Autore: Peretz Green

Traduzione: Davide Levi

 

30 Tavole di 30 Passi che rappresenta il Cuore della Nuova Legge della Redenzione Finale

 

 

Tavola 11 - EMUNAH - LA FEDE

Le Facoltà delle Virtù in generale

 

Passo 1 - Il primo comandamento è quello della fede nella vera tradizione mostrata e data ad Israele da Dio Onnipotente. Le 10 Virtù sono in correlazione ai 10 comandamenti. Esse rappresentano l'essenza astratta dei comandamenti nel loro senso più positivo, ad es. non uccidere - la correzione, non commettere l'adulterio - la santificazione, non rubare - rinnovamento dello spirito. Le 10 Virtù sono le 10 qualità amate, estratte dai comandamenti di Dio e rese in una sola parola. Ogni parola delle 10 Virtù rappresenta un ‘comandamento scritto nel cuore’. Quando queste Virtù si rivelano in una persona, si iscrivono nel suo cuore e la persona stessa ne fa tesoro e le ama, una volta che le possiede.

 

Passo 2 - Perciò le 10 Virtù si chiamano le Virtù del Cuore. Esse sono come 10 facoltà di amore all'interno del cuore, amore della fede, amore per la benedizione, amore nel trovare le virtù nascoste nel proprio cuore, amore di pregare Dio, amore nel sentire la Presenza di Dio, amore del proprio perfezionamento nello spirito della propria correzione, amore di essere separato da ciò che è impuro o proibito o basso o volgare ed in tal modo santificato in ciò che è puro, legittimo, elevato e raffinato, amore nel sentirsi rinnovato nel proprio spirito, amore nel sentire i buon gusti che Dio ha creato per umanità, e l'amore di cercare la saggezza che guida la persona in ogni aspetto della propria vita; questa decima virtù è stata chiamata saggiamente ‘il tacere’ perché il trattenere la lingua è una chiave essenziale nella ricerca della saggezza.

 

Passo 3 - Che le 10 Virtù siano espresse da una parola o da una sola espressione, secondo ogni lingua, è anch’essa saggezza. Prendi le 10 parole e le impari a memoria, mettendole nel tuo cuore come il fondamento sul quale si costruiscono tutte le altre strutture dentro di te. Essa è un solo fondamento con 10 elementi di base, quegli elementi fondamentali per sviluppare il cuore amato da Dio, il Cuore Nuovo e Profetizzato del Patto Nuovo Finale della Finale Redenzione. Sii 10-sided (a dieci facce) nel tuo approccio alle virtù, perché se una di esse è dispersa o manca, ciò fa perdere a tutte le altre e le abbassa e qualche volta le rende inesistenti.

 

Passo 4 – Ciò vale anche per i 10 Comandamenti: uno non può dire ‘io ne osserverò 9 ma il decimo non lo rispetterò'. Altrimenti la persona dimostra che le sue motivazioni non sono per adempiere la volontà di Dio ma piuttosto per il proprio tornaconto. In tal modo si abbassano gli altri 9 comandamenti, dando sostanza alla propria valutazione, invece della rassegnazione saggia alla volontà del Signore, Dio nostro. Tale contraddizione abbassa la sicurezza dell’intero fondamento, togliendo da esso la completezza del fondamento desiderato da Dio. Lo ha cambiato per amore della propria volontà, rendendo così la propria volontà più importante di quella di Dio. I 10 Comandamenti devono essere presi come un Comandamento composto da dieci lati e non uno in meno, perché i 10 uniti rappresentano il Grande Fondamento delle Virtù amate da Dio Benedetto, le Virtù che reggono la Legge di Dio.

 

Passo 5 - Le 10 Virtù Unite, quindi, rappresentano il Fondamento del cuore virtuoso amato da Dio. Nove di esse non bastano. Il cuore, ad esempio, è uno, ma se un qualsiasi elemento essenziale del cuore viene danneggiato e non funziona, questo provoca un indebolimento o una malfunzione del cuore tutto. Accosta le virtù del cuore come un solo fondamento solido con 10 elementi essenziali che devono essere stabiliti solidamente per sostenere la Costruzione Meravigliosa che sarà costruita su di esso. Una volta che il fondamento è solido, non c'è paura per l'edificio costruito su di esso, ma se il fondamento è mancante o instabile, ciò che si costruirà potrà durare per un tempo ma alla fine sicuramente crollerà perché poggia su un fondamento debole che non lo può reggere.

 

Passo 6 - Le 10 virtù sono, dunque, il parametro di misura per valutare ogni successo nel servizio a Dio. Essere completo nei 10 comandamenti rappresenta il parametro di successo nel rispettare la Legge di Dio. Non c'è nulla della vera tradizione che non sia incluso in essa. I 10 comandamenti comandano la persona in cosa deve credere e come agire; perciò tutte le membra del corpo e tutte le facoltà, inclusi tutti i livelli dello spirito e dell’anima vi partecipano. Le 10 Virtù sono i 10 comandamenti al livello delle virtù; il loro livello viene ‘costruito’ nella vita spirituale ed interna, nell'amore di Dio e nel timore di Dio che si manifestano nei sentimenti del cuore.

 

Passo 7 - I Saggi, di benedetta memoria, spiegarono che il Profeta Habakuk (4: 2) sintetizzò l'essenza di tutti i 10 Comandamenti (e con ciò di tutte le 613 mitzvot della Torà) in una sola espressione ‘e l’uomo giusto vive nella sua fede'. Una persona che vive la sua vita (volendo dire tutto ciò che concerne ogni aspetto della sua vita) nella sua fede di fronte a Dio sempre, tentando di fare il suo meglio nelle sue azioni e nei suoi sentimenti e pensieri, corrispondente alla sua fede, adempie a tutti i comandamenti ed è considerato un uomo giusto davanti a Dio. Questa tradizione è veramente una rivelazione strabiliante di come la solidità di un fondamento interiore della verità è capace di reggere, senza paura, la costruzione immensa dell’intera Torà.

 

Passo 8 - Noi vediamo, comunque, che la volontà manifesta di Dio Onnipotente era di dare il Grande Fondamento in 10 Comandamenti e non in un comandamento o due comandamenti. Aderendosi ai 10 Comandamenti si può giungere all'essenza del più astratto fondamento del ‘l'uomo giusto che vive nella sua fede' ma se solamente quel fondamento astratto fosse stato rivelato, è probabile che gli uomini giusti che vivono nella loro fede rimarrebbero ancora totalmente imperfetti, mancando le 10 parti estese del Grande Fondamento della Legge. Da ciò si capisce che il Fondamento del ‘l’uomo giusto vive nella sua fede’ è interiore ed elevato in livello nei confronti dei specifici livelli dei 10 comandamenti, ma la sua esistenza corretta non può essere accertata finché sia completa nel contesto dei 10 comandamenti.

 

Passo 9 – Non sempre l’adempimento dei 10 Comandamenti porta al vero cuore ispirato e dedicato dell'uomo giusto che vive nella sua fede. Un adempimento superficiale dei comandamenti può essere confrontato ad un corpo senza anima o di azioni fatte di routine senza alcun coinvolgimento elevato del cuore. Ciò nonostante, quello che concerne le virtù del cuore deve essere preceduto e accompagnato sempre dall’adempimento preciso dei 10 comandamenti. Il Grande Fondamento delle Virtù del Cuore non ha una vera esistenza se non nel contesto del Grande Fondamento della Legge di Dio.

  

   Passo 10 - Questo spiega perché la Seconda Colonna delle 10 Virtù viene dopo la Prima Colonna dei 10 Comandamenti. Nei 30 Passi della Tripla Meditazione, comunque, la Terza Colonna è dedicata ai 10 Comandamenti nella forma de ‘l’Uomo giusto vive nella sua fede’ mentre la Seconda Colonna è dedicata alle Virtù del Cuore. Il motivo principale è che ‘l'uomo giusto che vive nella sua fede’ rappresenta una perfezione ancora più alta dell’umanità, dopo che essa ha già assimilato interiormente i principi dei 10 Comandamenti e delle 10 Virtù del Cuore.

 

Passo 11 - La fede dell'uomo giusto che vive nella propria fede, in verità, rappresenta una categoria nuova di perfezione dell’umanità. Perciò la Terza Colonna del Grande Pesce Leviathan tende a divulgare le Cose Nuove profetizzate per la Redenzione Finale. La Nuova Perfezione del Patto Nuovo Finale rappresenta la vera ‘Via del Mezzo’ ricercata da tempo immemorabile ma non trovata fino a che non viene rivelata e data da Dio, grazie al Goel Finale, nella rivelazione della Finale Redenzione.

 

Passo 12 - Quando l’adempimento dei 10 Comandamenti è immacolato, si può cominciare a perfezionare il proprio servizio del cuore. Nel conflitto Giudaismo-Cristianesimo, espresso in termini fin troppo semplicistici, l’enfasi sull’adempimento dei comandamenti e l'assenza di enfasi sulla perfezione delle virtù del cuore, in campo ebraico, rispetto all'enfasi sulla perfezione del cuore con la mancanza totale della base dei comandamenti e della legge della Tora', in campo cristiano, non ha fornito ad entrambi la Via di Mezzo che è la Via della Completezza. Effettivamente, la mancanza nell'Ebraismo di porre in rilievo le qualità amate del cuore ha favorito il contrasto che condusse alla necessità stessa del Cristianesimo. Ma il Cristianesimo, a causa del suo conflitto col Giudaismo, rimase orfano della vera tradizione della Tora'.

 

Passo 13 – E se fossero stati insieme? Se fossero stati insieme, sarebbe arrivato il tempo della Redenzione Finale! Non lo era e non c'era abbastanza merito per portare di più. La terza perfezione non è semplicemente, comunque, la somma dei due, perché ognuna delle due categorie deve subire un nuovo riproporzionamento delle misure. O per la propria natura o per motivi storici, ognuno ha portato la sua eredità all'estremo e deve essere ridimensionato. Il ridimensionamento non è un compromesso bensì un dislocamento da un estremo al centro. Questo dislocamento cambia radicalmente la prospettiva della prima e della seconda colonna, ed insieme alla terza colonna del Giusto che vive nella sua fede, si arriva alla nuova Via del Mezzo della Terza Redenzione Finale.

 

Passo 14 - Tutte le Tavole della Nuova Legge sono formulate nella Nuova Prospettiva del Giusto che vive nella sua fede. La prima colonna rappresenta il Comportamento Corretto dell’Uomo Giusto che vive nella sua fede. La seconda colonna rappresenta il Cuore Nuovo dell’Uomo Giusto che vive nella sua fede, e la terza colonna rappresenta il Nuovo Cervello Umile dell’Uomo Giusto che vive nella sua fede. Vivere da Uomo Giusto nella sua fede è necessario per essere completo in tutte le 3 colonne. Questo è il punto essenziale da afferrare in questa trattazione.

 

Passo 15 – Le 10 Virtù della Colonna di Mezzo rappresentano 10 facoltà del Nuovo Cuore Profetizzato della Redenzione Finale. Una visione generale di questo Nuovo Cuore è data nella formulazione del Quinto Piano del Nuovo Rito.

Benedetto è il Signore, Dio Eterno, che benedice ed addolcisce il cuore dell'uomo negli ultimi giorni.

Il nostro grande retaggio nuovo è

il Nuovo Cuore della Redenzione Finale.

Questo è (1) il Nuovo Cuore

del Nuovo Patto di Geremia[1].

Cerchiamo di avere (2) un cuore veritiero,

di amore e di timore per Iddio

(3) un cuore giusto ed (4) un cuore laborioso

e (5) generoso verso tutta l’umanità

(6) un cuore largo, (7) tollerante e (8) sincero 

che tocca il cuore dell’altro 

(9) un cuore buono ed (10) un cuore fedele,

in cui risiede il Regno dei Cieli,

(11) un cuore saggio e (12) un cuore positivo

di luce, di speranza e di fede

(13) un cuore pulito come bambini innocenti

su cui si iscrive il Nuovo Patto.

Questo è il cuore del rinnovamento

dei cieli e della terra;

il rinnovamento dei cieli

è il Nuovo Cervello Umile

ed il rinnovamento della terra

è il Nuovo Cuore.

Benedetto è il Signore, Dio Eterno, che redime il nostro cuore.

Benedetto è il Signore, Dio Eterno, che immette in noi il nuovo cervello umile.

Benedetto è il Signore, Dio Eterno, che ci benedice nella benedizione del Profeta Elia, di riconciliare il cuore dei padri con i figli ed i cuori dei figli con i loro padri.

 

Passo 16 – Eccoci nel cuore di 30 Passi, nel cuore della Nuova Legge, per merito del Goel Finale, Haim. Le 10 Virtù sono 10 Facoltà del cuore che hanno la capacità di amare le Virtù del cuore. La Fede è una Facoltà del cuore che ha la capacità di amare la virtù della fede. Le benedizioni che si pronunciano davanti a Dio svegliano la Facoltà nel cuore capace di amare l’essere benedetto ed il benedire. La ricerca in sé stessi per trovare le virtù nascoste del cuore sveglia la Facoltà nel cuore che percorre continuamente a trovare delle virtù più profonde del cuore. La preghiera a Dio crea la Facoltà nel cuore che ama la virtù di pregare.

 

Passo 17 - Il giusto e preciso comportamento nel derech eretz, prima di tutto il rispetto verso genitori, anziani e maestri e tutte le persone, sveglia la Facoltà nel cuore di amare la virtù di sentirsi vicino alla Presenza di Dio. Quando una persona vive con l'idea di correggere i propri peccati ed i propri difetti e di raffinarsi continuamente per una maggiore elevazione, sveglia nel suo cuore la Facoltà che ama la virtù di essere corretto. Quando si mantiene pura la propria vita sessuale, nell'igiene e nei pensieri, si crea nel cuore la facoltà che ama la virtù di essere separato da ogni impurità. Quando si è puliti ed onesti in tutte le proprie transazioni con il denaro, si apre nel cuore la Facoltà che ama la Virtù di amare il rinnovamento dello spirito.

 

Passo 18 - Quando si è severi nel mantenere la propria lingua pulita dalle bugie, dalla calunnia, dall’insincerità, da promesse non mantenute, da discorsi banali o volgari, dai pettegolezzi ai danni del prossimo ecc, si forma nel cuore la Facoltà di amare la virtù di avere una bocca pulita ed una lingua pura e si merita di godere i veri gusti della vita. Quando si valutano le proprie parole e si parla di ciò che è necessario e ciò che è giusto e si sa quando tacere e quando parlare e come proteggere il proprio discorso dallo Yetzer Ha-Ra, allora si forma nel cuore la Facoltà di amare la virtù di voler essere saggio e di amare la saggezza. 

 

Passo 19 - Nella preghiera del Cuore Nuovo della Finale Redenzione, non stiamo parlando tanto delle Facoltà del cuore quanto delle qualità buone, positive e desiderate, qualità che sono, in essenza, i risultati di aver sviluppato le 10 Facoltà delle Virtù del cuore. Vediamo gli aggettivi o attributi usati: 1) nuovo 2) vero 3) vero-amore per Dio 4) vero-timore di Dio 5) giusto 6) caritatevole 7) largo 8) tollerante 9) sincero 10) saggio 11) luminoso 12) speranzoso 13) di fede 14) buono 15) fedele 16) pulito. La preghiera dichiara anche che negli Ultimi Giorni, riferendosi alla Nuova Rivelazione della Quarta Generazione, Iddio Eterno addolcisce il cuore dell’umanità. Poiché mentre la Nuova Legge del Giusto che vive nella sua fede entra nella vita delle persone ed essa si iscrive ‘nel loro cuore’, ciò fa sì che l'amore di servire Dio non sia considerato un carico bensì un grande privilegio. In ciò il cuore si addolcisce nel servizio di Dio.

 

Passo 20 - Si dice che Il Cuore Nuovo sia ‘la nostra grande eredità nuova'. Il termine contraddittorio ‘eredità nuova' è semplicemente esplicativo, non contraddittorio. L'eredità del Cuore Nuovo, profetizzato da Geremia è l'eredità della vera tradizione di Israele, dai Patriarchi, da Sinai, dai Profeti ecc. ma quando esso arriva col Patto Nuovo grazie al Goel Finale, si tratta veramente di un Cuore Nuovo che non esisteva in passato. È il Cuore Nuovo che scende dalle Scale di Marmo Bianco delle Virtù del Regno di Cielo che entrano nelle persone che camminano nello Spirito Nuovo dei Segni Completi della Redenzione Finale. Ciò alla sua volta collega il Cuore Nuovo alla terra sino a quando si estende, nella comprensione e nel amore, alle moltitudini.

 

Passo 21 - Poiché in questo cuore fedele risiede il segreto del Regno dei Cieli. Il ‘segreto del Regno di Cielo’ è, prima di tutto, il cuore amato dal Regno di Cielo, il cuore fedele. Se uno ha un cuore fedele, in lui si può avere fiducia perché possiede un cuore che ama la qualità di essere fedele ed è un principio stabilito in lui che non trascurerà. Si può avere fiducia in lui perché la sua fedeltà risponde per lui. Così è con una persona che è fedele alla sua propria fede ed a tutti i principi di quella fede. Tale cuore è chiamato 'fedele a Dio' ed il Signore, Dio nostro, conosce il cuore dei Suoi servitori fedeli.

 

Passo 22 - Il cuore fedele è la ‘Virtù Segreta’ che include ed ‘apre’ tutte le altre virtù del cuore. Il Profeta Habakuk era in grado di stabilire tutti i comandamenti su un solo comandamento ‘il giusto vive nella sua fede’ basato sul primo comandamento della fede­: Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho portato fuori della terra d'Egitto, dalla casa della schiavitù'. In essenza, il primo comandamento contiene tutti i comandamenti. Così anche la Virtù della Fede include tutte le Virtù, e le altre Virtù derivano da questa base. Il risultato positivo della Facoltà della Virtù di Fede è il cuore fedele. Così tutte le qualità positive del cuore sono basate su questa virtù essenziale, il cuore fedele.

 

Passo 23 - Tutto ciò che concerne la virtù intima della fede del cuore nei confronti di Dio, dev’essere verificato prima di poterne accertare la veridicità. Se quella fede non viene verificata, essa può facilmente essere falsa. Ogni persona è complicata ed ha anche molti pensieri e sentimenti e possiede l’immaginazione che può sembrare una realtà che, in verità, è falsa. Se la virtù della fede è veramente fissa nel cuore, essa sarà verificata nella fedeltà della persona, nelle sue relazioni con le altre persone. La persona sarà fedele con tutti e mai infedele. E se nella relazione con gli altri non si è fedeli, o sinceri, o si promette e non si mantiene, o si ha un doppio standard (uno davanti alla persona davanti ed un altro dietro alla sua schiena), allora la virtù della fede è mancante e non è una qualità di valore davanti a Dio.

 

Passo 24 - Di nuovo vediamo l'importanza del Segno della Fede nel cuore di ogni persona che si manifesta nel comportamento con il prossimo. Non si deve credere ancora al proprio cuore fino a quando il proprio comportamento con ogni persona dimostri che la propria virtù è manifesta e costante. È questo il punto che, riguardo all’umanità in genere, deve essere insegnato per primo. Questa è stata la frode ipocrita di chi ha regnato con i soprusi camuffandoli con la ‘scusa’ della fede.

 

Passo 25 – Tutta la storia è fatta di pagine amare di vite distrutte dall'ipocrisia dei leader principali verso le masse. Il fondamento della vita è il Patto della saggezza di Dio rivelato ad Israele, e il timore di Dio è la forza che fa da scudo contro l'ipocrisia che corrompe quella saggezza, come sta scritto ‘L'inizio della saggezza è il timore di Dio’. Tutta la storia è amara con ‘preti’ che parlano di saggezza per riempire le loro tasche e pance e le cui prediche sono un mezzo per guadagnare potere. Tutta la storia è anche piena di ‘mistici’ la cui grande fede interiore li ha portati ad odiare nei loro cuori il resto dell’umanità mentre con le loro bocche parlano di amore celestiale per tutte le creature di Dio. Amara è l'ipocrisia della virtù della fede quando essa non poggia sul fondamento della vera umiltà ed il vero derech eretz con il prossimo.

 

   Passo 26 – Il Derech Eretz è la base del comportamento corretto con tutte le persone, come spiegato in Tavola 5. La sua applicazione rappresenta l'ingresso alle vere virtù del cuore. Comunque, i modi di derech eretz devono essere studiati dai veri maestri della saggezza. Nessuno nasce sapendo le cose; tutto deve essere acquisito tramite lo studio, l’osservazione, la contemplazione e l'esperienza. Tutte le Facoltà sono,alla nascita, tabula rasa e devono essere riempite prima di diventare funzionanti. Il Derech Eretz non è una virtù del cuore bensì la Chiave richiesta per aprire le porte alle Virtù. L'umiltà, invece, è del cuore stesso. Perché essa non viene menzionata nelle 10 Virtù del Cuore?

 

Passo 27 - Stranamente anche la preghiera del Cuore Nuovo non menziona la parola 'umiltà’ riguardo al Cuore Buono e la troviamo, invece, solamente nei riguardi del Nuovo Cervello Umile. Anche nella preghiera rinnovata del Padre Nostro, secondo i Segni Completi, si dice ‘Dacci un cuore umile come quello dei Giusti'. Riguardo al Cuore Nuovo, il termine ‘umiltà’ non è dato come un attributo specifico perché esso è la base fondamentale di tutte le Virtù, sia le 10 Facoltà delle Virtù del Cuore che le 13 buone qualità menzionate nei riguardi del Cuore Buono. Si usa il termine ‘umile’, invece, per il Nuovo Cervello. Qui ci vuole il termine perché esso indica la Grande Novità riguardante le ‘condizioni' necessarie per ricevere il Nuovo Cervello del Patto Finale.

 

Passo 28 – Volendo specificare di più, comunque, l'umiltà è inclusa nella prima Virtù del Cuore, quella della Fede. Come spiegato, la prima Virtù è estratta da e legata al Primo Comandamento che è quello di credere nella vera tradizione. La vera tradizione è legata totalmente all'umiltà dei Patriarchi e, in particolare, all'umiltà di Mosè, magister noster. L'intero primo comandamento ‘Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho tratto fuori dalla terra d'Egitto, dalla casa della schiavitù’ è stato perpetrato nel mondo tramite Mosè. E l'Onnipotente Dio ha testimoniato nella Sacra Torà che il motivo di tale avvicinamento a Mosè, più che a chiunque altro, era perché Mosè era più umile di chiunque altro sulla faccia della terra.

 

Passo 29 - Nessuno è mai arrivato o mai arriverà alla vicinanza di Dio come lo fu Mosè, ciò perché nessun altro è mai arrivato o mai arriverà all'umiltà amata da Dio come quella di Moshe Rabbenu. Questo fatto è testimoniato da Dio Onnipotente nella Sacra Torà. Lo Tzadik Haim, lo scelto Maestro della Terza Redenzione Finale, usava insegnarmi a lungo che ‘l'umiltà di Moshe Rabbenu, la pace su lui, è la grande base di tutta la Torà intera’. Tutte le virtù sono misurate ultimamente dalla vera umiltà che sta dietro ad esse e se esse possono essere misurate da vera umiltà allora saranno veramente virtù della fede e virtù del cuore. Qualsiasi cosa in contrasto all'umiltà falsificherà tutto il resto.

 

Passo 30 - Grande è stata l'umiltà e la sofferenza ed il livello elevato dei Giusti Nascosti in ogni generazione, perché loro sono i veri allievi di Mosè, il servitore amato da Dio, che vivono nella santità dell’umiltà di Mosè, e che salgono di livello in livello sulle ali dell’applicazione di umiltà di fronte a Dio continuamente e di fronte a tutte le persone. Nella santità elevata delle salite di Mosè sul Sinai, i Tzadikim Nascosti rinnovano le profondità dell’umiltà di Mosè continuamente e ricevono l'amore di Dio riservato ai Suoi servitori umili. Grazie alla loro umiltà il mondo è stato salvato fino ad ora. Perciò noi chiediamo in umiltà di poter ricevere qualche cosa dell'umiltà santificata e della fede amata dei Tzadikim Nascosti e chiediamo ‘Dacci un cuore umile come i Giusti Nascosti’.

 

 

Tavola 12 – LA BENEDIZIONE

La Radice di ogni Benedizione nella Benedizione ad Abramo - La Benedizione a Pinhas - La Benedizione dei Giusti Nascosti - La Benedizione della Redenzione Finale

 

Passo 1 - Sebbene la sorgente della Benedizione derivi dal Sabato della Creazione, la virtù della Benedizione inizia con Abramo nostro padre, come c’è scritto: "vattene dalla tua terra, dal luogo della tua nascita, dalla casa di tuo padre, verso la terra che ti farò vedere. E farò di te una grande nazione, ti benedirò, e farò grande il tuo nome. E ci sarà Benedizione. E benedirò coloro che ti benedicono e maledirò coloro che ti maledicono, ed in te verrano benedette tutte le famiglie della terra" (Genesi, 12, 1-3).

 

Passo 2 - A proposito dell’espressione "ve-heye beracha" (e ci sarà Benedizione): i Saggi di benedetta memoria spiegano che prima di Abramo la Benedizione era in Alto con il Santo Benedetto Egli Sia. Dio disse ad Abramo "La Benedizione che era di sopra, ora la do nelle tue mani, e tu sei libero di benedire chi desideri". Da Abramo, nostro padre, tutti coloro che cercano la Benedizione di Dio devono riconoscere la scelta di Dio in Abramo, padre di una moltitudine di nazioni. Poiché per merito suo la Benedizione di Dio scese nel mondo e nella Tradizione della fede di Abramo si è estesa.

 

Passo 3 - C’è un rapporto diretto fra la fede di Abramo e la Benedizione di Dio, data ad Abramo. Poiché la Benedizione data ad Abramo può essere ricevuta a condizione che la fede nella Benedizione di Dio rientri nella pura fede monoteista di Abramo. Ciò spiega perché la virtù della Benedizione corrisponde al Secondo Comandamento. Non c’è vera Benedizione se non la Benedizione di Dio. E la Benedizione di Dio non arriva a chi fa servizio ad un altro dio, o è collegato a false dottrine o teologie.

 

Passo 4 - E’ l’aderenza all’Unico Dio Vivente dell’Universo che porta la Benedizione nella vita della persona. Il Primo Comandamento è l’adempimento delle promesse di Dio ad Abramo, che ha stabilito la vera Tradizione data ad Abramo sul Sinai, e dal Sinai in poi. In essenza il Primo Comandamento include la pura fede monoteista della Tradizione di Abramo. Il Secondo Comandamento è la dottrina della vera fede di Abramo. Dall’adempimento di questi due comandamenti si forma la virtù della benedizione del cuore. Questa è la virtù che corrisponde alla Benedizione di Abramo, essere benedetto nella vita ed essere in grado di benedire altri e di vedere estesa la Benedizione.

