persona. La parola di Dio è verità assoluta e Gesù cita parole di Torà per demolire le false accuse secondo le quali si sarebbe creduto Figlio di Dio, o peggio ancora, Dio.

299

Le parole ‘Figli siete al Signore, Dio vostro’ e ‘Mio Figlio, il Mio Primogenito, Israele’ sono chiare per Gesù. Per lui, esse si riferiscono all’intera nazione che Dio chiama ‘Israele, il mio Figlio Primogenito’. Gesù non si era mai minimamente considerato il Figlio Primogenito di Dio più del popolo di Israele stesso. Gesù, nella semplicità, ci insegna che Dio ha chiamato il Suo popolo Israele, il Mio Figlio Unigenito. Che male c’e, quindi, dire che noi siamo Figli dell’unico Padre?-  Voi pensate che io stia bestemmiando, avendo io detto figlio di Dio. Come fate, fratelli miei, a non ricordare che il nostro Padre ci ha chiamati Figli! Anch’io sono un figlio di Israele che cerca di compiere, quanto meglio possibile, le opere del Padre nostro che rappresentano la Sua volontà. Io rispondo con un linguaggio di Torà e, perciò, parlo come un figlio del Signore, nostro Dio, che segue la nostra Legge e la mette in pratica.

300

Il Secondo Comandamento inizia proprio con: - Non mettere altri dei davanti al Mio cospetto.- Ciò significa che non c’è niente di ‘Divino’ che sta in mezzo tra l’uomo e Dio. – ‘Io ho detto ‘siete Dei’ ’  significa, invece, che da Figli di Dio siete potenti, con poteri e facoltà concessi da Dio, ma che non siete delle Divinità. 

301

La Torà non ha fatto lievitare Gesù, non lo ha reso pieno di se stesso: al contrario. La Torà non si apprende in un giorno. Ci vogliono anni di studio per stabilirla dentro il cuore. Lo studio della Torà è profondo. La Torà entra nel cuore della persona quando la studia con umiltà. Allora, si percepisce l’amore di Dio che ama tutte le Sue creature che Lo ascoltano. La Torà è il cuore pulsante della persona che lo fa vivere in questo mondo e non lo fa cadere nell’inferno, fra i tormenti dell’altro mondo. La Torà distrugge i falsi desideri di gloria, distrugge lo spirito della vanità e distrugge gli dei nati dalle parole degli uomini. La Torà è il perno della fede di Gesù. La Torà ha guidato Gesù e gli ha fato dire: Uno soltanto è buono, Dio. L’uomo ha del non buono. C’è solo un modo per superare il non buono, ascoltare Mosè ed i Profeti. Gesù lo espresse così: "Hanno Mosè ed i Profeti, che li ascoltino". Ed è dalla Torà che Gesù insegna ‘Ed amerai il tuo prossimo come te stesso. 

 302

Poteva forse il mondo pagano, dopo le manipolazioni dei Padri della Chiesa,  ascoltare Mosè ed i Profeti di Israele? Credo proprio di no. Il fatto è che i popoli pagani non erano pronti a ricevere la vera fede monoteista. La severità del Secondo Comandamento non permise, non permette e non permetterà mai nessuna giustificazione per tollerare l’idolatria.

 303

Il linguaggio di Gesù, in verità, demolisce il cristianesimo e brucia il paganesimo! La verità di Mosè e dei Profeti avrebbe impedito la nascita del cristianesimo ed i popoli sarebbero rimasti pagani, se avessero ascoltato Gesù direttamente! Si. Avete letto bene, cari lettori. I popoli pagani, se avessero ascoltato direttamente Gesù, sarebbero rimasti pagani e non lo avrebbero seguito. Le parole di Gesù mi hanno convinto a scriverlo.  

304

Gesù non accettò che un giovane ricco lo chiamasse Maestro buono: non solo non accettò il titolo di buon maestro ma dichiarò a più riprese in modo inequivocabile che nessuno era buono, tranne Dio. Potevano i pagani  accettare un Dio in terra che dichiarava di avere del non buono, come tutti quanti?  Oppure avrebbe accettato il Cristiano che la sua ‘Trinità’ avesse una parte in sè non buona!?

305

Potevano i nuovi Cristiani accettare direttamente la dottrina di Gesù che insegnava che Mosè ed i Profeti di Israele non fanno cadere la persona nel peccato?!  Paolo di Tarso insegnò di credere in Cristo, senza ormai più la Legge di Mosè, ormai ' obsoleta', perché, a suo dire,  la Legge racchiudeva tutte le cose sotto il peccato.  

306

Potevano forse i Cristiani tradizionali nel corso dei secoli accettare direttamente da Gesù la verità che non bisognava beatificare, nè tantomeno idolatrare la propria madre? Nel Cristianesimo ci sono milioni di fedeli che fanno idolatria alla madre di Gesù. La parola di Gesù proibisce di fare idolatria a qualsiasi cosa e persona, compresa ovviamente anche la madre. La gente non sa che tale ‘beatificazione’, non è altro che pura idolatria che allontana la benedizione di Dio. Gesù lo sapeva. La Madre Chiesa ha sempre insegnato alle masse esattamente il contrario.

307

Nel cristianesimo vigeva una fede ormai corrotta da falsi principi. Chi poteva contrastare tale fede? Erano forse i popoli pagani di allora in grado di ricevere una fede senza immagini da venerare? Coloro che sono abituati agli idoli vogliono idoli! I concetti della teologia cristiana sono simili a quelli pagani. Ed in tutta la storia, chi provava a contestare tale fede, faceva una brutta fine. La Chiesa non accettava mai opinioni che la contraddivano e che, se accettate, avrebbero ‘demolito’ le sue ‘fondamentà’! Quanti 'eretici' furono messi al rogo! Il risultato fu il lungo silenzio dei popoli, inconsapevoli di seguire una fede che andava contro la Legge di Mosè, magister noster. I veri significati delle parole di Gesù, offuscati dai Padri della Chiesa, non c’entravano ormai  più!

308

Grazie a Dio, le parole testimoniate nei Vangeli da Gesù ci rivelano chi è veramente Gesù. Con umiltà egli mostra i suoi limiti, dicendo di non sapere quando arriverà il giorno in cui giungerà il Figlio dell’Uomo. E ancora con umiltà egli rifiuta la gloria degli uomini. Egli predica di credere nelle Sacre Scritture, i Cinque Libri di Mosè ed i Profeti. Egli insegna ad inchinarsi a Dio soltanto  e a rivolgere le preghiere soltanto a Lui, il Creatore dell’Universo. Questi veri insegnamenti diventano difettosi davanti alla deificazione del Cristianesimo. E' necessaria  soltanto dell'onestà intellettuale per vedere la differenza fra il vero Gesù, uomo, ed il falso Gesù divino inventato dalla Chiesa. Non fu mai permesso ai Cristiani, purtroppo, di ‘vedere’ le parole di Gesù e di conoscere la fede da lui insegnata o di parlare di una fede che avrebbe invalidato già in principio la nascita di un Figlio-Divino di Dio. Tutte le strade stabilite dai Padri della Chiesa condussero ad una sola via: la deificazione! La via dell'idolatria fu l’unica strada consentita dalla Chiesa a tutti i Cristiani credenti!

309

Dal Diario di Daniele Sonai                               1 maggio 2005    

Troppo facile vedere gli sbagli degli altri. Io non sono migliore di loro. Anch’io ho un mio errore da segnalare al lettore. In genere, quando finisco di scrivere, il mio primo pensiero va a Dio, perché ho paura di sbagliare. Le parole di Peretz mi fanno eco sempre nella mente, ‘Gli scritti della Terza Redenzione Finale devono essere precisi ed equilibrati. Sbagli una virgola ed il ‘peso’ di quella ‘leggerezza’ ti cade addosso.’  

310

La mattina del 28 aprile 2005 ho letto le ultime quaranta pagine del testo a voce alta. Ero arrivato quasi alla fine. Durante la lettura, però, avvertii una sensazione di peso che si faceva sempre più forte fino a diventare in pochi minuti insopportabile. Ciò mi costrinse a tralasciare ciò che stavo facendo e pertanto decisi di mettermi a dormire. Feci un sogno.

311

Nel sogno, mi trovavo nel mezzo di una festa insieme a Peretz. Di questa festa, però, avevo solo il ricordo di aver bevuto un bicchiere di birra. Poi mi sono risvegliato, ma sempre nel sogno, in un luogo all’aperto, nel cuore di un bosco. Al risveglio, il primo pensiero fu: -" Come sono arrivato in questo posto?"  Ricordai, poi, la festa e capii che dovevo ritornare da Peretz. Alla fine, dopo molta fatica dovuta ad un tragitto tortuoso, trovai la strada e rividi Peretz, il quale mi disse che l’avevo messo in imbarazzo per il mio comportamento da ubriaco. “E’ bastato un bicchiere di birra per farti perdere il controllo di te stesso. Tale atteggiamento non rispecchia ciò che io insegno ai miei allievi.” - Non riuscivo a credere a ciò che Peretz mi diceva. Fine sogno.  

312

Mi svegliai con il mal di testa. La prima cosa che mi domandai fu: “Dove ho sbagliato?” Dovevo risolvere subito il problema. Così in quello stesso giorno andai da Peretz e la prima persona che incontrai fu Nodà. Lei, senza sapere nulla, mi disse, “Hai fatto un errore nel tuo scritto. Ho avuto un flash a riguardo appena ti ho visto.” La stessa cosa mi fu detta anche da Peretz. A quel punto, allora, gli chiesi: “In questi casi, quando ci si rende conto dai segni di aver commesso un errore nel testo, come fare per trovarlo?"

313

La mia fortuna fu quella di aver posto la domanda alla persona giusta, a chi  aveva una grande esperienza sui possibili errori negli scritti: Peretz che, se in buona fede, sbagliava qualcosa veniva quasi subito corretto dal Cielo. Ciò succede da oltre un ventennio. Perciò chi meglio di Peretz poteva aiutarmi! Peretz, infatti, mi rispose: "In questi casi di solito l’errore si trova nelle ultime pagine. Comunque, se non riesci ad individuarlo, lo troveremo insieme".

314

Dopo qualche ora ho un flash. Mi era apparsa la frase: - In verità siamo tutti della stessa carne.- Un errore gravissimo, questo: questa frase non è mia. Io non avevo specificato da dove era stata presa tale frase e chi l’aveva pronunciata. Tale frase fu ricevuta da Solly in un sogno nel Gennaio 1990, a Beer-Sheva, in Israele. Solly sognò una moltitudine di persone, forse in Sud America, appartenenti a molte razze diverse. Solly vide lo Tzadik Haim che abbracciava tutti indistintamente con grande trasporto, dicendo:  : Siamo tutti della stessa carne."

315

Così l’errore, grazie a Dio, è stato corretto. Avevo sbagliato nel riportare una grande verità al mio nome e non al nome del Maestro. Ho preso una cosa altrui ed ho lasciato intendere che fosse farina del mio sacco, che Dio ci salvi. Tale frase fu detta dal Terzo Redentore, lo Tzadik Haim, e da nessun altro prima di lui e diventerà patrimonio di tutta l'umanità. Adesso comprendo il sogno. Davanti al Cielo sono come un ubriaco che tira fuori il peggio di sè. Tanti anni di insegnamenti che si bruciano per vanità. Peretz sa che quella frase che io ho scritto è stata pronunciata dallo Tzadik Haim, nel sogno di Solly. Perciò io lo misi in imbarazzo, non nei confronti dei presenti della festa, ma nei confronti del suo Maestro.

316

Non ho ascoltato ciò che Peretz ha sempre insegnato…  "quando la persona parla in nome del suo Maestro, avvicina la Redenzione. Se la persona, però, parla a proprio nome, e non nel nome del suo maestro, ciò fa allontanare la Redenzione..." Chiedo scusa a Dio Onnipotente. Ho sbagliato. Non ho ascoltato Peretz e mi sono ubriacato con l’onore che ho dato a me stesso. (Sembrava nel sogno che la mia cattiva inclinazione facesse festa perché avevo fatto ciò che è odioso davanti al Cielo).

317

La mia ubriachezza aveva rovinato la gioia e la felicità della festa. Nel Regno dei Cieli c’è festa quando il messaggio dello Tzadik Haim incomincia ad entrare nel cuore delle persone. Dio mio, che lezione! Quel non aver riportato il nome dello Tzadik uscì subito nel giudizio nella forma di un peso terribile. Esso rappresentava un allontanamento da Peretz e dalla Redenzione. Il sogno mi si chiarisce sempre di più: esso mi dice di ritornare alla vera natura degli insegnamenti di Peretz. Perciò mi ritrovavo in un luogo sconosciuto, tutto solo in mezzo alla natura. Quell’ambiente mi aiutava a vedere le cose in un modo naturale ed a ricordarmi che la mia strada è quella di seguire gli insegnamenti dello Tzadik Haim, tramite il suo primo allievo. Dovevo mettermi sulla strada che mi riportava da Peretz che mi stava e mi sta insegnando gli insegnamenti dello Tzadik Haim. Non devo mai dimenticarlo. 

Posso testimoniare che da quando sono entrato nel Patto Nuovo Finale ho visto una precisione sino alla virgola nei testi scritti dall’Asino. Non conosco tutti gli scritti della Terza Redenzione Finale ma, negli anni della loro stesura ho avuto la fortuna di partecipare ad alcune correzioni arrivate dal Cielo. La garanzia di tale precisione nei testi della Terza Redenzione Finale  si  ottiene soltanto con le correzioni segnalate dal Cielo.

Diario di Daniele Sonai, Anno 1988, seconda parte                  

Nel 1988, passavo le mie ore libere all’Oratorio della Chiesa del Redentore, a Milano. Le mie conversazioni di allora con i miei coetanei erano concentrate spesso sulle spiegazioni del Secondo Comandamento. Nessuno di loro  non conosceva per intero questo fondamentale precetto di Dio. E quando lo sentivano, si meravigliavano del fatto che la Chiesa non avesse mai insegnasto la verità di un  Comandamento così importante. Caro lettore, a me interessava soltanto far conoscere ciò che la Chiesa non insegnava; poi l’individuo doveva trarre le proprie conclusioni.

In quell'anno mio fratello Giuseppe conobbe Peretz ed andava a trovarlo insieme a Pier Paolo, un ragazzo della mia comitiva di allora che, sentendo i miei discorsi, decise di voler conoscere Peretz. Quella prima volta di Giuseppe e Pier Paolo rappresentò un’altra serata memorabile tra le migliaia che ho vissuto. Il ricordo di quella volta fu per merito di Giuseppe, Non l'ho mai visto ridere cosi tanto come in quella serata e, tra una risata e l’altra, Peretz fece un Segno molto importante a Pier Paolo (tutto documentato nel diario di Giuseppe Bambino).

Situazione generale: Giuseppe ed io abitavamo ancora con i nostri genitori  e con le nostre due sorelle, a Milano. Mio padre era malato di cuore. (Mi ricordo che Peretz aveva dato a mio padre una pietra che aveva in rilievo il numero dieci.) Giuseppe, intanto, stava facendo i suoi primi passi da allievo ed anche lui fu testimone di segni molto particolari.

Nel mio Diario ho riportato soltanto un episodio. Spero che la memoria non m’inganni. Qualche giorno dopo il primo incontro con Peretz, Giuseppe aveva deciso di andare da lui, da solo. Quella sera si caratterizzò con alcuni 'segni' capitatigli. Giuseppe, quella notte, senza volerlo, portò a casa i Sei Segni della Terza Redenzione Finale. In che modo? Curiosi? Cari lettori, seguite tale vicenda con attenzione poiché ciò è solo l’inizio.

Tutto si svolse dopo che Giuseppe aveva lasciato Peretz; erano le tre di notte. A quell’ora, ovviamente, tutti stavamo dormendo. Mi ricordo che stavo facendo un brutto sogno: stavo scappando da una persona che mi voleva uccidere con un coltello. Il sogno era cosi vivo che, al contatto della lama, mi svegliai urlando. Quando aprii gli occhi, vidi a sorpresa Giuseppe che mi toccava la gamba con la sua mano. E fra un grido all’altro, in pochi minuti, tutta la famiglia si svegliò. Chiedemmo a Giuseppe cos’era accaduto, dato che non si entra in casa correndo dall’ingresso alla camera a luci spente!

Giuseppe ci raccontò che, mentre rincasava da Cernusco sul Naviglio con la macchina, all’altezza di Via Palmanova, a Milano, aveva visto alcuni cani dalle cattive intenzioni che erano entrati nella superstrada. Giuseppe spiegava che questi cani, abbaianti e ringhianti, inseguivano la sua macchina al punto di spaventarlo, convinto che i cani ce l’avessero con lui.

Una volta arrivato a casa, prima di aprire la porta d'ingresso, Giuseppe avvertì alcune presenze negative che lo spaventarono. Ciò gli fece aprire la porta di scatto e attraversò la sala fino ad arrivare in camera da letto. Nel momento in cui  Giuseppe appoggiò la sua mano sulla mia gamba, io gridai. Anna, mia sorella minore, aggiunse che anche lei stava facendo un brutto sogno in cui vedeva me, Daniele, che stavo per essere ucciso. E nel momento in cui lei sentì i suoi fratelli che urlavano, si impaurì pure lei ed aprì gli occhi. Insomma, ci fu una una convergenza di segni negativi, una notte da vero e proprio incubo familiare.

Come conseguenza di questo fatto, si era creata un'occasione per spiegare ai miei genitori ed alle mie sorelle che Giuseppe ed io eravamo diventati allievi di un Asino di nome Peretz. Quella convergenza negativa ci aveva portato a trovarci tutti insieme, svegliati, alle quattro del mattino. Dopo una breve introduzione di ciò che era la Redenzione Finale (per ciò che potevo dire), ci prendemmo per mano formando un cerchio e dicemmo i Sei Segni della Terza Redenzione Finale, ad alta voce. Dopo il Segno, vidi  che mio padre piangeva. Era la prima volta che lo vedevo piangere e credo che fu cosi anche per Giuseppe e per le mie sorelle. Papà ci disse con le lacrime agli occhi: “ Vi voglio bene”.   

Pochi giorni dopo quella notte, i miei genitori e le mie due sorelle conobbero Peretz. Ricordo le prime parole di mio padre a Peretz, “Io non credo nella Chiesa e non ci metto piede. E non mi fido neanche dei preti perché tradiscono Dio”.

Una volta che stavo spiegando a mio padre il Segno dell’Asino, egli mi tolse la parola e, alzatosi in piedi, disse :“Nessun uomo, o asino che sia, può mettersi al posto di Dio”. Cosa potevo rispondere a questa verità! Mio padre non sapeva né leggere né scrivere, ma la sua fede in Dio parlava per lui. Egli sapeva nel suo cuore che nessun uomo è uguale a Dio.        

Cari lettori, tanto per chiarire, mio padre non sopportava la Madonna. La odiava proprio e la bestemmiava con sincera ferocia. Il fatto è questo. Mio padre, nella sua semplicità, aveva una chiara cognizione dentro di sè della vera fede nell’Unico Dio. Egli, però, non la manifestava perché non conosceva le esatte parole per testimoniarla.

Nel frattempo, mio fratello era del tutto cambiato. Giuseppe era diventato un Bambino Nuovo del Regno dei Cieli. 

Mia madre, senza sapere nulla di ciò, aveva sognato di vedere Giuseppe all’età di un bambino di circa un anno che stava attraversando la strada gattonando.

A casa dove abitava Peretz arrivò una telefonata da un bambino che cercava l'amico Giuseppe. Poche persone sapevano di questo segno e nessuna di queste ha fatto questa misteriosa telefonata. Si vede che qualche bambino aveva sbagliato  numero ma aveva azzeccato il segno.

5 maggio 2005.

Stanotte ho sognato Beniamino noster, la pace sia con lui, ma non lo ricordo. Beniamino è stato il mio primo vero amico ma, purtroppo, non c’è più in questo mondo da dieci anni. Il suo ricordo, però, è sempre vivo. Ho conosciuto Beniamino nella banca dove lavoravo. Il mio primo incontro con lui fu ‘visivo’ poi, essendo colleghi di lavoro della stessa ditta: avemmo tante occasioni per lavorare assieme e per conoscerci meglio. Beniamino era di poche parole ed aveva dei modi fini nel parlare, una caratteristica questa che rafforzò nel tempo la nostra amicizia.

Intanto con Salvatore, si conversava spesso sugli insegnamenti dell’Asino, assieme a Nino, fratello di Paolo, ed al nuovo arrivato, Beniamino. Nino, per noi, era un punto di riferimento per la sua capacità di trasmettere tranquillità a chi lo ascoltava. Parlare del Nuovo Messaggio era, e lo è ancora, l’argomento in cui riesco ad esprimere meglio la mia fede nella Redenzione Finale con frasi e concetti chiari, acquisiti dai nuovi termini provenienti dal messaggio stesso.

Già dall'inizio, il Nuovo Linguaggio sulla mia lingua mi frenava dal dire parolacce. Questo cambiamento in me creava stupore da parte dei miei colleghi di lavoro. Alcuni mi davano del pazzo per aver intrapreso questa nuova strada, altri invece mi rispettavano di più, non tanto per il mio comportamento quanto per le parole del Nuovo Messaggio.

Torno a parlare di ciò che successe in quella banca, la mia ‘famosa’ banca piena di ricordi forti. Ho due ‘Segni forti’ da segnalare. Quei segni coinvolsero due seguaci dei Testimoni di G.

In quel periodo (1988), la Banca aveva appaltato molte ditte; ognuna di esse operava in un settore specifico. Io ero ancora un manovale e la mia Impresa, di tanto in tanto, mi affiancava altri operai di queste ditte esterne. Il mio responsabile mi aveva incaricato di dare assistenza ad una ditta che installava impianti di aria condizionata.

L’operaio di questa ditta era una persona molto educata. Tra me e lui sì instaurò un ottimo rapporto e quando la situazione lo permetteva, si parlava di argomenti interessanti. Lavoravo con lui per parecchi giorni e, spesso, nell’ora di pausa, parlavo contro l’idolatria della Chiesa Cattolica. Lui mi dava ragione, ma io non avevo ancora capito che avevo a che fare con un Testimone di G.

Il nostro rapporto aveva un suo equilibrio; entrambi parlavamo, senza dire di più di ciò che si doveva dire. A dire il vero, sono io che iniziavo a parlare contro le idolatrie dei Cattolici e notavo che lui non si opponeva, ma approvava ciò che dicevo. Da ciò mi era venuta una strana ‘idea’ per la testa che mi aveva convinto che costui mi considerasse anche un ‘testimone di G’.

Era una questione di tempo. All’apparenza avevamo alcune opinioni in comune, una di queste era, appunto, il disgusto per l’idolatria dei Cattolici. Lui non sapeva, però, quali pensieri nutrivo io sui Testimoni d G.

Erano passati pochi giorni quando, nell’ora di pausa, in piazza della Scala a Milano, mi fece questa domanda, “Tu sei un testimone di G”? Senza pensarci risposi “Magari”. In quel momento vidi sul suo volto un'espressione di gioia che subito gli smorzai dicendo “Io spero di essere un testimone, ma non come tu l‘intendi. Spero di essere presente come testimone nel Giorno Grande e Terribile del Signore, per vedere la vostra distruzione per aver nominato il Nome di Dio invano durante la vostra vita”.

In seguito a questa mia risposta, vidi in lui un cambiamento radicale: il suo viso era diventato pallido. Le mie parole avevano cancellato le sue. Lui era stato preparato per fare un nuovo adepto ed invece le parole uscite dalla bocca di un Asino gli avevano annunciato la fine dei testimoni di G. Lui rimase zitto. Il suo silenzio esprimeva la morte del suo spirito ed anche una sconfitta interiore totale. (Non avevo mai pensato a tale risposta, che uscì spontaneamente).  Da quella volta, il nostro rapporto si limitò alle sole questioni di lavoro e niente di più.

Nell’altro caso, il protagonista era un muratore. Anche lui era un testimone di G. Con lui non si poteva parlare. Lui parlava, come soleva dire, solo con chi aveva la Bibbia in mano. Ciò è pura arroganza, come per dire: "Io non parlo con gli ignoranti".  Infatti, non c'era mai un dialogo fra di noi, ma da questo fatto arrivò un Segno dal Cielo nella forma di un sogno.

La notte di quello stesso giorno, l'11 luglio 1988, sognai di trovarmi in via Case Rotte, a Milano, con Nino e questo testimone di G. Il testimone, che teneva nella mano destra la sua Bibbia personale, ci chiese: “Voi, con quale nome chiamate Iddio”? Sia Nino che io gli rispondemmo: “Noi chiamiamo Iddio con il nome di EL SHADDAI, come gli ebrei”. Il Testimone, sentendo la nostra risposta, ci derise e disse in tono arrogante: “Io, invece, il mio Dio lo chiamo Geo…”, e, all’improvviso, la sua bocca si paralizzò. Il Cielo si fece grigio ed una voce dall’Alto, con un tono inclemente, ammonì il testimone con queste parole: "Non nominare il Nome di Dio invano, poiché Io non perdonerò chi invoca il nome di Dio invano”.

 

I primi 6 anni della Redenzione sono stati così pieni di sogni, di segni e di testimonianze da far sembrare, come dice Peretz, che la Redenzione fosse sulle nostre teste. Intanto, la mia vita si era completamente rinnovata. La ragazza che mi aveva lasciato era diventata soltanto un ricordo lontano che non mi provocava più  alcun dolore. Tale esperienza aveva costituito un passaggio essenziale della mia vita sulla strada della conoscenza della Volontà di Dio, tramite gli Asini che ricevono il Nuovo Linguaggio dei Segni che provengono da Dio, per  merito dello scelto Tzadik Haim.

Peretz ci dava lezioni secondo il  Nuovo Linguaggio. Il primo pensiero di noi allievi era di andar a studiare dall’Asino le meravigliose notizie del Regno dei Cieli che scendevano costantemente ogni giorno nella forma di sogni Redenzionali.

Peretz, in una delle sue lezioni, ci spiegò che noi allievi avevamo ricevuto una luce interiore. Tale luce avrebbe dato fastidio a quelle persone che avevano delle impurità dentro di loro. Anche se le persone non lo sanno, ci sono molti spiriti impuri che si insediano dentro agli individui (i peccati della persona aprono le porte agli spiriti impuri). Quando vi capiterà, spiegava Peretz, di incontrare queste persone, vedrete che loro o abbasseranno lo sguardo o urleranno o, a volte, cercheranno di non farsi vedere.

Non ero tanto convinto delle parole di Peretz. Mi sembrava quasi impossibile che noi allievi in poco tempo avessimo potuto acquisire tale facoltà. La mia perplessità venne presto smentita da due episodi che mi capitarono.

Il primo episodio-segno ebbe luogo dopo qualche giorno da quella lezione e sinceramente già non ci pensavo più. Allora, per andare a lavorare, prendevo la metropolitana tutti i giorni. Una mattina, giù nella banchina, mentre stavo aspettando il treno, poco distante da me, sentii una voce maschile che parlava in un modo strano e senza un senso logico. Questa voce attirò la mia attenzione. Così mi avvicinai e constatai che quella voce maschile usciva dalla bocca di una donna. Nel frattempo, il treno stava entrando in stazione e decisi di salire sulla stessa carrozza della donna. Sul treno ero a circa un metro e mezzo da lei. La mia intenzione era di ascoltare le sue parole soltanto, senza interagire. Senza un motivo, improvvisamente, questa donna tacque, e voltando il suo sguardo verso di me, abbassò la testa. Il tutto si era svolto in una manciata di secondi. Lei rimase in silenzio per tutto il tempo che io rimasi sul treno. Alla mia fermata, scesi e mi avviai verso l’uscita. Per salire in superficie, dovevo prendere la scala mobile. Durante la salita sentii una donna dietro a me, un'altra, che urlò per lo spavento. Istintivamente, girai la testa e vidi quella donna dalla voce maschile proprio di fronte alla mia faccia. In quell'attimo, notai un cambiamento radicale nell’espressione del suo viso e della sua voce. In pochissimi secondi, il suo sguardo si era tramutato, assieme alla sua voce, ed una voce delicata femminile disse: “Permette, ho fretta, La ringrazio”. Dopo qualche passo, lei tornò come prima, maschile, così come l’avevo vista e sentita la prima volta. Con quell'urlo  la signora che aveva gridato voleva, molto probabilmente, mettermi in guardia da qualcosa. Penso che lei stesse parlando con una sua conoscente, e sentii  poi i loro commenti su ciò che era accaduto; diceva che aveva visto salire quell'altra donna (spiritata) di gran fretta verso di me, con un atteggiamento che faceva paura. Temendo che avesse cattive intenzioni verso di me, strillò in quel modo. Anche lei, poi, come me, aveva notato la metamorfosi avvenuta in quella donna.

Vissi l’altro episodio con Beniamino che ormai si era integrato nella Redenzione. I nostri discorsi erano prevalentemente sulle lezioni ricevute dall’Asino. Un giorno, dopo il lavoro, stavamo passeggiando in una via del centro di Milano. Tra la folla, sentimmo una voce di uomo che sbraitava, dicendo frasi senza senso. Dissi a Beniamino: “Quest' uomo ha uno spirito dentro”. Non feci in tempo a finire la frase che questo tizio si piazzò davanti a noi e dalla sua bocca uscì un urlo disumano; poi, si allontanò velocemente.

Questi due avvenimenti erano una conferma di ciò che Peretz ci aveva detto.

In quel periodo, anch’io dovevo affrontare le mie prime correzioni. L’Asino fu una guida essenziale in ogni passo che facevo ed era ancora più perseverante quando voleva correggere le mie lacune, per il mio bene. L’Asino ci insegnava a non guardare i difetti degli altri ma i nostri, quelli personali, i più intimi che si nascondono nelle nostre giustificazioni. Non era facile, ma non impossibile. Anche qui i Sogni ebbero un ruolo importante. Non ho mai visto niente del genere in altri posti. Io sbagliavo e mio fratello Giuseppe riceveva un sogno sulla correzione del mio errore. E’ così, cari lettori, ogni nostro errore diventava la nostra medicina per essere corretto. L’Asino ci insegnava a vedere i nostri errori con imparzialità e autocritica, ed anche oggi è così, grazie a Dio.

Oggi, amo la mia correzione più del complimento. Allora, però, non avevo la maturità per poter apprezzare il bene che ricevevo dal mio maestro Peretz. Avevo ancora la mentalità di accettare soltanto ciò che stava bene a me. Il mio ragionamento spesso seguiva il mio sentimento. A distanza di anni, purtroppo, possiedo ancora molti residui di questi brutti miei difetti, ed il sogno che ha dato via libera per scrivere questo testo lo conferma. 

Le mie correzioni, col tempo, disfacevano gradualmente le vecchie abitudini che impedivano la mia crescita come allievo dell’Asino. Stupidamente, in quel periodo, reagivo senza comprendere nulla del beneficio che ricevevo. Anzi, avevo delle reazioni forti contro l’Asino. Quando non capivo una correzione, mi deprimevo e mi faceva allontanavo dall'Asino  per parecchi giorni.    

Sapevo che l’Asino insegnava il giusto, ma, la cattiva inclinazione, con ragionamenti ‘perfetti’, mi convinceva ad allontanarmi da lui.

Quando stavo lontano da Peretz, passavo il mio tempo al bar con i miei amici. Ad un amico avevo confidato che ero un po’ in crisi a motivo di alcuni episodi che io ritenevo ingiusti nei miei confronti. Ciò, però, era il contrario di ciò che Peretz diceva. Ricevevo il bene ma il livello della mia comprensione non riconosceva o meglio non accettava le parole di Peretz.

Il mio amico sentendo le mie parole disse: “Secondo me, hai fatto bene a distaccarti dall’Asino”. Gli risposi, “No! Non è come dici tu. Se adesso sono lontano dall’Asino e perché sono confuso. La verità richiede coraggio per essere affrontata, ed io, invece, ne sto scappando. So che l’Asino è giusto con me, e perciò non posso parlare male di lui, semmai di me stesso”.

Vissi per due mesi con questa contraddizione interiore. I miei atteggiamenti erano presuntuosi con chi mi stava vicino. Non accettavo di essere limitato nella mia comprensione, e ciò mi turbava molto. I miei pensieri soffocavano le parole di Peretz, mandandomi in confusione. Il mio cuore, però, sapeva che le parole di Peretz erano vere e giuste. Nonostante ciò, non avevo ancora la forza di contrastarle. Sapete cosa mi convinse a tornare da Peretz? Un sogno. Sì, proprio un sogno.

In quel sogno, ricordo che mi trovavo nell’androne delle scale del palazzo in cui abita mia madre. Guardavo il cielo e all’improvviso vedevo in lontananza una piccola nuvola che variava di aspetto con forme curiose. Tale nuvola, tale sostanza, senza definizione si avvicinava verso di me molto rapidamente.  Subito dopo vidi questa massa gassosa posta di fronte a me e prese la forma di Peretz. Il suo sguardo metteva in evidenza un'espressione di tenerezza che quasi, quasi mi commuoveva. Quando, però, questa presenza apri la bocca mi accorsi che la sua voce non era quella di Peretz. Capii immediatamente che questo spettro era stato mandato da Satana ed allora con rabbia mi scagliai contro di lui con un coltello che mi trovai nella mano destra ed improvvisamente dissi: “In nome di Dio ed in nome del Goel, io ti distruggo”. Puntai il pugnale diritto nel cuore e questa cosa sì solidificò e si frantumò in miriadi di pezzi. Dopo questo sogno, andai da Peretz che con grande gioia mi accolse dicendomi: “Sei soltanto andato al bar a prendere un caffé”....