 

Passo 5 - Abramo nostro padre, è il cuore della Benedizione dell’umanità, e non c’è vita senza il cuore. Così non c’è Benedizione senza la Tradizione di Abramo della vera fede e senza la Tradizione della Benedizione di Dio ad Abramo. Da ciò si può meglio capire la Benedizione di Malchizedek, il Re di Salem, Sacerdote a Dio Altissimo. Malchizedek aveva ricevuto la Tradizione del vero Dio, nella scuola segreta di Shem e diventò Sacerdote a Dio Altissimo, Dio di Adamo ed Eva, Dio di Noè e Dio di Abramo.

 

Passo 6 - Malchizedek sapeva che per poter svolgere il suo sacerdozio doveva essere in grado di benedire il vino ed il pane per la gente, per rendere effettiva la sua benedizione. Sapeva pertanto di aver bisogno della Benedizione di Abramo, proveniente direttamente da Dio. Perciò Malchizedek disse: "Benedetto è Abramo a Dio Altissimo, e Benedetto è Dio Altissimo che possiede i cieli e la terra e che ti ha protetto dai tuoi nemici, nelle tue mani” (ibid, 14, 19). Malchizedek, per prima cosa, riconosce, il fatto essenziale che Abramo è benedetto da Dio Altissimo, Padrone dei cieli e della terra, ed Egli lo ha scelto per dare la sua Benedizione a coloro che la meritano; tutti devono riconoscere, se desiderano la Benedizione di Dio, che Abramo è il benedetto di Dio.

 

Passo 7 - La benedizione di Malchizedek arriva dopo la guerra miracolosa di Abramo contro gli eserciti dei cinque regni uniti di Chedorlaomer, che aveva occupato Sodoma e le tre città limitrofe e aveva fatto prigioniero Lot, nipote di Abramo. Abramo con un piccolo numero di uomini, si dice 318 (che in ghematria corrisponde al nome Eliezer, servo fedele di Abramo), sbaragliò questi eserciti, liberò i prigionieri, restituendo al re di Sodoma le spoglie e i bottini di guerra. Tutti erano stati testimoni al grande miracolo compiuto da Abramo nella Benedizione del Dio di Abramo. Perciò Malchizedek, dopo aver riconosciuto Abramo come il benedetto di Dio Altissimo, aggiunge la prova della protezione di Dio che è collegata nella Benedizione ad Abramo. Questa protezione è nota nella Tradizione come 'lo scudo di Abramo'.

 

Passo 8 - E' importante capire che la vera Benedizione è collegata con la vera Protezione data da El Shaddai. Se la Benedizione non protegge dai nemici, ha poco valore. Chi cerca la Benedizione di Dio, allo stesso tempo cerca la Sua protezione, fisica e spirituale. Tale è lo scopo della benedizione tradizionale "Benedetto sei Tu, Signore Dio nostro, scudo di Abramo".

 

Passo 9 - Il Patto di Abramo è il sigillo nascosto della Benedizione di Abramo e dallo scudo di Abramo. Il Patto di Abramo, si riferisce al comandamento della circoncisione, come segno ai discendenti di Abramo che sono nella tradizione di Abramo. Dopo la tradizione di Abramo diventò doppiamente santificata nella rivelazione della Torah a Sinai, dove il comandamento della circoncisione fu dato a tutto Israele, tramite le tradizioni scritte ed orali. Il Segno della Circoncisione rappresenta la completezza del corpo dell’uomo nel contesto della Tradizione della pura fede monoteista di Abramo. E la Benedizione di Abramo e la protezione di Dio nello scudo di Abramo.

 

Passo 10 - La Santità della Circoncisione fu santificata sette volte tanto, tramite la Torah, affinché la Benedizione di Abramo e lo scudo di Abramo siano per sempre nel Testo Sacro. Da allora in poi la Benedizione proviene dalla Torah, che inizia con Beit, per dire, questo è il libro della Parola di Dio, che contiene la Benedizione di Dio. In ebraico la stessa radice per Beracha si trova in Bericha, che vuol dire uno specchio d’acqua, e anche Berech significa ginocchio. Poiché il ginocchio si inchina a Dio in preghiera, e la sua benedizione riempie la facoltà di ricevere la benedizione che è nel cuore.

 

Passo 11 - E secondo le direttive della Torah e le necessità, i Saggi d’Israele, di benedetta memoria, stabilirono le benedizioni canoniche delle preghiere tradizionali. Nel Nuovo Rito della Redenzione Finale, esiste l’alternativa con le nuove formule di benedizione per i pasti, per le preghiere giornalieri e le feste. In effetti, la Santità delle preghiere tradizionali sono esclusive degli ebrei, comandati nella Legge. Le benedizioni e le preghiere del Nuovo Rito, invece, sono nella Nuova Santità, che sebbene suddivisa fra i vari livelli di Altari, contiene i Segni Universali che rendono le preghiere e le benedizioni accessibili a tutti.

 

Passo 12 - E’ essenziale capire bene che quanto qui spiegato non intende deviare minimamente dalle benedizioni e preghiere della Vera Tradizione. Perché come noi non possiamo parlare della virtù di fede, senza parlare prima dei comandamenti della vera Tradizione e della vera fede monoteista, così non possiamo parlare della virtù della Benedizione, senza conoscere le radici della Vera Tradizione della Benedizione di Abramo. Poiché la virtù della Benedizione nel cuore, che in termini semplici significa il ricevere la Benedizione di Dio, richiede che si recitino delle benedizioni formalizzate, come le preghiere del Nuovo Rito.

 

Passo 13 - Il profeta Elia, di benedetta menzione, portò livelli nuovi ed anche nascosti nella Benedizione d’Israele. L’Amidà della Sinagoga Tradizionale rappresenta la preghiera silenziosa, recitata sottovoce, perché è la preghiera più intima. Bisogna dirla in piedi, con i piedi uniti; prima d’iniziarla, si fanno tre passi indietro, poi tre passi avanti, per indicare che la persona è entrata, per così dire, al cospetto del Trono della Gloria, per fare a Dio le sue rischieste e per lodarLo con le 18 Benedizioni. La recitazione dell'Amidà a fil di voce origina dall’esperienza del profeta Elia, quando lo Spirito di Dio lo innalzò e lo portò sul monte Sinai. Qui egli espresse il desiderio di lasciare il mondo ed il Dio degli Eserciti gli diede i suoi ultimi Comandamenti.

 

Passo 14 - Il profeta Elia fu benedetto nel particolare Patto della Pace ereditato da Pinhas, figlio di Eliezer, figlio di Aharon. Il Maestro Haim, spiegò che il profeta Elia, di benedetta menzione, ricevette l’Anima di Pinhas e che in quella Benedizione del Patto della Pace, il profeta Elia non morì mai, come noto dalla tradizione scritta nel Libro dei Re e dalla tradizione orale dei Saggi d’Israele. Il Patto della Pace è un Patto supplementare, ma essenziale nel contesto del Patto della Torah. Il Patto fatto con Mosé e con Israele, fu il Patto della Torah e della Legge Santificata per tutto Israele. Il Patto di Pace fatto con Pinhas e ricevuto forse 600 anni dopo il Profeta Elia, fu in essenza il Patto del Segno della Resurrezione dei Morti. E dunque il Patto dei Segni della Redenzione Finale.

 

Passo 15 - Perciò viene chiamato Patto della Pace, essendo collegato con le generazioni finali della pace promessa per la Redenzione Finale; a prescindere, poi, dalle sue connotazioni che riguardano il perfetto equilibrio dei quattro elementi, fuoco, acqua, aria e terra, nel corpo. E così l’eleminazione del processo della morte. Le due cose sono collegate, perché in tempi futuri benedetti il mondo sarà sotto il segno della resurrezione dei morti e i quattro elementi del corpo risorto, saranno in perfetta armonia, come per Pinhas ed Elia. Che le due Tradizioni, quella di Mosè, magister noster, e quella di Elia, di benedetta menzione, siano necessarie per la Redenzione Finale è chiaramente provato dalla famosa ultima profezia di Malachia "Ricordate la Legge di Mosé, mio servo... ecco io mando il mio messaggero Elia, prima del Grande e Terribile Giorno del Signore..."

 

Passo 16 - Ambedue le Tradizioni sono necessarie per ricevere la Benedizione Finale della Redenzione Finale. Ambedue le Tradizioni, sicuramente, sono collegate alla Benedizione di Abramo ed alle Benedizioni specifiche dei tre Patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe. Queste tre categorie essenziali, la benedizione dei Patriarchi, la benedizione della Torah, tramite Mosè e la Benedizione della Redenzione Finale del profeta Elia sono tutte collegate insieme per la grande Benedizione della Terza Redenzione Finale con la venuta del Goel Finale Haim. A queste deve essere aggiunta una quarta categoria dei Segni Universali che diventano essenziali per l’estensione e le benedizioni redenzionali e messianiche dopo la correzione degli errori teologici del cristianesimo.

 

Passo 17 - Poiché, anche tramite la missione di Yeshua, quantunque non abbia portato vere benedizioni, a causa della falsa teologia che ne derivò, l’estensione della religione universale cristiana è stata essenziale per arrivare alla Redenzione Finale; i Segni Universali, infatti, vengono 'ricatturati' ed in questo modo milioni di cristiani potranno appropriarsi del Patto Nuovo Finale. I Segni Universali creano la possibilità di formulare le Benedizioni della Redenzione Finale non solo per gli Altari di Giuda e di Efraim, ma, anche per l’Altare di Malchizedek. Ciò rappresenta la più incredibile estensione di benedizioni derivate dalla Vera Tradizione, che sono aperte al mondo intero.

 

Passo 18 - La Benedizione del Profeta Elia, di benedetta menzione, aggiunge un altro aspetto di grande importanza alle benedizioni della Redenzione Finale. Cioè quella dei Giusti Nascosti, poiché Elia, il profeta, in ogni generazione è il capo dei 36 Giusti Nascosti, senza essere incluso nel loro numero. 

L'avvento del Goel Finale, insieme al profeta Elia, lo scelto da Dio per annunciare la Redenzione Finale, permettono, tramite la rivelazione dei Segni Completi, a Peretz, il primo allievo dello Tzadik Haim e l’uomo dei Segni, di rivelare al mondo la Vera Tradizione sui Giusti Nascosti.

 

Passo 19 - Ciò ha degli scopi enormi per la Redenzione Finale, dato che estende tutto il contesto della Redenzione, alla luce dei veri Tzadikim sui quali dai tempi del Profeta Elia, poggia l'esistenza del mondo. Col tempo si capirà che la grande benedizione delle generazione della Redenzione Finale è il retaggio dei 36 Giusti Nascosti di ogni generazione, e più specificamente, del Capo dei 36 Giusti Nascosti di ogni generazione. 

 

Passo 20 - Ma la saggezza del Nuovo Equilibrio risiede nella comprensione della risata d’Isacco. Se il nostro padre Isacco non avesse pensato che Esaù fosse il giusto erede della sua Benedizione, le Nazioni del cristianesimo non avrebbero creduto Gesù il vero erede della Benedizione. Ma, se l’Ariete sacrificato al posto di Isacco non avesse avuto le sue corna intrappolate nell'arbusto, non ci sarebbe stato il Giacobbe a completare la Benedizione per tutto Israele e poi per il mondo. Per mantenere l’equilibrio della pretesa eredità del cristianesimo, non fu fatto capire che l’Ariete stesso non era l’erede della Benedizione di Isacco. Nonostante ciò, Giacobbe non avrebbe ricevuto la Benedizione se l’Ariete non fosse stato sacrificato al posto di Isacco.

 

Passo 21 - La Benedizione dei Segni di Isacco passò poi nelle mani di Mordechai ha-Tzadik, con la grande Redenzione storica di Purim. Mordechai ha-Tzadik fu il Capo dei 36 Giusti Nascosti nella sua generazione, come spiegatomi dal mio Maestro Haim. Yeshua non fu uno dei Giusti Nascosti; la sua chiamata, la sua missione, a livello generale, fu quello del giusto che vive nella sua fede. Ma l’uomo dei Segni Iniziali, fu intrappolato nella grande storica convergenza di quei Segni Iniziali, che dovettero uscire per completare i Segni di Isacco.

 

Passo 22 - Poiché i Segni di Isacco furono completati nei Segni di Purim, nei Segni nascosti del Rotolo di Ester e non nei Segni della Nuova Luce di Hannucà che avrebbero dovuto estendersi sino all’estremità della terra, e che rappresentavano i Segni Universali dei Segni di Isacco. Quella luce uscì distorta da comportamenti e intenzioni inique. La luce non usci mai dal Tempio e non divenne la profetizzata Nuova Luce per le Nazioni. La missione di Yeshua venne pertanto a completare i Segni Universali di Isacco.

 

Passo 23 - Se non per l’estensione dei Segni Universali, Isacco sarebbe stato sacrificato sull’altare, che Dio ci salvi. Le Nazioni devono sapere dell'elezione di Dio dei Patriarchi, della Redenzione dall’Egitto per mano di Mosè, della Rivelazione dei Dieci Comandamenti e della Torah sul Sinai, delle promesse al profeta Elia, delle parole dei profeti all’Israele e della storia d’Israele in genere. Tramite la missione di Yeshua ciò fu compiuto, sebbene le interpretazioni fossero totalmente distorte, tramite la terribile deificazione del povero Ariete Sacrificato di Nazareth. Ma anche la luce del Tempio uscì distorta a causa dei sacerdoti, Dio ci perdoni.

 

Passo 24 - La Bibbia, tramite il cristianesimo, fu fatta conoscere al mondo e, dopo sei secoli, nacque e si diffuse l'Islam, che poggiava anch'esso sull'Ebraismo. Ecco perché l’Islam venne dopo e il conflitto fra l'ebraismo ed il cristianesimo diede ai fondatori del Corano una posizione di giudizio che rafforzò la pura fede monoteista. La benedizione dell’Islam, comunque, evocata da Abramo per il figlio Ismaele, è una benedizione separata che poggia sulla pura fede di nostro padre Abramo. Tuttavia, l’odio arabo per il popolo ebraico in varie epoche della storia, ha ridotto di molto tale benedizione.

 

Passo 25 - Il cristianesimo non aveva una vera Benedizione, se non quella della sua diffusione. Tale benedizione fa parte dell’eredità dei Segni Universali, contenuti nei Segni redenzionali e messianici. Ma i Segni Universali, senza i Segni della Nuova Legge, sono totalmente incompleti. Quando i Segni della Nuova Legge arrivano, insieme con i Segni Universali, come nella RF, allora non ci può essere una deviazione dalla vera Tradizione e dalla vera Fede. In campo ebraico, tuttavia, le dottrine mistiche dello Zohar hanno corrotto la vera Fede e la benedizione nel servizio della Sinagoga e nello studio della Tradizione ebraica. 

 

Passo 26 - Ma, in genere, il popolo ebraico, non era in grado di mantenere la Santità della Torah, e quella parte del popolo, che operava per mantenerla, non copriva la vera responsabilità, per tutto il popolo. Era la Santità dei 36 Giusti Nascosti, in ogni generazione, tutti maschi nati ebrei e circoncisi nel Patto di Abramo che teneva la Benedizione per Israele e per il mondo intero, tramite il lavoro segreto dei Giusti Nascosti che sono al di sopra delle parti. Costoro servono Dio per il bene dell’umanità, dato che la vera giustizia non conosce favoritismi e gli ebrei che seguono le vie della Sacra Torah, ricevono le benedizione grazie ai 36 Giusti Nascosti. 

 

Passo 27 - Possiamo riassumere e dire che la vera Benedizione Finale della Terza Redenzione Finale deriva da:

1) la Benedizione di Abramo

2) la Benedizione dei Patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe

3) la Benedizione di Mosé nella Redenzione dall’Egitto

4) la Benedizione a Mosé sul Monte Sinai

5) la Benedizione a tutto Israele nella Santità della Torah e nella Tradzione orale

6) la Benedizione a Pinhas e al Profeta Elia nel Patto della Pace

7) la Benedizione di Mordechai ha-Tzadik e della regina Ester nella Redenzione di Purim

8) la Benedizione dei 36 Giusti Nascosti in ogni generazione

9) la Benedizione del Capo dei 36 Giusti Nascosti in ogni generazione

 

Passo 28 - Quest’ultima è separata non solo perché la Benedizione del Capo dei Giusti è superiore per livello, ma anche perché i Segni redenzionali stessi e la benedizione inerente ad essa, risiedono esclusivamente nelle sue mani.

10) Con la venuta del Goel Finale Haim, i Segni Universali dei Segni redenzionali e messianici della missione di Yeshua, vengono corretti ed entrano nei Segni Completi; ciò permette che la Benedizione venga estesa sull’Altare delle Nazioni, che a sua volta permette la diffusione nel mondo del Sefer Mishnat Haim.

 

Passo 29 - Il Nuovo Equilibrio Universale viene espresso dal Goel Finale, nel Segno in cui egli abbraccia la gente di vari popoli, con enorme trasporto e dice a ognuno “siamo tutti della stessa carne”. Il Maestro Haim, abbraccia ogni essere e ripete le sue parole, indicando la Nuova Benedizione della Redenzione Finale nel Nuovo Equilibrio Universale. Questo segno dell’universalità del Giudice Unto del Regno dei Cieli rappresenta il cuore e la vita della grande Nuova Benedizione che è entrata nel mondo per merito del nascosto Tzadik benedetto da Dio nella sua vita e nella sua Resurrezione.

 

Passo 30 - Benedetto è Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe, che ha scelto il suo amato Goel Finale Haim, per offrire a tutta l’umanità la grande Nuova Benedizione della Vita Eterna nei Segni Completi della Resurrezione. Benedetto è il Signore Dio nostro, che rivela le virtù del cuore nei giorni miracolosi nella Quarta Generazione. Amen.

 

 

Tavola 13 - LE VIRTU' DEL CUORE

La spiegazione della Santificazione e brevi note sulle 13 Virtù di Ester.

 

Passo 1 - Quando l’amore della fede in Dio e l’amore della Benedizione di Dio, sono solidamente stabiliti nella persona, si è pronti per ricercare altre Virtù profonde nascoste nel cuore. Le Virtù nascoste del cuore sono un argomento esteso, difficile da definire. Proveremo a farlo con i seguenti 30 Passi, in precedenza formulati nelle 13 Virtù di Ester.

 

Passo 2 - La prima Virtù si chiama "La compassione per il prossimo che si rinnova costantemente". I nomi delle Virtù sono essenziali per meditarli dentro di sé, dentro il proprio cuore, tramite l'autodisciplina e le guide dello sviluppo personale.

 

Passo 3 - In generale, le 13 Virtù di Ester sono collocate in questa tredicesima Tavola che è la Tavola generale delle Virtù nascoste del cuore. Si può vedere che mentre le altre nove Virtù, Fede, Benedizione, Preghiera ecc. hanno un nome particolare che le riferisce ad una specifica facoltà del cuore, la terza Virtù ha, invece, il nome generalizzato di Virtù nascoste del cuore. Va sottolineato il termine 'nascoste', che rimane tale fino a che si rivelano in modo manifesto. Come la Virtù di amare la vera fede che è nascosta nel cuore, sino a quando la persona arriva a conoscerla e a sperimentarla; così è con tutte le Virtù.

 

Passo 4 - Il termine “Virtù nascoste del cuore” mette in rilievo la Santificazione delle Virtù interiori che trovano la loro applicazione nel rapporto con il prossimo; potremmo anche definirle le Virtù applicate, dato che si manifestano in azioni concrete di benevolenza e misericordia, espressioni di un giusto derech-eretz. Tali azioni manifeste sono però radicate nelle Virtù nascoste del cuore, amate da Dio. E così anche la loro ricompensa è consistente, sia in questo mondo che nell'aldilà.

 

Passo 5 - Le Virtù applicate e manifeste, radicate nelle Virtù nascoste del cuore, una volta interiorizzate, favoriscono l'elevazione verso la Santificazione. Ci sono molte persone le cui azioni virtuose dimostrano che possiedono quelle Virtù nel cuore. Costoro, però, non lo sanno e non ne conoscono il nome; abbiamo già parlato del Segno del signor Domenico Manigrasso, la pace su di lui, che dall’altro mondo, tramite la bocca di un pesce, spiegava a suo figlio Giuseppe, che, in vita, aveva sempre avuto la fede nel cuore ma ignorava le questioni. Ciò significa che egli possedeva la Virtù della fede nascosta nel suo cuore, ma non sapeva come definirla; ecco, le buone azioni derivano dalla Virtù della fede, ma la mancanza della definizione preclude la Santificazione, che può avvenire solo quando si è in grado di riconoscerla come una virtù a sé stante.

 

Passo 6 - La fede del signor Domenico Manigrasso è stata santificata nella sua resurrezione, per merito della resurrezione del Maestro Haim. In vita, però, il signor Domenico, non poteva santificare la Virtù della fede in modo manifesto. Egli odiava la Chiesa Cattolica ed i suoi preti, e quasi mai entrò in chiesa. Nella terminologia distorta dell’Italia cattolica, egli era un ateo, perché non credeva nei dogmi della Chiesa Cattolica. Il signor Domenico, lontano dal credo della Chiesa e privo di un'istruzione che lo aiutasse a definire la fede, in termini separati dalla religione cattolica, rimase senza una propria definizione. Se gli chiedevi cosa fosse la fede, poteva soltanto dirti ciò in cui non credeva.

 

Passo 7 - Immaginiamo, per amor di comprensione, che il signor Manigrasso fosse stato in grado di spiegare; così avrebbe detto: “Io non ho fede nella Chiesa, ma ho fede nell’Unico Dio vivente, il Creatore di noi tutti. In Lui ho fede, ma non nei preti e in tutto quello che ti dicono”. Così avrebbe potuto impartire questo insegnamento ai propri figli fin dall’inizio, stabilendo un suo posto di preghiera e facendo le sue orazioni; in breve, avrebbe potuto Santificare la Virtù della fede per sé e per gli altri.   

 

Passo 8 - Cosa mancava? La definizione. La vita del signor Domenico fu santificata nella morte e nella resurrezione grazie alla fede dei suoi due figli nei Segni Completi della Redenzione Finale. In passato, sebbene non sapesse praticamente nulla dei Segni, si trovò nel Segno di assolvere l’Asino dai suoi peccati, nel Quarto Anno, nel Segno del Tribunale, quando l’Asino aveva bisogno dell’assoluzione. Così anche dopo la sua resurrezione, egli viene in molte occasioni dal Regno dei Cieli per assolvere l’Asino che mangia il Pane, dai peccati asinari in cui egli inevitalmente cade sul sentiero della sua costante correzione. La più difficile di tutte le assoluzioni nel sentiero dell’asino però, avvenne nel quattordicesimo anno, terribile da una parte, ma meraviglioso dall'altra, per i Segni Completi della Redenzione Finale (vedi documentazione nel Tribunale di Mordechai ha-Tzadik).

 

Passo 9 - L’esempio dato può essere sufficiente per capire che Santificazione significa, in generale, dedicarsi al servizio di Dio. Ovviamente ciò necessita di una definizione, almeno una parola, o una frase che ha un significato per la persona. Le 13 Virtù di Ester sono collegate con le 13 Stelle della Rosa o Shoshanà (vedi il Libro delle Stelle) e contengono 13 Virtù. Le 13 Virtù sono le proprietà positive dell'individuo, mentre le 10 Virtù sono più propriamente le misure (in ebraico, midot), o Virtù nascoste (in ebraico, segulot), quantunque il termine 'segulà' abbia significati non facilmente traducibili. In ogni caso, la Terza delle Dieci Virtù si chiama “la Virtù nascosta del cuore”.

 

Passo 10 - Abbiamo detto che la Prima Virtù è “la Compassione” costantamente rinnovata per gli altri. Questa è una virtù generale. Compassione qui significa misericordia (rahmanut, in ebraico), che è un sentimento di amore, di empatia, di partecipazione al dolore di chi soffre e ha bisogno di aiuto e consolazione. I Saggi d’Israele affermano che la vera discendenza d’Israele è distinta in quanto possiede un cuore misericordioso per il prossimo e per gli animali. Anche in arabo Dio Onnipotente viene chiamato il Misericordioso (El Rahman). Cos’è, dunque, amato dal Misericordioso? La misericordia e la compassione per gli altri. Moshe Rabbenu ricevette i 13 Attributi della Misericordia di Dio, come la misericordia, la bontà, la pazienza, il perdono ecc. che vanno studiati, compresi ed emulati da ogni buon ebreo. Perciò i Saggi di benedetta memoria, spiegarono il verso: “ed aderirai a Lui, al Santo Benedetto Egli sia, Colui che si manifesta nel fuoco che consuma”. Aderire ai Suoi Attributi, significa emularLo; come Egli è misericordioso, cosi anche tu devi essere misericordioso. Come Egli riversa nel mondo amore e bontà, così anche tu devi dimostrare il tuo amore e la tua bontà verso gli altri.

 

Passo 11 - La Seconda Virtù è la fede rinnovata costantamente nella vittoria del bene sul male. Come per la maggior parte o per tutte le Virtù di Ester, non si tratta di un compito facile, in quanto richiede, prima di tutto, una conoscenza di base di ciò che è bene e di ciò che è male. E attraverso la forza del carattere bisogna avere il sopravvento nelle proprie battaglie interne, elevandosi a livelli spirituali sempre maggiori. Quanto più uno si vuole elevare, tanto maggiori sono gli ostacoli che si presentano. Pertanto, ci vuole un atteggiamento pugnace per superarli, così come delle strategie di combattimento. Ciò richiede saggezza e introspezione per poter giudicare obiettivamente i propri limiti e i propri difetti, trovando poi le risorse interiori per poterli eliminare. Tale seconda Virtù, come la prima, deve rinnovarsi costantamente, perché la fede è alla base della vittoria, e la sua mancanza porta inevitabilmente alla disfatta, alla sottommissione al peccato e al male.

 

Passo 12 - La Terza Virtù è la forza interiore che si acquista nel volere afferrare la potenza vivente della Provvidenza di Dio. Questa è un'esperienza viva e costante che si acquisisce pensando in termini di Provvidenza Divina, considerando che la nostra vita è nelle mani provvidenziali dell'Eterno. La fede apre la mente ed il cuore per vedere la Provvidenza di Dio. Come nel segno ricevuto “chi ha fede vedrà, chi non ha fede non vedrà niente” hi-haw, hi-haw. Il raglio, HI-HAW, di questo segno vuole sottolineare che la fede di cui si parla qui è la fede semplice di un asino, sempre pronto a vedere i miracoli di Dio Onnipotente. Noi parliamo della fede semplice nel senso che non è influenzata dai calcoli umani, una fede che proviene dal cuore, non impedita dalle speculazioni del pensiero, come sta scritto “Dio creò l’uomo retto, ma costoro hanno fatto molti calcoli” (eccl. 7: 29).