 

11 maggio 2005.

Stanotte ho sognato di vedere la scritta “I difetti di Gesù”. Il suo contenuto era composto da molte domande.

Dopo aver ricevuto il nome Leo Sonai e in seguito Daniele Sonai, ho incominciato a ricevere i primi segni contro l’idolatria nella forma di sogni.

 

Ottobre 1988

 Vedo nel sogno un venditore di immaginette della madonna a cui pongo una domanda: “Secondo te, Dio Benedetto Egli Sia, può avere una madre?” Il venditore risponde “Guarda, a me interessa solo vendere!”. In quel momento, un ragazzo si avvicina e gli pongo la stessa domanda. L’interpellato risponde parlando a favore della Chiesa Cattolica. Io gli sorrido e gli chiedo: “Conosci il Secondo Comandamento?” Il ragazzo annuisce. Io lo incalzo chiedendogli se lo conosce per intero e comincio a recitarlo in modo che tutti quelli che sono vicini lo possano sentire: “Non avrai altro Dio all’infuori di Me, non ti fare nessuna scultura né immagine di ciò che è nel cielo, sulla terra, e nelle acque sotto la terra, non ti prostrar ad essi e non servir loro. Poiché sono il Signore, Dio vostro, un Dio Geloso che punisce l’iniquità dei Padri sui Figli sulla Terza e fino alla Quarta Generazione a coloro che Mi odiano, ma uso clemenza fino alla millesima generazione nei confronti di coloro che Mi amano e osservano i Miei Comandamenti”, ed aggiungo: "Dio ha proibito tassativamente di fare sculture ed immagini per inchinarsi a loro e prestare loro culto, perché allora voi vendete immagini e statuette che diventano poi oggetto di culto? - -

Non capisco, cosa sta succedendo? Per la seconda volta sogno di dire il Secondo Comandamento per intero. In conformità a questi due sogni ricevuti, capii che il Secondo Comandamento non è per niente la base della fede dei cristiani. Se avessi capito l’importanza di questa mancanza, non avrei aspettato diciotto anni per stabilire la Scuola di questo precetto. D’altro canto, ero ancora immaturo. Dovevo passare molte fasi e prove per prendermi questa responsabilità. Non avevo ancora l’esperienza necessaria per arrivare ad un equilibrio. Avevo ancora una indole troppo complicata e pericolosa. Bastava un niente perchè mi montassi la testa. Il Segno dell’Asino non era ancora entrato nella mia comprensione. La scuola della vita vissuta mi aveva dato le basi dell’errore, non quelle della correzione.

L’Asino, in ogni caso, mostrava pazienza nei miei confronti. Non solo l’Asino, anche lo Tzadik Haim. In un sogno vidi il Maestro Haim e Peretz ed io che eravamo dentro ad un'astronave nello spazio. Io ero sdraiato su di un lettino. Il Goel Haim e Peretz, con grande pazienza, facevano dei Segni sul di me. Nonostante ciò, non mi lasciavo fare. Vedevo la difficoltà che avevano a svolgere il loro lavoro, però, alla fine, grazie a Dio, riuscirono a completare il Segno e vidi nei loro volti gioia e soddisfazione.

In molte lezioni, Peretz, mi aveva spiegato e mi spiegava i mali derivati dai culti idolatri. Per esempio, il culto alla madonna è una piaga che distoglie la persona dalla vera fede in Dio. La prima cosa da capire è che la madonna che appare ai fedeli, non è Maria, la madre di Gesù. Esso è solo uno spirito impuro che toglie l’onore a Dio e lo prende per sé. Chi si lega a questo spirito immondo  tradisce il Creatore di tutte le cose esistenti. Dal Cielo stanno mandando molti segni  per dare comprensione del male che nasce attorno a questo culto odioso, come odiosi sono anche tutti i culti idolatri.

Le lezioni di Peretz hanno sempre avuto delle conferme nella realtà. Voglio raccontarvi un segno legato a questo spirito schifoso ed impuro della madonna. Siamo nel mese di giugno 1989, a casa di mia madre. Un pomeriggio ci fu una conversazione molto animata con le mie due sorelle proprio sull’argomento del culto della Madonna. Voglio precisare che Anna, la più piccola, non ama la Chiesa, le sue funzioni ed i suoi culti in genere, però, in quella discussione, era diventata l’avvocato difensore della madonna e di tutti i santi. Ad ogni modo, chiusi l’argomento con queste parole: “Se la madonna dice di essere una Divinità, che si presenti qui, in questa casa all’istante”. Dissi tale frase quattro volte. In quel momento sapevo che stavo facendo un Segno contro lo spirito della Madonna, ed ero sicuro che le mie parole non sarebbero passate inascoltate.

Due mesi dopo quell'episodio, in una notte d’agosto, non riuscivo a prendere sonno. Attorno a me vedevo dei riflessi rossi dalle sfumature nere e percepivo che nell’aria c'era qualcosa di strano. In pochi istanti il mio corpo s’immobilizzò e di fronte a me vidi apparire lo spirito della madonna molto triste e sofferente. I suoi occhi mi guardavano, cercando misericordia. La mia rabbia era cosi' forte che sentii il mio spirito uscire dal corpo. Con le mie mani l’afferrai al petto e con voce decisa le dissi: “Lo sai che è arrivato il tempo?” Lei rispose “Sì'”. Le dissi ancora “Lo sai che siamo nel Segno delle Stelle”.  Lei “Sì', lo so”. Poi con un tono furibondo aggiunsi: “Allora perché permetti che ti facciano culto?”  Lei, da quel momento, non rispose più. Ho provato solo odio per questa schifezza dalla forma di donna. Ma il Segno non era completo, dovevo finire ciò che avevo iniziato. “Lo sai che siamo nel Segno del Regno dei Cieli! Lo sai che siamo nel Segno della Nuova Luce! Lo sai che siamo che nel  Segno dell’Asino che mangia il pane! Lo sai che siamo nel Segno della Quarta Generazione e della Nuova Costruzione! Lo sai che c’è il Segno della Risurrezione!" Questa madonna rimase ammutolita dalle mie parole come uno spirito morto, ed infine conclusi dicendo: “In nome di Dio ed in nome del Goel (redentore), ti distruggo”. Questo spirito impuro si  solidificò e dopo qualche secondo si frantumò in mille pezzi.

Dopo, sognai il buon Papa Carol Wojtila che aveva mal di testa. Nel sogno vidi distruggersi molteplici madonne fra cui una nera. Il mio corpo, dopo questa visione, si liberò facendomi svegliare. Questa incredibile esperienza fu la mia prima battaglia contro l’idolatria cristiana. Spero di avere tante occasioni, con l’aiuto di Dio, di distruggere questi spiriti impuri. Sono convinto che la migliore offesa non è tanto demolire l’idolo, quanto insegnare il Secondo Comandamento nella Scuola del Secondo Comandamento.

       Intanto con Nino, Paolo, Giuseppe, Nodà e Beniamino studiavamo a trecentosessanta gradi gli insegnamenti dell’Asino. Non menziono qui Salvatore perché tradì l’Asino insieme ad un suo degno compare del sud Italia, un ladro. Egli rubò i Sei Segni della Redenzione. E si proclamò il Cristo Eterno. Ovviamente il Segno dell’Asino gli era scomodo. Cosa fece? Lo sostituì con il Segno di Cristo. Costui è un ladro, un impostore arrogante che con scaltrezza abusò della buona fede di Peretz. Nel testo che segue, dimostro quanto sia ridicola la fede nel Verbo di Giovanni davanti alla verità della fede del Secondo Comandamento di Dio.

Peretz, in Esther 4, descrive per filo e per segno tutta la vicenda del muccanese, del cristo sceso dalla croce di Genzano di Lucania. 

 Peretz spiegava che i primi sei anni della Redenzione erano stati  importanti, unici e speciali. Ogni allievo dell’Asino vedeva Segni nei luoghi in cui camminava. Le notizie del Regno dei Cieli scendevano ininterrottamente e con forza straordinaria su tutti gli allievi che poi riferivano con meraviglia all’Asino quanto da loro visto. Che tempo incredibile! Soltanto chi lo ha vissuto in prima persona lo può testimoniare ed apprezzare. Come ogni persona di questo mondo, avevo anch'io dei momenti negativi. La mia cattiva inclinazione era impegnata al massimo per farmi sbagliare, e lo facevo spesso. Ricevevo Segni alti, come gli altri allievi, ma nella vita di tutti i giorni non avevo un comportamento giusto. Ed ecco che, grazie a Dio, arrivavano segni di correzione contenuti nei Sogni Redenzionali.  

La conoscenza del Secondo Comandamento di Dio, nel tempo, sviluppò una forza nuova in me, quella di distruggere i tramiti che si mettono tra l’uomo e Dio. Il Secondo Comandamento sul Sinai è la base della vera fede nell’Unico Dio Vivente. Ogni persona che pronuncia il Secondo Comandamento sta pronunciando le parole di Dio rivelate direttamente al Suo popolo, Israele.

Ciò portò felicità nel mio cuore ed il grande desiderio era di rendere noto questo precetto a più persone possibili. Tale felicità, però, era accompagnata da un sentimento di sofferenza nel vedere le persone intrappolate nei culti idolatri alla madonna. Dovevo fare qualcosa di concreto. Un giorno dissi a Salvatore: “C’è da fare un Segno in Chiesa, nel Duomo di Milano”.

Non sapete che difficoltà ho avuto nel mio avvicinarmi alla Chiesa, prima di entrarci dentro. Avvertivo presenze intorno a me. Il mio cuore batteva forte. La mia bocca tremava ed ogni passo che facevo diventava sempre più pesante. Avevo l’impressione che ci fosse un muro invisibile che sbarrava il mio cammino. La mia determinazione, però, rompeva qualsiasi impedimento e mi dava la forza di andare avanti per fare ciò che avrei dovuto fare, anche se non sapevo cosa fare. Quando entrai mi accorsi che Salvatore non c'era più, mi aveva lasciato solo.

A quel punto mi lasciai guidare dall' istinto, fino a che alla mia sinistra vidi un’enorme immagine della madonna e alcuni devoti che erano inchinati ad essa in segno di adorazione. Mi fermai lì e le rivolsi il mio sguardo.

Rimasi qualche minuto in silenzio. Non riuscivo a parlare, ma il mio sguardo sprigionava odio verso questa immagine. Cosi incominciai a parlare: “Tanto tempo fa, Dio rivelò sul monte Sinai all’uomo il Secondo Comandamento: “Non avere un altro dio all’infuori di Me. Non mettere altri dei davanti al Mio Cospetto. Non ti fare nessuna statua, non ti fare nessuna immagine di ogni cosa che sta in cielo, in terra e nelle acque sotto la terra. Non ti inchinare ad esse e non servirle ecc”. Ogni parola del Secondo Comandamento fu da me pronunciata molto lentamente. Ciò per dare comprensione a chi era vicino. Appena finii di dire il precetto, aggiunsi: “Com’è possibile che nel cristianesimo esista tale culto? Dio proibì di fare culto alle statue, alle immagini, di inchinarsi ad esse e servirle. Eppure, in questo momento vedo persone inchinate davanti ad un'immagine. Il fatto è che voi siete del tutto ignari di ciò che Dio disse sul monte Sinai. E non sapete anche che ciò che voi fate è un peccato idolatra davanti al Cielo. Soltanto un essere impuro permette che  tale culto abbia luogo, mettendosi al posto di Dio: che tu sia maledetto, serpente vestito da donna”.

In seguito dissi i Sei Segni della Redenzione Finale. Alla fine del segno una persona sì alzò e mi disse: “Io, questo non lo sapevo”. E se n’andò via.

Questo segno fatto nel duomo di Milano ebbe un seguito tredici anni dopo, poiché coinvolse Abramo (mio allievo) e la sua ex ragazza. Il segno ebbe inizio nel pomeriggio della vigilia di Natale del 2001. Abramo, in quel periodo era fidanzato con Anastasia da pochi mesi. Con Anastasia parlavo di tutto, tranne che delle questioni della Redenzione, perché rispettavo il suo scetticismo.

Erano le 15.00 circa; Abramo, Anastasia ed io ci trovavamo all’ingresso della portineria dell’ospedale San Raffaele. Sentivo il grande desiderio di Anastasia di andare alla messa di mezzanotte nel duomo di Milano. Dissi ad Abramo che era un’occasione per fare un segno davanti a quell'immagine della madonna, la stessa di tredici anni prima. Gli avevo anche raccomandato di non disturbare i fedeli. Anastasia aveva sentito tutto ma si dimostrava disinteressata. L’importante per lei era andare a messa. Prima di lasciarci, ci mettemmo d’accordo sul fatto che appena fatto il segno ci saremmo sentiti al telefono. In quella sera ero di servizio e aspettavo che Abramo mi telefonasse. Quella telefonata, però, non arrivò mai. Preoccupato, provai a chiamarlo più volte, ma il telefonino era spento. La sera del 25 dicembre, ero ancora convinto che i due fossero andati a messa. Mi chiamò Anastasia con il suo telefonino: piena di stupore, non riusciva a credere a ciò che aveva visto in sogno. Prima di raccontarmi il sogno, Anastasia mi raccontò che verso le dieci di sera si stava preparando per andare a messa ma Abramo si era addormentato profondamente. “Ho provato a svegliarlo, ma lui era già nel mondo dei sogni. Mi indispetii anche perchè sentivo la voglia di andare al Duomo. Poi - continuò a raccontarmi Anastasia- mi sono addormentata con questo pensiero." Così ho sognato di trovarmi nel Duomo di Milano, senza Abramo. La Cattedrale era gremita di fedeli che stavano ascoltando la Messa  di mezzanotte. Dentro la Chiesa notai che al posto delle statue ed immagini non c’era più niente. La Chiesa era svuotata da tutte le statue e i dipinti e questo mi meravigliò e mi deluse. Così dissi: “Ma qui non c’è niente, com’è possibile?” Non c’era nessun simbolo cristiano in tutta la Chiesa. Poi ricordai le parole di Daniele che aveva detto ad Abramo di quella madonna sulla quale si doveva fare un segno. Cosi mi recai sul posto, ma anche lì non c’era niente e così mi sono svegliata.”

Anastasia non stava più nella pelle. Voleva sapere il significato del suo sogno. Le spiegai che "questo è un sogno mandato dallo Tzadik Haim per farti capire cosa c’è veramente di sacro dentro una chiesa cristiana. Il desiderio di andare in questo luogo di culto proveniva dalla tua anima, che voleva dimostrarti la verità e cioè  che regna il vuoto nei posti in cui ci sono statue ed immagini. Se tu ci fossi andata in realtà, non avresti compreso che le tue preghiere si disperdevano nel nulla.  Abramo fu preso da un sonno pesante per impedirti di andare in chiesa. I fedeli cattolici non sanno nulla della proibizione di Dio di fare culto alle figure scolpite che rappresentano le  divinità cristiane. Tu, nel sogno, dovevi vedere con gli “occhi” della tua anima il vuoto della fede cristiana. Nonostante ciò, non eri ancora convinta del tutto. E’ cosi ti sei ricordata delle parole che avevo detto ad Abramo, sperando di vedere qualche immagine. In verità, tu non hai visto niente perché non c’è nulla di santo davanti a Dio nei luoghi di culto cristiani. Allora avevo fatto un segno forte contro l’immagine impura della madonna che inganna le persone, ma tu credevi che io avessi fatto una cosa sbagliata; la tua delusione, nel sogno, viene dal tuo aver creduto in qualcosa di inesistente".

 

Dopo questa piccola ma significativa parentesi del Natale 2001, ritorno al 1989 in cui i segni erano visibili per chi sosteneva e parlava del Nuovo Messaggio. Nell’estate di quell’anno, mi capitò un fatto assai curioso. Una sera, passeggiavo  nel centro di Milano. Per strada, vidi un signore di media età che aveva messo su un piedistallo un cartellone su cui c’era una frase incompleta. Poi costui si mise a parlare e, in breve, affermava la divinità di Cristo come punto cardinale della fede.  Durante il suo sermone, pensai, “Com’è possibile che il Cielo ascolti tali falsità su Gesù? Che possa bruciare tutto, il suo cartellone e le sue parole!”. All’improvviso, vidi uscire del fumo che usciva da una grata sulla quale aveva appoggiato la base del cartellone.. Poi si sprigionò una fiamma che bruciò una parte del cartellone e mise in fuga il predicatore. Quando arrivarono i pompieri, non riuscirono a  spiegarsi come fosse nato quel piccolo incendio. Ebbi la sensazione che il Cielo avesse esaudito, per cosi dire, la mia invocazione. Credo che quel predicatore  fosse un evangelista.

In piazza Duomo, c'era un suo collega di fede, con il suo cartellone, che predicava, più o meno, le stesse cose. Egli diceva che “Cristo è l’unica speranza dell’uomo”. Poi chiese ai presenti se qualcuno avesse delle domande. Aspettai un po’ e poi gli domandai: “Tu confermi che Gesù e Dio siano la stessa cosa?” Lui: “Sì'”. Io: “Tu credi nell’apocalisse di Giovanni?” Lui:- “Certo".  Io: “Qui c’è un punto che non capisco”. Lui: “Spiegati meglio, vediamo se posso aiutarti”. Io: “Nell’apocalisse di Giovanni si parla di una Bestia (Anticristo) che è nemico della fede di Cristo. La domanda è questa: “Se Gesù è Dio, come può temere che una Bestia possa fare cadere la Sua Chiesa? Se esiste un tale pericolo, la Divinità di Cristo è alquanto traballante e ha dei punti deboli”. Aspettavo una risposta alla mia perplessità. Costui, invece, reagì in un modo strano. Egli incominciò ad urlare, sì buttò per terra creando scalpore fra i presenti. Sembrava un pazzo nella sua fede, un pazzo che non accettava chi contraddiceva il suo credo: tale comportamento mi diede un'ulteriore dimostrazione della fragilità della fede cristiana. Perché le persone non accettano le contraddizioni della loro fede quando sono chiare come il sole? Le notizie della Redenzione, quando usciranno, come saranno prese dal mondo cristiano? La fede deve dare sicurezza alla persona e invece il ‘testimone’ tacque, l’evangelista impazzì e fu il Cattolico, invece, a differenza dei primi due, che dimostrò con umiltà la sua mancanza di istruzione, ammettendo la sua non conoscenza del Secondo Comandamento.

Non voglio offendere nessuno. Vorrei soltanto capire come mai il cristianesimo sia potuto esistere nonostante le sue enormi contraddizioni.

In quel periodo si facevano Segni contro l’idolatria che falsava la fede dei cristiani ed eravamo nel pieno di tale correzione. Ogni allievo dell’Asino cresceva nell’insegnamento della verità del giusto comportamento amato da Dio e non c’era giorno in cui dal Regno dei Cieli non scendevano le novità nella forma di sogni con tutte le correzioni sia in campo cristiano che ebraico. Peretz c’insegnava a fare segni d’Asino.

Il tempo era propizio per dare un Cuore Nuovo, un Nuovo Cervello e una Nuova Lingua a chi voleva servire Dio nel Nuovo Tempo della Redenzione Finale.

Paolo, Nodà e Giuseppe ricevevano sogni meravigliosi e la loro fede si rafforzava giorno dopo giorno. Molti si avvicinarono alle questioni, ma i loro cuori non erano aperti alle novità della Terza Redenzione Finale. Tanti sono arrivati per risolvere i propri problemi personali, ricevendo la loro ricompensa, ma senza ricevere quei meriti che durano nel tempo. Quando sono arrivato alla conoscenza dei Segni, c’erano alcune decine di persone che, però, col tempo, si sono staccate ed il cerchio si stringeva sempre di più. O si serve Dio o si serve se stessi !!

Siamo rimaste poche persone, provate dalle situazioni difficili, ma, grazie a Dio, siamo arrivati fino a questo momento. Ringrazio Dio Altissimo che diede a tutti noi la possibilità di conoscere il Redentore Finale, lo Tzadik Haim, per il cui merito è arrivata nel mondo la Terza Redenzione Finale.

 

                                     --------------------------

318

20 maggio 2005

 

Inizio questa seconda parte di "Io amo il vero Gesù" con un sogno fatto due giorni fa, nella notte del 18 maggio 2005.

Nel sogno mi trovo al lavoro. E’ notte fonda. Alcuni giovani con le loro macchine, sostano abusivamente davanti all’ingresso del garage delle autoambulanze. Escono poi dalle loro vetture e cominciano a schiamazzare. Il loro linguaggio è volgare. Fanno gesti osceni e tutto ciò crea disturbo. Così decido di intervenire. Spiego loro che questi atteggiamenti sono riprovevoli. Alcuni mi ascoltano, altri no. Capisco, nel sogno, che mi viene data dal Cielo un’opportunità per creare un contatto con questi giovani. Domando loro:" Voi conoscete la parabola del giovane ricco?"  Loro: " No!"  Io: "Ragazzi, voi conoscete a memoria il Secondo Comandamento nella sua interezza?  Tutti rispondono: "No". Con ironia gli dico: “Adesso capisco perché esiste il cristianesimo”. Dopodichè aggiungo che questi  argomenti faranno parte del mio testo 'Io amo il vero Gesù'. Uno di loro esclama: - Ah, il cristianesimo!  Io: "Non cristianesimo, bensì  paganesimo.         

Fine sogno

 

La Terza Redenzione Finale inizia nel 1982 con il Segno "E’ arrivato il tempo". Tale segno arrivò in sogno a Peretz ad otto giorni dalla dipartita del suo maestro, lo Tzadik Haim.

319

23 giugno 1982, Milano                            Peretz Green

Peretz sognò di trovarsi in piedi, all’interno di sette cerchi bianchi disegnati su una piattaforma nera, di fronte ad una volta stellata. Un po’ discosto, a circa  trenta metri, il suo Maestro fece un segno verso il cielo. In quel momento Peretz alzò il viso e dalla sua bocca uscì una voce potentissima che urlò in ebraico: BA- HA- ZMAN. (è arrivato il tempo).

320

Dal Libro dell’Asino che mangia il Pane, Peretz spiega: "Questo è un Segno generale che rappresenta il permesso dato dallo scelto Tzadik Haim, al suo primo allievo, Peretz, di annunciare al mondo (fuori all’aperto, sotto le stelle) i Nuovi Segni della Redenzione, così come essi arrivano".

Grazie a Dio, sono arrivati tantissimi sogni redenzionali  e nel corso di questi anni, a partire dal 1983, la nostra Anna Gasparotti, allieva di vecchia data dell'Asino, li ha catalogati con meticolosità, formandone il Catalogo.

321

I Sogni sono la 'spina dorsale' del Nuovo Messaggio. In essi vengono svelati anche i compiti che gli Asini della terra dovranno compiere. 'I Difetti di Gesù' (cambiato poi in ‘Io amo il vero Gesù’ a motivo della visione ricevuta da Nodà, visione nella quale Gesù stesso le disse che con i cristiani bisogna usare un linguaggio di amore) è anch’esso arrivato tramite un sogno fatto da me nell’aprile del 2004 (da me riportato nella prima parte del testo).

322

Il Nuovo Messaggio è mandato da Dio nel mondo, per merito dello Tzadik Haim. Questo è 'Lo Spartito di Dio', termine questo derivato da un sogno. Di che cosa dobbiamo vantarci, quindi, essendo noi Asini soltanto i portatori di buone novelle?

323

Non so quante volte ho sentito dire da Peretz che una scintilla di verità potrebbe facilmente montare la testa di una persona. Senza il Segno dell’Asino, si cade nella vanità di se stessi. Non siamo niente, nove buchi soltanto e niente di più, così insegnava il giusto Haim.

324

 Il libro si basa sugli errori fatti nel passato dai Padri della Chiesa, che non hanno seguito la scuola di Gesù. Un maestro deve essere ascoltato in tutto ciò che dice. Se poi il maestro si chiama Gesù, allora bisogna allungare le orecchie (come le Orecchie d'Asino) ed aprire il cuore.

325

"L'ama il tuo prossimo come te stesso" è un insegnamento che è entrato nei cuori di moltissimi cristiani. Tale termine, però, non è di Gesù, che lo citò dalla Torà. L’amor proprio si vede nel rapporto con il prossimo. Ciò significa che il vero bene che uno fa a se stesso si acquista comportandosi bene con gli altri. La Torà di Mosé era nel cuore di Gesù e tramite essa Gesù apprese dai Saggi Maestri di Israele il bene amato da Dio.

326

Nei vari istituti cristiani in cui sono stato, non ho mai percepito l’insegnamento di Gesù. Nei loro discorsi di amore verso il Verbo, trapelava l'astio verso le altre Chiese. Se ti trovi nell’ambiente dei Testimoni, senti parole contro la Chiesa Cattolica. Così anche se ti trovi dai Cattolici, si sentono parole di critica verso i Testimoni. E così via, fra Cattolici e Protestanti, fra Cattolici ed Ortodossi, fra le moltissime Chiese Protestanti, una contro l'altra.

327

 Molti giovani, infatti, non seguono il cristianesimo ed hanno le loro logiche. Meglio il divertimento, ragionano, è più sincero. Tra questi giovani, ognuno fa ciò che vuole e crede in ciò che vuole. Le scelte vengono rispettate, non condannate.

328

Detto ciò, vediamo nel sogno che tra i giovani non ci sono soltanto ragazzi educati. Il sogno suddetto mostra che una parte di loro passano i limiti con divertimenti senza regole e dove tutto è lecito. Ma se non c’è la giusta misura nel divertimento, si diventa incivili e, di conseguenza, viene a mancare il rispetto verso il prossimo. Così è evidenziato nel sogno, una buona parte dei giovani usa un linguaggio volgare.

329

La speranza, però, è nei giovani. Sono loro il futuro. Non tutti i mali vengono per nuocere; anzi, capivo, nel sogno, che quell’incontro era, per cosi dire, ‘organizzato’ dal Cielo per creare un contatto con loro. 

330

Avevo una occasione, al di là dei loro difetti, e l'ho sfruttata facendo due domande. Chiedo a loro se conoscono la parabola del giovane ricco di Gesù e se conoscono a memoria il Secondo Comandamento per intero?  Quale legame ci può essere fra questo piccolo episodio della vita di Gesù e la rivelazione di Dio del Secondo Comandamento?  Perché chiedo ai giovani se conoscono la parabola del giovane ricco? Tale parabola è diventata famosa per il detto: "E’ più facile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel Regno dei Cieli. "

331

Vedete, cari lettori, basterebbe soltanto approfondire due argomenti per far franare il Verbo di Giovanni. Il mio scopo qui è proprio questo. Prima di tutto, i giovani non sono stati istruiti a dovere sulle parole di Gesù e sulle parole di Dio del Secondo Comandamento.

332

Domandai a loro: Voi conoscete la parabola del giovane ricco? Loro:" No! "Ragazzi, voi conoscete a memoria il Secondo Comandamento nella sua interezza?  Tutti risposero, "No". Con ironia dissi a loro: “Adesso capisco perché esiste il cristianesimo”. La mancata conoscenza di questa parabola e del Secondo Comandamento hanno permesso l’esistenza del cristianesimo. Se non l’avessi sognato, non ci sarei mai arrivato da solo.

333

 Il sogno indica anche su quale strada devo battere il chiodo. Perciò inizio, come nella prima parte del testo, con la parabola del giovane ricco. In essa c’è un dialogo interessante fra Gesù ed il giovane ricco. Gesù fa un'affermazione che demolisce il Verbo di Giovanni in una sola frase.

“PERCHE MI CHIAMI BUONO? NESSUNO è BUONO, ALL’INFUORI DI UNO SOLO: DIO.”

334

Qui cade il cristianesimo, in questa piccola-grande frase di Gesù.

Tale risposta é completamente "ANTI-CRISTIANA".

335

Gesù sapeva bene ciò che stava dicendo, "solo Dio è buono, e nessun altro". Non c’è traccia alcuna di umanità in Dio. L’umanità ha in sé del non buono.

336

Come mai Gesù disapprova il giovane ricco? In fondo lo ha chiamato soltanto: "buon maestro".  Ciò è un comportamento da studiare e da imitare, se vogliamo capire la vera fede di Gesù. Spesso mi domando cosa ha a che fare il cristianesimo con Gesù! "Ben poco", mi rispondo. Vorrei vedere un cristiano rispondere come ha fatto Gesù al giovane ricco! Non può, carissimi ricercatori della verità, non può rispondere. La sua fede nella divinità di Cristo cadrebbe, se  usasse queste parole di Gesù!

337

Il nocciolo della questione è: il linguaggio di Gesù non si concilia per niente con il linguaggio di Giovanni, l’Evangelista. Come può essere credibile il Verbo di Giovanni? Egli afferma e testimonia che in principio c’era il Verbo ed il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. In verità, qualsiasi dottrina del genere fu del tutto smentita da Gesù, in esistenza prima ancora che il Verbo fosse scritto da Giovanni.

338

Il linguaggio di Giovanni va contro la parola di Dio, “In principio Dio creò i cieli e la terra”. Questa è la parola di Dio. Solo Iddio è il Creatore di ogni cosa esistente. Gesù dichiarò di aver del non buono. Il ‘non buono’ non può stare in nessun 'principio'. Il ‘non buono’ si trova soltanto nella natura dell’uomo, non in Dio. Perciò è impossibile conciliare Gesù con il Verbo di Giovanni.

339

Ci sono milioni di persone che credono che Gesù sia Dio. Per i cristiani, il culto alla divinità di Cristo non rappresenta un errore di fede. Anche statue ed immagini aiutano a sostenere la Divinità di Cristo. Tutto ciò, però, è aborrito da Dio nel Secondo Comandamento.

"Non mettere altri dei davanti al Mio cospetto. Non fare nessuna statua od immagine di ogni cosa che sta nei cieli, in terra, e nelle acque sotto la terra. Non prostrarti ad esse e non servire loro. Poiché Io sono il Signore Dio vostro, un Dio Geloso che punisce i peccati dei padri sui figli sulla terza e fino alla quarta generazione a di coloro che Mi odiano. Ma userò clemenza fino alla millesima generazione per coloro che Mi amano e osservano i Miei comandamenti". 

340

Il Verbo di Giovanni è l’anti-Gesù. Il Verbo di Giovanni è una divinità odiata dal Cielo. Il Verbo di Giovanni è solo un concetto idolatra che i Padri della Chiesa hanno sostenuto e divulgato. Sono stati loro ad accettare e ad ingigantire il dio di Giovanni mettendolo nel più alto dei cieli. Essi si sono inchinati a Gesù per servirlo e per chiamarlo "Nostro Signore" che Dio ci salvi !! Alla fine, un tramite solo non era più sufficiente, ci volevano altri intermediari per soddisfare il desiderio delle menti e dei cuori idolatri.

341

E’ così ogni tramite di Cristo fu chiamato ‘santo’ e nacque il "pantheon cattolico. Tali ‘santi’ furono messi fra l’uomo e il Cristo-Dio. Costoro hanno il compito di intercedere presso il loro Signore, Gesù Cristo. Essi sono venerati con lodi e preghiere. Dov’è l’insegnamento di Gesù che diceva che la preghiera va rivolta soltanto all’unico Dio?

342

La verità è che Dio non ha un verbo dentro, fuori o con sé. Egli è Solo. Egli è Uno. Uno soltanto. “In principio Dio creò i Cieli e la Terra”. Il Signore dei cieli e della terra disse in Isaia :"Così parla l’Eterno, il Tuo Redentore, Colui che t’ha formato dal seno materno: Io sono Eterno, che ha fatto tutte le cose; Io solo ho spiegato i cieli, ho disteso la terra, senza che vi fosse nessuno con Me".  (Isaia, 44, 24)

343

Dal monte Sinai, Dio parlò con il Suo popolo a viva voce. Dalla Sua voce non uscì alcuna allusione sulla supposta esistenza del verbo di Giovanni.

Neanche dai discorsi di Gesù si intravede il Verbo di Giovanni.

Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio, e voi mi disonorate. Io non cerco la mia gloria.

Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Ma io conosco il Padre ed osservo la Sua parola.  (Giovanni, cap. 8, ver. 49 e 54)

344

Giovanni ha scritto che il Verbo era Dio. Gesù nel mondo, però, lo contraddice, quando afferma che si deve onorare Dio soltanto, osservare le Sue parole e non glorificare se stessi poiché ciò non ha senso alcuno. 

345

L’autore del quarto Vangelo, per giustificare la divinità del Cristo, degna di ricevere onore e gloria, ha posto il verbo prima della creazione di ogni cosa. Secondo Giovanni, “in principio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio e Dio era il Verbo. Questo Verbo era in  principio presso Dio. Tutto per mezzo di lui fu fatto e senza di lui non fu fatto nulla di ciò che è stato fatto”.

Il 'principio' di Giovanni è fuori dalla Genesi, fuori delle cose dette da Dio a Mosé. Tale teologia è falsa. Egli ha FALSATO la parola di Dio.