 

Passo 13 - La quarta Virtù è l’amore interiore per la protezione degli altri, l’attacamento all’umanità, in generale, per cui l’Anima superiore che è in noi si sente legata all'umanità, dato che siamo tutti fratelli e sorelle, figli di Adamo ed Eva da sempre. In verità, siamo tutti delle stessa carne, dobbiamo perciò cercare di sentire gli altri come noi sentiamo noi stessi, nella nostra carne. Così come noi desideriamo la protezione di Dio per i nostri corpi, così dobbiamo desiderare la protezione per gli altri.

 

Passo 14 - La quinta Virtù è la compassione interiore per l’elevazione di tutti. Prima di poter conoscere questa virtù, bisogna sapere cosa significa elevazione. E' una virtù che si acquisisce dopo anni di battaglie interiori, fatte di sconfitte e di vittorie e l'elevazione deriva dai livelli raggiunti dopo ogni vittoria sullo yetzer ha rà. L’elevazione è la somma delle virtù raggiunte rivestite dal giusto comportamento (derech-eretz). Il derech-eretz è l'elevazione del corpo, prima di tutto nel suo rapporto con gli altri. Le virtù rappresentano pertanto l'elevazione del cuore e il giusto comportamento con il prossimo, che stanno alla base del giusto che vive nella sua fede.

 

Passo 15 - La sesta Virtù è la pazienza interiore per imparare le strategie dell’armonia interiore per sé e per gli altri. Anche qui sono necessarie la conoscenza, la saggezza e un'immensa pazienza per scoprire dove risiede l’armonia interiore. Di sicuro, bisogna trovare il giusto equilibrio nella salute del corpo, nella mente, nella vita familiare, nella sfera sessuale, prima di raggiungere l’armonia con se stesso. Le strategie dell’armonia interiore vanno imparate e applicate, secondo le proprie misure, dato che non esistono due persone che sono identiche. Ne c’è armonia senza la musica, che ha il potere stellare e, a volte, angelico di collegare l’orchestra di cinque strumenti in un'esperienza musicale unificata. Se ad una persona non piacciono i suoi piedi, non potrà trovare l’armonia interiore, dato che non apprezza le fondamenta dei suoi movimenti. Ma se egli ama troppo i suoi piedi uscirà dal pentagramma e distorcerà l’armonia. Perché? Ha creato una melodia da un accompagnamento.

 

Passo 16 - Non ondulare troppo le braccia quando cammini, altrimenti dimostri di non poter contenere i tuoi pensieri, e come le braccia se ne vanno da sole così la tua lingua non sarà trattenuta.

 

Passo 17 - Non camminare con la testa alta affinché le tue scarpe non si sporchino con gli escrementi degli animali. Poiché se i tuoi occhi non hanno paura, i tuoi piedi si ribellerano contro la superbia e ti smaschereranno davanti al Cielo.

 

Passo 18 - Se sei abituato a parlare con le mani, sii sicuro che esse capiscono ciò che la lingua sta parlando, altrimenti i tuoi gesti potrebbero essere fraintesi. Queste sono leggi di derech-eretz, parametri di misura dell’armonia interiore.

 

Passo 19 - Non crederti sufficientamente paziente, perché tale convincimento deriva dall’impazienza. Le strategie interiori hanno bisogno di autocritica e di paramentri per stabilire ciò che è corretto e ciò che non lo è. Nel Nuovo Linguaggio che il Maestro Haim ci sta insegnando, tali criteri sono determinati dall’Albero della Conoscenza del Bene e del Male Corretto.

 

Passo 20 - La settima Virtù è l’amore di vedere gli altri felici e di aiutarli a vivere bene. Ci sono molti livelli di odio che impediscono a questa virtù di manifestarsi nel cuore. Ma per poterlo fare, bisogna eliminare dal proprio cuore le scorie dell'ostilità e ciò richiede anche discernimento, perché, si sa che ci sono molti che non meritano di vivere bene a causa del male che fanno. Costoro dovrebbero infatti andare in prigione, nella prigione del cuore, separata dal resto dell’umanità, fino a che non si pentano. 

 

Passo 21 - L’ottava Virtù è l’amore della Verità, di dire e discernere la verità, di essere precisi nel pensare, nel parlare, e nell'agire, avendo sempre il senso dell'autocritica. Noi abbiamo ricevuto il segno: su cosa si alimenta la Redenzione? Sulla Verità. Su cosa si alimenta la Nuova Legge? Sulla Giustizia.

Questa è la verità, ma ognuno troverà la verità secondo i criteri che egli conosce e capisce. Perciò esistono molti livelli di verità personale; tutti basati sulla verità ricevuta, per cui non esiste un limite alla ricerca della verità. Tutti sanno che Dio è Uno, ma nessuno percepisce questa Verità ricevuta allo stesso modo. Ogni persona troverà livelli di verità dentro di sé, tutti basati su quella verità, che Dio è Uno. Ed ogni livello di percezione, basato sulla verità, avrà un suo distinto livello di verità. Tante e varie sono le cose create da Dio.

 

Passo 22 - La nona virtù è la qualità interiore di risvegliare le facoltà della mente, per cercare comprensione, conoscenza e saggezza. Non puoi arrivare alla saggezza da solo, se non per qualche lezione di saggezza che la vita ti ha insegnato. La saggezza è l’applicazione di una conoscenza ricevuta. Dio è Uno - questa è la Saggezza Superiore più alta. L’inizio della saggezza è il timore di Dio (Salmi, 111: 10) - questa è una saggezza ricevuta. Non si trova nel ragionamento della persona. E' più un atto di fede, perché è scritto nelle Massime dei Saggi. La sua applicazione porta la persona alla saggezza. La comprensione cavalca la saggezza, portandola da un'idea all'altra. Con la flessibilità, poiché la flessibilità della comprensione non darà risultati chiari se non ci sono i pilastri della saggezza che sono solidamente stabiliti. Dio è Uno - questo è il grande pilastro della saggezza. In quel giorno Dio sarà Uno ed il suo Nome sarà Uno (Zaccaria, 14: 9) - questa è saggezza ricevuta. Il Nome di Dio, non è per sé, cioè, non è fine a se stesso, Egli non ha bisogno di alcun nome. Il Nome di Dio è per le Sue creature, che hanno bisogno di chiamarLo; e quando l’umanità sarà unita nell'unica fede del vero Dio vivente, allora riconoscerà che è Uno, ed il suo Nome è Unico in terra, come lo è in Cielo. Questa è la comprensione che cavalca i pilastri della saggezza.

 

Passo 23 - Quando i pilastri della saggezza sono stati stabiliti e la comprensione ha portato i risultati desiderati, allora la memoria costante e l’ulteriore applicazione ti porteranno ad una conoscenza, che non verrà mai più dimenticata. Ciò avviene quando, almeno quattro pezzi della conoscenza sono collegati dalla stessa comprensione. Il Maestro di Giustizia, fondatore della scuola degli Esseni, era il Capo dei 36 Giusti Nascosti della sua generazione. Siccome il Capo dei Giusti Nascosti è legato al Profeta Elia, di benedetta menzione, che tiene i Segni Redenzionali Messianici, ecco che la Scuola degli Esseni divenne il posto della rivelazione di tali Segni iniziali. Questa è una conoscenza ricevuta, conosciuta nella Luce dei Segni Completi.

 

Passo 24 - Gesù fu per tre anni completi affiliato alla Scuola degli Esseni. E qui apprese alcuni segreti della 'cabala maasit' che usò dopo la sua tragica missione. Questa è una conoscenza ricevuta dallo scelto Tzadik Haim. Dal momento che Gesù scelse di lasciare la scuola e di adempiere alla sua chiamata, la continuazione dei Segni iniziali redenzionali messianici cadde su di lui, questa è una conoscenza dedotta dai pezzi d’informazione della conoscenza ricevuta e dalla conoscenza dei Segni Completi. I Segni Iniziali tenuti da Gesù, furono falsamente interpretati come se fossero i Segni Completi, questa distorsione ha manipolato ogni possibile interpretazione sulla missione di Yeshua. Questa è una conoscenza dedotta, come la fede dei veri Segni iniziali che, uscendo distorta, generò una falsa fede. Quando questi segmenti di conoscenza si uniscono a formare una comprensione unica, la sua conoscenza sarà fissata per sempre. 

 

Passo 25 - La decima Virtù è la qualità di essere costantamente coinvolto nella correzione di sé. Tutte le virtù di cui abbiamo parlato hanno bisogno di un amore speciale del cuore. Non ti potrai correggere se non hai svillupato la conoscenza della dolcezza superiore che segue l’amarezza della correzione. Se non sei capace di superare la trepidazione psicologica o la paura, il dispiacere o la debolezza, e non sei in grado di affrontare il tuo difetto, non riuscirai a vedere oltre il tuo cancello, fallendo la correzione. La correzione interiore richiede una collisione frontale con il tuo vecchio io e se fuggirai o non la affronterai, accampando giustificazioni, non potrai avere la meglio.

 

Passo 26 - La maggior parte delle persone gradisce la dolcezza della correzione, senza dover attraversare la severità del giudizio, che impone alla persona di sottoporsi ad un sofferto e faticoso esame di coscienza, che lo obbliga a cambiare atteggiamento. Se, d’altro canto, uno riesce a superare la prova e a correggersi, ne uscirà rafforzato e saprà affrontare al meglio le future correzioni.

Con l'esperienza di vita si capisce perché siamo nati con difetti e mancanze; perché dobbiamo battagliare e vincere lo yetzer ha-rà (l'inclinazione a peccare) per essere amati dal Signore Dio nostro. Se non per i difetti e per i peccati non ci sarebbe il merito e l’elevazione ottenuta dopo la correzione. Lo stolto che respinge la correzione si crede al di sopra della terra, ma, in verità, è come una talpa che brancola nei meandri del sottosuolo.

 

Passo 27 - L’undicesima Virtù è la qualità di far sì che gli errori precedenti diventino una nuova forza ed un profumo per fare buone azioni. Certamente si tratta di una fase che segue le battaglie dell'autocorrezione e si arricchisce di uno spirito nuovo che ti permette di sostenere nuove prove. Dopo aver raggiunto l'autocontrollo e la forza dell’autodeterminazione, si è in grado di servire Dio con azioni gradite e profumate, illuminate dalla Luce della correzione dell’Umanità.

 

Passo 28 - La dodicesima Virtù è la qualità di chiedere perdono per le azioni scorrette, per le parole sbagliate che abbiamo commesso o detto al nostro prossimo. Ciò sarà possibile se albergano nel cuore l’umiltà dello spirito e del carattere amati da Dio.

 

Passo 29 - La tredicesima Virtù è la qualità di essere puliti nei propri pensieri. Se uno vede che i suoi pensieri sono costantamente elevati, ciò indica che il suo pensiero interiore è stato attivato e che luce dalla sua Anima ha trovato canali di pensiero in cui manifestare la sua influenza. Ciò richiede una vera comprensione che si raggiunge con la pratica assidua. 

 

Passo 30 - Tramite queste virtù è possibile elevare l'Anima ai livelli di comprensione e di verità.

 

 

Tavola 14 – LA PREGHIERA

 

Passo 1 - Il nostro Creatore, Benedetto Egli Sia, è Benedetto il suo Nome in Eterno, non ha alcun bisogno della preghiera dell’umanità. Né ha bisogno di alcunché della Sua creazione, perché in Lui, non esiste mancanza alcuna da completare. Dio Onnipotente non viene assolutamente ingrandito o diminuito dalle nostre preghiere o dal nostro servizio. Per noi è un privilegio ed un beneficio poterLo servire e invocarLo di giorno e di notte.

 

Passo 2 - Siamo noi ad aver bisogno della preghiera, non il Signore Dio nostro. Siamo noi ad aver bisogno del Suo aiuto e della Sua benedizione, e all'umanità è stato concesso il privilegio di chiamarLo, di lodarlo, d’imploraLo affinché esaudisca le nostre preghiere. Siamo noi ad aver bisogno della Sua protezione, della Sua salvezza e del Suo intervento, quando Lo invochiamo nel pericolo. Siamo noi ad aver bisogno di sentire la Sua vicinanza e la Sua Presenza. Noi dobbiamo guadagnare da Lui e non viceversa.

 

Passo 3 - C’è forse un privilegio più grande di quello della comunicazione col Signor Dio nostro, il Creatore dell’Universo? Noi esprimiamo ciò che abbiamo in cuore; Egli ascolta la preghiera d'ogni bocca che Lo chiama sinceramente. Prima ancora di pregare, Egli conosce le nostre necessità ed i nostri desideri, molto meglio di noi stessi. Ciò nonostante, Egli ascolta la nostra preghiera e risponde al nostro cuore. Egli fa ciò che è meglio per noi. Il Dio degli Eserciti ama le nostre preghiere; ed Egli desidera che noi utilizziamo questo privilegio per il nostro bene.

 

Passo 4 - Dal principio El Shaddai desiderò che l’umanità arrivasse al merito di comunicare con Lui, perciò diede il linguaggio ad Adamo, insegnandoli come comunicare verbalmente con Lui. Così, ognuno può versare il suo cuore a Dio, sapendo di essere ascoltato. Cos’è l’uomo che tu lo ricordi e che tu lo abbia incoronato un po’ più basso di Dio? Si allude alla corona della preghiera, il dono di comunicazione elevata con il Signor Dio nostro.

 

Passo 5 - Per parlare con Lui, Egli permise che i Nomi a Lui riferiti, potessero essere evocati nella preghiera. Dall’inizio egli rivelò dei Nomi con i quali si poteva chiamarLo; poiché, in verità, non esiste alcun Nome che possa contenere Dio nella sua perfezione assoluta. Nel comunicare con l’umanità, in ogni modo, come avrebbe potuto essere evocato, se non avesse avuto Nomi? Come rivolgersi a Lui? L’umanità, all’inizio, lo chiamava El ed El Shaddai ed Egli selezionò delle persone per farsi conoscere con altri nomi, che più tardi furono rivelati nella Torà.

 

Passo 6 - La Sacra Torà rappresenta il Grande Libro di comunicazione tra Dio Onnipotente, il Santo d'Israele, e tra il Suo popolo scelto, Israele, per merito delle promesse fatte da El Shaddai ai Patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe ed a Mosè, magister noster, fu rivelato il livello più intimo di comunicazione, mai raggiunto fra Dio e l’uomo. La comunicazione diretta tramite parole che possono essere recepite e comprese da tutti. Tutto Israele, però, sentì la voce di Dio proclamare le parole dei primi due Comandamenti. La grande importanza dei profeti d’Israele, sta nel fatto che essi rappresentarono la continuazione del dialogo tra Dio ed Israele.

 

Passo 7 - Dopo la distruzione del Secondo Tempio, le preghiere furono istituite al posto dei sacrifici prescritti dalla legge di Mosé. Israele entrò nel periodo profetizzato del suo amaro e prolungato esilio. Rimaneva solo la comunicazione del cuore in preghiera; e la Sinagoga rappresentò la centralità del dialogo del popolo ebraico con Dio. Con l'invenzione della stampa, le preghiere sinagogali furono canonizzate nel sidur.

 

Passo 8 - Dio Vivente dell’Universo gradisce che l’umanità comunichi in preghiera con Lui. Abramo, nostro padre, fu il primo a dialogare direttamente con Dio, tramite un Suo Angelo, chiedendo lumi sulla Sua Giustizia. Abramo domandò a Dio, con parole semplici, come operava la Giustizia dell’Onnipotente, nel caso ci fossero alcune persone giuste in una città, su cui pendeva un decreto di distruzione totale. El Shaddai rispose, domanda per domanda, tramite l’Angelo. Spesso la comunicazione coi Patriarchi, prima, e coi Profeti, in seguito, avvennne attraverso sogni e visioni prodigiose. 

 

Passo 9 - Ora per merito del Goel Finale Haim, El Shaddai sta comunicando con noi, tramite sogni-segni meravigliosi e profetici, e visioni dei Segni Completi e Redenzionali e Messianici della Redenzione Finale. La preghiera del Nuovo Rito della Terza Redenzione Finale è basata sul Nuovo Linguaggio di questi segni. Il Nuovo Rito ha in sé quello che si potrebbe chiamare il tredicesimo Cancello. Il tredicesimo Cancello della Preghiera rappresenta una versione della Preghiera che è generale a tutte le 13 tribù d’Israele, inclusi i milioni di cristiani che, in verità derivano dal gregge smarrito della Casa d’Israele, ed ora esso include il Nuovo Rito dell’Altare delle Nazioni. La Preghiera dei musulmani è separata sul Tappeto dell’Islam, sulla Casa di Sette Piani della Redenzione Finale, a Gerusalemme e parti del Nuovo Rito saranno incluse in essa.

 

Passo 10 - Con l’arrivo del Goel Finale e la discesa dei Segni Completi, tutte le Preghiere che non sono dentro la struttura del Patto Nuovo della Redenzione Finale, sono meno di quello che è desiderato dal Signore Dio nostro. Anche la Sinagoga Tradizionale deve riconoscere il Patto Nuovo Finale e la validità del Nuovo Rito, affinché il popolo ebraico riceva la Redenzione Finale. Così nella Sinagoga tradizionale ci saranno cambiamenti ed aggiunte per metterla in linea con la Redenzione Finale. Il Nuovo Rito è per tutti; comunicazione significa anche la giusta scelta di parole autorizzate ed amate dal Cielo.

 

Passo 11 - Ora torniamo alla facoltà di preghiera del cuore. Le parole di Preghiera sono una cosa, ma la facoltà del cuore che contiene la virtù dell’amore per la preghiera, è una virtù nascosta, innata nel cuore. Per rivelare questa virtù della preghiera, sono necessarie delle preghiere, sebbene, in essenza, questa virtù non richieda una preghiera fissa. Anche nella Tradizione, prima delle preghiere canoniche, esisteva una forte opinione secondo cui la preghiera deve essere spontanea. Tuttavia, fu necessario formulare un canone di preghiere ordinate nelle Sinagoghe, per lo sviluppo e l'organizzazione delle congregazioni e delle comunità. L’essenza della preghiera spontanea, che proviene dal cuore, avrebbe dovuto manifestarsi nel contesto delle preghiere fisse. E anche vero che la maggior parte della gente, senza una guida per come pregare, tende a confondersi e non trova facilmente le parole giuste. L’obbligo della preghiera spontanea non è qualche cosa che la congregazione possa mantenere.

 

Passo 12 - La virtù della Preghiera, in ogni caso, è il cuore che ama pregare Dio, con la sua voce che implora Dio da dentro. La sua consapevolezza giace nel cuore di fede. Essa ha una sua autonomia, è un pilastro intimo che collega i pensieri a Dio e alla Sua Provvidenza. La virtù della preghiera collega il cuore al Regno dei Cieli. Senza la preghiera ogni comunicazione mancherebbe; senza la preghiera, il legame con il desiderio ardente dell’Anima verrebbe a mancare, nessuno spirito potrebbe gioirne; senza di essa, la fede stessa diventerebbe insipida e inutile.

 

Passo 13 - Leviamo una preghiera a Dio Altissimo, affinché avvenga una guarigione salvifica: "Abbi misericordia di Giordano Levi, oh Dio degli Eserciti, e salvalo in quest'operazione a cuore aperto. Ricorda la sua felicità e gioia nel Segno della Resurrezione del Maestro Haim. Perdona i suoi peccati, i suoi errori, le sue scelte sbagliate. Opera un grande miracolo, oh El Shaddai, ed innalza Giordano con la guarigione, elevando così il Segno della Resurrezione dello Tzadik, Haim, nella Resurrezione sulla terra di Giordano Levi, vivo ed in buona salute. Ricorda il suo amore gioioso per lo Tzadik Haim, e perdona le sue mancanze nella Tua Grande Misericordia, mandandogli una guarigione completa.

Ecco questi sono i giorni di gioia nascosta nel Regno dei Cieli, per la nuova festa della Resurrezione del Maestro Haim, che culmina il 9 di Menahemav. Ti preghiamo, mostraci questo Segno, EHEYE ASHER EHEYE per merito del Segno Finale della Resurrezione di Giordano Levi, risorto, qui, su questa terra con una guarigione completa. Amen". 

(Grazie a Dio, la preghiera venne esaudita ed a Giordano venne data una nuova vita).

 

Passo 14 - La preghiera è anche simile a delle grandi forbici che tagliano i cattivi decreti. La gente spesso commette errori e peccati che si accumulano col tempo e sfociano in decreti di punizione dal Tribunale di Sopra. I decreti possono venire in forma di malattia, o di disgrazie o di povertà, o persino di morte, Dio ci salvi. Accade spesso che tali decreti siano ancora in potenza e attendono a finalizzarsi. Ciò perché viene concesso alla persona ancora un limite di tempo per potersi pentire, correggere e tornare a Dio. Le preghiere possono aiutare spesso ad annullare tali decreti, se sono però accompagnate da buone azioni e da un vero cambiamento di comportamento.

 

Passo 15 - Questa categoria di decreti, per così dire "sospesi", è estremamente vasta. Molti sono gli errori dell’umanità in genere e molte le trappole che fanno cadere in peccato. Non stiamo qui parlando dei malvagi, che sono impegnati giorno e notte a fare del male; costoro, in verità, verranno estirpati per sempre nel corso della Quarta Generazione, a meno che, per miracolo, o per paura, si pentano e tornino a Dio. Parliamo, invece, della gente comune, normale, fondatamentalmente buona, che spesso cade in quella vasta gamma di peccati che riguarda la sfera del linguaggio, dei rapporti con il prossimo, della sessualità, della gestione del denaro.

 

Passo 16 - La gente non può conoscere i decreti, ma deve avere timore di sbagliare e peccare. E' necessaria una guida per questo, per cui viene rivelato il Sefer Mishnat Haim con la Nuova Legge. Si deve anche capire che quando il Terzo Goel Finale viene scelto da Dio Onnipotente, per essere Giudice Unto del Regno dei Cieli, ciò avviene per il beneficio dell’umanità. Nell’amore di Dio per lo Tzadik, chi riconosce la scelta di Dio ed il grande merito del Goel Finale Haim, può più facilmente sottostare alla grazia di Dio e alla Sua Protezione, se decide di seguire gli insegnamenti del Patto Nuovo Finale della Redenzione Finale. Per questa ragione la menzione del Goel Finale Haim, è intrecciata nel Nuovo Rito, come la menzione dei Patriarchi, di Mosé, e del Profeta Elia.

 

Passo 17 - I meriti dei Patriarchi vengono menzionati più volte nelle preghiere in quanto veri servitori di Dio; anche in tutti i nostri scritti vengono ripetuti il nome e i titoli del Goel Finale Haim, così come i termini nuovi della Redenzione Finale, dato che il Goel Haim è molto amato da Dio, per cui tali ripetizioni, a voce, nella preghiera e nello studio del Sefer Mishnat Haim, sono gradite al Cielo. C'è merito ogni volta che si menziona il nome del Maestro Haim, con rispetto, umiltà e gioia. Perciò arrivò un segno in cui fu detto "guai a coloro che pregano il Goel Finale".

 

Passo 18 - Ciò significa che quando evochiamo dei nomi nella preghiera, intendiamo esclusivamente i Nomi sacri di Dio. E, in verità, è severamente proibito pensare al nome del Goel Finale, come se fosse associato, Dio ci salvi, all'Eterno. Così è categoricamente vietato rivolgersi in preghiera al Goel Haim o usare il suo nome per chiedere guarigioni o per altri scopi. I riferimenti nelle preghiere sono autorizzati dal Patto Nuovo Finale, dove la menzione sta nel giusto equilibrio desiderato, ma guai a chi prega direttamente al Goel Finale o al Maestro Haim o all'atteso Redentore Finale; bisogna invece seguire i suoi insegnamenti per prendere meriti. Il Maestro c’insegna a pregare soltanto a Dio Onnipotente, il solo Creatore Onnipotente dell’Universo; Benedetto Egli é e Benedetto è il Suo Nome in Eterno.

 

Passo 19 - La gente ha bisogno di preghiere sanzionate dal di sopra, come quelle del Nuovo Rito, per favorire l'annullamento dei decreti su di sé o per risvegliare lo spirito a riconoscere e correggere i propri errori. Si tratta di uno scopo importante per l’umanità nella sua salita verso la Redenzione Finale, che è anche uno degli insegnamenti del Goel Finale Haim, in tutto il Sefer Mishnat Haim. Ognuno ha bisogno della preghiera per correggersi.

 

Passo 20 - La preghiera, comunque, non è solo correzione, ma è anche lode a Dio per la Sua bontà verso di noi e verso il creato. La preghiera è anche il risveglio dello spirito, grato di essere vivo davanti a Dio. La preghiera sveglia la virtù del cuore ad amare la preghiera stessa, che è un momento di comunicazione e di concentrazione con la Presenza di Dio. La preghiera stimola il cuore a desiderare le sue virtù, poiché, suo tramite, la persona sente che il suo cuore è più profondo di quanto è rivelato. Se non si sente nulla, non si conosce ciò che c’è da sentire. Ma, se si sente qualche cosa, si potrà percepire che quel sentimento interiore ha radici ancora più profonde.

 

Passo 21 - Il cuore, infatti, ha vari livelli di profondità e di elevazione e i suoi sentimenti raggiungono le corde dell’anima. Tramite la preghiera e la riflessione, tali livelli possono rivelarsi nelle facoltà del cuore e come diamanti e pietre preziose, possono venire alla luce. Per questo motivo, nella Tradizione, la preghiera si chiama anche "il lavoro del cuore" (avodat ha-lev); avodà in ebraico è anche il servizio a Dio. Pregare significa anche lavorare su se stessi e per rivelare i sentimenti più intimi del cuore, ci vuole assiduità e costanza.

 

Passo 22 - Ci vorrebbero anche un luogo e dei tempi fissi, come le tre preghiere quotidiane in Sinagoga. Si può certamente pregare anche a casa, o in un qualsiasi luogo pulito o dove non c’è alcuna immagine idolatra[2]. Se una persona prega a casa è bene stabilire un luogo fisso, preferibilmente racchiuso da pareti, perché la concentrazione è maggiore quando lo spazio è chiuso davanti a sé; se è possibile, non nella camera da letto. Prima di pregare, è bene stendere un tappetino od una stuoia; è bene anche stabilire dei tempi fissi.