Io Solo ho spiegato i cieli, ho disteso la terra, senza che vi fosse qualcuno con

 Me.’  (Isaia, 44, 24)

346

I Saggi d’Israele ed i Profeti avevano ammonito a non indagare su ciò che è prima della Creazione. Giovanni l’Evangelista, invece, con le sue affermazioni, lo ha fatto ed è sconfinato nell'idolatria. Tutto ciò che si riferisce a ciò che era prima della Creazione, inserendo un 'principio' di Dio, è falso. - In principio Dio creò i cieli e la terra. Da Solo. Questa è l'unica vera Fede.   

347

Il Verbo, secondo Giovanni, era un'entità divina presso Dio prima della creazione, che partecipò alla creazione stessa; poi si fece carne nel corpo di Gesù e divenne Nostro Signore. Questa tesi è completamente estranea alla testimonianza di Gesù. E' pura idolatria!

348

Quanti cristiani di buona fede si sono soffermati sulle parole di Gesù? Eppure le sue frasi non sono parole senza significato. Può un essere "divino" che era presso Dio dire "perché mi chiami buono?" Gesù rifiuta il titolo ‘buon Maestro’. Perché? A questa domanda Gesù stesso dà la risposta: “Solo Dio è Buono e nessun altro. 

349

Qualche istruito cattolico, davanti a questa dichiarazione di Gesù, mi risponde di non prendere tutto alla lettera. Allora, perché devo prendere alla lettera il Verbo di Giovanni e trascurare le parole di Gesù, che fino a prova contraria era il suo maestro?               

 Perché devo credere alla lettera che un uomo è nato da una vergine per opera dello Spirito Santo, quando Gesù stesso dichiarò che ‘la carne genera carne e lo spirito genera spirito’?

350

Gesù osservò la Legge di Mosé in tutto e per tutto e non uscì mai dai confini della fede santificata da Dio sul Sinai. Egli proclamò la sua fede nell’unico Buono Dio vivente. ‘Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne Uno, Dio’. Tale definizione non è un’opinione bensì una chiarificazione di ciò che Gesù non è. Perciò, cari cristiani, ogni volta che chiamate Gesù 'Buono', egli vi risponderà, perché mi chiamate buono? 

351

In genere, i cattolici non conoscono nulla del Secondo Comandamento, a parte  la prima frase: “Non aver altro Dio, all’infuori di Me”. Del seguito, nulla. Ciò è grave, anzi gravissimo. Tale mancanza ha tolto la forza di contrasto contro l’idolatria. D'altronde, l’intero Secondo Comandamento non poteva essere insegnato dalla Chiesa dato che esso  proibisce ogni forma di culto a tutto ciò che esiste nell’universo. Tutto ciò che esiste nel creato non deve essere oggetto di culto perché tutto ciò che esiste nella creazione non esisteva prima. C'era soltanto Iddio.

352

Il Verbo di Giovanni molto presto conoscerà le sue bestie. Dio farà sentire la Sua voce per bocca degli Asini, comandando loro di annunciare che "è arrivato il Tempo". Ogni linguaggio teologico sarà giudicato dal Cielo. Tutto ciò che concerne la fede e che va contro il Secondo Comandamento verrà reso noto sino ai più semplici della terra. I cristiani potranno sentire le parole di Gesù per la prima volta, le sue vere parole, e non quelle distorte e falsificate dalla chiesa ed  interpretate da altri in nome suo!

353

A distanza di anni, capisco meglio una parte del sogno che feci nel 1987.

"Nel sogno incontrai una persona che, da com’era vestita, non sembrava un militare. Egli indossava degli abiti stravaganti. Anche a lui espressi il mio problema, “Questa è la cartolina che ho ricevuto per fare il servizio militare. Io, però, il militare l'ho già fatto tre anni fa. Voglio il congedo”. Senza indugiare, questo signore, prese la cartolina, la firmò, la timbrò e mi disse, “Adesso sarai libero”. Poi aggiunse, “Io conosco Peretz, conosco il Nuovo Messaggio, non conosco, però, il Secondo Comandamento”. Io risposi: “Come fa a non conoscere il Secondo Comandamento? Il Secondo Comandamento è la base del Nuovo Messaggio".

354

Il Secondo Comandamento è la base del Nuovo Messaggio. In esso ci sono i principi della vera fede comandata da Dio. Non ci sono compromessi o interpretazioni che permettano di fare ciò che è proibito. Le proibizioni di Dio nel Secondo Comandamento sono categoriche e inconfutabili.

355

Il Verbo di Giovanni è una costruzione teologica odiata dal Cielo, una falsità eclatante che viene smascherata dalla luce del Secondo Comandamento. Ma la tradizione cattolica ha dato vita ad un nuovo Secondo Comandamento che rende  impuri e contaminati i luoghi di culto con statue ed immagini!

356

Dal Diario di Daniele Sonai.            23 maggio 2005

Ho appena ultimato di scrivere questa frase. Ho guardato l’ora. Erano le due e trenta del mattino. Sono andato a dormire. Quando mi sono svegliato, ho trascritto il sogno fatto.

Nel sogno mi trovo a casa di mia madre, a Milano. Dopo, sono in una via gremita di gente in una grande città. Mi ci vogliono pochi istanti per capire che sto aspettando qualcuno. Un mio collega si presenta puntuale con mia madre. Egli racconta il suo sogno che, però, non ricordo. So soltanto che era breve. Dopo averlo ascoltato, gli domando: "Lo sai che nei Vangeli ci sono molti difetti?  Lui risponde:  Ma da quale Bibbia li hai presi? e io: " Da una Bibbia Cattolica". Per convincerlo di ciò che dico, gli mostro la Bibbia. Così, lui apre la Bibbia e, con stupore, vede che il Nuovo Testamento è stato sostituito da un giornalino a fumetti (il cui protagonista si fa chiamare: Lo Spirito con la Scure).

Il collega, vedendo ciò, si irrita al punto di strappare il fumetto e dice:" Com’è possibile che esistano ancora queste Bibbie?- Ed io: "Perché dentro ci sono  i difetti di Gesù. Lui, con un tono agitato, risponde: "Io non credo che Gesù abbia avuto dei difetti. Io: "Il problema è Gesù. Egli, nelle sue affermazioni, dichiara frasi che contraddicono la fede dei Cristiani. Lui può anche non essere creduto ma  dice la verità e perciò non posso trascurare le sue parole".

Intanto, la nostra conversazione ha attirato l’attenzione di alcuni passanti. I presenti, sentendo le mie parole, non riescono ad accettare che Gesù abbia detto delle cose difettose nei confronti della tradizione (teologia) cattolica.                            

357

Questo sogno farà arrabbiare i bollenti spiriti impuri che si nascondono dietro alle bugie dei Padri della Chiesa. Nel sogno, il Nuovo Testamento era stato sostituito con un fumetto!

Nei fumetti non ci sono regole. Tutto è possibile. La fantasia si può mescolare con la storia. Cosa ci sta a fare un fumetto al posto del Nuovo Testamento?

Tutti sappiamo che cos’è un fumetto, ma nessuno sapeva che i Vangeli, a causa delle falsità dei Padri della Chiesa su Gesù, sono diventati dei fumetti rispetto all’Antico Testamento.  

358

Sia ben chiaro! GESU NON E’ UN FUMETTO. GESU' ERA UN UOMO REALE. Più di un miliardo di persone, però, crede che Gesù sia divino. Ciò deriva dai Vangeli, dalle menzogne sulla nascita di Gesù alle falsità del Verbo di Giovanni. Nei confronti della Parola di Dio dell’Antico Testamento, il Nuovo Testamento è simile ad un fumetto. Strano che nessuno non se ne sia mai accorto! L’Antico Testamento è integro; il Nuovo Testamento è un giornalino a fumetti....  

359

La divinità di Cristo è una rappresentazione mentale di pura fantasia, alla maniera dei fumetti. Non sto esagerando. La divinità di Cristo, intrecciata nei racconti dei Vangeli, è un fumetto fantasioso che manipola la vera fede. Gesù, purtroppo, è stato il primo a pagarne le conseguenze.  

360

Gesù è innocente. Egli non si è mai glorificato. Gli esponenti della dottrina di Giovanni non hanno osservato il Secondo Comandamento e non hanno ascoltato la parola di Gesù quando diceva, "Perché mi chiami buono"?

361

L’idolatria alla fine trova sempre il modo per emergere. Essa, con la sua impurità, si radica sulla lingua e nella mente degli uomini. Il falso linguaggio è la trappola tesa dall’idolatria. L’idolatria separa l’uomo dal vero ed unico Dio. L’idolatria è l'esatto contrario del Secondo Comandamento: il lato impuro e diametralmente opposto alla purezza della fede. Essa fa nascere dagli uomini divinità, visibili ed invisibili, durante e prima della creazione.

362

Gesù non è una divinità. Egli fu un uomo che si sottomise alla volontà del Suo Creatore. “Sia fatta la Tua volontà e non la mia”. Nei Vangeli egli mostra la sua impotenza davanti a Dio, il conflitto interiore e la rassegnazione al suo destino. Con umiltà, Gesù non volle gloria, poiché egli si considerava indegno di riceverla, in quanto, come tutti gli uomini, aveva in sé anche del non buono,

363

Gesù predicava che la salvezza veniva dai Giudei. E Gesù era un giudeo. Egli proclamava l’unità di Dio due volte al giorno, come tutti gli ebrei. La Torà era nel suo cuore, nei suoi pensieri e sulle sue labbra. Nelle tentazioni, Gesù usa i versi della Torà per respingere Satana.

364

Cari lettori, sono solo un asino. Mi rendo conto che ciò che scrivo farà arrabbiare tanti cristiani di ogni tipo. Ora mi domando, chi oserebbe mettere un giornalino a fumetti sotto l’Antico Testamento? Dove sono andati a finire i Vangeli? Ve lo sto spiegando in questo testo. Le spiegazioni derivano dai Segni della Terza Redenzione Finale, per merito del Goel Haim. Questo libro si è potuto realizzare, grazie a Dio, in virtù di un sogno che fa parte della Terza Redenzione Finale. 

365

Certamente qualcuno penserà che questo testo provenga da Satana. Credere nell’Unico Dio Buono è un difetto davanti a Dio o davanti a Satana? Quando Gesù risponde:"Perché mi chiami buono?"da dove proviene quella risposta? Certamente non dal contesto idolatra cristiano che deifica Gesù!

 

366

In moltissimi passi dei Vangeli le vere parole di Gesù contraddicono il ‘Dio’ dei cristiani. O è forse Satana che vuole farci credere che Gesù è una Divinità?  Satana cercò di convincere Gesù a pensare che fosse veramente il figlio di Dio. Questo mi fa ricordare quando andavo al catechismo. Il compito dei catechisti era quello di convincerci che Gesù era il Figlio di Dio.

367

Mi esprimo con una sola affermazione: senza la Torà non c’è via di scampo dal Tentatore. Gesù non era caduto. Egli rimase integro e puro nella sua fede nello scudo della Torà. Non è e non fu cosi, invece, per i cristiani, che si sono privati dei principi e delle fondamenta della Torà che si basano sull’unità di Dio. Iddio non ha un figlio, tanto meno una madre. Egli è Uno. 

368

Io dedico questo libro a tutti coloro che sono stati delusi dalla Chiesa, chiusasi in falsi misteri, che pretende di convincere i fedeli a credere nella verginità di una madre e all’incarnazione di Dio!

369

Questo condizionamento della fede nel cosiddetto 'mistero' toglie al fedele cristiano LA FACOLTA' DI PENSARE. Si prega dinnanzi a statue ed immagini convinti che esse rappresentino una specie di piccolo Dio in terra. Non c’è una logica che tenga. Il mistero narcotizza il fedele che non si rende conto di fare idolatria. La radice del Verbo cresce laddove il Secondo Comandamento è sconosciuto ed fa crescere frutti di idolatria. Guardate le processioni cattoliche dove il protagonista è un idolo carico di gioielli che viene adorato dalla folla. Non è forse idolatria?. E non è sconcertante il fatto che la Chiesa permetta ed incoraggi tali abominazioni?

370

Non ho mai letto nei Vangeli che Gesù si metteva su un altare ambulante o  prendeva soldi ed oro dalla gente. Come ha potuto la Chiesa custodire tali usanze pagane per tutti questi secoli? Dove sono i responsabili della fede? La loro connivenza li ha resi complici del peccato idolatra. Questo culto abominevole verso il Cristo-Dio ha radici nel Verbo di Giovanni, che trasgredì il Secondo Comandamento di Dio in tutte le sue parole.

371

Giovanni l’Evangelista violò tutte le norme contro l’idolatria. I Padri della Chiesa sono stati una pietra di inciampo per moltitudini intere. L’idolatria nel cristianesimo è la padrona, mentre il Secondo Comandamento di Dio è uno sconosciuto  forestiero confinato nell’Antico Testamento.

372

Nel giorno Grande e Terribile del Signore, Dio non vuole più che il Suo Santo Nome sia profanato. Egli non vuole più che in quel giorno la Sua Gloria vada ad altri. Egli non vuole più che in quel giorno i Suoi scelti siano deificati o idolatrati. Egli non vuole più che in quel giorno ci siano ‘dei’ emanati al Suo Cospetto e non vuole più sentire dalla bocca dell’uomo pronunciare che c’era un verbo divino vicino a Lui.

373

Cari lettori, con lo sviluppo di questo testo vedo sempre di più che " Io amo il vero Gesù" rappresenta una speranza per i cristiani. Quanti giovani hanno dei dubbi sulla divinità di Cristo! Quanti giovani si fanno delle domande sui dogmi della Chiesa e sui misteri della fede! Quanti giovani vorrebbero capire di più dove riporre la propria fede!

374

La fede di Giovanni uscì dai confini del Secondo Comandamento di Dio. La sua fede non può trovare nessun tipo di fondamento nel Secondo Comandamento. Il ‘Dio Trino’ ha un suo fondatore. Egli si chiama Giovanni. Nel quarto Vangelo, Giovanni trasforma Iddio in un Uomo Divino. Nei fumetti non c’è molta differenza. Gli uomini vengono dotati di poteri eccezionali dalla mano del loro creatore.

375

Non scandalizzatevi per questo paragone. Il fatto è che la verità non sopporta più la violazione di Giovanni. Egli ha violato l’Unicità di Dio. Tale trasgressione ha creato una fede idolatra, nemica del Secondo Comandamento. Iddio nel Secondo Comandamento parla direttamente e proibisce ogni tramite.  Giovanni, nel suo Vangelo, mette un tramite Divino tra l’uomo e Dio.

376

Forse la parola di Giovanni è più credibile della parola di Dio espressa nel Secondo Comandamento? No! Il vero problema della pura fede non si risolve con le parole di Giovanni. O si crede nel Dio del Secondo Comandamento o si crede al Verbo di Giovanni. Si deve scegliere, perché uno non supporta l'altro!

377  

Dal Diario di Daniele Sonai.        27 maggio 2005

Stanotte, ho sognato di trovarmi nel condominio di mia madre. Sono davanti all’ingresso di un portone che dà l’accesso alle scale e all’ascensore. Poi, nel sogno, mi vedo dinanzi all’ascensore e prima di schiacciare il tasto, con la coda dell’occhio sinistro, vedo un serpente in posizione retta a spirale che mi fissa con quattro occhi. All’improvviso, appare un leone che, appena s’accorge della presenza del serpente, si spaventa. Il felino impaurito cerca una via di fuga e correper le scale. Una volta arrivato al terzo piano, si proietta sul balcone. Nella sequenza successiva del sogno, si vede il serpente che rincorre il leone ed io cheinseguo il serpente. I due animali corrono più veloci di me, per cui non posso stargli dietro. Cosi rallento e li perdo di vista. Il serpente, vedendo che il leone è troppo veloce, si ferma, fa dietro front e con decisione si dirige contro di me. Intanto, mi trovo sull’uscio dell’appartamento di mia madre assieme a Giosuè, mio figlio. Ho un ombrello che apro per difendermi. Di fronte, vedo il serpente a quattro occhi che mi fissa, pronto ad attaccarmi. Passa qualche secondo e il serpente, con uno scatto improvviso, tenta di mordermi. In quel momento, miracolosamente, tra il serpente e me, si materializza uno scudo di plastica, molto flessibile, ma impenetrabile. Il serpente si fa male alla testa e se ne va via.- -

378

I quattro occhi del serpente corrispondono alle quattro generazioni del peccato idolatra. Il leone corrisponde al leone di Giuda. Il serpente è la chiave del sogno. Il serpente danza nell’idolatria con le parole stonate dei Padri della Chiesa. Con occhi attenti, questa bestia è riuscita a conservare e proteggere il peccato idolatra dei Padri della Chiesa per quattro lunghe generazioni. Il modo migliore per ottenere tale risultato era di non mettere in comunicazione i cristiani con gli ebrei. In che modo? Semplice, bastava, da una parte, tenerli ignoranti, lontani  dalla vera Tradizione di Israele e far sì, dall'altra parte, che ci fosse sempre, in tutta la storia della Chiesa, l'odio per il popolo eletto.

379

Nel passato, ad esempio, esisteva un’accusa tanto stupida quanto infondata e falsa nei confronti degli  ebrei e cioè quella di deicidio. "Popolo deicida" significa che "Dio’ è stato ucciso da un popolo. Cari lettori, si può uccidere Dio? Questa accusa faceva parte della strategia del serpente di separare le nazioni da Israele. Il popolo di Israele ha rappresentato da sempre una minaccia per l’idolatria cristiana. Ogni contatto con gli ebrei sarebbe stato pericoloso perchè gli ebrei avrebbero svegliato molte menti ed acceso la vera fiamma della fede nell’unico Dio Vivente.

380

Il terzo piano nel sogno corrisponde alla Terza Redenzione Finale. Qui la  situazione cambia. Il leone diventa imprendibile. Nella Terza Redenzione Finale il pericolo non è più rappresentato da Israele bensì da chi inizia a conoscere e studiare tutte le proibizioni di Dio, tutto ciò che riguarda l’idolatria nel campo cristiano.

381

Questo è ciò che non vuole il serpente. Finché rimanevo al pian terreno, ignoravo la forza del Secondo Comandamento che demolisce l’idolatria cristiana. Ecco perché il serpente all’inizio del sogno non si preoccupa della mia presenza. Ed è anche significativo che il serpente si indebolisca al terzo piano mentre il leone prende forza e velocità. Il simbolo del Leone di Giuda si mette al sicuro nella Casa della Redenzione Finale, in cui le forze del male non prevalgono. Il popolo di Israele è protetto da Dio, poiché esso ha custodito la fede dell’unità di Dio ereditata da Abramo, Isacco e Giacobbe.

382

Dentro le Chiese dei cristiani, invece, non c’è la Santità dell’Unicità di Dio. La fede dei Patriarchi, purtroppo, è stata profanata dalla falsa Trinità. L’idolatria è il cibo offerto dal serpente. Prendete e mangiatene tutti. Chi non mangia la trinità, non potrà entrare nel suo Regno pieno di Santi e Madonne, ma cadrà nell’inferno per l’eternità. Cari lettori, capite adesso perché il serpente mi attacca? Per poter scrivere questo testo, ho dovuto rincorrere il serpente sino alle sue radici. Grazie a Dio, ho imparato dallo Tzadik Haim che Dio protegge tutti coloro che custodiscono la Sua Unità. Se la bestia ci prova, la bestia si fa male.

383

Giovani, non abbiate paura. Dio, Benedetto, manderà Segni che tutti potranno vedere o ricevere. Dio si prenderà cura di ogni individuo che vuole avvicinarsi a Lui, proteggendolo. Il serpente sarà reso inoffensivo dalla protezione di Dio. Chi è assetato della verità della fede, la cerchi nelle parole di Dio nel Secondo Comandamento.

384

La vera guerra non è contro il prossimo ma contro la propria inclinazione. L’umanità, da sempre, tende a vedere i difetti altrui, ad ogni livello. Nel tempo finale di questa Quarta Generazione è più che mai voluto che le persone SI CORREGGANO.

385

La Correzione è la vera medicina per la salute del nostro corpo e del nostro spirito. Tutti siamo mancanti davanti al Cielo. Tutti abbiamo del non buono, nessuno è buono, tranne Uno: Dio. Gesù ha dato la chiave del non buono per insegnarci a non crederci qualcosa al cospetto di Dio.   

386

Il desiderio di Dio è di vedere che i Suoi figli si comportino bene fra di loro, con rispetto e umiltà, come insegnato da Gesù. Il desiderio di Giovanni, invece, fu quello di fare del povero Messia un oggetto di culto. Povero Gesù! Giovanni, per far ciò, escogitò un pretesto per giustificare un Dio in terra, una nuova dottrina del Verbo Incarnato. Giovanni, così, trasgredì la parola di Dio del Secondo Comandamento.

387

L’amore verso il suo nuovo 'Dio' non gli fece più vedere le proibizioni stabilite da Dio nella Sacra Torà. E così Giovanni ruppe i 'sigilli' del Secondo Comandamento cadendo nella trappola del Serpente. Ora c’è un Dio-Uomo al cospetto di Dio, concepito per opera dello Spirito Santo dentro un corpo femminile. Non fare altri dei al cospetto di Dio, per Giovanni, erano soltanto parole. Il falso disegno teologico di Giovanni prese forma nella sua testimonianza di un Cristo-Dio nell’universo. Tale creazione può solo esistere in un fumetto. Tale formazione non è reale ma fantastica. Essa è soltanto una falsa visione che non ha nessuna corrispondenza nei cieli o sulla terra.

388

Il cristianesimo è una religione senza le fondamenta della parola di Dio dell’Antico Testamento. Esso si basa principalmente sul linguaggio del 'prologo' di Giovanni l’Evangelista.

Grazie a Dio, per  merito dello Tzadik Haim, la parola di Dio entra nel mondo con il Nuovo Linguaggio Chiaro. Questo linguaggio rompe l’idolatria cristiana. La dottrina del Verbo di Giovanni sarà spazzata via dal mondo da Dio. Giovanni non potrà fare nulla. Il suo Verbo non ha un potere che dura nel tempo perché il Verbo è soltanto un disegno deificato che regna in un fumetto.

389

Diario

Qualche anno fa, sognai che avevo difficoltà ad arrivare alla fine del mese. C’erano problemi da ogni parte. Nel mezzo delle difficoltà, a sorpresa, arrivò un mio collega di lavoro con la sua macchina e disse: "I vostri cuori aprono i cuori degli altri".

390

Di cosa mi devo lamentare? Cosa sono i problemi dinnanzi alla ricchezza acquisita dai tesori del Regno dei Cieli? I nostri cuori sono stati riempiti dal Nuovo Spirito di Dio. L’insegnamento dello Tzadik Haim è il Nuovo Cuore, pieno della verità rivelata da Dio, che ha il potere di aprire il cuore degli altri. Questo è il pensiero che deve dominare nelle difficoltà quotidiane. Sono arrivato alla comprensione della vera fede per  merito dello Tzadik Haim. I suoi insegnamenti divorano l’idolatria nel mondo e purificano il cuore dal falso sentimento verso gli impostori della fede.

391

Nessuno è degno di lode, all'infuori di Dio. Chiunque accetti la gloria degli uomini è un impostore. La lode spetta soltanto all’unico vero Buono, Dio. Così insegnarono i tre uomini della Redenzione: Mosé, Gesù, e Haim.

392

Il Verbo di Giovanni impedisce al fedele di sentire la presenza di Dio. Esso è solo un falso tramite che ruba la gloria di Dio mettendola sul povero Gesù.         

393

 Che piaccia o no, Gesù fu il primo anti-cristiano che dichiarava che c’è un solo Dio Buono, e che nessun'altro è del tutto buono. Egli non volle essere chiamato neanche “Buon Maestro”. Perciò, lettori preziosi, chi ama Gesù veramente, ascolti le sue parole!

394

Molti giovani non credono nella Chiesa. Molti di loro dicono che esiste un Essere Supremo che ha dato inizio a tutto. Altri dicono che le loro anime non si trovano a loro agio nel cristianesimo, a causa dei suoi misteri della fede. Non tutti i cristiani accettano che il verbo diventi la carne di Gesù nel mondo tramite una vergine. Che significa ciò? Significa che, Grazie a Dio, il cristianesimo non è riuscito a spegnere, nei loro cuori, la fiamma della vera fede nell’unico Dio vivente.

395

Solo l'ignoranza  della verità del Secondo Comandamento ha potuto tenere queste anime nell’errore del peccato idolatra cristiano.  La fede vera non confonde la persona. Essa è semplice, chiara e soddisfa la mente ed il cuore. Uno solo è Buono, Dio. Questa è la fede insegnata da Gesù. I semplici la comprenderanno, mentre i 'difficili' cercheranno di confondere i semplici con le loro parole.

396

Padre, Ti prego, perdona i cristiani. Essi non sanno cosa dicono. Mi dispiace, Signore, sono poveretti! Sono stati confusi ed incantati dalle parole ricevute da Giovanni e da Paolo di Tarso. Padre, Ti chiedo, togli ai cristiani quel fardello della deificazione di un figlio del Tuo popolo. Gesù ha dato la sua vita a Te, o Dio Altissimo, perché il Tuo popolo continuasse ad esistere nel mondo. Ed egli è risorto per gli scopi della Tua volontà.

397

31 maggio 2005  

Stamattina stavo guardando un cartone animato alla televisione. Mi colpii una scena. Vedevo alcuni insetti che suonavano degli strumenti musicali. Ma guarda un po’, pensavo, nella fantasia si può fare davvero tutto. Insetti che parlano e suonano strumenti musicali. E’ stupefacente! Tutto ciò, però, non è reale. Tale immaginazione è assurda nella realtà ma non nel mondo della immaginazione.  

398

Voi direte: non si può paragonare un fumetto con la fede seguita da più di un miliardo di persone! Si, è vero, non si può. La fede non è un fumetto. Il problema è che il ‘fumetto’ del Nuovo Testamento cristiano viene considerato fede sacra nonostante le innumerevoli incongruenze rispetto alla vera fede.

399

Cosa lega il mio ragionamento al Verbo di Giovanni? Se l’uomo, nella sua fantasia, è riuscito a far suonare uno strumento musicale ad un insetto, allora si può anche fare nascere il Verbo-Incarnato da una donna vergine concepito dallo Spirito Divino. Dobbiamo, però, essere concreti. Non esiste un tale potere nella natura dell'uomo. E’ fuori dalla natura reale che gli insetti suonino strumenti musicali. Tale assurdità è simile alla teoria di Giovanni. Egli ha ‘materializzato’ Dio, che Dio ci salvi da tale concezione. Non ci sono parole né forme che possano identificare Dio. Poiché Egli è privo di ogni forma. Le forme hanno limiti e possono essere concepite. 

400

Giovanni, nel suo 'principio' del Prologo, fantasticò due entità. Il Verbo e Dio, uno presso l’altro. Nella mente di Giovanni si mescolano vera tradizione e fantasia, sfociando nell'assurdità. Tutto è possibile nella fantasia, come una formica che suona il violino.

401

L’assurdo regna nel fumetto del Nuovo Testamento Cristiano. E’ impossibile che un uomo sia stato concepito per opera dello Spirito Santo, come è impossibile per una donna rimanere incinta da uno Spirito. Quando le formiche suoneranno gli strumenti musicali nel mondo reale, allora sarà vero che Gesù nacque da una vergine! Non aspetteremo. Il potere della fantasia umana è prigioniero nella sua fantasia, un mondo irreale. Il Verbo esiste soltanto in un mondo immaginario. Nel mondo vero, creato da Dio, non esiste! Nella Terza Redenzione Completa si svela la verità ed il Verbo non esisterà più. 

402

La teologia di Giovanni è fuori dal mondo creato da Dio. Le sue teorie sono cosi assurde che non ci sono parole per correggerle. Il linguaggio del Prologo non tocca la realtà della terra, nella stessa misura che non esiste un Verbo-Deificato che si incarna in Gesù sulla terra. Esso è confinato in un testo di pura fantasia.

403

Un individuo, se vuole diventare cristiano, dovrebbe uscire dalla realtà per entrare in un mondo illusorio. Tale mondo esiste sulla carta scritta, ed è un mondo fantastico che, però, è pieno di contraddizioni, coperte dai termini dei misteri che vengono messi dalla Madre Chiesa per far tacere il ragionamento logico. Così un aspirante cristiano non ha scelta. Egli deve credere, al cento per cento, che Dio si è fatto uomo nel mondo tramite il Verbo nella Vergine. Poi, una volta accettata tale fede, l’interessato deve fare quadrare i suoi ragionamenti con i dogmi della Chiesa.

404

Ogni cosa che non quadra si risolve con il mistero. Alla fine, il cristiano deve mettere la sua fede soltanto nel mistero. Dico la sua fede, perché, strano ma vero, proprio nel mistero regge la sua fede.

405

Non rattristatevi, anzi rallegratevi, il falso Spirito Divino di Cristo è stato sigillato in un giornaletto a fumetti. Il Verbo è solo un'invenzione di Giovanni. Il Verbo è un'idea associata a Gesù disegnata in un fumetto al di fuori di ogni realtà od ogni verità. Qualcuno potrebbe domandarsi: se il Verbo di Giovanni è falso, perché non è stato distrutto e cancellato dall’ira di Dio? Non c’è bisogno dell’ira di Dio per distruggere il Verbo. Basta soltanto strappare il giornaletto. Questa è la vera correzione. Il sogno fa vedere bene la Bibbia dei cristiani. Essa è composta dall’Antico Testamento e sotto di esso c’è questo giornaletto del Nuovo Testamento a fumetti. Il giornaletto viene strappato. Cosa rimane?  

406

Grazie a Dio, ora si può parlare del vero Gesù, per merito dello Tzadik Haim. La Stella di Cristo è venuta in virtù all’umiltà. Tale informazione deriva dal primo Grande Segno Generale della Terza Redenzione Finale, Il Segno delle Stelle. 

GRANDE E’ IDDIO CHE HA RACCHIUSO L’IDOLATRIA CRISTIANA IN UN FUMETTO.

407

L’inganno consiste nel far credere al fedele che Gesù sia stato veramente concepito per opera dello Spirito Santo. Questo è il primo scoglio da superare. Chi accetta per fede tale concezione, entra in un mondo in cui non si distingue più tra materia e spirito e viceversa. Il risultato è testimoniato dalle opere del Cristianesimo, opere piene di idoli ed immagini sacre nei luoghi di culto.

408

Il fedele non si domanda che cosa sta facendo inginocchiato dinnanzi ad un pezzo di marmo. La cosa stupefacente è che il fedele si rivolge all’idolo come se fosse vivo. La teologia cristiana toglie alle persone la facoltà di distinguere una pietra da uno spirito o uno spirito da una pietra. Per forza: il Verbo diventa Carne. Gesù nasce dallo Spirito. Giovanni l’Evangelista col suo Verbo tolse la distinzione fra spirito e materia, già 'in principio', confondendo Dio con il Verbo diventato Carne. Egli creò una logica che non trova nessun fondamento nella logica di questo mondo naturale.

409

Il cristianesimo teologico non ha le sue radici nell’ebraismo, bensì nel paganesimo. Tutti i concetti formulati intorno alla Divinità di Cristo sono analoghi ai concetti idolatri del mondo pagano. Cambiano i nomi, ma il concetto è lo stesso. Il culto verso gli idoli o le immagini sacre era una usanza comune fra i pagani.

410

Il popolo di Israele, pur sbagliando allora nei confronti di Gesù, ha fatto da duemila anni ciò che è giusto nei confronti del Cristianesimo: non ha mai riconosciuto la deificazione di Cristo. Gli ebrei sono rimasti fedeli alla parola di Dio, nella fede diretta nell’unico Dio Vivente.

411

Non per niente Gesù insegnava ad ascoltare Mosé ed i Profeti di Israele, nella parabola del ricco epulone. Un amico cristiano mi ha chiesto: "Voglio ascoltare Gesù, figlio di Giuseppe e Maria. Perché mai Gesù disse di ascoltare Mosé"?

Rivolsi la stessa domanda a Peretz, che mi consigliò di leggere Deuteronomio. Così feci.  Riporto alcuni passaggi di ciò che scrisse Mosé, nel Deuteronomio (cap. 4, ver. 10).

412

"Il giorno in cui sei stato alla presenza del Signore Tuo Dio sull’Oreb, quando il Signore mi disse: - RadunaMi il popolo e farò sentire le Mie parole, affinché imparino a temerMi per tutti i giorni della loro vita sulla terra e le insegnino ai loro figli -, voi vi avvicinaste e rimaneste ai piedi della montagna; il monte bruciava nel fuoco che saliva al cielo: tenebre, nuvole e nembi.

413                                                       

Il Signore vi parlò in mezzo al fuoco; udiste il suono delle parole senza vedere nessuna figura: soltanto una voce. Vi rivelò la Sua alleanza, ordinandovi di praticarla: le dieci parole scritte su due tavole di pietra. In quel tempo, mi ordinò di insegnarvi statuti e decreti perché li possiate praticare sulla terra su cui state per passare e prendere possesso.