 

Passo 23 - La preghiera tradizionale della Sinagoga è essenzialmente una preghiera a quattro stadi, in corrispondenza con la Rivelazione di Dio al Profeta Elia, sul monte Sinai. Il Profeta parla di un vento forte, poi di un vento rumoroso, poi di un fuoco, e infine di una voce molto fine. L’Amidà, che si recita sottovoce, corrisponde al quarto stadio. Il Nuovo Rito della Redenzione Finale è basato sui Sette Cerchi Profetici ricevuti nel contesto dei Segni Completi. Ogni Cerchio Profetico porta con sé uno dei Sette Nomi di Dio, noto dalla Sacre Scritture. Ci sono Sette Nomi nella Torà e nei Profeti:

 

1° EL SHADDAI

2° ADONAI ELOHEINU (il Signore Dio nostro)

3° EL ELYON (Dio Altissimo)

4° EL HAI (Dio Vivente)

5° ADONAI EL OLAM (il Signore Dio del Mondo, oppure Dio Eterno)

6° ADONAI TZEVAOT (Dio degli Eserciti)

7° EHEYE ASHER EHEYE (Sarò Quel Che Sarò)

 

Passo 24 - Tutti i nomi di Dio, si riferiscono all’Unico Creatore Vivente dell’Universo. In questo non c’è nessuna differenza in questi Nomi Sacri. I Nomi di Dio vengono rivelati secondo le necessità dell’umanità. Nella tradizione è noto, ad esempio, che all’inizio Dio si rivelò nella creazione col Nome di Elohim. Dopo la creazione di Adamo si rivelò col Nome di Adonai, il Tetragramma. Questo nome implica la Misericordia di Dio sull’umanità; prima di Adamo, infatti, non ce n’era bisogno, perché tutta la creazione si reggeva sul Suo comando e non c’era disobbedienza. Con la creazione di Adamo ed Eva, con il dono del libero arbitrio e la possibilità di peccare, Dio si rivelò con il Nome della Sua Misericordia, Adonai.

 

Passo 25 - Si possono spiegare qui alcune idee di base, riguardo ai Sette Nomi di Dio, corrispondenti ai Sette Cerchi Profetici. Dio si rivelò ai Patriarchi col Nome di El Shaddai; lo Tzadik Haim ci spiegò che i Patriarchi erano considerati 'temimim', ingenui e semplici nella loro fede ad El Shaddai, pronti a raccogliere e a vedere i Suoi Segni. Moshè Rabbenu, a differenza dei Patriarchi, desiderò capire le vie di Dio, le vie della Sua Misericordia e della Sua Giustizia. Per cui Dio gli si rivelò con il Tetragramma.

 

Passo 26 - Il Nome 'Adonai Elohenu' (il Nome di 4 Lettere + Elohenu, Dio nostro), si riferisce a Dio che si rivelò ad Israele. Egli è il Signore Dio nostro, che concesse il permesso di essere chiamato il Dio d’Israele. Tramite Israele, il mondo viene a conoscenza della vera Rivelazione e della fede della vera Redenzione. Tramite Israele, il Dio d’Israele, diventa il Dio, il Signore Dio nostro per tutti coloro che riconoscono l'elezione operata dal Dio d’Israele e aderiscono alla vera fede. Nella Redenzione Finale tutti possono chiamare il Signore Dio nostro.

 

Passo 27 - El Elyon, Dio Altissimo, è il Nome usato da Malchitzedek, quale sacerdote a Dio Altissimo. Questo Nome, perciò, si presta al sacerdozio Universale. E come spiegato nei Segni, esso ha implicazioni messianiche, riguardo ai Segni Universali e ai Segni di Isacco nostro padre. Dio Altissimo, al di sopra di tutta l’umanità, ascolta la preghiera di ogni bocca, che Lo chiama con sincerità.

 

Passo 28 - El Hai, Dio Vivente. Questo Nome compare nella Torah nel cantico in Deuteronomio "poiché ho alzato sopra i cieli la Mia mano, dicendo 'Vivo sono Io per sempre'". Il Profeta Elia di benedetta menzione disse, nel libro dei Re: "Vivo è il Dio di Israele al cui cospetto io sto". El HAI, indirizzato a Dio, indica immediatezza, attualita, in questo momento.

 

Passo 29 - Il Nome Adonai El Olam (il Tetragramma+Dio Eterno) è il Nome con cui Abramo nostro padre, chiamò Dio quando stabilì l'altare a Beersheva (Genesi 21, 33), "laddove piantò un tamarisco (eshel) e chiamò nel Nome di Dio, Dio Eterno". Il Nome può essere tradotto in Il Signore Dio del Mondo, oppure il Signore Dio Eterno. Esso contiene lo stabilire il Regno di Dio nel Mondo, che ha un valore eterno.

Il Nome Adonai Tzevaot, il Dio degli Eserciti o delle Schiere, si riferisce a Dio nelle Sue manifestazioni, nella molteplicità delle sue creazioni di miriadi di Angeli, pari alle miriadi di Stelle. Egli soltanto è il Dio di tutti gli eserciti che ha creato.

 

Passo 30 - EHEYE ASHER EHEYE, SARO’ QUEL CHE SARO’, é il Nome del Redentore d’Israele ed il Redentore dell’Umanità, tramite la Redenzione d’Israele. Questo Nome fu rivelato a Mosé, magister noster, quando domandò al Santo Benedetto Egli Sia, cosa avrebbe dovuto rispondere ai figli d’Israele, alla domanda 'chi ti manda?' Dio rispose a Mosé "Di' loro che EHEYE ASHER EHEYE, SARO’ QUEL CHE SARO’ ti manda". Troviamo, comunque, che quando Mosé andò dai figli d’Israele, rispose solo EHEYE mi manda. La ragione è che il Nome intero indica SARO’ il loro Redentore da questo esilio, come SARO’ il loro Redentore dagli esili che seguiranno. Mosè disse a Dio: "E' sufficiente per loro che siano redenti da questo esilio, ma sarebbe troppo parlare adesso di guai futuri. E, in effetti, le tre divisioni di questo Nome rappresentano i tre esili e le Tre Redenzioni, come spiegato in tutto il Sefer Mishnat Haim. I Tre Nomi insieme, rappresentano la completezza della Redenzione Finale e per questo con l’arrivo del Goel Finale Haim, con l’intera rivelazione della Redenzione Finale abbiamo il permesso di usare questo Nome nelle nostre preghiere del Nuovo Rito.

 

 

Tavola 15 – IL DERECH ERETZ

La rivelazione della Presenza Divina, ed il Derech-eretz

 

Passo 1 - La rivelazione della Presenza Divina, in ebraico, si chiama “Ghilui Shehinà”. La Sacra Shehinà investe soltanto la persona che è in uno stato di perfezione davanti a Dio. Il cuore dev'essere in uno stato di vera felicità nel suo servizio a Dio e il Talmud riporta: “ci sono 36 Giusti nel mondo che ricevono la Presenza Divina ogni giorno”. Ciò si riferisce ai 36 Giusti nascosti d'ogni generazione, i Figli dell’Ascesa che sono perfetti nel loro servizio a Dio e che nella loro grande elevazione vivono nell’immensa felicità della verità.

 

Passo 2 - Certamente non è semplice capire cosa sia la “Shehinà”, dato che è riconosciuta da chi ne è stato investito. Ci sono alcuni esempi della Tradizione che aiutano a concepirne la sostanza; si dice ad esempio che solo negli ultimi 17 anni della vita di Giacobbe in terra di Goshen, la Shehinà era con lui. In tutti gli anni precedenti, a causa delle peripezie che dovette affrontare (come il conflitto con Esaù, gli imbrogli di Labano, l'episodio di Dina con la vendetta di Shimon e Levi, la morte di Rahel, la presunta morte di Giuseppe, la carestia in terra di Caanan), Giacobbe nostro padre non era in uno stato di completezza o di felicità necessaria per ricevere la Shehinà.

 

Passo 3 - La Tradizione parla della Sacra Shehinà in più contesti; è scritto, ad esempio, che al di sopra del letto di un malato grave, si trova la Sacra Shehinà, che è una manifestazione della vicinanza di Dio. Oppure, si racconta nel Sefer Hayashar, che dopo la strage di Sh'hem, da parte di Shimon e Levi, tutti i 31 re dei popoli della terra di Caanan, si allearono insieme per muovere guerra contro Giacobbe e i suoi figli; Giacobbe ebbe paura in quel frangente, anche perché si era adirato contro i suoi due figli, se non ché la Sacra Shehinà piombò sui guerrieri nemici e fece vedere loro miriadi di soldati, pronti ad attaccarli, per cui furono presi dal panico e tornarono indietro. La Shehinà è in questo caso una potenza miracolosa mandata da Dio per proteggere Giacobbe nostro padre.

 

Passo 4 - Nella tradizione talmudica e midrashica, il termine Ha Kadosh Baruch Hu, il Santo Benedetto Egli Sia, è sostituito talvolta dal termine Shehinà. Sulla riva del Mar Rosso, i figli d'Israele videro Ha Kadosh Baruch Hu, nelle sembianze di un anziano in preghiera, davanti alla congregazione. Si tratta qui di una manifestazione della Shehinà. L'Eterno può manifestare la Sua Presenza in ogni forma che desidera, se la persona che La riceve ha il merito per ottenerla e riconoscerLa.

 

Passo 5 - Questo è un argomento vasto e profondo su cui si potrebbero versare fiumi di inchiostro, ma non è il tema di queste tavole. Ed anche se si scrivessero tanti volumi, tutte le parole scritte non aiuterebbero a capire l'essenza intima della Shehinà, che è prerogativa di chi si trova ad un livello di santità elevata. 

La Shehinà, tuttavia, non sempre esercita la sua potenza in modo manifesto. Quando gli Ebrei andarono in cattività in Babilonia, la Tradizione, basata sui profeti, spiega che la Shehinà scese con loro. Chi procede rettamente davanti a Dio, nei pensieri, nelle parole e nelle azioni, è accompagnato dalla Shehinà, anche se non la vede o la sente. La Shehinà è vicina alla persona che protegge e guida. Uno Tzadik Nascosto vero è in grado di vedere se la Shehinà è su una persona.     

 

Passo 6 - Nella Tradizione è detto che l’ebreo che conduce la sua vita conformemente alle Leggi della Torah, procede con la Shehinà, mentre se opera peccaminosamente respinge "i piedi della Shehinà". La collera, il linguaggio volgare, la superficialità, il parlare di cose futili a tavola, respingono la Shehinà. La Shehinà alberga dove c’è gioia e rifugge la tristezza. La Shehinà risiede nella pulizia e viene respinta dalla sporcizia e dall'impurità di ogni tipo. In genere, le leggi di derech-eretz, di rispetto e di giusto comportamento sono gradite dalla Santa Shehinà.

 

Passo 7 - Nella Redenzione Finale in cui ci è stato dato lo studio delle scale di marmo bianco delle Virtù del Regno dei Cieli, la Quinta Virtù è quella della Presenza Divina ed è correlata al Quinto Comandamento: "onora tuo padre e tua madre, affinché si allunghino i tuoi giorni sulla terra". Esiste pertanto una diretta connessione fra il Quinto Comandamento e la Presenza Divina. Il Quinto Comandamento è quello del derech-eretz per eccellenza ed inizia con il rispetto per i genitori. Tramite le Leggi del giusto comportamento la Shehinà raggiunge anche le persone meritevoli e si diffonde così nel mondo. Noi chiamiamo la Quinta Virtù il Derech-eretz.

 

Passo 8 - Il Derech-eretz possiede le chiavi per meritare la vicinanza di ELSHADDAI. Derech-eretz significa rispettare il prossimo, accoglierlo con buon viso, parlare con garbo e intelligenza, osservare le buone regole a tavola, vestire in modo appropriato, pregare Dio in luoghi puliti e con la massima concentrazione. Il giusto derech-eretz è uno studio che va appreso ed insegnato, sono regole di comportamenti che vanno affinate e osservate a tutte le età. Anche i Saggi di benedetta memoria, affermarono che il derech-eretz precede la Torà e senza derech-eretz non c’è Torà. Si vedono in giro religiosi che studiano assiduamente la Torà e ne sono anche eruditi; purtroppo, però, nei loro rapporti umani, peccano di alterigia e si credono superiori agli altri; il loro comportamento è privo di umiltà e di garbo; nel loro caso, mancando il derech-eretz, mancherà anche la Presenza Divina.

 

Passo 9 - Lo Tzadik Ha Kadosh, Ha Morè Haim, usava spiegare il significato del Quinto Comandamento: cosa significa che la persona che onora il padre e la madre avrà allungati i suoi giorni? Vuol forse dire che vivrà più a lungo? In verità, ha poco senso pensare che si vivrà più anni di quelli prestabiliti dalla stella sotto cui si nasce. Infatti, i Saggi, di benedetta memoria, spiegano che "la lunghezza della vita, il numero dei figli e il sostentamento dipendono dalla Stella". Cosa significa dunque che i giorni della persona saranno prolungati? Significa che saranno completati nel benessere, nella serenità interiore e nei piaceri della vita.

 

Passo 10 - Non è questo un dono dell'Eterno? Tale è la vera ricchezza della vita, non il numero dei giorni. I saggi di benedetta memoria spiegano che quando Giacobbe nostro padre, chiese a Dio nella sua preghiera di avere "pane da mangiare e vestiti da indossare", non stava chiedendo una cosa piccola. Lo Tzadik Haim spiegava che il nostro Patriarca, chiedendo il pane, chiedeva di avere l'appetito per poter mangiare a piacimento, quindi chiedeva la buona salute. E, allo stesso modo, chiedendo indumenti da indossare, chiedeva di poter camminare, di muoversi a piacimento, in buona salute. Vedete dunque la magnificenza della ricompensa per l'essere rispettosi coi genitori, onorandoli in ogni modo possibile e adempiendo la loro volontà (tranne quando contrasta con quella di Dio). La ricompensa è la benedizione di Dio, che farà sì che la Sua Shehinà protegga la persona, allungandogli i giorni sulla terra.

 

Passo 11 - Onorare il padre e la madre rappresenta la sorgente e la fonte del derech-eretz e la Shehinà è il risultato desiderato del giusto comportamento rispettoso. Naturalmente, il Derech-eretz non è limitato ai genitori, ma si estende ai suoceri e agli anziani, in generale.

 

Passo 12 - Sapete cosa fece Matusalemme per essere ricompensato da Dio con una vita così lunga, di quasi mille anni? Matusalemme vedeva che la gente del suo tempo, dopo aver mangiato, faceva i suoi bisogni dove capitava, senza curarsi di coprire. Matusalemme era turbato e angosciato per la mancanza di rispetto verso i Cieli di Sopra, la Dimora dell'Onnipotente, Re dell'Universo. Così egli andava in giro con una pala e copriva gli escrementi. Per questo suo atto di rispetto verso l'Alto, fu benedetto con la salute e la longevità. Questo episodio di derech eretz va meditato, per capire ciò che è amato da Dio.

 

Passo 13 - Il Derech-eretz è il sentire il rispetto Dio, per i cieli, per la terra, per la natura, per il mondo animale e per il prossimo; ciò si ottiene con l'umiltà. Bisogna mettere da parte il proprio egoismo per sentire l'importanza dell'altro, il contrario dell'arroganza e della freddezza nordica o della supponenza del cowboy americano. Gli asiatici sono più vicini al derech-eretz, ma hanno delegato il rispetto a dei pagani e a delle pratiche abominevoli delle religioni pagane. Molti arabi della fede islamica sono più vicini, se non fosse che il loro derech-eretz è contaminato dal loro odio per gli infedeli. 

 

Passo 14 - Fra gli ebrei, parlo dei nostri tempi, il derech-eretz latita soprattutto fra gli ebrei ashkenaziti, incoraggiati in questo dal pessimo modello americano del rispetto per la tasca. Fra i sefarditi, influenzati positivamente dalla cultura araba, è ancora reperibile. Oggi, però, quel derech-eretz specialmente fra gli ebrei sefarditi in Israele, è diventato una caramella che incarta le pietre della terra e viene venduta come una delicatezza. Ho avuto il privilegio di studiare il derech-eretz degli ebrei yemeniti per 13 anni con lo Tzadik Haim, ma, chi, ora in questa generazione capisce il derech-eretz dello Yemen? È una virtù antica ereditata dal Sinai; magari il mondo potesse riacquistarla nella sua interezza!

 

Passo 15 - È difficile per me descriverla, perché io non sono uno scrittore, ma anche perché si tratta di una tradizione tangibile che si può capire solo vedendola; è una sensibilità del sangue yemenita che deriva dall'umiltà di Mosé. È una cosa sentita profondamente nel cuore e ancora santificata nell'amore della Torà, perfezionata nella conoscenza della natura ed esaltata nella saggezza segreta che ogni azione contiene e che ogni parola crea. È la forma più alta del derech-eretz che apre vita alla vita ad ogni livello; sveglia le piante per sentire la loro propria bellezza; chiama giù le stelle per partecipare al banchetto della reciproca sensibilità umana. È l'orgoglio del Signore Dio nostro nel vedere i suoi figli praticare l'amato rispetto verso tutta la creazione.

 

Passo 16 - Di bon ton, negli Stati Uniti, ne ho visto ben poco, almeno sino a 30 anni fa, sempre che la sua importanza stia adesso guadagnando terreno; in ogni modo, spesso non c'è rispetto per i genitori (lo si vede soprattutto nei loro programmi televisivi) e senza questa base è difficile che la gente impari a rispettare il prossimo. La maggior parte degli Americani sembra non a proprio agio con tutte le regole di rispetto formale. Non sanno quasi nulla del linguaggio rispettoso degli Asiatici o degli Arabi, ricco di espressioni di derech-eretz verso Dio e verso il prossimo. Gli Americani, ricchi sotto altri aspetti, sono lacunosi nella grande saggezza del derech-eretz.

 

Passo 17 - Gli Inglesi, al contrario, sono conosciuti per il loro galateo, e, nel regno di sua Maestà bisogna essere gentiluomini nel parlare e nell'agire; c'è una lunga e radicata tradizione in questo senso, che ha rappresentato la spina dorsale della civiltà inglese, specialmente per il modo attraverso cui viene insegnata fin dalla prima infanzia. Purtroppo, la tradizione di onorare i genitori scemerà sempre più nella Quarta Generazione e i progressi delle tecnologie e dell'informatica non andranno di pari passo con quelli del galateo. La gran parte della gioventù inglese ha rotto con la tradizione vittoriana e dopo la rivoluzione dei costumi degli anni Sessanta e Settanta (che ha investito un po' tutto il mondo occidentale, europeo e americano) si può affermare che il rispetto verso i genitori e gli anziani è ai minimi termini, se rapportato a qualche generazione fa. Basta vedere, per esempio, quanti adolescenti sono pronti a cedere il loro posto ad una persona anziana, quando viaggiano seduti su un mezzo pubblico... 

 

Passo 18 - Bisogna salutare ogni persona come se si salutasse la 'Presenza Divina'; come nostro padre Giacobbe che disse, rivedendo suo fratello Esaù: "perciò vedendo te è come se avessi visto il viso di Dio". In verità, ogni persona che procede con il timore e l'amore di Dio è degno di essere accompagnato dalla Shehinà. Poiché il Creatore, Benedetto Egli Sia, disse all'Universo che creò: "Facciamo l'uomo a nostra immagine". In questo modo, l'intero mondo partecipò alla creazione dell'uomo; ogni grande elemento diede qualcosa di sé, affinché l'uomo li potesse contenere in sé. Perciò quando una persona procede con Dio, le sua azioni, le sue parole ed i suoi pensieri si conformano alla volontà di EL SHADDAI. L'intero Universo ne gioisce e costui sarà amato dal Creatore e la Presenza Divina gli si rivelerà e lo proteggerà.

 

Passo 19 - Salutare un'altra persona con derech-eretz è testimoniare l'amore del Creatore per l'umanità. Allo stesso tempo, tutta le creazione se ne rallegra, dal momento che in ogni persona è riflesso l'atto della Creazione. Quando tu dimostri rispetto per un tuo simile stai dimostrando rispetto per tutto l'Universo, creato da Dio Onnipotente, per cui non a caso i Saggi, di benedetta memoria, insegnarono ad accogliere ogni persona con viso aperto e sorridente.

 

Passo 20 - E si noti che è detto "ogni persona", senza distinzione alcuna! Il derech-eretz è universale e riguarda tutti gli individui, senza distinzioni di colore, etnia o religione. Il termine derech-eretz stesso significa "la via della terra". Lo Tzadik Haim, ribadiva spesso che il derech-eretz precedette la Torà. Prima della Rivelazione sul Sinai, esisteva un codice di comportamenti ben definito che contemplava il rispetto per i genitori, per i maestri, per gli anziani. Grazie ad esso il mondo andò avanti, poiché altrimenti non potrebbe sopravvivere senza il rispetto delle regole. 

 

Passo 21 - Lo Tzadik Haim spiegava in dettaglio questo concetto, cercando di farmi raggiungere nuove profondità di comprensione. È pur vero che il mondo si reggeva grazie al derech-eretz prima della Torà, ma dopo la Rivelazione sul Sinai, esso si regge in virtù della Torà. La Torà è la Rivelazione della Legge di Dio nel Mondo e i precetti stabiliti in essa sono in perfetta armonia con la natura e con tutta la creazione. Con la Rivelazione della Sacra Torà, i veri parametri di Giustizia si sono affermati nel mondo per sempre. A livello universale, però, possiamo dire che la Torà rivelata è solo parzialmente riconosciuta dai musulmani, è riconosciuta ma distorta dai cristiani ed è lontana dai popoli dell'Estremo Oriente.

 

Passo 22 - O, in altre parole, possiamo dire che i figli d'Israele sono comandati in tutte le Leggi della Torah; l'Islam segue il Corano, che è separato dalla Torah, ma essenzialmente riconosce la Rivelazione Divina e l'Unicità di Dio; i popoli che hanno abbracciato il Cristianesimo sono lontani dal puro monoteismo. Che meriti dunque possono avere? La risposta è il derech-eretz. Tali Nazioni non si sono forgiate sulle Leggi della Torah, ma sulle leggi del Derech-eretz; e dove vengono insegnate e osservate le vie giuste e rispettose del cuore buono e compassionevole, allora c'è merito davanti al Tribunale Superiore della Giustizia, sia a livello individuale, che a livello generale, per ogni popolo.

 

Passo 23 - Gli insegnamenti dello Tzadik Haim non seguivano la comune prassi rabbinica. Egli è stato il capo dei 36 Giusti Nascosti della sua generazione. Egli viveva nella conoscenza dei decreti dal Tribunale di Sopra che si riversano sul mondo. Questo importantissimo tema dei meriti che hanno le Nazioni in virtù del derech-eretz fu essenziale al lavoro santificato dei Giusti Nascosti in generale, specialmente di quelli che vivevano in paesi cristiani. Alle Nazioni Cristiane non era ascritto alcun merito per le loro messe domenicali né, tanto meno, per le preghiere che invocano la Trinità e proclamano la deificazione del povero Ariete della storia, né per le elemosine destinate ai culti pagani di santi e madonnine.

 

Passo 24 - In una parola, i meriti del cristianesimo non vanno ascritti a ciò che appartiene alla sua sfera teologica, ma all'elevata etica della Torà, appresa attraverso gli insegnamenti di Gesù, come l'amore per il prossimo, la pietà, l'aiuto ai bisognosi, il timore di cadere nel peccato, l'accettazione del Decalogo. Ciò favorì i popoli cristiani a raggiungere un elevato livello di derech-eretz. Intere società si sono consolidate sui principi di moralità cristiana e hanno accumulato meriti davanti a Dio, veri e propri avvocati di difesa contro i decreti di devastazione. E cosi, anche, ogni singolo individuo prende merito per ogni sua buona azione e trova sollievo e piacere in questo mondo, come tutte le azioni buone che portano al cuore il piacere a coloro che praticano il bene.

 

Passo 25 - È necessario al giorno d'oggi capire il derech-eretz, che non è propriamente un codice di regole fisse e di formalità da osservare, ma piuttosto un modo di essere e un modo di relazionarsi col prossimo attraverso le vie amate dal Signore, nostro Dio. Quando questi modi di comportamento sono praticati con cuore sincero, diventano gioielli preziosi e diamanti di luce davanti al Cielo e alla gente e la società tutta ne beneficia. I modi di azioni umili e gli atteggiamenti modesti hanno la facoltà di collegare i cuori dell'umanità tramite un legame di pace, consolidando il principio base che "siamo tutti della stessa carne".

 

Passo 26 - Prendiamo come esempio il salutare il prossimo con derech-eretz. Questo atto naturale e spontaneo incrementa la fede interiore e si riflette su chi lo riceve, come nostro padre Abramo, il cui comportamento con i nomadi e la sua immensa generosità e bontà nel nome della sua fede nell'unico vero Dio vivente, ebbero l'effetto di riverberarsi nei cuori di chi lo conobbe. Essi si dissero "se Abramo, servo del suo Dio, è così generoso e buono, tanto di più deve esserlo il suo Dio".

 

Passo 27 - Abbiamo spiegato che la 'Presenza Divina' risiede nelle azioni del derech-eretz; questa è la più grande di tutte le benedizioni che investe la persona dal di dentro. Il derech-eretz stimola le virtù del cuore, che sentono la necessità di manifestarsi in immediate azioni positive. Queste Tavole di derech-eretz hanno la facoltà di correggere l'umanità, attraverso i giusti modi di rapportarsi con lo studio e i propri maestri, con la preghiera a Dio, con la santificazione della tavola e del cibo, col rinnovamento dello spirito, con i gusti della vita. 

 

Passo 28 - Spesso il derech-eretz si manifesta in azioni molto semplici, che contengono però una saggezza superiore e nascosta, che proviene dalla Saggezza Divina del Creatore, Benedetto Egli Sia e Benedetto sia il Suo Nome in Eterno e lo splendore dell'armonia celeste. Così ora. nella Redenzione Finale, le azioni di derech-eretz collegano il Nuovo Regno dei Cieli alla Terra e creano armonia di sopra e di sotto. E la nostra grande fortuna è che lo scelto Maestro Haim nacque nel cuore del derech-eretz yemenita.

 

Passo 29 - Le generazioni future trarranno grande beneficio dal fatto che il Goel Finale è il nostro Maestro, che ci sta mostrando la giusta via. Egli continuerà ad insegnare e a guidare le generazioni a venire lungo le amate vie del derech-eretz. Il mio compito è solo di aprire le Tavole, tramite le quali il Maestro Haim entrerà nella vita di chi lo merita per insegnare ciò che è gradito a Dio e, di conseguenza, alla gente comune.