414

Badate bene a voi stessi: non vedeste nessuna figura nel giorno in cui il Signore vi parlò sull’Oreb, in mezzo al fuoco; non prevaricate facendovi una figura scolpita di qualsiasi simulacro, immagine di maschio o femmina, immagine di qualsiasi animale terrestre, immagine di qualsiasi uccello che vola nel cielo, immagine di qualsiasi rettile che striscia sul suolo, immagine di qualsiasi pesce che si trova nell’acqua sotto la terra.

415

Quando alzi gli occhi verso il cielo, e vedi il sole, la luna, le stelle, tutto l’esercito del cielo, non lasciarti trascinare a prostrarti davanti a loro, e a servirli, perché il Signore, Dio Tuo, li ha dati in sorte a tutti i popoli che sono sotto il cielo". 

416

Tali parole provengono da colui che Gesù ci raccomandò di ascoltare, Mosé. Chi ascolterà Mosé e come se avesse ascoltato Dio direttamente.

‘Nessuno di voi faccia un simulacro con figura di maschio e femmina, che nessuno di voi si faccia immagini di ogni essere vivente che sta su nel cielo in terra e nelle acque sotto la terra. Nemmeno al  sole, alla luna, alle stelle e a  tutto l’esercito del cielo, non ci si deve prostrare, nè prestare culto.".

 417

Colui che inventò un ‘altro Dio’ non ascoltò Mosé e si allontanò dalla sorgente della salvezza, la Torà di Mosé. Egli non superò la prova del Secondo Comandamento e fu rimproverato da un servo di Dio. Ciò accadde verso la fine della sua opera, l’Apocalisse: “Io, Giovanni, ho udito e vedute tutte queste cose. Ora, quando le audizioni e le visioni ebbero termine, caddi ai piedi dell’Angelo, in segno d’adorazione, ma, egli mi disse: Guardati dal farlo! Anch’io sono servo come te e come i profeti, i tuoi fratelli e come quelli che osservano le parole di questo libro. Dio solo adorerai.  (cap. 22, ver. 8)

418

Dal Diario di Daniele Sonai.     2 giugno 2005

Stamani ho sognato di trovarmi nel medioevo. La Chiesa di Roma mi aveva condannato a morte. A 48 ore dall’esecuzione, riflettevo su che cosa dovevo fare. Se io muoio, non potrò più fare il mio lavoro comandato da Dio. Poi, nel sogno, mi trovo sul patibolo, ed un cardinale mi dice, "Se ti vuoi salvare, devi rinnegare tutto ciò che hai scritto". Avevo pochi minuti per pensarci. Vogliono farmi morire perché dico la verità. Se, però, muoio, molti non potrebbero svegliarsi alla vera fede nell’Unico Dio Vivente. Per cui, la mia menzogna non è meno nociva della loro. Poiché soltanto da vivo posso distruggere le loro menzogne nascoste dietro ad una falsa fede. Cosi, nel sogno, accetto la loro proposta e mi condannano ad esiliare in un Paese con dodici province. In questo Paese, c’è libertà di parola. Ciò mi permetteva di continuare il mio lavoro in un ambiente libero e civile.

419

Sono stato condannato a morte dalla Chiesa prima ancora di finire il testo. Ho appena chiamato Peretz, gli ho raccontato il sogno e lui mi ha detto: se questo testo fosse stato scritto nel medioevo, la Chiesa ti avrebbe condannato a morte. Grazie a Dio, nei nostri tempi c’è libertà di espressione. Le nuove generazioni non vorranno essere più manipolate nell’ignoranza; vorranno decidere loro, dopo aver analizzato con cura tutte le contraddizioni che ci sono sull'argomento.                                       

420

Giovanni l’Evangelista non ascoltò Mosé. Egli non prese neanche in considerazione gli avvertimenti dei Profeti di Israele. Chi disobbedisce alla parola di Dio, Gesù che ascoltò Mosé ed i Profeti o Giovanni che mise un altro Dio al cospetto di Dio? Valutate voi, cari lettori, la differenza che c’è fra le parole dei Profeti e la dottrina di Giovanni. Nel Libro dell’Asino che Mangia il Pane, ci sono alcune profezie selezionate dall’Asino che riporto qui sotto:

421

Isaia, cap. 2, ver. 17, 18.

L’arroganza umana sarà umiliata, l’orgoglio dell’uomo sarà abbassato: Il Signore solo sarà esaltato in quel giorno. Gli idoli spariranno completamente.

Isaia, cap. 45,  ver. 18, 25.

Perché cosi parla il Signore che ha creato i cieli e la terra, Egli che è Dio, che ha formato e fatto la terra; Egli l’ha stabilita, non l’ha creata caotica e informe, ma l’ha formata perché sia abitata: Io sono il Signore senza rivali.

Non ho parlato in segreto, in un angolo tenebroso della terra, non ho detto alla stirpe di Giacobbe: Cercatemi nel deserto. Io sono il Signore che dico giusto e annuncio ciò che è retto.

Radunatevi e venite, accostatevi tutti, sopravviventi delle nazioni! Insensati sono quelli che innalzano un idolo di legno e pregano un dio che non salva.

Annunciate, esponete, consultatevi pure assieme: Questo chi ve l’ha fatto dire nel passato, chi prima che ve l’ha annunciato? Non forse Io, Il Signore? Un altro dio non c’è all’infuori di Me!

Fuori di Me non c’è altro dio giusto e salvatore. Volgete a Me, e sarete salvi, voi regioni di tutte le parti del mondo, perché Io sono Dio e non ce ne sono altri!

Lo giuro per Me stesso! Dalla Mia bocca esce la verità e non sarà revocata: Davanti a Me si piegherà ogni ginocchio, per Me giurerà ogni lingua.

Di Me si dirà: - Nel Signore solo, si avrà la giustizia e la forza! – Da Lui verranno svergognati tutti quelli che si oppongono. Nel Signore la stirpe d’Israele sarà vittoriosa  e gloriosa.

 Isaia cap. 40, ver. 18

A chi vorreste voi paragonare Dio? E con quale immagine Lo rappresentereste?

Isaia cap. 40, ver. 25

A chi, dunque, Mi vorreste paragonare perché Io gli sia pari?

Isaia cap. 41, ver. 4. 

Chi ha operato, chi ha fatto questo? Colui che fin dal principio ha chiamato le generazioni alla vita: Io l’Eterno, che Sono Primo e che Sarò con gli ultimi sempre lo stesso.

Isaia cap. 42, ver. 8

Io sono l’Eterno: tale è il mio Nome e Io non darò la Mia gloria a nessun altro, né la Mia lode appartiene agli idoli.

Isaia cap. 43, ver. 10

I Miei testimoni siete voi, dice l’Eterno, voi siete il Mio servo che Io ho scelto, affinché voi lo sappiate, Mi crediate, e riconosciate che Sono Io. Prima di Me, nessun dio fu formato e dopo di Me non v’è ne sarà alcun altro.

Isaia cap. 44, ver. 6.

Così parla l’Eterno, Re d’Israele, l’Eterno degli eserciti: Io sono il Primo e l’Ultimo e fuori di Me non c’è altro Dio.

Isaia cap. 44, ver. 24.

Così parla il Tuo Redentore, Colui che t’ha formato fin dal seno materno: Io sono l’Eterno che ha fatto tutte le cose. Io solo ho spiegato i cieli e la terra, senza che vi fosse alcun altro con me.

Isaia cap. 46, ver. 5.

A chi Mi assomigliereste, a chi Mi uguagliereste, a chi Mi paragonereste, quasi fossimo pari?

Isaia cap. 46, ver. 9.

Ricordate il passato, le cose antiche, perché Io sono Dio, e non v’è ne alcun altro. Sono Dio e nessuno è simile a Me.

422

Nella parola di Dio, pronunciata tramite i Profeti di Israele, non c’è alcun accenno ad un verbo che era presso di Dio. Al contrario di ciò che disse Giovanni, nei Profeti c’è una determinazione severa di Dio contro coloro che vogliono innalzare un uomo al livello di Dio. Nessuno è simile a Dio e nessun uomo assomiglia a Dio. Nessun uomo può paragonarsi a Dio.

423

Dio non è né carne né spirito, bensì il Creatore di tutte le carni e di tutti gli spiriti. Chi crede che Dio sia uno spirito, sbaglia di grosso. Poiché lo spirito occupa un posto nel nostro cosmo. I Saggi di Israele dissero che Dio non ha bisogno né di spazio, né di posto. Poiché Egli è esistito prima di tutte le altre esistenze.

424

Lo spirito di Dio non è Dio bensì un servo di Dio che fa la Sua Volontà. La parola di Dio è la Volontà del nostro Creatore espressa nel linguaggio degli uomini. Il Verbo di Giovanni non è Dio bensì un fumetto da strappare. Esso non è una entità Divina, né un'entità esistente. E’ solo la visione d'un artista filosofico con molta fantasia. Esso proviene dal caos originale.

425

L’uomo deve rivolgere le sue preghiere soltanto a Colui che disse ed il mondo fu. Abramo, nostro padre, riconobbe Dio dalle Sue opere e Dio Si rivelò a lui con il Nome di EL SHADDAI.

In Egitto, il Dio di Abramo redense i figli di Giacobbe per mano  di Mosè. In quel momento storico, il Dio dei cieli e della terra mantenne la promessa fatta al primo Patriarca: (Genesi cap. 15, ver. 13.) – Allora Il Signore disse ad Abram: Devi sapere che la tua discendenza dimorerà come forestiera, in una terra non sua; la lavoreranno e li opprimeranno per quattrocento anni. Ma Io giudicherò la nazione che Essi hanno servito! Dopo queste cose, essi usciranno con grandi beni. -

426

Dio non comandò né ad angelo né a profeta di redimere il Suo popolo. Egli Stesso lo liberò con segni e prodigi. Il Dio degli Eserciti scelse Mosé, un figlio di Israele che fu riempito di spirito della conoscenza della Volontà di Dio. Dio testimoniò che "non ci sarà mai un uomo più umile di Mosé in tutta la Mia casa". Gesù credette nella Legge di Mosé e si ispirò alla sua umiltà.

427

Gesù stesso insegnò che l’uomo non ha nessun potere, se esso non gli viene dato dall’Alto. Dall’Alto è arrivata la Torà. Essa dà la forza di sconfiggere l’idolatria ed il male che ne deriva.  Chi ascolta Mosé ed i Profeti si protegge in Dio, si fortifica nello spirito e nel corpo, e non cade nelle tentazioni dell’astuto serpente. Gesù fu un uomo indottrinato dalla Legge di Dio e dalla parola dei Profeti. Questa conoscenza dette la forza a Gesù di respingere l’instancabile martellatore del male.  

428

Gesù mi stupisce con le sue parole:

Se io rendo testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non è valida.

C’è un altro che testimonia di me e so che tale testimonianza è vera, voi avete inviato una delegazione a Giovanni ed egli ha reso la testimonianza alla verità.

Io, però, non accetto la testimonianza di un uomo, ma dico questo perché voi siate salvati.

Egli era la lampada ardente e splendente e vi siete voluti rallegrare per poco alla sua luce.

Ma io ho un’altra testimonianza, più grande di quella di Giovanni, cioè le opere che il Padre mio ha dato da portare a compimento, queste stesse opere che faccio, mi rendono testimonianza che il Padre mi ha mandato; e anche il Padre che mi ha mandato mi rende testimonianza.

Voi non avete ascoltato la Sua voce, né avete mai visto la Sua figura e non avete la Sua parola che rimane in voi, perché voi non credete a colui che ha mandato.

Voi scrutate le Scritture, perché per mezzo di esse pensate di avere la vita eterna: sono proprio esse che mi rendono testimonianza. Ma voi non volete venire a me per avere la vita. Io non accetto la gloria degli uomini. (cap. 5, ver. 42) 

Come potete credere voi, che vi glorificate gli uni gli altri e non cercate la gloria che viene dal solo Dio? (cap. 5,ver. 44)

429

Sono passati duemila anni ed il cristianesimo è rimasto sordo alle parole di Gesù. La colpa principale è del Verbo di Giovanni, non dei cristiani. I cristiani non sanno distaccarsi dal Verbo. Essi sono rimasti incantati del suo 'mistero' e si sono persi nel buio. Grazie a Dio, la voce di Gesù è ritornata per chiedere giustizia a Dio. Egli vuole separare il suo nome dalle parole peccaminose dei Padri della Chiesa. Gesù non accetta la testimonianza degli uomini né la loro gloria. Così sarà nel mondo. Poiché Iddio purificherà il mondo dall’idolatria nella Terza Redenzione Finale.

430

Con occhi da cristiano risvegliato, finalmente vedo Gesù in difetto. Le sue parole confondono il Cristianesimo. Lui non vuole la gloria di nessuno. Egli non si glorifica, non accetta nemmeno la propria testimonianza, né quella del Giovanni, il Battista. Sono da studiare tali affermazioni. Questo Gesù è un osso duro, un ebreo tenace. Mi piace.

431

Comunque, è interessante capire come mai Gesù non accetta la testimonianza del Giovanni il Battista. Faccio ancora fatica a credere a ciò che disse Gesù. C’è un altro che mi rende testimonianza e so che è vera, voi avete inviato una delegazione a Giovanni ed egli ha reso la testimonianza alla verità.

Io, però, non accetto la testimonianza di un uomo, ma dico questo perché voi siate salvati, ecc.

432

Ciò dà tanto da pensare perché la testimonianza di Giovanni, il Battista, è scritta proprio nel prologo di Giovanni nell’inno al Verbo: Questi era di colui di cui dissi: “Colui che viene dopo di me, ebbe la precedenza davanti a me, poiché era prima di me”. (cap. 1, ver. 15),

Non è possibile! O Gesù è in difetto o lo è tutto il cristianesimo. Egli non accetta né la sua testimonianza, né la testimonianza di Giovanni e nessun tipo di gloria dagli uomini. Perché?

433

Con tali parole Gesù distrugge il Verbo di Giovanni, invalida le lettere di Paolo di Tarso ed infine spacca la Trinità, ancor prima della sua nascita. E’ incredibile! Chi l’avrebbe mai detto che Gesù avesse detto tali parole!

434

Gesù, perché parla così? Forse si è montato la testa? No, niente affatto. Egli era umile. Giovanni, il Battista, cercava di mettere Gesù davanti a lui. Forse questo fatto non piacque a Gesù per il troppo onore datogli? Perché lo dico? Perché Gesù antepone Dio agli uomini. Gesù spiegò che c’è una testimonianza che supera tutte le testimonianze degli uomini:

Ma, io ho un’altra testimonianza, più grande di quella di Giovanni, cioè, le opere che il mio Padre mi ha dato da portare a compimento.

435

A Gesù non interessa essere prima o dopo di Giovanni, il Battista, ma di riuscire portare a termine un Comando di Dio. E’ solo della riuscita della sua missione che Gesù si preoccupava. Poiché tale era la volontà di Dio. Tutte le altre parole su di lui non avevano valore.  

Se io rendo testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non è valida.

Io, però, non accetto la testimonianza di un uomo.  

436

Il glorificarlo e testimoniarlo come un uomo divino sopra tutti irrita Gesù. Questo culto, Gesù non l’ha mai voluto né cercato. Quanti sanno che Gesù disse di non accettare la testimonianza di un uomo, né la gloria degli uomini? E non è finita qui. Nel verso successivo, egli ci avvisa che 'se dico questo voi siete salvati'. Lo riscrivo perché non riesco a crederci, io non accetto la testimonianza di un uomo, e se dico questo, voi siete salvati.

437

Grazie a Dio, Gesù mi ha scagionato da tutte le accuse dei credenti nella parola di Giovanni l’Evangelista. Gesù, con la sua testimonianza, mi ha salvato dalla condanna a morte dalla Chiesa. Non solo me, ma anche a chiunque ascolti la sua parola. Yeshua sta dicendo: non date testimonianza di me e non glorificatemi, perché chi fa così non potrà essere salvato.

466

A questo punto bisogna fare una scelta. E per fare la scelta esatta, non bisogna fidarsi delle interpretazioni dei Padri della Chiesa, anzi, bisogna non fidarsi di loro. Essi non hanno insegnato l’insegnamento di Gesù bensì una nuova teologia imparata dal prologo di Giovanni. Scusate se insisto. Niente di personale. Ognuno crede in ciò che vuole. Il punto è che i loro insegnamenti distorcono Gesù e tutti i suoi insegnamenti.

467

Sono arrivato a concludere che Gesù sia stato tradito in buona fede. Tolta la buona fede, però, il tradimento rimane. Giovanni, con il suo Verbo, ha tradito il Dio di Gesù. Egli falsificò la persona di Gesù davanti agli uomini, davanti agli animali, alle montagne, ai sassi, alle formiche e a tutti gli esseri viventi di questo mondo.