 

Passo 30 - Le Nazioni del mondo non capiscono il termine 'mitzvà' (precetto) ed infatti non sono comandati nei precetti della Torà come lo è il popolo ebraico. Il Maestro Haim, insegnerà loro come guadagnare meriti e come capire il valore delle loro azioni davanti ad EL SHADDAI. Egli insegnerà loro il valore dell'amore che essi già possiedono nel cuore e li istruirà a trasformare quell'amore in meriti positivi che allungheranno i loro giorni in terra, daranno piacere alle loro anime, quando meriteranno di risiedere nel Regno dei Cieli. Amen.

 

 

Tavola 16 – LA CORREZIONE

Tavola di Esaù Corretto

 

Passo 1 - Non stiamo parlando dell’Esaù Incorreggibile, di un Esaù che, ad esempio, non ha la fede. Esaù ha la fede, sa che esiste Dio, Creatore dell’universo. Si tratta piuttosto di quell’espressione usata da Gesù "uomo di poca fede" oppure "uomo di piccola fede".

 

Passo 2 - E non intendiamo anche parlare di un Esaù che odia il popolo di Israele. In verità, l'odio per Israele rappresenta il ‘cuore’ dell’Esaù Incorreggibile; costui non è un vero nipote di Abramo o un vero figlio di Isaaco bensì un amalechita dal sangue maledetto; non c’è correzione per tale sangue che verrà cancellato prima della fine della QG.

 

Passo 3 - Parliamo, invece, del nipote di Abramo e del figlio di Isacco che ha, tuttavia, difetti e mancanze rispetto alle virtù di Giacobbe. Si tratta, quindi, non dell’Esaù che odia Giacobbe bensì dell’Esaù dopo il bacio e l’abbraccio con suo fratello. In tutte le 10 virtù, Fede, Benedizione, Virtù del cuore, Preghiera, Presenza Divina, Correzione, Santificazione, Rinnovamento, Gusto e Tacere noi diciamo che tale Esaù è difettoso e mancante.

 

Passo 4 - Egli, ad esempio, crede nella redenzione del primo comandamento, ma non vive nella luce di quella fede e quando si imbatte nelle difficoltà della vita dice parole che vanno contro la fede, molto spesso inconsapevole della mancanza di fede che sta esprimendo.

 

Passo 5 - Giacobbe, invece, vive attivamente, a livello interiore, nella speranza redenzionale del primo comandamento e, comunque, vive nel timore di Dio ed evita di pronunciare parole di poca fede; e per timore di sbagliare, sta seduto nella sua tenda e studia le leggi di Dio.

 

Passo 6 - E neppure parliamo dell’Esaù storico o di nostro padre Giacobbe, bensì dei difetti di Esaù e delle virtù di Giacobbe. Nella Torat Ha-Simanim, cioè il linguaggio o la terminologia della Torà nel contesto del Nuovo Linguaggio Chiaro dei Segni Completi, i ‘difetti di Esaù’ e le ‘virtù di Giacobbe’ sono simboli e punti di riferimento, ossia i Segni di Esaù e di Giacobbe, che non hanno niente a che fare con la provenienza etnica dei discendenti. 

 

Passo 7 - Non si tratta di essere ebreo o discendente delle nazioni di Esaù. In questo nuovo studio, l’ebreo che ha i difetti di Esaù è un Esaù da correggere ed il non ebreo dal ceppo dei popoli di Esaù che ha le virtù di Giacobbe è già un Giacobbe, anzi, è un Esaù-Corretto, un termine che ha in sé una particolare completezza anche nei confronti del Giacobbe delle virtù. Ciò perchè i difetti di Esaù, contrapposti alle virtù di Giacobbe, necessari per discernere la forza del contrasto, quando vengono corretti dalle virtù di Giacobbe, diventano grandi pregi nell’aggiungere forza, potenza, impeto e spirito nelle stesse virtù di Giacobbe. In essenza, la stragrande maggioranza delle persone si trovano al livello interiore nel ‘campo di battaglia’ fra i difetti di Esaù e le virtù di Giacobbe. Lo scopo è di arrivare all’Esaù-Corretto.

 

Passo 8 - Ci vuole questa consapevolezza, che siamo un ‘campo di battaglia’ e che è necessaria una volontà di ferro per combattere e vincere tale battaglia. Anche qui il Giacobbe è pronto per la battaglia interiore; Esaù è pronto per la guerra contro i nemici esterni "e sulla spada vivrai". Ma per quanto riguarda la battaglia interiore, i difetti di Esaù la vogliono evitare; infatti, la battaglia viene per distruggere proprio quei difetti ed il difetto, come ogni cosa, desidera la propria esistenza, non la propria disfatta. Le virtù di Giacobbe, invece, odiano i difetti di Esaù e vedono che il ‘campo’ è da loro invaso; Giacobbe si sprona alla guerra determinato a combattere. Quando si tratta di guerra interiore, è Giacobbe il combattente; l’Esaù-difettoso dice "Chi me lo fa fare e perchè affaticarmi? Alla fine morirò lo stesso!".

 

Passo 9 - Si tratta dell’Esaù e del Giacobbe che stanno dentro a ciascuno di noi. Le virtù di Giacobbe vengono con lo scopo di arrivare all'Esaù-Corretto e perciò la battaglia non viene per distruggere Esaù ma per ‘convertirlo’ alle giuste vie amate da Dio. I difetti di Esaù vengono distrutti e l’Esaù che rimane è il voluto Esaù-Corretto, termine che rappresenta il Segno della Vittoria di quella battaglia e di quella ‘conversione’. Anche Giacobbe, nostro padre, non ricevette la benedizione da Isacco, nostro padre, sino a quando non portò gli indumenti pelosi di Esaù ; le mani sono le mani di Esaù ma la voce è la voce di Giacobbe. E’ un Segno dalla Torà: arriverà la benedizione di Isacco quando i difetti di Esaù saranno stati corretti tramite la voce di Giacobbe. Nella persona stessa!

 

Passo 10 - I due punti di riferimento nella Torà sono (1) la benedizione di Isacco a Giacobbe che, però, non la riceve senza i vestiti di Esaù e (2) il bacio ed abbraccio fra i due fratelli nel Segno della Riconciliazione dei cuori. Prima ci vuole la benedizione a Giacobbe, perchè essa procede soltanto con le virtù; i difetti di Esaù non la possono ricevere. Il conflitto inizia quando chi è difettoso riconosce che solo le virtù di Giacobbe sono amate e benedette. Così la guerra interiore non inizia se nella persona non c’è il riconoscimento delle virtù e sino a quando non si ammette la loro superiorità e si auspica che esse abbiano il sopravvento.

 

Passo 11 - Per l’impossibilità della coesistenza fra i difetti e le virtù, è solo Giacobbe che riceve la benedizione. Ciò in quanto la benedizione consiste nella fede ferrea e nell’elevazione dello spirito. Si potrebbe pensare che lo spirito sia in conflitto con il corpo e la spiritualità con il materialismo imperante. Una tale categorizazzione, però, farebbe arrivare a conclusioni errate, in quanto il nostro scopo non è quello di mortificare il corpo o evitare di gioire e godere le cose materiali.

 

Passo 12 - E’ una questione di misura, di giusta via del mezzo; le mani possono essere anche quelle di Esaù ma la voce deve essere solo quella di Giacobbe. Si tratta di due categorie separate, distinte, contrapposte, che però possono convivere fra di loro. Nel bacio e nell'abbraccio i due fratelli sono separati ma i divari vengono colmati dalla riconciliazione dei cuori e ognuno è poi destinato a proseguire per la propria strada. I difetti di Esaù sono odiati e devono scomparire ma c’è un Esaù che deve rimanere, e di lui lo stesso Giacobbe ha bisogno per la sua tranquilità ed il suo benessere. Il conflitto fra Giacobbe ed Esaù si risolve quando è raggiunto il giusto equilibrio fra correzione e accettazione. Esaù è il nipote di Abramo ed il figlio-primogenito di Isacco; grazie a lui si attua il grande segno della riconciliazione, tramite il bacio e l'abbraccio col fratello Giacobbe.

 

Passo 13 - Non è così con Labano, l’impostore, che pensa esclusivamente al proprio rendiconto, ai propri averi. Con lui non si realizza una vera riconciliazione, e la presa d'atto di separazione ed il patto di non belligeranza sono il massimo che si possa raggiungere. Labano è tutto falso e usa le sue energie e strategie per trarre profitto personale a discapito degli altri. Non ci sono indumenti di Labano che possano piacere ad Isacco né ci può essere un bacio ed un abbraccio di riconciliazione fra suocero e genero. Non c’è nulla di degno da recuperare.

 

Passo 14 - Ci vuole, comunque, la terminologia di Esaù e Giacobbe per stabilire i parametri di posizione e contrap-posizione. La sacra Tradizione ci fornisce le chiavi per distinguere: a Giacobbe interessano i valori spirituali e risiede nella tenda per studiare e riflettere le leggi di Dio; Esaù è il cacciatore, uomo di mondo, espressione dei valori materiali. Giacobbe ha paura di essere maledetto quando mente a suo padre. Esaù ha rispetto dei suoi genitori, ma solo in apparenza; fuori di casa fa tutto ciò che gli pare e piace, indulgendo anche nei piaceri dell'adulterio; crede, infatti, che il rispetto formale verso i genitori lo giustifichi e gli perdoni i peccati.

 

Passo 15 - Esaù ha un io falso, a cui non intende rinunciare, perciò persevera nel peccato; ciò perchè ogni livello di correzione personale richiede un'uscita dal proprio io, un annullamento di se stesso e dell'immagine di sé, considerata valida e positiva. Il bacio e l’abbraccio è il segno che Esaù può farcela ed arrivare a disfarsi di quell’io. Ed a quel punto, non solo non odia più il fratello, ma lo vuole aiutare e proteggere. Non dimentichiamo che la testa di Esaù è entrata nella Tomba di Machpelà e non certo quella di Labano.

 

Passo 16 - Morale: Chi è attaccato ai soldi non approderà mai alle virtù. Chi, tuttavia, ha i difetti di Esaù e anche le virtù di Giacobbe potrà riuscire, volendolo, ad eliminare i primi, raggiungendo la vera riconciliazione in sé.

 

Passo 17 - Esaù (essav, in ebraico) significa 'compiuto, fatto'; anche a livello interiore, la maggiore difficoltà per Esaù è il cambiamento, dato che egli si basa sempre sul proprio io, che considera completo e radicato; "cosa vuoi da me?" ti dice "io, sono fatto così!".

 

Passo 18 - Giacobbe (Yod-Ekev, in ebraico) ha in sé la saggezza nel timore di Dio e il tallone (akev) che procede rettamente. Rappresenta la flessibilità interiore, il "vi farò camminare fra coloro che rimangono fermi". La ‘Yod’ di Giacobbe non permette un io statico, perchè la saggezza stessa aspira sempre a migliorarsi; io devo cambiarmi in meglio e dopo che lo avrò fatto, il mio io sarà diverso dal passato e avrà ultriori margini di miglioramento. Perciò il mio io è dinamico e non si compiace di ciò che è, ma tende a migliorarsi in continuazione.

 

Passo 19 - Non è che mi ritiro, sono sempre io, non un altro. Questo 'me stesso', però, cambia, seguendo la saggezza ed il retto cammino. Io sono anche ciò che capisco e sento e faccio. Una conoscenza maggiore, sentimenti più profondi ed azioni più giuste cambiano il mio io e l'immagine di me stesso. Se correggo il mio io precedente, mi ritrovo migliorato e più elevato, pronto a scalare un nuovo gradino.

 

Passo 20 - Ho ricevuto dallo Tzadik Haim la base di questo studio; egli mi spiegava che per la maggior parte della gente il disfarsi di sé, l’uscire dal modo di pensare comune, si accompagni ad una perdita del proprio io. Ciò è falso, spiegava lo Tzadik, lo yetzer ti fa vedere così ma non è vero, non ci si perde, anzi, si guadagna un nuovo livello di sé. Sono preziose le parole del Maestro. Si tratta di una rarissima volta in cui il Morè Haim parla del sé e dell'io. (Ciò si contrappone, peraltro, a tutta la mistica orientale che insegna a raggiungere l'annullamento del sé. Chi si è distaccato dal mondo percepisce luci false che non durano nel tempo. E’ un vuoto che conduce al vuoto. E, allo stesso modo, non è da confondere con l'ego della psicologia o della psicoanalisi che fanno entrare nei meandri dell'introspezione e generano solo confusione e un'esasperata ed inutile occupazione di se stessi).

 

Passo 21 - Qui, noi parliamo del sentimento del sé, che impedisce alla persona del 'sono fatto così' di cambiare i suoi standard di azione e di pensiero. Costui non progredisce nello spirito perchè giudica tutto nella sua attitudine statica. Giacobbe, invece, non si fida del proprio sentimento e cerca di migliorarsi, conformandosi a ciò che è voluto dall'Alto. La differenza di approccio alla realtà fra Esaù e Giacobbe è abissale.

 

Passo 22 - Se Esaù fa qualcosa di giusto lo fa perchè si sente di farlo; avrà anche merito per ciò che fa. Non è mai né sarà mai costante, però, perchè agisce secondo ciò che sente al momento. Egli non lo capisce ma lo yetzer ha-rà sì, perché lo fa cadere, giocando sempre sulla fragilità e sul carattere volubile del sentimento.

 

Passo 23 - Giacobbe, invece, agisce per servire Dio, lo fa 'le-shem shamaim', disinteressatamente, consapevole che ciò che deve fare è voluto dal Cielo. Esaù, arrivato esausto alla sua tenda, gli vende la sua primogenitura per una minestra di lenticchie, una cosa materiale, che, in quel momento, vale più di un'entità astratta. Non importa poi se Esaù si era vantato in passato della sua primogenitura; la fame momentanea glielo fa scordare e gli fa dire che quel privilegio dalla nascita non è poi così importante ed è solo un pretesto per insuperbirsi. La primogenitura si ricollegava a Giacobbe con la benedizione di Isacco ed è per questo che la cercò, non per la primogenitura di per sé.

 

Passo 24 - Esaù potrebbe essere il primo a dire "adesso che conosco la verità sono pronto a tutto e ad andare contro tutti per rimanere fedele a questo compito datomi dal Cielo". Ma è invece il primo a cambiare strada davanti alle difficoltà o, ancor peggio, davanti a cose insignificanti. Egli non considera il tempo, passato-presente-futuro, perché il sentimento non riconosce il tempo, riconosce solo l'attimo contingente che diventa prioritario, nella sua ottica ormai falsificata. Anche anni di buone azioni cadono ed è come se non esistessero più, perché è l'attimo fuggente che conta più di tutto.

 

Passo 25 - Giacobbe, a priori, non si fida di un sentimento che è il risultato di più fattori, che possono essere giusti o ingiusti, corretti o scorretti, manifesti o latenti, ma, soprattutto, non perviene a conclusioni affrettate, basate su una conoscenza mancante. Pertanto non giudica mai in modo rapido ed esprime un giudizio solo dopo aver esaminato la questione con la dovuta ponderatezza, secondo criteri che derivano dalla saggezza ricevuta. Giacobbe è lento nel giudicare e si siede nella tenda per riflettere.

 

Passo 26 - Esaù, invece, non ha la pazienza, né la voglia e la forza di rimanere obiettivo per approfondire i propri sentimenti; senza saperlo, è già prevenuto dalla sua rigidità perchè non ammette di giudicare se stesso; giudicare se stessi significa anche considerare la controparte dei propri sentimenti. In realtà, si tratta di un circolo vizioso: egli non può affrontare se stesso perché non è pronto a criticare o a demolire la sua costruzione 'interiore'.

 

Passo 27 - Ciò gli impedisce di raggiungere la massima obiettività. Il barricarsi dietro al proprio io non gli permette di capire che è sulla difensiva, incapace di aprirsi ad una critica costruttiva; le sue reazioni sono violente e irate e non è disposto ad accettare la voce di chi lo critica o gli apre la strada dell'autocritica. Non può, quindi, essere un vero allievo perchè il processo dello studio dipende dal sapersi disfare da precedenti strutture mentali ben consolidate, per poterne ricevere delle altre.

 

Passo 28 - Laddove prevalgono i difetti di Esaù (dato per scontato che qualcosa delle virtù di Giacobbe c'è anche in Esaù), la persona vedrà la caduta di Giacobbe e la statura di Esaù. Giacobbe rafforza la virtù della fede temendo in ogni istante la Presenza di Dio. Esaù vacilla sempre e non regge la fede nei momenti difficili. Giacobbe cerca la benedizione ed ha paura di ciò che va contro la benedizione e perciò studia la Legge di Dio per capire sempre di più le condizioni per mantenerla viva.

 

Passo 29 - Giacobbe sa che Dio guarda il cuore e l'intimo della persona e ama le virtù interiori. I difetti di Esaù derivano dai fattori esteriori e la loro presenza non fa percepire i valori intimi della misericordia e dell’amore per il bene che gli sfuggono, sebbene possa riconoscere le buone azioni; può anche lui cercare di farle e, come già spiegato, ne trarrà merito.

 

Passo 30 - Così anche le sue preghiere sono imprigionate nei difetti di Esaù e non vengono esaudite se non c’è la voce di Giacobbe che chiama dal profondo. I difetti impediscono all’umiltà amata da Dio di manifestarsi e perciò le azioni di Esaù non vengono santificate alla luce della Presenza di Dio; Giacobbe conosce il vero rispetto e le cose amate da Dio e dalle persone, perchè ogni persona è una creazione amata dal Creatore dell’universo. E così i difetti di Esaù impediscono l’autocorrezione, la santificazione, il rinnovamento dello spirito, il vero gusto che rimane e tutte le qualità della saggezza necessarie per mantenere le virtù di Giacobbe. 

 

 

Tavola 17 – LA SANTIFICAZIONE

La Virtù della Santificazione

 

Passo 1 – La virtù di desiderare di Santificarsi attraverso le vie amate da EL SHADDAI nella Santità (Kedushà) con la quale Iddio ha Santificato Israele. Essa inizia con il Giorno di Shabbat come sta scritto: ‘E Dio benedisse il giorno di Sabato e lo santificò.’ (Esodo, 20:10). La Kedushà, quindi, proviene da Dio Benedetto ed essa non può realizzarsi da una qualsiasi altra Fonte al di fuori del vero Dio, Creatore dell’universo. E' Dio che si è rivelato ad Abramo, Isacco e Giacobbe, che ha redento Israele dall’Egitto e ha rivelato la Sua Legge a Mosè, magister noster, a tutto Israele. Egli è l’Unico vero Creatore di cui Israele è comandato a proclamare almeno due volte al giorno, ‘Ascolta, o Israele, il Signore, Dio nostro, il Signore è Uno’.

 

Passo 2 – Si deve, quindi, distinguere prima di tutto fra la vera Tradizione che trasmette le verità di Dio e fra tutte le false o errate tradizioni che non riconoscono la vera Tradizione dei Figli d’Israele. Se vogliamo parlare della Virtù della Santificazione che deriva dalla vera Kedushà data da Dio, è chiaro che tale Santificazione non rispecchia l’uso di questo termine nel mondo fra tutte le religioni asiatiche o africane o indiane ecc. né tanto meno nello stesso Cristianesimo tradizionale la cui teologia sta al di fuori della pura fede monoteista. In pratica, si può parlare di Santità e di Santificazione in seno al popolo di Israele e di una minore ma pur valida Santificazione nei popoli musulmani di tradizione Sunnita. Quest’ultima, però, rientra in tale categoria solo a condizione che il popolo di Israele venga considerato il Popolo Santo, il primo popolo che ha ricevuto la Santità da Dio per potersi Santificare nei comandamenti seguendo le Sue vie.

 

Passo 3 - "Siate santi (kedoshim) poiché Io sono Santo, il Signore Dio vostro. Onora tua madre e tuo padre e custodisci i Miei Sabati." (Levitico, 19: 2-3). Il popolo di Israele è comandato ad essere santo (kadosh), ad essere separato da ogni male e ad essere scrupoloso nell'osservanza di ogni comandamento. E' noto che la definizione primaria della Santità è ‘separazione’. La Torà stessa è stata data nel Segno della Separazione. Per partecipare ed avvicinarsi alla Santità data da Dio, un ebreo deve separarsi dai costumi dei popoli, da ogni forma di idolatria, da ogni forma di disonestà, da ogni forma di arroganza, da ogni comportamento rude, da ogni linguaggio volgare, da ogni cibo proibito, da ogni abominazione sessuale, da ogni forma di magia, da ogni pratica di odio e di vendetta. L’ebreo deve dissociarsi da tutti i modi sbagliati e da tutte le pratiche errate dei popoli e deve separasi totalmente dalle tante contaminazioni a loro comuni, sforzandosi, invece, di santificarsi nella Kedushà concessa da Dio Benedetto a coloro che Lo seguono con rigore e gioia.

 

Passo 4 – ‘Poiché Santo sono Io, il Signore Dio vostro’. Anche in ciò si mantiene l’accezione di ‘Separato’. EL SHADDAI Benedetto è intrinsecamente Separato ed infinitamente al di sopra di ogni elemento della creazione. Dato che Egli è ‘separato’ anche il popolo da Lui scelto deve separarsi dalle impurità e dalle vie contaminate del mondo. Tutte quelle vie sbagliate, volgari, impure e proibite (anche per le nazioni) sono ‘trappole’ di Satana che allontanano la persona dalla volontà di Dio e non gli permettono di avvicinarsi al pensiero della sacra separazione che pervade il cuore umile desideroso di santificarsi nella Santità che Dio concede ai meritevoli.

 

Passo 5 – Dio Benedetto è Santo e Datore della Santità. Perciò nella Tradizione dei Saggi di Israele, di benedetta memoria, ci si riferisce a Dio con l’espressione ‘Ha-Kadosh Baruch Hu’ – ‘Il Santo Benedetto Egli è’. Il Sacro Lavoro dei Saggi, nei secoli, è stato quello di definire e di trasmettere la Santificazione richiesta da Dio per il popolo Santo. Difficile ed amara è la storia. Dura è la nostra cervice, acuta è la nostra ribellione, grave è la nostra ferita, grande è la Misericordia di Dio, immense sono le Promesse di Dio al Suo popolo scelto che riguarda la salvezza che uscirà per tutti i buoni e meritevoli delle nazioni. La Santificazione del popolo di Israele si rifletterà anche sui popoli ‘e la Mia salvezza arriverà fino alle estremità della terra’ (Isaia, 49-6).

 

Passo 6 - Chi può risolvere le contraddizioni della storia?! Chi può richiudere le brecce della discordia? Alla fine del ciclo di 4000 anni della Stella di Abramo, al tempo della Redenzione Finale, le Promesse di Dio risolvono le contraddizioni e realizzano la pace universale. Ecco perché il nome dell' ‘Unto Finale’ fu creato ancor prima della creazione stessa. Ecco perché l’aspettativa che percorre tutta la grande Tradizione d’Israele è quella della venuta dell’Unto Finale, il Consigliere Ammirevole, il Potente di Dio, il padre per sempre, il Principe della Pace. Ecco perché il Goel Finale Haim abbraccia tutta la gente della terra con immenso amore e dichiara, “Siano tutti della stessa carne”.

 

Passo 7 – I figli di Israele sono stati separati nella Santità, in virtù delle loro anime che erano presenti alla Rivelazione sul Sinai, ed in seguito, alla Santificazione dello studio, e della pratica dove essa era possibile, della Torà e delle Leggi che Mosè, Magister noster, riceveva nella Tenda Sacra direttamente da Dio Benedetto, che gli parlava fra i Cherubini. Nei quaranta anni di vita nel deserto tutti i figli di Israele vivevano nella Santità e si santificavano, coperti dalle Nubi della Gloria, nel sacro studio delle Leggi di Dio e della Sacra Tradizione che veniva rivelata. Scendeva la Manna che li alimentò per tutti i 40 anni nel deserto. Il Pozzo di Miriam li seguiva dovunque si accampassero. I vestiti che portavano miracolosamente crescevano insieme a loro ed erano sempre puliti. La generazione che uscì dall’Egitto e fu testimone del miracolo di Yam Suf e poi della Rivelazione, fu anche la generazione della maggior conoscenza delle vie di Dio. Non per nulla i Saggi la definirono Dor De’a, la Generazione della Conoscenza.[3] 

 

Passo 8"ùÇÑì ðÀòÈìÆéêÈ îÅòÇì øÇâÀìÆéêÈ ëÄÌé äÇîÈÌ÷åÉí àÂùÆÑø àÇúÈÌä òåÉîÅã òÈìÈéå àÇãÀîÇú ÷ÉãÆùÑ äåÌà" Togli i tuoi calzari dai tuoi piedi poiché la terra sulla quale ti trovi è terra di santità (Esodo, 3: 5). La parola ‘kodesh’ nell’espressione ‘admat kodesh’ (terra di santità) non è un aggettivo (altrimenti si scriverebbe ‘adamà kedoshà’) bensì un sostantivo; cioè ‘terra di Kedushà (che ha ricevuto la Santità da Dio). Mosè stette in quel posto ad una certa distanza mentre l’angelo di Dio gli parlava dal Roveto Ardente. Quella terra, quindi, fu santificata in virtù di quella rivelazione. E’ da segnalare che essa non era della Terra Promessa e così ogni forma di Santità rivelata a Mosè era fuori dalla Terra Promessa e così anche la Santificazione ricevuta dai figli di Israele per 40 anni nel deserto. E’ ovvio che è la rivelazione della Santità che proviene da Dio che ‘santifica’ il luogo o l’oggetto o la persona.

 

Passo 9 – Solo in seguito, con le conquiste di Giosuè figlio di Nun e cinque secoli dopo con Ezra, si attuò la Santificazione della Terra Santa. Quella fu una santificazione particolare per la terra promessa ma ciò non esclude una santificazione fuori della terra di Israele. Gerusalemme, però, venne designata quale sede del Santuario, per cui c’erano molti precetti praticabili con il Tempio esistente e così anche ci sono molte leggi che vigono solo nella terra di Israele e non fuori. La terra promessa, quindi, possiede un livello di Santità che la distingue da tutte le altre terre ma ciò non preclude in nessun modo una santificazione delle persone in qualsiasi altra terra o paese. Abbiamo ricevuto nei Segni Completi che il Terzo Tempio sarà anche a Beer Sheva e che tale raddoppiamento del Santuario permetterà l’estensione della Casa di Preghiera della Terza Redenzione Finale in altri paesi, secondo necessità.

 

Passo 10 – La Terza Redenzione Finale è universale. La profezia che dice che ‘tutti Mi conosceranno dal più piccolo al più grande’ si riferisce al mondo intero: e così anche ‘verserò il Mio spirito su ogni mortale’ (Gioele, 3: 1). Da sempre tutti i popoli (a parte Israele e i seguaci dell’Islam dopo Maometto) hanno praticato idolatrie di ogni sorta. Non poteva esserci alcuna vera santificazione. Tuttavia, ora parliamo dei tempi che seguono la Quarta Generazione quando ‘tutti Mi conosceranno’ e ‘tutti chiameranno nel nome del (vero) Dio per servirLo unitamente’. Il mondo si svuoterà delle chiese e di ogni genere di luogo di culto che non sia per il vero Dio. Perciò la profetizzata Casa di Preghiera della Terza Redenzione Universale prevede l’estensione di Case di Preghiere in tutto il mondo. La gente deve avere dove congregarsi per pregare.

 

Passo 11 - Alla fine ci saranno decine di migliaia di tali Case di Preghiera nel mondo. Non tutti possono venire a Gerusalemme o a Beer Sheva. Sicuramente, una volta che le due Case di Dio saranno costruite e stabilite in Israele, ci saranno folle che ogni giorno verranno a pregare nel Tempio Finale. Moltissime persone rimarranno per studiare tutta la Nuova Rivelazione nell’Università della Rosa. Ci saranno tanti che vorranno far parte dell’Altare della Grande Israele per lavorare nei Segni dell’Asino che Mangia il Pane e del Cavallo Bianco. Molti di coloro che faranno parte della Casa di Preghiera vorranno imparare a servire nel Nuovo Sacerdozio: coloro delle nazioni (a parte i Musulmani) vorranno dedicarsi al Sacerdozio dell’Altare di Malchitzedek o al Sacerdozio Femminile dell’Altare delle Nazioni. Il loro scopo sarà quello di tornare al loro paese, di informare le persone di tutte le Novità e di costruire Case di Preghiera per le nuove congregazioni. Certamente essi saranno sotto le direttive dei responsabili e saranno giurati nel Patto Nuovo Finale.

 

Passo 12 – Essi studieranno i nuovi canoni della Nuova Santità ed impareranno i nuovi modi e le nuove regole per la loro Santificazione così da poter servire come Sacerdoti e Sacerdotesse nei rispettivi paesi. C’è persino un Segno di grande portata che spiega che il Rito del Vino, Pane, Latte e Miele, praticato fuori di Israele, santifica quella terra, che diventa come Israele. Ora ascoltate le parole di chi parla nel permesso del Goel Haim per portare a terra i concetti principali della Santificazione della persona. Qui nei Trenta Passi, questa Tavola 17 corrisponde al settimo comandamento, ‘Non commettere adulterio’. Ciò rappresenta il fondamento della santificazione individuale. Il comportamento sessuale deve essere corretto e pulito davanti al Cielo.

 

Passo 13 – Tutte le Dieci Virtù (Fede, Benedizione ecc.) sono collegate e concatenate tra loro e rappresentano la completezza del numero 10 che verrebbe compromessa se mancasse di un solo elemento. Infatti, quando si parla delle Virtù di Santificazione si intendono anche la Santificazione che riguarda la Fede, la Benedizione, le Virtù del cuore, la Preghiera, il Derech Eretz, l'Autocorrezione, la Modestia, il Rinnovamento, il Gusto e la Saggezza del tacere e del parlare. 

 

Passo 14 – Non mancherà, quindi, il Pane della Tripla Meditazione mentre noi nei 30 Passi possiamo soltanto suggerire alcuni dei principi della Santificazione individuale, sia che si tratti del Nuovo Sacerdozio per gli Altari della Casa di Preghiera che la personale Santificazione che riguarda chiunque faccia parte del Patto Nuovo Finale. Il Principio di base è il derech eretz: in un sogno di Nodà, nel Terzo Tempio e nella Nuova Scuola (Rabbinica e Sacerdotale) della Terza Redenzione Finale il primo insegnamento fondamentale era il Derech Eretz. Infatti, i Saggi, di benedetta memoria, dichiararono che senza derech eretz non c’è Torà e che il derech eretz precede la Torà. Chi desidera la Santificazione deve adottare un comportamento rispettoso, umile e affabile verso il prossimo, sia nell'azione che nel linguaggio.

 

Passo 15 – Non un derech eretz ipocrita e falso, in cui un buon viso cela un cuore freddo, insincero, indifferente e privo di sentimento. Noi parliamo di un derech eretz che riflette l’amore di Dio Benedetto per ogni Sua creatura e per ogni persona. Accogliete ogni persona con il viso sorridente che rispecchia il vero rispetto ed il vero amore per tutti. Ciò deriva dalla vera umiltà che governa la massima del Goel Haim, “Siamo tutti della stessa carne”. Quanto più se si tratta di nuovi rabbini e nuovi sacerdoti della Terza Redenzione Finale che studiano e sanno più cose della maggioranza. Infatti, è cosa nota che chi è più istruito tende ad insuperbirsi e a trattare con minore rispetto chi è meno istruito. Il Serpente sta proprio sull’albero della conoscenza del bene e del male, non su un altro albero!

 

Passo 16 – In ogni aspetto della Redenzione Finale, non dobbiamo ripetere gli errori del passato. L'azione da sola non può mai ricevere la Santificazione senza che il ricevente si comporti in modo giusto. Anche tutte le regole e i dettagli della Sacra Torà per i Sacerdoti e per il loro servizio nel Tempio, eseguite con la massima cura, non portavano alla Santificazione se le altre virtù non venivano osservate. Non è Dio che ha bisogno della santificazione bensì la persona. Il cuore del Sacerdote che si comporta giustamente davanti a Dio viene santificato nel suo comportamento con il prossimo. Anche nella Nuova Casa di Preghiera sono necessarie le regole per la pulizia del corpo e per le prescrizioni per i rispettivi Altari, come il colore della Tunica, le unzioni, le preghiere ecc., ma esse da sole non rispondono al cuore santificato ed al derech eretz.

 

Passo 17 – Abbiamo cercato di definire il cuore buono: un cuore di verità, di vero amore e di vero timore per il Signore, un cuore giusto, laborioso, generoso con tutta l’umanità, tollerante, sincero, fedele, che si preoccupa del cuore altrui, che agisce in modo positivo, con saggezza, un cuore di luce, di speranza e di fede, pulito come bambini innocenti. Tali sono le 13 qualità del Cuore Buono mentre le 10 Virtù della Colonna di Mezzo (Fede, Benedizione, le Virtù del Cuore ecc.) richiamano 10 Facoltà intrinsiche che devono essere alimentate e curate costantemente. Abbiamo inoltre le 13 Virtù del Cuore di Ester che portano alla fratellanza, alla compassione, al carattere forte, all’intelletto acuto ed alla modestia interiore. In queste 36 Virtù del Cuore sta il lavoro interiore di chi cerca di purificarsi e di santificarsi. Queste sono le virtù amate da Dio che permettono una vera santificazione della persona, saggio o sacerdote, ebreo o non ebreo egli sia.

 

Passo 18 – Chiunque segua queste 36 vie della saggezza del cuore sarà un Giusto che vive nella propria fede o come diciamo nella Nuova ‘Amidà ‘Benedetto è ADONAI TZEVAOT che ama gli umili. Beati coloro che temono EL SHADDAI, istruiti nella saggezza dei puri di cuore'.

 

Passo 19 – La santificazione risiede nel distacco da tutto ciò che è profano e nella partecipazione alle cose sacre, quelle cioè designate come 'sacre' da Dio Benedetto. La Torà è Sacra e perciò lo studio della Torà porta ad un livello di santificazione della persona. Naturalmente, se la persona la studia con le giuste intenzioni davanti ad EL SHADDAI che comandò ai figli di Israele di occuparsi giorno e notte dei sacri precetti da Lui dati, studiando la saggezza della sacra Tradizione. Presso gli ebrei lo studio della Torà e la Tradizione sono sempre 'eseguiti a voce’ in quanto completano la santificazione. Ciò perché la santificazione richiede un’azione ed il parlare viene considerato tale (in ebraico, il termine davar significa sia parola che cosa reale).

 

 Passo 20 – Con la Redenzione Finale scende la Kedushà ha-Hadashà, la Nuova Santità, e, allo stesso tempo, si attua un mondo di Cose Nuove che serve ad estendere la Santificazione. Principalmente, lo studio dei testi della Redenzione Finale, studiati anch’essi le-shem shamaim, è uno studio santificato, grazie al quale la persona riceve una santificazione. Abbiamo anche, grazie a Dio, il Nuovo Rito e molte Nuove Benedizioni sebbene sia ancora presto parlare della santificazione dei Nuovi Altari e dei Nuovi Sacerdoti se non come ‘segni’ fatti per stabilire la loro esistenza.

 

Passo 21 - Lo strumento principale per l’estensione della nuova santificazione è quello dell’Altare della Grande Israele, che rappresenta l’Altare dei lavori degli Asini che mangiano il Pane. Gli Asini sono chiamati a preparare ed insegnare i nuovi insegnamenti, nel contesto della Scuola della Shoshana. In ciò consiste la divulgazione della Redenzione Finale. Ed è per ciò che si chiama Altare della Grande Israele, in quanto appartiene a tutti e non solo ai figli di Israele. Esso diventerà, quindi, ‘grande’ per l’estensione agli altri mentre si chiama ‘Israele’ in virtù della Nuova Santificazione alla quale potranno partecipare, per la prima volta nella storia, le nazioni del mondo. E’ sufficiente essere nella giusta fede e credere nella Redenzione Finale in merito al Goel Haim.

 

Passo 22 – So che una tale affermazione creerà scompiglio in campo ebraico. Saranno, dunque, i popoli comandati nella Nuova Santità, come il popolo di Israele è comandato nella sua Santificazione? Entra l’Asino e risponde, “Hi-haw, hi-haw, hi-haw, eccome! Non volete, forse, che tutti finalmente possano avvicinarsi ad EL SHADDAI? Forse non avete ancora capito le parole del Maestro Haim, “Siamo tutti della stessa carne”. Un sogno di Nodà dichiara che ‘Dio non giudica l’ebreo per un simbolo che porta bensì per la fede che ha nel cuore.’ Hi-haw! Correggo il Battista ed anche Paolo di Tarso con un solo raglio, Hi-haw! Il figlio di Israele non è tale solo per la fortuna di nascere ebreo bensì per la fede del suo cuore.

 

Passo 23 – E se Israele è destinato ad essere un regno di Sacerdoti, per chi dovrebbe esserlo se non per tutti coloro che hanno bisogno di un vero Sacerdozio e di veri maestri che insegnano loro la verità? Lo scopo della Redenzione Completa è che ‘tutti Mi conosceranno, dal più piccolo al più grande’ (Geremia: 31: 33) e 'che la vera conoscenza di Dio sarà come l’acqua che riempie i mari' (Abacuc: 2: 14). Meditate bene, maestri miei, la Gheulà Shlemà viene con una nuova Santità data da EL SHADDAI ed in tale Nuova Santità una Nuova Santificazione è possibile per tutti coloro che entrano nel Patto Nuovo Finale. La prima Santità fu data al popolo di Israele con tutti i comandamenti in cui santificarsi. La Nuova Santità, data dello stesso EL SHADDAI, procura i mezzi tramite i quali tutti possono santificarsi, anche coloro che non sono comandati in tutti i precetti della Sacra Torà.

 

Passo 24 – Meraviglioso è il Disegno di Dio nel portare la Redenzione Finale al mondo e profonda è la ‘decisione’, per così dire, di EL SHADDAI di scegliere il terzo Goel Finale per il beneficio di Israele e di tutti i popoli. Il Goel Haim manda dal Regno dei Cieli sogni redenzionali a chi considera meritevole di riceverli. Tutti sono in grado di ricevere sogni e perciò, se meritano, li possono ricevere dal Goel Haim. Si realizza così la profezia di Gioele (3: 1): "Dopo tali eventi, verserò il Mio spirito su ogni mortale. I vostri anziani vedranno sogni, i vostri giovani visioni ecc" Solo con la venuta del Goel Haim si attua questa straordinaria profezia.

 

Passo 25 – Lo stesso Dio Benedetto che si è rivelato sul Sinai a Mosè ed a tutto Israele ha detto in sogno a Nodà, “Nella prima redenzione ho rivelato la Mia Legge a Mosè per tutto Israele. Nella Redenzione Completa tutti possono ricevere leggi”. Se avessi inventato io questa affermazione, sarei pure passibile di lapidazione ma queste sono state le parole di EL SHADDAI in un vero sogno redenzionale. Anche in un altro sogno di Nodà, EL SHADDAI ha detto, “Nella prima redenzione ho redento i figli di Israele dalla schiavitù e dall’idolatria. Nella redenzione finale Io redimerò il mondo intero dall’idolatria.” Essi sono veri sogni profetici con parole pronunciate da EHEYE ASHER EHEYE per il mondo della Redenzione Finale. Asini siamo con un nuovo cuore semplice come quello dei bambini innocenti.

 

Passo 26 – Il Patto Finale include la Nuova Tradizione chiamata La NUN FINALE di SHUSHAN nel Segno della Doppia Rugiada. Essa è la Gioia della Vita nella Bontà del Doppio Comandamento. Essa dà la Nuova Mishnà del Libro delle Stelle di Abramo, nostro padre, con la Mano Forte della Saggezza Antica e Nuova. Lo Splendore del Patto Finale fornisce la Tripla Meditazione e porta una nuova santificazione nei 49 giorni delle 7 settimane del conteggio dell’Omer per accogliere la Torà con nuova forza e nuova comprensione. Il Doppio Patto annuncia le profezie della Quarta Generazione, i decreti terribili ed il nuovo comandamento di preparare rifugi. Il Doppio Patto è la Rugiada che risuscita i bambini delle 70 Nazioni che lo riceveranno. Ed è la Rugiada che irrora il Grande Tribunale di Mordechai ha-Tzadik per Israele e per le Nazioni.

 

Passo 27 – Venite ora bambini di tutto il mondo. Il Grande Creatore dell’universo, Iddio di Israele che ha scelto i Patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe ha scelto, parimenti, i tre uomini della Redenzione Mosè, Gesù e Haim. Venite a santificarvi nella Nuova Santificazione nella Casa di Preghiera di 7 Piani, 13 Altari di Preghiera e Tappeto dell’Islam. EL SHADDAI vi sta innalzando dal passato con le Grandi Novità per i tempi in arrivo. Venite a mangiare il Pane degli Asini che stupisce con il Nuovo Messaggio della Stella che Stupisce. Gustate il Pane della Resurrezione del Goel Haim e diventate suoi allievi, da Asini Forti che lavorano per estendere la Salvezza di Dio sino alle estremità della terra e le isole lontane. Siate umili e con cervelli nuovi e puliti per ricevere la Redenzione. Che Dio Onnipotente vi tenga lontani dalle innumerevoli trappole di questa Quarta Generazione, Amen.

 

Passo 28 – Siate giusti che vivono nella propria fede ed amate il popolo di Israele trattandolo con rispetto. CarmineSaul sentì in sogno nei primi anni dei Segni, ‘Chiunque lodi il popolo di Israele riceve una santificazione’ (Genesi, 27: 29). Non solo una benedizione, come scritto pressi i Patriarchi ‘chi ti benedice benedirò e chi ti maledice maledirò’ bensì anche una santificazione. Ciò avviene nei Segni Completi per spiegare che sino alla Redenzione Finale tutti coloro che parlavano bene degli ebrei ricevevano una benedizione da Dio. Con l’arrivo della Redenzione Finale c’è una Nuova Santità che dà vita alla Nuova Santificazione delle persone. Ora, perciò, non c’è soltanto la benedizione ma anche la Santificazione. E tale persona, o i suoi figli e figlie, verrà aiutata dal Cielo a trovare e ad entrare nel Patto Nuovo Finale. Amen.

 

Passo 29 – Il Maestro Haim ci vuole bene, o nuovi bambini del Regno dei Cieli, o nuovi bimbi della vera fede di Abramo, nostro padre, padre di una moltitudine di nazioni. Lo scelto Goel Haim ci conosce, corpo, spirito ed anima ed egli ci ama come un padre ama i suoi figli e vuole per noi il bene e la salute e la nostra elevazione nell’umiltà, nei sentimenti e nella conoscenza corretta del bene e del male. Lo Tzadik Haim vuole che godiamo nei gusti della vita e che apprezziamo le meraviglie della natura e che ci rendiamo sensibili alle difficoltà degli altri. Il Goel Haim ama molto tutte le persone di cuore buono, che vivono nella fede semplice in EL SHADDAI. Il Maestro Haim è vivo, risorto nel Regno dei Cieli, ed egli ci vede ed è pronto ad aiutarci con consigli meravigliosi, ancor più attraverso dei sogni veri, se rimaniamo umili e ci comportiamo con derech eretz. Dio Benedetto il cui nome è SHALOM ha scelto per l’umanità il Maestro che ci insegna le vie della vita, della pace e dell’armonia.

 

Passo 30 – E’ assolutamente proibito rivolgersi in preghiera a Mosè o a Gesù o al Goel Haim. Mosè, magister noster, ci insegnò a pregare Dio soltanto e Gesù, in verità, insegnò a pregare Dio soltanto ed il Maestro Haim ci insegna a pregare Dio soltanto. Non si prega ai redentori scelti da Dio ma solo all’Unico Creatore dell’universo. Si deve avere, però, fede nelle scelte di Dio come sta scritto, ‘e credettero in Dio ed in Mosè suo servo’. La storia della redenzione non poteva concludersi senza il Giacobbe della storia perché EL SHADDAI previde che l’umanità avrebbe avuto bisogno del terzo Goel Finale, lo scelto Maestro Finale del mondo. Cerchiamo di santificarci nel giusto rispetto e nell’amore dovuto all'umile maestro scelto da EHEYE ASHER EHEYE per noi. Si è formato per il mondo il nuovo Ottavo Firmamento, quello più vicino alla terra, il Firmamento dello Splendore del Patto Nuovo Finale. Cerchiamo di santificare la nostra vita da allievi e da Asini e Cavalli Bianchi del Goel Haim, nato a San'aa, Yemen. Amen.

 

 

 

Tavola 18 – IL RINNOVAMENTO

 

 (Agosto 1997, Italia)

Passo 1 - Il rinnovamento dello spirito è una virtù del cuore. Il cuore si rinnova continuamente nello spirito, se tale facoltà è manifesta. Ogni parola del Patto Nuovo Finale contiene una nuova forza che favorisce il rinnovamento dello spirito profetizzato per il tempo della Redenzione Finale. Grazie El Shaddai, El Shaddai è Grande, El Shaddai è Uno; poiché Egli ci ha mandato i mezzi per rinnovare il nostro spirito. Egli ci ha alimentato nei Segni Completi, per merito del Goel Finale Haim.

 

Passo 2 - Il mondo era al buio, ebrei e cristiani non conoscevano la verità su Yeshua. Non sapendo che Gesù aveva frequentato per tre anni la scuola degli Esseni, non si poteva capire alcunché della sua missione. Questa nuova conoscenza rinnova la storia e rafforza lo spirito di verità nel mondo. Le radici della missione di Gesù derivavano dall’ordine messianico della scuola, fondata dal Maestro di Giustizia, Capo dei 36 Giusti Nascosti della sua generazione, figlio dell’Ascesa. La scuola degli Esseni venne fondata sulla verità.

 

Passo 3 - Si tratta di un rinnovamento alla luce della verità che riguarda il Disegno Divino stesso, che non poteva essere conosciuto da nessuno prima del tempo. La grande correzione del Cristianesimo era prevista dal Signore, Dio nostro, dall’inizio, al tempo del rinnovamento dello spirito. Questo è vero sia per ebrei che per i cristiani. La missione di Gesù era il nodo della storia; una volta capita, si sono sciolti tutti i nodi dell'incomprensione.

 

Passo 4 - Non è solo una questione cristiana o ebraica. Fino all'avvento del Patto Nuovo nessuno sapeva in cosa consistesse la missione di Yeshua. La fede dei cristiani era completamente distorta e falsata ma amata, come una luce da diffondere; gli ebrei, d’altro canto, non potevano avere nulla a che fare con il cristianesimo né potevano accettare la missione del Nazareno. Ora la vera luce scende sul Patto Finale ed il Nuovo Messaggio viene capito da tutti. La missione di Yeshua era vera e faceva parte del Disegno di Dio per arrivare alla Redenzione Finale. Tale conoscenza rinnova l’intera prospettiva della storia.

 

Passo 5 - Una volta che viene capito che quella missione era vera, si può capire il suo posto nelle profezie che derivano dalla Sacra Torà. La missione storica dell’Ariete Sacrificato al posto d’Isacco diventa una questione certamente ebraica. La nuova conoscenza rinnova la comprensione dei Profeti d’Israele e riporta il timore per i Segni dei Patriarchi, gettando una nuova luce sul Sacrificio di Isacco, nostro padre. Essa spiega gli scopi finali del conflitto fra Giacobbe ed Esaù ed estende e approfondisce la comprensione di Israele per la propria storia.

 

Passo 6 - L’Ariete Sacrificato rappresenta il legame che unisce il Disegno Completo di Dio riguardante i tre Patriarchi; in altre parole, se l'Ariete (Isacco nostro padre) fosse stato immolato, non sarebbe nato Giacobbe. Così la missione di Yeshua collegò una possibile rivelazione virtuale della Redenzione Finale, senza la quale non ci sarebbe stato l’universalismo, l’estensione della verità ai popoli, partecipi con Israele del grande rinnovamento. Senza quei Segni Iniziali nel mondo, non ci sarebbe stato nessun modo di capire i Segni Completi. Senza la missione di Yeshua non ci sarebbe stato un luogo di rifugio, il cristianesimo, che permettesse la salvezza delle Pecore Smarrite della Casa d’Israele.

 

Passo 7 - La fede monoteista viene resa nota grazie alla missione di Yeshua. Si tratta di una nuova comprensione meravigliosa ed illuminante. Gli ebrei di tutto il mondo saranno strabiliati da questa nuova comprensione e verranno investiti da uno spirito di rinnovamento che gli stessi cristiani faranno fatica a raggiungere. L’intera prospettiva della storia ebraica cambia tramite lo scioglimento del nodo storico di quella missione. Chi potrebbe rimanere insensibile davanti alla saggezza di Dio? Chi ha potuto tracciare le fasi della storia in tale modo da poter essere capite solo alla fine? Chi poteva immaginare che il bacio fra Esaù e Giacobbe avrebbe portato alla Grande Riconciliazione dei Sei Grandi Segni della Terza Redenzione Finale?

 

Passo 8 - Poiché eravamo pochi ma diventeremo una grande moltitudine con il ritorno delle pecore smarrite della Casa d’Israele. Le nazioni abbracceranno la vera fede di Abramo e riconosceranno la vera storia d’Israele, strumento scelto da Dio per la salvezza del mondo. Lo spirito di Israele verrà esteso sette volte tanto e una nuova percezione diffonderà nel mondo la Redenzione Finale. Poiché il Signore, Dio nostro, è il Dio di tutta l’umanità e si compiace dello spirito rinnovato di ogni persona. La vera Tradizione mancava nel mondo delle nazioni ma con la venuta del Goel Finale quella conoscenza viene ri-formulata per iscritto ed il mondo dei meritevoli verrà completamente rinnovato nel Nuovo Spirito della Redenzione Finale.

 

Passo 9 - Diario dell’Asino vestito da Leone: (28 agosto 1997, giorno 5755 dalla dipartita dello Tzadik) Daniele ricevette un Segno per un grande rinnovamento. La coda dell’Asino, dopo dieci anni di Segni pesanti e faticosi e di correzioni sulle masse, era ancora connessa alle stelle che sono collegate alle masse. Ciò significava che i Segni fatti da/su Debora (dopo Noda) riguardavano anche le stelle. Siccome la nostra Regina-Coda-Doppia è nel contesto generale dei Segni delle Correzioni delle Masse, ciò riguardava un gran numero di stelle collegate alle qualità negative dei meno educati, degli intelletualmente meno stimolati, dei più rozzi di linguaggio, ecc.

 

Passo 10 - Il vero rinnovamento dello spirito non può arrivare se non tramite il Patto Nuovo Finale. La famosa profezia di Gioele recita (3, 1): "In quei giorni Io riverserò il Mio spirito su ogni mortale"; ciò significa che il rinnovamento dello spirito, applicabile ad ogni essere umano, che lo desidera, proverrà dallo spirito di Dio, Benedetto Egli Sia, al tempo della Redenzione Finale. Allo stesso modo, il Goel finale scelto è una persona soltanto, come sta scritto: "e la volontà di Dio si realizzerà nelle sue mani"; così anche l'azione guidata dal Goel Haim, dal Regno dei Cieli, sulla terra è unica.

 

Passo 11 - Lo spirito di Dio che si riverserà su ogni persona meritevole si diffonde esclusivamente tramite l’Asino che mangia il Pane. Il Signore Dio nostro, ha permesso al Suo Spirito, per così dire, di diventare 'pane' così da poter essere mangiato ed assimilato da tutti. Il pane sostiene il cuore ed è profetizzato che il Nuovo Spirito e la Nuova Legge entreranno nel cuore. L’Asino quando era nascosto nella Scuola Nascosta di Ester a Beer-Sheva ricevette in sogno una nuova benedizione: "Benedetto sei Tu, o Signore Dio nostro, che mi hai fatto Suo pane".

 

Passo 12 - Non sono scrittore né legislatore; sono il primo Asino-Scriba che mangia il Pane che scende in vari modi dal Regno dei Cieli, amministrato dal Giudice Unto del Regno dei Cieli, il Maestro Haim. Lo Spirito del Pane pervade il cuore dell’Asino che mette le cose per iscritto. E così il Nuovo Patto Finale è Pane cotto nel Forno dell’Asino che mangia il Pane nella Panetteria della Stella che Stupisce, un pane fatto con il Nuovo Spirito dei Segni Completi della Terza Redenzione Finale, per merito del Goel Finale, Haim.

 

Passo 13 - Il Nuovo Spirito profetizzato per l’umanità viene sigillato nel Patto Nuovo Finale in Sefer Mishnat Haim. La fede nei Segni Completi della Terza Redenzione Finale si rinnova e abbraccia ogni aspetto della vita e insegna alla persona a lasciarsi guidare dai Segni che contengono le Chiavi per capire le Profezie che riguardano il Nuovo Spirito.

 

Passo 14 - Agli inizi, fra gli ebrei ci sarà confusione per le nostre affermazioni. Sembrerà loro che parliamo del Patto Nuovo Finale come se fosse da anteporre alla Sacra Torà, che Dio ci salvi, e diranno che non c’è un vero rinnovamento dello spirito senza Torà. La questione, però, è diversa. Tutta la Torà, i Profeti e l’intera Tradizione fanno parte del Patto Nuovo Finale con la venuta del Goel Finale, Haim. Dalla Tradizione stessa si sa che Israele deve arrivare al suo Nuovo Spirito solo nella Redenzione Finale. Se già ci fosse, non ci sarebbe bisogno di rivelarlo e riversarlo su ogni mortale.