468

Tu, Giovanni, hai reso falsa testimonianza all’umanità. Tu, Giovanni, hai insegnato a glorificare Gesù come un Dio. Tu, Giovanni, hai insegnato che questa fede salva. Ora, però, sei tu, Giovanni, che ti devi salvare.

469

Gesù intuì che le sue parole sarebbero state travisate dagli uomini. Egli, quindi, non ha colpa se gli uomini hanno dato una falsa testimonianza delle sue opere, una testimonianza idolatra.

"Io non accetto la testimonianza di un uomo."

470

Il loro linguaggio non fu un'opera di Gesù. Egli è innocente e senza colpa. Lui si era annullato nella sua umiltà, nel timore di Dio, da uomo giusto che vive nella sua fede. Ma l’esultanza sfrenata e squilibrata dei Padri della Chiesa chiuse i loro cuori alla comprensione del linguaggio umano del Cristo uomo. Lo si capisce dalle loro conclusioni che deviano della vera fede. La loro stessa fede è caduta nell’errore di 'un altro Dio all’infuori di Dio'. E, con questo errore, si è creato, per sostenere questo falso ‘Dio’, il pretesto di falsificare la creazione stessa. Ciò non fu mai e poi mai l'intento di Gesù!!!! Tali distorsioni sono opere idolatre che accecano il credente dal distinguere ogni verità della pura fede nell'Unicità di Dio.  

Le parole di Gesù sono vere perché sono radicate nella Sacra Torà. Le parole di Giovanni, invece, sono false perché deviano dal Secondo Comandamento. 

471

Qual è la più grande opera voluta da Dio, secondo Gesù? E', forse, che l’uomo accetti le testimonianze dei suoi simili? Oppure che l’uomo accetti la gloria degli uomini? O, forse, che l’uomo costruisca dei grandi templi? Niente di tutto ciò.

La più grande opera che un uomo possa compiere, secondo Gesù, è di ricevere la legge di Dio dentro al proprio cuore, perché essa dà la comprensione che Dio è Uno e che non c’è altro dio all’infuori di Dio. E che gli uomini si amino gli uni con gli altri e che tutti insieme amino l’unico Dio, con tutto il loro cuore, con tutta la loro forza e con tutta la loro anima.  

472

Gesù rispose in modo giusto alla domanda dello scriba: quale era il primo Comandamento della Torà?

Il primo è "Ascolta, Israele, il Signore, Dio nostro, il Signore è Uno. Ed amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: "Ed amerai il tuo prossimo come te stesso. Non ci sono altri comandamenti maggiori di questi".

Gesù svelò il suo cuore con queste parole. Questo ebreo insegnò, a cuore aperto con tutti, la fede comandata da Dio nella Torà di Mosè.

473

Il desiderio di Dio, Benedetto, sta nella Torà di Mosè e nelle parole dei Profeti di Israele. Dio disse: "Sappi, dunque, oggi e medita in cuor tuo che il Signore è Dio nei Cieli in alto ed in basso sulla terra; Lui e nessun altro. Osserva le Sue prescrizioni e i Suoi Comandi che Io oggi t’impongo, affinché abbia bene tu e i tuoi figli dopo di te e prolunghi i tuoi giorni sul suolo che il Signore tuo Dio ti concede per sempre" (Deuteronomio, cap. 4, ver. 39.)

474

L’altro ‘Dio’, per esistere, deve andare contro tutte le parole dei Profeti di Israele. L’antica ed eterna parola di Dio viene considerata ‘vecchia’ dai Padri della Chiesa, ed essa viene sostituita da una ‘nuova’ Parola, il Nuovo Verbo. Il Nuovo Testamento, però, non viene dal Cielo, come la Torà al tempo di Mosè, ed esso non proviene neanche dalla madre terra della natura. Allora da dove proviene? Bella domanda! Esso proviene dalle labbra di uomini, anche in buona fede, che per giustificare il Messia e glorificarlo ed onorarlo, scavalcarono la vera e giusta fede della Torà di Mosè e dei Profeti di Israele.

475

Il Serpente ha fatto bene il suo lavoro ed ha raggirato tutti. Niente di male. Egli ha ingannato anche Paolo di Tarso facendogli dire ciò che non poteva capire. Lo spirito di Paolo gli spiegò che la volontà di Dio aveva messo tutti nella disobbedienza. Paolo aveva ragione, ma non lo sapeva. Cosa non sapeva? Che tutti erano in errore, compreso lui ed il suo cristianesimo. La divinità di Cristo cade nel peccato idolatra in base alla Legge di Mosè. Cosa fece Paolo di Tarso? Tolse la Legge di Mosè per togliere il peccato commesso nella deificazione di Cristo! Così, l’altro ‘Dio’ incominciò a prendere piede, non avendo più le proibizioni della Sacra Torà, l’antica ed eterna parola di Dio.                

476

Dio stesso avvisò, tramite Mosè ed i Profeti, che non c'erano elementi visibili o invisibili nell’universo che possano assomigliarGli. Egli è Uno, Uno soltanto, ed è l’unico vero Buono di tutto ciò che esiste e tutto ciò che esiste non Lo può vedere né concepire.

477

Basti vedere come la Chiesa giustifica il culto ai suoi 'dei', davanti alle parole del Secondo Comandamento: Sentite un commentatore tradizionale cristiano: E' qui rigidamente inculcato il monoteismo, ossia il culto al solo vero Dio, e detestata l'idolatria, alla quale il popolo ebreo era tanto esposto ed incline; per questo si proibisce a loro di farsi statue e delle immagini. Oggi, che non vi è più questo pericolo, sono permesse perché costituiscono un valido aiuto al culto esterno. Ci aiutano a ricordare i veri servitori di Dio e ci invitano ad imitarne le virtù."

Peretz dice che la religione, per giustificare ciò che è falso, fa sì che i propri fedeli diventino bugiardi, maledetti, scaltri e persone di malafede. Duemila anni di culti idolatri della Chiesa ma solo il popolo ebraico è incline all'idolatria!!!!!!!!

478

Il tragitto dalla concezione astratta alla concreta materializzazione dell’Entità Divina è breve. Cosi anche Giovanni confinò il suo Verbo in un corpo facendo diventare quel corpo divino, il Corpus Cristi. Da CORPUS a PIETRA SCOLPITA la strada fu breve.  

 

479

Quando si arriva alla statua che rappresenta una divinità, significa che l’idolatria ha completamente distaccato la persona dai comandi di Dio. Moltissime energie vengono consumate dagli artigiani nel fare idoli. La statua è l’idolatria nella maniera più grezza. E’ sufficiente che un artigiano scolpisca sulla pietra  una figura a cui si è abituato a prestare culto. Costui, poi, con fatica religiosa, l’appoggia su un piedistallo e tale statua è così  pronta ad essere venerata.

480

Cosa sta facendo l’artigiano? Egli, con la opera delle sue mani, sta modellando l’oggetto della sua fede su una pietra, simile allo spirito che diventa carne. L’astratto viene immobilizzato nel fermo immagine su una tela o scolpito nella pietra, 'un valido aiuto al culto esterno'. Alla fine gli dei degli uomini non sono altro che delle figure senza vita.

481

Ovviamente, tali figure devono seguire l’immaginazione della credenza del fedele. Voglio dire che la Divinità scolpita sulla pietra rappresenta l’immagine di una Divinità mentale costruita nelle inosservanze del Secondo Comandamento.

“Non ti farai nessuna statua e nessuna immagine”.

482

La parola “nessuna immagine”, purtroppo, non fu presa nella maniera giusta da Giovanni, l’Evangelista. Come potè dare un'immagine a ciò che è inimmaginabile? Come potè vedere due entità oltre i confini dell’universo? Come potè vedere nella sua mente il principio di Dio?

Egli testimonia nel quarto Vangelo che ‘In principio c’era il Verbo ed il Verbo era presso Dio’. Seguendo le sue parole, si vedono 'in principio' due Entità separate; una viene chiamata 'Verbo' e l'altra Dio.

483

Dio si rivelò al popolo di Israele sul Monte Sinai con grandi miracoli. Ciò testimoniava la vicinanza fra Dio ed il Suo popolo, come un padre che educa suo figlio. Nessun popolo può, e dovrebbe, sentirsi figlio di Dio più del popolo d'Israele. Al tempo di Gesù, gli ebrei non si comportavano da figli di Dio e non facevano il giusto onore dinnanzi al loro Padre che è nei cieli. Ecco, appunto, perché il Messia, Gesù, dovette ri-insegnare loro i giusti atteggiamenti nei confronti del Padre in Cielo. "Non sono blasfemo, spiegò Gesù ai Dottori della Legge, dico di essere figlio di Dio nello stesso senso scritto nella Torà, 'Figli siete al Signore Dio Vostro' e sta scritto 'Mio figlio, il Mio  primogenito, Israele'.

484

Le nazioni pagane, però, non erano migliori degli ebrei. Nei loro regni, l’idolatria era comune ed anche crudele poiché richiedeva sacrifici umani. Questa loro  fede idolatra  aveva più valore della vita. Tutto il mondo pagano era senza la guida del vero Dio perché mancava lo splendore di Israele.

485

Gesù comprese che tale splendore mancava. Gran parte dei rappresentanti della Torà, purtroppo, erano caduti nel desiderio di splendore personale. Una luce, senza la Santità della Legge nel cuore, non splende. Costoro, però, erano uomini della sua stessa fede, ebrei come lui, figli di Dio ai quali Dio diede la Corona della Legge e la terra d'Israele ed il Tempio. Ciò perchè il popolo di Dio santificasse il Suo nome in un luogo Santo, nel Tempio a Gerusalemme. Gesù sapeva la causa di questa luce senza splendore e cercò di spiegarla nella parabola del ricco epulone. "Hanno Mosé ed i Profeti, che li ascoltino!".

486

Il quartiere generale delle immagini si trova dentro la nostra mente. Nessuna di queste immagini, però, può rappresentare Dio. Poiché Egli è privo di forme e di aspetti. Egli è Uno. Un gran Saggio di Israele, Rav Eliezer di Worms, disse che, ‘Tutte le forme delle forme create, non sono presenti in Lui. Tutto ciò che può essere immaginato o paragonato nella creazione, non può essere tale con il Creatore. Poiché, Tu sei Uno e Tu solo hai creato i cieli e la terra senza fatica e senza lavoro’.  

487

Senza il Secondo Comandamento, non c’è vera fede, e se non c’è la vera fede, l’immaginazione prende il sopravvento. Il cristianesimo, infatti, ha costruito la sua fede sui termini di Giovanni e sulle deduzioni di Paolo di Tarso. Sono state le loro stesse parole che hanno indotto  ad immaginare l’esistenza di due Divinità, il Padre ed il Figlio, ancora prima di tutti i secoli.

488

Giovanni fece di Gesù il secondo vitello d’oro della storia  e Paolo di Tarso lo offrì su un piatto d’argento alle nazioni.              

489

“Poiché Io sono  il Signore Dio Vostro, un Dio Geloso”.

Il Creatore dei cieli e della terra è lo stesso Dio che redense i discendenti di Abramo dall’Egitto, che aprì le acque del mar Rosso e che guidò il popolo di Israele ai piedi della montagna per stringere un’alleanza con loro. E, dal monte, il Dio di Abramo si rivelò alla Sua nazione e disse: "Io sono il Signore, Dio Vostro, che vi ho tratti dalla terra d’Egitto, dalla casa della schiavitù".

490

Il Santo Benedetto parlò per la prima volta a cielo aperto con il Suo popolo mentre la montagna bruciava. Lampi, tuoni si scatenavano nel cielo e fuoco scese dal cielo quando si udì la Voce di Dio. I Saggi spiegarono che 'non c’era posto in cui la voce di Dio non penetrasse'.

491

Io sono un Dio Geloso. Non esiste nessun elemento vivente nell’universo che possa raffigurarMi. Chiunque si associ a Me è un impostore. Io sono il vero Padrone dell’universo e l’universo è nulla davanti a Me. Io sono il Signore Dio Vostro che riempie l’universo intero, ma l’universo non Mi riempie in nulla. Nessuno è simile a Me. Io sono Solo. Con Me non esiste un altro Dio. Io riempio i cieli, la terra e tutto il creato. La Creazione è Mia, con tutto ciò che essa contiene. In principio Dio creò i cieli e la terra. Essa fu voluta soltanto da Me e da nessun altro. Io sono un Dio Geloso di ciò che è Mio.

492

Ed Io vedo dove nascondete i dei degli uomini, e "punisco i peccati dei padri sui figli sulla terza e fino alla quarta generazione".

Il Secondo Comandamento è profetico. Tutto ciò che è scritto in esso si è in gran parte realizzato nel mondo. L’uomo ha messo ‘altri dei’ davanti al cospetto di Dio. Egli ha fatto statue ed immagini di entità presenti in cielo, in terra e nelle acque sotto la terra. Giovanni l’Evangelista è uno di questi trasgressori. Egli peccò di idolatria mettendo un Verbo-Dio-Gesù al cospetto di Dio.

493

Il peccato idolatra si commette disobbedendo alla parola di Dio del Secondo Comandamento. Questo è stato l’errore di Giovanni. Dalle sue parole sono nate nuove forme di idolatria. L’idolatria di Giovanni si è estesa ai seguaci della sua fede sulla terza e fino alla quarta generazione. In verità, Giovanni con il suo Verbo ha creato una nuova dottrina. 

494

Come mai non è stato fermato dal cielo il peccato idolatra cristiano? Dal Nuovo Messaggio ho appreso che il cristianesimo era la migliore soluzione per le nazioni. Vedete le spiegazioni nel Libro che Stupisce. La verità diretta sull’Unità di Dio era cosa impossibile da concepire  per i pagani di allora (ed anche in seguito per i cristiani) perché la loro fede era molto materiale. Essi dovevano toccare i loro ‘dei’ con mano o 'vedere' l'oggetto del loro culto.

495

Settanta anni dopo la morte di Gesù, il popolo di Israele perse la sua terra e si disperse fra i popoli. Il Giudaismo non potè più rappresentare per gli altri, purtroppo, la vera parola di Dio. Ciò avvantaggiò la diffusione del cristianesimo nel mondo pagano con i concetti idolatri di Giovanni e Paolo.

496

Non c’è alcun dubbio che il cristianesimo abbia elevato le nazioni ad una morale migliore di quella che vigeva prima. Alla condotta cristiana, però, mancava il supporto dalla vera fede del Secondo Comandamento. I Padri della Chiesa tramandarono ai loro seguaci il peccato idolatra di Giovanni e di Paolo, che è arrivato fino al nostro tempo nel pieno della Quarta Generazione.

497

L'idolatria odia il Secondo Comandamento perchè il Secondo Comandamento la distrugge, così come distrugge tutti i dei degli uomini. Il Secondo Comandamento distrugge anche il Verbo di Giovanni. Il Secondo Comandamento distrugge il Figlio di Dio creato da Paolo di Tarso. Il Secondo Comandamento distrugge la Trinità ed il Secondo Comandamento distrugge lo spirito impuro della madonna. La conoscenza del Secondo Comandamento è l’arma data da Dio per distruggere l’idolatria, nel cristianesimo e nel mondo intero. Ma nei libri di catechismo c'è scritto che "Oggi, che non vi è più questo pericolo, le statue sono permesse perché costituiscono un valido aiuto al culto esterno".

     Aprite gli occhi, fratelli cristiani . La farsa è finita.

498

"Ma Userò clemenza a coloro che Mi amano e osservano i Miei Comandamenti". La Misericordia di Dio è per chi osserva i Suoi Comandamenti. Il futuro dell’umanità è per coloro che osservano la Sua Legge e la mettono in pratica.

                                     Conclusione

499

Abbiamo così visto la grande contraddizione che esiste fra le parole di Gesù e le parole di Giovanni, fra il Secondo Comandamento ed il Verbo di Giovanni. Ho cercato di spiegare tale contraddizione in tutti i modi possibili, per fare capire la vera  Fede a chi la vuole capire.

Ringrazio Dio Altissimo per avermi fatto conoscere il redentore finale, il Goel Haim. Grazie ai suoi preziosi insegnamenti, ho potuto cominciare a correggere i miei difetti personali. Per quel che riguarda la vera fede, Gesù non c'entra nulla con la fede dei cristiani. I Padri della Chiesa hanno tolto il vero Gesù dal mondo. Per merito del Goel Haim, è arrivato il tempo di ritrovare il vero Gesù e la vera fede da lui insegnata.

500

Dal Diario di Daniele Sonai.         I8 giugno 2005

Nel sogno vedo un foglio virtuale che scorreva davanti a me con molti paragrafi stampati; in un punto mancava un paragrafo. Ad un certo punto, vedo un tale di nome Canonico che arresta lo scorrimento ed inserisce il paragrafo mancante. Nel sogno ho capito che questo segno mi indicava la conclusione del testo

" Io amo il vero Gesù."