 

Passo 15 - Si tratta della volontà di Dio, del desiderio di Dio, Redentore d’Israele e Redentore di tutta l'umanità. La riuscita della Redenzione Finale in terra è nelle mani del Goel Finale Haim, amato ed umile servo di Dio. Dopo la sua venuta, EHEYE ASHER EHEYE decreta che solo chi crede nella Sua scelta, può partecipare al Nuovo Spirito e al Rinnovamento dello Spirito.

Nella prima redenzione nessuno poteva ricevere il Nuovo Spirito se non tramite la fede nella missione di Mosé. Così anche nella Redenzione Finale il desiderio di Dio si realizza tramite il Giudice Unto del Regno dei Cieli, lo scelto Maestro Haim. 

 

Passo 16 - Dobbiamo ricreare e rinnovare il nostro spirito, da tempo impedito e soffocato dalle incrostazioni della storia, imprigionato dal caos del nuovo mondo tecnologico e informatico, che ci impedisce di procedere lentamente e riflettere con calma. La confusione non permette al nostro cuore di agire secondo le virtù amate. Ci siamo indeboliti nello spirito, senza il coraggio di confrontarci con la nostra anima, incapaci di combattere i nostri difetti, privi di una dirittura morale che antepone i valori della verità e della giustizia.

 

Passo 17 - E, di conseguenza, anche i nostri corpi si sono indeboliti. Il nostro cibo non è più naturale e non sappiamo più cosa esattamente mangiamo. Ciò ha effetti deleteri sui nostri nervi e sul nostro modo di ragionare, poiché noi siamo ciò che mangiamo. Molti si sono ammalati e sono diventati schiavi delle loro depressioni.

 

Passo 18 - Le preoccupazioni di questo vivere frenetico e impersonale ci hanno indebolito il cuore; tutto ruota intorno al denaro, che occupa la maggior parte dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Molti si sono indeboliti per la loro schiavitù ai valori materiali; molte sono le malattie e le trappole che hanno fiaccato il nostro corpo e il nostro spirito. Ci siamo frantumati in tanti pezzi di un puzzle che non siamo più capaci di ricostruire. Per questo è necessario fermarci, riflettere e decidere di 'rifarci' uno spirito nuovo. Dobbiamo chiedere a Dio Onnipotente di infonderci una nuova forza spirituale che ci permetta di vivere meglio.

 

Passo 19 - Abbiamo bisogno della Nuova Protezione del Patto Nuovo Finale per essere protetti dalle tante forze del male che ci circondano. Lo spirito deve volerlo, altrimenti non riesce a svincolarsi dalla morsa della routine dei propri difetti e delle proprie debolezze che gli impediscono di cambiare rotta. Ciò avviene solo quando la persona è convinta di essere sotto la Provvidenza di Dio, custodita dalla Sua protezione. Il Nuovo Patto Finale arriva con lo scopo di estendere la Nuova Protezione. Il Nuovo Spirito può essere ricevuto grazie alla fede nella Nuova Protezione.

 

Passo 20 - Noi parliamo qui alle persone credenti che hanno il cuore colmo di fede, un cuore che cerca il Pane che soddisfa l’appetito spirituale. Il rinnovamento avviene, prima di tutto, nel riconoscere che il Signore, Dio Nostro, ha scelto, dopo 4000 anni della storia d’Israele, da Abramo, nostro padre, il santo ed umile Tzadik Haim, quale Goel finale d’Israele e di tutte le Nazioni. Questo fatto rinnova lo spirito; ora è il momento che tutti aspettavano, sia nelle aspirazioni messianiche di Israele, sia nell'innocenza di coloro che attendono la seconda venuta di Cristo, sia fra i musulmani che aspettano il grande saggio scelto da Dio che spiega al mondo la verità, prima del Grande Giorno del Giudizio.

 

Passo 21 - Anche gli indiani americani aspettano il Giorno in cui il Grande Spirito chiamerà il grande capo che guiderà l’umanità con vero coraggio ad amare il Grande Spirito ad ogni respiro vitale. Quella conoscenza stessa che i Segni Completi della Terza Redenzione Finale sono arrivati nel mondo, riprorpoziona e rinnova l’intero spirito, secondo la forza della fede e la comprensione delle questioni storiche. Nei Cieli Superiori, il Nuovo Regno dei Cieli è stato formato con la venuta del Goel Finale. Tutto è stato rinnovato nei Cieli ed ora il Regno dei Cieli scende sulla terra per rinnovare totalmente lo spirito di chi ha fede nella Rivelazione Finale che riversa lo spirito di Dio su ogni mortale.

 

Passo 22 - La Stella di Cristo a cui si allude nei Vangeli diventa parte del Libro delle Stelle di Abramo, nostro padre, nel nome della Stella che Stupisce. Invece del Regno dei Cieli ‘intermediario’ della ‘seconda redenzione’, entra nella nuova fase finale del Nuovo Regno dei Cieli della Redenzione Finale che scende in terra.

 

Passo 23 - Il Fondamento del Giardino sta nella benedizione della rettitudine. Chi è compiaciuto ad agire con rettitudine verrà totalmente rinnovato tramite le rivelazioni stupefacenti che riguardano il Maestro di Giustizia fondatore della Scuola degli Esseni, le origini dei Segni Iniziali in quella Scuola, la presenza di Giovanni Battista e di Yeshua, la missione storica dell’Ariete Sacrificato, la missione messianica di Malachia, la mirabile Stella di Cristo che viene per correggere e risolvere tutti i Segni Universali Iniziali. Il Nuovo Messaggio rinnova il cuore e la mente con il Nuovo Spirito della Redenzione Finale nella pura fede monoteista.

 

Passo 24 - Il Segno della Nuova Costruzione nei Segni Iniziali uscì nella 'costruzione storica' del cristianesimo, che si diffuse nel mondo. I Segni Completi vengono con la Nuova Luce di Hannucat Ha-Hannucot e le direttive dell’eventuale costruzione del Terzo Tempio a Gerusalemme (ed anche a Bersheva), che rappresenterà la Casa di Preghiera di Sette Piani, 13 Altari ed il Tappeto dell'Islam, sarà un Faro di Luce e d’ispirazione per tutte le Nazioni del mondo, come profetizzato ("sarà chiamata Casa di Preghiera per tutte le nazioni"). La costruzione del Terzo Tempio Finale, che non sarà mai più distrutto, si accompagnerà al rinnovamento profetizzato dello spirito dell’umanità tramite il Patto Nuovo Finale.

 

Passo 25 - Cosa avrebbe potuto spiegare la povera asinella in quel periodo di storia se avesse potuto parlare? Niente! Ecco perché non potè dire che stava portando il Redentore, perché non era così; non potè dire che stava portando il messia, perché non era così; non potè dire che stava portando l’ariete sacrificato storico d’Isacco, perché era così; non potè dire che stava portando il bambino profetico delle profezie redenzionali che saranno capite solo alla conclusione di un lunghissimo ciclo storico perché ciò avrebbe tagliato le gambe del cristianesimo in fasce. Povera asinella! Cosa avrebbe potuto dire!

 

Passo 26 - Hi-haw, hi-haw, io almeno posso ragliare per chiarire le cose a ebrei, cristiani, musulmani e indiani americani. Non sono così limitato quanto l’asinella di Gesù e, a volte, sono alto come i grattacieli di New York. A volte sono più piccolo di una formica che non è cosa da poco, se ci pensate bene. Ma si tratta di una flessibilità che vi aiuterà a rinnovare il vostro spirito nel modo più veloce ed efficiente; ragliate con l’Asino e vedrete per voi stessi la coerenza totale anche nei ragli più bestiali, hi-haw, hi-haw, hi-haw.

 

Passo 27 - La felicità della comprensione del tempo della Quarta Generazione rinnova lo spirito sia nel timore di Dio sia nella fede della Sua salvezza. Non è una felicità assoluta perché nella Quarta generazione c’è troppo dolore, troppe disgrazie, troppe calamità, troppe malattie, troppe infelicità da tutte le parti. La gioia della vita, comunque, sta nel Patto Nuovo Finale. Nella Quarta Generazione ci sarà anche la Grande Nuova Costruzione che continua nel tempo, una Costruzione di verità, di pace mondiale e di collaborazione fra i popoli.

 

Passo 28 - La grande sorgente dell’ispirazione, dall’inizio del cristianesimo, è stata quella del Segno della Resurrezione di Gesù. Il Segno della Resurrezione dei Morti è noto nella tradizione profetica ed è uno dei principi della fede, formulato dal Rambam, la pace sia su di lui. Il Segno della Resurrezione è la base di tutto il rinnovamento dello spirito; ciò perché non esiste un rinnovamento maggiore nello spirito di quello di venire risuscitato dai morti e fatto rivivere. Nell'ebraismo non c'è l’idea di un messia o redentore che muore e risorge nel Regno dei Cieli.

 

Passo 29 - In verità, per la mancata attuazione della profezia messianica di Malachia e per l’impossibilità di realizzare la riconciliazione dei cuori, Gesù dovette morire. E a causa della realizzazione profetica-storica dell’Ariete Sacrificato, Gesù dovette essere ucciso, e con la Missione dei Segni Iniziali Messianici, dovette risorgere. La sua Resurrezione stabilì il Segno della Resurrezione nel mondo, che venne adottato dalle nazioni cristiane e favorì il continuo rinnovamento dello spirito cristiano nella storia.

 

Passo 30 - Con il sacrificio finale e la morte dello Tzadik, Haim, e con la sua Resurrezione nel Regno dei Cieli, come Goel Finale e Giudice Unto del Regno dei Cieli per la Redenzione Finale, viene stabilito per il mondo il Segno Finale della Resurrezione dei Morti. Questo Segno è la base ed il fulcro di tutte le ispirazioni necessarie per rinnovare lo spirito di ogni vivente nella sua fede. Lo Tzadik morì nell’ultimo terribile Sacrificio dei 36 Giusti Nascosti; questo fu nascosto, ma in quel Sacrificio l’intero mondo fu salvato da un decreto terribile di devastazione mondiale. Il Sacrificio del Maestro Haim e la sua Resurrezione vengono per rinnovare lo spirito, poiché lo Spirito di Dio ha così voluto in modo che noi possiamo scegliere la Grande e Nuova Fortuna e la Nuova Vita che ora viene offerta all’umanità.

 

 

 

Tavola 19 – IL GUSTO

Qualche idea generale sul gusto

 

Passo 1 - Cos’è la vita senza gusto? Non è vivere, ma solo esistere, esistere nel modo. Ma le gocce della rugiada della Verità sono scese in questa grande testimonianza, ed ogni goccia è piena di gusti deliziosi; non gusti che poi sfuggono, ma gusti che annaffiano e fertilizzano la terra del cuore. Da dove escono le virtù che cercano il gusto in ogni buona qualità? Oh, cara mia moglie, come sei bella stasera, il tuo tocco è amore, il tuo amore è il gusto della mia Anima. Sei una mia ossessione stanotte che la mia Anima cerca dentro, mentre io ti abbraccio e ti bacio ed imparo lentamente il gusto che descrive la tua essenza. Ti amo! Il tuo amore è il tuo gusto.

 

Passo 2 - Il fondamento delle lettere completate è il comandamento della Legge Orale. Le lettere e le parole della sacra Torah sono completate nella Tradizione Orale. I saggi d’Israele dicono che l’intero Talmud è tutto ragionamento e gusto. In ebraico la parola Ta'am significa sia motivo che gusto. Anche i segni masoretici della Tradizione, che indicano come cantare la Torà, si chiamano te'amim, gusti musicali, basati su significati o interpretazioni ragionevoli, per ogni frase. I due concetti sono direttamente correlati, poiché il gusto non è soltanto quello del palato, ma di tutto ciò che ha una ragione e una comprensione per la mente e per il cuore.

 

Passo 3 - Il Segno delle Stelle, in cui appare il Libro delle Stelle d'Abramo nostro padre, ed il nome di tutte le Nazioni, rappresenta la santificazione del gusto per il mondo. Nuovi gusti sono stati santificati per il mondo, tramite il Segno delle Stelle. Santificati significa che quei nuovi gusti meravigliosi derivano dal Segno delle Stelle e ora sono tramandati all’umanità e sono santificati tramite il Patto Nuovo Finale.

 

Passo 4 - Ora si può mangiare il Pane dal Libro d'Abramo, dopo un ciclo di 4000 anni. E guardare la Stella d’Isacco con una grande risata. Ora si può guardare la Stella della Redenzione e meravigliarsi dello splendore dei Segni. Ora si può contemplare la Quarta Stella Spostata e gustare i tempi di questa Quarta Generazione. Mangiate con me, oh asini delle buone notizie, poiché ogni pezzo del Pane Redenzionale ha il suo gusto che scende dalla Stelle della Redenzione Finale. Il gusto è dalle Stelle, cari amici, appartiene al Segno delle Stelle, ed insegna al palato come gustarli, come santificare il loro sapore nello stupefacente disegno della Redenzione Finale.

 

Passo 5 - Se il mio discorso sembra un po’ spostato è perché l’asino è collegato con la Quarta Stella Spostata del Grande Carro, insieme con le sette code dell’Asino. Mentre la mia coda dell’Asino è entrata nella Rosa per cercare le virtù amate da EL SHADDAI. Oh signori; ora posso leccare i gusti della Stella di Malchitzedek, ed i gusti della Stella di Cristo, ed i gusti della Stella dei Segni Universali di Yoseph. Apri questo messaggio per tutte le Nazioni, o Signore Dio Nostro. Così che possiamo gustare la Tua Verità e la Tua Saggezza.

 

Passo 6 - La contemplazione lenta è l’oro del Nuovo Linguaggio puro, promesso dal Signore Dio nostro, come sta scritto, "in quei giorni darò un linguaggio chiaro alle Nazioni' (Sofonia, 3: 9). Perché le parole d'ogni lingua hanno i loro gusti. Certamente le parole del Nuovo Linguaggio della Redenzione Finale promessa dal Datore di tutti i gusti hanno nuovi meravigliosi gusti, sconosciuti. Come il cibo che deve essere consumato lentamente per gustarlo nel modo giusto, così è il Pane della Redenzione Finale. Più che lo mangi lentamente con le acque lente della contemplazione, più grande e più durevole è il gusto che lo accompagna.

 

Passo 7 - E’ una grande bontà del Signore Dio Nostro che dà la comprensione ai giusti che vivono nella loro fede.

Chi siamo noi per capire il Disegno Divino della storia?

Chi siamo noi per mangiare il pane che dà forza al cuore?

Chi siamo noi per conoscere le scelte del Dio dei Patriarchi?

Chi siamo noi per essere chiamati figli d'Abramo?

Chi siamo noi per conoscere le Dieci Piaghe, le Dieci Virtù e della Rivelazione sul Sinai?

Chi siamo noi per conoscere l’ultima Profezia di Malachia della promessa della riconciliazione del Profeta Elia, di benedetta menzione?

Chi siamo noi per sapere che ci sono due mondi, e che il Segno Finale della Resurrezione del Maestro Haim,ha incominciato a collegarli fra loro?

 

Passo 8 - Ma il Signore, Dio Nostro, dà la comprensione a chi ama il gusto della Verità e della Giustizia. EL SHADDAI fa per essi Pane che viene mangiato e diventa parte del sangue. La Quarta Generazione è indicata per guadagnare l’equilibrio della comprensione lenta e fluida; ciò, perché la Quarta Generazione di per sé si muove velocemente per cui bisogna camminare più lentamente, per ricompensare il passo. Il vero motivo, in ogni modo, è che la doppiezza della Quarta Generazione rappresenta la grande sorgente di tutta la contemplazione, sia per chi merita la vita eterna, sia per chi, Dio ci salvi, è respinto dal Creatore dell’Universo. La Mano del Signore sarà vista quando l’umanità sarà in grado di vedere i Segni della Redenzione Finale.

 

Passo 9 - Poiché il gusto è conosciuto nel contrasto, come la comprensione è conosciuta secondo categorie diverse. Il Signore, Dio Nostro, è costante nella Sua salvezza verso chi Lo segue; lo é sempre stato, ma gli ultimi 2000 anni erano nel segno dell’ amaro esilio per tutta l’umanità, Israele compreso, quando la Provvidenza di Dio era nascosta e non c’era abbastanza merito nel mondo. La manifestazione della Sua Santità è racchiusa dentro le camere dei 36 Giusti Nascosti superiori, i figli dell’ascesa, in ogni generazione. Il tempo nuovo si accompagna con il tempo della Provvidenza Manifesta di Dio. Noi ne siamo stati testimoni, tante volte in questi 14 anni passati nei Segni Completi. Abbiamo visto la Sua misericordia su di noi, per merito del Goel Finale Haim.

 

Passo 10 - Cominciamo a sentire i gusti della vita su di noi; piano piano, ma a passi sicuri stanno arrivando; perché noi cerchiamo il gusto in tutto ciò che facciamo. Sappiamo che il Goel Haim, era un grande maestro del gusto e nel suo amore per l’umanità, desiderava che tutti fossero in grado di partecipare ai veri e deliziosi gusti della vita, che ora sono disponibili tramite i Segni Completi della Terza Redenzione Finale. Stiamo assaporando la vicinanza della Provvidenza, testimoniata dagli asini del campo. Chi siamo noi per essere corretti nei sogni dai nostri difetti, dai nostri errori, dai nostri peccati? Perché la misericordia di Dio non va oltre la giustificazione finale dei meriti e invita al pentimento e alla correzione. Le azioni della persona devono essere giudicate e alla fine tutto è misurato secondo la legge del contrappasso. Ciò che hai fatto ti verrà reso, nel bene e nel male. Ciò che hai preso che non è tuo, lo dovrai restituire. Ma ciò che hai dato con un cuore d'amore verrà ricompensato con le virtù amate da Dio.

 

Passo 11 - Coloro che gustano due volte la tripla meditazione di 120 giorni, saranno redenti due volte; dovete però procedere lentamente e salire ogni scalinata di 30 passi, cercando il gusto. Lentamente perché il gusto richiede la lentezza e la riflessione profonda. Nello sviluppo dei segni ricevuti tramite le Cinque Tavole del Patto, ci è voluta la tripla meditazione, specialmente in termini di tempo, riferita alle tre ascese di Mosè, Magister Noster, sul monte Sinai, da Shavuaot a Kippur, 120 giorni divisi in 40, 40 e 40. Più generalmente, esso si riferisce alla forma di base o alla struttura di tutto il Sefer Mishnat Haim. Mentre più specificamente è legato al segno di 30 Passi e alla struttura di base della formulazione della Nuova Legge della Redenzione Finale.

 

Passo 12 - Il Segno di 30 Passi rappresenta il mezzo per passare da un argomento all'altro. Il numero dei passi è limitato per facilitarne la lettura. Tutto è per poter assaporare i gusti del Giardino. Il Giardino, Gan in ebraico, corrisponde al numero 53; 30 Passi, più i 6 Grandi Segni della Redenzione Finale, più le 10 virtù delle Scale di Marmo Bianco del Regno dei Cieli, più i 7 Cerchi Profetici, danno 53, che completano il Giardino del Libro della Rosa. Nessun albero o nessuna radice manca dal disegno della Redenzione Finale nel contesto di queste quattro grandi categorie. La Tripla Meditazione è un sistema per completare tutti gli elementi del Giardino.

 

Passo 13 - Perciò anche il Nome della tripla meditazione è saporito; esso contiene il cuore del Profeta, il cuore della Rosa ed il cuore del Grande Pesce Leviathan. Se però questo Nome non è abbastanza saporito per voi, dovete aggiungere spezie, sale e del piccante al vostro cibo quotidiano, per almeno due mesi, fino ad accorgervi che il Nome della tripla meditazione è così gustoso da desiderarlo ogni volta che ci pensate. Il zikinik etiopico è indicato per questa cura. Lo zs'hug yemenita è eccellente per risvegliare i gusti del palato dal loro letargo. State attenti però alle spezie messicane, perché favoriscono la sonnolenza e la voglia di siesta, che è controproducente alla tripla meditazione.

 

Passo 14 - Io non so quanto si possa veramente scrivere sulla tripla meditazione in questa Quarta Generazione, ma devo preparare la strada per le generazioni future, che vivranno nella calma di un modo riappacificato. Quando analizzeranno lo sviluppo strabiliante del Sefer Mishnat Haim, avranno piacere a leggerne i testi per incrementare la meditazione personale nel contesto del Cuore del Profeta, del Cuore della Rosa e del Cuore del Grande Pesce Leviathan.

 

Passo 15 - Canto il salmo del gusto del Giardino:

 

EHEYE ASHER EYEHE grande è il tuo Nome Eterno della Redenzione. Tu ci hai redento dalle divinità d’Egitto, dalla piaga delle emanazioni, dal labirinto degli intrecci divini. Tu hai aperto il nostro cuore alla rivelazione della fede da Te amata: con amore immenso ci hai considerati giusti che vivono nella loro fede. Tu ci hai spiegato il Segno delle Stelle per percepire le profondità della Tua creazione. Tu hai acceso in noi la fede che si diffonde ai quattro angoli della Terra.

 

Passo 16 - Grande è la Tua Gloria, o Signore delle Schiere, meravigliosa è la bontà che tu hai moltiplicato su di noi. Tu hai annunciato la Tua gelosia per la Quarta Generazione e hai mandato il Tuo servo scelto per guidare mille generazioni. Tu ci hai sostenuto nella Tua Benedizione e ci hai donato la virtù di cercare la Tua Benedizione eterna della Vita. Tu ci hai insegnato la purezza del cuore nel servire solo Te e hai radicato questa verità dentro di noi. Tu hai dato la Benedizione nascosta dell’elevazione nel Tuo amore per Abramo, Isacco e Giacobbe.

 

Passo 17 - O Signore Dio Eterno, Tu ci hai mostrato gli Altari a Te graditi e ci hai unto nel nuovo spirito del sacerdozio, per merito del tuo servo Aharon. Nel Tuo Nome abbiamo giurato di preservare la nostra lingua. Con pazienza, Tu infondi in noi nuova vita e cerchi in noi le virtù nascoste del nostro cuore. Tu ci illumini nella purezza di una lingua monda e ci allontani da ogni voto inutile. Tu fai brillare su di noi la Luce di una Nuova Storia e ci riveli la struttura del Tuo Tempio a Gerusalemme. Tu hai fatto diventare le nostre aspirazioni 'virtù' così che noi possiamo fare la Tua volontà con piena gioia.

 

Passo 18 - Noi stiamo davanti a Te, O Dio Vivente, Onnipotente, nella misericordia delle Tue parole. Cerchiamo il Tuo sabato come giorno di pace e custodiamo i Tuoi precetti contro la profanazione con un cuore umile noi innalziamo una preghiera a Te, e sentiamo che Tu ci sta ascoltando. Risediamo nel Sabato del giusto che vive nella sua fede. E Tu c’insegni le proporzioni nelle quali ogni Anima può trovare il suo piacere.

Tu ci hai mandato l’Asino su cui cavalca il tuo servo, per fare la Tua scelta nel fervore ragliante sino alle estremità della terra. Tu ci risvegli con un cuore di preghiera interiore che non cessa mai di lodare e di implorare e Tu innalzi la nostra voce sino al Tuo Trono della Gloria come la misericordia di un padre su una sua unica figlia.

 

Passo 19 - Tu sei il Dio Altissimo detentore dei Cieli e della Terra e noi siamo i Tuoi servi nell’eredità d'Abramo e nella Benedizione di Malchitzedek. Tu hai allungato i nostri giorni per l’onore dato ai nostri genitori e Tu ci hai insegnato i modi amabili del Giusto Comportamento. Tu cerchi nei nostri desideri la Tua Presenza e aspetti che la verità del nostro cuore conosca la Tua vicinanza. Tu hai ascoltato le lodi degli angeli che cantano il giusto che lava i piedi di sua madre con amore gioioso per il Tuo Nome. E per il giusto che non si siede al posto di suo padre e abbassa con timore la testa davanti a lui. Tu ci hai arricchito con il terribile timore della Quarta Generazione e hai strabiliato la nostra esistenza con la solidità della Tua grande Nuova Costruzione. Tu hai toccato le dita delle nostre mani e dei nostri piedi, alla luce del derech-eretz; e Tu hai raffinato la nostra sensibilità tramite le pupille dei nostri occhi.

 

Passo 20 - Tu sei il Signore Dio nostro, ed i Tuoi Comandamenti sono i nostri tesori, la Tua vicinanza è la nostra ricompensa per compiere la Tua volontà. Ci siamo accorciati nella ribellione di Caino e allungati nella correzione d'Abele, distrutti nell’arroganza del Faraone e rinati nell’umiltà di Mosè, poiché Tu hai previsto i nostri dilemmi nella Luce della Tua Correzione. Tu ci hai distrutti in alcuni momenti storici per poi farci rinascere con un guadagno eterno; Tu hai rivelato i nostri difetti, nei sogni d'amore compassionevole e come il giusto che si corregge costantemente, abbiamo visto il nostro spirito corretto. Tu ci hai dato la rinascita della Resurrezione del Maestro e Tu hai colmato la nostra sete nel Nuovo Giardino del Regno dei Cieli. Tu ci hai fatto girare nel caos e nel piacere, mille volte al giorno, così che noi possiamo stare davanti al Tuo Trono della Gloria, consapevoli del nostro stato di bassezza e amanti della corona di correzione sulla nostra testa.

 

Passo 21 - El Shaddai, Dio d'Abramo, Dio d’Isacco e Dio di Giacobbe, Tu sei la rocca della nostra esistenza, la fortezza del passato, del presente e del futuro. Tu ci hai pulito dal veleno del serpente che aveva macchiato il nostro seme sacro. Tu hai santificato i nostri occhi con visioni di un cuore puro e Tu hai alimentato le nostre membra con una separazione sacra. Tu ci hai redento nella modestia e ci hai coperti con nuovi indumenti di rettitudine morale. Tu ci hai donato una Nuova Santità e ci hai fornito le ali per portare in volo la nuova congregazione d'Abramo, Isacco e Giacobbe.

 

Passo 22 - Tu hai ispirato nel nostro cuore l’amore per l’onestà e hai allontanato i nostri occhi e le nostre mani da inique tentazioni. Tu hai rinnovato il nostro spirito con una nuova corrente di vita che scorre nella promessa benedetta. Non ruberemo il tempo altrui ma rispetteremo i minuti d'ogni vita, in Te, El SHADDAI, cerchiamo il rinnovamento per far sì che i desideri interiori diventino il pane della salvezza.

 

Passo 23 - Tu hai sigillato la nostra bocca dal distorcere la verità e ci hai insegnato le virtù della Rosa segreta. Tu ci hai tolto l'insipidezza e ci hai insegnato ad assaporare i gusti del giardino; come giusti noi gioiamo nel Tuo Nome soltanto ed innalziamo la nostra voce di testimonianza. Fa sì che possiamo vivere costantemente, o Signore dell’Universo, nel rinnovamento della vitalità interiore.

 

Passo 24 - Tu hai soppiantato i desideri del nostro cuore con il Dio della misericordia ed il Dio della compassione. Tu hai trattenuto la nostra lingua dalle chiacchiere futili per ricevere la saggezza.

Tu ci hai insegnato ad allargare i confini della nostra porzione; Grande è il Signore Dio nostro, Creatore dell’Universo che ha mantenuto in silenzio la Sua Saggezza, sino alla venuta della grande nuova alba.

 

Passo 25 - Se volete conoscere il gusto, siate diritti (yashar) davanti al vostro Creatore. 'Yashar' non è facile da tradurre, ma significa diritto o retto e allo stesso tempo 'tamim', semplice di cuore e 'pasciut', semplice, nella fede del Signore nostro Dio. Così è come sta scritto: "Dio ha creato l’uomo yashar, diritto, ma essi (gli uomini) speculano molto". L’idea della rettitudine e della pura e semplice fede, si accomunano nella parola 'yashar'. E ciò può essere capito dal fatto che il termine stesso Israel, ha il significato di Yashar El, diritto, retto e semplice di cuore nella fede davanti a Dio.

 

Passo 26 - La parola Israel contiene in sé gli attributi più importanti amati dal Dio d’Israele, e la qualità d'essere yashar che porta la persona ad apprezzare ciò che ha. Se una persona è yashar sentirà la verità del suo essere nullatenente, poiché tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che capita nel nostro destino è un dono dell'Onnipotente. L'essere yashar conduce ad accontentarsi di ciò che si ha e tale contentezza è il vero inizio del gusto.

 

Passo 27 - Perché il gusto nasce prima nella natura e si rinnova nel tempo tramite l'apprezzamento; se uno crede di meritare ciò che ha non conseguirà il vero gusto; se d’altro canto egli è yashar davanti a Dio sa di non possedere nulla e saprà che anche la cosa più piccola che ha è un grande regalo di Dio.

 

Passo 28 - Perché il vero gusto non sarà disgiunto dallo scopo e lo scopo non si manifesterà senza l'apprezzamento, che è prerogativa della persona yashar. Chi è yashar sarà apprezzato e tramite l’apprezzamento troverà significato e scopo in tutto ciò che fa e gusterà i piaceri della vita donati dall’Onnipotente, Creatore dell’Universo. Poi allora egli troverà i motivi che soddisfano la sua Anima, tramite i gusti che conosce, e capirà perché in ebraico, te'amim, significa gusti, ragioni e anche segni musicali del canto.

 

Passo 29 - Come è uscita la musica dai ragionamenti? La musica è apprezzata e ha un suo gusto quando l'orecchio è intento ad ascoltarla, e il movimento lieve e ritmico della testa non disturba l’equilibrio dell'udito. Così come quando si mastica lentamente aumentano i parametri del gusto parimenti nella musica gli 'orecchi dritti' incrementano i parametri del piacere dell’ascolto. Allora si possono sentire i gusti di vario tipo d'ogni frase musicale e si può arrivare a capire perché il Signore Dio nostro, creò Angeli che cantano davanti al Trono della Gloria, hi-haw hi-haw.

 

Passo 30 - Sii dunque yashar e gusta ciò che hai; apprezza ogni gusto così da poter meritare anche i piaceri dell'ascolto musicale, persino la musica dei fiori, quando sono chiamati al risveglio stagionale. Sta' diritto davanti al Signore nostro Dio e assapora i gusti della tua esistenza. Potrai conoscere la meraviglia di un Asino messianico e sarai in grado di cercare con apprezzamento interiore, la scelta meravigliosa di Dio della razza umana, del Suo amore per Israele, che sta yashar davanti a Lui. Poi crederete nella scelta di Dio del Goel Finale e prenderete merito dei gusti della vita eterna, in questo mondo, e nel prossimo, Amen.

 

 

Tavola 20 – LA SAGGEZZA

Il tacere è saggezza

 

Passo 1 - Quanto è saggio tenere la lingua ferma nel 90% delle occasioni quando il desiderio di parlare sale dal cuore. Alcuni hanno paura che i muscoli della lingua si rilassino troppo se non li usano costantemente per parlare. Costoro potranno forse sviluppare lingue forti ma non saranno mai saggi. Il Signore, Dio nostro, ha messo molti livelli di protezione intorno alla lingua. La facilità, comunque, con cui oltrepassa i denti e le labbra è visibile anche nella prima infanzia. L'unico rimedio è la saggezza. La saggezza conosce l'arte di trattenere la lingua.

 

Passo 2 - Per i più è il cuore che parla, non la saggezza impostata verbalmente nella mente. Acquisire saggezza è rimanere in silenzio.

 

Passo 3 - Il primo passo del tacere è impedire la libertà della lingua, insegnandole che il libero arbitrio risiede innanzi tutto sulla lingua, più della libertà di ogni altro movimento; il corpo può rimanere al suo posto, mentre la lingua continua ad operare. Pertanto, ci vuole della forza per imporre al libero arbitrio di stare in guardia con la lingua. Ma chi è abituato a usare la lingua con grande facilità, avrà difficoltà a tenerla a freno.

 

Passo 4 - La difficoltà arriva dall’abitudine; perciò al libero arbitrio è richiesto un immenso sforzo e concentrazione nel servizio a Dio per impedire alla lingua di procedere spedita lungo il suo sentiero. Ci vuole l'aiuto di EL SHADDAI. E’ ancora più difficile fermare una lingua abituata alla velocità. Di solito, la lingua spedita è il tubo di sfogo del cuore. E quando la persona ha la lingua abituata a sfogare i vapori delle emozioni interiori, il cervello non ha tempo per allertare il giudizio.

 

Passo 5 - La conversazione è un’arte di saggezza, ed il parlare è un grande piacere; tuttavia, il parlare abitudinale, senza riflettere, è il pane di Satana. Non siamo nel mondo per alimentare il grande Tentatore, il cui appetito non ha limiti. Perciò prima di parlare agli altri dobbiamo prendere la bocca nelle nostre mani, mettere la lingua dentro la nostra testa e parlare a noi stessi. Solo in questo modo impareremo a parlare con giudizio.

 

Passo 6 – L'essere giudiziosi richiede grossi sforzi nel limitare l'azione della lingua. Il giudice sta fra i due piatti della bilancia, su cui poggiano i pro e i contro. Egli ascolta entrambi, e li giudica con i suoi parametri. Ci pensa almeno tre volte, decide, e prima di pronunciare la sentenza, ci pensa su ancora tre volte. In verità, dobbiamo tutti cercare di essere giudiziosi. Dobbiamo tutti diventare giudici di noi stessi, altrimenti abbocchiamo alle esche della stoltezza.

 

Passo 7 – Per cui il tacere è saggezza e non si può pervenire alla saggezza senza imparare ad essere assennati; e per essere assennati bisogna imparare a controllare la lingua. Una volta appresa questa qualità e averla praticata lungo gli anni, solo allora si potrà parlare quando e quanto lo si desidera. Poiché allora il parlare ed il tacere saranno nel giusto equilibrio.

 

Passo 8 - La buona conversazione è come una crema che insaporisce la torta della vita, una squisitezza dello spirito buono dell’umanità; è un ingrediente che lega i rapporti umani. Il parlare ci permette di rivelarci al nostro prossimo. Per questo è meraviglioso, ma allo stesso tempo pericoloso.

 

Passo 9 – Siate consapevoli, perciò, di quello che state rivelando di voi stessi prima di farlo, perché, dopo aver parlato, non si può più ciò che è uscito dalla bocca. Ogni nostra parola è una rivelazione di noi stessi. Non importa l’argomento trattato; chi è istruito in questa materia, saprà valutare una persona anche dalle poche parole che pronuncia. Il discorso è libero ma il suo costo è molto alto.

 

Passo 10 - Mosè, Magister Noster, nella sua vita non disse parole superflue. Come lo so? Dal fatto che Mosè visse la completezza dei suoi 120 anni in perfetta salute. Le parole in più diminuiscono il numero delle parole date ad ogni persona alla sua nascita. (Ho ricevuto questo segreto direttamente dallo Tzadik Haim). Mosè, Magister Noster, usò soltanto il numero delle parole concessegli per completare la pienezza della sua vita.

 

Passo 11 - Il segno allusivo è che Mosè era 'kvad pè', pesante di bocca (e non balbuziente, come è tradotto erroneamente in alcuni testi). La storia racconta (vedasi Sefer ha-Yashar) che la sua lingua rimase scottata da un tizzone ardente, quando era ancora piccolo, alla corte del Faraone. Tutta la sua vita, come è noto nella Torah, Mosè era pesante di bocca; il parlare gli costava fatica, sebbene fosse perfettamente in grado di parlare con precisione e di articolare ogni parola con esattezza; il suo linguaggio non era leso e non doveva ripetersi per essere capito. L'atto del parlare, tuttavia, era 'pesante' a causa di quella scottatura patita nella prima infanzia.

 

Passo 12 – Questo fatto rappresenta un segno: perché Mosè, il grande legislatore, scelto da Dio Onnipotente, per rivelare la Sacra Torah, era kvad pè? Di sicuro, nessun fatto della vita di Mosè era al di fuori della Provvidenza di Dio, ma neanche era solo personale, dato che Moshè Rabbenu era un'anima generale. L'allusione della pesantezza della lingua di Mosè è che ogni persona, se desidera vivere una giusta esistenza davanti a Dio, nella verità delle sue Leggi, ed imparare ad essere giudiziosa, deve crearsi una lingua pesante nella propria bocca.

 

Passo 13 – Si deve parlare, certo, ma la lingua deve avere una sua pesantezza. Bisogna conversare con tutti, ma la lingua deve essere sotto il controllo del senno. L’argento non deve pesare più dell’oro, anzi, l’oro deve pesare più del vostro argento. La lingua non deve essere schiava dei sentimenti non giudiziosi del cuore bensì della volontà del giudice che è in noi. Così si troverà la vera via del mezzo, il giusto equilibrio, parlare e tacere allo stesso tempo. E nella saggezza del silenzio si è sicuri di ciò che si dice. Allora le camere interiori si apriranno ad un spirito più alto e le parole saranno come luci dal cielo e la persona diventerà una sorgente di piacere davanti al Cielo e davanti alla gente. Benedetta è la persona che passa la sua vita come guardiano della propria lingua. E chi parla saggezza verrà chiamato un amico fedele di Dio, sia in questo mondo che nell’altro, nel Regno dei Cieli. Amen

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Passo 14 – Pensavo che sarebbe stato un grande aiuto per gli allievi vincolarsi con un voto riguardante la lingua, per tutelarsi da parole indesiderate, discorsi inutili e frasi stolte. La mia ingenuità (temimut) in quei primi sei anni dei Segni Completi è ben nota, ed anche se cerco di addossare la colpa a quel primo Asino, devo comunque ammettere che certi errori, come questo, dipendevano dalla mia mancanza di astuzia e dal mio non essere un 'saggio che prevede ciò che avverrà'. Il voto fu soltanto un esempio. Felice della nuova rivelazione, ritenevo che la natura degli allievi sarebbe cambiata totalmente e che chiunque arrivasse alla conoscenza dei Segni Completi non avrebbe mai più ripetuto gli errori precedenti. Chi, dunque, era più ingenuo, l'Asino o io?

 

Passo 15 – Tutt'altro che saggio è il pensare che le abitudini dominanti (come il parlare) possano venire annullate da un voto. Quanto di più con delle persone non abituate alle leggi e ai precetti della Torà e della Halachà tradizionale su ciò che si può e non si può dire. Nella mia felicità, non consideravo il 'background' culturale; i primi allievi erano lontani dall'idea di 'preservare la lingua' ma, appoggiandomi sul mio entusiasmo per le meraviglie del Patto Finale che promettevano una Nuova Vita, attuai le parole del proverbio: 'Fools rush in where wise men fear to tread' (Gli stolti si ruzzolano laddove i saggi temono di entrare)!

 

Passo 16 – Ecco la versione nel Nuovo Rito (Non fate alcun voto, mi raccomando)

Benedetto è il Signore, Dio nostro, che ci ha permesso di fare il voto della Nuova Circoncisione della Lingua; questo voto obbliga chi lo prende a far rimanere il proprio linguaggio entro la struttura del Nuovo Linguaggio Puro.

 

(chi lo fa prende qui il voto e fa il giuramento)

 

Giuro davanti ad EL SHADDAI, in nome del Patto Nuovo della Terza Redenzione Finale, arrivato per merito dello scelto Goel Finale, il Maestro Haim, che desidero, di mia espressa volontà e senza alcuna costrizione, entrare nel Nuovo Patto con la Lingua. Faccio questo voto, io......... faccio il voto di circoncidere la mia lingua da tutta la falsa terminologia religiosa e teologica del passato, e di adottare nel mio linguaggio i termini, le espressioni, e le spiegazioni del Nuovo Messaggio della Terza Redenzione Finale. Mi assumo la responsabilità, d’ora in poi, di tenere la mia lingua pulita e lontana da tutte quelle parole e tutte quelle espressioni volgari, blasfeme ed impure. Cercherò di adempiere nel modo migliore, e a secondo del livello della mia conoscenza e della mia istruzione, il compito di educare la mia lingua e di portarla verso il linguaggio puro del Nuovo Messaggio. Questo voto è una barriera che impedisce alla mia lingua di parlare male. Questo Voto purifica lo Spirito che esce dalla mia bocca nell’articolare e formare le parole. Questo è un voto di riconoscimento della verità che il Signore Dio ha rivelato tramite il Nuovo Messaggio. Non può mai essere sciolto.

(si fa il segno di un piccolo taglio sulla lingua, la Nuova Circoncisione della Lingua).

 

Passo 17 - Giuseppe ha ricevuto: La lingua rappresenta la Porta dell’uomo, del suo desiderio. La lingua buona collega la fortuna alla propria stella. Una cattiva lingua chiude la fortuna dalla propria stella. Una sana lingua sta nelle acque del proprio cervello. Una giusta lingua si nasconde dietro ai denti.

 

Passo 18 – O che splendido voto attraente, rendendo gioioso chiunque lo facesse, nel pensiero elevato di aver corretto la propria lingua per il resto della vita. Ed io, felice per la loro gioia, pensavo 'quanto sono buone le tue tende, o Giacobbe, nei nuovi studi della Nuova Legge e Sefer Mishnat Haim, le tue dimore, o Israele, nel Nuovo Rito della Casa di Preghiera della Redenzione Finale, e la Tua nazione sono tutti giusti nel loro entusiasmo nei Segni Completi; ora di sicuro manterranno questo nuovo e stupendo voto, sradicheranno gli impedimenti precedenti, supereranno le mura di abitudine di quella vecchia lingua del passato e tutti i loro pensieri saranno diretti ad Ha-Shem soltanto e crederanno nella Missione del Goel Haim nel Regno dei Cieli e nelle Stelle della Redenzione e si eleveranno sulle Scale di Marmo Bianco e meriteranno nuovi livelli e nuovi poteri e raglieranno da Bravi Asini e cambieranno il mondo. Ero un po' tamim, vero?!

 

Passo 19 – Comunque, pensando alla mia temimut non c'è nessun profitto ma se volete percepire l'ingenuità di quel primo Asino, c'è del guadagno. Non incolpate l'Asino che, in fin dei conti, è un Asino e nella sua felicità lui pensa che tutti siano come lui, hi-haw, hi-haw, hi-haw!!! E' un mondo meraviglioso il suo ma il mondo poi si muove secondo la sua natura, e l'abitudine linguistica è tremendamente potente.

 

Passo 20 – Le abitudini della lingua peraltro non derivano soltanto dal 'parlare' di per sé. Mescolate in quella facoltà ci sono molti altri fattori: l'educazione ricevuta dai propri genitori, famigliari, amici, dalla scuola e dall'ambiente, dalle proprie esperienze personali, dalle letture fatte, dagli studi, dai masss media, da Internet, ecc.

 

Passo 21 - Per questi Nuovi Asini con così poca esperienza nei 'mondi' delle parole, ho permesso di fare un giuramento che, in essenza, è severo, sebbene la sua forma sia piacevole e pulita. E' severo in quanto se viene violato è un peccato. I primi Asini per lo più non erano ancora in grado di distinguere fra ciò che è fine e ciò che è crudo, fra le parole giuste e le parole sbagliate. Dovevano ancora studiare molte cose. Su che cosa stavano giurando? I primi allievi della Redenzione Finale erano scelti proprio per la loro temimut.

 

Passo 22 – Cosa volevo, che d'improvviso diventassero come Hachamim che sono severi con ogni parola che esce dalla loro bocca?! Lasciali alla loro temimut! Per questo sono amati da Dio, come sta scritto, (Deut. 18-13) 'Sii Tamim con il Signore, tuo Dio'. Un giuramento sulla lingua! E perché sono così amati per la loro semplicità? Ve lo dico io: perché troppi nel mondo quando studiano ed acquistano conoscenza diventano arroganti, purtroppo, sia che si tratti di studi accademici oppure della Torà. 'Beati i temimei derech' (Salmi 119-1) che possono sapere anche molto ma vivono nella loro fede e non si insuperbiscono.

 

Passo 23 – Comunque, voto o no, ingenui o meno, le parole salgono e vengono giudicate dall'Alto, e chiunque desideri proteggersi, sapendo di possedere un'anima, deve stare molto attento con le parole che dice. Per ogni parola un angelo viene creato, o buono o cattivo, sia per questo mondo e quando si sale in giudizio nell'altro mondo. Le parole della persona formano una parte integrale nel giudizio; le parole testimoniano i pensieri ed i sentimenti: il figlio semplice, cosa 'dice'? Il figlio cattivo, cosa 'dice'? Il figlio saggio cosa 'dice'? Ed il figlio che non sa neanche chiedere, sta testimoniando che il suo tacere proviene dal suo essere tamim. Perciò apriti a lui e spiegagli le cose (dall'Aggadà di Pesach).

 

Passo 24 – In ogni caso, attenzione alla severità del giudizio quando parliamo con rabbia! Nella collera ogni parola detta è sotto il regno dello Yetzer ha-Rà e perciò così tanti mali entrano nel mondo a causa della pressione esercitata da Satana sulla lingua dell'arrabbiato. Persino una persona normalmente attenta alla propria lingua, col mantenerla pulita dai difetti e dal peccato, cadrà nella trappola se non riuscirà a controllare la propria ira. Bisogna custodirsi da ogni forma di rabbia, ed in ciò bisogna adottare un metro di giudizio severo e rigido, temendo le conseguenze dei propri peccati di collera.

 

Passo 25 – La rabbia è causa di azioni dannose e di parole cattive e la persona deve dominare la propria lingua per non cadere nel peccato. Questo è il motivo principale per cui Dio disse a Caino: "perché se tu agirai bene, potrai andare a testa alta; ma se non agirai bene, il peccato sta in agguato alla porta; esso ha desiderio di te, ma tu puoi dominarlo" (Gen. 4-7). Questo verso allude al controllo della propria lingua, dato che il 'dominare' va riferito alla bocca, che qui viene chiamata 'porta' (la bocca è infatti la porta della persona). La capacità di una persona di dominare la gelosia e il susseguente odio, non è cosa da poco. Essa richiede un lavoro interiore continuo fino al 'convertire' quella gelosia e quell'odio in sentimenti positivi. 'Dominare' la lingua, invece, è meno difficile. Se una persona desidera governare su se stessa per evitare di peccare, può controllarsi e trattenere la lingua dal dire ciò che non va detto. Il peccato sta in agguato alla porta della bocca, ossia lo Yetzer ha-Rà aspetta solo che tu inciampi ed esprima i pensieri negativi del tuo cuore.

 

Passo 26 – Se riesci quindi, a dominare la tua lingua, eviterai di peccare, e poi, col tempo, potrai migliorare e annullare i sentimenti negativi per 'convertirli' in virtù positive. Se, invece, hai già parlato, hai già aperto la porta e rivelato ciò che è dentro di te, allora le tue parole avranno incrementato la gelosia e l'odio, dato che hai creato una 'forma' con il tuo parlare. Lo Yetzer ha-Rà non può combattere la gelosia e l'odio mentre sono ancora dentro; egli perciò aspetta, e con enorme pazienza pure, sino a quando tu fai uscire quei sentimenti negativi in parole, e tramite quelle parole ti butta giù con azioni peccaminose. L'allusione continua nel seguente verso (8) "E Caino disse ad Abele, suo fratello". Il verso non deve riferire il contesto di ciò che disse. Ciò allude al fatto che il 'parlare' fu la causa che spinse Caino a commettere la terribile azione di uccidere suo fratello. Il verso non deve dire ciò che disse; a causa della sua gelosia e del suo odio, egli non trattenne la sua lingua e parlò e da quel parlare "ed erano nel campo; e Caino si levò contro suo fratello Abele e lo uccise".

 

Passo 27 – Ciò dimostra quanto lo stare zitti sia saggezza; tramite il 'silenzio' si evitano molti peccati mentre, al contrario, aprendo la bocca per esprimere pensieri negativi e sentimenti di gelosia e di odio, si accenda nella persona un fuoco che può diventare incendio.

In che modo il parlare faccia divampare un incendio, lo si può imparare Sefer ha-Yashar al verso "ed essi erano nel campo" :

"Entrambi erano nel campo; Caino lavorava ed arava il suo campo mentre Abele curava le sue mandrie. Una sua mandria passò sopra un tratto di terreno che Caino aveva arato ed egli si arrabbiò molto per questo. E Caino si diresse arrabbiato da Abele suo fratello e gli disse, "Cosa c'è fra noi che tu vieni con la tua mandria e passi sopra la mia terra?! Ed Abele rispose a Caino, "E cosa c'è noi che tu mangi i prodotti della mia mandria ed indossi il loro pellame?. Togliti la pelliccia che indossi e pagami i prodotti che hai mangiato. E se farai così, anch'io lascerò la tua terra come hai detto oppure mi involerò su nel cielo se ci riesco!" E disse Caino: "Se io ti ammazzo oggi, chi richiederebbe il tuo sangue da me"? E Abele rispose e disse, "Non è forse Dio che ci ha fatto nella terra che vendicherebbe la mia vendetta e cercherebbe il mio sangue da te se tu mi uccidi? Poiché Dio è Giudice ed Egli riversa su ogni persona il male che commette sulla terra. Ed ora se tu mi uccidi, Dio conosce le tue cose nascoste e ti giudicherà sul male che hai parlato dicendo di farmi così oggi stesso!" E quando Caino sentì queste parole da suo fratello Abele, si alzò, prese un pezzo di metallo dall'aratro, colpì suo fratello all'improvviso e lo uccise. E Caino versò il sangue di Abele sulla terra ed il sangue scorreva davanti alle mandrie sulla terra. –

 

Passo 28 – A proposito del voto summenzionato (Passo 16), non dovrebbe essere preso se non alle seguenti condizioni: una persona che abbia studiato almeno per 5 anni sulle cose della Redenzione Finale, e operi nel praticare la Nuova Legge, per quanto possibile, e sia abituato a controllare il suo linguaggio e stia attento a non arrabbiarsi, può, alla celebrazione del 12 Marzo, col permesso di chi è responsabile, fare il suddetto giuramento. Il farlo è per rafforzare la memoria sulle questioni della lingua.

 

Passo 29 – E' sempre una grande segulà menzionare Moshè Rabbenu per tutte le sue opere e per la sua umiltà: per il bene della lingua, venga ricordato che Mosè, magister noster, nel corso dei suoi 120 anni visse in perfetta salute e fu di 'lingua pesante'. Mosè, nostro maestro, fu 'ish ha-Elohim' 'uomo di Dio', onorato (mechubad, stessa radisce di kvad) da tutti. Collega questi elementi nel tuo pensiero per capire che la 'pesantezza' della lingua porta una benedizione da Dio ed ad una rivelazione di pensieri elevati. Sii di una lingua pesante nel dire 'Questo è proibito' e di una lingua pesante nel dire 'Questo è permesso'. Sii di una lingua pesante nel rimproverare qualcuno e sii di una lingua pesante nel fare accuse. Sii di una lingua pesante nel testimoniare su di te stesso, sia per il bene che per il male. Sii di una lingua pesante nel testimoniare cose di altri, sia positive che negative; delle cose negative stai rivelando qualcosa di negativo in te stesso, e di cose positive stai aprendo la porta alla maldicenza. Non permettere che le tue labbra rendano leggera la tua lingua ma fa' che la tua lingua pesi sulle tue labbra. Ricorda il maestro di noi tutti di cui Dio Benedetto testimoniò nella Sacra Torà 'Egli è fedele in tutta la Mia casa'. Amen e così sia.

 

Passo 30 – Gli allievi del Goel Haim non devono essere leggeri di mente, un attributo negativo così prevalente in questa Quarta Generazione ed essi devono stare attenti a non lasciarsi trasportare dalle correnti del mondo. Lo Tzadik Haim dal Regno dei Cieli desidera che si abbia rispetto per il proprio spirito dandogli piacere, tenendoci lontani dal caos che ci circonda. Non esiste velocità storica quanto nella Quarta Generazione e la saggezza del tacere aiuta più del parlare. Nel suo amore per noi, il Maestro Haim desidera la pace per la nostra anima e che possiamo avere mente chiara e forza di concentrazione. Estremamente umile è il Goel Haim che ci insegna a collegarci con i Segni Completi della Redenzione Finale per il nostro beneficio. Il Goel Haim è stato scelto da Dio Benedetto. Egli è il Maestro che completa la Saggezza per il mondo, quella Antica e quella Nuova. Per ricevere la Saggezza dal Maestro Haim dobbiamo essere sereni e felici con le opere di Dio su di noi sempre. Amen e così sia.

 

 



[1]. Geremia 31, 31

[2] È, però, una enorme ed importante mitzva pregare insieme con una Congregazione, e ciò per tanti motivi spiegati dai Saggi di benedetta memoria in tutta la Tradizione.

[3] Si noti che lo Tzadik Haim proviene dalla Tradizione Yemenita, specialmente da quegli ebrei yemeniti di Saana che si chiamano i Dardain, nome che corrisponde all’ebraico Dor De’a. Altrove abbiamo spiegato perché proprio loro possedevano la Tradizione più antica e più ‘santificata’ rispetto a tutte le altre ecc. Lo Tzadik Haim mi aveva parlato a lungo di tale argomento -